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Autore: angelo_nero    29/06/2019    10 recensioni
[Dragonball Super] [Vegebul] [Nuovi Personaggi]
SONO PRESENTI OC DELLA LONG "LIFE-VITA" MA NON è NECESSARIO LEGGERLA

"L'ex predone del deserto indicò i due, che si erano finalmente riavvicinati dato che Bulma era riuscita a trascinare Evelyn via dalla pista ma non dall'alcol. Infatti la donna stava ingerendo il sesto bicchiere dando palesi segni di un'ubriacata da record.
-Secondo me lui rimane soltanto perché non ha un altro posto dove andare. Altrimenti sarebbe già sparito. Non gli frega niente né di lei né dei figli tantomeno del pianeta.- disse cinico con voce troppo controllata dato lo stato in cui sarebbe dovuto essere il suo cervello con tutto quello che aveva ingerito.
Goku lo guardò confuso e arrabbiato non capendo il motivo di tanto astio nei confronti di quell'uomo che lui vedeva come un fratello. "
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate
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ATTENZIONE: CONTENUTI DELICATI INSERITI NELLA STORIA.


La musica pompava con forza e le luci al neon brillavano ad intermittenza di colori differenti creando un effetto isolante. Guardava con poco interesse la marea di gente che si muoveva senza alcun senso sulla pista poco più là chiedendosi che cosa ci trovassero di bello. Si portò la bottiglia alle labbra godendosi la sensazione del liquido freddo che gli scendeva lungo la gola rinfrescandolo. In quel posto non si respirava, nonostante l'aria condizionata sparata a palla avvertiva distintamente le gocce di sudore scendergli lungo la schiena sotto la camicia bianca. Si era pentito amaramente di essersela messa nell'esatto momento in cui era uscito di casa. Lui soffriva già di suo il caldo e il tessuto non traspirante dell'indumento non aiutava. 

Cercò la consorte con gli occhi, resposabile della sua presenza in quel posto pieno di gente ubriaca. La trovò che si dimenava insieme ad Evelyn, pazza scatenata quanto lei, in mezzo ad altre quindici persone. La castana si girò e, alzando il bicchiere stracolmo di qualche super alcolico, invitò i presenti ad un brindisi.
-Alla Vegebul! La coppia più fantasmagorica dell'intero universo, anzi dei dodici universi!- biascicò accalappiando l'amica con un braccio attorno al collo. -Buon quindicesimo anniversario, ragazzi!- 
Vegeta la osservò scolarsi probabilmente il quinto bicchiere tutto d'un sorso rischiando successivamente di cadere dal ferma, per essere poi salvata da Bulma, decisamente più sobria.
-Vegebul? Quanto diavolo hai bevuto per uscirtene con questa stronzata?- le chiese con una punta di rimprovero.
Evelyn puntò lo sguardo offuscato sull'amica, impiegando più di qualche secondo per riconoscerla. Quando collegò il viso, appena messo a fuoco, alla voce si aprì in un sorriso ubriaco per poi tentare di strangolare l'amica in un abbraccio fin troppo caloroso. 
La festa per il loro quindicesimo anniversario era stata voluta e organizzata da Bulma con la costante voce di Evelyn come sottofondo. Erano presenti quasi tutti: Gohan e Videl non avevano potuto partecipare in quanto fossero fuori città per un convegno del ragazzo e Chichi si era rifiutata categoricamente quando aveva saputo che Evelyn ci aveva messo lo zampino affermando che una festa probabilmente piena di alcolici non avrebbe fatto per lei. I cuccioli Saiyan di entrambe le famiglie, per non gravare sulla povera Chichi, erano stati affidati a Junior che si era gentilmente proposto di tenerli a bada. Okay, no, era stato praticamente obbligato da Goku e Vegeta che gli avevano portato i due ragazzini più grandi e le due bambine, in quanto Pan fosse stata affidata ai coniugi Prince dato il legame che Bra aveva con l'ultima dei Son. Il namecciano aveva giustamento protestato insinuando di essere diventato "il babysitter dei mocciosi che loro sfornavano". E non aveva tutti i torti ma ai due Saiyan purosangue poco interessava la cosa. 
Quindi l'unico rappresentante della famiglia Son era Goku che, conscio di non gradire né di reggere l'alcol, si era limitato a prendere qualcosa di analcolico più adatto alla propria indole. Al contrario di Vegeta e Marco, seduti vicini, che erano alla quarta birra e al terzo bicchiere di vino. E se il primo, seduto con i gomiti sul tavolo, non dava alcun segno di tutto l'alcol in circolazione, il terrestre, sbracato sulla sedia di plastica, era un po' più brillo e recidivo, complice l'essersi scolato anche uno dei tanti drink che Evelyn aveva mollato sul tavolo.
-Quanto si può essere ubriachi e idioti per dire una cosa del genere?- borbottò prendendo un sorso di birra.
Per fortuna Marco era ancora abbastanza sobrio da essere sopportabile per il Saiyan, il quale alzò le spalle indifferente alla cosa. Non amava i nomignoli ma non li reputava così importanti da dargli la benché minima considerazione. 
- Quindici anni. E chi l'avrebbe mai detto che sarebbero stati sposati per così tanto tempo. - sentenziò il Genio, ancora troppo sobrio per i suoi standard.
-Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbero sposati.- borbottò Oscar qualche centimetro più in basso.
-Chi l'avrebbe mai detto che si sarebbero messi insieme.- aggiunse Yamcha piatto.
I due amici di vecchia data si guardarono interrogativi per poi guardare l'altro ragazzo che sorseggiava il secondo superalcolico. Era risaputo che Yamcha non vedesse di buon occhio quei due, come biasimarlo dopotutto, però quell'uscita infelice, quasi rancorosa, gli sembrava fuori luogo per l'occasione festeggiata. Oltretutto erano passati ormai diversi anni e credevano che ormai quel tipo di divergenze fossero state appianate.
-Beh, qualcuno che sapeva tutto ancor prima che cominciasse c'è.- affermò Oscar cercando di spezzare la tensione. -Goku ha conosciuto Mirai!Trunks ancora prima che nascesse nel nostro mondo.-
Il Son, seduto lì di fianco, si sentì preso in causa e voltò la testa con fare confuso.
-Tu che ne hai pensato di loro due come coppia?- chiese il Genio, curioso dell'opinione dell'alievo.
Goku ci pensò su qualche attimo ossevando ora Vegeta, seduto al tavolo di fronte che parlottava con Marco, ora Bulma, impegnata a evitare che Evelyn rovinasse a terra. Poi si aprì in un sorriso sincero.
-Ad essere sincero quando Mirai! Trunks mi disse il nome dei suoi genitori ci rimasi. Non credevo assolutamente che quei due potessero stare assieme, troppo diversi. Però poi osservando meglio loro figlio mi sono detto che se era lì di sicuro sarebbe nato un legame molto forte.- rivelò rivolgendosi ai tre di fianco. -Sono fatti per stare insieme, non potrebbero andare d'accordo con nessun altro.- 
Era oggettivamente impossibile che Vegeta si fosse avvicinato a qualcuno di diverso dalla moglie, in qualsiasi linea temporale. Bulma aveva fatto un lavorone su di lui, e lui su se stesso e su di lei, che nessuno poteva replicare. Il loro era stato un rapporto maturato nel tempo, fatto di ostacoli enormi e tanti bivi ed era stato proprio quello a renderli così forti e legati. Goku pensava seriamente che il loro fosse il matrimonio più sincero sulla faccia della Terra. 
-Mah.- commentò Yamcha.
-Cosa?- chiese ingenuamente l'eroe.
L'ex predone del deserto indicò i due, che si erano finalmente riavvicinati dato che Bulma era riuscita a trascinare Evelyn via dalla pista ma non dall'alcol. Infatti la donna stava ingerendo il sesto bicchiere dando palesi segni di un'ubriacata da record. 
