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Autore: mallveollos    26/06/2019    9 recensioni
[ FANFICTION INTERATTIVA - ISCRIZIONI CHIUSE ]
Hogwarts, 2020
La Skull and Bones è una società studentesca segreta di spicco, i cui membri sono considerati come le personalità più brillanti ed avvenenti del mondo magico.
I Senior, arrivati al loro settimo anno, si ritrovano a dover effettuare una scelta estremamente delicata: individuare nuovi possibili membri da integrare alla realtà più oscura e intricata della scuola.
Il rito di iniziazione è molto duro e ricco di prove che costringeranno gli aspiranti Boneswizard o Boneswitch a fronteggiare le loro peggiori paure, spingendoli a superare qualsiasi limite mentale o fisico.
C'è solo una regola da rispettare: una volta accettato l'invito, tirarsi indietro è impossibile.
Genere: Azione, Dark, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Skull and Bones



Prologo - Atto IV







Hogwarts, inizio dicembre

Un anno prima









Quel giorno di inizio dicembre l’aria era gelida e accarezzava dolorosamente la pelle degli studenti, come se mille spilli vi si conficcassero al suo solo passaggio.

Elettra Ogilvy passeggiava per i corridoi e si stringeva in continuazione nella sua divisa, strofinandosi di tanto in tanto le braccia nel tentativo di scaldarsi.

Il suo sguardo blu e luminoso cercava nella folla Matt, il ragazzo per cui aveva letteralmente perso la testa. Un Tassorosso biondo dalla bellezza quasi infantile, con grandi occhi azzurri e un sorriso di disarmante felicità che sembrava arricciargli costantemente le labbra.

Ormai erano circa sei mesi che si frequentavano e lei, che di speranze nell’amore non ne aveva mai riposte troppe, non riusciva a credere di essersi meritata al suo fianco qualcuno di così speciale.

Il periodo che stava vivendo era talmente bello e felice da farle dimenticare il resto, perfino la pergamena con uno strano sigillo rimastale inavvertitamente in tasca…

La sua ricerca distratta, però, venne interrotta da un biondo ugualmente bello ma assai meno angelico.

-Ciao piccola- la salutò quest’ultimo, affiancandosi a lei. Un sorrisetto impudente sulle labbra e la divisa indossata piuttosto disordinatamente. -Che ne dici di farmi copiare il tuo tema di Trasfigurazione?-

La ragazza roteò gli occhi al cielo, con un misto di esasperazione e divertimento.

-Quante volte devo dirti di non chiamarmi così, Tate?- gli chiese con un tono da cantilena e spostò gli occhi su di lui, accennando un sorriso dolce come il miele. -Assolutamente no.-

L’altro, di tutta risposta, sbuffò sonoramente.

-Andiamo… non ti costa niente- si lamentò e, nel tentativo di essere più convincente, la guardò ammiccante con la coda dell’occhio. -Ti ho già detto che ti trovo bella oltre ogni dire stamattina?-

Elettra scoppiò a ridere come una matta e arrestò la sua marcia, così da essere in grado di guardarlo il più teneramente possibile prima di pronunciare la dura sentenza.

-Oh sei davvero molto carino, ma la mia risposta non cambia.-

Tate roteò spazientito gli occhi scuri al cielo, ormai platealmente sconfitto e disperato.

-Sei la solita stronza- decretò, con sguardo duro. -E comunque fai pena stamattina. Hai delle occhiaie orribili e sei pallida come una che ha appena finito di vomitare lumache.-

La Grifondoro inarcò vertiginosamente un sopracciglio e incrociò le braccia al petto, spalancando incredula la bocca. Prima che potesse rispondere, però, Tate continuò a parlare come se nulla fosse successo.

-Parlando di argomenti più seri ed interessanti… con chi vai ad Hogsmeade nel weekend?- chiese e prese scompigliarsi distratto i capelli biondi, a un tratto a disagio. -Mi sono stancato d andarci con le solite quattro oche.-

Elettra, che ancora sosteneva il suo fare offeso, si smarrì appena nel sentire quella proposta e non riuscì a reprimere uno sguardo allucinato.

-Mi stai chiedendo di uscire?- mormorò, atterrita.

-No- chiarì subito lui, sempre più a disagio. -Ti stavo solo chiedendo se volevi venire a sbronzarti di nascosto con me.-

La ragazza continuò a fissarlo qualche secondo, sempre più stranita da tutto quel teatrino, e quando capì che Tate stava aspettando una risposta si decise a parlare.

