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Autore: Honest    20/06/2019    3 recensioni
L'amore vince ogni ostacolo e, a volte, ci fa vivere delle avventure che mai ci saremmo aspettati.
Fra matrimoni, viaggi in auto, litigi, musicisti e addii al celibato, Love Me Always ritorna ad essere aggiornata.
Estratto Dal Capitolo 35 - "Heart Attacks and Related Diseases":
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. - commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
[Duncan/Courtney - Trent/Gwen]
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: B, Bridgette, Courtney, Duncan, Geoff, Gwen, Justin, Nuovo Personaggio | Coppie: Bridgette/Geoff, Duncan/Courtney, Trent/Gwen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Finalmente un nuovo aggiornamento a questa storia che è stata per troppo tempo trascurata.
Sono stata felicissima di sapere che là fuori c'è ancora qualcuno al quale interessa sapere come andrà a finire.
Ringrazio di cuore tutti i recensori e i lettori silenziosi e vi auguro una buona lettura.
Honest



Heart Attacks and Related Diseases
 
 
Courtney fece un respiro profondo.
La situazione iniziava a sfuggirle irrimediabilmente di mano.
Gwen, ormai un ammasso di rimpianti e rabbia, si era rannicchiata nel suo letto e si era subito addormentata. La sua valigia ancora da disfare, abbandonata ai piedi del divano in salotto. Le due avevano parlato per ore, cercando di venire a capo di quella situazione.
Più che altro Gwen si era lamentata scioccata dal comportamento del suo futuro marito e Courtney l’aveva rasserenata, o almeno, ci aveva provato. La gotica, infatti, aveva espresso dei seri dubbi sulla sua relazione su Trent e sul fatto che forse non era pronta a fare il grande passo. Ed era stato in quel momento che Courtney aveva deciso di sostituire il tè che stavano bevendo con del vino rosso e, una volta finita la bottiglia, con un paio di shot di tequila. Quello che era scaturito da quella sbronza non era stato niente di buono. Gwen si era addormentata come una bambina, ma non prima di aver mugugnato qualche insulto sconnesso e aver sottolineato come, forse, dopo tutto quello che era successo, Trent non fosse proprio il tipo giusto per lei. A tratti aveva persino rimpianto la sua relazione con Duncan, cosa che aveva lasciato Courtney non poco infastidita.
La ragazza venne riportata alla realtà dai rumori provenienti dall’ingresso, Duncan era rientrato senza troppi convenevoli, annunciando che il padre di Gwen sarebbe stato da Trent per un po’. Courtney, vittima di un mal di testa lancinante, si massaggiò le tempie, mentre il ragazzo si sedeva accanto a lei sul divano.
- Mi sento un po’ in colpa a far spostare il padre di Gwen da una casa all’altra. E poi Trent, davvero? Ti sembra una buona idea? – chiese, mentre il punk le passava un braccio attorno alle spalle.
- Principessa, starà benissimo. Non sa niente del matrimonio a Las Vegas e sono sicuro che non sarà certo Trent a raccontarglielo. – disse Duncan, mettendo a tacere le sue proteste.
- Dov’è Gwen? –
- Dorme nella nostra camera da letto. –
Il ragazzo la osservò un po’ meglio, studiando il viso stanco e le guance arrossate.
- Hai bevuto?-
Courtney alzò gli occhi al cielo.
- Lo sai che ti trovo adorabile da brilla. – mormorò lui, iniziando a baciarle il collo.
- Duncan! No. – biascicò la ragazza. – Sono ancora furiosa con te. –
- Puoi essere furiosa con me, come lo eri stamattina? – chiese lui, riportando alla mente il sesso selvaggio che avevano consumato in camera da letto ed in cucina, prima che la gotica li interrompesse.
- Hai parlato con Trent? – chiese l’ispanica, alzandosi bruscamente e un po’ barcollante.
- No. Ma non aveva un bell’aspetto. Non posso credere che abbia confessato tutto. –
- Avresti preferito che mentisse? – chiese lei, polemica come sempre.
- Dico solo che avrebbe potuto raccontarle tutto in un altro momento. –
- Certo, magari dopo il matrimonio! –
Courtney scosse la testa e si diresse verso la camera da letto.
- Dove stai andando? –
- Non ce la faccio a discutere con te. – concluse, chiudendosi la porta alle spalle.
 
Nella camera Gwen se ne stava rannicchiata sotto le lenzuola, un gomitolo stanco e tremante. Courtney aprì il grande armadio di noce scura e ne estrasse una coperta, che posò delicatamente sull’amica addormentata.
La gotica aprì debolmente gli occhi e mugugnò qualcosa.
- Court? Mi dispiace. –
- Gwen, riposati. Risolveremo tutto. –
- Voglio che ce ne andiamo. Scappiamo da qualche parte. –