-Secondo me lui rimane soltanto perché non ha un altro posto dove andare. Altrimenti sarebbe già sparito. Non gli frega niente né di lei né dei figli tantomeno del pianeta.- disse cinico con voce troppo controllata dato lo stato in cui sarebbe dovuto essere il suo cervello con tutto quello che aveva ingerito. 
Goku lo guardò confuso e arrabbiato non capendo il motivo di tanto astio nei confronti di quell'uomo che lui vedeva come un fratello. 
-Vegeta non è il tipo che si fa intrappolare. Se è qui è perché lo vuole.- lo difese.
Yamcha scrollò le spalle prendendo un sorso.
-Appunto, rimane qui solo perché non ha altri posti. Diversamente se ne sarebbe andato molti anni prima, altro che matrimonio.- disse tra un sorso e l'altro. Poi sorrise confondendo i suoi interlocutori. -Magari non le è neanche fedele e ha amanti e figli sparsi per lo spazio.-
Goku aprì la bocca per prendere l'amico a male parole. Buono e caro fino a un certo punto, non gli stava bene quel suo modo di sentenziare sulle cose dettato da una gelosia infondata. Non lo trovava giusto anche perché il diretto interessato non era lì per difendersi. Ma prima che potesse dar fiato alla bocca, il Genio intervenì.
-Sai, Yamcha, non credo sia giusto incolpare gli altri per i propri errori tantomeno infangarne la reputazione insinuando una presunta infedeltà coniugale soltanto perché si è invidiosi di ciò che l'altro ha.- spiegò pacato l'anziano che dietro gli occhiali da sole, mai tolti nonostante la poca illuminazione del locale, aveva aggrottato le sopracciglia.
Il ragazzo con le cicatrici si irrigidì colpito sul vivo poi si alzò senza aggiungere altro. Goku lo vide sedersi al bancone del bar e ordinare l'ennesimo drink che lo avrebbe riempito di astio ancor di più. Sospirò scuotendo la testa: Yamcha aveva perso qualcosa di molto importante a causa delle proprie mancanze, qualcosa che ora è nelle mani di qualcun altro che le da il giusto valore. Ormai non poteva far altro che mangiarsi le mani ed andare avanti.
-Evelyn basta, è il sesto che bevi! Sei ubriaca fradicia io non ti tengo la testa se vomiti eh.- sbottò l'azzurra tirando via l'amica dal bancone sul quale sembrava aver preso residenza.
-Ma è per te! Non hai toccato alcol per tutta la sera!- biascicò spalmandosi sul bancone di legno e facendo un cenno al barista. -Scusa! Volevo un cuba libre per la mia amica e un vodka lemon per me!- 
Bulma alzò gli occhi al cielo e la tirò via avvolgendole le braccia attorno alla vita. Evelyn non fece resistenza, troppo occupata a flirtare con il giovane barista che, conscio della situazione, si limitava a un sorriso di cortesia. 
-Oh andiamo! Sei sposata! E avrà vent'anni, non fare l'adolescente.- la rimproverò. -Poi non ho voglia di bere.-
-Non ci credo, Bulma Prince che non vuole bere! Sarebbe l'evento dell'anno.- le disse ridendo mentre il suo flirt si allontanava finalmente libero. -Forza ordina qualcosa.-
Bulma scosse la testa.
-No Ev, grazie, ma non posso.- 
La ragazza si bloccò dallo sbracciarsi per richiamare il barista e si voltò di scatto verso l'amica. La fissò con due occhi sgranati e appannati dall'alcol.
-Perchè non puoi?- le chiese.
L'azzurra si morse il labbro inferiore indecisa sul da farsi. Sospirò ossevando l'amica castana che barcollava da ferma, era proprio andata.
-Se te lo dico la smetti?- 
Evelyn annuì. 
La moglie del principe dei Saiyan sbuffò sonoramente, spostò il peso su una gamba e mise la mano sul fianco. Poi si aprì in un sorriso.
-Sono incinta.- disse.
Yamcha, seduto lì di fianco, rischiò di strozzarsi con ciò che stava bevendo alla notizia. Bulma fece saettare lo sguardo su di lui notandolo solo in quel momento. Gli sorrise come scuse prima di essere travolta da Evelyn.
-Oh mio Dio! Oh mio Dio! Oh mio Dio!- urlò nel suo orecchio in piena euforia saltellando sul posto. -Un bambino!- 
Bulma la fissò stranita ma la lasciò fare. Evelyn sembrava essersi improvvisamente ripresa, chissà come chissà perché, e sprizzava gioia da tutti i pori. Poi si fermò di colpo come se qualcuno le avesse staccato la spina della corrente.
-Lui lo sa?- chiese seria.
Bulma alzò le spalle.
-Non gliel'ho detto a voce però sa percepire le aure e immagino abbia notato.- spiegò.
Vegeta aveva cambiato atteggiamento nell'ultimo periodo, da quando una sera, di ritorno stremato da un allenamento intensivo con Trunks, le era praticamente crollato addosso esausto. Ma si era subito rialzato per poi fissarla con occhi sgranati e increduli. Lei non aveva capito cosa avesse fin quando non si era inginocchiato di fronte a lei, stupendola e non poco, e le aveva posato una mano sulla pancia. E dopo qualche secondo in cui l'aveva fissato confusa, le era arrivata l'illuminazione e gli aveva sorriso annuendo. Gli occhi del Saiyan si erano illuminati, stupiti ma entusiasti, poteva giurare di aver sentito il suo cuore accelerare riempiendosi di un amore incondizionato per quella nuova vita che avevano creato assieme. Per la terza volta.
Evelyn la prese per mano, trascinandola giù dai ricordi, e la trascinò al tavolo al quale i loro mariti erani seduti annoiati. Salì sul tavolo nonostante i tacchi vertiginosi e costrinse Bulma a fare lo stesso sotto lo sguardo curioso dei due uomini.
-Ehy scusate! Un momento d'attenzione!- urlò sovrastando la musica che il dj provvide ad abbassare momentaneamente. -La mia qui presente migliore amica, che per me è come una sorella, mi ha appena dato la notizia più bella del mondo.- urlò all'intera sala ove tutti ascoltavano curiosi. 
-Evelyn no.- la pregò sottovoce allarmata.
-Lei e suo marito, il mio amato cognatino, stanno per avere un bambino! Il terzo!- continuò ignorandola.
Un applauso esplose nella sala mentre gli sguardi si focalizzarono sulla donna dai capelli azzurri, che avrebbe voluto strozzare l'amica per averla messa in imbarazzo. 
Al contrario, gli occhi degli amici di una vita, si concentrarono tutti su Vegeta che desiderò sparire all'interno della bottiglia per l'imbarazzo. Tempo due minuti e gli arrivò la prima pacca amichevole sulla spalla seguita da una serie di congratulazioni e auguri da cui si sarebbe volentieri sottratto. 
Bulma riuscì a scendere dal tavolo così da calamitare di nuovo l'attenzione su di sè, togliendolo dall'impiccio di interagire con il resto del mondo.
-Propongo un brindisi a questa nuova vita!- biascicò il Genio completamente ubriaco fissando ogni sedere che passava.
-Al nuovo mezzosangue!- proclamò Crilin uno dei pochi ad essere ancora sobrio.
I bicchieri si alzarono e tintinnarono dando ai commensali l'ennesima scusa per ingerire altri alcolici e perdere le poche facoltà intellettive rimaste. Sembravano più felici loro che i futuri genitori a giudicare dal casino che facevano. 
Vegeta li guardò senza un reale interesse chiedendosi perché quella deficiente l'avesse messo in quella situazione di protagonismo, cosa che lui odiava. Marco gli diede una leggera spallata attirando la sua attenzione.
-Non credevo steste cercando un terzo figlio.- lo provocò.
Vegeta sorrise appena nascondendosi dietro alla bottiglia dalla quale stava bevendo. 
-Infatti non è così. È capitato.- disse quasi noncurante.
