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Autore: kathrindreamer    13/07/2019    0 recensioni
Joyceline una ragazza come tutte le altre si ritrova derubata della sua roba da un ladro, Justin un demone diverso da tutti, decide di aiutarla ma presto scoprirà qual è la vera natura del giovane, il quale finge di essere umano. Joyceline riuscirà ad avere delle risposte? O si perderà nel Mondo nascosto?
Genere: Azione, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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I

Quella sera i miei genitori tornarono a casa leggermente più tardi del solito e subito non capii come mai, ma sapevo che stessero tramando qualcosa. Scesi le scale e andai ad aprire loro la porta, mio padre aveva ancora gli abiti da lavoro come mia madre, la quale indossava la sua solita divisa, ma entrambi possedevano un sorriso smagliante. 
«Abbiamo una sorpresa per te!»

«In che senso?» non ero molto sicura che fosse una sorpresa in positivo, solitamente avevano la tendenza a lasciarmi senza fiato ogni volta, sia nel bene che nel male.
«Vieni, andiamo in cucina» esordirono. Percorremmo lo spazio dall'atrio alla cucina e notai avessero una borsa nera con loro, cominciai a capire dove potesse essere la sorpresa, papà la appoggiò sul tavolo. «L'altro giorno stavamo chiaccherando vicino alla tua camera e avevi lasciato uno dei tuoi lavori in sospeso, lo abbiamo visto e siamo rimasti sconcertati. Stai diventando sempre più brava e ci dispiaceva il fatto che tu non avessi abbastanza mezzi per sviluppare le tue capacità…» iniziai a sentirmi febbricitante, molte idee mi stavano scorrendo nella testa come un flusso, ma nessuna di esse poteva essere vera. Molto tempo fa, parlando con mio padre gli dissi che impiegavo il doppio del tempo per post produrre, visto che il computer in mio possesso era ormai lento e vecchio. 7 anni per un portatile credo che siano abbastanza, almeno per me. Però non avrei mai immaginato di averli colpiti così tanto con i miei elaborati, forse si erano sentiti quasi in dovere nei miei confronti, essendo che mi sforzavo di non essere un peso per loro. Anche se non fosse stato un regalo straordinario, ne sarei felice comunque, perché sapevo di esser sempre stata troppo importante per loro. La mamma mi guardava con un sorriso talmente tanto fiducioso da preoccuparmi.

«Siamo sicuri che ti piacerà, l'abbiamo visto in offerta e non abbiamo potuto assolutamente dire di no» una volta pronunciate quelle parole, tirarono fuori dalla borsa nera un oggetto sottile, di un color grigio satinato con un logo assolutamente riconoscibile. «Oddio, papà, mamma, grazie! Un Macbook air!» corsi subito ad abbracciarli. Sentivo il mio cuore pieno di gioia e non smettevo di dimenarmi dall'emozione di quel computer così sofisticato. 
«Ricordati Joyce, noi ti vorremo sempre bene» mia madre mi diede un bacio e ne fui felice. Non avrei mai saputo ringraziarli abbastanza. Corsi subito in camera mia, chiusi il vecchio pc assicurandomi di aver salvato il file su cui stavo lavorando e iniziai a pensare ad installare tutti i programmi. Avvertivo già in il sottofondo dei tutorial mentre impazzivo per cercare di capire come crackare determinati file. Mandai un messaggio a Cory, per dirle la buona notizia.

"Mi hanno comprato il pc!"
"Oddio Joyce finalmente, così la smetti di farmi vedere tutte quelle offerte e immagini"
"Hahah grazie per la tua immensa felicità" mandai una faccina sorridente.

Le raccontai di come i miei mentre fossero andati a fare delle spese avessero deciso di comprarmi il portatile, continuammo a parlare per un po' ma alla fine dovetti scendere al piano di sotto per mangiare.

Solitamente prima di andare a scuola facevo un tappa al "Puff", uno dei miei caffè preferiti in tutta Breton, la cittadina in cui vivevo. Composta da quasi più di 100 mila abitanti, non si poteva vantare di essere la più evoluta tra tutte, però bastava per esser definita movimentata. Mi sedetti al tavolo con il bicchiere di carta e la collana di cartone attorno, per non scottarsi mentre lo si teneva, adoravo la sensazione che dava il Mocaccino al mattino. Mi era sempre piaciuto stare qui, questo posto sapeva farmi sentire quasi come se fossi a casa, e adoravo i puff in cui di solito sprofondavo dopo la scuola con Cory. Anche se a lei piacevano di più le lunghe passeggiate, purtroppo ero io la "tipa da bar e baccano". Quella mattinata sembrava troppo perfetta, ero riuscita ad arrivare al Puff in anticipo, mi ero goduta il caffè, stranamente non avevo dimenticato nulla, Bucky il commesso non era stato scontroso con me “come suo solito”. Cominciai a farmi due domande, tutto stava andando troppo bene. Una volta finito il caffè, presi il mio zaino, erano le 7.40 e non volevo arrivare in ritardo a scuola. Solitamente andavo a piedi, ogni mattina camminavo per quasi un miglio, se decidevo di non prendere la bici. (E' americana devo ragionare in miglia, purtroppo)

