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Autore: Morgana la Strega    04/07/2019    0 recensioni
Draco Malfoy è stato scelto da Lord Voldemort in persona per un incarico importante: uccidere Albus Silente. Il ragazzo accetta l'incarico ed è determinato a rimediare agli errori del padre, ora rinchiuso ad Azkaban, così da poter dare nuovo lustro alla famiglia Malfoy e guadagnarsi un posto importante nel nuovo mondo che ormai sta per sorgere. I Mangiamorte hanno tra le loro file un nuovo alleato, senza scrupoli e letale.
Harry Potter è ancora scosso dalla morte del patrigno Sirius Black, vede ombre e minacce ovunque e i suoi principali timori risiedono proprio nel suo acerrimo nemico, Draco Malfoy.
Hermione Granger, voce e coscenza di Harry, in un primo momento cerca di dissuadere l'amico dalle infinite congetture che lo tormentano, il sesto anno ad Hogwarts è senza dubbio molto importante e nonostante i tanti problemi vorrebbe cercare di concentrarsi sullo studio. Qualcosa cambia e la ragazza si trova coinvolta in prima persona, conoscerà e attraverserà la sottile linea che distingue il bene dal male, rimarrà in sospeso tra l'una e l'altra parte, capendo una volta per tutte che a volte il desiderio risiede in ciò che appare sbagliato e pericoloso.
Genere: Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Severus Piton, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
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Antonin Dolohov, Fenrir Greyback, Bellatrix Lestrange e Draco Malfoy si trovavano di fronte al grande cancello di Malfoy Manor durante le prime ore del mattino. La tempesta che aveva perdurato per tutta la nottata era passata da poco e il sole sembrava schivo a sorgere. I quattro uomini vestivano con il oro mantelli e le apposite maschere, l'unica ad avere il volto scoperto era Bellatrix.
La Lestrange si voltò verso il Mangiamorte che portava una maschera d'argento nuova « ricordati che tu verreai con noi solo per osservare, non voglio vederti lanciare incantesimi, altrimenti il signorre oscuro mi ha autorizzata a punirti. »
Il volto dietro la mascherà si limitò a fare sì con la testa senza obiettare. A quel punto Bellatrix passò in rassegna agli altri tre « il signore oscuro vuole che portiamo Olivander vivo, quindi sfogate la vostra rabbia altrove, è estremamente importante che quell'ometto arrivi qui incolume. »
I tre Mangiamorte non risposero ma avevano capito bene l'ordine.
« Coraggio signori miei, Diagon Alley ci aspetta! » proferì Bella con voce stridula e proprio in quel momento volteggiò in aria e un vortice di fumo e nebbia nera l'avvolse, gli altri due fecero uguale mentre Draco Malfoy faticò un po' ad emularli.
I quattro assunsero l'aspetto di grosse nubi nere e mentre questi si muovevano nel cielo verso Diagon Alley, Narcissa guardava dalla finestra la grande scia scura che si erano lasciati alle spalle.


                                                                                                                                **

Diagon Alley non si era ancora completamente risveglata quando Bellatrix e gli altri Mangiamorte arrivarono.
I fedeli dell'oscuro signore generarono subito caos e terrore, alcuni nogozi presero fuoco, mentre altri vennero ribaltati da cima a fondo, le vetrine caddero in pezzi, e i maghi che non erano riusciti a trovare riparo vennero attaccati, alcuni di loro mortalmente.
Una volta arrivati al negozio di Olivander, Dolohov buttò giù la porta con un solo colpo di bacchetta e Bellatrix fu la prima a entrare, seguita da Draco e gli altri due.

« Il signor Olivander è in casa? » canticchiò Bella, poi con un incantesimo buttò giù un intero scaffale di bacchette, su cui Dolohov e Greyback si gettarno per fare rifornimento.
Draco osservò la scena in disparte, sentiva il sudore sulle tempie, sotto la maschera faceva caldo. Stringeva la sua bacchetta con mano tremante, la teneva bassa poiché sua zia gli aeva intimato di non fare incantesimi.
Un mugolio dietro il bancone apparentemente deserto attirò l'orecchio di Draco, il ragazzo esitò un istante e guardò in direzione di sua zia che, a sua volta pareva aver sentito lo stesso rumore.
La donna rise istintivamente di gusto « chissà se c'è un animaletto dietro il bancone » fece con voce un po' falzata.
« Reducto! » esclamò la strega e il bancone esplose come se all'interno vi fosse una bomba, una scheggia oltrepassò il mantello di Draco e gli ferì la spalla « agrh » fece il ragazzo girandosi di scatto verso la zia.