Ma Marco aveva imparato a conoscere il suo interlocutore a tal punto che riusciva a capire quando dietro alla sua noncuranza si nascondeva in realtà un sentimento ben più forte e radicato. Erano simili sotto quel punto di vista, come anche sotto tanti altri. Si sarebbe potuto definire la versione umana del Saiyan suo migliore amico. Nessuno dei due amava manifestare i propri sentimenti ed entrambi avevano difficoltà nell'ammetterli o dimostrarli alle persone amate. Ciò gli dava una sorta di handicap che le loro famiglie avevano imparato ad amare.
Vegeta non amava la compagnia dei terrestri ad esclusione di Bulma e dei suoi genitori però Marco si era rivelato, oltre che un ottimo amico, anche qualcuno che riusciva a capirlo e che aveva avuto delle esperienze molto simili alle proprie, anche se in maniera meno macabra. Perciò chiacchierare, seppur con poche parole in quanto non fossero esattamente loquaci nessuno dei due, o passare semplicemente del tempo in sua compagnia era sopportabile, quasi piacevole. 
-Beh, auguri.- gli disse con una punta di sarcasmo.
Il principe non fece in tempo a rispondergli che l'uomo dagli occhi di smeraldo venne tirato via dalla conversazione, in modo letterale. Evelyn non gli diede neanche il tempo di rendersi conto della cosa che gli catturò le labbra in un bacio fin troppo appassionato. Il Saiyan se li guardò quasi schifato.
-Evelyn, ma che diavolo...!- esclamò l'uomo imbarazzato di fronte al gesto spontaneo della moglie.
Evelyn gli regalò un sorriso malizioso piuttosto eloquente e Marco iniziò a temere le intenzioni della moglie. Si guardarono per qualche secondo in silenzio prima che lei lo prendesse per mano e lo trascinasse via. L'uomo non protestò ma si chiese che intenzioni avesse.
- Andiamo a fare un fratellino per Keyko.- gli disse sciogliendo i suoi dubbi.
Il moro lanciò uno sguardo alle proprie spalle incrociando lo sguardo impassibile dell'amico, gli chiese aiuto con gli occhi ma lui alzò le spalle indifferente accennando un sorriso derisorio. 
Goku osservò Marco venir portato via dalla moglie e mimare la parola "aiuto" con le labbra. Gli sorrise pur non capendo il motivo di tale richiesta. Si concentrò piuttosto sul Saiyan seduto, coprotagonista di quell'evento che di sicuro non aveva richiesto né aveva contribuito a organizzare. Gli si sedette affianco senza destare la sua benché minima attenzione.
-Ehy! Tanti auguri, sia per l'anniversario che, beh, per il bambino.- esclamò con la sua solita aria da ragazzino spensierato.
-Grazie.- disse a mala pena non intenzionato a conversare.
Goku spostò lo sguardo su Bulma, circondata dagli amici più cari. 
-Non pensavo voleste un terzo figlio. A dire la verità avrei scommesso che Trunks sarebbe rimasto figlio unico.- disse appoggiando le braccia incrociate sul tavolo.
-Perchè tu pensi?- lo prese in giro.
Goku s'imbronciò. Vegeta lo aveva sempre reputato un idiota senza cervello soltanto per la sua enorme ingenuità. E la totale mancanza di riflessione nelle sue azioni. E la sua poca recidività. E il suo dare spesso le cose per scontate. Okay, forse un po' di ragione l'aveva a dargli dell'idiota però lui ci rimaneva male. 
Tornò ad osservare la sala gremita di gente, tutti intenti a ingoiare l'ennesimo bicchiere che li avrebbe portati a un coma etilico. Gli amici di una vita radunati attorno alla festeggiata, alcuni più ubriachi di altri. Il Genio aveva tentato di avvicinarsi un po' troppo ma si era guadagnato un manrovescio dalla donna, affatto contenta di tali attenzione eccessive. L'unico che se ne stava in disparte, appoggiato con aria depressa al bancone in fondo alla sala, era Yamcha apparentemente non intenzionato a prendere più parte alla festa. Goku pensò che avesse a che fare con la discussione di poco prima, discussione di cui in realtà non aveva ben capito il senso.
-Vegeta, tu sai per caso per quale motivo Yamcha ti odi così tanto?- chiese ingenuamente fissando il predone del deserto che trangugiava alcol a volontà, smettendo solo per guardare con desiderio qualche bella ragazza.
Il Saiyan maggiore spostò lo sguardo sull'amico incuriosito da tale domanda inusuale. Non credeva che mai qualcuno si sarebbe spinto fino a chiedergli il motivo di tale tensione tra lui e Yamcha, in quanto fosse abbastanza intuibile dagli eventi che avevano preceduto la nascita di Trunks. Osservò anche lui l'uomo seduto in fondo alla sala che infilava le mani sotto la gonna di una delle ragazze che gli si erano avvicinate. Provava nient'altro che schifo verso quell'individuo.
-Secondo te?- gli chiese retorico il Saiyan reale.
-Non lo so, per questo te lo chiedo. Ha a che fare con Bulma?- disse provando a trovare una spiegazione logica alla cosa.
-Già.- rispose l'altro.
-Uhm ma non sono rimasti amici? Non capisco, perché dovrebbe odiarti?- 
Vegeta fece una smorfia infastidita, detestava parlare dei fatti propri agli altri a maggior ragione se si trattava di cose sul piano sentimentale. Poi parlarne con Goku era quanto di più assurdo possa esistere, si chiedeva ancora come avesse fatto a figliare quell'idiota.
-Perchè è ancora innamorato di lei.- tirò fuori prima di tornare a bere.
Il ragazzo eterno bambino strabuzzò gli occhi incredulo. 
-Ma sono passati diciassette anni!- esclamò. -Oltretutto voi siete sposati, com'è possibile?-
Il Saiyan reale alzò le spalle 
-Vallo a chiedere a lui. Le muore ancora dietro e non è intenzionato a cedere.- sbottò con rabbia indicando il diretto interessato con il mento. 
-Quindi ti odia perché state insieme e lui si sente... escluso?- ipotizzò.
Vegeta fu sorpreso dalla capacità di osservazione del proprio interlocutore, solitamente poco propenso a fare collegamenti tra gli eventi. Annuì appena senza guardarlo.
-E tu odi lui perché gira attorno a Bulma.- 
Il principe annuì ancora una volta seppur restio a far trapelare il proprio attaccamento alla donna dai capelli azzurri. Ringraziò di non dovergli spiegare il perché di quell'attaccamento.
Goku emise un sospiro chiedendosi come si sarebbe potuta risolvere quella situazione tra i due. Probabilmente non sarebbero mai potuti andar d'accordo neanche volendo. 
-Che evento assai raro vedervi parlare senza prendervi a mazzate.- esclamò la voce di Bulma alle loro spalle.
Non ci fu il bisogno di voltarsi in quanto lei si sedette sul tavolo tra di loro per poterli guardare in faccia. Sorrise ad entrambi ma solo Goku ricambiò.
-Auguri per la gravidanza!- 
Il sorriso dell'azzurra si allargò e andò a posare una mano in grembo istintivamente cercando gli occhi del marito con i propri. 
-Trunks lo sa già?- chiese.
I due si scambiarono uno sguardo prima che Bulma potesse rispondere a Goku la realtà dei loro piani.
-In realtà non avrebbe dovuto saperlo nessuno ancora per un po'. Volevamo aspettare almeno il quarto mese per annunciare la cosa e parlarne prima con Trunks.- disse con una punta di rammarico per i propri piani andati in fumo. -Ma Evelyn ha ben pensato di farlo sapere all'intero locale.- 
Goku sorrise alla sua migliore amica felice per lei di quella nuova vita che le stava crescendo dentro. Sicuramente non sarebbe stato facile gestire tre Saiyan mezzosangue ma sapeva che ce l'avrebbero fatta.