La strada solitamente a quell'ora era abbastanza affollata quindi cominciai a camminare più velocemente, mi fermai un attimo quando mi accorsi di non riuscire a sistemare il pc dentro lo zaino. "Eppure non sei enorme perché non entri?!" vidi la sagoma di una persona avvicinarsi a me, darmi una spinta forte, per un momento non capii nulla, ma il panico arrivò subito. Pensai che cercasse di toccarmi, in realtà mi prese lo zaino con dentro il computer, mi girai e cercai di raggiungerlo. Corsi con tutto il fiato che avevo in corpo ma era troppo veloce.
«Al ladro!» gridai con tutta me stessa, mentre "quel bastardo" se ne stava andando via con la cosa più bella che mi avessero regalato i miei genitori a parte la vita. Iniziai a disperarmi non sapevo come fare, un groppo in gola sopraggiunse e iniziai a singhiozzare. Un gruppo di persone si era già formato attorno a me ma nessuno capiva esattamente cosa fosse successo, ero piegata sulle mie ginocchia con il fiatone per la corsa. «Tutto a posto ragazzina?» io non capivo più nulla, mi era stato rubato tutto, il telefono, i libri e il materiale di scuola con assieme il Mac. Volevo solamente sparire dalla faccia della terra. «Tranquilli non è successo niente, allontanatevi lasciatela respirare» una voce di un ragazzo sopraggiunse, mi prese per il braccio portandomi all'angolo di inizio di un vicolo cieco, iniziai a divincolarmi, non volevo essere toccata da nessuno in quel momento. «Lasciami stare!» esordii, lo guardai e mi resi conto che poteva avere 3 o 4 anni in più di me, osservai il suo volto quasi etereo, gli occhi color ambra, i tatuaggi che spuntavano fuori dalla giacca nera. Era vestito di tutto punto, non riuscivo a capire se fosse pronto per un colloquio di lavoro o una festa. 

«Che cosa vuoi?!»
«Se vuoi posso aiutarti» di nuovo la sua voce mi fece quasi tremare.
«Mi hanno appena derubata! A meno che tu non abbia i super poteri la vedo dura riuscire a riprendermi la roba»
«Be' conosco un modo, basta solo che tu mi dica di sì e te la riporterò»
«Ma, è impossibile…»
«Allora? Sbrigati a decidere o sarà troppo tardi»
Mi chiedevo che cosa volesse in cambio, ma non mi interessava, avrei fatto di tutto per riavere le mie cose. 
«Okay, va bene»
Il ragazzo annuì e si diresse verso il fondo del vicolo, la mia mente in quel momento si affollò di domande. 
«Aspetta, dovevi aiutarmi!» gridai mentre la sua figura diventava sempre più indefinita nell'ombra del vicolo. Decisi di seguirlo, ma più andavo avanti e più mi sembrava un'idiozia, decisi che dovevo ritornare a casa e chiamare i miei per spiegare tutto. Vedevo già la faccia delusa di mio padre che cercava di darsi una spiegazione. Mi appoggiai di spalle al muro, volevo solo sparire e non tornare più, perché disperarsi tanto per degli oggetti, non sono come la vita delle persone, sarebbe stato peggio se mi fossi fatta male. Ma la rabbia di essermi fatta fregare in quel modo bruciava ancora sotto la mia pelle. Iniziai a sbattere la testa contro il muro mentre singhiozzavo, sicura che in quel vicolo non mi avrebbe vista nessuno.

«Cosa diavolo stai facendo?» sobbalzai dallo spavento, una volta girata non potei credere ai miei occhi. Il ragazzo dai capelli biondo miele e i tatuaggi era riapparso dal nulla! Com'era possibile. Nel mentre avvertivo un leggero odore di bruciato, come la puzza di carne bruciata, ma più cercavo di capire da dove provenisse meno lo avvertivo.
«Ma…» ero interdetta mentre guardavo il mio zaino color beige tra le sue mani «Adesso sei in debito con me» parlò senza alcuno scrupolo. «In che senso?»

