Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Vanessa1995    28/05/2019    0 recensioni
In universo alternativo dove Daenerys diventa la regina dei Sette Regni con Jon che governa al suo fianco come Principe consorte e nuovo Primo Cavaliere della Regina. Sansa muore misteriosamente qualche mese dopo essere stata perdonata da Daenerys per il suo tradimento. Arya onora la memoria della sorella e diventa la nuova signora di Grande Inverno con Gendry al suo fianco.
Negli anni seguenti i rapporti tra il Nord e il Sud rimangono tesi, in particolare quelli tra Arya e Jon, in quanto lei ritiene il fratellastro/cugino responsabile della morte della sorella.
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Arya Stark, Daenerys Targaryen, Gendry Waters, Jon Snow, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Approdo del Re era distrutta. La capitale dei Sette Regni era ormai solo un mucchio di rovine fumanti e le vie della città erano piene di cadaveri di donne, uomini, anziani e bambini. Una strage di innocenti.
Jon Snow - o per essere più precisi Aegon Targaryen - percorreva le vie della città. Era incredibile quanto poco tempo ci fosse voluto per radere al suolo Approdo del Re. Nell'aria c'era un ripugnante odore di sangue e carne bruciata. Drogon con il suo fuoco micidiale aveva fatto una strage, ma era stata sua "madre" ad ordinarglielo. Non riusciva ancora a credere a quello che aveva fatto, nonostante l'avesse visto con i suoi stessi occhi. Era impazzita proprio come suo padre, ma confidava che adesso sarebbe cambiata, che sarebbe tornata ad essere la donna che aveva conosciuto. Non una regina pazza e sanguinaria. Ma in realtà Daenerys era mai stata sana di mente? Era convinto che quello che era successo l'aveva resa così, però confidava che le cose sarebbero cambiate: ora che aveva quello che desiderava si sarebbe rivelata una buona regina.
Daenerys era in piedi davanti al Trono di Spade quando Jon e Tyrion la raggiunsero in quella che una volta era stata la sala del trono. Era come se il fuoco avesse risparmiato l'amata sedia della Madre dei Draghi composta da spade.
« C'è ancora una cosa da fare. » notò Daenerys. Jon la fissò confuso, non riuscendo a capire a cosa si riferisse. « Ora che Approdo del Re e il trono sono miei, è arrivato il momento di liberare il Nord. » aggiunse seria. Il bruno rimase in silenzio. Fu Tyrion a rompere il silenzio. Aveva fatto un passo in avanti verso Daenerys.
« Regina Daenerys, il Nord non deve essere liberato. » disse. Fu allora che Jon comprese cosa voleva fare: voleva uccidere le sue sorelle, anzi cugine. Forse sarebbe stato più semplice pensare che non fossero sue cugine, soprattutto ripensando a quanto successo poche settimane prima, quando Sansa lo aveva baciato, dopo che le aveva rivelato la verità. Era stata la prima persona a cui l’aveva detto prima della battaglia contro gli Estranei. Già quello di per sé era stato un tradimento nei confronti di Daenerys. Naturalmente questo non l'aveva raccontato a Daenerys. Aveva commesso un errore a lasciarsi andare tra le braccia di Sansa, ma non sarebbe più successo. Non avrebbe più tradito Daenerys.
Sapeva che il fatto di temere per la sua - per la loro - vita, non era una giustificazione per quello che aveva fatto. Soltanto la mattina dopo, quando si era svegliato nel suo letto e aveva visto la sua schiena nuda piena delle cicatrici a testimonianza di quello che aveva vissuto nelle mani di Ramsay e di Joffrey, si era reso conto del grosso errore che aveva commesso. Sospettava che le avesse spezzato il cuore e non avrebbe mai dimenticare l'espressione ferita di Sansa quando le aveva detto che quello che avevano fatto era un errore e che amava Daenerys. Non gli importava che lei fosse sua zia.