-Ehy magari questa volta è maschio! Avremo un altro guerriero a protezione del pianeta e Trunks un fratello con cui giocare! Che ne dici, Vegeta?-
-Dico che non m'interessa.- disse spegnendo l'entusiasmo del più piccolo. -Che sia maschio o femmina non m'importa, basta che sia sano.- aggiunse guardando la compagna che gli sorrise dolcemente.
Goku sollevò entrambe le sopracciglia stupefatto da quell'affermazione così sensata e matura eppure strana per il Principe. Si era preoccupato più della salute del nascituro che del suo aspetto. 
-Wow! Come sei saggio, io non ci avrei mai pensato!- esclamò ammirato.
-Ma quale saggio! È semplicemente buon senso.- gli spiegò tagliente.
-E una buona dose di amore paterno.- aggiunse Bulma prendendogli la mano libera.
Lui non protestò per quel gesto mormorando un "sì come vuoi" a mezza bocca prima di spostare l'attenzione altrove. 
-Io non so se riuscirei a gestire una femmina, sono così complicate.- confessò l'eroe eterno bambino grattandosi la testa con fare imbarazzato. 
Bulma gli sorrise materna.
-Non è diverso dal crescere un figlio maschio.- disse provocando ancor più confusione nella testa dell'altro. -Ma Evelyn?- 
-Ha trascinato via Marco almeno mezz'ora fa.- spiegò l'uomo senza guardarla. -E a giudicare dai livelli di alcol nel suo corpo li troveresti in qualche bagno.- 
Lasciò volutamente la frase in sospeso ma Bulma capì scoppiando a ridere di gusto mentre Goku la fissava senza capire. Cosa c'entrava l'alcol con il bagno? Magari si era sentita male? 
Neanche il tempo di terminare il pensiero che i due dispersi riaffiorarono da chissà quale meandro del locale, con due facce piuttosto eloquenti. Bulma iniziò a ridere più forte.
-Siamo al liceo che fate le sveltine in bagno?- proruppe ridendo.
Marco non fiatò limitandosi a sedere alla destra del principe per evitare di far alzare Goku. Si passò una mano tra i capelli e spostò lo sguardo sul Saiyan sedutogli di fianco che nascondeva un ghigno derisorio.
-Disse quella incinta del terzo figlio.- si difese Evelyn spintonando l'amica con fare giocoso.
-Almeno io non lo faccio in luridi bagni pubblici.- rispose.
Evelyn alzò le spalle. 
-Non conosci il brivido del rischio.- 
-L'ho sposato il rischio, tesoro.- 
Vegeta si sentiva messo in mezzo, sensazione ormai consueta da quando Evelyn era riapparsa nella vita di Bulma distruggendo anche la sua. Due uragani indomabili, ecco cos'erano quelle due assieme. Per fortuna Marco riusciva sempre a portarlo via prima che Evelyn iniziasse a torturarlo con le parole. 
Goku non capì un'acca di quanto detto e, sentendosi di troppo in quel quartetto, decise di alzare i tacchi per togliersi dall'impiccio.

-Touchè- si arrese la castana. -Allora, futuri neo genitori per la terza volta, avete già fantasticato sul vostro mezzosangue? Se continuate con questo ritmo ricoprirete la Terra di ibridi.- 
Bulma le tirò un calcio ma l'altra lo schivò. 
- È ancora presto. Sono di appena otto settimane.- le fece notare.
-Ma davvero? Avrei giurato fossi più avanti, a giudicare dalla pancia che ti è venuta...- la provocò.
-Evelyn ti stacco la testa.- le rispose Bulma.
Evelyn le fece la linguaccia e Bulma le si buttò addosso. La castana si spostò appena in tempo per evitare un pugno sui denti e iniziò a fuggire dall'amica manco avessero sei anni.
Vegeta e Marco le guardarono per un po' chiedendosi se si fossero sposati due esseri umani o che altro. Evelyn era ubriaca marcia ma Bulma le dava corda da sobria, poi erano i Saiyan quelli strani.
-Quindi non è stato programmato, questo terzo bambino.- se ne uscì Marco con nonchalance riprendendo a bere la sua birra mollata a metà. 
-Per niente.- asserì il principe.
-E la cosa come ti fa stare? Nel senso, sei felice di questa cosa o sarebbe stato meglio di no?- indagò il moro sforzandosi di finire quella brodaglia ormai calda che gli faceva venire da vomitare. 
-Ovviamente.- rispose.
Marco aggrottò le sopracciglia a quella risposta affermativa ma assai vaga alla sua domanda. Come al solito si esprimeva poco e niente, peggio di lui.
-"Ovviamente" ti rende felice o "ovviamente" avresti preferito non accadesse?- specificò.
-La prima.- 
Marco sorrise.
-Non ne avevo dubbi.- affermò provocando il leggero alzarsi degli angoli della bocca del Saiyan. -Non so come fate, Keyko ci finisce. Ha nove anni ed un uragano di energie! Ed è umana, immagino un mezzosangue cosa possa essere.-
Vegeta spostò finalmente la propria attenzione sull'uomo al proprio fianco, smettendo di chiedersi per quale assurdo motivo Bulma si stesse comportando come una bambina di sei anni per concentrarsi sulla conversazione. Era la prima volta che qualcuno gli chiedeva come fosse crescere due mezzosangue, neanche l'eroe eterno bambino si era mai confrontato con lui su quel genere di argomenti. Forse perché Goku aveva partecipato assai poco alla crescita dei figli. 
-Trunks è sempre stato un bambino tranquillo. Non ha mai dato problemi di alcun genere nonostante ami cacciarsi nei guai con Goten.- iniziò il principe cercando di descrivere il carattere del primogenito in poche parole. -Ma ultimamente con la crescita sta diventando più difficile da gestire.-
Il carattere del ragazzino era cambiato radicalmente negli ultimi due anni, passando da tranquillo e ubbidiente a decisamente più testardo e propenso a fare di testa propria. Arrivando anche a rispondere a tono, cosa che mai aveva osato fare soprattutto con lui. Il rispetto quasi plateale che aveva si era trasformato.
-Beh, non che tu e tua moglie abbiate due caratteri malleabili. È normale che vostro figlio sia poco propenso ad ascoltare.- affermò ricordando il caratterino assai sgradevole ai più della donna dai capelli azzurri. -Quanti anni ha?-
-Sedici.- 
Marco iniziò a ridere.
-È nel pieno dell'adolescenza, è normale. Passerà una volta superati i vent'anni, si calmerà.- lo rassicurò il terrestre dagli occhi di smeraldo. -E Bra?-
Il Saiyan si esibì in una smorfia contrariata. La secondogenita era esattamente il contrario del fratello.
-Bra è un uragano, non sta mai ferma e non ascolta mai.- 
Marco lo guardò incredulo.
-Ma come! Quell'angioletto dagli occhi blu non può essere tanto tremendo.- asserì spostandosi sulla sedia.
Vegeta alzò gli occhi al cielo, esclamavano tutti la stessa cosa quando gli si rivelava la vera natura di Bra.
-Ti ci farei vivere. Non sopporta che le si dica cosa fare, non ti ascolta, è capricciosa e se non ottiene ciò che vuole piange fino a distruggerti i timpani.- si lamentò l'uomo dagli occhi scuri ricordando l'ultima volta che la figlia aveva avuto la splendida idea di lanciare la palla con forza contro un muro a circa un metro di distanza. L'oggetto era rimbalzato sulla parete e le si era stampato in faccia con una forza doppia rispetto a quella usata da lei. Ovviamente la bambina di appena cinque anni era scoppiata in lacrime nonostante le possibilità che si fosse fatta seriamente male fossero assai esigue. Bulma era subito corsa da lei per cercare di arginare il danno ed evitare che il suo pianto diventasse incontrollabile mentre lui si era limitato a sottolineare quanto fosse stato stupido quello che la bimba aveva combinato guadagnandosi un'occhiataccia dalla moglie.
