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Autore: Lady I H V E Byron    23/06/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
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Note dell'autrice: eeeeee... Redcliffe è finita! Per ora...


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-Eh?-
Sora era confuso: da come ne avevano parlato sia Alistair che Morrigan, si aspettava di entrare in un luogo mistico, pieno di demoni; invece, notò di essere in un luogo a lui familiare. Nel castello di Redcliffe.
-Non capisco…- mormorò, grattandosi la testa –Siamo tornati nel castello? La nostra missione è fallita?-
-Se così fosse, dove sono Alistair, Bann Teagan, Morrigan, Leliana, Sten e il cucciolo?- fece notare Pippo, anche lui confuso.
L’atmosfera sembrava persino più cupa, come fosse notte. Il silenzio regnava sovrano.
Loro erano le uniche presenze dentro il castello. Nessun servo. Anche i cavalieri erano spariti. E i mobili erano puliti ed in perfetto ordine. Nessun segno di battaglia, tantomeno chiazze di sangue.
Silenzio ed ordine.
Isolde provò persino a guardare fuori dalla finestra; urlò di terrore.
-Per il Creatore! Guardate!- esclamò, indicando verso l’esterno. I tre forestieri accorsero. Poi impallidirono, appena guardarono la finestra: fuori dal castello non c’era Redcliffe, ma morte e distruzione.
Il villaggio era distrutto e messo a fuoco. Il cielo era oscuro e pieno di nuvole. Non vi era nemmeno un raggio di sole. Solo un’inquietante luce rossa che filtrava dalle nuvole oscure. E il lago Calenhad era rosso, sporcato dal sangue dei numerosi cadaveri che vi galleggiavano. E tanti Heartless che danzavano a tale spettacolo. Dentro regnava l’ordine, ma fuori il caos.
-Questa non è Redcliffe!- realizzò Isolde, più preoccupata di prima –Siamo nell’Oblio! Siamo dentro i sogni di Connor! No, nell’illusione del demone di Connor!-
-Quindi è questo quello il suo obiettivo…- mormorò Sora, serio –Dobbiamo trovare quel demone! E subito!-
Gli altri annuirono.
-Sì, prima lo troviamo, prima usciamo da questo incubo!- approvò Isolde, determinata.
Si trovavano in una delle ali laterali: non avevano idea della vera ubicazione del demone. Ma un altro elemento li stupì.
-Connor! Connor, dove sei?-
Era una voce maschile. Di un uomo anziano. Infatti, poco distante da loro, uno spettro camminava per i corridori. La sua figura era nitida e ben configurata. Ma era bianca, eterea, come uno spettro.
-Eamon!- esclamò Isolde, correndo da lui.
Ma la stessa voce si levò da un altro punto della stanza.
-Connor! Figlio mio!-
Un altro Eamon.
Alla sua richiesta, la voce di Connor. Era apparsa persino la sua figura.
-Papà! Dove sei?-
Anche Sora, Paperino e Pippo si guardarono intorno, inquieti. C’erano spettri di Eamon e Connor, intenti a cercarsi l’un l’altro, senza trovarsi, nonostante fossero così vicini. Isolde era confusa.
-Che sta succedendo…?- domandò, girandosi nervosamente da tutte le parti. Il marito ed il figlio… ovunque –Eamon e Connor sono qui… ma non mi sentono nemmeno! Cosa facciamo?-
Sora non sapeva cosa rispondere: non sapeva nulla di quel mondo. Ed era la prima volta che entrava nell’Oblio. Chi era veramente confuso era lui. Non era come il regno dei sogni che aveva visitato nel suo ultimo viaggio. Non poteva nemmeno evocare i Dream Eaters per aiutarlo. Non doveva spaventare o insospettire ulteriormente Isolde.
Nemmeno Paperino e Pippo si sentivano a loro agio, nell’Oblio.
