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Autore: Elgas    17/07/2019    11 recensioni
[Secondo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover: personaggi tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1:
Nel dolore nacque la Luce, una Luce sporca, la luce di un cielo gravido di nuvole, ove una
pioggia nera batteva su una città in rovina. In mezzo a palazzi distrutti, avvertì l’odore della morte,
l’odore pungente del sangue. Nel crescente terrore lo vide; in agguato sulla cima di una parete,
un orrore né Heartless né Nobody; una carcassa animata, putrefatta.
Capitolo 2:
« [...] Luxu...mai e poi mai dovrai desiderare il Kingdom Hearts. Ancora poco e la Guerra dei
Keyblade scoppierà; ancora poco e tutte queste persone , nel bene e nel male, si ritroveranno
a bramarlo. Ma ai Fyrir non servono cuori avidi di potere, nell’Oltre si può far appello solo a se
stessi... e al proprio pastore. »
Capittolo 3:
Quando la felicità si rompe c’è sempre odore di sangue.
Capitolo 4:
Pensieri rivolti agli amici di sempre, agli amici nuovi e a quelli ritrovati, a Kairi, soprattutto a Kairi;
alla felicità, alla sua gioia nel vederlo tornare.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Axel, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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4. I’ll Follow You Across the White River, Across The Black Sky



