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Autore: RoisXIII    18/06/2019    0 recensioni
(Ex "Due tipi di eroi differenti salvano Parigi")
Crossover tra Miraculous e Kingdom Hearts 3.
Da qualche tempo, i nostri eroi parigini si ritrovano ad affrontare strane creature apparse nel nulla. La situazione si farà ancora più strana quando faranno la loro comparsa un ragazzo armato di una chiave gigante, una papera e un cane parlanti. Come si evolverà la situazione?
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Organizzazione XIII, Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Altro contesto
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Capitolo 2
 
Adrien si tolse la maschera e sorrise a Kagami, l’avversario più forte tra tutti i suoi compagni schermidori.
«Oggi sei quasi riuscito a battermi, Adrien» gli disse l’amica togliendosi a sua volta la maschera. «Più tardi hai voglia di allenarti con me?»
Il ragazzo scosse la testa. «Non posso, mi dispiace. Devo fare un servizio fotografico, ma la prossima volta non dovrei avere impegni.»
Kagami annuì, il volto serio e impassibile come al solito.
I due giovani poi andarono nei rispettivi spogliatoi per cambiarsi.
Il cellulare di Adrien squillò.
«Signorino Adrien» iniziò Nathalie, «la informo che il servizio fotografico è stato rimandato a data da destinarsi.»
«Va bene. Grazie, Nathalie.»
Plagg, il suo kwami, svolazzò vicino a lui e gli mostrò un pezzo di camembert. «Visto che abbiamo il pomeriggio libero, andiamo a fare scorta di camembert?»
Adrien storse il naso per l’odore del formaggio. «Argh, tienilo lontano da me… No, direi di andare da Kagami. Dopotutto, mi ha invitato.»
Allora il ragazzo si cambiò in fretta e uscì dallo spogliatoio. Cercò Kagami, ma scoprì da un suo compagno che l’amica se ne era già andata. Sentì la voce ovatta di Plagg, direttamente dalla sua tasca, suggerire nuovamente di andare a comprare il formaggio. Lui gli rispose che avrebbe cercato di raggiungerla, tanto per farle una sorpresa.
Uscito da scuola, informò il suo autista della nuova destinazione. L’uomo grugnì e attese che il ragazzo si fosse accomodato prima di partire.
Giunti nei pressi dei Champs Elysées, la macchina frenò all’improvviso. Adrien si sporse per vedere cosa fosse successo e notò molte persone scappare. Sentì anche una specie di urlo disumano.
Dev’essere opera di Papillon.
Adrien corse fuori dall’auto e cercò un nascondiglio sicuro. Si dispiacque quando vide il suo autista cercarlo in giro disperatamente. Non poteva farci niente: in quanto Chat Noir, doveva salvare Parigi e i suoi abitanti!
Certo di essere da solo, fece uscire Plagg dalla tasca ed esclamò: «Plagg, trasformami!»
 
Chat Noir prese il bastone, lo allungò e lo sfruttò per dirigersi verso la causa di tutto quel trambusto.
Scorse un essere di media grandezza lanciare macchine, moto, pali e panchine in aria. Si dovette fermare poco prima di raggiungerlo: un lamento aveva attirato la sua attenzione. “Drizzò” le orecchie da gatto per captare meglio l’origine del lamento.
«Qualcuno… mi aiuti…» sentì provenire da una strada poco più indietro.
Fece dietro front e si ritrovò davanti un’auto rovesciata e una signora bloccata all’interno.
Oh, no! Spero che non si sia fatta troppo male.
«Madame, non si preoccupi.»
Per prima cosa le chiese se stesse bene e se sentisse dolore da qualche parte. Accertatosi che non avesse niente, iniziò la procedura per tirarla fuori. Le disse di ripararsi il più possibile la testa – la donna la circondò con le braccia −, dopodiché sfruttò il bastone per rompere il lunotto. Facendo molta attenzione ai cocci di vetro, Chat Noir entrò con metà corpo all’interno del veicolo.
Qualcuno bussò sul finestrino e il gatto nero si ritrovò davanti un pompiere, il quale gli chiese di informarlo sulla situazione.
Un secondo pompiere comparve dietro l’altro, in mano diversi attrezzi, e gli disse di lasciare il salvataggio a loro e di andare dall’akumizzato.
Be’, questa è una fortuna.
Facendo ancora attenzione, Chat Noir uscì dal veicolo, ringraziò i due pompieri e si recò dal nemico.
 
