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Autore: Dida77    30/05/2019    3 recensioni
"I ricordi piombavano addosso senza preavviso, smossi da un odore, un suono o un'immagine, proprio come adesso, davanti alla vetrina di una gioielleria..." (tratto dal Capitolo 1)
Raccolta di flashfic Stucky di una singola frase,
nate da una challenge del gruppo Facebook "till the end of the line - Steven Rogers / Bucky Barnes - Stucky".
Genere: Angst, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Perdono
Da mesi ormai Steve e Bucky erano ufficialmente una coppia, abitavano insieme nel loro nuovo appartamento, lavoravano insieme allo SHIELD, uscivano a far la spesa, ordinavano la pizza, andavano al cinema, tutto come una normalissima coppia; ma erano le notti ad essere diverse, costellate dagli incubi dell'uno e dell'altro: Bucky sognava di quando era sotto l'HYDRA, degli esperimenti, delle uccusioni; Steve invece sognava di quando lo aveva perso, di quando non era riuscito ad afferrarlo e lui era caduto in quel maledetto crepaccio e puntualmente i sensi di colpa tornavano a togliergli il fiato dai polmoni e puntualmente si ritrovava a chieder perdono a Bucky tra un singhiozzo e l'altro e puntualmente Bucky lo abbracciava forte e gli ripeteva dolcemente "Non è stata colpa tua, cretino, te l'avrò detto migliaia di volte, ma forse adesso è il caso che tu lo capisca davvero e tu provi a perdonare te stesso, perché ti garantisco che sei l'unico al mondo che si ritiene responsabile di ciò che è successo."

Tardi (Bucky)
Una morsa gelida stava stritolando il cuore di Bucky mentre i secondi passavano e di Steve su quella piattaforma non c'era traccia; mentre Sam e Bruce si domandavano preoccupati cosa potesse essere successo, lui, invece, era terrorizzato dall'idea di aver capito, perché questo avrebbe voluto dire perderlo per sempre... ma non fece in tempo a terminare quel pensiero che Steve era di nuovo sulla piattaforma e un attimo dopo era lì davanti a lui con le mani sul suo viso e lo sguardo dritto nei suoi occhi, "Scusa, ho fatto tardi" gli soffiò sulle labbra giusto un attimo prima di baciarlo.

Grembiule (Steve)
Steve si svegliò presto come al solito ma, a differenza di tutte le mattine, Bucky non era lì accanto a lui; ebbe appena il tempo di preoccuparsi quando i rumori provenienti dalla cucina gli riportarono alla mente risvegli di una vita precedente, quando Bucky si alzava presto per preparare la colazione; e come settant'anni prima Bucky era là, davanti ai fornelli con indosso una tuta e un grembiule legato in vita, che cucinava canticchiando a bocca chiusa una vecchia canzone che usciva dalla radio accesa (ma tenuta a volume basso per non svegliare Steve); un attimo dopo Bucky alzò la testa, lo vide e sorrise, "Vieni, ho preparato i pancake."

Sedile posteriore (Steve)
Avevano trovato Bucky dopo giorni di ricerche, privo di sensi, ancora collegato alla macchina per il lavaggio del cervello; Steve non aveva fatto avvicinare praticamente nessuno per paura che si spaventasse, aveva sciolto le cinghie, gli aveva aperto delicatamente la bocca per togliergli il pezzo di gomma che teneva ancora stretto tra i denti, gli aveva messo addosso una coperta scovata da Nat da qualche parte e lo aveva preso in braccio per portarlo fuori, il tutto senza mai smettere di parlargli dolcemente... "Sono qui, Bucky, sono qui, sei al sicuro adesso...", poi lo aveva depositato sul sedile posteriore del van con cui erano arrivati e aveva continuato a cullarlo come se fosse un bambino fino a quando, ore più tardi, Bucky non aprì gli occhi e gli sorrise riconoscendolo.
   
 
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