Il bancone esploso rivelò il signor Olivander rannicchiato e con la testa tra le mani, Bellatrix gli si avvicinò. Dolohov e Greyback alzarono le loro bacchette in direzione del vecchio in modo intimidatorio.
« La prego... sia clemente, io sono solo un umile commericiante di bacchette » piagniuccolò Olivander alzando lentamente il viso. Gli occhi lucidi dell'ometto incontrarono la figura snella di Bellatrix. Lei lo ricambiò con sguardo sdegnante e la bacchetta puntata contro, « la prego...» disse una seconda volta Olivander.

Draco fece qualche passo avanti, una strana sensazione di timore mista frenesia lo pervadeva, non sapeva bene come comportarsi, affiancare la zia o rimanere lì in un angolo? Se solo avesse alzato la sua bacchetta Dolohov e Grayback gliel'avrebbero fatta pagare all'istante, così portò gli occhi sul vecchio Olivander che era invecchiato e rinsecchito, guardandolo ricordò la prima volta in cui lui e sue padre entrarono nel suo negozio per comprare la sua bacchetta, la stessa che adesso stringeva e che aveva tanta voglia di rivolgergli contro. Draco non provava compassione per quell'ometto che come tanti altri sbavava dietro allo sfregiato e che da anni non faceva che dare lustro alla sua tragica storia. Adesso era venuto il momento che il venditore di bacchette ricordasse anche il suo di nome.

« Bellatrix portiamolo via! A momenti arriveranno gli Auror! » Fece Dolohov spazientito, mentre Grayback, con il suo ghigno bestiale, guardava furtivo dai vetri del negozio.
« Ah, al Diavolo Gli Auror!» rispose Bellatrix squotendo la testa.
Olivander, tremava a vetta, le pupille degli occhi color celeste sbiadito erano simili a due spilli, all'improvviso però la sua attenzione venne catturata da Malfoy. Draco per reazione fece un passo indietro, dimenticando che indossava la maschera. Olivander sembrava aver notato qualcosa, gli occhi grigi del Mangiamorte avevavo qualcosa di familiare, esitavano nel ricambiare il suo sguardo.

« Il signore oscuro mi manda a prenderla, vuole fare una bella chiacchierata con lei, quindi risedierà da noi per tutto i tempo necessario » comunicò Bellatrix e subito dopo Dolohov afferrò il braccio del venditore di bacchette, costringendolo ad alsarsi, si sentì un crach e Olivander urlò.
« Fa silenzio vecchio e vedi di non lamentarti troppo! » sbottò Draco battendo un piede a terra, era decisamente su di giri.
« Forza, andiamo » ordinò Bella facendo un cenno con la testa verso l'uscita del negozio.



                                                                                                                               ***


Il fato volle che proprio nel momento in cui i Mangiamorte stavano per dileguarsi, Harry e gli atri giungessero all'imbocco di Diagon Alley per fare gli acquisti di inizio anno. Arrivati lì, lo scenario li lasciò a bocca aperta. C'era un insopportabile puzza di bruciato e le vetrine dei negozzi erano ormai inesistenti, sembrava che fosse passato un battaglione di centauri infuriati.
Harry si guardò a torno « ma... ma che cosa è successo qui? » chiese rivolgendosi a Ron ed Hermione che stavano qualche passo indietro a lui.
Hermione era pietrificata, non riusciva a proferir parola, Molly e Artthur Weasley si presero istintivamente per mano.
Il primo pensiero che balenò nella testa di Ron fu ''il negozio degli scherzi, Fred e George''e si voltò verso Ginny e i genitori, così, senza il tempo di dire niente, corsero verso il negozio. Ginny sfrecciò veloce passando in mezzo a Ron ed Hermione e urtando per sbaglio Harry.
« Ragazzi, i miei fratelli! Dobbiamo andare! » Ron tornò indietro e prese la mano di Hermione per trascinarla con se, « vi prego! » le parole di Ron riportarono alla realtà Harry che prese la bacchetta dalla giacca pronta per essere usata.
Mentre i tre correvano in direzione del negozio, la voce di Arthur risuonò nel silenzio «Molly, No!» poi ci fu un lampo verde.
« Mamma! » Ron sfrecciò ancora più veloce e lasciò Hermione indietro, « corri Harry! » fece lei con voce stridula.

