you’ve
been with her, haven’t you?
during
these three years?
every
single day.
waiting for her to recover.
i
miss her so much.
Il Linguaggio della Notte
Il
castello dormiva in silenzio, solo lo scricchiolio dei suoi passi
sulle scale ne smorzava la soffocante immobilità. Nico
posò il
palmo sul corrimano lasciandolo scorrere contro il freddo marmo
– cosa
non c’era di gelido in quell’androne buio? –
e avanzò. Gradino dopo gradino, verso le stanze di lei. Sul
pianerottolo trovò la porta socchiusa – insolito,
che fosse ancora sveglia? – ma
si rasserenò nel vedere la sua sagoma stesa su un fianco
nell’enorme
letto vuoto, spesso condiviso con Dorian, ove sempre lasciava il
giusto spazio per quella parte dimenticata di sé. Come se
lui, nel
sogno notturno, potesse raggiungerla e riportare colore alle sue gote
bianche. Nico si chiuse la porta alle spalle; e piano,
senza disturbarla, le si avvicinò.
Dani
dormiva con le mani intrecciate sotto il capo fingendo una
serenità
tradita, i capelli sparsi sul cuscino in un intreccio ostile. Alcuni
le ricadevano sul viso in tralci sottili – le
avviluppavano il cuore, le risucchiavano l’anima. E
cancellavano i
ricordi. Era
forte la tentazione di sfiorarla e accendere la luce che era il suo
sorriso. Qualche volta, nel sogno che avrebbe dimenticato al sorgere
dell’alba, Dani rideva. Era un suono breve ma deciso,
argentino, o
le illusioni della
sua disperazione.
Con
un sospiro – rassegnato,
stanco, triste, così pieno
d’amore che gli scoppiava in petto –
Nico si sedette ai piedi del letto. Poggiò il gomito sul
bordo,
occupando niente più di quello che avrebbe mai potuto
chiederle, e
vi sprofondò il capo, strinse gli occhi cercando di dormire.
Era
stato un viaggio lungo, l’ennesimo per lei. Tutto,
per lei. Eppure
il respiro di Dani era così lieve…
❀
Si risveglia solo quando
il materasso cede appena, chinandosi verso di lui. Ha imparato a
convivere con l’inaspettato e il monotono delle sue giornate
buie,
senza addormentarsi mai. Occhi vacui incontrano i suoi, non lo vedono
veramente, ma a Nico piace pensare che notino la sua presenza. Le
parole che seguono disegnano una crepa sul suo cuore dalla quale
sboccia un fiore, subito, rendendo accettabile il dolore.
C’è
ormai un prato dove prima il vuoto agognava, assorbiva, e divorava la
luce.
«Nico
– il
suo nome è bellissimo pronunciato da lei, anche se le note
della sua
voce sono apatiche e arrochite dal sonno interrotto –
Sei tornato.»
Non
può non sorriderle, qualcosa dovrà pur guidarla
nella notte. Nico
si alza, appoggiandosi sui talloni mentre le ginocchia scricchiolano
contro il pavimento. Se Dani lo nota decide di non dire nulla, lo
fissa e basta.
«Sai
che torno sempre.»
È
il loro rituale. Nico non è sicuro che lo faccia di
proposito, ma
c’è sempre un’ombra di sollievo
nell’oscurità del suo sguardo
che gli fa desiderare il contrario; nella fragilità della
notte,
quella speranza brilla fioca. Però c’è,
s’intravede con gli
occhi del cuore. Dani rilassa le spalle. Cala le palpebre, il sogno
la reclama a sé con prepotenza.
«Nico.»
Un
sussurro.
«Sì?»
Una
preghiera.
«Tienimi
per mano.»
Così
vicine da sfiorarsi già da prima, si chiudono le distanze.
Le dita
scorrono lungo il dorso del palmo di lei e Dani ricade nel suo sonno,
mentre Nico la stringe con una delicatezza che non gli appartiene.
Potrebbe piangere in quel momento, forse qualche lacrima già
solca i
suoi zigomi quando abbassa la fronte sulla pelle di lei. La
bacerebbe, ne bacerebbe la punta delle dita e la mano e il braccio e
ovunque Nico ricordi sia sensibile al solletico – la
bacerebbe
tutta, pur di sentire di nuovo la sua risata.
Tuttavia,
passa il pollice sul palmo freddo. Semplicemente. Ripete quel
movimento un’altra volta, poi un’altra ancora, e
ancora, ancora,
ancora, ancora, ancora,
con la testa china vicina a quel contatto sorpreso, impaurito,
tenace, l'intreccio che tiene stretti i loro cuori così
distanti
alla luce del giorno. Poco dopo, anche Nico si riaddormenta. Non ha
pensato ad altro.
Ti
amo così tanto.
→ Angolo
delle Rosette.
Che
dire, sono tornata. Non c'è niente di meglio di riuscire ad
accedere
a questo account e
pubblicare
finalmente qualcosa dopo quasi un anno di silenzio. Essendo questa
una sezione praticamente sconosciuta (anche se, in futuro, spero
riesca a popolarsi quanto merita), e sapendo che forse in pochi
leggeranno queste parole, beh, um, è comunque strano
ritornare dopo
tutto questo tempo. Mi sento parecchio arrugginita, lo
ammetto…
Eppure
la scrittura è stato un tarlo continuo in questi mesi, un
pensiero
costante che mi ha portato gioia, stress, ansia, paura. Ma senza
sacrificio non si può ottenere nessun risultato; quindi
eccomi qua,
pronta a rimettermi in gioco e liberare la mente a suon di tasti e
imprecazioni contro nvu e i suoi codici html. Sempre che riesca a
sopravvivere agli ultimi esami della sessione — che sto
bellamente
ignorando per convogliare qui tutta la mia gioia — e i saldi
estivi
nel negozio dove ho trovato lavoro: help!
Se
mi cercate, voi che mi avete inserito tra gli autori preferiti
(grazie per la pazienza! Spero di non deludervi), è
probabile che mi
troviate a bazzicare tra le sezioni riservate alle storie originali.
Riuscirò finalmente a scrivere qualcosa di mio e solo mio?
Chi lo
sa... Stay tuned!
❀ daniverse