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Autore: Bloody Wolf    13/06/2019    3 recensioni
Ho racchiuso in questa "raccolta" i trentacinque prompt che mi sono stati dati per questa challenge appartenente al gruppo FB "Hurt/Comfort Italia".
Vi invito come sempre a lasciarmi un commentino, anche corto e vi auguro buona lettura!
Genere: Angst, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ciao a tutti!

In questo unico capitolo troverete numerosi frasi estrapolate dalla #1FraseFic indetta dalla pagina FB “Hurt/Comfort Italia” alla quale io ho partecipato con tre coppie:

-Stucky (Steve x Bucky; Marvel)

-ZoSan (Zoro x Sanji; One Piece)

-KiddLaw (Esustass Kidd x Trafalgar Law; One Piece)

E’ una cosa senza pretese e che volevo condividere con il mondo (??)...

Dovrebbero essere tutte a sfondo Hurt/comfort ma in alcune mi è risultato mooolto difficile quindi chiedo venia XD altra cosa importante, non ci deve essere per forza la parola affidatami ma ci deve essere il concetto in caso.
In questa raccolta ho messo solo Stucky e spero che vi faccia piacere perchè a voler essere sincera con tutti voi, povere creature che leggeranno questa cosa, è la prima volta che mi ritrovo a scrivere su di loro e mi sono divertita tantissimo, quindi se ve lo state chiedendo sì, penso che tornerò a scrivere su di loro.
Buona lettura!

 

 

#Latte

Il risveglio per Steve era sempre un colpo al cuore; si alzava e Bucky non era quasi mai al suo fianco e, il più delle volte, lo ritrovava o in bagno o in cucina a discutere con gli altri Avengers per qualsiasi, insulsa, cosa…

"Barton hai finito il latte, maledetto."

 

#Destinazione

Avevano deciso di fare una piccola vacanza, niente più Capitan America o Soldato d'Inverno, solo loro due contro le intemperie in una destinazione offerta "gentilmente" da Stark: Malibu.

 

#Metallo

Erano nudi sotto quelle coperte e i loro corpi erano ancora caldi dopo quell'amplesso che li aveva visti uniti nel piacere e nel dolore; la mano di Steve andò ad accarezzare quel braccio di metallo con titubanza, sapeva perfettamente quanto l'altro odiasse quella parte di sé ma lui personalmente si ritrovava ad amare quella parte perché significava che, dopo tutto quello che avevano passato, Bucky c'era ed era lì di fianco a sé.

 

#Ritardo

Steve sistemò la camicia e gli occhiali guardandosi allo specchio con l'agitazione che gli rodeva il petto, dopo tutto quello che avevano passato assieme erano riusciti ad organizzare un breve appuntamento solo per loro due e il grande capitano d'America era palesemente in ansia senza contare l'enorme ritardo di cui nemmeno si era accorto.

 

#Albero

"Signore! Signore la prego! La mia gattina è rimasta intrappolata su un albero!"

Bucky guardò la ragazzina cercando di togliere la propria mano da quelle piccole e appiccicose della mocciosa, quasi schifato da quel contatto; si ritrovò a guardare maliziosamente Steve e a sorridere poggiando la mano libera sulla spalla dell'amico, parlando con orgoglio:

"Non preoccuparti ragazzina, c'è Capitan America qui per te."

 

#Uccelli

"Steve sono io, ho bisogno di un aiuto…"

Steve si prodigò a raggiungere la nuova base degli Avengers, entrò in quella base con passo lento e senza alcuna fretta, era invecchiato ma mai avrebbe rinunciato a dare una mano a quell'amico che non era mai stato solo un semplice amico…

"Grazie per essere qui ma… Morgan ha decisamente preso da suo padre, mi odia e mi ha lasciato i suoi pappagallini da curare, aiuto."

 

#Sangue

Gli incubi facevano ormai parte di Bucky, si sognava un dolore che non ricordava di aver provato, un dolore che apparteneva al periodo dopo la caduta da quel maledetto treno, un dolore sporco di sangue mentre dietro alle sue palpebre serrate si delineava quella macchia rossa che si allargava a dismisura imbrattando quel candore…

"Ehi Jerk, sono qui, assieme a te, sei al sicuro."