-Beh… direi di andare con Matt- disse infine, imbarazzatissima.

-Ancora quel tizio?- sbuffò Tate e scosse annoiato il capo. -Che palle.-

Quando Elettra fece per replicare, però, un altro ambito single di Hogwarts completò il quadretto e si inserì nella conversazione con una delle sue solite battute pungenti.

-Buongiorno- esordì Kaleb e, dopo aver dato una pacca amichevole a Tate su una spalla, si rivolse ad Elettra con un mezzo sorriso. -Bella cera, Elly. Sei appena stata dimessa dall’Infermeria?-

La ragazza, ormai esasperata, gli rispose con un’occhiata truce e girò i tacchi senza nemmeno degnarli di un saluto. Atteggiamento perfettamente nel suo stile che destò una divertitissima risata in entrambi gli amici.

-Fammi indovinare…- continuò poi il Serpeverde e fece finta di pensare attentamente alla questione. -Le hai chiesto di Hogsmeade con i tuoi soliti modi da pervertito?-

-Nah, sono stato un gentiluomo- fece Tate, offeso e indignato in modo plateale. -Ma la signorina è ancora impegnata con quel fallito di un Tassorosso.-

-La tua croce- commentò l’altro dolce e spietato, mentre si dirigevano verso l’aula. -Prima Cromwell, adesso lui…-

Tate fece meravigliosamente finta di niente e pensò bene di passare al contrattacco, girandosi verso di lui con un ghigno maligno e risoluto.

-Visto che sei così esperto… raccontami come hai fatto a farti soffiare Ivy da Damon Rosier al quarto anno. Ho molto da imparare da un maestro come te, fratello.-

Kaleb si irritò non poco e gli tirò un pugno ben assestato su una spalla, attirando su di loro gli sguardi preoccupati di un gruppetto di ragazze del primo anno. Tra lui e l’amica non c’era mai stato nulla di così importante, solo un’attrazione fisica che poi non aveva portato a una qualche storia.

Lui, però, sotto sotto era rimasto parecchio scottato quando si era sentito messo da parte. Un evento irripetibile, anche se il ragazzo avrebbe imparato a sue spese che forse erano proprio le belle bionde il suo punto debole.

Quando Tate fece per replicare una scena molto insolita lo bloccò a bocca aperta e lo costrinse a far tacere la moltitudine di insulti che stava per proferire.

Ivy Harper stava lasciando lo sgabuzzino di Gazza con fare evasivo, la divisa parecchio in disordine e i capelli arruffati: la mise inconfondibile di chi aveva appena finito un incontro ravvicinato con l’altro sesso.



Il ripostiglio di Gazza era stretto e angusto, ma nessuno dei due sembrò farci più di tanto caso. Ivy si sentiva in estasi, completamente in balia di quella passione proibita, e respirare gli sembrava uno spreco.

Perché separarsi dalle sue labbra appariva come un crimine tremendo.

-Dovremmo smettere- sussurrò Matt, la fronte accaldata appoggiata alla sua. -Elettra è la tua migliore amica.-

-Elettra è anche la tua ragazza- gli ricordò prontamente, maliziosa e impudente. -Non mi sembra che questo ti abbia mai fermato.-

Touchè- ammise Matt e, dopo qualche attimo di silenzio, riprese a baciarla con foga, come se non potesse mai averne abbastanza.





-Piccola sgualdrina- fu il saluto di Tate alle sue spalle, facendola trasalire. -Porcate di prima mattina eh?-

-E’ l’unica cosa a cui riesci a pensare?- fu la risposta impassibile di lei, mentre continuava a camminare verso l’aula con gli altri due alle calcagna.

-Veramente è la stessa cosa a cui ho pensato io- intervenne Kaleb, piuttosto divertito. -Chi è il malcapitato questa volta?-

-Già… a chi stai per spezzare il cuore?- continuò Tate, dispettoso e supponente.

-Nessuno di importante.-

-Uh, invece dev’esserlo eccome- la canzonò il Grifondoro.

Ivy però roteò annoiata gli occhi al cielo ed entrò nell’aula di Trasfigurazione senza nemmeno degnarli di una risposta. Il suo sguardo impenetrabile si posò immediatamente su Elettra e, con un sorriso stranamente dolce, si andò a sedere al suo fianco.