«Voglio… Voglio avere quei guantoni!»
Chat Noir vide l’akumizzato e non poté non trovarsi a esitare un poco. Era alto quanto Animan in versione tirannosauro; aveva una testa da clown, anche se l’espressione era infuriata, e il corpo muscoloso come quelli di un wrestler. Le mani erano grandi come un motorino. E proprio con queste ultime, il nemico afferrava e lanciava via ogni cosa che gli capitava a tiro.
Ok. Non sarà facile batterlo.
Una donna scoppiò a piangere. «Jérôme! Piccolo mio, torna in te!»
Chat Noir si avvicinò alla donna e le domandò: «Lei è la madre? Che cosa è successo?»
«Eravamo in giro a fare compere. Il mio piccolo Jérôme ha visto i guantoni del suo lottatore preferito – Fitzbo, il Clown Gigante −, e li voleva a tutti i costi. È scoppiato a piangere dopo l’ennesimo rifiuto e… e dopo si è trasformato in quella cosa! Oh, il mio piccolino…»
Jérôme urlò ancora più forte. Chat Noir vide comparire le creature misteriose.
«Ci mancavano solo loro! Aspetta un attimo…»
Gli venne un’idea in mente. Se non faceva passi sbagliati, poteva far sì che Jérôme e le creature combattessero fra di loro.
Chat Noir corse ai piedi dell’akumizzato e attirò la sua attenzione: «Ehi, piccolo Jérôme! Vuoi avere quei guantoni?»
Lui abbassò lo sguardo sull’eroe e ruggì. «Non sono più Jérôme! Io sono Punchown!» e cercò di colpirlo con i pugni.
L’eroe schivò la sua raffica e si portò davanti alle creature. «D’accordo, Punchown. Vuoi i guantoni? Allora elimina questi cosi!»
Punchown ruggì nuovamente e attaccò le creature.
Chat Noir si appoggiò al bastone e sorrise. Ora doveva aspettare la sua Ladybug e il gioco era fatto.
 
Il piano di Chat Noir fallì. Diverse creature erano scomparse e Punchown era indebolito, ma ciò non aveva fatto altro che aumentare la sua rabbia. Se per un po’ aveva l’attenzione sulle creature, adesso l’aveva tutta per Chat Noir. Probabilmente Papillon gli aveva fatto o detto qualcosa.
«Dammi il tuo anello!»
Chat Noir si ritrovò a schivare gli attacchi di Jérôme e delle creature insieme. Chiamò Ladybug con il bastone per sapere dove fosse. Lei gli disse che era lì vicino e che aveva con sé i rinforzi. L’eroe si chiese chi fossero i rinforzi. Forse Carapace, Rena Rouge o Queen B.
«Proverò a cercare e recuperare l’akuma. Argh, se non mi fa fuori prima lui! Fate presto, però.»
Chat Noir schivò per un pelo un suo pugno, ritrovandosi però con le spalle al muro.
Fu allora che lo vide. Un leggero bagliore sul petto di Jérôme, una spilla a forma di guantone. Non aveva dubbi: l’akuma era lì!
Punchown cercò di colpirlo, ma il gatto si spostò all’ultimo momento e l’akumizzato si ritrovò con il pugno incastrato in un muro.
«Che succede? Stanco di tirare i pugni?» lo schernì Chat Noir, distraendosi per un momento. E ciò causò la sua caduta.
 