 

#Bandiera

Per Steve era ormai diventato quasi un obbligo, un dolore dover onorare quella bandiera che teneva ben stampata su ogni sua divisa; all'inizio era un orgoglio e una soddisfazione personale ma più il tempo passava e più quella bandiera diventava un peso enorme per le sue spalle, un peso che, con il ritorno di Bucky, si era dimezzato….

"Punk se crolli tu, crollo anche io."

 

#Orizzonte

Steve era invecchiato, il suo corpo era mutato e aveva finalmente sposato quella donna che per tanto aveva amato, l’aveva anche vista morire eppure ci era riuscito, in qualche modo ma ora era lì, seduto ad osservare l’orizzonte; richiamò vicino a sè quell’amore che lo aveva condotto fino alla fine dei suoi giorni come Capitan America: Bucky Barnes…

“Hai il diritto di odiarmi e ti capisco…”

Venne interrotto dalla voce del soldato d’inverno che gli parlò sopra come a voler interrompere quel monologo che usciva da quella bocca:

“Non cambierai mai, nemmeno da vecchio, non potrò mai odiarti perchè in fondo ti amo troppo.”

 

#Prigione

Starsene lì, seduto immobile con la consapevolezza che chiunque potesse farlo tornare ad essere una semplice macchina da guerra, faceva male; ogni volta che ci pensava si sentiva intrappolato nella propria testa e nel proprio corpo, come se quella litania creasse una serie di sbarre che andavano a formare una prigione mentale…

“Ehi, Bucky sono qui nella cella affianco e non permetterò che ti allontanino da me, non di nuovo.”

 

#Buio

Steve odiava andare a letto da solo, il buio della sua stanza gli ricordava sempre quel periodo dove era solo un esile ragazzino, troppo minuto per diventare davvero qualcuno, troppo poco per essere considerato al pari del suo migliore amico, troppo poco coraggioso per dichiararsi a colui che, poi, sarebbe diventato un compagno d’armi, di vita e d’amore.

 

#Braccio

“Bucky!”

L’uomo si ritrovò a voltare lo sguardo per guardare quel ragazzo che se ne stava in cucina in mutande, lo osservò spostando la testa di lato e aprendo bocca come se non avesse capito esattamente cosa fosse successo....

“Devi moderare la forza con quel braccio wakandiano, è la quinta tazza che mi distruggi.”

 

#Uniforme

“E’ proprio il sedere più bello d’America…”

Era una semplice affermazione lasciata in sospeso da Bucky, una verità trattenuta in un’uniforme che finalmente dava giustizia a quel posteriore fatto di nervi d’acciaio; Steve arrossì a quella frase ma continuò ad indossare quell’abito perchè nonostante mancasse di quei colori tipici americani, ormai faceva parte di lui.

 

#Acqua

Lo aveva trascinato fuori da quell’acqua gelata, il suo corpo si era ritrovato a lottare contro quella mente dominata dall’Hydra, si era ribellato senza nemmeno sapere chi fosse con precisione quel Rogers se non per alcuni vaghi secondi di ricordo… Eppure lo aveva fatto, aveva rinunciato a quel suo presente per un passato che non era sicuro gli appartenesse ma ora, a distanza di anni, era certo che quella ribellione fosse stata la cosa più giusta da fare.

 

#Rissa

“Potrei andare avanti tutto il giorno!”

Steve e Bucky si misero in posizione di difesa mentre quella banda di ubriaconi cercava di colpirli, schivarono pugni e calci incassandone alcuni senza problema, si sorrisero e si abbracciarono prima di scoppiare a ridere mentre guardavano tutti e sei gli uomini che erano a terra sofferenti e consapevoli della lezione che avevano appena ricevuto.

 

#Calore

Bucky era orgoglioso di ciò che il suo esile amico Steve era diventato, non doveva proteggerlo più da nulla se non da se stesso e quando se lo vide arrivare contro con, tra le mani, il martello del grande dio del tuono un calore si diffuse nel suo corpo gelido dopo la battaglia: orgoglio.