« Risparmiale. Risparmia le mie sorelle e i signori e le signore del Nord. » supplicò. Tyrion si voltò verso di lui, ma gli occhi grigi di Jon erano fissi su Daenerys che lo fissava dritto in volto. « Vi prego, non uccidete le mie sorelle. » "Non uccidere Sansa".  Era questo che voleva dire. Aveva la sensazione di poter ancora percepire il suo profumo in quel momento, la morbidezza dei suoi capelli e della sua pelle. Si levò subito quel pensiero dalla testa. Non osava nemmeno immaginare cosa avrebbe fatto Dany se l'avesse saputo.
« Tua cugina mi ha tradito! » ribatté Daenerys con rabbia. « Ma penso che potrei essere magnanima con lei e concederle il mio perdono. » aggiunse. In parte di Jon era sorpreso che avesse accettato, in quanto temeva che avrebbero discusso. « Ma lo farò solo per amor tuo e dovrai riconoscermi come unica pretendente al trono dei Sette Regni. »continuò. Jon non esitò ad avanzare. Si inginocchiò per terra come aveva fatto non molto tempo prima, quando le aveva ceduto il Nord. Daenerys lo fissò a lungo in silenzio con le mani intrecciate ad altezza del ventre.
« Tu sei la legittima erede al Trono di Spade. » esclamò. Non gli interessava il trono, non gli era mai interessato. Le labbra di Daenerys si curvarono in un sorriso soddisfatto, poi si rivolse a Tyrion.
« Ho deciso di perdonare anche voi, Lord Tyrion, ma non sarete più il mio Primo Cavaliere. Jon lo sarà, oltre ad essere mio marito. »affermò. Gli diede le spalle e si sedette sul trono. Quella sedia composta da spade che per anni aveva bramato.« Abbiamo un matrimonio e un’incoronazione da organizzare. »continuò. Jon si sollevò da terra.
« Sarò felice di sposarti. »lo aveva detto e l’amava, eppure non era contento. Avrebbe dovuto essere felice di sposare la donna che amava, tuttavia non lo era e non ne comprendeva la ragione. Il suo pensiero andò a Sansa e ad Arya: erano salve, come tutti gli uomini e le donne del Nord. Daenerys non avrebbe più fatto loro del male. Uscì dalla sala del trono insieme a Tyrion, ammesso che si potesse dire così, dal momento che non esisteva più una vera e propria sala del trono.
« Pensi sul serio di aver fatto la scelta giusta? »chiese Tyrion con tono severo. Il lupo lo fissò allibito.
« Io la amo e la sposerò! »esclamò senza esitazione.« Il Nord non sarà indipendente, ma almeno saranno tutti vivi. »aggiunse. Il nano lo guardò dritto negli occhi, grigio contro verde smeraldo.
« Dimmi Jon Snow, lo hai fatto per te, per l’amore che provi per lei, per il Nord o per le tue cugine? »disse, fissandolo attentamente. C’era dell’insinuazione nella sua voce. Possibile che lui sapesse? No, non era possibile, anche se come Sansa gli aveva rivelato la verità sui suoi genitori poteva avergli detto anche della notte che avevano passato insieme.
« L'ho fatto perché la amo. »era la verità, sebbene solo in parte, ma questo Tyrion lo sapeva. Lo sapevano entrambi. Il nano si soffermò a guardarlo per quella che parve un’eternità, poi si levò la spilla e gliela diede.
« Vi auguro una lunga vita insieme. »disse, per poi allontanarsi. Jon abbassò gli occhi verso il simbolo del potere del Primo Cavaliere e vi serrò sopra le dita delle mani.

