Capitolo 1:

La cosa più assurda di tutto questo è che è successo veramente. Non si tratta di qualcosa tratto dai miei amati telefilm (Sì, io li chiamo così perché sono nata negli anni 90), ma è qualcosa che ho sempre sognato capitasse. Una svolta improvvisa, una serie di eventi tragicomici che hanno reso la vita migliore e un po’ peggiore, ma soprattutto diversa.

Lo stendino pesava sulla mia mano e la scopa mi tranciava le gambe, mentre percorrevo affaticata la salita. Strano vero? E’ così che funziona un trasloco: trasporti cose che solitamente sono private, chiuse all’interno degli angoli remoti della tua casa e li metti in mostra per la strada. Ed è così che funziona anche avere dei coinquilini all’università, improvvisamente il colore del tuo pigiama diventa di dominio di una persona completamente sconosciuta.
Ricordo ancora l’odore delle scale del nuovo condomino e il brivido lungo la schiena che mi pervase entrando nella nuova casa. Aldo, il mio ragazzo mi accompagnava e la sua presenza in mezzo a tutte le mie future coinquiline con genitori o fratelli, mi faceva sentire sola e insicura allo stesso tempo. Avevo paura, paura di sentirmi di nuovo sola, di non sentire quel luogo casa mia, di non poter essere serena, di sentirmi in trappola in casa. Poche accortezze mi ripetevo. Prima cosa: il ripiano giusto del frigorifero. Pensandoci adesso mi sembra tutto così sciocco, l’ansia la preoccupazione, ma hei ragazzi ero durante la sessione di esami da un mese, mi mancava l’ultimo esame della sessione e anche l’ultimo della triennale, potevo essere un po’ agitata?
La casa era piena di pacchi di persone sconosciute che andavano avanti e indietro. Finalmente sento la mia coinquilina, Irma chiamarmi. Avevamo deciso di prendere casa insieme dopo i primi tre anni di convivenza, in fin dei conti nonostante alcune ferite stavamo bene insieme. A volte ancora oggi mi manca vivere con lei per alcune cose, come la sicurezza che mi infondeva e la sicurezza del karaoke accompagnato da strane coreografie. Io non so cantare, ma duettare insieme o ricordare strampalate coreografie era molto divertente.