Durò pochi attimi; il tempo di riassaporare l’aria sulla pelle, di sentire il calore di un corpo, il
corpo di Askin; il tempo di sussurrare quelle semplici parole… poi tutto finì. Volti, parole, eventi,
ogni cosa si appiattì. Un vuoto ribollente. Ricordare era apparsa l’unica via, l’unica per dar un
senso all’essere Qualcuno, all’essere Rulod Morgan… e al tempo stesso aveva fatto riemergere un
fardello indescrivibile; fallimenti, promesse infrante, vite spezzate. Ogni barlume d’emozione si
contorse, seppellendosi nel vuoto; solo il tepore di un corpo e il battito di cuore sopravvissero…
« Ehi… come ti senti? »
In essi riuscì ad afferrare quei nomi, strappandoli dalla melma in cui erano caduti.
« Loro… dove sono? »
Era vicino il respiro, eppure fu lo sguardo a catturarlo. Askin lo fissava, le iridi solcate da
un’emozione vicino alla malinconia.
« Vieni… »
Così accadde; discese la corrente, costeggiando un fiume divenuto secco e fangoso, ma dove un
rivolo continuava a scorrere puro e luminoso. Discese, giungendo infine a un ambientate più
ampio. Lì, l’acqua ribolliva, scie di bolle dentro celle perfettamente allineate, in esse riposavano,
Demyx, Marluxia, Larxene… no... Emdy, Lauriam, Elrena.
« Le due città, le Auropoli distrutte, si riunirono.. e pian piano dalle ceneri sorse Scala ad Caelum.
Avremo potuto tenervi qui, ma i residui Hwergh persistettero a lungo qui. Collocammo dunque
i cristalli su cinque Mondi differenti, in luoghi sotterranei e ignoti. » (0)
La voce dell’uomo arrivò, persa in un punto imprecisato oltre una fila di complessi macchinari.
Solo allora Luxord riuscì a vedere; apparvero i respiratori, l’intreccio di tubi collegati ai corpi
nudi; nitidi furono la posizione fetale e i visi dormienti.
« La guarigione si completò nei tempi previsti; tremila anni passarono poi... accadde qualcosa di
inaspettato. Xehanort trovò Ventus nelle profondità delle Destiny Islands. Alcuni mesi dopo ne
estrasse l'Oscurità dal cuore, da cui creò Vanitas e i Nesciens. »
Per un istante il sorriso del ragazzo riaffiorò, lo stesso di quel giorno lontano sui tetti di Auropoli.
« … Oscurità? Nel cuore di Ven? »
« Tu… hai visto. Se l’ambizione di Ephemer fornì una strada ai Hwergh, furono i suoi sentimenti a
tener aperto il varco così a lungo, prima che Kugo lo distruggesse ovvio, », parlava disinvolto
Askin, le pause intervallate dal suono veloce di una tastiera, « in ogni caso… Xehanort era
ossessionato dall’antica Guerra e dal ricreare X-Blade. Nonostante la mancanza di ricordi, dedusse
la natura di Ventus quale Antico Signore del Keyblade. L’aveva trovato racchiuso in un cristallo,
così, quando Xemnas formò l’Organizzazione, Xigbar venne incaricato di scovare soggetti
particolari. Date le condizioni fu semplice dividerli, dividerti, in Heartless e Nobody. » (1)
Passi riecheggiarono e l’uomo fu di nuovo al suo fianco, le iridi violette a scrutare le celle di stasi.
« Loro… perché non si svegliano? Dovrebbero essere completi... e Ven… perché non... »
Aveva pronunciato quelle parole a fatica, ma niente scaturì.
« La sua sfera venne distrutta. Ricordare non è sempre un bene. Specie quando ti trovi a un passo
dalla morte mezzo divorato vivo. Tutto sommato fu la scelta migliore, Ventus ha... riempito
egregiamente il suo nuovo presente. Mentre loro… ecco... abbiamo subito un furto di recente.
Sephiroth… mai sentito nominare? »
« ...Un potente guerriero. Xehanort lo persuase più volte a entrare nell’Organizzazione, senza
riuscirci. Non… non l’ho mai incontrato di persona... »
« Ehi! Ho parlato per quasi una pagina! Arrivo al nocciolo, se no i lettori si annoiano! Sephiroth è...
particolare. Dopo aver trafugato le sfere, è riuscito a raggiungere l’Oltre. Adesso le memorie si
trovano in un piano dimensionale lontanissimo. Questo ne impedisce il risveglio. » (2)
E così ogni tassello del puzzle si sedimentò. Nonostante la chiarezza del presente, nulla accadde;
non vi fu odio, né tristezza, ne risentimento. Solo fango, a cui si aggiunsero corpi inermi. Eppure
in mezzo al pantano, sopravviveva ancora il luccichio dell’acqua, ridotta a striscia pressoché
invisibile…
« Sephiroth… perché? »
« … La Vera Oscurità si nutre di molte cose e in cambio… concede potere quando incontra
una volontà forte. Da ricordi succosi essa può plasmarsi in Doppelgänger, il gradino superiore
rispetto alle bestie viste finora. »
Nel fango qualcosa si mosse, scuotendo il vuoto.
« Askin io... vorrei rimanere solo se non ti dispiace… », sussurrò per ritrovarlo già sulla soglia.
« Certo. Ti aspetto fuori…! »
Nel nuovo silenzio Luxord osservò; osservò l’acqua e la melma circondarla come fauci voraci.
Askin l’aveva lasciato, eppure… ora la vedeva chiaramente; la Luce risplendere nel bianco alveo.
Scavò, scavò fino a logorasi le unghie... e alla fine un bagliore emerse.
Goldsaber. Senza accorgersene era rimasta sempre lì, ben salda nella mano. Il metallo finemente
elaborato rifletteva l’atmosfera della stanza, avvolgendola in un’aura quasi spettrale.
Goldsaber… aveva già vissuto un evento simile.
Chiuse gli occhi e lentamente apparve: la visuale distorta dal ripiano di un mobile. Sotto, nella
penombra, una figura sedeva accanto a un tavolo al cui centro spiccava un foulard. Un foulard
tinto di sangue, identico a quello stretto da Ventus. (3)

- Mi dispiace… non volevo… non volevo… io… -

Singhiozzi, minuscoli lumi a intervallarsi sopra il tessuto.
La figura rimase immobile mentre un’eco di motori giungeva da sopra.

- Il pentimento in punto di morte ha permesso alla coscienza di legarsi a un oggetto, sfuggendo ai Hwergh.
Da tempo non mi capitava di… osservare un fenomeno simile. - (3)


I lamenti cessarono, ma quando Ephemer parlò nella voce vi era soltanto paura.

- Chi sei?! -
- …Chi sono? Il tuo boia! Ti sei macchiato di una “colpa” gravissima. Secondo i nostri dogmi… dovrei
sbriciolarti ulteriormente, fino estinguerti. -
- N-No…! Ti prego! Non farlo! Io devo salvare Ventus! Devo salvarlo! -


Il rombo si fece più intenso, la visuale si mosse in avanti. Era passato qualche giorno?
Ritrovò la figura in piedi, nessun suono provenire dal tessuto.