Giorni dopo a Grande Inverno

I giorni passarono e a Grande Inverno Sansa Stark ricevette la notizia che Daenerys Targaryen l'aveva perdonata per il suo tradimento. I signori e le signore che avevano incoronato re suo fratello Robb e poi Jon avrebbero voluto che lei facesse qualcosa, che si ribellasse, ma Sansa non aveva intenzione di opporsi, con grande delusione di tutti. Affermò che era per il bene di tutti, che Daenerys aveva già raso al suolo Approdo del Re, dunque chi le avrebbe impedito di fare lo stesso con Grande Inverno?
Arya Stark camminava lungo un corridoio di Grande Inverno, la sua fedele spada Ago legata alla cintura. Brienne era al suo posto, in piedi davanti alla porta della camera da letto della Lady di Grande Inverno. Da quando Sansa aveva detto che si arrendeva, che non avrebbe combattuto contro Daenerys, si era praticamente rinchiusa in quella stanza. Erano pochi quelli che potevano entrarci e la sorella minore era seriamente preoccupata per la salute della sorella più grande. Più volte Sansa le aveva detto che sarebbe morta di lì a qualche mese e che lei avrebbe dovuto fare la cosa giusta. Non c’era bisogno che le dicesse qual'era, però Arya non intendeva perdere la speranza che sua sorella avrebbe continuato a vivere.
« Sansa è nella sua camera? »chiese rivolta alla donna cavaliere che lasciava di rado la sua postazione, solo per riposarsi o mangiare.
« Si rifiuta di uscire. »rispose la donna. Lo aveva immaginato, ma sperava in una risposta diversa. Aprì la porta senza bussare. Sansa era seduta al tavolo con le mani intrecciate in grembo. Arya chiuse la porta e si avvicinò al tavolo.
« Come stai? »chiese. Sansa abbassò gli occhi verso le sue mani.
« Bene, sto bene. »rispose, sollevando gli occhi azzurri verso la sorella. Arya si sedette sulla sedia accanto a lei.« Hai mangiato? »il tono della sua voce era severo ora. Non rispose e la sorella minore tirò un sospiro.« Sansa devi mangiare. »la rimproverò.« Ti farò portare del cibo dalle cucine. Ti avverto, saprò se non lo mangi! »l'avvertì, puntandole il dito contro.
« Mangerò. »rispose Sansa, posando una mano sul tavolo.
« Ricordati che lo saprò se non mangerai. »ripeté seria, posandole una mano sulla spalla destra e stringendogliela piano. Sansa intrecciò le mani sulla pancia.
« Non lo farò per te. »precisò. Sapeva che non l’avrebbe fatto per lei. Tolse la mano dalla sua spalla e senza dire una parola uscì dalla stanza, chiudendo la porta dietro di sé.
« Brienne, manderò una serva con del cibo. Se Sansa non mangia avvertimi. »esclamò senza guardarla. La bionda fece un cenno di assenso con la testa.
« State tranquilla, ci penso io a lei. »promise. Non avrebbe mai pensato che avrebbero dovuto proteggerla da se stessa.
Suo fratello Bran era nella sua stanza intento a fissare le fiamme che ardevano nel camino, quando Arya entrò nella camera. Le dava le spalle, seduto sulla sua sedia e una coperta a coprirgli le gambe. Chiuse la porta e lui si voltò verso di lei.
« Sansa sta bene? » domandò.
« Non sta meglio, ma non sta nemmeno peggio. » rispose. « La sua non è una malattia che si può curare. » ammesso che si potesse sul serio definire tale. Era arrabbiata con Jon, era tutta colpa sua se Sansa era in quello stato. Le aveva raccontato quello che era successo, che Jon a lei per prima aveva confidato la verità sulle sue origini, che avevano passato la notte insieme... Ma la mattina dopo l’aveva praticamente gettata via come si faceva con un giocattolo che non piaceva più. Sua sorella era rimasta profondamente ferita e con il passare del tempo la situazione era peggiorata. Da giorni viveva reclusa nella sua stanza e lei non sapeva cosa fare.
« È convinta che morirà e forse ha ragione. » disse Bran, guardando le fiamme che scoppiettavano nel camino e per un breve momento fu solo quello che si sentì nella stanza. Quelle parole provocarono la rabbia della bruna.
« Non dire così! C'è già lei che lo dice e non ho bisogno che me lo dica anche tu! » sbraitò. « E poi come fate a dirlo? Cos'è adesso predici il futuro? » proseguì. Seguì un altro silenzio, durante il quale la secondogenita di Ned e Catelyn Stark cercò di calmarsi. Incominciò ad andare avanti e indietro nella stanza.
« No, non predico il futuro, ma lo so. » ribatté, per poi lanciarle uno sguardo penetrante. « Devi prepararti al peggio Arya. » consigliò. No, non l’avrebbe fatto, perché si sbagliavano tutti e due. Sansa avrebbe governato su Grande Inverno. Sarebbe sopravvissuta e sarebbe diventata la Lady di Grande Inverno della quale avevano bisogno.
« Vado a vedere se Sansa ha mangiato. Le ho fatto portare del cibo. » disse aprendo la porta, per poi uscire. Ritornò da Brienne e quando arrivò ebbe come l’impressione che non si fosse mossa neanche di un centimetro.
« Sansa? » le bastò pronunciare il nome della rossa per farsi capire.
« Ha mangiato tutto il cibo che le hanno portato. » era stupita, contava sul fatto che avrebbe mangiato, ma non si aspettava che avrebbe consumato tutto il cibo che le avevano portato. Tuttavia non si illudeva che questo significava che stava meglio. Ricordò quello che le aveva detto: non lo farò per te. Non le importava se non l’avesse fatto per sé, l’importante era che avesse mangiato. Aveva bisogno di mangiare altrimenti davvero sarebbe morta. Era decisa a prendersi cura di lei.
« Bene, spero che anche nei prossimi giorni avrà questo grande appetito. » affermò. « Devo andare, mi stanno aspettando per una riunione. » disse, per poi andarsene. Era decisa a fare in modo che quando sua sorella si sarebbe ripresa avrebbe trovato Grande Inverno in buone condizioni.

