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Autore: Aliasor    12/06/2019    4 recensioni
Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore.
[Capitolo uno]
Qualche anno dopo la sconfitta di Le Papillon, appare un emulatore che ha ottenuto, in qualche modo, il miraculous della farfalla e lo sta usando per creare le Tenshi, una nuova versione delle Akuma.
Contemporaneamente, durante l'ultimo anno di liceo, nella classe arriva un nuovo studente cieco che non nasconde il proprio humor verso la propria condizione.
Genere: Azione, Commedia, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Gabriel Agreste, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Le Papillon'
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Sbatté il bastone a destra e a manca, quella città era troppo grande per i suoi standard, ma dopotutto Parigi era la capitale della Francia.
Trasferirsi all’ultimo anno del liceo, quando aveva dovuto prendere quella decisione doveva aggiungere le dimensioni ai contro. Eppure non poteva evitarlo.
Salì le scale, troppe per i suoi gusti, appoggiandosi e cercò, con un po’ di aiuto, la sua nuova aula. Diciotto anni e aveva il senso dell’orientamento di gps rotto e sul quale era passato, ripetutamente, un camion.
La classe era di ampie dimensioni, doveva starci un numero abbastanza ampio di studenti e, a giudicare dal vociare, doveva essere piena.
<< Ah sei arrivato! Avanti, entra!>>
Salì il gradino e si fermò accanto alla cattedra, posando la punta del bastone per terra. Fece un sorriso, doveva iniziare bene.
<< Lui è un nuovo studente, si è trasferito oggi. Per qualche tempo resterà in classe con noi, forza, presentati.>>
<< Sono Enrick Axelle.>> Disse aggiustando gli occhiali da sole che portava sui capelli dall’anormale colore bianco. << Piacere di conoscervi.>>
<< Perché porta quel bastone. Cioè, non ha nemmeno uno zaino, solo una borsa minuscola. Parliamo poi degli occhiali?>> Oh ottimo inizio, una lamentela. << Non dovrebbe portarsi dei libri?>>
Una ragazza dai capelli blu avrebbe voluto riprenderla, così come un biondino e la professoressa, ma furono anticipati dal nuovo arrivato.
<< Hai ragione, volevo portare un libro. È il mio preferito, si intitola: “Come insegnare a leggere un libro a un cieco in quindici comode lezioni”, ma poi ho scoperto che non era in braille. Che sfortuna, eh? Questo succede quando non leggi la descrizione.>>
Chiuse la bocca immediatamente.
Si dispiacque di non poter vedere la sua faccia, doveva essere piena di umiliazione e rabbia. Questo era uno dei lati negativi della cecità.
Poté sentire un risolino divertito però.
<< Ti serve una mano per raggiungere il posto?>>
<< basta che mi dica fila e se sono a destra o sinistra. Il resto non è un problema.>>
Salì la scalinata, un po’ scomodo per lui che fosse un’aula a livelli, più comodo per chi doveva seguire e leggere alla lavagna.
Con un po’ di impegno raggiunse il suo nuovo posto, solitamente gli studenti erano sempre pari quindi erano divisi in banchi da due, ma questa volta si doveva fare un’eccezione alla regola.
Sperava di non disturbare, i banchi erano larghi, ma esisteva da sempre il concetto di terzo incomodo. Poggiò bastone accanto al banco e porse la mano per presentarsi.
<< Piacere di conoscervi.>>
<< Piacere, Enrick, giusto? Io sono Nino, lui è Adrien, piacere.>>
<< Salve.>> Si aggiunse il biondino di cui aveva accennato prima.
Le cose stavano migliorando, loro sembravano simpatici e differenza della tizia di prima.
Ottenne diverse informazioni su di lei, si chiamava Chloé Bourgeois, figlia dell’eterno sindaco di Parigi e proprietario dell’hotel più grande della città. Una figlia di papà che andava sempre in giro con la sua gregaria/lecchina Sabrina Raincomprix. Un classico, se ne trova una in ogni città.
Erano due tipi molto simpatici, erano anche molto gentili a non fare domande inopportune sulla sua vista come invece molti erano propensi a fare. Non era cattiveria, ma il discorso usciva spesso.
Quando fu il momento dell'uscita si alzò per ultimo, non voleva creare molti problemi.
<< Vuoi una mano?>>
<< No, ce la faccio. E poi dalla tua voce sento che sei di fretta, Adrien.>>
<< Eh? Come te ne sei accorto?>>
<< Non lo sanno in molti, ma la voce da molte informazioni. Si può stabilire età, sesso, peso altezza, stato psicologico e di salute. Ci vuole molto allenamento, ma ho avuto diciotto anni per farlo.>> Commentò con una risatina. Se non prendeva la situazione con ironia allora sarebbe finito male anni prima.
Con attenzione scese scalino dopo scalino sino ad arrivare al fondo. Una volta che avesse imparato a memoria la struttura, tutto sarebbe diventato più semplice.
Lo avete capito, le scale sono la sua nemesi. Il suo arcinemico.
Uscì dall’istituto con tutta la calma e alzò lo sguardo al cielo. Doveva essere davvero bello, almeno così gli dicevano. Non sapeva esattamente cosa di riferissero quando dicevano che era blu o che era pieno di nuvole.
Gli suonò il telefono all’improvviso facendolo sobbalzare, si era dimenticato di aver attivato la sveglia. Sentire a tutto volume la sigla di boss un videogioco avrebbe fatto trasalire chiunque.
Aveva un breve compito, una cosa di nemmeno dieci minuti.
Mise le cuffie e azionò il navigatore del telefono in modo da non perdersi. A dirla così sembra facile, un po’ meno quando le mappe non sono aggiornate e finisci per ritrovarti davanti a un muro di pietra molto solido.
