Osservandosi attentamente allo specchio con severità, si ritrovò ad emettere una smorfia di fastidio.

“Un’altra ruga. Queste cremaccie poco possono contro la vecchiaia, ormai” pensò ad alta voce.

Sospirò. Pensò al suo Vegeta, dopo tanti anni ancora fresco come una rosa.

Su di lui gli anni sembravano non passare. Tutto ciò era davvero irritante.

Certo, si diceva, nemmeno lui aveva più la faccia di un bambino ormai, ma quello che aveva guadagnato era solo più fascino, pur mantenendo i suoi bei capelli neri, un viso integro e la sua solita agilità.

Avrebbe semplicemente voluto stare al suo passo.

Per coerenza con l’apparenza di lui, ma soprattutto per vanità.

“Al diavolo, ancora una passata” disse, avara.

Bulma si sentì bloccare la mano, prima che potesse arrivare sul bordo del barattolo.

Dovette voltarsi per accorgersi che Vegeta era entrato senza farsi sentire.

“Ve-Vegeta, lasciami” disse, tra il sorpreso e l’irritato.

“Smettila con questa robaccia, puzza peggio degli escrementi di certi alieni che ho visto quando conquistavo pianeti” la rimproverò con tono mite.

Bulma aggrottò lo sguardo, e delle lacrime cominciarono a scendere copiose dai suoi occhi.

“Cosa ci devo fare se sto diventanto vecchia, eh?!” chiese la donna, furiosa e frustrata da quella situazione. Bulma si sedette sulla tavoletta del gabinetto, e prese a battere il piede per terra con rabbia. “Non è giusto, non è giusto! Tu sei ancora come quando ti ho conosciuto, mentre io sono..non guardarmi, Vegeta! Non guardarmi!”

Vegeta restava in silenzio. Ad un tratto, emise un ghigno.

Finchè il ghigno non si trasformò in una risata.

Bulma interruppe il suo pianto ed alzò lo sguardo verso il marito.

“Lo trovi divertente? La tua povera mogliettina che piange davanti a te?”

“Bulma, non mi fraintendere..ma sei proprio comica a volte”

Vegeta uscì dal bagno come se niente fosse.

Bulma lo inseguì sconvolta e correndo. Gli afferrò un braccio e riuscì a farlo fermare.

“Aspetta, che cosa significa?! Cos’è che ti fa ridere?!”

Vegeta la guardò negli occhi. “Andiamo, Bulma”

La donna non sapeva più cosa dire.

“Come se due segnetti sul viso potessero rovinarti, smettila di fare la stella del cinema”

Il sayan staccò la presa e continuò per la sua strada.

“Ve-Vegeta..” mormorò a voce rotta Bulma fissandolo mentre se ne andava.

La donna arrossì violentemente ed unì le mani, sorridendo.

“Vegeta...”