Diversi mesi dopo

Le cose non erano andate come Arya Stark si era augurata. Sua sorella e Bran avevano avuto ragione. Sansa era morta pochi giorni prima. La notizia della sua scomparsa giunse ad Approdo del Re in una mattina temporalesca. Diluviava, era come se il cielo stesse piangendo la morte della Lady di Grande Inverno. Nel frattempo Daenerys era diventata la nuova regina dei Sette Regni, lei e Jon si erano sposati e governavano insieme. I sudditi non li amavano, li temevano: la gente aveva il terrore che al primo passo falso la loro regina li avrebbe fatti incenerire dal suo drago.
Il principe consorte dei Sette Regni stringeva in mano una delle lettere che Arya gli aveva spedito. L’aveva letta più e più volte, però questo non aveva modificato il suo contenuto: Sansa era morta. Sua cugina non aveva scritto come, soltanto che ormai non c'era più. Jon appoggiò il gomito sul tavolo e la testa sul palmo della mano. Non riusciva a credere che fosse morta. Aveva sentito delle voci: che la nuova Lady di Grande Inverno viveva come una reclusa nel suo castello, da mesi non usciva dalla sua stanza. I nobili del Nord lo ritenevano responsabile; dalla lettera non traspariva, però immaginava che pure Arya lo pensasse.
« Jon. » Daenerys aveva l’abitudine di entrare nella sua stanza senza bussare. Quel giorno indossava un abito di colore azzurro chiaro e sulla parte in alto del corpetto vi era ricamato il drago a tre teste simbolo della Casa Targaryen. « Mi dispiace, ho saputo che tua cugina Sansa è morta. » non le dispiaceva per davvero e non si preoccupava nemmeno di fingere di essere addolorata. « Ma ho anche saputo che tua cugina Arya ha dato alla luce una figlia bastarda… Sansa, vero? » chiese, facendo un passo verso di lui. Non sapeva cosa fosse più assurdo, che sua cugina fosse morta o che Arya fosse diventata madre? Nella seconda lettera che gli aveva mandato gli annunciava che aveva dato alla luce una figlia, la quale lui sospettava essere di Gendry Baratheon.
« Desidero andare al funerale di Sansa e a conoscere la figlia di Arya. » affermò, alzandosi dalla sedia.
« Va bene, puoi prendere Drogon. » disse impassibile, per poi andarsene dalla stanza. Si risedette e rilesse per l’ennesima volta la lettera dove Arya lo informava che Sansa era morta. Una lacrima gli scivolò lungo la guancia destra. Non era colpa sua se era morta, ma come mai allora si sentiva responsabile?
Nel tentativo di distrarsi si recò nel campo di allenamento. La ricostruzione di Approdo del Re procedeva a ritmi impressionanti, però mentre aspettavano che la Fortezza Rossa e la città fossero di nuovo… abitabili, lui e sua moglie si erano momentaneamente stabiliti a Roccia del Drago. Il rumore delle onde che si infrangevano contro gli scogli dell’isola si udiva insieme a quello delle spade che sbattevano le une contro le altre durante i combattimenti dei cavalieri.
Jon si allenò per quella che gli parve un’eternità. Alla fine esausto e sudato si lasciò cadere su una sedia. Un servo gli portò subito un boccale pieno di acqua e ne stava sorseggiando il contenuto quando Lord Tyrion arrivò.
« Lord Tyrion. » disse, per poi bere un sorso dal boccale. Sua moglie l'aveva fatto venire a Roccia del Drago in quanto ricostruire la città e la Fortezza Rossa si era rivelato molto costoso. Jon non osava nemmeno immaginare  il debito che alla fine avrebbero avuto con Tyrion.
« Mi dispiace per la vostra perdita. Ho saputo che vostra cugina è venuta a mancare. » disse serio. « Ma ho saputo anche che Arya ha avuto una figlia. Sansa, proprio un bel nome...  » proseguì. Percepiva un tono di accusa nella sua voce, ma non poteva essere vero, non era colpa sua se Sansa era morta.
« Sansa muore e la bambina viene al mondo. Mi chiedo se gli Dei non gliela abbiano mandata nel tentativo di lenire il suo dolore. » osservò finendo di bere l'acqua.
« Stavo pensando di chiedere a Sansa di sposarmi. Ne avevo già parlato con Daenerys e lei era d'accordo, ma stavo aspettando che fosse guarita. » confessò. « Che guarisse da qualunque malattia l'avesse colpita. » continuò, distogliendo lo sguardo da lui e concentrandosi su dei cavalieri che si stavano fronteggiando davanti a loro. Jon posò il boccale sul tavolo.
« Danno a me la colpa. I rapporti con il Nord sono tesi, non accettano di essere governati da Daenerys. Adesso che Sansa è morta spero che comprendano che non è stata colpa mia. » commentò. Temeva che i rapporti con i nordisti non sarebbero mai stati buoni e, come se ciò non bastasse, neanche quelli con le altre Case erano migliori. Daenerys era temuta dal suo popolo. La gente aveva troppa paura di Drogon per provare a ribellarsi, ma bisognava fare attenzione e tentare di mantenere i rapporti buoni per quanto possibile.
« Ai nordisti non piace essere governati da un re o da una regina del Sud. » concordò Tyrion, voltandosi verso di lui. Nascose le mani dietro alla schiena. Indossava degli abiti di colore rosso, il colore di Casa Lannister. Aveva sentito dire che Tyrion era un buon signore e che tutti lo rispettavano. Un sospiro sfuggì dalle labbra di Jon. « Andrò a far visita ad Arya. Presto sarà nominata Lady di Grande Inverno e io desidero essere presente.  » disse sollevandosi dalla sedia. E avrebbe convinto sua moglie a venire con lui, anzi era importante che ci fosse in maniera da dimostrare le loro buone intenzioni. Magari con il tempo le acque si sarebbero calmate.
« Mi sembra una buona idea, anche se non so se la Regina Daenerys sarà la benvenuta. » affermò. Non rispose limitandosi a guardarlo e il leone ricambiava lo sguardo.
« Accoglieranno la loro regina. » ribatté. Dovevano farlo perché lei li governava e se ci tenevano alla loro vita. Si augurava solo che Arya si dimostrasse saggia e che come Sansa non avrebbe creato problemi.
Ripensò all'ultima volta che l'aveva vista. Non aveva già allora una bella cera e gli aveva detto che voleva dirgli una cosa importante, ma poi erano stati interrotti da Dany e lui se n'era andato, lasciandola sola. Non avrebbe mai saputo cosa desiderava confidargli e non avrebbe mai dimenticato l'espressione ferita sul suo viso che ancora lo perseguitava.

