Videogiochi > Kingdom Hearts
Segui la storia  |       
Autore: Lady I H V E Byron    03/07/2019    2 recensioni
(Crossover con "Dragon Age Origins")
Impegnati nella ricerca e battaglia contro Master Xehanort e l'OrganizzazioneXIII, Sora, Paperino e Pippo finiscono in un nuovo mondo, in cui, con loro grande stupore, gli Heartless e i Nessuno non sono il pericolo principale...
Genere: Avventura, Drammatico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Paperino, Pippo, Sora
Note: Cross-over, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Note dell'autrice: altro noioso capitolo di dialoghi e riflessione. Scusate.

---------------------------------


-Ah! Che bello avere di nuovo un’armatura addosso!-
Alistair sembrava essere tornato allegro. Si stirò le braccia, incrociando le dita. Sopra le vesti datagli da Morrigan, indossava un’armatura a scaglie, così come i bracciali, le spalliere, e gli stivali. Semplice, ma efficiente.
-E’ stata utile contro quei Prole Oscura di poco fa...-
Infatti, mentre giravano intorno al lago Calenhad, un’orda di Prole Oscura aveva attaccato il gruppo. Per fortuna, quest’ultimo ne era uscito vincitore, purché la sfida non era stata affatto facile.
-Ehi, voi tre là dietro. Come vi sentite?-
Sora, Paperino e Pippo stavano chiudendo il gruppo. Si stavano stringendo l’un l’altro, terrorizzati, sbiancati, tremanti; addirittura battevano i denti. Avanzavano con passi rigidi.
-Era enorme… e orrendo… e con grosse corna… e tanto arrabbiato…- balbettava il ragazzo.
Il giovane ridacchiò, ma sempre osservandoli con comprensione e compassione.
-Eh, sì… la lotta contro il primo ogre non si scorda mai…- mormorò.
Il primo ogre che aveva affrontato lui era quello sulla torre di Ishal: inizialmente aveva provocato anche a lui le stesse emozioni, ma la missione affidatagli dal re e dal suo mentore, Duncan, avevano la priorità. Questo era bastato a non farsi sopraffare dalla paura.
Sten sbuffò.
-Che codardi…- mormorò. Nemmeno Leliana era rimasta turbata alla visione dell’ogre.
Ma Morrigan ridacchiò, divertita.
-Piuttosto, qui sta calando il sole.- fece notare, guardando in alto –Cosa facciamo?-
Anche Alistair guardò in alto: il cielo era rosso, ma cominciavano a farsi intravedere le prime sfumature della notte.
-Beh, non avverto la presenza dei Prole Oscura e siamo vicini alla Torre del Circolo.- annunciò, battendo le mani –Stanotte ci accamperemo qui. Ora… chi mi aiuta a togliermi l’armatura?-
Leliana aiutò i compagni a togliersi le armature, compresi i forestieri.
Anche Sora aveva acconsentito ad avere un’armatura. Una semplice pettiera, dei bracciali e degli schinieri. Più leggera, rispetto a quella di Alistair, per avere più libertà di movimento.
Anche Pippo se ne fece costruire una: ricordava vagamente quella che indossava quale capitano delle guardie reali del Castello Disney, con un braccio scoperto, quello che usava per impugnare lo scudo. Persino Sten decise di indossare un’armatura: il fabbro di Redcliffe aveva persino pregato Andraste di avere abbastanza acciaio. Infine, fu in grado di creare un’armatura completa, su misura per Sten.
Ma lui non si sentiva ugualmente a suo agio: diceva che non era come le armature qunari e che gli inibiva il movimento.
-Ti proteggerà dagli attacchi dei Prole Oscura e evitare che tu rimanga corrotto dal loro sangue.- gli aveva suggerito Alistair, per convincerlo ad indossarla.
Dopotutto, come Custode Grigio, non aveva torto. Ma Sten ancora non si fidava di Alistair.
Avevano persino avuto una lieve discussione, appena lasciata Redcliffe.
-Il Flagello.- aveva detto, a bruciapelo, Sten, rivolto ad Alistair –Come lo fermerai?-
Alistair non si aspettava quel tipo di domanda. O magari la risposta era così scontata che gli venne spontaneo rispondere: -Beh, pensavo di dire cortesemente all’arcidemone di andarsene…-
Comprese presto che a Sten non piaceva l’umorismo.