-Saremo condannati a rimanere qui per l’eternità…?- si preoccupò Pippo.
No, non potevano. Dovevano salvare Connor ed Eamon. Dovevano salvare il Ferelden dal Flagello. Dovevano trovare e sconfiggere il Maestro Xehanort.
Non potevano permettersi di rimanere prigionieri di un sogno.
E l’unico modo era trovare il demone del desiderio. Ma dove poteva essere…?
-Venite! Di qua!- esclamò Isolde, correndo verso una stanza.
-Isolde, dove andate?- domandò Sora, spaesato dal suo comportamento.
-Nella mia stanza. Non so perché, ma sento che Eamon è proprio lì.-
Infatti, così fu.
Al centro della stanza, vi stava Eamon. Ma non era uno spettro. Sembrava quello vero.
Isolde si commosse di nuovo.
-Eamon!-
Stavolta, la figura si voltò, sorpresa.
-Isolde…?-
L’aveva sentita e l’aveva riconosciuta: la donna corse da lui, in lacrime, abbracciandolo. Lo aveva toccato, non gli era passato attraverso: era quello “vero”.
-Oh, Eamon! Sei qui!- disse, stringendo il marito sempre più forte.
Un po’ confuso, Eamon ricambiò l’abbraccio: non sapeva spiegarsi il motivo della presenza della moglie, ma anche lui era lieto di vederla.
Sora comprese la “sensazione” della donna: non era una semplice sensazione. Era il legame dei cuori di Eamon e Isolde. Il legame che li univa. Quello dell’amore.
C’era una notevole differenza di età tra i due coniugi, ma questo non aveva impedito ad entrambi di amarsi.
Eamon aveva ormai i capelli e la folta barba grigi e le rughe lo rendevano più anziano della sua età. Connor non aveva preso molto dal padre, esteriormente.
-Isolde, cosa… Cosa fai qui? Come sei arrivata qui?- domandò Eamon, osservando il volto pieno di lacrime della moglie. Ella indicò i tre forestieri.
-Sono stati loro. Questo ragazzo possiede un’arma magica che mi ha permesso di entrare nei sogni di Connor.-
Sora, Paperino e Pippo si inchinarono.
-Arle Eamon, è un piacere.-
-Anche per me. Vorrei accadesse in un’altra circostanza e in un altro luogo.-
-Ma…- un’ombra di incertezza prese la donna –Non capisco. Tu come puoi essere qui?-
-Non ne ho idea.- fu la risposta –L’ultima cosa che ricordo è uno strano capogiro e il volto di quel mago, mentre sussurrava: “Da parte di Loghain…”-
Sora serrò le labbra.
-Ancora quel Loghain… immaginavo che Xigbar fosse in combutta con lui…- mormorò.
Isolde riprese a piangere, stringendosi a suo marito.
-Oh, Eamon… mi dispiace… è tutta colpa mia…-
Anche lui la abbracciò, per consolarla.
Non dovevano, però, perdere tempo: dovevano trovare il demone il prima possibile.
-Arle Eamon, scusate se vi interrompo.- tagliò corto Sora –Ma ci serve anche il vostro aiuto e non abbiamo molto tempo. Sapete dove si trova il demone?-
-Non ne ho idea.- rispose lui, staccandosi da Isolde –Per quanto mi ostini a cercare, qui non ho trovato nessuno. Né Connor, nemmeno il demonio.-
Di nuovo al punto di partenza. In situazioni normali, Sora si sarebbe affidato al suo cuore, per trovare la soluzione: ma era confuso, spaventato, perduto. Era in un luogo che non aveva mai visitato prima, diverso da tutti quelli che aveva visitato nei suoi ultimi viaggi. E Paperino e Pippo ne sapevano quanto lui.
Poi, si rese conto di avere due risorse: Isolde ed Eamon! Sapeva come trovare Connor!
Si era rivelata una fortuna, aver portato la donna con loro.