«Nel senso che voglio qualcosa in cambio»
«Be'… se vuoi ti posso dare dei soldi» anche se non sono tantissimi.
«Di quelli non me ne faccio molto»
«N…non credo, tutti vogliono dei soldi in cambio»
«Non io…» iniziava ad accorciare le distanze sempre di più, posò il mio zaino a terra ed i suoi occhi non riuscivano a staccarsi dai miei. «Credo che oggi farò una buona colazione»
«C…cosa?!» indietreggiai ma c'era soltanto più il muro e non riuscivo a controllare i miei pensieri, mi sentivo attratta da lui, come le mosche con il miele. Irradiava un fascino potente, sconcertante ma allo stesso tempo che incuteva timore.
«Justin!» una voce alla nostra sinistra esordì, tirai un sospiro di sollievo. Justin ringhiò e smise di avvicinarsi a me, quando guardai chi fosse vidi un ragazzo dalla camicia bianca, alto e incredibilmente magro. La sua bellezza era innocente, capelli biondo paglia, occhi azzurri, si poteva dire quasi il classico stereotipo di principe azzurro occidentale “più o meno”.
«Lasciala stare» tirai un sospiro di sollievo, sentendo quel comando autoritario.
«Dio Neels! Io e lei avevamo stretto un patto!»
«Non…» Neels si indispettì «Senti, mangiare gli umani non fa parte dei patti»
«M…mangiarmi!?!» "lo sapevo che non avrei dovuto dirgli di sì, perché sono così scema" ma poi ripensai meglio alla frase che aveva appena detto "umani?".
«Tranquilla, ora ditemi cos'è successo» incrociò le braccia guardandoci in modo severo.
«Mi hanno rubato lo zaino con dentro tutta la mia roba e questo qui era lì vicino e mi ha promesso che avrebbe potuto aiutarmi, così gli ho detto va bene e lui è ritornato con la mia roba. Solo che ha iniziato a comportarsi da maniaco!»
«Se sapessi quello che ho combinato per prendere il tuo zaino non parleresti così ragazzina!»
«Cos'è, sei mio padre forse?» vidi i suoi occhi infiammarsi dalla rabbia «Okay, calmatevi adesso dobbiamo andare»

«Ah no io non vengo!» rispose Justin contrariato.
«Sì invece, avevi solo da non immischiarti» sentenziò Neels, in risposta il ragazzo sbuffò ed entrambi iniziarono a camminare a passo lento. Pensavo che si fossero dimenticati di me, così ripresi il mio zaino e cercai di andarmene «Verrai con noi anche tu, signorina»

«Cosa?»
L'ultimo ricordo era stata la sensazione di una spinta fortissima, il giramento di testa che mi è rimasto ancora adesso e un grosso salto nel vuoto. Mi risvegliai sdraiata a terra con i capelli scompigliati e il mio zaino accanto a me, anche lui pregava che tutto questo finisse il più in fretta possibile.

«Buongiorno, mi raccomando facci aspettare ancora un'altra mezz'ora» odiai Justin in quel momento «Piantala» cercai di alzarmi ma non ci riuscii, allora Neels mi porse la sua mano, la afferrai e mi risollevò, ma la testa girava ancora. «Grazie» lui mi sorrise. Quando vidi quel sorriso così bello mi mancò il fiato; dinanzi a noi fronteggiava un grosso edificio, sembrava antico e solenne, spoglio di ogni cosa e molto silenzioso. Capii di non essere per niente a Breton, ma in un posto completamente diverso. 
«Dove siamo?»

«Nel mondo celeste» dopo quella frase mi misi a ridere «Sì ed io sono un unicorno»
Non risero della mia battuta, restarono in silenzio, vidi il volto di Justin preoccupato, perché iniziai a pensare che le cose non stessero andando per niente bene. 

 
Weilaaa
Sono ritornata con una nuova storia dopo 2 anni che non mi facevo viva, i contenuti questa volta però sono diversi dal solito, il genere che ho deciso di affrontare è uno dei miei preferiti: il Fantasy. Mi piacerebbe costruire una trama originale visto che la storia sarà piena di angeli, demoni e altro ma per il momento mi limito a continuare a scrivere, sperando di non sfociare nel banale.
Per continuare a pubblicare perchè ho altri capitoli pronti vorrei una vostra recensione giuro me ne bastano poche perchè veramente non sarei motivata ed inizierei a chiedermi se quello che scrivo ha un senso. Commentate o recensite ed io farò del mio meglio! 
Al prossimo capitlo e grazie a tutti/e <3
-Kath

Neels Visser - Neels 

Justin Bieber - Justin 
  
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