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Autore: Stria93    09/06/2019    2 recensioni
Raccolta di One-Shots, più o meno brevi, a tema Aziraphale/Crowley ispirate alle canzoni dei Queen.
[...]
11 - Pain is so close to pleasure..........21 - I'm going slightly mad............31 - Funny how love is
12 - Somebody to love......................22 - Let me live............................32 - '39
13 - Good old fashioned lover boy.......23 - Hammer to fall......................33 - Radio Ga-Ga
14 - Don't try suicide.........................24 - Innuendo (Halloween shot).....34 - Brighton Rock
15 - Delilah......................................25 - Ride the wild wind..................35 - You take my breath away
16 - You're my best friend..................26 - You and I (Halloween shot)
17 - A kind of magic.........................27 - Made in heaven
18 - One vision................................28 - Jealousy
19 - Killer Queen..............................29 - A winter's tale
20 - Back chat.................................30 - You don't fool me
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Aziraphale/Azraphel, Crowley
Note: Missing Moments, Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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mr

Mr. Bad Guy, yes I'm everybody's Mr Bad Guy
Can't you see this is my destiny
Oh, spread your wings and fly away with me


Mr. Bad Guy, Freddie Mercury, 1985




Crowley scese con classe dalla Bentley del tutto incurante del fatto che le sue quattro ruote poggiassero con sfacciata nonchalance su un'area vistosamente segnalata come zona di divieto di sosta.
Con le mani affondate nelle tasche della giacca si diresse a passo tranquillo verso l'ingresso della libreria di Aziraphale canticchiando tra sé il ritornello del brano che gli aveva tenuto compagnia durante il tragitto in auto. Certo, le sue intenzioni originarie erano di rilassarsi un po' al volante grazie alle sinfonie di Bach, ma evidentemente doveva essersi dimenticato la cassetta nel vano del cruscotto per più di due settimane e questa era andata incontro alla stessa sorte delle sue sventurate compagne, ovvero tramutarsi in una raccolta dei migliori pezzi dei Queen.
E così il povero Johann Sebastian Bach era stato spodestato da sua maestà Freddie Mercury che, in quell'occasione, aveva regalato a Crowley la prima metà della sua Mr. Bad Guy.
Appropriato. Giusto la colonna sonora che gli occorreva quel giorno. Quasi un messaggio subliminale, neanche troppo velato.
Negli ultimi tempi aveva infatti un po' trascurato le sue mansioni demoniache di inviato speciale dell'Inferno tra gli uomini e i suoi superiori non avevano tardato ad accorgersene e a mandargli un ultimatum piuttosto inequivocabile e perentorio che gli era stato recapitato da Ligur e Hastur, i quali erano parsi fin troppo compiaciuti del loro incarico.
Il messaggio era il seguente: “Crowley, razza di sfaticato, rimettiti immediatamente al lavoro oppure verremo a prenderti per riportarti giù all'Inferno per sempre così avrai tutta l'eternità per rimpiangere la tua cara Terra con tutte le sue comodità e i suoi piaceri.”
Con un sospiro, Crowley aveva liquidato i due sgradevoli e gongolanti messaggeri infernali promettendo che si sarebbe impegnato al massimo per seminare discordia e caos tra gli umani, come era cosa buona e giusta per un demone del suo rango.
Non che si stesse facendo venire una coscienza; non era accaduto in seimila anni e la sua bussola morale non si sarebbe di certo riparata adesso. Tutt'altro! Provava sempre un discreto piacere nel provocare il male, nell'attizzare nei cuori degli umani quella piccola fiammella che, grazie al loro temperamento e a una buona dose di orgoglio, arroganza ed egoismo (doti nelle quali essi eccellevano) faceva poi scoppiare un vero e proprio incendio che lui si godeva da spettatore soddisfatto, come un piromane che ammirava il risultato della sua opera.