Sei anni dopo

Gli anni erano passati. Approdo del Re era stata ricostruita e la città aveva ricominciato in breve a riempirsi di gente. A Jon non importava governare, ma cercava di essere un principe giusto e il popolo lo amava, al contrario di sua moglie. Daenerys era gelosa del successo che suo marito riscontrava con i sudditi. Il problema era che non faceva il benché minimo sforzo per tentare di cambiare le cose.
Drogon atterrò in un grande prato vicino a Grande Inverno. La regina Daenerys aveva imprestato il drago al marito in modo che potesse recarsi al Nord per far visita ad Arya. Jon scese dal drago atterrando nella neve e si sentì subito a casa. Gli era mancato il Nord, erano sei anni che non ci metteva piede, ma Arya era diventata di nuovo madre.
Lei e Gendry si erano sposati poco tempo dopo la nascita di Sansa. Nel tentativo di dimostrare la sua generosità la Regina dei Sette Regni aveva legittimato Sansa, ma i suoi genitori si erano sposati lo stesso e del resto era giusto che fosse così.
« Principe Jon. » sentì una voce chiamarlo. La Lady di Grande Inverno stava venendo verso di lui accompagnata da una bambina dai i lunghi capelli color rosso ramato e gli occhi azzurri. Era impressionante la sua somiglianza con Sansa. La piccola Sansa indossava un abito di colore grigio. Corse verso di lui. Si aspettava che venisse ad abbracciarlo, invece lo superò, gli occhi chiari concentrati su Drogon. Il drago chinò la testa verso la bambina come incuriosito da lei. La madre la prese per mano.
« Sansa devi stare lontano dal drago, è pericoloso. » la riproverò.
« Ma mamma, è così bello e maestoso! » protestò Sansa, che aveva l'aria di aver ereditato l'aspetto della zia, ma il carattere della madre.
« I draghi sono pericolosi e tu devi stare loro alla larga. » l'avvertì. A Jon non piacque il modo in cui aveva detto "draghi".
Dopo essersi sistemato nella sua stanza e dopo essersi cambiato, Jon si recò nelle catacombe. Aveva l'impressione che i suoi antenati lo guardassero con disapprovazione mentre camminava nella semioscurità con solo la fiamma di una fiaccola a fargli luce. Si sentiva quasi un estraneo là sotto. Raggiunse la statua di sua madre e non poté evitare di chiedersi cosa avrebbe pensato di lui e pure Ned. I suoi occhi caddero sulla statua di Sansa. Lo scultore non era riuscito a rendere giustizia alla sua bellezza. Dai suoi occhi di pietra non trapelava alcuna emozione, eppure si sentiva come se lo stesse giudicando.
« Cosa ci fai qua? » La voce di Arya lo fece sussultare. Indossava dei pantaloni e portava sempre la sua spada legata alla cintura, ma non era Ago. Non aveva idea di che fine avesse fatto la spada che le aveva regalato più di dieci anni prima. Chi l'avrebbe mai detto che un giorno sarebbe diventata la Lady di Grande Inverno e madre di tre figli? Se glielo avrebbero detto quando erano bambini probabilmente avrebbe riso in faccia alla persona in questione, credendo che fosse pazza.
« Sono venuto a vedere Sansa. » rispose. « Lo scultore non è riuscito a riprodurre la sua bellezza. » commentò.
« Non è stato semplice trovarne uno abbastanza bravo per scolpire la sua statua. » rispose Arya avvicinandosi. « È colpa tua se è morta » aggiunse freddamente.
« Sono passati sei anni Arya e non mi hai ancora perdonato? » era passato molto tempo, si era sposata e aveva avuto altri due figli, ma era ancora arrabbiata con lui e lo riteneva responsabile, e sospettava che non fosse la sola al Nord. Non gli importava degli altri nobili, ma solo di lei perché era la sua sorellastra. Non importava che Lyanna fosse sua madre, per lui Arya restava la sua sorellastra. Le cose erano diverse con Sansa, forse perché non erano mai stati davvero fratelli... Si sforzò di distogliere quei pensieri dalla sua mente, era stupido quello che stava pensando.
« Sei andato a letto con lei e poi sei tornato da Daenerys come se niente fosse. » quasi aveva urlato quelle parole. La fissò con gli occhi spalancati.
« Come fai a saperlo? » Non aveva idea che glielo avesse detto, ma pensandoci bene può darsi che avrebbe dovuto immaginarlo, del resto questo spiegava come mai lo odiava così tanto e non riuscisse a perdonarlo.
« Me lo disse un mese dopo, quando tu partisti per il Sud per aiutare Daenerys nella conquista di Approdo del Re, quando partecipasti a quella carneficina. » c'era rabbia nella sua voce e questa volta non solo per via di quello che aveva fatto a Sansa.
« Amavo Daenerys. Non avrei mai dovuto giacere con Sansa quella notte. » il suo cuore era pieno di rimpianti e non solo nei confronti di sua moglie. Non era sua intenzione fare del male a Sansa. Lui l'adorava e sarebbe stata la degna lady di Grande Inverno se solo fosse sopravvissuta. Chissà se avrebbe accettato la proposta di matrimonio di Tyrion... Ora il Lannister era sposato con una lady originaria di Delta delle Acque che aveva gli stessi capelli rossi della Stark. Si chiedeva se il leone avesse sviluppato una semplice predilezione per le donne rosse o se...
« Lei avrebbe dovuto essere la Lady di Grande Inverno, sposare un lord e avere tre figli. » disse la bruna distogliendolo dai suoi pensieri. Questa volta non rispose. Sapeva che aveva ragione, era sua sorella maggiore quella che sognava di sposarsi e avere tanti bei bambini.
« Non è colpa mia se è morta. » aveva le lacrime agli occhi, incominciava a non poterne più delle scuse. « E poi com'è morta? » Non glielo aveva mai detto. Aveva sentito delle voci, persone che raccontavano che il giorno in cui era morta la lupa aveva urlato. La sua doveva essere stata una morte dolorosa.
« È morta. » ribatté freddamente Arya, per poi allontanarsi con passo deciso, e il principe capì che non gli avrebbe mai raccontato cos'era successo quel maledetto giorno. Il giorno in cui Sansa Stark era morta. Le uniche cose che sapeva per certo era che ora riposava nelle catacombe insieme ai loro antenati e che sua nipote era nata poco tempo dopo.

