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Autore: LadyDP    04/06/2019    2 recensioni
Fem!Vegeta e Male!Bulma. Momenti famigliari e di coppia.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bra, Bulma, Trunks, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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La principessa dei sayan lasciò scivolare il suo indice sinistro davanti al ciuffo di capelli che le ricadeva sulla fronte, per vedere meglio. Gli occhiali da sole coprivano il suo sguardo aggressivo e scandalosamente esaminatore.

 

Bulma ergeva dinanzi a lei come una delle statue che spesso aveva visto nelle stanze più eleganti della nave di Freezer, dove venivano messi in mostra i ritratti scultorei dei più valorosi antenati del dittatore, e qualcuno, dei migliori alleati del suo clan della storia.

 

Quelle figure autoritarie, inflessibili, fredde, indistruttibili, che le avevano sempre intimato un sentimento di rispetto, e di invidia allo stesso tempo. Aveva notato che c’erano davvero poche donne tra quegli eroi. Un suo sogno, quando ancora mostrava fedeltà al tiranno, era entrare a far parte di quella cerchia di eterni ammirati, e di esserne la più splendente.

 

Ma ora, ora pensava a lui, quel suo marito intimamente adorato e venerato.

 

Bulma era un uomo affascinante, elegante e virile allo stesso tempo, e a vederlo da dietro, poteva passare per il più rispettato dei generali.

 

Vestiva di uno di quei suoi completini in giacca e cravatta che un tempo trovava ridicoli, mentre ora li considerava la fine del mondo.

 

Si teneva le mani dietro legate, e teneva la testa alzata, verso i suoi due figlioletti, che avevano appena intavolato una lotta in volo.

 

 

Ogni tanto pensava come faceva a trovarlo però attraente, se non rasentava nemmeno un millesimo della sua forza fisica, se non era in realtà coraggioso (a volte un po' impulsivo e sventato, quello sì),

se era votato all’etera grazia ed eleganza piuttosto che alla bruta bestialità, com’erano invece stati tutti i suoi precedenti spasimanti, tra i migliori soldati di Freezer.

 

 

Uno schiaffo volato per sbaglio sulla guancia del fratellino allarmò la piccola Trunks, che si premurò di chiedere scusa già mille volte prima che lui si mettese comunque a piangere sguaiatamente.

 

 

Vegeta stava per intervenire, quando qualcuno la precedette.

 

 

“TRUNKS” tuonò la voce del suo gentile consorte nel raggio di sessanta chilometri.

 

Il piccolo Bra volò tra le braccia del padre, che lo accolse a braccia aperte.

 

 

Se da piccola Vegeta avesse tirato uno schiaffo a sua sorella Tarble, sarebbe stata degna di lodi e premi. Ma sapeva che la mentalità umana era diversa in questo senso.

 

 

“QUESTA SERA NIENTE GELATO!”urlò il padre alla piccola, che mise il broncio.

 

 

Per qualche minuto Bulma si coccolò il piccolo mormorando qualche frase consolatoria.

 

 

Ad un tratto, Bra si decidette a scendere, per tornare a giocare, e la sua prima azione fu quella di riempirla di pugni pieni di risentimento, che Trunks cominciò a parare a fatica.

 

 

Vegeta si poggiò la mano sul petto. Un flebile sospiro innamorato rieccheggiò dalla sua bocca.

 

Bulma indietreggiò dando un’ultima occhiata al duo di monelli, per poi voltarsi verso di lei, esibendo un sorriso che descrivere come affascinante era riduttivo.

 

Bulma si passò una mano nei capelli, come a volersi sistemare per la sua bella.

 

 

Avvicinandosi a lei, la scrutò in tutta la sua fisicità.

 

“Ed anche oggi sei più bella di ieri” le disse.

 

 

Vegeta incrociò le braccia, ed abbassò lo sguardo, arrossita e con un mugugnio di semi-disprezzo.

 

Bulma era così vicino che riuscì a farsi appoggiare le mani sul petto, abbassò la testa verso la sua donna, le sorrise non appena ella ricambiò il suo sguardo, e disse

 

“Se solo non dovessi andare a lavoro”

 

Quella frase le dette dei brividi. Brividi di piacere.

 

Prima che lui potesse afferrare i suoi fianchi con le mani, lei gli afferrò i polsi.

 

“Oggi ti darai malato”

 

“Cosa?” chiese lui, a bocca aperta.

 

“Ti permetto di non usare il preservativo”

 

Vegeta lasciò andare i polsi dell’uomo, per rincasare a passo svelto.

 

 

Bulma ci pensò solo un attimo.

 

Lesto afferrò il telefono per chiamare la segretaria.

Doveva informarla del suo improvviso attacco di bronchite.

 

 

 

 

 

   
 
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