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Autore: Fujiko91    13/07/2019    4 recensioni
Ciao a tutti!
Non fatevi ingannare dal titolo! Non sono impazzita!
Se anche voi come Thorin non siete dei botanici allora vi consiglio di godervi questa one shot, che racconta un piccolo episodio della vita quotidiana di Bilbo e Thorin.
Una buona lettura.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Bilbo, Frodo, Nuovo personaggio, Thorin Scudodiquercia
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Ringrazio Crazy Lion per avere corretto i piccoli errori grazie! :*

 

Era una giornata come tante, quando ad un certo punto il silenzio venne rotto, da un tonfo e un urlo.

“Frodo! Ma si può sapere perché ti devi sempre arrampicare su quella quercia?”

“Perché dalla sua cima posso vedere l’intera valle!”

“Datti una pulita ed entra in casa, che si cena.”

Mentre Frodo si stava ripulendo, Bilbo tornò in casa da Thorin, il nano stava aggiustando la lama della sua ascia. Appena sentì i passi del compagno parlò:

“Lascialo fare. È giovane, io quando ero un giovane nano facevo di peggio.”

Bilbo non rispose, non voleva litigare per l’ennesima volta su quanto le loro razze fossero diverse.

Mentre stava cercando la marmellata preferita di Frodo, si ritrovò in mano una vecchia foto.

“Dovrò dire a Frodo di non lasciare in giro queste vecchie foto.”

Guardandola meglio si accorse di un particolare davvero interessante.

 

Tornò in cucina e si avvicinò a Thorin dicendogli:

“Ho la soluzione! Guarda. Orecchie di Elefante!”

“Cosa?”

“Sì, orecchie di elefante. Sono perfette, domani andremo a Brea.”

Thorin non ci stava capendo più nulla. A cosa sarebbero mai state utile delle orecchie di elefante… più ci pensava e più la sua mente si aggrovigliava in un intrico di pensieri! 

 

Finalmente Frodo tornò per cenare. Dopo aver osservato entrambi i suoi zii adottivi si chiese cos’era capitato. Bilbo appariva felice, invece Thorin sembrava perplesso.

 

Durante la notte, Thorin non fece altro che rigirarsi nel letto. La sua mente continuava a rimuginare sulle parole dette dal compagno. Per non parlare dei sogni. Per tutta la notte sognò elefanti di ogni tipo.

E poi la domanda che si faceva largo nella sua mente era: “Che Bilbo sia uscito di testa?”

Dopo essersi dato la risposta da solo, si addormentò.

 

Il mattino seguente Bilbo si svegliò di buon ora. 

Si alzò, andò a farsi un buon bagno, poi si vestì e infine si diresse in cucina per preparare le merende da portarsi in viaggio.

Ad un certo punto per fortuna si ricordò di dover svegliare Thorin.

Quest’ultimo non era molto convinto, ma alla fine non volendo lasciar andare da solo il marito, si alzò e si vestì.

Entrambi pronti presero i loro pony e cavalcarono fino a Brea.

Durante il viaggio Thorin tentò in ogni modo di dissuadere Bilbo da quello che pareva un colpo di caldo.

“Mio caro, ma che colpo di caldo dei miei stivali! Questo risolverà ogni nostro problema. Vedrai, parola di Hobbit!”

“È solo che non capisco come delle orecchie di elefante possano risolvere il problema di Frodo che sale su di una quercia…”

“Non c’è nulla da capire! Sono perfette per quel genere di cose, le usava mio nonno Took.”

In realtà Bilbo stava sbagliando, come sempre dimenticava che i nani non sanno nulla di botanica, quindi era comprensibile che il povero nano pensasse sul serio a quel genere di orecchie di elefante.

E fu così che per tutto il viaggio d’andata i due parlarono di due cose completamente diverse tra loro.



 

Infine giunsero a Brea e lì Bilbo andò dritto in un negozio di piante e altri tipi di cose verdi che a Thorin non importavano.

Bilbo si avvicinò al bancone, da dove sbucò una specie di gnomo, tutto vestito elegante. con il suo panciotto. Per sembrare più alto si era messo su di uno sgabello.

“Cosa vuole da me uno Hobbit?”

“Vorrei delle orecchie di elefante!”