- Beh… visto che tutti sono in vena di buonismi, farò la mia parte. Ti concedo di tornare. -
- Tornare…? N-non capisco…. -
- … Scegli attentamente dove dimorare. E le parole con cui ti legherai alla nuova casa. -
- Io… io desidero riposare nel luogo rinominato Cimitero dei Keyblade, lì, nella terra un tempo beata dove la
Guerra ebbe inizio e alla cui fine rimasero solo morte e desolazione. Lì riposerò e nel momento di maggior
difficoltà... aiuterò un Cuore puro. -
- Ottimo… sei riuscito a guardare lontano… -
(4)

Guardare…
« Guardare lontano… »
Lentamente il fango tornò. Tornò l’acqua, ridotta a microscopiche pozze.
Guardò avanti e camminò finché non lo udì, il dolce scorrere di un fiume. Con quel suono ad
accarezzagli le orecchie, la realtà ritornò assieme alle fredde celle. Luxord allungò la mano,
sfiorandone il vetro; un lieve tepore lo avvolse, quasi avesse toccato quei visi addormentati.
« Emdy, Lauriam, Elrena… tornerò! Tornerò, ve lo prometto ! »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Erano passati ventisette minuti e quarantotto secondi. Ancora poco e avrebbe avvertito l’impulso
d’entrare; entrare e dire qualcosa, qualsiasi cosa pur di rasserenarlo, pur di strappargli quel
fardello dal cuore. Eppure ogni volta rigettava l’idea, come se varcare la soglia significasse a
spezzare un incantesimo. E tanto rimuginava sul piccolo dilemma da accorgersi solo all’ultimo
della sua comparsa. A qualche metro l’uomo lo scrutava, il Keyblade in mano; nello sguardo la
speranza si mischiava alla determinazione, tanto da fargli scordare di essere ancora seminudo.
Ma più che scrutarlo, Luxord stava indagando dentro se stesso, alla ricerca di parole giuste. Così
attese, perdendosi nei suoi orecchini; lì, al posto del simbolo dei Nobodies, adesso c’era un piccolo
dado metallico; lì, dove il luccichio annunciò il discorso di Luxord.
« Askin io… ho visto… ho rivissuto la distruzione causata dalla Vera Oscurità. Senza di te…
senza di voi… quest'universo sarebbe morto da tempo. Tale protezione non è dettata soltanto
dall’altruismo. A voi occorrono i Keyblade, i giusti Keyblade. Avete osservato… e nel tempo…
osservare si sia fatto più… personale. In ogni caso non intendo giudicarvi. Forse altri Custodi lo
faranno, ma non io, come Nobody si macchiai di azioni altrettanto discutibili e… e anche per
questo non riesco a odiare fino in fondo Sephiroth, ma lo troverò! Lo troverò insieme a te! »
« Insieme a me? »
« Mi hai salvato...! Tremila anni fa… come adesso…! Se devo giocare una carta, se devo sfidare il
Destino allora scelgo di seguirti...! Io voglio seguirti, Askin! »
Di nuovo lo avvertì… il presente diventar più inteso; ogni preoccupazione svanire, giacché
nell’attesa aveva temuto che una parte di Luxord potesse odiarlo. Ma l’uomo aveva parlato,
aveva parlato col Cuore. Così s’avvicinò facendo apparire, sulla punta dell’indice, un cristallo.
Fu interessante… osservarne il riflesso nelle iridi dorate, assaporare il suo silenzio nel tentativo
d’intuire la natura dell’oggetto.
« Che cos’è? » chiese infine.
« Uno Shrapenl. Un frammento della mia anima. Se vuoi sopravvivere nell’Oltre, dovrai unirti a
esso. Io… sarò la tua guida. Accetti questo legame? »
Senza smettere di fissare il cristallo, Luxord fece scomparire il Keyblade. Scie luminose avvolsero
la mano… mani che adesso s’intrecciarono con la sua, portando il frammento proprio a pochi
centimetri dalle labbra. Li percepì appena... il tepore delle dita, il respiro…
« Ahi! È freddo…! Sembra un cubetto di ghiaccio...! »
… e nel più naturale dei gesti, l’uomo si scostò, il viso contratto a trattenere la sgradevole
sensazione mentre la gola spingeva giù il cristallo.
« Ghiaccio? Ah…! Questa è bella! Ghiaccio! »
Per la prima volta dopo tanto Askin rise.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Venti giorni. Venti giorni erano trascorsi dall’arrivo ai Confini Imperituri, forse i più strani della
sua vita considerando le bizzarrie viste nei vari Mondi; trascorsi in un’altalena di scoperte,
battaglie, in cui il dovere s'alternava a spensieratezza e malinconia.
Di notte Sora si ritrovava sovente a riflettere, sdraiato sul letto, braccia e gambe incrociate, lo
sguardo a scrutare il soffitto in penombra. Pensieri rivolti agli amici di sempre, agli amici nuovi
e a quelli ritrovati, a Kairi, soprattutto a Kairi; alla felicità, alla sua gioia nel vederlo tornare; ai
sentimenti di fronte al viaggio che forse li avrebbe ancora una volta divisi. Pensieri rivolti a
Winry, a Edward e al resto dei Fyrir. Mephisto e Lucifer l’avevano accolto con sufficienza e distacco,
dileguandosi tra le strutture della Fen.ce e ricomparendo di tanto in tanto ad affrontare i Hwergh;
degli altri nessuna traccia, anche se la ragazza aveva accennato a una vacanza in corso.
Nonostante i caratteri diversi, una cosa li accomunava tutti; gli occhi, iridi che a volte apparivano
magnifiche e al tempo stesso tremendamente distanti.
- Ricordare un’emozione, un sentimento è diverso dal provarli -, aveva sentenziato Edward di ritorno da
una caccia, accorgendosi della tacita domanda racchiusa nel suo sguardo.
Cosa si provava a essere immortali? A non invecchiare? A non dover nutrirsi o dormire? A dover
scegliere cosa ricordare e dimenticare? Al momento le risposte dimoravano in un cielo invisibile,
sospese e inafferrabili; eppure Sora non smetteva di osservare, di capire, di riempire ogni
momento di allegria e sorrisi; nella speranza di accorciare quella distanza.