-Lady Isolde, arle Eamon, mi serve il vostro aiuto.- disse, tornando sereno –E’ vero, io non so nulla della vostra cultura, ma voglio rivelarvi una cosa della mia. Abbiamo un detto: “Possa essere il tuo cuore essere la tua chiave guida.”.- Erano le parole di Yen Sid, pronunciate poco prima della loro partenza verso la loro nuova avventura.
Isolde ne rimase affascinata.
-E’ molto bello. Ma ne ignoro il significato.-
-Io non so nulla dell’Oblio. E non conosco Connor. Ma voi sì e so che entrambi avete un legame molto profondo con lui. Ho bisogno del vostro legame, per trovare vostro figlio.-
Eamon era confuso dalle parole del ragazzo, ma se la moglie si fidava di loro, allora anche lui poteva fidarsi.
-Certo. Cosa dobbiamo fare?- domandò l’uomo.
-Prima, lady Isolde, mi avete preso la mano e donato il vostro amore per aprire il portale. Ora vi chiedo, a entrambi, di impugnare il Keyblade insieme a me e pensare intensamente a vostro figlio.-
Isolde fece quanto richiesto, anche Eamon. Anche loro impugnarono il Keyblade, posando le loro mani su quella del ragazzo. Pensarono a Connor. La punta della spada si illuminò di nuovo, e partì un raggio. La prima volta era servito per aprire un portale: quella volta segnò un percorso sul pavimento.
Sora tirò un sospiro di sollievo, così i suoi amici: finalmente una pista. Poi osservò i coniugi, stupiti dello straordinario potere del Keyblade.
-Ci porterà da vostro figlio.- disse lui –Ora andiamo.-
La resa dei conti era vicina.
Il cortile. O meglio, quello che sembrava il cortile. Non era come nel mondo reale. Non c’era più l’erba, ma solo una distesa arida di terra.
Ecco come sarebbe stato il mondo, se avesse vinto il demone del desiderio: arido, spento e pieno di Heartless. E con cadaveri umani infilzati nelle picche.
Il demone del desiderio era in mezzo al cortile, a contemplare il suo mondo.
Sora lo osservò con odio e disprezzo, prima di correre verso di lui, seguito da Paperino e Pippo. Eamon ed Isolde chiusero la fila. Volevano assistere di persona alla distruzione del demone che si era insediato dentro il loro figlio.
-E’ finita, demonio!- esclamò il ragazzo, sguainando il Keyblade. Anche Paperino e Pippo fecero la medesima cosa con le loro armi.
Il demone si girò verso di loro, per nulla allarmato o preoccupato. Anzi, quasi sorrideva.
-Oh, davvero, ragazzino…?- sibilò, camminando verso di loro, con movimenti fluenti, quasi seducenti –Quindi è così che deve finire…? Che peccato… proprio quando mi stavo divertendo…-
I coniugi Guerrin gli rivolsero uno sguardo furioso, come i tre forestieri. Isolde si teneva stretta ad Eamon, e lui la stringeva come per proteggerla.
-Ingannare un bambino e usarlo controllare gli Heartless per uccidere innocenti non è divertimento!- ribatté Sora –E non avevi diritto di impossessarti di lui!-
-Oh, ma io non ho costretto nessuno. Lui mi ha permesso di impossessarmi della sua mente e del suo corpo.-
-No, Connor non lo avrebbe mai fatto!- rispose Isolde –E’ un bambino buono e cresciuto con i principi della Chiesa, non avrebbe mai ceduto se stesso ad un demone di sua spontanea volontà.-
-Anche se si tratta di salvare suo padre?-
Restarono tutti in silenzio. In effetti, non era ignoto quel movente. Connor stesso lo aveva rivelato, sia da bambino normale che da posseduto.
-Quindi… lo hai ingannato…?- si sconvolse Sora. Non era la prima volta che udiva di inganni, ma non si sarebbe mai stupito abbastanza della malignità di certe persone.