Jérôme ruggì più forte e con uno strattone riuscì a liberarsi. Finalmente libero, approfittò della distrazione del gatto nero e lo prese per la coda. Lo sollevò in aria e si divertì per qualche secondo a rotearlo di qua e di là.
«Smettila… potrei vomitare… da un momento all’altro…» disse Chat Noir con voce sempre più flebile.
Così non va… Non mi resta che provare a distruggere la spilla.
Punchown smise di giocare con lui. «Adesso mi prendo il tuo anello, stupido gatto!»
Chat Noir cercò il suo sguardo e sorrise debolmente. «Sai che ti dico? Cataclisma
Con il proprio potere nella mano, Chat Noir provò a slanciarsi verso la spilla, ma era troppo lento e Jérôme lo afferrò per il braccio.
«Non mi resta che aspettare la tua ritrasformazione! Ho vinto! Quei guantoni saranno miei!»
«Thunder!» urlò una voce strana.
Punchown venne colpito da diverse saette e liberò la stretta su Chat Noir. L’eroe cadde a terra e rimase un attimo paralizzato. Cos’era successo?
Una papera vestita di blu e con in mano una bacchetta lo superò. Successivamente, arrivò un cane su due zampe, vestito di verde e giallo, e con in mano uno scudo.
Una papera e un cane? Che siano i portatori dei Miraculous della papera e del cane?
Guardandoli, si accorse che non avevano niente di umano.
«Ehi, stai bene?» gli domandò una voce maschile a lui sconosciuta.
Si voltò a sinistra e si ritrovò davanti un ragazzo. Aveva i capelli castani un po’ a punta e gli occhi azzurri. Vestiva degli abiti principalmente rossi e neri e alle mani indossava dei guanti senza dita. Al collo, invece, portava una collana a forma di corona.
«Chi sei? E chi sono quei due?»
«Oh, io sono Sora. E loro sono Paperino e Pippo. Siamo qua per eliminare gli Heartless.»
Ma che sta dicendo? E cosa sono questi “Heartless”?
«Heartless?»
Il misterioso ragazzo indicò le creature, le quali stavano combattendo contro i due animali.
«Ci pensiamo noi a loro. Tu e Ladybug occupatevi di quell’akumizzato!» detto ciò, una chiave gigante comparve nella sua mano e il ragazzo si diresse verso le creature.
«Chat Noir!»
Ladybug atterrò dove prima c’era quel Sora e lo aiutò ad alzarsi. «Va tutto bene?»
«Milady, non sai quanto sono felice di vederti! Sono solo un pochino intontito, ma mi sto riprendendo velocemente. Dimmi un po’, tu sai chi sono quei tre?»
«Hanno detto di chiamarsi Sora, Paperino e Pippo. So solo questo. Anzi, so che hanno il potere di distruggere quelle creature, Heartless le hanno chiamate.»
L’anello di Chat Noir tintinnò, segno che presto l’eroe si sarebbe ritrasformato. Punchown si riprese e urlò furente, rendendo grave la situazione.
«Be’, non abbiamo molto tempo, Insettina. L’akuma è nella spilla sul petto. Rimanderemo le spiegazioni a dopo.»
 
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Sora, Paperino e Pippo corsero dietro a Ladybug. Per loro fortuna, non incontrarono molti Heartless. Mentre loro erano intenti a eliminarli, la ragazza salvava e aiutava le persone in difficoltà.
Sora notò che tutti quanti acclamavano con gioia Ladybug. Si chiese se fosse qualche personaggio molto importante per loro. Forse una principessa!
Spero solo che non sia una delle sette Principesse del Cuore, o avrà l’Organizzazione XIII addosso. Anche se, a guardarla, sembra sia capace di difendersi da sola.
Videro Ladybug fermarsi e parlare allo yo-yo.
«Che starà facendo, secondo voi?» domandò Sora.
Paperino scosse la testa, mentre Pippo provò a dare una risposta: «Magari quello yo-yo è come il Gummifono e adesso starà parlando con il suo amico.»
Sora chiamò Ladybug quando la vide mettere via lo yo-yo. «Ehi! È successo qualcosa?»
La ragazza urlò: «No, ma sarà meglio muoversi.»
Ripresero nuovamente la corsa. Un forte ruggito li fece allarmare. Sora, Paperino e Pippo si fissarono. Doveva essere un Heartless la causa di quel verso.
«Ladybug! Ladybug! Aiuto!»
Un bambino pianse in mezzo alla strada. Ladybug e Sora si precipitarono da lui.
«Sono qui, piccolo. Qual è il problema?»
«Non trovo più il mio papà! Mi aiuteresti a cercarlo?»
Sora vide Ladybug esitare e guardare più volte poco più avanti.
«Sora, Paperino, Pippo. Voi andate avanti. Ho visto che abbiamo superato diversi agenti. Consegno loro il bambino e poi vi raggiungo. Va bene?»
«Non ti preoccupare. Ci pensiamo noi agli Heartless e al tuo amico. Va’ pure!»
«Grazie» e prima di andare indicò loro dove trovare il suo compagno.
 