Sei anni dopo

Passarono altri Sei anni prima che Jon tornasse a Grande Inverno. Aveva un gran bisogno di rimettere piede nel Nord. Nell'ultimo periodo il suo rapporto con sua moglie era stato a dir poco pessimo: Daenerys era sempre più pazza, stava incominciando a diventare paranoica e Jon sembrava essere il solo in grado di calmarla quando perdeva la pazienza, e a volte bastava davvero poco. Aveva ormai perso il conto delle volte in cui l’aveva distolta dal pensiero di incenerire qualcuno che di per sé non aveva fatto niente di grave in alcuni casi.
Questa volta il principe, quando atterrò con Drogon nel prato vicino a Grande Inverno, non trovò ad accoglierlo Arya e Sansa. Per vederle insieme al resto della sua famiglia dovette entrare nel castello e non appena ebbe varcato la soglia della sala principale una ragazzina di dodici anni corse verso di lui. Sansa avvolse le braccia attorno al suo corpo. Quando si staccò da lui scoprì che sorrideva raggiante. Era cresciuta, era ormai una ragazzina. Teneva i capelli ramati semi raccolti in una tipica pettinatura del Nord.
« Diventi ogni anno più bella, Lady Sansa. » si complimentò. Poteva giurare che i suoi occhi azzurri fossero uguali a quelli di sua zia. Più cresceva più la somiglianza con la primogenita di Eddard e Catelyn Stark diventava più evidente.
« Principe Jon, benvenuto. » a parlare era stato Gendry. Non si era nemmeno accorto che si era avvicinato. Se sua figlia era uguale a sua zia, Gendry era identico a Robert Baratheon. I capelli scuri gli arrivavano fino alle spalle, aveva la barba corta e i suoi occhi azzurri lo fissavano. Indossava dei vestiti di colore scuro, come del resto la moglie e i figli. Soltanto quando Eddard e Robert si affiancarono alla sorella maggiore si rese conto che non assomigliavano per niente alla sorella: erano uguali al padre e ad Arya. Era come se gli Dei avessero mandato un’altra Sansa dopo essersi presi la prima.
« Jon dovresti riposarti ora, è stato un lungo viaggio da Approdo del Re a qui, anche cavalcando un drago. » osservò Arya. Annuì, doveva ammettere che aveva bisogno di riposarsi. Uscì dalla sala con l’impressione che l’unica persona veramente felice di vederlo fosse una ragazzina di dodici anni.
Poche ore dopo Jon si recò a vedere come stava Drogon. Arya pretendeva che quando veniva a trovarli il drago stesse lontano dalle mura della sua città. Suo cugino non si era opposto la prima volta e non intendeva farlo neanche una seconda. Una sorpresa lo aspettava quando raggiunse Drogon. Infatti non era solo, con lui c’era pure Sansa. La ragazzina non dimostrava nessun timore mentre gli accarezzava l’enorme muso.
« Pensavo che tua madre ti avesse proibito di avvicinarti a Drogon. » osservò. La ragazzina si voltò verso di lui sorridendogli, senza levare la mano dal muso del bestione.
« A me piace. Mia madre dice che è pericoloso, però a me mi affascina. » rispose allegramente. « Jon, ti prego. Ti prego! » il tono della sua voce si era fatto supplichevole e lo guardava con occhi imploranti.
« No, scordatelo. » non aveva bisogno che glielo dicesse per sapere cosa voleva.
« Ti prego, staremo via per poco. Mia madre non lo saprà mai. » insistette la rossa. Rimase in silenzio per un po’, poi alla fine tirò un sospiro.
« E va bene, ma staremo via poco e tua madre non dovrà mai saperlo. » cedette. I suoi occhi si illuminarono, aveva la faccia di una bambina alla quale avevano appena fatto un magnifico regalo. L’aiutò a salire in groppa a Drogon, poi si sistemò dietro di lei. Nel giro di pochi minuti si stavano librando nel cielo sopra alle nuvole bianche. La sua coraggiosa cuginetta era molto più serena rispetto a lui la prima volta che aveva cavalcato il “figlio” di sua moglie.
Restarono via pochi minuti e quel volo parve piacere parecchio a Sansa, che per tutto il tempo aveva sorriso. Ad un certo punto gli aveva perfino fatto paura perché aveva spalancato le braccia. Quando atterrarono ad aspettarli c’era un alquanto contrariata Arya Stark. La bruna teneva le braccia intrecciate ad altezza del petto.
« Come ti è saltato in mente di portarla a fare un volo su quel mostro? » tuonò furiosa, dirigendosi verso di loro a grandi passi. La figlia mise per prima un piede a terra.
« Madre, non te la prendere con Jon, è stata una mia idea. L’ho supplicato di portarmi a fare un volo. » lo difese. Sua madre le lanciò un'occhiata severa.
« Vai via! » ordinò con un tono che non ammetteva repliche e lei con un’espressione arrendevole se ne andò. « Sei un incosciente! Come ti è saltato in mente di portarla a fare un giro su quel… » tacque per un istante. « Quel mostro! » strillò alla fine contrariata. Lui aprì la bocca per ribattere, ma l’altra lo zittì. « Stai lontano da Sansa! » disse, dandogli le spalle e dirigendosi verso Grande Inverno. Rimase lì immobile come pietrificato. Ripensò a Sansa e si chiese se pure lei si sarebbe arrabbiata se avesse saputo che aveva portato sua figlia a fare un giro su Drogon. Aveva impiegato dodici anni, ma finalmente aveva capito che il grosso errore non era stato quello di andare a letto con Sansa, bensì quello di sposare Daenerys. Questo non lo poteva dire ad Arya, non osava neanche immaginare cosa gli avrebbe fatto se lo avesse scoperto, probabilmente lo avrebbe trasformato in un eunuco. E come darle torto? La cosa peggiore era che non avrebbe mai potuto chiedere scusa a Sansa e solo gli Dei sapevano quanto avrebbe voluto farlo, ma lei era morta e non c’era niente che potesse fare per questo.

