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Autore: Asia Dreamcatcher    14/07/2019    3 recensioni
Johann Schmidt è tornato e con esso le ceneri dell'oscura Hydra, pronta a risorgere.
Ma Teschio Rosso non è solo e Steve Rogers e gli Avengers dovranno vedersela con nuovi nemici. James Barnes sarà costretto, ancora una volta, a lottare contro i propri fantasmi, sperando di non soccombere.
Mentre gli echi di una nuovo guerra risuonano, Captain America e Vedova Nera si ritroveranno ad affrontare una sfida inaspettata, che potrebbe cambiare tutto per sempre.
Terza parte di "Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti"
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Natasha Romanoff/Vedova Nera, Nuovo personaggio, Steve Rogers/Captain America, Un po' tutti
Note: Cross-over, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Se il passato è alle tue costole, ti volti e lo affronti'
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 Capitolo Trentuno: Born for this


“We are the warriors who learned to love the pain

We are the broken ones who chose to spark a flame

Watch as our fire rages; our hearts are never tame

'Cause we were, 'cause we were, 'cause we were

'Cause we were born for this, we were born for this”

⁓ “Born for this”, The Score


«Nat puoi prenderti una pausa ora. Qui ci penso io» Clint le poggiò delicatamente una mano sulla spalla. La spia annuì e gli cedette grata il posto, si diresse verso Sharon.

La bionda la guardò intensamente;

«Ne vuoi parlare?»

«Quando mai ho avuto voglia di parlarne?» chiese mentre le sue labbra si stesero in un sorriso amaro. 

L’agente 13 fece una smorfia comprensiva, non poteva biasimarla, se si soffermava a pensare a Jace avvertiva l’ansia opprimerla. Non voleva dirle che sarebbe andato tutto bene, che se la sarebbero cavata anche quella volta, non ne era certa lei, figurarsi se era in grado di convincere qualcun altro, a maggior ragione se quel qualcun altro era Natasha Romanoff.

«Tu e Steve avete preso la decisione migliore» disse invece, lo sguardo della russa si rasserenò lievemente «Jamie sarà al sicuro».

«Ti ringrazio. E’ l’unica cosa che mi consola al momento» i suoi occhi andarono alla ricerca del capitano; lo trovarono intento a confabulare con Bucky e Tony. Il suo sguardo si assottigliò pericolosamente.

«Hai paura che possa commettere qualche cavolata?» chiese Sharon sospirando.

«E’ Steve Rogers, lui è il re delle cazzate eroiche» il tono era tagliente, aveva la netta sensazione che se solo avesse distolto l’attenzione da lui, lo avrebbe perso in un modo o nell’altro.


*


«Non riesci a dormire?» domandò Jace in piedi sulla soglia della camera. 

Alexandra levò i suoi occhi d’argento e lo osservò con espressione grave. Jace aveva sempre odiato quella sua espressione: le labbra perfettamente dritte, indurite negli angoli, il grigio dei suoi occhi cupo, la fronte pallida aggrottata e solcata da linee scure. Era sua opinione che Sasha non avrebbe mai dovuto indossare quel viso tirato, la voleva spensierata e sorridente. Ma sapeva che i tempi non glielo permettevano.

«Nemmeno tu, noto» replicò lei con voce stanca. Si sfregò le braccia con le mani e il ragazzo si intenerì andandole incontro.

«Vuoi che chiami tuo padre?» le domandò gentile, sedendosi sul bordo del letto; gettò un’occhiata al comodino e vide il bastone metallico troneggiare pronto all’uso. Anche lui, nascosti dalla leggera maglietta estiva che indossava, teneva pronti i suoi fidati coltelli da lancio.

«Mmm no. Lui e Niall stanno facendo la guardia a turno. Non voglio che si preoccupi per me, preferisco che resti concentrato».

Jace annuì e per un po’ rimasero in silenzio, solo in apparenza tranquillo ma in realtà le loro orecchie erano ben tese ad ascoltare ogni singolo rumore fuori posto.

«Jamie?» domandò la quattordicenne chiudendo definitivamente il libro che stava leggendo per distrarsi.

«Dorme ora, fortunatamente. E’ proprio crollato, ha pianto un sacco, Miss Jenkins ha davvero fatto fatica a calmarlo» sospirò il giovane.

«Dovremo provarci anche noi» disse la ragazza osservandolo con i grandi occhi grigi lucidi.

«Dovremo sì».

Sasha si infilò sotto il leggero lenzuolo estivo, poi osservò l’amico in attesa.

«Resti qui? Magari in due riusciamo a calmarci prima» propose e Jace acconsentì stendendosi accanto a lei, rimanendo sopra il lenzuolo. Si dettero la schiena ed entrambi chiusero gli occhi cercando di cedere a Morfeo.