Appena videro i Champs Elysées, non poterono non emettere un verso di stupore. Davanti a loro si presentava un lungo viale, dove ai lati c’erano molti alberi. In fondo s’intravedeva una specie di monumento. A rovinare il panorama, però, c’erano gli Heartless.
«Sora, guarda!» gli disse Pippo indicando un punto a destra.
Sora spostò lo sguardo sul punto indicatogli dall’amico. Vide un essere alto e grosso avere tra le mani un ragazzo biondo.
«Che sia quello l’“akumizzato”? E quello tra le sue grandi mani deve essere l’amico di Ladybug. Oh, no! È nei guai!» esclamò Sora.
Paperino superò tutti, alzò la bacchetta e lanciò la magia Thunder. L’essere venne colpito da diverse saette e lasciò  la presa sul ragazzo. Dopodiché, il mago di corte si diresse verso gli Heartless per difenderlo da eventuali attacchi, subito imitato da Pippo.
Sora, invece, si recò dal ragazzo per vedere se fosse ferito.
«Ehi, stai bene?» gli domandò studiandolo velocemente.
Indossava una tuta nera; tra i capelli aveva un paio di orecchie, in viso una maschera che metteva in risalto i suoi occhi verdi, al collo un campanellino e dietro alla schiena una coda. Era uguale a un gatto! Com’era successo con Ladybug, sentì la sensazione al cuore.
«Chi sei? E chi sono quei due?» gli disse invece il ragazzo biondo.
«Oh, io sono Sora. E loro sono Paperino e Pippo. Siamo qua per eliminare gli Heartless.»
«Heartless?»
Sora li indicò. «Ci pensiamo noi a loro. Tu e Ladybug occupatevi di quell’akumizzato!» detto ciò, evocò il Keyblade e andò a dar man forte ai suoi amici.
 
Erano gli stessi Heartless di prima: Shadow, Notturno Rosso, Rapsodia Blu e Requiem Verde. L’esperienza gli aveva insegnato che dovevano eliminare prima i Requiem Verde, o avrebbero continuato a curare tutti gli altri.
Gridò a Paperino di usare Aero per farli allontanare, dopodiché disse a Pippo di tenersi pronto. Il mago lanciò la magia di vento e i bersagli furono catapultati in aria. Pippo inclinò lo scudo e Sora, dopo una bella rincorsa, lo sfruttò come catapulta. Ritrovandosi a mezz’aria, il ragazzo li colpì lanciando il Keyblade e riuscì a eliminarli. Diversi cuori volarono verso il cielo.
Oh, sì! Mancano quelli a terra!
Atterrato, Sora osservò la situazione. Paperino bruciava e congelava gli Heartless volanti e Pippo quelli a terra. Mancava poco alla fine della battaglia.
 
Sora fece sparire il Keyblade e si passò una mano sulla fronte. Finalmente non si vedevano più Heartless.
«Miraculous Ladybug!» sentì urlare da Ladybug.
Girandosi verso di lei, la vide lanciare in aria qualcosa e quel qualcosa lasciare il posto a una scia di coccinelle. Questa girò per tutta la città e rimise in ordine il disordine.
Ladybug e il suo amico raggiunsero Sora e i suoi amici e sorrisero.
«Wow! Ma come hai fatto?» le domandò un emozionato Sora. Non aveva mai visto nulla di simile!
Ladybug fece per rispondere, ma una voce maschile s’intromise: «Stai reclutando altri eroi, Sora, o hai deciso di unirti a loro?»
Sora si girò e digrignò i denti alla vista dei membri dell’Organizzazione XIII.
«Xemnas! Xigbar! Lo sapevo che c’era il vostro zampino.»
Ladybug disse qualcosa, ma Sora la ignorò.
Xemnas, che aveva parlato anche prima, rise. «Non puoi essere più in errore di così. Da dove nascono gli Heartless e da cosa sono attirati, Sora? Qui hanno tutto quello che serve e presto tutti quanti cadranno nell’oscurità. E devono ringraziare quei due ragazzini che giocano a fare gli eroi. Adesso cosa farai? Salverai questo mondo o lo lascerai a se stesso, continuando a cercare le altre luci?»
Non attese nessuna risposta. Sparì semplicemente nell’oscurità.
Sora strinse i pugni e spostò l’attenzione su Xigbar, che era rimasto lì. «Che cosa voleva dire?»
L’ex numero II sorrise e disse: «Oh, perché non lo chiedi ai tuoi nuovi amichetti?» e sparì anche lui nell’oscurità.
Sora chiuse gli occhi. Aveva fin troppi pensieri in testa. Paperino fece per dargli sostegno, ma Pippo lo fermò.
«Ragazzi» disse Sora con una nuova determinazione negli occhi, «ci fermeremo un altro po’ in questa città. Che ne dite?» e sfoderò il suo migliore sorriso.
Paperino e Pippo scossero la testa ridendo. Si erano preoccupati per niente!
«Sora, io devo andare» s’intromise Ladybug.
Solo allora il trio si accorse che mancava l’altro ragazzo e che qualcosa stava tintinnando.
«Prima devo dirvi una cosa. Mi è tornato in mente solo dopo aver visto quei due individui. Qualche tempo fa, Xigbar è stato qua. E non era da solo. Sora, riusciresti a farmi vedere la tua chiave gigante?»
Il ragazzo, seppur leggermente confuso, evocò il Keyblade e glielo mostrò.
Ladybug annuì. «Sì, è uguale a quella dell’altro ragazzo.»
«Quale altro ragazzo?»
La ragazza ci pensò un attimo. «Mi sembra di aver sentito Xigbar chiamarlo Rox-qualcosa…»
Sora spalancò gli occhi e la bocca. «Roxas! Questo spiega quelle sensazioni!»
Poiché Roxas, il suo Nessuno, era stato lì e adesso era dentro al cuore di Sora, i suoi sentimenti riusciva a fargli percepire i suoi sentimenti.
«Io e Chat Noir vorremmo avere delle spiegazioni e immagino che le vogliate avere anche voi. Ecco perché abbiamo pensato di incontrarci stasera sulla torre Eiffel. Che ne dite?»
Il trio rispose subito di sì. Dovevano scoprire il più possibile di quel mondo.
«Perfetto. Allora vi dico come arrivarci. Fate attenzione…»
 