Quando Harry ed Hermione riuscirono a raggiungere Ron si trovarono davanti a una scena tutt'altro che buona. Molly Weasley fronteggiava Bellatrix Lestrange, Arthur invece, teneva la bacchetta tesa su un altro Mangiamorte che indossava un mantello e una maschera di bronzo.
Dietro i due, un terzo Mangiamorte si stava dileguando con l'ostaggio sotto braccio che, per quanto era tirato, non toccava quasi i piedi a terra.
Harry non riuscì a vedere chi fosse il mal capitato, il suo sguardo cumunque venne subito riattirato da Bellatrix Lestrange. La strega scoprì i suoi denti marci pe esibire il folle sorriso « Harry Potter, ben trovato! » fece.

Harry alzò la bacchetta all'istante, « no!» urlò Ginny che lo prese per un braccio, cercando in vano di fermarlo.
« Stupeficium! » gridò Potter e una saetta passò accanto a Molly Weasley per andare in direzione di Bellatrix che però, rispose all'attacco senza problemi.
A quel punto il Mangiamorte con la maschera di bronzo aggredì Arthur che però ricacciò l'incantesimo e venne affiancato da Ron e Ginny, i due agirono contemporaneamente per difenderlo.
Hermione rimase in disparte, doveva fare qualcosa ma doveva anche pensare, intanto Harry e Molly combattevano contro Bellatrix Lestrange, mentre Arthur, Ron e Ginny se la vedevano con l'altro. Un turbinio di luci e scoppi si muovevano nell'aria, incantesimi che sbagliavano il colpo e andavano infrangersi su qualsiasi cosa.
Hermione aveva il cuore in gola, dopo aver esitato per un altro istante prese la sua bacchetta ma esitò ancora. Tutti erano occupati a scagliare incantesimi, ignorando che lo scontro si stava svolgendo proprio di fronte al negozio di Olivander. E soprattutto, nessuno aveva visto che dentro il suddetto negozio, un Mangiamorte era nascosto nell'ombra e osservava la scena.

Draco Malfoy vedeva perfettamente la testa riccia della Granger, era accostata alla vetrata e gli dava le spalle, "adesso ci penso io a te, sudicia Mezzosangue"pensò.
Malfoy puntò la bacchetta per pronunciare un Avada kedavra contro la Granger ma subito dopo sentì che la sicurezza e il sangue freddo erano scomparsi, la mano gli tremava.
Uccidere la Granger voleva dire non attenersi al piano, lui era lì per osservare, pronunciare un'Avada chedavra non era suo compito. Per un secondo Draco spostò lo sguardo su Dolohov che in quel momento aveva fatto cadere a terra Ronald Weasley e Molly, la mamma chioccia, si diresse subito a soccorrere il figlio.
Potter e Bellatrix adesso combattevano in uno scondtro uno ad una, pereva che Potter però riuscisse ad avere la meglio sulla strega. A quel punto Draco venne scosso da una nuova ondata di rabbia e non si accorse che la Granger si era spostata all'entrata del negozio con la bacchetta puntata contro di lui.

« N-non muoverti » cercò di intimare la ragazza, la voce però tremava, si muoveva da un piede all'altro cercando di darsi un tono.
Dietro la maschera d'argento, Draco rise a mezza bocca. Gli occhi di lei erano ridotti a due fessure, stava attenta a non perderlo di vista e a captare ogni suo più piccolo movimento per prevenirne un attacco. Il Mangiamorte continuava a rimanere fermo, sembrava non avesse idea di agire.