-Pensi di risolvere tutto con l’ironia?- rispose, più serio di prima; Alistair si fece più inquieto, indietreggiando di un passo –Ho sentito varie storie sui Custodi Grigi. Grandi guerrieri, abili condottieri ed incredibili strateghi. Ma tu non mi stai dando alcuna prova di essere quello che dovresti essere!-
Alistair serrò le labbra ed aggrottò le sopracciglia: quando voleva, sapeva essere tanto sarcastico, quanto serio e responsabile. In quel momento, emerse il secondo lato.
-Stammi bene a sentire!- esclamò, offeso -Tu vieni qui nel Ferelden per fermare un Flagello in corso e osi dire ad un Custode Grigio come dovrebbe fare un Custode Grigio solo basandoti su racconti ambientati secoli fa?! Non sai cosa significhi essere un Custode Grigio! E per tua informazione, sono l’ultimo dei Custodi Grigi, quindi scusami se ti sembro distratto, confuso e magari un po’ triste perché ho perso tutti i miei amici ad Ostagar!-
Un secondo dopo aver pronunciato quelle parole, si ricordò di avere di fronte un qunari. A Lothering temeva ogni secondo per la sua testa: quella sensazione tornò, appena notò Sten rivolgergli uno sguardo minatorio.
“Creatore. Andraste. Tutti e due.” pensò, deglutendo e sudando freddo; Sten stava compendo dei passi, verso di lui “Fate che non mi stacchi la testa. O qualsiasi altra parte del corpo. Mi serve.”
Qunari ed umano furono faccia a faccia.
Anche i presenti temettero un confronto fisico tra i due. Per fortuna, Sten si limitò a sbuffare.
-E pensi di usare questa scusa, quando sarai di fronte all’arcidemone?-
Non avevano più parlato tra loro da allora.
L’unica cosa che caratterizzava Alistair e lo distingueva dai guerrieri cui Sten era solito avere un contatto, sia amico che nemico, era il suo sarcasmo. Ma la strada del guerriero gli si addiceva. Come anche a Sora.
Anche lui, come Alistair, non aveva l’aria del guerriero, ma mostrava determinazione e fermezza in ogni cosa che eseguiva.
Sten li osservò entrambi, mentre Leliana li aiutava a togliersi l’armatura. Ma poi abbassò lo sguardo. Forse deluso, forse pentito.
Raccolta la legna e acceso il fuoco, non ci fu nemmeno bisogno di rivolgersi ad una fattoria circostante, per elemosinare del cibo: come ringraziamento per aver salvato il villaggio dagli Heartless, i contadini di Redcliffe avevano preparato una cesta con delle vettovaglie per i forestieri, abbastanza per due giorni.
-Ehi, Sora…- era da Redcliffe che Alistair era in procinto di dire qualcosa a Sora, ma non sapeva ancora come dirlo; inoltre aveva avuto la discussione con Sten e in conclusione l’attacco dei Prole Oscura –Senti, ehm… quello che hai fatto a Redcliffe…- riprese fiato –Grazie per quello che hai fatto a Connor. E per Redcliffe. Sai che ho un debito enorme con Eamon. E… il non voler sacrificare né Connor né Isolde è stato un gesto meraviglioso da parte tua. E… la tua arma è davvero formidabile. Non sapevo potessi entrare nei sogni delle persone.-
-Beh, non sono stato solo.- chiarì Sora, sorridendo per quelle parole –Ho avuto bisogno di Isolde per entrare nel cuore di Connor. Sai, è molto più complicato di quanto sembri, in realtà, anche spiegarlo. Ma sono contento che sia andato tutto per il meglio. Connor è salvo, almeno.-
-Giusto, è questa la cosa più importante. E ora dobbiamo salvare Eamon…- fece una breve pausa, con una risata breve –Chissà se si ricorderà di me, dopo tutti questi anni, con un figlio da crescere…-
Sora si batté la fronte.
-Oh, giusto! Stavo quasi dimenticando…!- frugò nelle sue tasche –Volevo dartelo quando eravamo ancora a Redcliffe, ma… tieni.-
Porse al giovane l’amuleto con il simbolo di Andraste. Erano chiari i segni delle crepe, ma il giovane restò senza fiato, appena lo vide.