-Ma dai! Avrei giurato fosse la classica bambina dolce e carina con un modo di fare adorabile. Infondo è una principessa, no?- rise Marco.
-Si comporta come la madre.- borbottò il Saiyan. 
-A proposito di principesse! Dato che qui è una noia mortale raccontami qualcosa del tuo popolo, sono curioso.- sentenziò il terrestre abbandonando definitivamente quella che era una birra fresca.
Marco richiamò una delle tante cameriere e ne ordinò altre due, specificando che fossero gelate. Poi riportò l'attenzione sul Saiyan che si era voltato e lo fissava incredulo. Lui lo fissò incuriosito, che aveva detto di strano?
-Perchè ti interessa?- indagò.
-Quando mi ricapita di avere un migliore amico che viene da un altro pianeta?- 
L'idea che Vegeta, così come Goku, provenissero da un pianeta e una galassia ad anni luce da lì gli sembrava ancora assurda. Fino a qualche anno prima avrebbe potuto giurare che gli alieni non esistessero o che comunque non avessero alcuna intenzione di avere a che fare con gli umani. E invece aveva fatto amicizia proprio con un alieno, che di alieno, stando a documentari e film, non aveva praticamente nulla. A parte la lunga coda di scimmia recisa anni prima ad entrambi i purosangue e agli ibridi di entrambe le famiglie, unicamente alla piccola Bra era stata lasciata la lunga appendice, a patto che la nascondesse quando si trovava al di fuori delle mura domestiche e di non guardare la luna piena per nessun motivo. 
Marco era vivamente interessato a saperne di più su quella razza guerriera di cui l'amico faceva parte ma non sapeva se egli volesse parlargliene o fosse, magari, una sofferenza farlo. 
-Cosa vuoi sapere?- 
Marco s'illuminò davanti alla prospettiva di conoscere meglio lui e tutti i Saiyan con la loro cultura. 
-Non so, quello che ti pare. So che sei il principe, quindi, nel caso non fosse esploso il tuo pianeta, saresti diventato Re. Giusto?-
-In linea generale, sì.-
-E c'è tipo un'incoronazione o qualcosa di simile?-
La cameriera interruppe la conversazione posando le due birre sul tavolo, piegandosi forse un po' troppo tra i due mettendo in mostra un seno modesto ma sodo e un bel faccino pulito lasciato scoperto dai capelli legati. Probabilmente cercava di attirare l'attenzione dei due uomini che stava servendo ma né Marco né Vegeta fecero una piega davanti a ciò che gli posava davanti agli occhi, anzi sembravano impazienti di vederla andare via per poter continuare la loro conversazione. La ragazza, amareggiata, tornò al suo lavoro lasciando soli i due che ripresero a parlare.
-All'incirca. Non abbiamo corone, non come le intendete voi.- spiegò portandosi il vetro freddo alle labbra. -Al massimo un semicerchio di un materiale simile all'oro terrestre, con al centro una pietra rossa.- 
-Interessante. E se non portare corone o diademi come siete riconosciuti, simbolicamente parlando, come sovrani?- 
-Con dei medaglioni. Si stipula un patto di sangue con il regno, al momento della proclamazione, bagnandoli con il proprio.- 
Lui non aveva assistito all'incoronazione, ovviamente, era stato il padre a raccontargli più e più volte come avvenisse per rimembrargli giorno dopo giorno che lui sarebbe stato il nuovo Re. E il bambino di sei anni che era a quel tempo, aveva sognato un sacco di volte quel giorno vedendolo come il traguardo massimo che la propria persona potesse raggiungere e ne era veramente entusiasta, tanto da allenarsi con costanza sempre maggiore pur di essere un Re potente più di suo padre. Ma i suoi piccoli sogni di gloria erano andati in frantumi due volte: la prima, quando l'uomo che gli ricordava di essere un principe, uccise la donna con cui l'aveva messo al mondo, sua madre, a cui era particolarmente legato; la seconda quando pochi mesi dopo l'aveva venduto a Freezer per cercare di comprarsi l'incolumità della propria persona e del pianeta. La sensazione di sconforto che lo aveva pervaso allora non l'aveva più abbandonato per gli anni a seguire, sostituita soltanto da una rabbia crescente nei confronti di quel "patrigno" non desiderato. Ricordava bene di aver sentito la propria anima spezzarsi non appena il tiranno lo aveva preso sotto la sua ala. 
-Lo saresti stato fino alla tua morte, giusto? Ti avrebbe successo il tuo primogenito maschio?- chiese Marco ignaro dei pensieri assai tristi del proprio interlocutore.
-Il primogenito. Maschio o femmina non importa.- gli rispose spostando i pensieri su qualcos'altro.
-Oh. Niente maschilismo o sessismo. I maschi non sono superiori alle donne.- 
Marco prese una buona sorsata della sua birra felice di sentirsi la gola congelare al passaggio.
-Non a prescindere.- rispose. 
-E se gli altri figli volessero la corona?-
-Se fossero più forti del primogenito sarebbero loro a regnare.- spiegò.
-Quindi la vostra società si basa esclusivamente sulla forza. Interessante.- mormorò sovrappensiero. -Tu hai fratelli?- 
Il pensiero di Tarble e Uryasil gli attraversò la mente veloce. Chissà dov'erano andati a finire, da quando aveva lasciato la Terra li aveva visti e sentiti sporadicamente nonostante i dispositivi di comunicazione con cui Bulma li aveva forniti. L'ultima volta Uryasil aveva detto di voler tornare a fare un giro sul pianeta azzurro. 
-Sì.- rispose piatto.
-Fratello o sorella?- 
-Entrambi.- 
-Più grandi?- 
-Più piccoli, entrambi.- gli disse chiedendosi il motivo per il quale egli fosse tanto interessato. - Tu hai fratelli?-
Marco sorrise in modo triste e spostò gli occhi color smeraldo lontano da quelli del proprio interlocutore, perdendosi in pensieri non esattamente felici risalenti a prima del tracollo. 
-Ho due sorelle. Una più grande e una più piccola.- disse soltanto.
Vegeta si chiese il motivo di quella reticenza a parlare, sembrava essersi improvvisamente chiuso a riccio. Sicuramente aveva toccato un tasto dolente, magari non aveva una situazione molto rosea con la famiglia soprattutto se ripensava a ciò che gli aveva detto avesse fatto prima di conoscere Evelyn. 
Decise di rispettare la sua volontà di non rispondere e tornò a guardare Bulma che cercava di fuggire dai troppi auguri che iniziavano ad essere asfissianti. Riuscì ad incrociare i suoi occhi esternandosi per qualche secondo dalla confusione generale, perdendosi in quelle iridi chiare che tanto amava osservare. Così diverse dalle proprie ma con la stessa luce all'interno che brillava di un sentimento molto forte e intenso che li aveva portati a passare gli ultimi quindici anni l'uno accanto all'altra. Bulma gli sorrise incominciando quella loro conversazione muta fatta di lunghi sguardi, a loro bastava specchiarsi negli occhi dell'altro per capirsi e sentirsi soli nel loro spazio personale inaccessibile a chiunque. Uno spazio che avevano imparato a ritagliarsi fin dai primi sguardi, dalle prime litigate, quando erano ancora "nemici" con una forte attrazione fisica reciproca. A distanza di anni sapevano estraniarsi dal resto come in una bolla e perdersi in quel mare di emozioni inespresse a parole. Ma se solitamente quell'incanto durava interi minuti, quella sera fu interrotto fin troppo velocemente dagli amici di vecchia data ubriachi e particolarmente propensi a far casino. Il Saiyan s'imbronciò un poco di fronte a quell'interruzione, detestava che qualcuno portasse via l'attenzione della donna da sé. 