Dopo aver dato le indicazioni, Ladybug li salutò con una certa fretta.
Rimasti da soli, Pippo chiese al Grillo se avesse scritto tutto.
Sbucando dal cappuccio di Sora, il Grippo Parlante annuì. «Certo che sì. Amici, dobbiamo stare attenti a quello che diremo stasera. Non possiamo rivelare l’esistenza dei vari mondi.»
Paperino urlò nell’orecchio di Sora: «Hai capito? “Cardine” e “Ordine”!»
Sora annuì e si massaggiò l’orecchio. «Guarda che lo so…»
Una donna con in mano un microfono e un uomo con una telecamera si avvicinarono a loro.
La donna si mise di fianco a Sora e parlò: «Qui Nadja Chamack, in diretta dal luogo dell’attacco. Sono insieme ai tre che hanno eliminato le misteriose creature. Ditemi, come vi chiamate? Da dove venite? Come fanno una papera e un cane a combattere? Chi o cosa sono quelle creature? Come avete fatto a eliminarle? Avete anche voi un Miraculous? Siete qui per aiutare Ladybug e Chat Noir a eliminare il perfido Papillon?»
Sora non sapeva come comportarsi. Molte delle cose chieste da lei non era riuscito a capirle. Guardò i suoi amici per avere sostegno. Ma anche loro erano persi.
Il Grillo sussurrò qualcosa nell’orecchio dolorante di Sora e quest’ultimo lo ripeté alla giornalista: «Io sono Sora. E loro sono Paperino e Pippo. Quelle creature sono Heartless. Non possiamo dirvi di più, se non di stare molto attenti e di non lasciarvi sopraffare dalla paura. E ora dobbiamo andare…»
Senza lasciare il tempo a Nadja di fare altre domande, scapparono via, diretti verso la torre Eiffel.
 
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Papillon strinse i pugni. Da dove erano comparsi quei tre? Se non fosse stato per loro, sarebbe riuscito a prendere il Miraculous di Chat Noir! Senza contare che adesso non avrebbe più potuto sfruttare le misteriose creature per vincere Ladybug.
«Devi fare attenzione, o la tua oscurità ti porterà via.»
Papillon si voltò e vide comparire dal nulla una strana donna. Essa aveva la faccia olivastra e un paio di corna in testa. Indossava un lungo abito nero e in mano stringeva un bastone.
Papillon attivò il sistema di sicurezza. Subito si mise in moto e attaccò l’intrusa.
«Hmpf. Questo è tutto quello che sai fare?» chiese la donna uscendo indenne dall’attacco. Il bastone che aveva in mano stava illuminando di verde.
Papillon indietreggiò spaventato. «C-Chi sei? Come hai fatto? Hai anche tu un Miraculous?»
La donna sorrise. Quel sorriso malefico lo fece raggelare.
«Considerami una tua alleata. Io ti posso aiutare, ma vorrei avere qualche informazione da te.»
Il portatore del Miraculous della farfalla non si fidava di quella donna. Nascondeva qualcosa. Eppure era riuscita a uscire illesa dal suo sistema di sicurezza, quando lui stesso aveva faticato a resistere. Prima doveva sondare il terreno, poi avrebbe deciso.
«Cosa vorresti sapere, donna?»
«Chiamami pure Malefica. Parlami un po’ del potere di quei due ragazzini e di questi Miraculous.»
   
 
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