-Ma è…! L’amuleto di mia madre!- esclamò, prendendolo –Ma come…? Dove…? Dove lo hai preso?-
-Al castello di Redcliffe, era caduto da un Heartless.-
Alistair restò a fissare l’amuleto, girandolo più volte, commosso.
-E’ incredibile. Eamon lo ha riparato.-
-Forse per lui significhi molto più di quello che credi. Se davvero ti avesse dimenticato, lo avrebbe buttato. Ma invece lo ha riparato. E scommetto che non appena si risveglierà, ti riconoscerà all’istante e ti darà un grande abbraccio.-
Le parole del ragazzo convinsero il Custode Grigio: sorridendo, mise al collo quell’amuleto che non faceva altro che indossare da bambino.
Quell’amuleto lo convinse più che mai ad accettare e sopportare il fardello sulle sue spalle, come Custode Grigio e come ex-protetto di arle Eamon, e compiere il suo dovere come tale.
-Ti sono doppiamente debitore, Sora. Grazie.-
Non erano lontani dalla Torre del Circolo, ma era rischioso viaggiare di notte.
Sora si offrì nuovamente di fare da sentinella. Nonostante le emozioni provate quel giorno, l’esperienza di affrontare direttamente un demone, non voleva e non poteva dormire.
Pensava a Xigbar, alla sua crudeltà, a quello che aveva fatto a Connor ed Eamon. Soprattutto a Connor.
-Mostro senza scrupoli…- mormorava, giocherellando con un paio di legnetti. Ogni tanto guardava il fuoco: i suoi movimenti ipnotizzanti lo tenevano sveglio, e il suo calore lo proteggeva dal freddo della notte.
Udì dei passi: Paperino e Pippo. Presero posto accanto a lui.
-Ehi, Sora, ancora non riesci a dormire?- domandò Pippo, premuroso.
Sora mugugnò, come per dire “no”.
I tre amici rimasero in silenzio, fissando il fuoco.
Tutti e tre stavano pensando agli eventi di quel giorno: un’esperienza mai vissuta prima.
-Sora…- disse Paperino; era ancora inquieto; non si era ancora ripreso dallo scontro contro il demone del desiderio –Quello che hai fatto a Connor… era il Potere del Risveglio?-
Il ragazzo scosse la testa.
-No. Non credo.- rivelò, dispiaciuto –Da come mi ha detto Yen Sid, il Potere del Risveglio funziona sui cuori dormienti. Il cuore di Connor non era dormiente. Era solo posseduto. Come succede con i cuori divorati dall’Oscurità. E noi lo abbiamo solo liberato da un demone.-
Tutti e tre sospirarono. Di nuovo al punto di partenza.
Pippo osservò in alto.
-Di certo, questo mondo è il più strano in cui siamo capitati…- osservò –Non biasimo il Grillo per non essere sceso con noi.-
-Già, è stato di nuovo il più intelligente fra tutti noi.- aggiunse Paperino –Chissà cosa ci capiterà, d’ora in avanti…-
I suoi amici sembravano scoraggiati: persino Sora stesso si sentiva confuso, spaesato, perso. Loro dovevano pensare agli Heartless e ai Nobodies, oltre all’OrganizzazioneXIII. Ma ora dovevano anche pensare ai Prole Oscura e a Loghain. Alistair non poteva farcela da solo, nonostante Morrigan, il mabari, sorella Leliana e Sten.
Ma non era una scusa per non tirare su il morale del gruppo: la regola del “sorridere sempre” non valeva solo quando erano all’interno della gummiship.
-Beh, non sarà niente che non saremo in grado di gestire insieme!- disse, sorridendo, ottimista; poi osservò il resto del gruppo –E se restiamo insieme a loro, possiamo farcela!-
Anche Pippo sorrise.
-Hai ragione. Dopotutto, senza di loro non sapremo neppure dove andare.- constatò –Tu cosa dici, Paperino?-
Lui non disse nulla: il demone del suo sogno, il demone del desiderio che aveva affrontato nel cuore di Connor… quale altro destino lo avrebbe atteso, come mago? Forse alla Torre del Circolo avrebbe trovato le risposte. Ecco perché aveva insistito con Alistair per andare là.
Era nervoso.
Dopo aver visto con i suoi stessi occhi cosa, in quel mondo, riservava la magia, doveva investigare a fondo e, soprattutto, essere prudente nel mondo dei sogni.