 

#Sogno

“Figlio di puttana…”

Aveva sognato una vita assieme a Bucky, l’aveva davvero sperata ma era tutto andato in cenere, Thanos glielo aveva portato via infrangendo quel sogno ad occhi aperti che stava vivendo in Wakanda; era consapevole che nulla poteva andare così per sempre ma glielo aveva strappato dalle braccia e dai pensieri con una crudeltà inaudita e senza che lui potesse fare qualcosa.

 

#Cecità

Steve era stato cieco: non era stato in grado di vedere l’amore che ogni singolo gesto che compiva Bucky racchiudeva, non era stato capace di eliminare i suoi demoni per lasciare spazio a quell’amore di entrare nel suo cuore e si era lasciato usare per quegli esperimenti…

Aveva sempre avuto ragione Stark: lui non era altro che una provetta, null’altro.

 

#Cicatrice

“Sei meraviglioso…”

Steve glielo ripeteva in continuo, ogni volta che erano soli e che lo vedeva moralmente a terra, glielo ripeteva fino alla nausea ogni singola volta che notava il braccio sano andare ad accarezzare quella parte mancante, quel pezzo di metallo che anche se non c’era pesava come una brutta cicatrice che si poteva evitare; glielo ripeteva perchè lo pensava davvero e per salvarlo da sé stesso.


#Stress

Si era fatto ibernare in quel paese sconosciuto a tutti, si era staccato dal suo Steve per un bene comune, lo avevano svegliato dicendogli che avevano rimosso quasi del tutto l’Hydra dal suo cervello e tutto pareva andare bene in quella vita parallela lontana da tutto e da tutti.... Lo stress però c’era, era palpabile su di lui per ogni parola, ogni leggero fremito d’aria che lo colpiva quasi che il mondo fosse la più grande cospirazione e l’unica cosa che era in grado di calmarlo era il volto sorridente di Rogers.

 

#Tremito

C’erano notti in cui Bucky si risvegliava in preda ai tremori del freddo, aveva le mani congelate e balbettava con gli occhi spalancati dal terrore, invocando il nome di Steve e rivivendo quella caduta e quel freddo che non solo gli avevano staccato un braccio ma che gli avevano fuso il cervello lasciandolo cadere preda dell’Hydra…

“Bu…. cky… tutt… bene, respira e guardami, siamo qui assieme.”

 

#Capellitroppolunghi

Era un dolore che era disposto a sopportare quello che stava provando Bucky mentre i suoi lunghi capelli venivano strattonati all’indietro con prepotenza da quelle mani grandi e calde del suo compagno d’armi e di letto: Steve Rogers.

 

#Rasoio

Dopo esser sfuggito al controllo dell’Hydra c’erano state volte in cui Bucky aveva pensato al suicidio: era arrivato ad afferrare il rasoio e premerlo sulle proprie vene del polso ma, ogni singola volta, chiudeva gli occhi e rivedeva, dietro le sue palpebre, tutti quei meravigliosi momenti che Steve gli aveva regalato, ogni sorriso e ogni sguardo; forse era solo grazie a quei ricordi se era ancora vivo.

 

#Sorpresa

In fondo Bucky se l'aspettava, era consapevole che Steve non sarebbe tornato da lui, non era stata per nulla una sorpresa quel mancato ritorno anzi, era stata una mossa prevedibile da parte sua, ma questo non la rendeva meno dolorosa.

 

#Sentinella

Steve era abituato ad essere la sentinella del gruppo, avanzava silenzioso avvertendo gli altri di eventuali pericoli ma era consapevole che la presenza di Bucky comportava per lui una distrazione, un continuo voltarsi a vedere se lui fosse lì, sano e salvo ma soprattutto vivo.

 

#Catene

Bucky aveva visto con i suoi occhi ciò di cui l’Hydra era disposta a fare pur di vincere: aveva visto bambini legati con catene ed obbligati a starsene immobili a subire iniezioni di ogni genere per pochi spiccioli; anche lui stesso era un esperimento e quei ricordi non erano altro che immagini fissati nelle memorie di un assassino che era cambiato, era riuscito a cambiare e a tornare umano grazie all’amore con cui Steve l’aveva accolto tra le sue braccia.