«Ace» singhiozzò all’improvviso Alexandra. La reazione del ragazzo fu immediata: si voltò completamente verso di lei;

«Sasha...» rispose triste;

«Non voglio che muoiano!» mormorò fra le lacrime, girandosi a sua volta, il volto nascosto dalle mani chiare ed eleganti chiuse a pugno. Nel vederla così anche a lui venne da piangere; lasciando che sottili e spaventate lacrime gli rigassero il viso, l’abbracciò delicatamente.

«Anch’io non voglio che muoiano» disse solamente, permettendole di nascondere il volto contro il suo collo.


*


«Stai bene?».

Ekaterina sollevò il capo ed incrociò lo sguardo con Bucky che le stava davanti.

«Sì» replicò la Winter Soldier stringendosi nelle spalle. La cosa non corrispondeva per nulla alla verità, ora che si era riappropriata dolorosamente della propria umanità dentro tremava come una foglia. Sarebbe riuscita a salvare D? Si sarebbe nuovamente piegata al controllo mentale? Era davvero abbastanza forte per farcela?

«Tu sai perché lo stai facendo» mormorò il supersoldato; Katja strinse le labbra ed annuì mesta. 

«E questo aiuta?» non riuscì a trattenersi dal chiedere. James accennò ad un sorriso;

«Molto. Ascolta non sarà facile, e se riusciamo a cavarcela nemmeno in futuro lo sarà. Non so se quest’oscurità se ne andrà mai del tutto» sospirò passandosi nervosamente una mano fra i capelli, era a disagio nel parlare di ciò che albergava nella sua anima, non aveva idea se stesse facendo la cosa giusta, ma malgrado ciò continuò a parlare «Forse dovremmo lottare per il resto della nostra vita, ma ti assicuro che avere qualcosa, qualcuno con cui condividere l’esistenza può fare la differenza».

«E se il trattamento del dottor Banner dovesse essere inefficace? Se una volta lì l’ambiente, quello che affronteremo dovesse farci cedere?» la voce le tremò per l’agitazione che dilagava a quell’idea.

«Non succederà.» replicò Bucky con sorprendente - perfino per se stesso - sicurezza «L’hai provato tu stessa il trattamente è forte. Però ascolta, le vedi le persone qui accanto a noi? Qualsiasi cosa dovesse accadere non lo permetteranno, fidati di noi, di loro… Ma soprattutto fidati di te stessa, Dominil ha bisogno di te».

Katja riuscì a sorridergli appena e lo ringraziò con lo sguardo. 

Bucky fece un cenno col capo, provato più di quanto volesse ammettere da quella conversazione; ma aveva fatto bene anche a lui.


«Gente, meno di trenta minuti all’obiettivo» avvertì Clint.

Steve fece un cenno all’arciere, poi guardò Natasha che lo fissò grave, le andò vicino poggiandole una mano sul volto: saggiò con i polpastrelli la sua pelle vellutata e fresca, lei si abbandonò a quella carezza; i loro occhi si cercarono e si trovarono come ogni volta suggellando mute promesse e sentimenti inesprimibili. La russa posò il capo contro la sua spalla, avvertì le labbra del compagno posarsi lievi e rapide fra i suoi capelli.

«Per James» sussurrò. Lei annuì;

«Per James» ripeté piano.

Steve si staccò dalla compagna e guardò il resto della squadra, inspirò concentrandosi su coloro che come lui stavano respirando quel momento: il momento prima dell’inizio della battaglia finale.

«Avengers! E’ il momento, siamo qui per fermare una volta per tutte l’HYDRA. Lo faremo insieme come un sol uomo, se vi colpiscono, voi colpiteli più forte… Se vi uccidono, resuscitate!» dichiarò con forza. Ci furono cenni d’assenso e qualche sorriso complice; si voltò verso Banner che sembrava sì ansioso ma anche più deciso che mai.

«Bruce sei pronto?»

«Facciamolo!».


Il piano era semplice, quasi ridicolo nella sua banalità: avevano rinunciato a qualsivoglia di strategia triviale o sotterfugio; optando per qualcosa di più plateale, diretto e definitivo: un Hulk lanciato in picchiata dritto sulla base segreta senza tante cerimonie, per esempio.

Aprire un varco e sradicare l’HYDRA una volte per tutte.

«Clint, lo S.H.I.E.L.D. è in posizione?» domandò Steve, ormai c’erano quasi.

L’arciere in collegamento con Maria Hill dopo qualche istante fece un cenno affermativo. Avrebbero attaccato tutti nello stesso momento.