 
***
 
Courtney non poteva crederci, era convinta che fosse solo Duncan quello capace di tirare fuori il suo lato peggiore. Lei e Gwen erano in viaggio, verso chissà dove, una valigia nel bagagliai e due grandi paia di occhiali da sole per nascondere i segni della sbornia.
Si erano alzate all’alba e avevano trovato Duncan addormentato sul divano in salotto. Courtney gli aveva dato un delicato bacio sulla guancia e aveva scribacchiato qualcosa su un foglietto di carta prima di uscire di casa con l’amica.
Da lì in poi si erano messe in moto, decise a viaggiare lontano dai rispettivi fidanzati, pronte a vivere un’avventura on the road.
- Non ci credo che lo stiamo facendo. – commentò Courtney, fermandosi ad un semaforo rosso.
- Siamo come Thelma e Louise. – ridacchiò Gwen. – Senza il suicidio, ovvio. – aggiunse.
Courtney in certo senso era felice di quella piccola follia, del resto i ragazzi non erano i soli a potersi concedere pazzie di questo tipo. E poi Gwen aveva bisogno di staccare la spina, di rilassarsi e di fuggire per un po’. E in fondo ne aveva bisogno anche lei stessa, incapace di affrontare Duncan in modo sano o maturo.
- Allora, sai dove vogliamo andare? – chiese impaziente Gwen.
- Che ne dici di un cocktail di gamberetti sulla spiaggia? –
- Perfetto! –
E fu così che la loro folle fuga era iniziata.
Dopo qualche ora di viaggio dopo, entrambi i rispettivi cellulari avevano iniziato a squillare. Gwen aveva rivolto un’occhiata terrorizzata a Courtney.
- Non voglio parlare con Trent. – si era lamentata, fissando lo schermo lampeggiante del suo cellulare. D’istinto aveva gettato il marchingegno nelle mani dell’ispanica.
- Parlaci tu! –
- Cosa? No. Spegnilo. –
Lo sguardo di Gwen, però, così disperato e rassegnato le aveva fatto subito cambiare idea.
- Trent, sto guidando. – aveva risposto secca.
- Courtney, dov’è Gwen? – la voce preoccupata del ragazzo dall’altro lato della cornetta.
- Siamo insieme e siamo in viaggio. –
- Dove? –
- Trent, si tratta di una situazione molto delicata. Abbiamo bisogno di stare da sole per un po’. Abbiamo bisogno dei nostri spazi. –
- Courtney, devo parlare con Gwen. – la voce del ragazzo categorica.
- Qualunque cosa devi dirle puoi riferirla a me. –
- Courtney… -
- Trent, allora? – incalzò lei.
- Il padre di Gwen è in ospedale. – sputò infine lui.
Courtney restò in silenzio, allibita.
- Courtney? Ci sei ancora? –
- Stiamo arrivando. – rispose fredda la ragazza, riattaccando il telefono.
Una rapida inversione ed erano di nuovo dirette verso la strada di casa.
 
***
 
Gwen respirava a stento, mentre percorreva lo sterile corridoio di un ospedale affollato. Nella sua mente un accavallarsi continuo di pensieri e preoccupazioni, la confusione di quei giorni le si era ancorata addosso e le invadeva le emozioni, i sentimenti. Non poteva credere che poco dopo averlo ritrovato, rischiava di nuovo di perdere suo padre.
Incurante delle infermiere che la fissavano angosciate e più forte del mal di testa da sbornia che le trapanava le tempie, raggiunse la reception farfugliando di suo padre. Fu un giovane medico alle sue spalle a spiegarle la situazione, a quanto pare suo padre era fuori pericolo, ma sarebbe stato necessario un periodo di convalescenza e molto riposo. Il suo cuore era debole e l’infarto che lo aveva colpito lo aveva messo a rischio.
Gwen annuì in silenzio, mentre il dottore le spiegava la situazione, intimandole di fargli visita fra qualche giorno. I suoi tentativi di rassicurarla parvero vani, addirittura inutile con l’arrivo di un trafelato Trent, gli occhi verdi colmi di dispiacere.
- Gwen! – esclamò, abbracciandola.
La ragazza lo scansò bruscamente.
- Cosa è successo?-
- Noi… - balbettò il musicista, passandosi una mano fra i capelli. – Noi abbiamo avuto una discussione, si è agitato, e all’improvviso era a terra. –
- Che discussione? – chiese la ragazza stupita.
- Il matrimonio, sa che stiamo avendo dei problemi. –
Gwen rimase in silenzio per qualche secondo, ponderando cosa fare, domandandosi se valesse davvero la pena iniziare quella discussione.
- Gwen, mi dispiace tanto. –
- Non posso credere che tu abbia fatto una cosa del genere. Prima Las Vegas, poi questo. –
- Si è trattato di un incidente, non volevo che stesse male. –
- E allora perché parlarne? –
Di fronte al silenzio di lui, Gwen si voltò e fece per uscire, dopo pochi passi la mano di lui che le afferrava il braccio la costrinse a girarsi.
- Starà bene e risolverò tutto prima del matrimonio. Ci sposeremo e andrà tutto bene. –
- Sei davvero sicuro, Trent? Vuoi davvero sposarmi? Perché tutto quello che hai fatto finora dice il contrario. – commentò caustica, liberandosi dalla sua presa e uscendo dall’ospedale.
 
***
 
Duncan e Courtney se ne stavano seduti uno accanto all’altra nella piccola sala d’aspetto dell’ospedale. La tensione fra loro era palpabile, l’elettricità nell’aria faceva ben intendere le problematiche che stavano affrontando in quel periodo.
- Dove pensavate di andare? – esordì il ragazzo con tono accusatorio.
- Lontano. –
- Lontano da me? –
Courtney non rispose, continuando a fissare il pavimento.
- Non vuoi discutere con me, non vuoi neanche darmi la possibilità di spiegare come sono andate le cose o di scusarmi. Come posso farmi perdonare? – si lamentò Duncan.
- Non c’è più niente da perdonare. Dobbiamo solo andare avanti e vivere con le conseguenze di quello che hai fatto. –
Il punk sospirò.
- Anzi, io devo risolvere i tuoi casini, mentre tu eviti le conseguenze di quello che hai fatto.-
Prima di poter riprendere la loro discussione, entrambi furono sorpresi da Gwen che con gli occhi lucidi attraversava il corridoio per abbandonare la struttura. Courtney da amica leale quale era, fece subito per alzarsi.
- Duncan, dobbiamo essere a Las Vegas la prossima settimana. Dillo anche a Trent e ti prego, cercate di non peggiorare la situazione. – concluse, rincorrendo Gwen.
   
 
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