"E adesso? che faccio?" chiese a se stessa Hermione. Non era la prima volta che affrontava un Mangiamorte, aveva combattuto con almeno tre di loro l'anno prima al ministero e questo qua sembrava stranamente restio. La ragazza fece qualche passo avanti, inclinò la testa e cercò di indagare quel paio d'occhi che la fissavano con sfida, vedeva che erano chiari, ma non riusciva a distinguerne nient'altro che il colore, essendo il volto completamente coperto.
I due continuarono ad osservarsi per qualche secondo, occhi negli occhi. Di colpo Hermione aprì un poco la bocca, la sua espressione rivelò una strana consapevolezza e Draco ebbe sbuto la sensazione che la mezzosangue l'avesse riconosciuto, si sentì gelare. Lui rimase Immobile, i piedi come incollati a terra, "che tipo di incantesimo sta utilizzando la Granger? Forse uno di quelli usati senza pronunciare la parola" pensò spaesato.
Hermione avanzò di qualche passo, sempre con il solito sguardo indagatorio, fuori le urla e i lampi di luce continuavano.
« Rivelati! » ordinò la ragazza « togliti la maschera! »
« Come osi tu darmi degli ordini... » fece Draco sibilante e indispettito. La Mezzosangue non riconobbe il suono della sua voce, poché era attutito e trasfigurato dalla maschera che indossava.
« Soltanto un vile si copre il volto per combattere » continuò lei che a dispetto dell'anno scorso al ministero, stranamente aveva la sensazione di sentirsi alla pari del suo avversario, aveva paura ma poteva affrontarlo, lo sentiva.
Da sotto la maschera il volto di Malfoy si contorse in un ghigno sprezzante, Hermione vide gli occhi grigi attraversati da un lampo di rabbia.
« Le ragazzine come te dovrebbero rimanere a casa, lo sai? » la schernì e intanto sotto il mantello stringeva la sua bacchetta, era quasi deciso a usarla. Fece qualche passo in direzione della Granger, poi continuò, « credi di essere furba? Guarda i tuoi amici là fuori » le disse.
Hermione si voltò di scatto verso l'uscita, riusciva a vedere Ginny e Ron che si alternavano a colpi di bacchetta, « non potete farcela, siete deboli » continuò Draco compiaciuto, Hermione si rivoltò subito verso di lui e tese il braccio ancora di più, « non fare un altro passo lurido Mangiamorte! »
Malfoy inclinò la testa da una parte, « ho la sensazione che la lurida qua dentro sia tu, la puzza del tuo sangue babbano è possibile sentirla da un chilometro! »
Hermione sentì la lama di un coltello passarla da parte a parte "come sa che sono una nata babbana?" e subito il pensiero volò hai suoi genitori.
« Tra poco tu e quelli come te finiranno in un bel calderone » Malfoy fece altri due passi avanti, gli occhi spauriti di Hermione continuavano a tenere il contatto visivo ma la punta della bacchetta tesa verso di lui tremava.
"Sciocca presuntuosa, adesso inizia ad avere paura" pensò compiaciuto lui.
« Siete la piaga del mondo magico », continuò sempre più deciso, « i tuoi genitori sono al sicuro, Granger ? »
Proprio un secondo dopo aver detto il cognome di Hermione, Draco si arrestò improvvisamente, aveva esagerato, lei non doveva capire che la conosceva.
Il volto della ragazza parve prendere fuoco in un istante e « Stupeficium! » ordinò alla bacchetta che all'istante, produsse un lampo azzurro.
Draco fece in tempo a schivare il suo attacco, si buttò di lato e picchiò contro uno scaffale che cadde a terra insieme a lui. Il Mangiamorte si ritrovò sommerso da bacchette.

« Maledetta... » sibilò Malfoy a denti stretti.
Hermione si preparò subito ad attaccarlo di nuovo, mentre faceva qualche passo di lato per distanziarsi, si accorse che il Mangiamorte aveva il mantello bucato e sanguinava all'altezza della spalla destra, "è ferito" pensò.
Draco si scrollò di dosso scatole di bacchette di ogni genere, si ricompose e si alzò in piedi. Dopo un istante di esitazione pronunciò «Ascendo!» con tutta la forza che aveva.
L'incantesimo fece fare al ragazzo un balzo enorme che lo scaraventò direttamente fuori dal negozio. L'unica cosa da fare era fuggire, non poteva rishiare che qalcuno lo riconoscesse, aveva già rischiato grosso con la Grenger.
Hermione rimase per un attimo spaesata, ma quando vide il Mangiamorte rialzarsi in piedi e darsela a gambe, lo seguì senza pensarci.
La ragazza uscì dall'entrata, ormai senza porta, del negozio di bacchette e la scena del combattimento passò rapida davanti ai suoi occhi. Vide che due Auror erano arrivati a dare una mano e Bellatrix stava indietreggiando contro Harry. Decisa a raggiungere il Mangiamorte continuò l'inseguimento.
Ron che la vide allontanarsi gridò a squarcia gola « Hermione! » ma la ragazza non si voltò neanche, così senza pensarci troppo corse via per raggiungerla.

