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Autore: Rose Heiner    25/05/2019    2 recensioni
A tutti gli amori mancati per un kilometro di troppo di distanza. A quelli che ce l'hanno fatta. Agli aerei, ai treni, alle notti insonni con un trolley e il cuore pieno di paura. A noi e alla nostra lontananza. A Laura, che ha gli occhi più tristi del mondo.
Breve serie di flashfic e one shot.
Salutarsi è una pena così dolce che ti direi addio fino a domani.
(William Shakespeare)
Genere: Introspettivo, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Weekend in New England
And tell me, when will our eyes meet?
E dimmi, quando i nostri occhi si incontreranno ancora?
When can I touch you?
Quando potrò sfiorarti di nuovo?
When will this strong yearning end?
Quando si consumerà questa profonda nostalgia?
And when will I hold you again?
E quando potrò averti tra le mie braccia di nuovo?

(Barry Manilow)
 
Laura  guarda il treno filare via.
Sembra un serpente. Un lungo serpente di ferro rosso che scappa da quella città lontana e dimenticata dal mondo. E non si volta a guardare indietro. Non indugia nella notte. Non sente il cuore martellare e gemere di dolore, come quello di Laura. Il serpente continua a correre sui binari, con la sua pelle che riflette la luce fragile di una luna impietosita di lei.
Laura guarda il treno fino a quando il buio lo ingoia. Ormai è andato via. Si gira appena, ritrova il suo riflesso nella vetrina della biglietteria.
Ha i capelli ricci e gonfi, ci sono volute tante pinzette fastidiose, incastrate tra i suoi pensieri il pomeriggio prima, per averli così. Su quella bocca stanca brilla ancora uno strato di lucidalabbra. Ma come si fa ad evitare il proprio sguardo allo specchio, Laura? Come fai a restare a galla nella malinconia color menta dei tuoi occhi, Laura? Solo tu lo sai. Forse hai imparato a tormentarti in silenzio. Forse lo sanno solo le persone che non credono più in niente, come te.
Laura volta le spalle ai binari. Tiene fissi gli occhi sulle scarpette bianche da ginnastica mentre attraversa la stazione verso l’uscita. Fino a qualche minuto fa si sentiva bella nella sua giacca di jeans, con i pantaloni a vita alta, il sorriso dipinto in volto. Ora Laura pensa di nuovo al serpente, lo sognerà stanotte. Il serpente è arrivato, inghiottendo tutte le sue risate. Il serpente è arrivato e lei ha lasciato cadere a terra la corona di margherite e boccioli di felicità che si era costruita in una sola sera. Un ghiaccio improvviso le ha preso lo stomaco, il terrore le ha spento la voce. No, non un’altra volta, Laura. No, Laura, non può essere vero.
Come tornerai a vivere dopo oggi, Laura? E’ strano. Laura sente ancora il calore della sua mano stretta in un’altra abbandonarla.
 
   
 
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