Il fatto era che non gli piaceva ricevere ordini o forzature: Crowley apprezzava molto la libertà che il suo ruolo di “inviato sul campo” gli garantiva e quando, da laggiù, il suo principale, il Big Boss con la S, tornava a ricordargli che lavorava pur sempre alle sue dipendenze, il demone provava un moto di fastidio.
In tutti quei secoli aveva sempre svolto il suo diabolico dovere, ma con i tempi e le modalità che gli erano più congeniali e sì, forse aveva un po' rallentato per adagiarsi sugli allori delle invenzioni umane del ventesimo secolo asservite all'accidia, ma questo non significava che avesse dimenticato la propria missione di portatore di guai.
Tuttavia, la minaccia di ricondurlo in quel vespaio di fuoco e fiamme che pullulava di anime lamentose e puzzava di zolfo aveva sortito l'effetto desiderato, ovvero riscuoterlo da quel pigro torpore nel quale si era crogiolato ultimamente.
Quel giorno, si era ripromesso, avrebbe svolto il suo lavoro con impegno ed efficienza. Sì, sarebbe tornato ad essere il buon vecchio Mr. Bad Guy.
Ma, del tutto casualmente, si era ritrovato ad imboccare la strada che passava proprio dalla libreria di Aziraphale e, assecondando un'abitudine che ormai si era radicata in lui come un'erba infestante, aveva deciso di fermarsi per un saluto veloce. Una deviazione non avrebbe di certo scatenato l'Apocalisse, no?
Il demone varcò la soglia e si ritrovò, come di consueto, immerso in un labirinto di tomi polverosi, volumi antichi, manuali, almanacchi e perfino qualche pergamena. L'odore penetrante di legno, carta e cuoio centenari lo investì come a volergli dare il benvenuto nel piccolo regno letterario del suo vecchio amico dalle ali piumate. Col tempo, Crowley si era abituato ad associare quel particolarissimo miscuglio di aromi ad Aziraphale e, in qualche modo, anche ad una vaga idea di casa, a un senso di appartenenza e calore che mai prima di allora aveva provato nei confronti di altri luoghi.
Ultimamente, lo sapeva, si era recato anche troppo spesso in quell'eremo da topo di biblioteca. Chissà come, aveva finito per sorprendersi sempre più di frequente a desiderare la compagnia di Aziraphale, fosse anche solo per stuzzicarlo un po' e ricevere, in risposta alle sue frecciatine, il sorriso gentile e paziente dell'angelo.
- Ehi! Aziraphale? Ci sei? -
Una voce soffocata si levò da un angolo indistinto della libreria. - Crowley? Sei tu? -
- No, sono Shirley Temple. Certo che sono io, tonto di un cherubino! -
Ci fu un tonfo e un gemito, dopodiché, da dietro uno scaffale ingombro di libri, emerse Aziraphale, impolverato dalla testa ai piedi, gli occhiali di traverso e le mani grassottelle strette intorno a un volumone rilegato in pelle dall'aria decisamente pesante, almeno in senso letterale.
- Che stavi combinando là dietro? - domandò il demone, cercando di trattenere le risate alla vista dell'amico conciato in quel modo.
Aziraphale si portò una mano ai capelli d'oro, ora ingrigiti dalla polvere, e prese a massaggiarsi il capo con una smorfia sofferente. - Stavo cercando di prendere questo libro da una mensola e mi è caduto dritto sulla testa. -
- Be', è un vero peccato che tu non abbia un paio di ali che ti aiutino a raggiungere le mensole troppo in alto. -
Aziraphale gli scoccò uno sguardo di lieve rimprovero. - Abbiamo accettato di vivere sulla Terra in forma umana, Crowley. Non sarebbe giusto sfruttare i nostri privilegi sovrannaturali per risolvere problemi terrestri. Sarebbe come... barare al gioco, in un certo senso. -
Il demone alzò le spalle. - Le regole esistono per essere infrante, angelo. E poi non eri forse tu quello che ha usato i suoi doni per convincere quell'antiquario di Canterbury a vederti il libro che volevi tanto e che ti ha provvidenzialmente appena colpito sulla testa? -
- Si tratta di una prima edizione dei Racconti di Chaucer. - ribatté Aziraphale sulla difensiva. - Aveva troppo valore per rimanere chiuso in quella cantina umida. Si sarebbe rovinato! Ho svolto il mio dovere verso l'umanità salvandolo da quel posto orribile. -