“E cosa ci vorrebbe fare?”

“Una scaletta per mio nipote. Sa, gli piace salire su di una quercia.”

Thorin non ce la faceva più, avrebbe voluto diventare piccolo e scomparire nel nulla, da quanto si sentiva a disagio per ciò che diceva Bilbo.

Invece lo gnomo aveva capito tutto e così disse:

“Ottima scelta, mi aspetti un istante che glieli vado a prendere.”

Scese dallo sgabello e scomparve dietro ad una tendina.

A quel punto Thorin si voltò verso il marito.

“Spiegami una cosa: quello gnomo vende delle orecchie di elefanti?” 

“Certamente, è il suo lavoro!”

“E ti pare normale? Dimmi se ti va davvero bene che Frodo usi una scaletta fatta di quelle cose… sono davvero deluso.”

“Thorin, è tutto il giorno che mi sembri un po’ stressato, forse sei davvero molto stanco.”

“Io fuori di testa? No mio caro, il pazzo sei tu!”

“Io? E perché mai?”

“Perché? Ovvio, siamo qui per delle orecchie di elefante!”

Ma prima che Bilbo potesse rispondere, tornò lo gnomo che  appoggiò sul bancone di legno un vaso, al suo interno un piccolo germoglio.

Si rimise sullo sgabello, indossò i suoi piccoli occhialini e parlò:

“Allora, basta che lo pianti vicino al tronco della sua quercia, allora lei si arrampicherà fino alla cima, e così avrà la sua scala di foglie giganti sempreverdi per suo nipote!”

“Aspetti! Lei mi sta dicendo che ‘ste foglie, si chiamano orecchie di elefante ?”

“Ma certo! Oh ma penso che lei non sappia molto sulla botanica, in fondo è un nano…”

 

Durante il viaggio di ritorno Thorin tenne il muso e a Bilbo scappava da ridere.

“Ma davvero pensavi che volessi delle vere orecchie di elefante?”

“Ovvio che sì.! Però potevi dirmelo che parlavi di una varietà di foglie sempreverdi. Almeno non mi avresti fatto fare la figura dello stupido davanti ad uno gnomo!”

“Hai ragione, avrei dovuto. Solo che molte volte mi dimentico che tu sei un nano e che quindi sei diverso da me…”

“Lo so tu lo fai in buona fede, ma io alla fine ci faccio sempre brutte figure.”

“Tipo?”

“Tipo quella volta delle mele, che ne sapevo io che con esse si ricavano tutte quelle prelibatezze?”

“Anche tu non sei stato molto gentile, quando mi hai fatto usare quell'ascia. Lo sai bene che noi Hobbit non siamo dei guerrieri!”

“Mettiamola così, avete sbagliato entrambi” concluse Frodo.

Parlottando tra loro non si erano accorti di essere arrivati a casa.

 

Bilbo andò subito vicino alla quercia, vi piantò il germoglio e lesse il piccolo incantesimo.

Durante la notte esso avvolse tutta la quercia fino alla punta.

Il mattino dopo la coppia venne svegliata da Frodo.

“Zii! Venite a vedere!”

Bilbo non era davvero meravigliato da ciò che vide, una bellissima scala a chiocciola avvolgeva la vecchia quercia e la rendeva un albero elfico.

Anche Thorin se ne accorse.

“Bilbo, la prossima volta che vorrai una scala, chiedimelo che te la costruisco io!”

“E perché mai?”

“Perché sembra una scala di Thranduil!”

Frodo e Bilbo scoppiarono a ridere e alla fine anche Thorin rise.

Non poteva tenere il muso al suo amato.

 

Invece a Bosco Atro “ cos’è successo mio signore?”

“Nulla, solo una strana sensazione, come se qualcuno avesse riso di me…” rispose Thranduil. 





Angolo dell'autrice:
allora cosa posso dirvi, l'idea mi è venuta dopo aver visto un documentario sulle piante della BBC! *w*

Io quei documentari li trovo interessanti! u.u

Comunque avevo paura di metterci questo titolo, cioè temevo che i non botanici potessero pensare male xD
Cosa ne pensate? Fatemi sapere grazie! :*
Alla prossima storia!
Fuji.

 
  
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