-Quando la mia dipendenza dall'eroina toccò il picco massimo, Andrea, mia sorella minore, smise di rivolgermi la parola. Allora era appena una bambina e concepiva le mie difficoltà nell'avere rapporti sociali normali e quando smisi di prestarle attenzione, per rivolgerla unicamente alla mia dipendenza semplicemente mi voltò le spalle, facendo finta di non vedermi anche quando eravamo nella stessa stanza.- iniziò a raccontare Marco, spostando l'attenzione del Saiyan su di sé. -Ero perennemente stanco con degli sbalzi dell'umore talmente intensi che la mia mia famiglia iniziò a starmi lontano. Finché esasperati non mi hanno buttato fuori di casa, imponendomi di non tornare fin quando non mi fossi ripulito.-
Vegeta ossevava l'amico giocare nervosamente con la bottiglia piena per metà mentre la gamba destra gli si muoveva su e giù in maniera incontrollata. Chiari segni che ciò che gli stava dicendo non era affatto semplice da raccontare, nonostante fossero passati anni il ricordo gli martellava nel cervello ricordandogli ogni volta che aveva buttato gran parte della sua vita dietro una dipendenza e a giri poco simpatici. Marco portava ancora le cicatrici di quel periodo, ormai lontano, sia fisiche, dovute alle continue iniezioni che si praticava e agli abusi subiti in galera, sia mentali, un senso di colpa costante lo rincorreva senza sosta. Non se ne sarebbe mai liberato e gli stava bene. 
-Ho passato i seguenti due anni per strada, in mezzo a giri di spacciatori ed eroinomani. Ci passavamo le dosi e a volte anche le siringhe, chissà quante infezioni mi sarò preso.- proseguì con lo sguardo basso, assente. -Poi mi presero, una macchina di pattuglia mi beccò proprio mentre stavo raggiungendo l'estasi dovuta a una delle mie dosi giornaliere. Ci rimasi un anno e quando uscii ricomincia ad andare alla ricerca della mia malattia sempre di più. Ormai le tre dosi quasi non mi bastavano e andavo alla costante ricerca di qualcuno che potesse darmene di più e siccome non ne trovavo...- si fermò riprendendo fiato, cercando di riafferrare quei pezzi di memoria andati perduti a causa degli abusi di sostanze stupefacenti. Brandelli di ricordi che avrebbe preferito dimenticare o non avere proprio, la sola idea di aver vissuto quell'inferno gli dava la nausea facendogli tremare le gambe. Respirò a fondo provando a calmarsi per terminare il racconto. -Uno spacciatore ebbe la sfortuna di mettersi sulla mia strada di quella giornata particolarmente nera, erano tre giorni che non mi facevo, e si beccò una coltellata in pieno stomaco che gli fu fatale. Quella volta toccai il fondo.- 
Marco sudava freddo, la gamba che non la smetteva di muoversi compulsivamente su e giù e fissava tutto tranne che il principe seduto al proprio fianco. Si sentiva sopraffatto da sensazioni che non voleva più portare, quella volta fu l'unica in cui capì di essere arrivato al capolinea. 
Vegeta lo ascoltava in silenzio, osservando i suoi movimenti nervosi con occhio critico. Lui non aveva idea di cosa fosse la dipendenza da sostanze stupefacenti né capiva il bisogno che avevano alcuni a provarle fino a ridursi a un automa che ha solo un pensiero fisso. Però capiva benissimo cosa si provava nel compiere un omicidio, lui che di vite ne aveva tolte un'infinità, conosceva la sensazione di estrema potenza che si provava nel togliere la vita di qualcun altro, nel decidere delle sorti altrui. Quella sensazione l'aveva talmente assuefatto che alla fine lo aveva iniziato a fare quasi automaticamente, senza alcun tipo di emozione. Marco portava i segni dell'unica volta in cui l'aveva sperimentata mentre lui ci aveva trovato gusto per anni mentre i sensi di colpa lo torturavano nell'inconscio del sonno impedendogli un riposo adeguato. Probabilmente se non si fosse fermato in tempo, anche il terrestre avrebbe sperimentato la stessa cosa con l'aggravante della sua dipendenza. 
-Mi constinuii, andando di mia spontanea volontà alla centrale più vicina dopo cinque giorni e confessando quanto avessi fatto, aggiungendo di essere in possesso e di far uso di eroina e cocaina. Non so quale santo mi abbia salvato ma da ateo mi ripeto che ho avuto semplicemente culo ad evitare l'ergastolo ed avere una pena ridotta per aver collaborato con la polizia. Quella volta fui praticamente costretto a disintossicarmi, non avendo il minimo accesso alle sostanze ed essendo controllato ventiquattr'ore al giorno. Fu il periodo più brutto della mia vita, gli altri detenuti mi bullizzavano e mi mettevano le mani addosso trascinandomi in mezzo a risse da cui sarei uscito più morto che vivo. Poi arrivò lei...- 
Marco sospirò, il suo sguardo si accese e riuscì finalmente a smettere di muoversi. Alzò la testa appoggiandosi allo schienale, la bottiglia adagiata sul tavolo ma lo sguardo ancora puntato sul pavimento.
-Evelyn mi ha salvato la vita. Ha raccolto i miei pezzi e lo ha rimessi assieme, mi ha dato la possibilità di finire gli studi e di trovarmi un lavoro. Mi ha prestato del denaro quando non sapeva neanche chi fossi. Mi sono ripulito definitivamente grazie a lei e alla fine me ne sono pure innamorato.- scoppiò a ridere al ricordo della sua versione impacciata che chiede alla ragazza castana di dargli una possibilità. -E incredibilmente ero ricambiato. Non smetterò mai di ringraziarla. Recentemente sono riuscito anche a riallacciare i contatti con Andrea, che non mi odia più ma le ci vorrà un po' per perdonarmi del tutto.- 
-E l'altra?- chiese il Saiyan.
Marco alzò lo sguardo su di lui, confuso. Aveva parlato talmente tanto che si era perso il motivo dell'inizio della discussione. Ma Vegeta no.
-Hai detto di avere due sorelle. Che fine ha fatto l'altra?- 
Il terrestre si riscosse riallacciando il filo del discorso. Sorrise appena sollevando un poco gli angoli della bocca, quel tanto che bastava per esprimere una felicità effimera di fronte a tutto quel passato. 
-Cinzia è stata l'unica persona a non avermi mai abbandonato. Anche quando ero sul fondo del baratro, chiuso in prigione con una crisi di astinenza assurda, lei mi veniva a trovare incoraggiandomi a non mollare e urlandomi addosso quanto fossi stupido a dire che non ce l'avrei fatta.- disse.
Marco si chiuse in un silenzio privato, sorridente fissava un punto non specifico di fronte a sé avvolto nei propri pensieri. I ricordi facevano male ma ormai li vedeva sotto una luce diversa, probabilmente se non avesse seguito quel "percorso" non avrebbe tutto ciò che aveva, compresa la figlia di nove anni che lo attendeva a casa immersa nel sonno. Non ne parlava mai con nessuno di quel periodo però con il Saiyan gli era venuto quasi spontaneo, forse perché si vedevano simili e le loro storie per certi versi coincidevano. Dopotutto era stato lui stesso a definirlo suo migliore amico quindi doveva pur avere un senso questa apertura nei suoi confronti anche se la cosa non gli interessava poi molto. 
-E tu come mai ti sei separato dai tuoi fratelli?- chiese poi a bruciapelo pregando che l'uomo non lo mandasse a quel paese.
Vegeta fece una smorfia di disgusto al ricordo di quegli anni.
-Freezer. Mio padre ha venduto me e mia sorella a lui e ha spedito mio fratello su un pianeta lontano. Uryasil è riuscita a fuggire mentre io morivo su Nameck.- 
Marco alzò un sopracciglio confuso dalla scelta del sovrano.
-E perché vi ha venduti? Tu sei il legittimo erede.- chiese.
-Freezer mi aveva già messo gli occhi addosso da parecchio, ero molto forte per la mia età e temeva che una volta cresciuto avessi potuto spodestarlo. Perciò propose a mio padre uno "scambio": me e mia sorella, molto forte anche lei, in cambio della promessa di lasciarlo in vita e di non togliergli il regno.- raccontò con rabbia. 