-Dico che si è fatto tardi e che dovremo dormire.- disse, freddo –Sora, dovresti almeno provarci anche tu.-
-Ci sto provando, ma non ci riesco. Voi dormite pure, io resto qui a vegliare.-
-Non preoccuparti, Paperino, per ogni cosa ci sono io.- rassicurò Pippo, dando una lieve pacca sulla spalla dell’amico.
Questo fece sollevare il papero.
La notte scorse serena.
Intanto, a Denerim, nel Palazzo Reale: Loghain era di fronte al camino della sua stanza, con in mano una coppa di vino, immerso nei suoi pensieri.
-Siete tornato, a quanto vedo…- mormorò, senza voltarsi.
Xigbar era spuntato di nuovo alle sue spalle, da un corridoio oscuro.
-Oopsy-daisy.- disse, come per scusarsi, con tono sarcastico –Avrei dovuto avvertirvi.-
-Dove siete stato?- il tono era freddo, senza sentimenti, piatto.
Ma Xigbar non vi badò. Fece spallucce, girando per la stanza.
-Ah, non saprei… di qua, di là. Soprattutto per vedere come se la cavano gli Heartless che sfuggono al vostro controllo.-
-Siete tornato per farmi uno di quei vostri discorsi? Non sono in vena.-
-Sì, l’ho notato…- fecero entrambi una piccola pausa.
-Avete detto di essere qui per un motivo preciso.- ricordò Loghain –Non si tratta solo del ragazzo con la chiave, giusto?-
-Lui è il motivo secondario.- rispose Xigbar, tornando serio –Come vi ho detto la prima volta che ci siamo visti e abbiamo stipulato il nostro patto, io vi avrei permesso di controllare gli Heartless e voi mi avreste concesso carta bianca per setacciare l’intero Ferelden per la mia missione, con la promessa di non far del male agli abitanti.-
-Cosa consiste la vostra missione principale? Non me lo avete mai rivelato.-
Xigbar sorrise di nuovo.
-Una scatola nera.-
-Una scatola nera? Mi state importunando per una scatola nera? Ce ne sono tante nel Ferelden!-
-Non è una normale scatola nera, Loghain. Il suo contenuto è la cosa più importante.-
Loghain rimase di nuovo in silenzio.
-Voglio essere schietto con voi.- decise, dopo aver bevuto un sorso di vino –Non mi interessano i vostri fini o cosa stiate cercando, l’importante è che manteniate la vostra parte del patto.-
-Oh, sto facendo del mio meglio, per quello. Per questo mi sono preso la libertà di… beh... sbarazzarmi di alcuni vostri nemici. A cominciare da quell’arle Eamon.-
L’uomo si voltò di scatto.
-Voi avete fatto cosa?!- tuonò.
-Era una minaccia per voi, Loghain. Ho fatto quello che dovevo per farvi tenere sul trono. E da quello che so, Arle Eamon è un potenziale nemico per voi, e la sua parola ha un particolare peso nell’Incontro dei Popoli. Poteva spodestarvi.-
-Lo avete ucciso?-
-Sì e no. Sapevate che suo figlio è un mago?-
-Connor un mago?!-
-Un vero affronto, vero? Specialmente per una donna così devota alla Chiesa, come sua moglie. E pensate quale vergogna il solo pensiero di portarlo al Circolo. Avevano bisogno di aiuto. E quale miglior aiuto di un mago scappato dal Circolo, disposto a insegnare qualcosa al piccolo Connor, in cambio di vitto e alloggio? E così ne ho approfittato per aggiungere un ingrediente segreto al vino di arle Eamon…-
-Veleno…- l’intuito di Loghain era una delle tante doti che lo avevano reso noto nel Ferelden.
-Il piccolo Connor avrebbe fatto di tutto per salvare il padre…- continuò Xigbar –E sapevo che, in quanto mago, veniva avvicinato dai demoni, nei suoi sogni. Mi è bastato suggerirgli di accettare l’offerta del demone e poi ho stipulato un accordo col demone stesso. Un po’ come quello che ho stipulato con voi.-
-Gli avete permesso di controllare gli Heartless? E lo avete reso un abominio?! Siete impazzito?! Per colpa vostra potrei essere definitivamente spodestato e il Ferelden cadrà!-
-Rilassatevi, Loghain, voi ne siete uscito pulito. Nessuno sospetta di voi.-
L’uomo non ne era convinto. Ma doveva avere fiducia nel forestiero. Avevano pur fatto un patto insieme: e doveva rispettarlo, per il bene del Ferelden.