-I soggetti più giovani…- spiegò il demone, girando intorno al quintetto -…sono più facili da ingannare. L’uomo con il cappotto nero e la benda sull’occhio aveva avvelenato suo padre. Avrebbe fatto qualsiasi cosa, per salvarlo. Io mi sono solo fatto avanti, proponendogli un accordo. Lui ha accettato di accogliermi nel suo corpo e io ho, di conseguenza, legato l’anima del padre alla mia, mantenendolo in vita, quello che, effettivamente, voleva il piccolo Connor. Uno scambio equo, mi sembra.-
Eamon finalmente comprese perché si trovava nei sogni di Connor: egli stesso era legato a Connor.
Padre e figlio legati da uno stesso filo. E quel filo era il demone del desiderio. Se lo avessero eliminato, Connor sarebbe stato libero. Ma cosa ne sarebbe stato di Eamon?
-Ma come puoi controllare gli Heartless?-
-Oh, quello è stato l’uomo con il cappotto nero e la benda sull’occhio. Sì, non avrei mai raggiunto il mio obiettivo se non fosse stato per lui. Ha convinto il piccolo Connor a cedere alla mia proposta e mi ha insegnato come controllare gli Heartless, non appena mi sono impossessato di Connor.-
-Sei una spregevole creatura!- maledisse Isolde –Hai rovinato la mia famiglia! Ma ora è finita! Mio figlio sarà salvo e tu non potrai più fare del male!-
Il demone alzò un dito.
-Ah-ah! Sfugge un particolare.- avvertì –Vi ricordo che l’anima di Eamon è legata a me. Se mi eliminate, Eamon sarà sempre più vicino alla morte. E sono ben cosciente che vi serve il suo aiuto contro il Flagello…- Sora si sentì a disagio: era un bel dilemma; Eamon sarebbe morto, se avesse eliminato il demone? Secondo Alistair, Eamon aveva un notevole contingente dalla sua parte, utile contro i Prole Oscura; ma non poteva lasciare che Connor vivesse un’intera vita da abominio; non era la vita adatta per un bambino.
-Non dargli ascolto, ragazzo!- fu proprio arle Eamon stesso a parlare –Preferisco morire che vivere da prigioniero in un mondo a me estraneo! E preferisco mio figlio libero che da abominio! Elimina quel demonio!-
Sora aveva preso la sua decisione.
-Hai sentito? Hai perso!-
-Mh… forse. Ma ho ancora una carta nel mio mazzo…- stava osservando Paperino, sorridendo; questi deglutì, quasi tremando. Era proprio lo stesso demone del suo sogno.
Improvvisamente, se lo ritrovò dietro. Gli aveva messo una mano sulle spalle, come per rassicurarlo.
-Io vedo dentro di te, Paolino Paperino…- gli sibilò all’orecchio –Vedo il tuo desiderio… tu desideri una vita dove non sei costretto a viaggiare per eliminare gli Heartless e i Nobodies… sì, io vedo dentro di te… nei tuoi ricordi… sì… quella volta che avevi l’occasione di cambiare la storia… dove potevi essere tu il re del tuo regno… io posso renderlo reale… io posso renderti re… posso renderti ricco… avrai tutto il mondo ai tuoi piedi… basta solo… che ti arrenda a me… e potrai ottenere tutto questo…-
Paperino era come ipnotizzato dalle sue parole. C’era qualcosa di magnetico ed ipnotico nella sua voce. Così calda, rassicurante, morbida… abbassò lo scettro, quasi in procinto di lasciarlo cadere per terra.
Sora e Pippo si guardarono, allarmati e preoccupati per l’amico.
-No, Paperino! Non farlo!- esclamarono.
Ma lui non si mosse: era paralizzato.
Ciò compiacque il demone, che sorrise di nuovo, porgendogli una mano aperta, con il palmo verso l’alto.