Malfoy era troppo veloce, benché il braccio ferito dalla scheggia gli facesse male, riuscì a mettere la giusta distanza tra sè e la Granger.
Una volta assicuratosi di aver seminato la Mezzosangue, si librò in aria e venne avvolto dal vortice di nebbia e fumo nero. Hermione stremata, vide in cielo la scia scura, "maledetto, ce l'ha fatta", si fermò per riprendere fiato, il cuore le batteva a mille. Intanto stavano correndo in sua dirrezione altri Auror, uno di questi era Thonks e Ron le fu poco dopo alle spalle.

« Sei impazzita! » Ron la strattonò per un braccio, « che accidenti ti è passato per la testa! » la rimproverò il ragazzo con il fiatone.
Hermione vide che il ragazzo aveva un graffio sul viso e la maglietta bruciacchiata vicino al colletto, così gli sfiorò la guancia con le dita, « Ron... tu sanguini » disse in modo distratto.
Hermione si sentiva spaesata, era avvenuto tutto in fretta e non aveva avuto il tempo di riflettere sulle sue azioni, quel Mangiamorte avrebbe potuto ucciderla ma lei non aveva preso minimamente in considerazione questa eventualità.
« Ragazzi! Tutto bene? » chiese Thonks allarmata.
« Credo di sì... » fece Ron, continuando a tenere gli occhi su Hermione che era persa a guardare la scia di fumo lasciata da Malfoy.
« Siete feriti? » fece Tohonks guardando per un attimo Ron, poi fece un gesto con la testa agli altri due Auror che corsero in direzione del combattimento.
« C-chi vi ha chiamati? » balbettò Ron.
« I tuoi fratelli. »
« Fred e George? »
« Sì, mi hanno avvisata appena quel gruppo di Mangiamorte è arrivato a Diagon Alley. Purtroppo abbiamo impiegato più tempo del previsto ad arrivare » concluse Thonks con aria colpevole. « Ma loro stanno bene? » continuò Ron.
« Sta tranquillo » Thonks mise un braccio sulla spalla del ragazzo « loro sono al sicuro, si sono nascosti. »
A quel punto Ron fece un sospiro di sollievò e cercò complicità nello sguardo di Hermione che però aveva un' espressione assente.
« Hermione è tutto a posto? » le chiese l'Auror con tono indagatorio.
« Sì, certo... va tutto bene» rispose l'altra pensandoci un attimo, «non mi è successo niente » disse.
« Vuoi spigarmi che cosa ti è passato per la testa? Seguire un Mangiamorte!» la rimproverò Ronald.
A quel puntoThonks sgranò gli occhi « come sarebbe a dire lo hai seguito! »
« Oh accidenti, dovevo pur fare qualcosa no? Nessuno si era accorto della sua presenza, se non ci avessi pensato io a quest'ora avrebbe colpito te, Harry o qualcun altro alle spalle! » Hermione reagì ai rimproveri. Sì, aveva inseguito in Mangiamorte ma possibile che non capissero perché l'aveva fatto? Era una minaccia "e comunque avrei potuto batterlo", pensò.

Hermione sembrava confusa e scossa, così Thonks cercò di fare da pacere tra i due ragazzi, mise una mano sulla spalla di entrembi, « credo sia meglio raggiungere gli altri » fece invitandoli ad andare.
I tre corserò più che potevano e in pochi attimi arrivarono sul luogo dello scontro.
Molly e Arthur Weasley stringevano i figli Fred e George, Harry sedeva a terra, si teneva il braccio, aveva Ginny vicina e i due Auror stavano in piedi proprio davanti a lui. Ron scattò subito in direzione dei suoi fratelli per andare ad abbracciarli, mentre Hermione corse verso Harry e gli si inginocchiò davanti, ignorando i due Auror.
« Harry! Oh santo cielo, stai bene? »
Harry alzò gli occhi verdi dietro le spesse lenti tonde «Hermione» disse « potrebbe andare meglio »
Ginny guardò il braccio del ragazzo preoccupata, « non muoverlo, rischi di far peggio » e lo sfiorò.
Per un attimo gli occhi dei due si incontrarono ma Harry abbassò subito lo sguardo e tornò a guardare Hermione che però non si era persa la scena.
Molly e Arthur Weasley si avvicinarono ai tre, seguiti dai gemelli e Ron. Si strinsero tutti insieme, profondamente provati dall'accaduto. Il tempo era ormai cambiato e nessun posto sicuro.