Gli altri due, arresi solo per il momento, presero il solito posto in ultima fila.

Pochi secondi dopo entrò anche Matt in aula, ma nessuno parve far troppo caso allo stato sgualcito e disordinato della sua divisa.

Il medesimo di quella di Ivy.










Damon Rosier aveva sempre amato la quiete della Biblioteca.

Il fatto di poter stare da solo con i suoi pensieri in silenzio era ciò di cui più aveva bisogno in quel momento: stava passando un periodo strano, tormentato e difficile.

In quei mesi si era chiesto più volte se firmare quella pergamena fosse stata davvero la scelta giusta e se avesse invece commesso un errore madornale.

Dopotutto lui era sempre stato uno che sotto pressione sapeva reggere benissimo il colpo.

Almeno era quello che credeva.

-Come mai qui tutto solo?-

La voce di Ivy lo scosse dai pensieri e quando si rivolse a lei incurvò le labbra in un tiepido sorriso.

-La solitudine è sempre stata la mia più grande amica, lo sai-

-Ah lo so bene- sospirò l’altra e prese posto accanto a lui, vicino alla finestra. I posti attorno a loro erano tutti liberi. -Sai… è un periodo che ti osservo e mi sembri piuttosto strano. C’è qualcosa che non va?-

Damon fece spallucce e ostentò la solita aria impassibile di sempre.

-Non devi sentirti in dovere di interessarti a me- rispose, girando con un gesto noncurante una pagina del libro che stava leggendo. E Ivy, il volto appoggiato a una mano e gli occhi attenti su di lui, arricciò le labbra in un sorrisetto divertito.

-Perché non dovrei?- replicò. -Anche se ci siamo lasciati da un pezzo sai che puoi sempre confidarti con me.-

Damon soppesò per una frazione di secondo quelle parole e quando si girò finalmente a guardarla avrebbe voluto che fossero vere.

Ormai conosceva Ivy molto bene e con il tempo aveva imparato quanto potesse essere crudele, quanto le sue promesse mancate fossero dolorose. E in quel periodo non poteva certo permettersi altre debolezze.

-Certo, se avrò bisogno di te sarai la prima a saperlo- la liquidò, gentile ed educato come sempre, e poi iniziò a mettere nello zaino il proprio materiale. -Adesso devo andare… se non prenoto il campo per gli allenamenti la squadra è spacciata.-

Ivy si limitò ad annuire un paio di volte e non proferì parola, lo osservò uscire dalla Biblioteca e poi girò il volto verso la finestra.

La ragazza si perse qualche secondo a pensare al suo tradimento, a quello che stava facendo con il ragazzo della sua migliore amica… ma la voce di suo fratello la distolse dal suo flusso di coscienza.



Ciao sorellina- la salutò, sedendole accanto.

Ivy gli rivolse un sorriso a mo di saluto e appoggiò il capo al dorso della mano, scrutandolo attenta.

-Tu in Biblioteca?- chiese, scettica. -Dimmi subito quello che vuoi.- Ivy gli rivolse un sorriso a mo di saluto e appoggiò il capo al dorso della mano, scrutandolo attenta.

-Tu in Biblioteca?- chiese, scettica. -Dimmi subito quello che vuoi.-

Russel rise sottovoce, per niente sorpreso dall’intuizione fondata della sorella, e si avvicinò a lei ancora un po’, così da essere sicuro che fosse l’unica ad udirlo.

-Vorrei che tu prendessi il mio posto, l’anno prossimo- mormorò, sicuro. -Ma per essere il capo devi affrontare un’ultima prova.-

-Qualsiasi cosa- si affrettò a rispondere Ivy, accesa dall’ambizione.

Russel incurvò soddisfatto le labbra e appoggiò la schiena alla sedia, lo sguardo metallico puntato oltre la finestra e l’espressione indecifrabile.

-Saresti pronta davvero a fare qualsiasi cosa?-

-Certo, non mi tiro mai indietro. Lo sai.-

Ivy lo stava fissando fredda, distaccata, risoluta. Arrendersi non era mai stata un’opzione, così come accontentarsi. Perché per lei, l’unica cosa che contava, era essere la migliore. Sempre.