Il capitano guardò Tony, quasi a ricerca di una definitiva conferma, e Iron Man gliela diede, facendo scattare la maschera metallica sul volto.

«Bruce ci siamo! Sam e Tony scenderanno subito dopo di te e ti forniranno protezione. Io e Bucky saremo i prossimi e gli altri a seguire.» tutti quanti annuirono solenni.

Natasha si avvicinò al dottore;

«Ce la fai Bruce?» gli chiese con tatto, Banner le sorrise rassicurante.

«Oh sì! Per lui sarà come fare una passeggiata»

«Allora buona fortuna» replicò la donna facendo un passo indietro.

Lo sportellone cominciò a schiudersi e nello stesso istante Bruce si tramutò nel verde e bestiale Hulk.

Tony gli si avvicinò avvolto totalmente nella iconica armatura;

«Dopo di te bestione, vedi di aprire le danze come si deve».

Hulk sorrise ferino e si lanciò con prepotenza, Iron Man osservò la caduta per un po’ poi si voltò verso Falcon, che gli si era posizionato di fronte, contarono insieme lasciandosi quasi subito cadere in picchiata.

Dapprima non si sentì nulla se non un suono paragonabile ad un sibilo acuto, poi iniziarono i rumori di una battaglia seguiti da un fragoroso boato: Hulk aveva centrato l’obiettivo.

«Clint! - chiamò il capitano - copertura!».

Occhio di Falco posizionò il velivolo e iniziò a fare fuoco, Steve e Bucky si avvicinarono al ponte di lancio mentre Sharon e Natasha li osservavano attente.

«Ci vediamo giù» disse la russa con un sorriso sghembo, Steve le sorrise di rimando, mentre Sharon e Bucky si scambiarono un rapido e famelico bacio.

«Steve, Bucky! Ora!» ordinò Clint.

I due supersoldati si lanciarono senza esitazione.

Natasha, Sharon e JJ guardarono, per quanto possibile, la caduta dei compagni; l’arciere attuò una brusca virata e il jet uscì dalla linea di tiro. Circumnavigarono l’area finché non trovarono un punto cieco per calarsi.

«D’accordo. JJ, tu trova Annabeth, avremo bisogno di lei per scaricare tutti i file dell’HYDRA. Clint a te le cariche esplosive» dichiarò Natasha con decisione.


Quando Natasha, Sharon, Clint e JJ penetrarono nella struttura vi regnava il caos.

I loro nemici non si fecero pregare e ben presto le due donne si ritrovarono nel furore della lotta per permettere ai compagni di perseguire i loro obiettivi.

Voci concitate che sbraitavano ordini, scoppi improvvisi, suoni acuti di pallottole sparate alla ricerca del proprio bersaglio, ansiti, il rumore attutito dei corpi avvinghiati nella lotta facevano da colonna sonora allo spettacolo terrificante degli Avengers che avevano dichiarato guerra all’HYDRA.

Natasha e Sharon combattevano come un sol uomo. Il loro affiatamento era invidiabile, si muovevano come se stessero eseguendo una coreografia preparata in anni; i loro corpi era tesi, agili ed elastici, le mosse dell’una completavano quelle dell’altra finendo l’avversario.


Il tempo in battaglia si annullava, era un concetto insignificante, non più misurabile, l’unico segno che denotava il prolungarsi dello scontro era il fisico. 

Nel fisico avveniva qualcosa di strano: la carne lacerata, i muscoli gonfi e brucianti, il sangue che correva adrenalinico, le ossa che iniziavano ad incrinarsi sempre più sotto i colpi avevano l’effetto di accendere lo spirito. Una ferrea e viva volontà sosteneva la debolezza del fisico.

Steve abbatté un altro avversario, gli sembrava di farlo da più di una vita, si guardò attorno e vide solo sangue e violenza attorno a sè, Natasha, si accorse, lo fissava con la coda dell’occhio senza mai perderlo del tutto di vista. Si erano ritrovati da poco ma il fatto che nonostante la guerra, che incombeva su tutti loro, lei fosse in grado di trasmettergli amore in mezzo a morte, brutalità e lotta senza pietà gli diede speranza.

Dovevano finirla al più presto, e chi gli interessava davvero, coloro che avevano generato tutto questo ancora non si erano palesati.

«Sin! Dove vi state nascondendo?» urlò esasperato. Ma questa volta le sue urla non rimasero inascoltate.

«Non serve gridare, Capitano. Sono qui» replicò Sinthea che aveva atteso quel momento per palesarsi. Non gli avrebbe certo confessato che quell’attacco a sorpresa l’aveva scossa e aveva passato i minuti successivi a riprendere possesso non solo di sè ma anche di tutta la base.