Qualcuno bussò alla porta: entrò un uomo circa della stessa età di Loghain, volto magro, capelli grigi, occhi che esprimevano avidità.
Fece un lieve inchino.
-Sire, ho notizie per voi. Oh, Lord Xigbar…-
Anche Xigbar ricambiò l’inchino.
-Arle Howe…-
-Cosa volete?- domandò Loghain, sempre con lo sguardo rivolto verso il camino.
-Porto notizie dai nobili.- il reggente provò uno strano brivido lungo la spina dorsale: successivamente l’ultima udienza che aveva avuto con i nobili fereldiani, in cui Bann Teagan aveva cercato di far valere la sua parola, erano nate delle discordanze tra essi. Loghain aveva pregato incessantemente che si trattassero solo di controversie verbali; ma non era ciò che Howe aveva intenzione di dirgli –Sembra che alcuni si siano uniti sotto il vostro vessillo, in effetti. Ma gli altri hanno intenzione di spodestarvi, protestando sulla vostra presunta… “usurpazione”, per così dire.- gli scappò una lieve risata –A quanto pare, hanno deciso di indire una guerra civile, nonostante il Flagello in corso.-
Loghain non prese bene quelle parole, ma non poteva cedere. Si limitò ad annuire, serio.
“La colpa è solo della loro stupidità.” pensò, cercando di sollevarsi il morale “Quello che dovevano fare era solo unirsi a me, per il bene del Ferelden. Quel Teagan… se non avesse destato dubbi… Avrei tutti i nobili dalla mia parte.”
Constatò che Xigbar non aveva fatto la cosa errata, avvelenando Eamon: sarebbe stato peggio, se avesse parlato lui al posto del fratello minore. Avrebbe messo tutti i nobili contro di lui. Aveva un avversario in meno a cui pensare, un problema in meno.
-E un’altra cosa…- le notizie di Howe non erano finite –Un gruppo di cavalieri tornato da Lothering mi ha riportato una notizia interessante: sembra che un Custode Grigio sia sopravvissuto e stia venendo a cercarvi. Inoltre, sembra essere in compagnia del ragazzo con la chiave, quello cui avete messo il manifesto di ricercato.-
Xigbar scoppiò in una fragorosa risata. Loghain lo osservò severo.
-Cosa ci trovate di tanto divertente?-
-Quel ragazzino…- Xigbar si riprese dalla risata –Immaginavo avrebbe subito legato con questo fantomatico Custode Grigio. E’ più forte di lui, ovunque vada deve legare con qualcuno. E’ il suo potere più grande. Togligli gli amici ed è più vulnerabile di un neonato, con Keyblade o senza.-
-E a questo proposito, miei signori…- interruppe Howe, dopo essersi schiarito la voce –Mi sono permesso di prendere alcune… precauzioni.-
Ad un suo cenno, una quarta persona entrò nella stanza: un elfo. Fini capelli biondi intrecciati. Occhi scuri. Pelle abbronzata. Fisico snello, ma muscoloso.
-I Corvi di Antiva mandano i loro saluti.- disse, con un sorriso sinistro; aveva uno strano accento, non come quello di Loghain o Howe.
-Un assassino?- constatò Loghain, tornando a voltarsi verso il camino, dopo aver scorso per un attimo il visitatore.
Xigbar lo esaminò, con le braccia incrociate, e gli scappò una lieve risata.
-Uh…! Le cose si fanno sempre più interessanti, qui…- commentò, divertito.
-Sire…- cercò di dissuaderlo Howe –Abbiamo bisogno di ogni aiuto possibile.-
L’elfo, senza smettere di sorridere, fece un passo in avanti.
-E anche quelli più costosi.-
Howe e Xigbar rivolsero lo sguardo a Loghain, come se attendessero a momenti una sua risposta.
Loghain non era proprio con le spalle al muro, ma era vicino all’esserlo. La guerra civile tra nobili, la verità dietro alla “malattia” di arle Eamon, il Flagello, ora la notizia di un Custode Grigio sopravvissuto al Flagello e per di più in compagnia del ragazzo con la chiave cui Xigbar gli aveva parlato… per non parlare della sua continua difficoltà nel controllare gli Heartless… era confuso. Forse non aveva nemmeno coscienza delle sue azioni. O forse sì. Dopotutto, i Custodi Grigi erano una minaccia per lui. E anche il ragazzo con la chiave. Entrambi potevano far vanificare i suoi sforzi, in un modo o nell’altro.