-Bene- annuì Russel e si girò a guardarla, improvvisamente tetro. -Allora non avrai niente in contrario a fare un Voto Infrangibile?-















-Ehi finalmente ti ho intercettato!-

Elettra si buttò fra le braccia di Matt e gli scoccò un rapido bacio sulle labbra, a cui il ragazzo si dimostrò sorprendentemente freddo e sfuggente.

-Scusa amore, devo scappare- le disse, piuttosto sbrigativo. -Ho gli allenamenti.-

La Grifondoro inarcò freddamente un sopracciglio e lo fissò palesemente contrariata.

-Lo so, infatti siamo davanti all’entrata del campo- gli ricordò con un cenno del capo. -Che ti prende?-

-Niente, sono solo nervoso- sbuffò, liberandosi gentilmente della presa. -Ci vediamo quando finisco… okay?-

Elettra non rispose, lo fissò entrare negli spogliatoi con gli occhi fiammeggianti d’ira. Uno stato d’animo che non passò inosservato a uno spettatore inopportuno.

-Wow, che passione- esordì Tate, raggiungendola. Il sorriso irriverente sulle labbra e il capo inclinato mentre osservava la medesima direzione in cui il ragazzo si era dileguato. -Questo mi ricorda il perché non voglio una relazione.-

-Ah ma taci Tate- ruggì Elettra e si diresse a passo di guerra verso le tribune, con il ragazzo che la seguiva pochi passi indietro.

Quando si accomodarono Tate si stiracchiò appena e tirò fuori dalla tasca dei jeans neri un pacchetto di sigarette, per poi accenderne una.

-Quel tipo non fa per te- sbuffò, con il fumo denso e acre. -Tu sei troppo in gamba per uno smidollato del genere.-

Elettra girò gli occhi al cielo e si voltò verso di lui.

-Dammene una.-

E lui, con un sorrisetto, gliela porse.

-Danne una anche a me.-

Kaleb sbucò dal nulla e prese posto sopra di loro, facendoli quasi sobbalzare per la sorpresa.

-Ragazzi… ma è così difficile comprarvi un fottuto pacchetto?- si lamentò Tate, mentre prendeva controvoglia una sigaretta dal suo. -Lasciate me senza e poi vi lamentate se sono intrattabile…-

-Fratello, mi devi la vita. Cosa vuoi che sia una sigaretta?- replicò Kaleb e prese sorridente la sua, noncurante dell’espressione contrariata dell’altro.

-Mi sfugge il motivo della vostra presenza… perché siete qui?- chiese Elettra, girandosi sospettosa a guardarli dopo aver soffiato del fumo.

-Per studiare le mosse degli avversari mi sembra ovvio- le ricordò Tate, molto attento su un Battitore.

-Esatto- confermò Kaleb, appoggiato con i gomiti alle ginocchia. La sigaretta stretta tra le labbra e un sorrisetto divertito di fronte all’espressione piccata dell’amica. -E poi guarda… è arrivato anche il mio Capitano.-

Damon fece un cenno a tutti e tre, sistemandosi al lato libero accanto ad Elettra. Quest’ultima gli sorrise e, dopo aver spento la sigaretta, si rivolse a lui con espressione un po’ dubbiosa.

-Dov’è Ivy?-

-Non so, qualche ora fa era in Biblioteca ma poi io sono andato via- rispose, facendo spallucce.

-Ah la nostra piccola malandrina- sospirò Tate, scambiandosi uno sguardo divertito con Kaleb. Gli altri due li fissarono confusi.

-Di cosa stai parlando?- lo interrogò subito Elettra, curiosa come non mai.

-Del fatto che probabilmente la nostra algida bionda ha trovato un’altra vittima- la informò prontamente Kaleb, per poi rivolgersi a Damon con un mezzo sorriso quasi colpevole. -Scusa amico, non volevo… sai…-

-Non c’è problema, è acqua passata- fece quello, sinceramente indifferente alla notizia.

Elettra assunse un’espressione quasi ferita. Dopotutto Ivy era la sua migliore amica e il fatto che non si fosse confidata con lei la infastidiva non poco. Ma, anziché approfondire ulteriormente la questione, decise di rimanere in silenzio e rivolgere lo sguardo sul campo.

Matt si stava destreggiando in alcuni tiri verso gli anelli e come Cacciatore era davvero bravo. Perfino Tate non trovò nulla da obbiettare alle sue performance e pensò anzi che per il Portiere di Grifondoro sarebbe stata una sfida fronteggiarlo.

