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Autore: daniverse    10/07/2019    4 recensioni
⤿ { nico!centric ❀ spoiler ! ep. 175, ma ambientato durante il time-skip }
Si risveglia solo quando il materasso cede appena, chinandosi verso di lui. Ha imparato a convivere con l’inaspettato e il monotono delle sue giornate buie, senza addormentarsi mai. Occhi vacui incontrano i suoi, non lo vedono veramente, ma a Nico piace pensare che notino la sua presenza. Le parole che seguono disegnano una crepa sul suo cuore dalla quale sboccia un fiore, subito, rendendo accettabile il dolore. C’è ormai un prato dove prima il vuoto agognava, assorbiva, e divorava la luce.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Daniela Wytte, Nico
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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you’ve been with her, haven’t you?
during these three years?

every single day.
waiting for her to recover.

i miss her so much.

Il Linguaggio della Notte

Il castello dormiva in silenzio, solo lo scricchiolio dei suoi passi sulle scale ne smorzava la soffocante immobilità. Nico posò il palmo sul corrimano lasciandolo scorrere contro il freddo marmo – cosa non c’era di gelido in quell’androne buio? – e avanzò. Gradino dopo gradino, verso le stanze di lei. Sul pianerottolo trovò la porta socchiusa – insolito, che fosse ancora sveglia? – ma si rasserenò nel vedere la sua sagoma stesa su un fianco nell’enorme letto vuoto, spesso condiviso con Dorian, ove sempre lasciava il giusto spazio per quella parte dimenticata di sé. Come se lui, nel sogno notturno, potesse raggiungerla e riportare colore alle sue gote bianche. Nico si chiuse la porta alle spalle; e piano, senza disturbarla, le si avvicinò.
Dani dormiva con le mani intrecciate sotto il capo fingendo una serenità tradita, i capelli sparsi sul cuscino in un intreccio ostile. Alcuni le ricadevano sul viso in tralci sottili – le avviluppavano il cuore, le risucchiavano l’anima. E cancellavano i ricordi. Era forte la tentazione di sfiorarla e accendere la luce che era il suo sorriso. Qualche volta, nel sogno che avrebbe dimenticato al sorgere dell’alba, Dani rideva. Era un suono breve ma deciso, argentino, o le illusioni della sua disperazione.
Con un sospiro – rassegnato, stanco, triste, così pieno d’amore che gli scoppiava in petto – Nico si sedette ai piedi del letto. Poggiò il gomito sul bordo, occupando niente più di quello che avrebbe mai potuto chiederle, e vi sprofondò il capo, strinse gli occhi cercando di dormire. Era stato un viaggio lungo, l’ennesimo per lei. Tutto, per lei. Eppure il respiro di Dani era così lieve…

Si risveglia solo quando il materasso cede appena, chinandosi verso di lui. Ha imparato a convivere con l’inaspettato e il monotono delle sue giornate buie, senza addormentarsi mai. Occhi vacui incontrano i suoi, non lo vedono veramente, ma a Nico piace pensare che notino la sua presenza. Le parole che seguono disegnano una crepa sul suo cuore dalla quale sboccia un fiore, subito, rendendo accettabile il dolore. C’è ormai un prato dove prima il vuoto agognava, assorbiva, e divorava la luce.
«Nico – il suo nome è bellissimo pronunciato da lei, anche se le note della sua voce sono apatiche e arrochite dal sonno interrotto – Sei tornato.»
Non può non sorriderle, qualcosa dovrà pur guidarla nella notte. Nico si alza, appoggiandosi sui talloni mentre le ginocchia scricchiolano contro il pavimento. Se Dani lo nota decide di non dire nulla, lo fissa e basta.
«Sai che torno sempre.»
È il loro rituale. Nico non è sicuro che lo faccia di proposito, ma c’è sempre un’ombra di sollievo nell’oscurità del suo sguardo che gli fa desiderare il contrario; nella fragilità della notte, quella speranza brilla fioca. Però c’è, s’intravede con gli occhi del cuore. Dani rilassa le spalle. Cala le palpebre, il sogno la reclama a sé con prepotenza.
«Nico.»
Un sussurro.
«Sì?»
Una preghiera.
«Tienimi per mano.»
Così vicine da sfiorarsi già da prima, si chiudono le distanze. Le dita scorrono lungo il dorso del palmo di lei e Dani ricade nel suo sonno, mentre Nico la stringe con una delicatezza che non gli appartiene. Potrebbe piangere in quel momento, forse qualche lacrima già solca i suoi zigomi quando abbassa la fronte sulla pelle di lei. La bacerebbe, ne bacerebbe la punta delle dita e la mano e il braccio e ovunque Nico ricordi sia sensibile al solletico – la bacerebbe tutta, pur di sentire di nuovo la sua risata.
Tuttavia, passa il pollice sul palmo freddo. Semplicemente. Ripete quel movimento un’altra volta, poi un’altra ancora, e ancora, ancora, ancora, ancora, ancora, con la testa china vicina a quel contatto sorpreso, impaurito, tenace, l'intreccio che tiene stretti i loro cuori così distanti alla luce del giorno. Poco dopo, anche Nico si riaddormenta. Non ha pensato ad altro.
Ti amo così tanto.


Angolo delle Rosette.
C
he dire, sono tornata. Non c'è niente di meglio di riuscire ad accedere a questo account e pubblicare finalmente qualcosa dopo quasi un anno di silenzio. Essendo questa una sezione praticamente sconosciuta (anche se, in futuro, spero riesca a popolarsi quanto merita), e sapendo che forse in pochi leggeranno queste parole, beh, um, è comunque strano ritornare dopo tutto questo tempo. Mi sento parecchio arrugginita, lo ammetto…
Eppure la scrittura è stato un tarlo continuo in questi mesi, un pensiero costante che mi ha portato gioia, stress, ansia, paura. Ma senza sacrificio non si può ottenere nessun risultato; quindi eccomi qua, pronta a rimettermi in gioco e liberare la mente a suon di tasti e imprecazioni contro nvu e i suoi codici html. Sempre che riesca a sopravvivere agli ultimi esami della sessione — che sto bellamente ignorando per convogliare qui tutta la mia gioia — e i saldi estivi nel negozio dove ho trovato lavoro:
help!
Se mi cercate, voi che mi avete inserito tra gli autori preferiti (grazie per la pazienza! Spero di non deludervi), è probabile che mi troviate a bazzicare tra le sezioni riservate alle storie originali. Riuscirò finalmente a scrivere qualcosa di mio e solo mio? Chi lo sa... Stay tuned!

daniverse

   
 
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