                                                                                                                            ****


Draco Malfoy era ormai lontano da Diagon Alley, cadde a terra in piedi, proprio fuori dal cancello di Malfoy Manor. Il suo pensierò andò subito a sua zia Bellatrix e gli altri due Mangiamorte che si era lasciato dietro, si sarebbe beccato un bel sermone come minimo, ma d'altra parte gli era stato ordinato di non combattere e così aveva fatto. Proprio mentre si accingeva ad entrare nella propria tenuta, venne bloccato da un dubbio che lo scosse come fa un fulmine a ciel sereno, "e se la Mezzosangue mi ha riconosciuto?"
La mano gli si avviluppò meccanicamente al cancello, sentì la vena sulla tempia pulsare "sono stato imprudente, ho rivelato troppo, sarei dovuto scappare immediatamente".
Avrebbe voluto prendersi a schiaffi da solo, il suo orgoglio lo aveva fatto comportare come uno sciocco novellino.
« Draco, sei tu? »
Una voce flebile che proveniva dall'interno della proprietà gli fece alzare lo sguardo. Il cancello si aprì automaticamente e potè entrare.
Draco vide una figura esile e avvolta in un lungo scialle azzurrò a una ventina di passi da lui. Era pallida e i suoi occhi da gatta scrutavano in sua direzione.
« Cosa ci fai tu qui? »
« Sono qui con mio padre. Lui doveva parlare con il Professor Piton »
« Ah! e Da quando casa mia è diventato un quartier generale?» chiese Draco irritato mentre si avvicinava alla giovane.
« La nostra presenza ti disturba Malfoy? » fece la ragazza assumendo un atteggiamento di sfida.
« No, tu no. Tuo padre... be' farei volentieri a meno di averlo tra i piedi »

I due adesso erano uno di fronte all'altro. Draco Malfoy si tolse la maschera e Daphne Greengrass lo squadrò dalla testa ai piedi in modo inquisitorio.
«Così questa è la tenuta ufficiale?» chiese la giovane ironicamente.
« Perché lo dici con quel tono? Scommetto che pagheresti per averne una » fece Draco, mostrandole la maschera d'argento.
Daphne guardò l'oggetto con sufficenza, non chiese neanche di provarla.
« Credi davvero che io abbia bisogno di questa per essere potente? Oh... andiamo Draco, tu non mi conoscessi... » disse Dhapne, poi fece qualche passo in direzione dell'abitazione « io ho i miei mezzi » aggiunse senza voltarsi.
Draco la raggiunse, « certo tu hai i tuoi mezzucci, le tue spie tra i banchi di scuola, i tuoi veleni, le tue fatture che usi contro le sciocche Tassorosso del primo e secondo anno... », Daphne si voltò di scatto irritata e con un sopraciglio alsato, « ma qui non c'è in ballo uno sciocco pettegolezzo o il ballo della scuola » aggiunse Draco e la prese sotto il braccio per attirarla a se, « qui c'è in gioco il futuro di tutti noi, il futuro del nostro sangue, puro. E io sono un guerriero Daphne, io ho il potere »
Daphne si dimenò per sfuggire alla presa di Draco, « tu? Per adesso hai l'aspetto di un soldatino esaltato »
Draco trattenne il respiro e la guardò con sdegno, odiava il modo di fare di Daphne, il suo atteggiamento di sufficenza verso tutto quello che non la riguardava lo faceva imbestialire. Era anche troppo egoista per i suoi gusti e se non fosse stata di così tanta rara bellezza, probabilmente sarebbe rimasta zitella a vita.
« Di pure quel che ti pare Greengrass, io no ho tempo di farmi schernire da te »
« Sei ferito? » Daphne indicò il buco nel mantello di Draco.
« Sì, adesso scusa ma voglio andare a medicarmi » Draco velocizzò il passo, arrivò agli scalini che davano sulla facciata della tenuta e li salì in fretta, lasciando indietro la ragazza che decise di non seguirlo. La ferita per quanto superficiale fosse, gli bruciava e poi voleva togliersi Daphne dai piedi.
Gradiva anche rimanere solo, per un bel po'. E sopratutto voleva evitare di incrociare sua zia Bellatrix che sarebbe sicuramente tornata di lì a poco.

















Note Autrice
Perdonate il ritardo nell'aggiornamento ma oltre a essere una lumaca di mio, ho avuto molto da studiare, comunque ecco a voi il terzo capitolo di Anatema, spero vi piaccia.

Baci, Morgana La strega.
   
 
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