Xigbar ridacchiò di nuovo.
-Allora, fossi in voi, Loghain, non spenderei dei soldi preziosi per far eliminare degli insetti fastidiosi da un gruppo di principianti.-
La risata dell’uomo e l’offesa rivolta nei suoi confronti fece svanire il sorriso dell’elfo, trasformandolo in una smorfia di disprezzo.
Rapido, prese uno dei suoi coltelli e lo lanciò contro Xigbar, mirando in mezzo agli occhi.
Ma l’uomo non si mosse: allungò l’indice ed il medio della mano destra in avanti, serio. Il coltello svanì in un portale apparso dal nulla. Ciò fece sorprendere Howe e l’elfo. Mai quanto avvenne un attimo dopo: non appena Xigbar aveva puntato l’indice in avanti, un altro portale era apparso di fronte all’elfo. Il coltello lanciato da lui riapparve, con la lama in direzione della sua, di testa. Con una mossa rapida, si piegò all’indietro, mettendo le mani per terra, ed eseguì una verticale, atterrando piegato sulle sue ginocchia. Il coltello non lo sfiorò nemmeno. Si conficcò nel muro della stanza, tra due pietre.
L’elfo, ancora piegato sulle sue ginocchia, osservò prima il suo coltello, poi Xigbar, stupito.
Questi sorrise di nuovo.
-Davvero niente male…- commentò, soddisfatto.
Howe era sorpreso come mai prima di allora.
-Che stregoneria è mai questa?!- esclamò, scioccato e meravigliato nello stesso tempo.
-Non sono un mago.- spiegò Xigbar –Ma ho il potere di manovrare lo spazio. In poche parole, posso spostare le cose dove voglio.- scrutò di nuovo con attenzione l’elfo, intento, nel frattempo, a recuperare il coltello –Il ragazzo ha ottimi riflessi. Per quello che mi riguarda, è preso. Non garantisco per il ragazzo con la chiave, ma forse contro il Custode potrebbe avere una chance. Ma la decisione spetta a voi, Loghain.-
Loghain aveva ormai preso la sua decisione: si voltò di nuovo verso l’elfo.
-Fatelo e basta.- decise, secco, dopo aver bevuto l’ultimo sorso di vino.
La risposta fece basire il visitatore, che, alla fine, si congedò con un inchino e si limitò a lasciare la stanza.
Nella stanza rimasero solo i tre uomini. Uno dal cuore più oscuro dell’altro.
Xigbar si stirò le braccia.
-Beh, se lor signor permettono, anche io dovrei tornare alla mia missione.-
Per la prima volta in tutta la giornata, Loghain si lasciò sfuggire un sorriso divertito.
-E cosa? La scatola nera?-
Non si vergognava a rivelarlo di fronte ad Howe: si fidava di lui come di se stesso.
-No, quella è solo la mia missione principale. Mi riferivo alla missione secondaria. E sembra che il giovane Connor Guerrin, o meglio, il demone dentro di lui, abbia fallito. Per fortuna, posso contare sugli altri.-
Il reggente si voltò, incuriosito e sospettoso.
-Gli altri?-
Xigbar gli rivolse il suo sorriso malefico.
-Cosa? Credevate che foste l’unico al quale abbia insegnato come evocare e controllare gli Heartless?-
Preso da un insolito scatto d’ira, Loghain scagliò la coppa di vino ormai vuota contro il muro e si avvicinò con passi pesanti a Xigbar.
-Come avete osato?!- tuonò; l’uomo non si mosse e non si scompose –Mi ritenete così inetto e incapace di controllare gli Heartless che avete già trovato qualcuno con cui rimpiazzarmi?!-
-Rilassatevi, Loghain. Loro sono solo delle esche, degli strumenti, uno specchio per le allodole.- chiarì Xigbar, alzando le mani, in segno di resa –Tutto con lo scopo di indebolire e fuorviare il ragazzo con la chiave.- sorrise di nuovo con malignità –Per voi ho altri… piani.-
Mentiva.
Anche Loghain non era altro che uno strumento, nelle sue mani. Ma su una cosa non aveva mentito: con Loghain aveva altri piani, rispetto agli “altri”.
 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: Lady I H V E Byron