<< Tu… sei Enrick, giusto? Tutto bene?>>
Si girò verso al voce. << Eh? Uh? Sì, mi sono solo perso. Cercavo la panetteria, ma tu sei…?>>
<< Ah, Marinette. Siamo in classe insieme, prima fila.>>
<< Ah sì, la ragazza di Adrien!>>
<< Chi cosa cosa dove quando perché?!>> Okay, era imbarazzata, non c’era bisogno di tutti i sensi per capirlo.
<< Beh, Nino ti ha definita così.>>
<< E… ecco! Non stanno proprio così le cose! La panetteria sì, la panetteria! Ti ci porto io! Ci abito! Abitò lì! Cioè, abito sopra la panetteria!>>
Registrato, Adrien x Marinette è tabù, ma è lei è palesemente innamorata.
Quando arrivarono nel negozio sentì il suono del campanello alla porta, adorava quando qualcuno lo metteva. Era un bel suono.
Ricevette un benvenuto caloroso, due voci. Uomo, alto, abbastanza grosso che un abbraccio poteva stendere una persona normale. Donna, bassa, accento orientale, Cina. Toni  di entrambi gentili.
<< Oh Marinette, hai portato un amico?>>
<< Lui è un mio nuovo compagno di classe, cercava la panetteria e si era perso. È appena arrivato a Parigi da… non lo hai detto.>>
<< Al momento vengo dalla Corea del Sud, abito con mio zio che fa il diplomatico per il nostro paese natale, la Germania, e ci spostiamo spesso.>>
<< Diplomatico...>>
<< Tono un po’ di fastidio. Qualche problema?>> Domandò curioso.
<< No, è che una nostra compagna di classe, Lila, ha la madre diplomatica e non è che siamo proprio amiche.>>
<< … Dimmi che non è Lila Rossi, ti prego.>>
<< La conosci?>>
<< Purtroppo sì, ho una mancanza di pazienza per lei. Ammetto di averle fatto spesso lo sgambetto con il bastone e li ho fatti passare per un incidente.>>
Oh un’amicizia nata dall’odio per Lila Rossi. Allora era vero: dal letame nascono i fiori.
Passarono circa dieci minuti a raccontarsi tutte le infamate causate da quella ragazza, a quanto pareva era peggio persino di quella Chloé. Almeno quest'ultima aveva una morale per quanto incasinata e sapeva, più o meno, distinguere tra il bene e il male.
Alla fine comprò anche il pane che desiderava insieme ad alcuni biscotti. Erano di una forma atipica, erano quelle di gattini, coccinelle, api, volpi e tartarughine.
A quanto gli aveva spiegato erano in onore degli eroi di Parigi, capitanati da Ladybug e Chat Noir, che anni prima sconfissero Papillon e le sue vittime akumizzate e tutt’oggi difendevano la città dai pericoli minori.
Erano piuttosto carini.
Ora si sarebbe dovuto dirigere verso casa, salutare lo zio appena tornato, mangiare qualcosa insieme, farsi una doccia, sedersi alla scrivania e studiare, ma fece qualcos’altro.
Aveva ottenuto l’indirizzo di una vecchia zona della città piena di vecchi capannoni industriali che ormai nessuno usava, erano lasciati a sé stessi e ormai il degrado e l’erba ne facevano da padroni infestando tutto.
Entrò dentro uno di essi e col bastone scacciò gli oggetti più fastidiosi che aveva davanti.
<< Puoi uscire adesso. Siamo da soli.>>
In un lampo viola, una strana creaturina gli apparve davanti uscendo da sotto la sua giacca marrone chiara. Sembrava quasi una fatina seppur in versione superdeformed.
<< Buon… buongiorno, signore.>>
<< Ti ho già detto che non c’è bisogno che mi chiami “signore”.>> Si sedette su una cassa di ferro infilando le mani nella busta di carta che conteneva i prodotti da poco acquistati.
<< Ti piacciono i biscotti, no? Prendine quanti ne vuoi. Li ho presi per te.>>
Si avvicinò svolazzando e ne prese uno.
<< Lei, signore… cioè…>> Aveva un po’ di paura, aveva ancora con un trauma del suo precedente possessore. << Perché vuole farlo? Non è una persona cattiva.>>
<< Lo sono invece. Molto più di quella Chloé o di Lila. Sono il più cattivo.>> Attese che finisse il biscotto, per fortuna non poteva guardare i suoi piccoli occhi, erano lucidi, come se volesse piangere. << Nooro, trasformami!>>
La creaturina ritornò da dove era venuta facendolo illuminare tutto il corpo del suo contraente.
La trasformazione con il Kwami stava avvenendo.
Il suo abbigliamento studentesco era scomparso, lasciando che il suo posto venisse preso da un completo violaceo e grigio, il retro della giacca cadeva lunga come se fossero le ali di una farfalla, sembrava quasi uno di quei vestiti tipici dei camerieri. Il volto venne coperto da una maschera che mostrava solo la bocca, gli occhi erano coperti da un motivo nero a farfalla, dopotutto non erano utili.
Con in mano il bastone si abbassò toccando una delle farfalle che vivevano lì selvagge. Le avvolse con un manto violaceo, ma luminoso.
<< Vola da lei, mia piccola Tenshi. E ottenebra il suo cuore!>>
 

Personalmente non sapevo se aggiungere "Tematiche delicate" vista al condizione del protagonista, ma visto che la prende positivamente ho preferito evitare.
Essendo Papillon il mio preferito nella serie, ad avendo desiderio di farne il cosplay in futuro, ho voluto presentare un suo emulatore come protagonista.

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