Quattro anni dopo

La regina Daenerys aveva indetto un torneo e questa di per sé era una buona cosa, in quanto voleva dire che la sovrana era di buonumore. Non non intendeva competere alla giostra, avrebbe lasciato questo onore ad altri cavalieri e sarebbe stato seduto sul palco reale insieme alla regina.
Il sole splendeva alto nel cielo azzurro privo di nuvole, era una splendida giornata. La giornata ideale per le ultime giostre. Il Cavaliere favorito era il secondogenito del principe di Dorne: Mors. Il ragazzo era affascinante, con i lunghi capelli neri che portava sempre legati in una coda bassa; indossava perennemente una veste di colore arancione con ricamati sopra i soli di Casa Martell. Suo padre era un cugino di Doran che aveva preso il potere dopo la morte del cugino. Mors aveva attirato l'attenzione di tutte le nobili in età da marito.
« Mi chiedo se il principe Mors vincerà. » osservò Daenerys, che appariva immune alla bellezza del principe. Quel giorno indossava un abito nero con delle decorazioni che ricordavano le scaglie di un drago.
« Mors è molto abile. » rispose il marito. Presto il giovane avrebbe dovuto affrontare il suo prossimo avversario e se avesse vinto avrebbe partecipato all'ultima competizione. In palio c'era un sacco pieno di monete d'oro scintillanti e la possibilità di incoronare la propria Regina dell'Amore e della bellezza. Jon era curioso di scoprire chi sarebbe stata la fanciulla fortunata.
Mors riuscì a disarcionare senza problemi il suo avversario, un ragazzo originario della Valle poco più giovane del dorniano. La folla acclamò eccitata il vincitore, in particolare le donne, che speravano di essere incoronate Regine dell'Amore e della Bellezza da quell'affascinante Martell.
Nell'ultima giostra il dorniano non ebbe problemi a disarcionare pure il suo ultimo avversario che si frapponeva tra lui e la vittoria. Dopo che i due sfidanti si strinsero la mano, Daenerys si alzò dalla sedia.
« Complimenti principe Mors. » si congratulò. Fece un segno con la mano e un servitore giunse con una borsa di cuoio e un cuscino rosso sopra al quale c'era una magnifica ghirlanda composta da Rose gialle e foglie verdi. Mors salì a cavallo, stringendo in mano la ghirlanda. Fece un giro del campo e poi si diresse verso il pubblico. Inutile dire che le ragazze sedute in quel punto erano in delirio e lo fissavano con occhi sognanti.
« Lady Sansa. Vi incorono Regina dell'Amore e della Bellezza. » soltanto quando la figlia di Arya si alzò in piedi per farsi incoronare Jon si rese conto di cosa fosse accaduto. La corona di Rose gialle si posò sui capelli rossi della nobile.
« Grazie, principe Mors. » disse sorridendo, poi tornò a sedersi vicino al padre e al fratello maggiore. Sua madre e suo fratello minore infatti erano rimasti a Grande Inverno e la lady era sta accompagnata nella capitale da Gendry e dal fratello Robert.
« Pare che tua cugina abbia un pretendente.  » commentò la Targaryen.
« Pare proprio di sì. » rispose. Gli piaceva Mors ed era un buon pretendente, ma Sansa era disposta a lasciare il freddo Nord per andare a vivere nella ben più calda Dorne?
Poco dopo Jon camminava in mezzo alle tende dei partecipanti al torneo, desideroso di congratularsi di persona con il principe Mors. A lui non era mai interessato giostrare, sapeva che Rhaegar era stato un buon cavaliere e lo aveva dimostrato vincendo il torneo dove aveva incoronato sua madre, ma il figlio non ci teneva. C'era confusione: cavalieri che parlavano, a volte discutevano con i propri conoscenti o davano ordini agli scudieri, e scudieri che sistemavano le armi dei loro padroni. Quel pomeriggio ci sarebbe stata la mischia alla quale Mors non avrebbe presto parte. Evidentemente si accontentava di aver vinto la giostra.
La stoffa della tenda del principe era di colore arancione e sull'ingresso c'era disegnato un grande sole con una lancia conficcata, il ché non lo sorprese. Il ventenne doveva tenere particolarmente alla sua casa ed era una cosa che gli piaceva di lui. Fece per entrare, quando udì una voce che conosceva bene.
« Ho come la sensazione di non avervi ringraziato abbastanza per l'onore che mi avete dato incoronandomi. » era la voce di Sansa. Spostò il drappo di stoffa per poter vedere all'interno della tenda, ma facendo attenzione a non farsi vedere. Sansa era in piedi davanti a Mors, che gli dava le spalle e stava stringendo le mani della sedicenne.
« Mi avete ringraziato a sufficienza, ma se vorrete aggiungere un bacio ne sarei felice.  »rispose. Allora lei gli prese il viso tra le mani e chinò la testa. Le loro labbra si toccarono e le mani del principe scesero alla sua vita. Lasciò andare il drappo di stoffa, che cadde coprendogli la visuale, e si chiese se anche sua madre aveva baciato Rhaegar dopo il torneo. Capì che era il caso di lasciare soli i due innamorati. Si sarebbe congratulato più tardi con il vincitore.
Aveva quasi raggiunto i palchi dove lo aspettava sua moglie quando incrociò Lord Gendry che stava venendo verso di lui.
« Principe Jon, avete per caso visto mia figlia? » esitò prima di rispondere, indeciso se dire la verità o far finta di niente.
« No, non l'ho vista. Forse è con Eddard. » aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente. L'altro scosse la testa.
« No, Eddard si sta preparando per la mischia nella sua tenda e vengo proprio da lì. » rispose guardandosi attorno, probabilmente alla ricerca della figlia. « Mi domando dove si sia cacciata. » aggiunse.
« Non ne ho idea, ma state tranquillo, Sansa è perfettamente in grado di cavarsela da sola e vedrete che tornerà in tempo per la mischia. » commentò. Gendry annuì, sebbene non sembrasse del tutto convinto.
« Avete ragione. » concordò. Si allontanarono insieme per raggiungere il resto del pubblico che stava incominciando a raccogliersi attorno al recinto dove si sarebbe tenuta la mischia.
Come aveva previsto, Sansa ritornò in tempo per assistervi. Era sola, con lei non c'era il Martell. La vide parlare con il padre, ma non fu in grado di sentire cosa si stessero dicendo.

