"Vegeta..aiutami..ti prego, aiutami.." sibila Nappa allo stremo delle forze.

L'unica cosa che riesce a fare è alzare una mano in cerca del mio soccorso.

Gliela porgo, con uno sguardo impassibile.


L'ho sempre detto che sei un allocco.

Quante volte la tua forza ti ha salvato dalla tua stupidità. Prima o poi un incidente del genere doveva capitare.

Inghiotto la tua amara sconfitta. Come se fosse la mia. Umiliazione, umiliazione e tristezza.

Non riesci a muoverti più di così, sei paralizzato.

Un altro fratello sayan che se ne va.

"Grazie, amico" mi dici, Nappa, con uno sguardo sorpreso e di gratitudine.

Pensi che voglia fare un'eccezione per te? Pensi che voglia venire meno al codice d'onore dei sayan?
Quello che mi hai ripetuto fino alla nausea da quando mi conosci?

Oh no, Nappa. Avrai quello che ti meriti per la tua scelleratezza.

"Amico?" ti chiedo, da finto incredulo.

Sei stato come un padre, un fratello maggiore, ti sei preso cura di me da quando ero un bambino, mi hai preferito in tutto rispetto a Raditz, nonostante avessi voluto bene anche a lui, non mi hai fatto mancare nulla, per la situazione in cui ci trovavamo.

Mi hai fatto sentire un sayan, pur senza il suo pianeta. Mi hai fatto sentire un principe, pur senza il suo popolo.

Ora mi chiami amico.

È questo che sono per te?

Commovente.

Con un movimento lesto ed imprevedibile (lo leggo negli occhi di questi perdenti che ti hanno sconfitto) ti lancio in aria, urlandoti di andare via.

"Che cosa significa, Vegeta? VEGETA!"mi urli fuori di te.

Sarà l'ultima volta che sentirò la tua voce.

Che liberazione.

"Non so cosa farmene di un perdente, non dovevi fallire" dico stringendo i denti.

Gli umani stanno farfugliando qualcosa, sembrano colpiti dalla mia forza.

Se avevo qualche esitazione, ora non posso più tirarmi indietro. Non posso dimostrarmi indeciso, pietoso. Io sono il principe dei sayan.

Lo sai, Nappa. Non me ne volere.


"SPARISCI!"dico caricando la mia energia e colpendoti fino a portarti all'esplosione.

"Oh no, Vegeta, no!!"

Sono le tue ultime parole, prima che tu scompaia davanti a me.


Qualcosa si sta muovendo dentro di me.

Non è niente, anzi è un vuoto.

Un vuoto è niente, quindi non mi importa.


E mentre la polvere della tua esplosione si muove intorno a me, mi chiedo quando risentirò di nuovo la voce di un sayan dopo aver ucciso Kaaroth.

Ecco, c'è qualcosa dentro di me. Solitudine.

La sento. Amara, ma incredibilmente rasserenante.

Inghiotto una lacrima.
Preferisco che mi esca una goccia di sangue piuttosto che una lacrima.

In ogni caso, scordati che ti riporterò in vita.

Non dovevi fallire.