- Ma ceeeerto. - fece Crowley con un sogghigno. - E, dimmi un po': perché mai un angelo dovrebbe avere nella sua preziosa collezione un libro che narra storie tanto sconce? Non rischi un colpo di folgore dal tuo capo? -
Aziraphale divenne paonazzo e distolse lo sguardo.
- Suvvia, amico.- cominciò Crowley, la voce addolcita da una nota quasi di tenerezza, - Non c'è bisogno di vergognarsi. In fondo, chi non apprezza un pizzico di pepe in una storia? Tutti amano i dettagli scandalosi. -
- Forse da dove vieni tu, - ribatté l'angelo in tono pacato, - ma dalle mie parti le cose funzionano diversamente. -
- Oh, lo so bene. - ridacchiò l'altro. - Dalle tue parti è tutto un suonare l'arpa in tunica bianca e guardare all'infinito Tutti insieme appassionatamente. -
- Non c'è niente di male in quel film, sai. -
- Già, è proprio questo il problema. A proposito di male, temo che oggi non potremo pranzare insieme in quel nuovo ristorante in centro. -
Sul viso dell'angelo si dipinse un'espressione delusa. - Come mai? -
Crowley alzò le spalle. - A quanto pare il mio capo non è soddisfatto della mia media di cattive azioni qui sulla terra e ha minacciato di rispedirmi all'Inferno se non correggo subito il tiro e non mi rimetto in riga per riabilitare il mio buon nome di emissario di Satana. Ragion per cui oggi mi dedicherò allo sporco lavoro di corrompere i cuori degli uomini e creare un po' di scompiglio. -
- Mi dispiace che tu abbia avuto dei problemi con i tuoi, Crowley. -
Di nuovo, il demone fece spallucce. - Non posso farci niente. Questi sono ordini dall'alto, o meglio, dal basso... molto in basso. Bassissimo in effetti. -
- Mmm. -
Aziraphale osservò intensamente Crowley e, abbandonato il librone su un tavolo, si portò una mano al mento con piglio assorto e pensoso. Il demone poteva quasi vedere il cervello dell'amico freneticamente all'opera sotto i suoi riccioli biondi.
- A che stai pensando, si può sapere? -
- Mmm. -
- Aziraphale? -
- Mmm. -
- Oh, per tutte le corna e i forconi dell'inferno! Smettila di muggire! Vuoi dirmi che ti frulla nella testa?! -
- Stavo pensando... - cominciò l'angelo, - che in qualità di inviato del Cielo, non posso certo lasciarti vagare in giro per la città libero di portare a termine i tuoi misfatti. -
- E allora? -
Aziraphale fece un sorrisetto furbo. - Allora, mio caro, ecco come riusciremo a non rinunciare al nostro pranzo e a fare entrambi una bella figura con i nostri rispettivi superiori: tu farai il tuo lavoro e io farò il mio e nessuno potrà accusarci di aver battuto la fiacca. Tu combinerai i guai e io rimedierò. I tuoi capi non potranno biasimare te se un angelo si mette in mezzo per sistemare i tuoi disastri e io avrò il merito di aver vanificato i diabolici piani di un demone... tra un boccone e l'altro. -
- Cavolo, angelo! - esclamò Crowley, un po' ammirato e un po' sconcertato. - Stai passando al lato oscuro! Sono fiero di te! -
Aziraphale arrossì nuovamente ma non poté impedirsi di sorridere a Crowley. Il loro programma per pranzo era salvo.



Angelo e demone uscirono dalla libreria e salirono sulla Bentley, che un diligente ma sfortunato ausiliario del traffico aveva inutilmente cercato di multare per divieto di sosta.
Crowley mise in moto e accese l'autoradio che tornò immancabilmente alla sua ode ai Queen, riprendendo da dove il brano si era interrotto poco prima.


Mr. Bad Guy, yes I'm everybody's Mr Bad Guy
Can't you see this is my destiny
Oh, spread your wings and fly away with me


Crowley e Aziraphale si scambiarono uno sguardo d'intesa che presto si tramutò in una risata a due voci.
- Fammi indovinare: tu saresti Mr. Bad Guy? -
- Ci puoi giurare, angelo! - rispose Crowley con un ghigno, premendo il piede sull'acceleratore e facendo ruggire la Bentley. - E ora andiamo a pranzo, sono affamato! Spread your wings and fly away with me! -





*In realtà Mr. Bad Guy è un pezzo che Freddie Mercury compose da solista e dunque non fa parte del repertorio vero e proprio dei Queen, ma passatemi questa piccola licenza a beneficio della storia. ;)


  
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