-Allora… affare fatto…?-
Sora e Pippo scossero la testa, silenziosamente, come per supplicargli di non farlo.
Paperino, con lo sguardo fisso in avanti, da ipnotizzato, allungò la mano libera, posandola lentamente su quella del demone.
Ma la respinse con forza. Poi si voltò di scatto, con lo scettro puntato verso il demone.
-THUNDAGA!-
Un fulmine partì da esso, colpendo il demone in pieno ventre, che cadde dopo un volo di quasi due metri. I coniugi Guerrin si erano rifugiati da un lato del cortile, per non essere colpiti.
Paperino aveva un’aria furiosa.
-Ti aspetti che io accetta una tua offerta, dopo aver visto cosa può fare un demone nel corpo di un mago?!- fece notare –Preferisco piuttosto mantenere il mio libero arbitrio e il mio aspetto, grazie!-
Lanciò diversi fulmini al demone, facendolo barcollare e gemere. Era come se volesse più che altro farlo soffrire, che eliminarlo.
Sora e Pippo furono lieti della purezza del cuore di Paperino: era attratto da offerte simili, ma era altrettanto giudizioso da notare le conseguenze.
-E non dimenticare che se osi fargli del male, dovrai vedertela con noi!- avvertì il ragazzo, determinato –E’ per questo che servono gli amici!-
-Connor non ha avuto nessuno al suo fianco, questo ti ha permesso di impossessarti di lui con facilità, ma non stavolta!- aggiunse Pippo.
Nessuno dei due fece un passo avanti: Paperino dava l’idea di voler affrontare da solo quel demone. Forse proprio per dimostrare agli amici che non cedeva facilmente alle tentazioni.
Continuava a lanciare fulmini, senza dare al demone la possibilità di contrattaccare.
Ai suoi fulmini, si aggiunsero i colpi di scudo di Pippo, quelli lanciati.
Il demone si piegò su se stesso.
Era indebolito. Lo era dallo scontro nel mondo reale. E in più non poteva evocare gli Heartless.
Era il momento.
Sora corse da Eamon ed Isolde, ancora nascosti in un angolo.
-Arle Eamon! Lady Isolde! Dobbiamo sconfiggere questo demone insieme!-
-Cosa dobbiamo fare?- domandò l’uomo, senza ombra di paura.
-Pensate a Connor e impugnate il Keyblade con me un’ultima volta!-
Connor era sempre nei loro pensieri. Decisi, eseguirono l’ordine di Sora.
Un raggio di luce partì dal Keyblade, colpendo il demone del desiderio in pieno petto. Esattamente come Sora aveva sconfitto Xemnas, un anno prima.
Infatti, sul corpo del demone, da quel punto lucente, comparvero delle crepe, che lo circondarono tutto.
-No… NOOOO!!!- esclamò, guardandosi inorridito. Poi esplose. Il suo corpo era divenuto una serie di cristalli che si liberarono al vento.
Era finita.
Il Demone del Desiderio era finalmente sconfitto.
Connor era salvo. E libero.
Isolde era ancora stretta a Eamon. Ma, tutt’ad un tratto, si accorse che stava gradualmente abbracciando il vuoto.
-Eamon…?- fece, allibita.
-Isolde!-
Svanì anche lui, come polvere al vento.
Era come aveva spiegato il demone, poco prima: se fosse morto, il suo legame con Eamon si sarebbe spezzato. Eamon non era più nei sogni del figlio.
Isolde era paralizzata: sperò con tutto il cuore che eliminare il demone non avesse provocato qualcosa di anomalo nel marito.
-Presto, lady Isolde! Dobbiamo andarcene da qui!-
La voce di Sora la destò dai suoi pensieri.
Anche il paesaggio circostante stava per svanire: dovevano tornare nel mondo reale, o anche loro sarebbero svaniti.
