Film > La Bella e la Bestia
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Autore: zenzero    21/06/2019    1 recensioni
L'incantesimo non si è sciolto come doveva. La Bestia è rimasta tale. Cosa accadrà adesso a tutti loro?
E perché avete tanta maledetta curiosità di scoprirlo?
(fanfic nata durante un paio di eventi sul gruppo facebook We Are Out for Prompt).
Genere: Angst, Horror, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Quasi tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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è una storia sai dark più che mai
La Bestia giaceva lì, mortalmente ferita, gli splendidi occhi blu che si chiudevano un’ultima volta, immersi in una sofferenza che pian piano lasciava posto solamente al gelo.
“Ti prego… non lasciarmi!” protestò Belle, aggrappandosi al suo petto, cercando calore e battiti che presto non avrebbe mai più trovato. “Io ti amo…” sussurrò.
Perché non glielo aveva detto prima? Ormai lo sapeva da tempo. Si era innamorata di lui. Anche se non aveva più nulla di umano. Anche se l’aveva rapita. Nulla aveva più importanza. E ora non lo avrebbe mai saputo.
Per un tempo infinito la pioggia la bagnò inutilmente. Udì solamente i singhiozzi dei servitori. Poi tutto d’un tratto avvertì che la notte si faceva meno buia. Piccoli lampi luminosi rischiaravano la tempesta.
Con sorpresa si accorse delle strane piccole scintille che precipitavano tutto intorno, su di lei, sul terrazzo, sulla Bestia, li ricoprivano in una folle grandine luminosa e calda.
Sussultò mentre il corpo di lui si sollevava da terra, una forza sovrannaturale lo animava come un fantoccio. ‘Magia’, si ritrovò a pensare la ragazza. Lo sapeva e basta.
Mentre il corpo del suo amato sussultava, il sangue smetteva di scorrere dalla ferita fatale. Allungò braccia e gambe, come se si stesse sgranchendo le membra dopo un lungo sonno.
Il vento lo avvolgeva come in un turbine, agitandogli il mantello addosso. E dopo un lungo istante, la Bestia cadde dolcemente a terra.
Belle lo guardò immobile, indecisa su cosa fare. Ma di colpo, senza preavviso, il corpo prese vita, e non poté che lasciare che si alzasse da terra. Lui si mise in piedi senza sforzo.
Poi si voltò.
“Belle…” disse, la solita voce roca “Sono… sono vivo!”
Belle deglutì. Lo guardò attentamente. Non c’erano dubbi. Facendosi coraggio, accarezzò la pelliccia fulva e morbida. Guardò quegli occhi profondi come il mare. Nulla era cambiato. Ma non le importava. Lo amava così com’era.
“Sì… sono contenta!” disse.
Lo cinse come poteva e si strinse a lui. Il suo bacio fu intenso e dolce come si aspettava.
Neanche lui sembrava preoccupato che l’incantesimo non si fosse sciolto. Gli bastava avere l’amore di Belle per essere felice di sé stesso.
Lei lo amava. Forse più di prima, perché lo amava nonostante il suo aspetto. Era così sbagliato?

Un Mese Dopo

Un vento freddo rendeva molto, molto pericoloso restare sul ciglio del terrazzo della torre principale. Ma i servitori erano decisamente preoccupati per ben altro. Loro erano i superstiti, dopo i numerosi incendi che gli altri si erano appiccati per andarsene il prima possibili.
Superstiti, ancora per poco.
“Io non sono sicura… sarà la scelta giusta?” chiese Miss Brick, guardando in basso, verso lo strapiombo, che sembrava essere tanto profondo da raggiungere le porte dell’inferno. Lo stesso che aveva accolto tra le sue braccia Gaston.
“L’unica che ci rimane” rispose Lumière laconico.
Tokins alle sue spalle annuì, il volto stanco privo di espressione, le lancette immobili.

“È  la scelta giusta mamma. Io non ricordo più cosa voglia dire essere un bambino, e non lo sarò mai più su questa terra!” esclamò Chicco, esibendo uno squarcio che gli attraversava metà del volto ma che non minava il suo ottimismo infantile. “Sono sicuro che in paradiso potrò ritornare com’ero!”
“Ha ragione!” concordò Spolverina. “Il buon Dio avrà misericordia di noi!”
“D’accordo” disse la teiera dopo un lungo silenzio. “Non voglio vivere come un abominio per il resto dell’eternità!”
I cinque suppellettili si strinsero l’uno all’altro, per farsi forza. Mrs Brick chiuse come poté gli occhi di Chicco.
Dopo pochi istanti, come con un accordo silenzioso, si gettarono assieme dal torrione.

🌹


Il folto gruppo di francesi avanzò inesorabile attraverso la foresta magica, ognuno reggendo un’arma, chi di fortuna, chi d’ordinanza. Stavolta, era stato allarmato anche l’esercito, e vari uomini dai paesi vicini. Maurice era con loro. Non camminava in testa al gruppo, ma cercava di mescolarsi alla folla, proteggendo il capo ormai glabro con un vecchio cappello.
Non c’era più nulla che potesse fare per salvare sua figlia. Non dopo che era stata plagiata da quella creatura. Non dopo che si era macchiata dell’assassinio del povero Gaston. Quell’innocente diceva il vero.  
Quella bestia aveva sedotto sua figlia, iniziandola sicuramente ai piaceri promiscui, privandola del futuro del matrimonio.
L’aveva portata sulla via del male.
Maurice aveva provato i primi tempi a parlarle, a convincerla, ma poi aveva capito. Belle non aveva più intenzione di tornare alla sua vita civilizzata.
Proteggeva anzi Bestia durante i suoi attacchi notturni, quando sotto la luna piena razziava le case abbandonate o aggrediva il bestiame. Lo accompagnava e lo avvertiva se arrivava qualcuno e lo difendeva con un fucile a pallini, altro esempio evidente di quanto la sua psiche fosse compromessa.
Sua figlia non poteva più essere salvata da nessuno, ormai, e il pover’uomo si era messo il cuore in pace.
Quando raggiunsero però il castello, aspettandosi un nuovo attacco da parte dei suoi seguaci, maledetti quanto il loro Principe, non trovarono resistenza.
Il castello si ergeva, minaccioso come sempre. Il silenzio regnava sovrano. Neanche i corvi osavano emettere un gracchio. Solo una pioggia lieve e deprimente bagnava tutto. Distrussero il portone principale.

Il salone d’ingresso era vuoto. Filtrava a malapena la sola luce delle finestre.
Parte del muro era talmente scuro che neanche la luce lo illuminava bene. Accanto, videro i resti carbonizzati, una pila numerosi oggetti di ogni foggia impilati uno sull'altro. Era stato il loro padrone a gettarli nelle fiamme? O lo avevano fatto spontaneamente?

I loro passi rimbombavano sui muri coperti di ragnatele e macchie di muffa. Anche la stanza del padrone di casa era vuota, e abbandonata da molto, molto tempo.
Erano riusciti a fuggire.
“Dove sarai andata, Belle? Siete fuggiti assieme, non è così?” si chiese Maurice, osservando i resti di una rosa secca, completamente nera, posata all’interno di una teca di vetro tutta impolverata.
In cuor suo, pur provando vergogna, il vecchio si ritrovò a sperare che almeno lei fosse felice.
   
 
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