Lui ed Uryasil avevano passato una vita d'inferno per il semplice capriccio di quel bastardo che li aveva generati. Se sua madre fosse rimasta in vita glielo avrebbe impedito ma il coglione l'aveva uccisa a tradimento conscio che lei gli avrebbe fatto il culo e lo avrebbe spodestato. 
-Ma il tuo pianeta è esploso. Siete stati usati come merce di scambio per un cazzo?- sbottò il terrestre che non poteva credere che un padre potesse fare una scelta del genere.
Vegeta annuì rancoroso, si era sentito preso in giro quando scoprì il vero motivo per il quale lui e sua sorella erano stati affidati al Lord. 
-Tuo padre che fine ha fatto?- 
-Esploso con il pianeta.- affermò piatto.
-E tua madre?- 
-Uccisa. Da lui.- 
-Quanti anni avevi?- 
-Sei.-
Il terrestre tacque. Un bambino così piccolo si era ritrovato orfano di entrambi i genitori e a dover crescere velocemente per non soccombere alle angherie del "patrigno". Un'infanzia probabilmente stroncata sul nascere e un'adolescenza mai avuta. Pensava di aver avuto una vita difficile ma diamine il principe ne aveva viste di peggio. 
-Ehy Marco! C'è Evelyn ha bisogno di essere recuperata!- urlò Crilin dal fondo della sala.
L'uomo dagli occhi smeraldo si voltò nella direzione in cui aveva sentito pronunciare il proprio nome. Vide l'amico di Bulma indicargli una Evelyn più ubriaca di prima che, chissà come, si era intrufolata dietro il bancone arrampicandosi sullo scaffale per recuperare qualche alcolico. 
Marco alzò gli occhi al cielo, posò la bottiglia sul tavolo e si avvicinò al gruppetto che cercava di convincere la donna ad uscire da lì dietro. Borbottava sottovoce qualcosa in italiano che nessuno dei presenti capì. Scavalcò il bancone con agilità e si premurò di afferrare la moglie per la vita per staccarla dallo scaffale mentre lei protestava dimenandosi come un'ossessa. L'uomo evitò un paio di gomitate poi se la caricò sulla spalla e tornò dalla parte giusta. Evelyn non sembrò contenta di quel trattamento e, ancor prima di essere messa a terra, cercò di ostacolarlo attaccandosi al bordo della superficie. 
-'Cci tua! A Evelyn staccate che n'è aria de fa la cozza sullo scoglio.- sbottò.
Il gruppo strabuzzò gli occhi non capendo un'acca di quanto detto.
-Ma io voglio bere!- protestò la donna non intenzionata a lasciare andare il bancone. 
-Ma se sei 'mbriaca peggio de na spugna!- sentenziò staccandole le mani e riuscendo ad allontanarla. La fece sedere intimandole con lo sguardo di rimanerci e richiamò il barista, con un accento particolarmente marcato. -Toh, bevi magari te riprendi.- 
Evelyn fissò imbronciata il bicchiere d'acqua che il marito le porgeva, lei voleva alcol non acqua! Non aveva scavalcato il bar per della comunissima acqua. Ma lo sguardo di Marco non ammetteva repliche così, da brava bambina borbottando però qualche insulto in italiano sottovoce di molto simile a "rompicojoni", prese il bicchiere e mandò giù il contenuto in un colpo manco fosse uno shot. 
Vegeta osservò la scena esilarante senza una vera e propria espressione sorseggiando la birra fredda prima che si scaldasse. Riflettè su quanto Marco gli aveva detto, sulla sua vita piena di ostacoli e difficoltà quanto la propria. Una persona che si era rialzata dopo aver toccato il baratro ed era diventato una persona nuova a discapito di tutti quelli che in lui non avevano mai creduto, salvato da una donna testarda che non si arrende facilmente. 
Le loro storie erano simili soltanto che mentre Marco si era rovinato con le proprie mani, Vegeta era stato trascinato nel baratro da una persona esterna e dagli eventi che, in un modo o nell'altro, hanno trasformato un bambino che amava combattere in adulto asettico a cui piaceva togliere la vita agli altri. Per fortuna era arrivata Bulma altrimenti non sapeva dove sarebbe andato a finire, l'orgoglio se lo sarebbe mangiato vivo o più probabilmente qualcuno lo avrebbe ucciso. Non sapeva se avrebbe mai potuto ringraziare abbastanza quella donna che gli aveva regalato una seconda possibilità, di vivere e non di sopravvivere. Dargli la possibilità di diventare la parte migliore di sé, renderlo amante, marito e padre di quei due mezzosangue, che stavano sicuramente facendo impazzire il namecciano a cui erano stati affidati, che erano probabilmente l'unica cosa buona che avesse fatto in tutta la sua vita e la notizia di averlo fatto di nuovo non poteva che renderlo felice. Quei quindici anni assieme a lei erano stati sicuramente i più belli da quando era stato affidato alle cure di Freezer ed il suo mondo era crollato. Mai in tutta la sua vita avrebbe potuto credere che il suo futuro più bello consistesse nell'amore di una famiglia e il calore di un posto da chiamare casa, da cui tornare a battaglia conclusa. Da vincitore o da perdente. 
-Il tuo amico ti ha abbandonato?- scherzò la voce del centro dei suoi pensieri.
Il principe alzò lo sguardo e la vide in tutta la sua bellezza, in piedi accanto a sé che gli sorrideva sincera con una punta di sarcasmo, quel tanto che bastava per provocarlo senza una vera intenzione di litigare. Spostò lo sguardo sulla coppia che litigava in italiano sulla quantità di alcol assunta da Evelyn e la sua imposizione nel volerne altro nonostante le sue facoltà mentali l'avessero già salutata da un po'. 
-Ha cose più importanti da fare, tipo impedire ad Evelyn di andare in coma etilico.- rispose.
Bulma non ribattè ma si mosse nella sua direzione fino ad accomodarsi sulle sue gambe avvolte dai jeans scuri strappati. Gli passò un dito sui pettorali abbronzati lasciati scoperti dalla camicia con i primi due bottoni aperti. Si morse il labbro constatando l'innata sensualità del suo uomo e riportò gli occhi nei suoi, che lo fissavano confusi e in attesa. Era assai strano che le permettesse di stargli così vicino in presenza di altri ma evitò di farglielo notare, piuttosto gli prese la mano libera e se la portò all'altezza del ventre ove cresceva una piccola vita. Vide i suoi occhi illuminarsi e se ne compiacque.
-Chissà come la prenderanno Trunks e Bra.- disse quasi più a se stessa che a lui. -Tu che dici?-
-Come vuoi che la prendano?- borbottò lui.
-Spero bene.- sospirò pensando si caratteri non esattamente malleabili dei due figli. -E tu?-
-Io cosa?-
-Sei felice?-
Vegeta si bloccò sollevando lo sguardo dalla mano posata sulla pancia di lei per incatenarlo ai suoi occhi chiari. Vi lesse una grande emozione e anche un po' di paura di fronte a quella nuova sfida che si parava loro davanti. Ma c'era soprattutto tanta speranza che lui si sentisse esattamente come lei, che provasse la stessa euforia al pensiero di un nuovo arrivo in famiglia. E, dannazione, se le sue parole non erano esaustive i suoi occhi lo erano abbastanza da compensare tutto quello che non riusciva a dire.
-Sì, insomma, non è stato programmato e posso capire che magari sia una cosa, diciamo, inaspettata però sono dell'opinione che...- 
Un bacio rovente le impedì di terminare la frase, inaspettato quanto desiderato. Il principe era restio anche soltanto a starle troppo vicino in pubblico, un gesto del genere non se lo sarebbe mai aspettato.
-Parli troppo.- le disse.