Sora usò di nuovo il Keyblade per creare il portale verso il mondo reale. Lui, Paperino, Pippo ed Isolde vi saltarono dentro insieme.
Un altro portale si aprì nella stanza di Connor, facendo quasi sobbalzare i presenti. Sora, Paperino, Pippo ed Isolde comparvero, quasi cadendo sulle proprie ginocchia, a causa del salto.
Erano illesi. Ciò fece sollevare chi avevano intorno.
-Sia ringraziato il Creatore!- osannò Leliana –Siete vivi e illesi!-
Sora ridacchiò, soddisfatto.
Teagan stava aiutando la cognata a rialzarsi.
-State bene, Isolde?- domandò, premuroso.
-Sì, il demone è stato finalmente sconfitto. Connor! Per il Creatore, Connor!- si piegò di nuovo sul figlio, ancora incosciente; sentendosi chiamare, mosse lievemente le palpebre.
Si stropicciò gli occhi e sbadigliò.
-Mamma…?-
La donna pianse di gioia: era vivo. Ed era normale. Non era più posseduto.
-Mamma, ho fatto un incubo orribile. Papà…-
Isolde lo abbracciò, felice come non mai.
-Oh, Connor! Sei tornato!- esclamò, con grande sollievo dei presenti -Grazie al Creatore, ha funzionato! HA FUNZIONATO!-
Osservò Sora, e gli disse “Grazie” solo con il movimento della bocca. Sora sorrise e fece un cenno con la testa.
Anche Connor abbracciò la madre, confuso, ma contento.
-Mamma, ti senti bene?-
-Tesoro mio, non mi sono mai sentita meglio.-
-Hai i capelli sciolti e tutti in disordine. E il vestito sporco e pieno di pieghe.-
Isolde ebbe un’epifania: effettivamente, non si era accorta che, per tutto quel tempo, la sua acconciatura si era disciolta e l’avventura dentro l’Oblio aveva forse rovinato il suo vestito, o si era semplicemente sporcato quando si era chinata sul figlio.
-Cosa…?- disse, guardandosi –E perché nessuno mi ha detto nulla?! Per il Creatore, sarò impresentabile…-
-Zio Teagan!-
Senza pensarci due volte, Connor, staccatosi dalla madre, corse da Teagan, abbracciando anche lui. Questi lo prese in braccio.
-Perché sei vestito come il giullare di corte?-
Anche Teagan si osservò: nonostante si fosse liberato del cappello, aveva ancora il completo da giullare indosso. Questo lo mise in imbarazzo.
-Ah, per il Creatore, me ne sono dimenticato…- mormorò, abbassando lo sguardo.
Morrigan, Sora, Paperino e Pippo ridacchiarono, anche il mabari.
-E voi chi siete? Amici di mio zio? O del mio papà?-
-Io sono Sora, lui è Paperino e lui è Pippo.- presentò Sora.
-Io sono Leliana.- si fece avanti la sorella, sorridendo dolcemente –La signora che vedi lì è Morrigan, il gigante è Sten, lui è il nostro mabari. E lui è Alistair.-
Il bambino e il giovane si osservarono negli occhi.
-Alistair?- si stupì Connor, sorridendo –Il bambino che viveva qui prima di me? Mio padre mi ha parlato tanto di te!-
Alistair si stupì: questa frase l’aveva già pronunciata poco prima. Inoltre, lo stava osservando come fosse la prima volta in cui lo avesse visto.
-D-davvero…?- per non destare sospetti, doveva stare al gioco.
Teagan aiutò il nipote a scendere, così da permettergli di avvicinarsi ad Alistair.
-Sì. Oh, devo andare dal mio papà a leggergli qualcosa. Vieni con me? Così ti racconto tutto.-
Un po’ sorpreso, Alistair accettò l’offerta.
-Sì, certo…-
Uscirono insieme dalla stanza per entrare in quella di arle Eamon. La reazione del bambino aveva sorpreso tutti.