Quell’aria fresca, innocente ed intoccabile era pura e semplice facciata.

«Ti mancavo Capitano?» chiese con tono stucchevole.

Steve la fissò con disapprovazione e sfida;

«E’ ora di chiudere questa cosa. Tuo padre è così vigliacco che si nasconde anche qui? A casa sua?».

Sinthea scoppiò a ridere come un’ossessa, come se il supersoldato avesse raccontato la battuta più divertente mai raccontata.

Ad uno schiocco di dita, un agente le porte una grande valigia scura.

«Oh beh, vede Capitano, sono mortificata di darle questo grande dispiacere di poter togliere di mezzo paparino-Lukin. Ma vade - continuò aprendo la valigia ed estraendo qualcosa che lanciò con velocità e precisioni a pochi passi da Steve che ebbe un momento di confusione nell’osservarlo - papà non è più disponibile per giocare» terminò con sorriso da squalo.

Steve deglutì a vuoto, mentre fra il resto degli Avengers dilagò il disgusto e l’orrore, Falcon quasi rischiò di vomitare. La testa mozzata di Lukin era ai suoi piedi e ormai in via di putrefazione. Il supersoldato riportò lo sguardo su Sinthea a qualche metro di distanza.

«Sono io il capo adesso» disse con tono letale «Non sei felice? Dovresti essermi riconoscente, anche la tua cara Natasha dovrebbe! Voleva utilizzare il vostro adorabile pargolo come suo nuovo corpo, io invece ho ben altri piani per lui» la sua voce aveva un che di ferino e pericoloso.


*


Nostro amatissimo James,

se stai leggendo queste parole significa che io e tuo padre non siamo più lì con te.

Ascolta bene, солнешко, questo non vuol dire che noi abbiamo smesso di proteggerti, siamo sempre stati e sempre saremo accanto a te, solo che tu non ci puoi vedere.

Io e papà ti abbiamo amato fin dal primo istante. Le nostre vite non sono mai state facili - la vita piccolo mio non lo è mai - e tu sei stato però il dono più grande e bello che potessimo ricevere.

Grazie солнешко per averci scelto e averci fatto provare la gioia di essere genitori.

Non avercela troppo con noi, il nostro solo desiderio era di proteggerti e l’abbiamo fatto nell’unico modo che conoscevamo: lottando. Sappiamo per certo che anche tu, come noi, sarai un lottatore; la vita ti metterà sempre davanti a tante sfide, alcune le vincerai, altre purtroppo le perderai ma siamo certi che a modo tuo saprai rialzarti. Affidati a chi per te è diventato una famiglia, fidati del tuo istinto e trova l’amicizia, quella vera.

Io e papà ti saremo sempre vicino e ti ameremo in eterno.


Sii forte figliolo, sii gentile con il prossimo e aiuta chi fa fatica a rialzarsi da solo.

Ti vogliamo bene.


Con infinito affetto,

Mamma e Papà





_____________________________________________________________________________Asia's Corner
Buonasera a tutti e grazie ancora una volta per la pazienza, speravo di riuscire ad aggiornare prima, ma purtroppo ho avuto questi ultimi due mesi molto intensi, per certi versi dolorosi e pieni di cose da fare e sistemare. Le cosa da sistemare non sono di certo finite e mi aspettano altrettanti mesi intensi, ma sappiate che se anche in ritardo IO CONCLUDERO' QUESTA FF! Anche perché alla fine vera e propria mancano altri 2 CAPITOLI! A cui, ve l'ho già accennato, si aggiungerà un capitolo extra.
La storia però si concluderà ufficialmente col capitolo 33 che spero di postare a settembre.

Bene, dopo questa premessa, spero che il capitolo non abbia deluso l'attesa e ora siamo proprio entrati nel vivo dello scontro e Sin ha sganciato una bella bomba, se non fa lei le entrate ad effetto chi può?

Io ringrazio tantissimo tutti voi che con affetto continuate, nonostante i ritardi, questa storia e spero che mi lascerete un commento a riguardo. A proposito a chi lascia le RECENSIONI purtroppo non riesco più a rispondere in tempi brevi, ma sappiate che le tengo sempre in grandissimo conto! Anzi quando ho dei momenti di sconforto vado a rileggermi i vostri commenti e mi torna sempre la carica e mi spronate a continuare! GRAZIE! Io comunque ce la metterò tutta per mettermi in pari con le risposte promesso!

Detto questo, io vi auguro un buon inizio settimana e spero proprio di postare il PENULTIMO CAPITOLO (32) entro e non oltre il mese di AGOSTO!

Un grande Abbraccio!







   
 
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