Nella quiete di quella giornata come tante, però, un paio di occhi color ghiaccio tramavano nell’oscurità.

Ivy aveva osservato a lungo il quadro di quel momento, i suoi amici sereni e i ragazzi in campo. Il suo sguardo aveva indugiato a lungo su Matt, quel Cacciatore biondo tanto bello quanto buono.

Lo stesso che aveva baciato poche ore prima.

Ivy aveva pensato a lungo alle conseguenze di ciò che stava per fare, a ciò che quel movimento di bacchetta avrebbe provocato.

Ivy però aveva atteso altrettanto a lungo il suo momento, il riscatto che meritava, l’occasione per avere finalmente potere e gloria.

La mano sembrò muoversi da sola, prima che potesse realizzare il tutto.

Un fruscio sinistro.

Un tonfo assordante.

Urla terrorizzate.

Rumori. Nient’altro che rumori.

-Brava Ivy- sussurrò Russel, mentre le appoggiava incoraggiante una mano sulla spalla. -Adesso sei pronta.-

Gli occhi color ghiaccio che avevano distrutto molto più che una bella giornata , però, erano chiusi in una morsa in quel momento tanto agognato, mentre una lacrima le rigava inesorabile il viso.

Ivy stava piangendo…non di dolore, disperazione o rammarico.

Ma di gioia.



La neve cadeva copiosa dal cielo ed Elettra, in prima fila, fu grata del fatto che distogliesse l’attenzione alla perfezione dalle lacrime che le rigavano il volto.

La vista di quella bara bianca era insostenibile, così come il macigno che le pesava sul petto. Perché se Matt era morto, la colpa era soltanto sua.

Ivy, di fianco a lei, le strinse le dita sottili attorno alla mano, come per darle tacita forza, mentre Damon, dietro di loro, respirò più profondamente del solito.

“Un tragico incidente, una caduta imprevedibile.”

Così era stata etichettata quella morte, una fatalità successa durante un allenamento, un osso del collo rotto nel modo più assurdo ed impensabile. Perché Matt, Cacciatore di Tassorosso, era sempre stato troppo abile per commettere un errore del genere.

Quando Elettra si avvicinò alla bara, il cuore in gola e senza fiato, la sfiorò delicatamente con la punta delle dita, distrutta da un dolore che non avrebbe mai immaginato di provare.

Nella tasca interna del suo mantello vi era un segreto, un peso con cui avrebbe dovuto convivere per sempre, la punizione alla sua codardia.

Perché lei, troppo impulsiva e ribelle per sottostare a delle regole, non ci aveva pensato due volte a mandare al diavolo quell’invito, a voltare le spalle a una firma fatta con leggerezza e forse troppo impudenza.

Ma la Skull & Bones l’aveva avvisata.

“Faremo avverare la tua peggiore paura se non rispetti l’impegno”.

E così era stato.

Matt Habott era morto e , con lui, anche una parte di Elettra. Perché da quel momento amare ancora le sarebbe risultato impossibile e lei, mentre vedeva il suo cuore sepolto sotto terra, ne abbe la terribile consapevolezza.

















Salve gente!

Come avrete capito dal titolo e dal contenuto questo capitolo è una specie di prequel, ovvero racconta la giornata che ha un po’ cambiato le sorti di tutti… anche se non sapete ancora come esattamente :P

E’ da tanto che avevo in mente questo step e come avrete notato ci sono estratti dei flashback precedenti di Ivy ed Elettra per rendere più coerente il racconto. Ho deciso di pubblicarlo ora perché aspettavo alcune risposti su Hogsmeade e non volevo lasciarvi all’asciutto per troppo!

Che ne pensate dei nostri Senior prima di diventare effettivamente membri della società? In quel periodo erano sicuramente un po’ diversi… anche se Damon stava già cadendo nel suo tormentato oblio.

Credo che in futuro ci sarà un altro capitolo sul passato, ma non vi svelo niente per ora ;)

Detto questo lascio a voi i commenti e ci sentiamo con un passaggio della storia lungo, complesso e ricco di avvenimenti… ci sono molte cose da raccontare, molte situazioni da affrontare e altre paure da subire…

Tenetevi pronti <3






A prestissimo!

Vostra nel 322

Mallveollos
   
 
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