-Sembra che non ricordi nulla degli ultimi avvenimenti…- notò Teagan –Meglio così. Per lui.-
Ma non era finita. Il demone era stato sconfitto, e gli Heartless erano spariti da Redcliffe. Ora mancava il problema principale.
Si riunirono tutti nella stanza di Eamon. Connor stava seduto sul letto, a leggere qualcosa ad alta voce ad un uomo anziano, dalla folta barba grigia che gli copriva la bocca, incosciente sul letto: arle Eamon.
Isolde si era di nuovo raccolta i capelli dietro e cambiato abito, mentre Teagan aveva di nuovo la sua armatura indosso.
-Il villaggio e il castello, adesso sembrano essere salvi…- iniziò Teagan, inquieto; poi osservò il fratello –Ma qualunque cosa gli abbia fatto il demone, adesso sembra peggiorare.-
-Quando ero nell’Oblio, il demone ha rivelato che nel patto stipulato con Connor ha legato la sua anima a quella di Eamon.- rivelò Isolde, dello stesso umore del cognato -Così manteneva Eamon vivo, ed è così che ha ingannato Connor.-
-Ma ora il demone è morto…- ricordò Morrigan.
-L’unica cosa che può salvare Eamon è l’Urna delle Sacre Ceneri.-
La stessa urna di cui Donall aveva parlato ad Alistair, quando erano a Lothering.
-Isolde, siete certa che sia una buona idea? E se fosse solo una leggenda?-
-Dobbiamo almeno tentare. Ho mandato alcuni cavalieri da un certo Fratello Genitivi, a Denerim, per saperne di più. Lui ne sa qualcosa.-
-Ma non sono tornati…-
Come aveva riferito Donall. Egli stesso riteneva false le voci sull’Urna e che forse stavano correndo dietro ad una leggenda.
Ma serviva Eamon contro la Prole Oscura. Il suo esercito sarebbe stato di grande aiuto. Come la sua parola contro Loghain. Se c’era un briciolo di speranza per farlo guarire, allora la miglior scelta sarebbe stata coglierla.
Sora ed Alistair stavano pensando la medesima cosa
-Lady Isolde…- fece Alistair –Andremo noi.-
Morrigan gli rivolse uno sguardo quasi disgustato.
-Ma dico, sul serio?-
-Troveremo l’Urna delle Sacre Ceneri per salvare Eamon.- tagliò corto il Custode Grigio, senza ascoltare la strega.
Paperino, nel frattempo, era intento a fissare il panorama dalla finestra della stanza: dava sul lago Calenhad. Ma i suoi occhi erano fissi su una strana torre, in lontananza, dall’altra parte del lago.
-Ehi, Leliana…- disse, guardandosi indietro; la sorella, sentendosi chiamata, si voltò e si avvicinò al papero.
-Sì?-
-Cos’è la torre laggiù?-
-Quella? E’ la torre del Circolo dei Maghi.-
-Il Circolo dei Maghi? Quindi è lì che abitano i maghi?-
-Esattamente. Il culto di Andraste prevede norme molto severe su chi nasce col dono della magia. “La magia deve servire l’uomo, non assoggettarlo”. Queste sono le parole di Andraste stessa, contro i magister dell’Impero. Dalla caduta dell’Impero, sono nati i Circoli, dove i maghi vivono e imparano a controllare la magia.-
Quindi tale era il destino dei maghi in quel mondo. Paperino doveva saperne di più.
Si avvicinò ad Alistair.
-Ehi, Alistair. Non è che, come prossima tappa potremo andare alla Torre del Circolo?-
Il giovane accettò senza indugio.
-Non vedo perché no.- rispose, infatti –Dopotutto, dobbiamo anche passarci, visto che i Trattati prevedono che i Custodi devono chiedere aiuto anche ai maghi, durante un Flagello.-
Pippo si offese e si avvicinò a loro.