Due anni dopo

Dorne era in festa: il principe Mors Martell avrebbe sposato Lady Sansa Baratheon. Per l'occasione Arya Stark e il futuro consuocero avevano invitato tutti i membri delle Case nobili dei Sette Regni, compresi ovviamente il principe consorte e la regina. Daenerys preferiva avere meno a che fare possibile con Arya e la sua famiglia, ma aveva scelto di accompagnare lo stesso il marito al matrimonio.
Lady Sansa era magnifica nel suo abito grigio che le lasciava scoperte le spalle e sul corpetto erano ricamati un cervo e una metà lupo. Sansa non si era minimamente preoccupata di nascondere la sua pancia, la quale era appena visibile sotto alla seta leggera. Ma forse Jon non poteva evitare di notarla, in quanto era al corrente del fatto che era incinta di tre mesi. In ogni caso presto tutti l'avrebbero scoperto e se tutto fosse andato bene tra circa sei mesi ci sarebbe stato un nuovo principe o principessa a Dorne.
I novelli sposi sembrano molto felici ed innamorati, seduti al centro del tavolo principale. Appeso dietro di loro c'era un enorme stendardo con il sole di Casa Martell e il cervo di Casa Baratheon. Daenerys e Jon erano seduti a poca distanza.
« Sembrano più innamorati di noi quando ci siamo sposati noi. » osservò la regina. Era strano, ma gli sembrava di percepire una nota di amarezza nella sua voce. « E presto avranno anche un bambino. » era questo il vero problema. Daenerys non poteva avere figli. La mancanza di eredi era un argomento del quale non amava parlare e a suo marito non andava di affrontare l'argomento. La cosa più strana di quel matrimonio era vedere Arya con indosso un vestito, che era grigio come quello della figlia.
Verso il termine del banchetto il Targaryen si sollevò dalla sedia per sgranchirsi le gambe. Non ne poteva più di stare seduto e si avvicinò agli sposi.
« Congratulazioni. Vi auguro una lunga e felice vita insieme. » esclamò. La sposa gli sorrise calorosamente, insieme al suo nuovo marito.
« Grazie. » rispose. Si mise alla ricerca di Arya, non era seduta al tavolo, ma da qualche parte nella sala gremita di gente. Impiegò diversi minuti a trovarla: era in piedi accanto ad una delle alte colonne di marmo in compagnia di Gendry e stringeva nella mano un calice con del vino.
« Sarete felici per vostra figlia. » notò. Due anni prima, pochi mesi dopo il torneo, Sansa aveva convinto la madre a lasciarla andare a Dorne. Non aveva avuto particolari problemi a convincere la madre a lasciarla partire ed ora erano lì dopo averli invitati al suo matrimonio.
« Sì, e presto avremo un nipote o una nipote. Mi chiedo che nome gli daranno. » a parlare era stato il Baratheon, non la lupa, che restava in silenzio.
« Magari sceglieranno un nome Baratheon. » ipotizzò. Sarebbe stato carino da parte loro decidere di rendere onore ad un antenato di Gendry.
« Vedremo. » rispose semplicemente la futura nonna, per poi andarsene senza aggiungere altro. Jon non ci fece caso, era abituato ad essere ignorato da lei. Diciotto anni erano passati dalla morte di Sansa e le cose tra loro non si erano ancora sistemate. Aveva la brutta sensazione che non sarebbe mai riuscito a fare pace con lei.
« Scusate. » disse Gendry, per poi passargli accanto per raggiungere la moglie.
« Jon. » sentì la voce della moglie che lo chiamava. I suoi parenti se n'erano appena andati. Daenerys aveva scelto di indossare un magnifico abito elegante di colore azzurro in stile dorniano che le stava davvero un incanto e sotto non portava il corpetto. « Jon vieni a mangiare la torta? » domandò. I cuochi avevano appena portato una grossa torta a cinque piani che era stata decorata con dei fiori.
« Sì. » disse, allontanandosi insieme alla consorte.
Poco dopo assistette alla tenera scena degli sposi che si imboccavano a vicenda. Erano davvero una bella coppia e lui era contento per loro.
« Da tempo non vedevo una coppia talmente innamorata. » affermò sua moglie. Era sorpreso che ci avesse fatto caso. Da anni ormai non l'amava più e non sapeva quanto desiderava lasciarla e andare il più lontano possibile da lei, ma non poteva farlo. Non osava neanche immaginare le possibili conseguenze. Se avesse sposato Sansa invece di comportarsi come un idiota accecato dall'amore, adesso sarebbe al matrimonio di sua cugina e con lui ci sarebbe stata Sansa, splendida nel suo abito elegante. Invece con lui c'era Dany e non c'era niente che potesse fare per questo.

Mesi dopo nei Sette Regni si diffuse la notizia che Sansa Martell, nata Baratheon, aveva dato alla luce una splendida bambina, che lei e il marito avevano deciso di chiamare Elia. La bambina aveva la pelle olivastra e i capelli neri, ma il vero mistero erano i suoi occhi di colore viola.
Daenerys Targaryen urlava al tradimento e Jon non sapeva come spiegarle che tra lui ed Arya non c'era mai stato niente. Non riusciva a capire come fosse potuto accadere. Alla fine Daenerys si convinse che la bambina doveva aver ereditato gli occhi viola dalla donna Targaryen che il suo bisnonno o giù di lì aveva sposato. Il marito della regina si convinse a sua volta che non poteva essere altrimenti. In fondo quale altra spiegazione poteva esserci? Insomma lui era andato a letto con Sansa, non con Arya, e Sansa avrebbe dovuto essere morta perché Arya potesse indossare la sua “faccia” e rinteneva improbabile che per mesi avesse finto che la sorella fosse morta e in ogni caso a quale scopo? Mentre pensava a teorie assurde gli pareva di sentire la voce di Ygritte che instintivamente gli diceva: tu non sai niente Jon Snow, tu non sai niente Jon Snow, tu non sai niente Jon Snow.
Qualche giorno dopo, durante la notte, sognò Sansa. Gli capitava qualche volta. Lei lo guardava con un'espressione seria dipinta in volto, poi gli dava le spalle e lentamente si allontanava da lui senza che potesse fare niente per fermarla. La chiamò, gridò più volte il suo nome, ma inutilmente. Lei continuò a camminare come se niente fosse. Quando si svegliò era mattina presto e venne a sapere che Drogon era scomparso. Sua "madre" era arrabbiata e in ansia. Dove poteva essere andato e come mai l'aveva abbandonata? Jon cercò di calmarla dicendole che Drogon stava bene e che sarebbe tornato.
In effetti il drago lo fece, ma non era da solo: con lui c'era Sansa. Quando Jon la vide a cavallo del drago comprese che era finita. A Daenerys non restò altro che imprecare contro il “figlio” che l’aveva tradita.

   
 
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