Bulma lo fissò stupefatta con le guance imporporate da un imbarazzo che, ormai, non sarebbe più dovuto esistere. Eppure quell'uomo la faceva sempre sentire un'adolescente alla prima cotta. 
Si toccò le labbra cercando di celare l'imbarazzo voltando il viso ma lui ridacchiò. 
-Sono felice.- 
Gli occhi cerulei tornarono rapidamente a cercare la loro controparte più scura sul viso del compagno, spalancati. Increduli. Era assai raro che il principe riuscisse in qualche modo a farle capire a parole le proprie emozioni ma che le esprimesse a voce alta senza bisogno di interpretazioni era un'occasione unica. 
Visibilmente in difficoltà, tentava inutilmente di nascondersi dietro la bottiglia. Dopo un'ammissione del genere lei non avrebbe dovuto più chiedergli niente per i prossimi due mesi. 
Bulma si limitò a sorridergli commossa constatando che la sua mano fosse ancora esattamente dove l'aveva appoggiata. Si appoggiò a lui, felice e senza che protestasse. I loro amici erano troppo occupati a dar retta ad Evelyn e ai suoi comportamenti bizzarri per notarli. Osservò l'amica tentare di fuggire dal controllo di Marco, inutilmente dato che lui la bloccò ancor prima che si alzasse dalla sedia. Le faceva piacere che entrambi avessero legato con il resto del gruppo abbastanza velocemente, soprattutto la donna castana più ubriaca che altro. 
Uno smartphone le si materializzò davanti attirando la sua attenzione, si voltò incuriosita prendendo l'oggetto dalle mani del marito. Lui non sembrava intenzionato a dirle nulla perciò si focalizzò sullo schermo: c'era un video che aspettava di essere riprodotto. Premette play e gli occhi blu del suo sedicenne primogenito apparvero ancor prima che si rendesse conto che il video era effettivamente partito. Il ragazzo faceva segno di fare silenzio a uno spettatore immaginario per poi spostare l'inquadratura sulla sorellina che guardava fuori dalla finestra. Bra si voltò sorridente non appena capì di essere ripresa e indicò davanti a sé, Trunks spostò l'obiettivo esattamente nel punto indicato e l'azzurra non poté credere ai suoi occhi: il drago Shenron si esibiva in tutta la sua maestosità contro il cielo oscurato, le sette sfere ai suoi piedi brillavano di luce propria illuminando il Dio drago dal basso donandogli un aspetto ancor più divino. Davanti a lui, molti metri più in basso, il principe dei Saiyan calzato nella sua divisa da battaglia esprimeva il suo desiderio.
"Voglio che l'invecchiamento di mia moglie rallenti per essere a pari passo con il mio." 
Gli occhi del drago s'illuminarono di rosso e il desiderio fu esaudito. Trunks riportò l'inquadratura su di sé e il video si chiudeva con lui e Bra che sorridevano vittoriosi.
Bulma non si rese conto di star piangendo fin quando non vide le lacrime cadere sullo schermo del telefono. Si portò la mano libera sulle guance trovandole bagnate.
-Così la smetti di lamentarti ed usare Shenron per cose stupide.- proruppe lui alle sue spalle con il solito tono polemico.
La donna dagli occhi azzurri si ritrovò senza parole di fronte a tale azione assolutamente non da lui. Giurava di conoscerlo a fondo ma poi lui la stupiva in quella maniera e si ritrovava a chiedersi se lo conosceva veramente come immaginava. Sicuramente non era una cosa che si sarebbe ripetuta facilmente, quella generosità sconosciuta da parte sua era l'ennesima prova che il Saiyan fosse profondamente cambiato e che il suo egoismo non era più così spropositato. 
-Io... sono senza parole, non so che dire. Mi hai spiazzata.- mormorò asciugandosi le lacrime. -Ti ringrazio, non potevi farmi regalo più bello.- 
Il Saiyan non si scompose osservandola con la coda dell'occhio, sinceramente non si aspettava una reazione così intensa. Alla fine non aveva fatto altro che esprimere un desiderio a Shenron, cosa che avrebbe potuto fare anche lei. Ma ciò che il principe non riusciva a capire era il fatto che non fosse il desiderio in sé ad averle scatensto quella reazione, ma il fatto che l'avesse espresso lui dimostrandosi attento e sensibile ai "problemi', per quanto piccoli e insignificanti, della sua compagna. Una cosa affatto scontata per come era fatto lui ma Bulma sapeva che nonostante le apparenze Vegeta sapesse perfettamente dove colpire per renderla felice. Il Saiyan aveva uno spirito d'osservazione che compensava l'apparente disinteresse verso tutto ciò che lo circondava, non si esponeva quasi per niente ma immagazzinava ogni singola informazione che reputava fosse importante. 
L'azzurra ritrovò la calma pur con gli occhi luccicanti ma non potè fare a meno di abbracciarlo con calore stringendolo quanto più potesse per trasmettergli tutto il trambusto che stava vivendo interiormente. Probabilmente gli ormoni della gravidanza facevano buona parte del lavoro. 
-Io però non ti preso niente.- disse rendendosi conto di essere, per una volta, lei quella in debito verso di lui.
Vegeta riportò le iridi color della notte su di lei che lo guardava di sottecchi quasi sentendosi in colpa. Fece una leggera pressione sulla sua pancia, approfittando del fatto che non avesse spostato la mano per chissà quale motivo, per ricordarle che in realtà gli aveva fatto il dono più bello, ci sarebbero soltanto voluti nove mesi per averlo. 
Gli occhi della donna minacciarono di cacciare fuori nuove lacrime per quanto lei cercasse di non piangere. Lui non l'aiutò di certo poggiando le proprie labbra sulle sue per un bacio delicato, così raro da parte sua. 
-Ti amo.- gli disse poggiando la fronte alla sua. 
Lui sorrise appena mantenendo ben salda la mano sinistra, sulla quale brillava la fede dorata, su di lei e non si scostò quando ella vi poggiò le sue. 
Attorno a loro la festa continuava, Evelyn protestava per essere stata privata dell'alcol, Marco la ignorava raccontando al resto del gruppo le sue origini italiane, gli amici di una vita lo ascoltavano incuriositi da quello straniero che era entrato da poco nel loro giro, Yamcha sembrava aver preso residenza sulla sedia davanti al bancone provandoci con qualunque ragazza passasse nella speranza che qualcuna ci stesse. Goku invece fece vagare lo sguardo alla ricerca dell'amica, con la quale ci aveva parlato molto poco durante tutta la sera, desideroso di farci quattro chiacchiere. Sorrise quando la vide seduta sulle gambe del Principe dei Saiyan, il quale sembrava volersela tenere stretta a giudicare dalla foga con la quale la teneva vicina a sé. Riportò lo sguardo su Marco e lo accalappiò passandogli un braccio attorno al collo, non si stupì quando lo sentì irrigidirsi e poi spostarsi, gli ricordava Vegeta ma più umano. Decise di concentrarsi sul terreste dagli occhi smeraldo che imprecava in italiano contro la consorte e lasciare i suoi migliori amici a godersi l'intimità ritagliata nella confusione generale.




Angolo Autrice:
Ed eccomi tornata con una delle mie chicche che iniziano nella mia testa a radom. 
Sicramente era un po' che mi girava per la mente questa cosa, dopo la lettura del capitolo del manga in cui Bulma dice a Wish se può farla partorire di nuovo così nel caso ne avesse bisogno ho spesso fantasticato sulla possibilità di un terzo figlio per la VegeBul. Magari un bimbo uguale a Vegeta ma con gli occhi blu.
Il rapporto tra Vegeta e Marco lo volevo più profondo, condividono un passato tempestoso, in modo diverso ma altrettando disperato. Spero di essere riuscita a raccontare l'infanzia di Marco senza prenderla sotto gamba o diventare pesante.

angelo_nero

P.S. il nome della sorella maggiore di Marco non è casuale e chi di dovere capirà :3 
  
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