-Ehi! Non è giusto!- protestò –Avevi promesso saremo andati a Honnleath, dopo Redcliffe! Per il golem, ricordi?-
Alistair ricordò, con imbarazzo.
-Hai ragione, scusa, Pippo. Ma, sai, i maghi…-
-Pippo, io DEVO andare laggiù.- tagliò corto Paperino, stringendo i pugni –Io… devo sapere… i maghi…-
Dal momento in cui Morrigan aveva parlato loro di maghi, eretici ed abomini, Paperino era diventato quasi paranoico, più teso, inquieto. Paperino era curioso della condizione dei suoi simili, in quel mondo; anche Sora lo era.
Pippo comprese, mettendo una mano su una spalla dell’amico.
-Va bene. Andiamo pure alla Torre del Circolo, poi a Honnleath.-
-Sì, vedremo di incastrarci tutto.- concluse Alistair.
-Ma dovete fare presto anche per Genitivi.- ricordò Teagan –Senza la magia del demone, a mio fratello non resta molto tempo.-
-Torneremo in tempo, non temete.- rassicurò Sora, determinato.
Morrigan sospirò di nuovo.
-Dove troverà tutta quella forza e quell’ottimismo, io non capisco…-
-Per non parlare dell’uomo che ha avvelenato mio fratello, ancora a piede libero.-
-Troveremo anche lui.- tagliò corto Sora, serio –Quell’uomo è la priorità mia e dei miei amici. Ci pensiamo noi.-
Isolde sorrise lievemente e fece un cenno con la testa.
-Andate, allora, e che il Creatore vi accompagni. Vi prego, accettate queste almeno. Vi copriranno dal freddo.-
Dei servi, tra i sopravvissuti dell’attacco degli Heartless, porsero ai forestieri dei mantelli di flanella. Morbidi e caldi. Così avevano risolto il problema del freddo.
-Grazie, lady Isolde.- ringraziò Alistair, con un lieve inchino –Ma… per caso sapete anche dove possiamo recuperare un’armatura? Durante il viaggio ci farebbe comodo, soprattutto contro la Prole Oscura.-
Fu Teagan a rispondere.
-Tornate al villaggio. C’è un fabbro, Owain, padre di una delle ancelle di lady Isolde, che forse è disposto ad aiutarvi.-
-Grazie.-
Si congedarono tutti. Anche Teagan uscì dalla stanza di Eamon.
-Sora.-
Il ragazzo si fermò, voltandosi. Isolde non lo aveva mai chiamato per nome. Aveva le mani sul ventre, con le dita intrecciate e lo sguardo basso.
-Avevi ragione.- ammise –Se Redcliffe è stata attaccata ogni notte e gli abitanti uccisi è stata solo colpa mia. Avevo così paura di perdere mio figlio che ho fatto le scelte sbagliate. E sì, anche su Alistair avevi ragione. Odiavo così tanto quel bambino sporco e così affezionato a Eamon che ho voluto mandarlo via. Sì, sono un’orlesiana viziata e capricciosa. Che il Creatore mi perdoni per quello che ho fatto…-
Sembrava sincera. Sora le rivolse un sorriso e le prese una mano.
-Avete riconosciuto i vostri errori, Isolde.- rispose –Io non so nulla della vostra cultura, è vero, ma sono sicuro che quello che avete fatto per rimediare ai vostri errori e salvare Connor è sufficiente da farvi ottenere il perdono dal Creatore. Per quello che vale, avete ottenuto il mio. E anche quello di Alistair.-
Isolde sorrise. Lo abbracciò.
-Grazie per avermi dato speranza e aver salvato mio figlio.- mormorò –Ti prego, salva anche mio marito.-
-Fosse l’ultima cosa che farei.-
-E se ritroverai quel Xigbar… uccidilo.-
 
   
 
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