 

#Movimento

Era stato un movimento veloce quello che Bucky aveva percepito alla sua sinistra, si era voltato verso quella fonte sconosciuta imbracciando il fucile ma, qualsiasi cosa fosse quella, aveva già ferito il Capitano ad una gamba lasciandogli profonde voragini nella carne.

 

#Rilassarsi

Doveva essere una vacanza rilassante la loro, Wakanda doveva esserlo eppure per Steve era tutto tranne che quello: l'immagine di Bucky costretto in quella capsula criogenica faceva male e invece di godersi quella piccola vittoria si stava solo divorando il fegato.

 

#Stanchezza

Era una stanchezza che gli permeava l’anima, il grande Steve Rogers era stanco di quella vita, era stanco di essere un’icona e di essere un martire, quella vocazione stava iniziando a diventare una maledizione; nessuno gli aveva mai chiesto cosa volesse davvero, solo Bucky lo aveva fatto abbracciandolo e baciandolo mentre dai suoi occhi cadevano lacrime calde e sature di dolore.

 

#Asma

Bucky si fermò rallentando quella sua corsa nel notare la palese fatica che Steve stava facendo quel giorno, tornò indietro a passo spedito verso quell'amante che si era piegato sulle ginocchia e si teneva il petto con fatica; gli appoggiò una mano tra i capelli e lo aiutò a raddrizzarsi con calma prima di accarezzargli il volto e scoccargli un bacio a stampo.

 

#Luce

Dalle palpebre socchiuse giungeva una luce chiara, quasi fastidiosa per il suo occhio dolente; si girò in quel letto trovando l'altra metà occupata dalla schiena di Steve, gemette di dolore mentre cercava di alzarsi ma abbandonò l'idea dopo una fitta dolorosa alla testa.

 

#Ospedale

Quell’ambiente lo metteva a disagio: le pareti bianche sembravano unirsi assieme a quelle lenzuola incolore, tutto sembrava asfissiante; gli mancava quasi il respiro in quell’ospedale, sentiva i propri polmoni che si irrigidivano impedendogli di respirare fino a quando la testa bionda di Steve faceva capolino in quella stanza asettica.

 

#Sacrificio

Bucky si era ritrovato a guardare quel volto con un’espressione spaventata, gemette prima di sorridere a Steve e lasciarsi cadere in quel vuoto; era un sacrificio il suo, ne era consapevole così quanto era consapevole che, se Steve lo avesse afferrato, sarebbe precipitato con lui.

 

#Speranza

Aveva avuto una vana, piccola speranza che Steve tornasse per lui, per ciò che erano stati e che avrebbero potuto tornare ad essere eppure Bucky si ritrovò ad abbassare lo sguardo non vedendolo tornare, aveva provato una leggera fitta di dolore al petto al pensiero di una vita senza di lui, forse Steve era sempre stato un libro aperto per lui ma non per questo mancato ritorno lo avrebbe amato di meno.

 

#Infinito

Bucky non poteva pensare, non era minimamente capace di avere una coscienza, doveva solo eseguire gli ordini mantenendo quel vuoto infinito dentro al petto, qualcosa gli diceva di essere finito in una gabbia che lo teneva imprigionato; era riuscito a vedere uno spiraglio solo quando quel biondo lo aveva guardato negli occhi chiamandolo dolcemente per nome:

-Bucky.

 

Vi ringrazio infinitamente di essere giunti fino a qui! 
Ripeto: questa era la primissima volta che mi  cimentavo con loro due ma era da un pò che mi stuzzicava l'idea di rivisitare questi due vecchi compagni d'armi quindi penso che prima o poi io mi dovrò ritrovare a scrivere su di loro quindi spero di non aver fatto cavolate alla Wade Wilson e con questo vi lascio annunciandovi che nei prossimi giorni pubblicherò, nella rispettiva sezione, le altre due parti di questa challenge ovvero la ZoSan e la KiddLaw (lo so che vi state chiedendo cosa ve ne frega e vi capisco, davvero <3).
Buona giornata a tutti pannocchiette adorate <3 

 
   
 
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