Film > Captain America
Ricorda la storia  |      
Autore: Dida77    16/07/2019    4 recensioni
"La stanza era rischiarata solo dalla luce del caminetto. Il freddo di novembre si stava ormai facendo sentire e Bucky era sprofondato tra i cuscini del divano con lo sguardo catturato dal movimento ipnotico delle fiamme."
Un concentrato di fluff... perché non c'è mai abbastanza fluff nel mondo.
#stucky
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
La stanza era rischiarata solo dalla luce del caminetto. Il freddo di novembre si stava ormai facendo sentire e Bucky era sprofondato tra i cuscini del divano con lo sguardo catturato dal movimento ipnotico delle fiamme.

Da quando era arrivato, mesi prima, la casa aveva subito una metamorfosi. Dalla quella bianca e asettica in cui Steve aveva abitato da solo per anni, era diventata una casa caotica e accogliente, piena di cuscini e tappeti colorati, stampe e disegni alle pareti, libri sparsi ovunque. Steve aveva assistito a quel cambiamento stupefatto, come se avesse assistito ad un miracolo: la vita aveva iniziato a scorrere in quella casa, esattamente come aveva iniziato a scorrere di nuovo nelle sue giornate. Inutile domandarsi il motivo, pensò sorridendo tra sé quando vide Bucky rilassato sul divano e si avvicinò a lui con due tazze di cioccolata fumante tra le mani.

Non accese la luce, non era necessario e la penombra rischiarata solo dal fuoco del camino gli ricordava le serate prima della guerra, in cui non accendevano la luce per risparmiare qualche spicciolo in fondo al mese. “Meglio avere la legna per la stufa piuttosto che l’olio per le lampade.” ripeteva sempre Bucky preoccupato per la sua salute. Anche adesso in cui non era più necessario scegliere tra il caldo e la luce, la penombra andava bene.
“Hai freddo? Vado a prendere una coperta?” gli chiese passandogli una tazza.

Bucky lo guardò distogliendo lo sguardo dalle fiamme e sorridendogli sereno. C’erano ancora brutte giornate e nottate segnate dagli incubi. C’era ancora la paura che qualche cellula dell’Hydra non ancora individuata si facesse avanti per portarlo via di nuovo. C’erano ancora i sensi di colpa per tutto ciò che aveva fatto. Ma piano piano stavano andando avanti, costruendo insieme nuovi ricordi e nuovi progetti per il futuro. Anche se le cose stavano migliorando, però, il sorriso sereno di Bucky rimaneva comunque un miracolo a cui Steve non era ancora abituato e che aveva spesso come conseguenza una piccola lacrima raminga che il biondo si sforzava di non far cadere e che il moro faceva immancabilmente finta di non aver notato.

“No, non ho freddo, ma si sta bene qui davanti al camino. Vieni anche tu.” Rispose facendogli spazio accanto a lui sul divano. “E dammi qua. Sentiamo un po’ com’è venuta questa volta… non ho sentito odore di bruciato... ma come mai l’hai fatta tu?” Chiese sospettoso. Steve si avventurava davanti ai fornelli solo per eventi eccezionali o dietro le sue insistenze quando voleva insegnargli i primi rudimenti di cucina.

“Perché mi andava. Ma credo sia venuta bene questa volta, sto migliorando.”

“Ancora non capisco come tu possa essere sopravvissuto tutto questo tempo senza saper cuocere nemmeno un uovo. Ma hai ragione… stai migliorando.” Un altro sorriso distese le sue labbra sporche di cioccolato mentre l’altro prendeva posto sulla sua parte di divano e affrontava l’argomento che era stato il vero motivo per cui aveva affrontato da solo quell’avventura in cucina (con Bucky una cioccolata calda aiutava sempre…).

“Prima, mentre eri sotto la doccia, ha chiamato Shuri. Ha detto che il tuo nuovo braccio è pronto e che, se per noi va bene, manda un aereo a prenderci mercoledì.” Si soffermò un attimo per la paura di sembrare troppo invadente, poi continuò sputando fuori il nocciolo della questione. “Non sapevo che il tuo braccio ti desse dei problemi. Perché non me ne hai parlato? Lo sai che puoi parlarmene tranquillamente, vero? Con me puoi parlare di tutto…” La frase venne interrotta quando Bucky gli appoggiò delicatamente due dita sulle labbra per fermare quel flusso di parole.

“Ehi, Steve, tranquillo. Il braccio non mi dà nessun problema. Altrimenti te ne avrei parlato, no?” Gli rispose guardandolo dritto negli occhi e sorridendogli comprensivo. “Il fatto è che l’ultima volta che siamo stati in Wakanda, Shuri ha scoperto che prima della guerra suonavo il pianoforte. Non so come abbia fatto, ma da allora si è intestardita di farmi un braccio nuovo che mi permettesse di suonare nuovamente. Non te l’ho detto perché mi ha fatto giurare che non ti avrei detto niente fino a quando non fosse stato pronto. Quindi adesso posso dirtelo tranquillamente. Visto che il braccio è pronto non ho infranto nessun giuramento.”

“Gliel’ho detto io. Del pianoforte. Lo ha saputo da me. Le ho detto di quanto ti piacesse suonare e di quanto tu fossi bravo. Mi ha chiesto di te prima della guerra e io ho iniziato a parlare. I ricordi tornavano alla luce come un filo di perle. Uno tirava l’altro. Mannaggia Buck… ci hai rimorchiato un sacco di ragazze con quella storia del pianoforte.” Risero insieme per qualche secondo persi dietro a quel ricordo, poi Steve si fece nuovamente serio, appoggiò la tazza ancora piena per metà sul tavolino basso davanti a loro e si alzò rapido, allontanandosi dal divano. Improvvisamente una statua in mezzo alla stanza, un’espressione indecifrabile sul volto.

“Ehi, Steve, cosa c’è? Perché fai così? Se non vuoi, non ne facciamo di niente. Non pensavo fosse un problema.” Appoggiata anche la sua tazza sul tavolino, Bucky lo guardava attento, i gomiti appoggiati sulle ginocchia in una posizione lontana ormai anni luce da quella rilassata di pochi minuti prima. “Dai, dimmi cosa c’è… non farmi preoccupare…”

“Sto guardando dove potremo mettere il pianoforte.” Rispose continuando a scandagliare con lo sguardo la stanza.

“Te lo ha mai detto nessuno che sei un cretino?” Sbuffò Bucky ridendo.

“C’è un tizio che me lo dice da novant’anni.”

“Cretino!”

“Ecco, appunto, ved…” L’arrivo di un cuscino in pieno volto interruppe la frase.
 
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Captain America / Vai alla pagina dell'autore: Dida77