- Sora, Cloud… legando con la vostra guida vi sarà possibile raggiungere l’Oltre. Solo lì potrete apprendere le
tecniche per affrontare i Hwergh e compiere la Missione. Ma ogni cosa a suo tempo, quando ci riuniremo alle
Destiny Islands... -

D’improvviso gli sovvenne l’ultimo discorso di Winry e il pensiero andò a Cloud. Il ragazzo era
diventato più espansivo, nella misura in cui l’aggettivo si poteva applicare a Cloud Strife. In ogni
caso, Sora non aveva posto domande riguardo quella questione, ben ricordando il trascorso con
l’antica nemesi. Fin quando una sera egli aveva confessato l'inconfessabile;
- Combattendo contro di lui. Dall’Abisso Oscuro, ogni battaglia ci teletrasportava in Mondi sempre più
diversi, sempre più distanti. A un certo punto, i Mondi lasciarono spazio a dimensioni distorte e sterili,
dimensioni che, come mi spiegò Winry in seguito, dividono il nostro universo dai Confini Imperituri.
Sephiroth… nel tempo imparò a sussurrare alle ombre; più volte si recò nelle profondità del Reame Oscuro,
finché un giorno lo non avvertì... il richiamo di altre ombre. “ È un filo. Un filo di cui finora avvertivo solo
la presenza… ma grazie a te ora potrò afferrarlo. ” Queste furono le sue ultime parole. E io… mi odio per
questo! Cieco…! Quanto sono stato cieco! - (5)
- E Tifa? -,
la domanda era fuoriuscita spontanea, mentre il vasto pannello proiettava la battaglia
esterna, dove Hwergh venivano falciati dal fuoco congiunto di Edward e Winry.
- Cosa c’entra Tifa adesso? -
- Beh… da quando sono arrivato non ne hai mai parlato. Tra poco partiremo affrontando pericoli inimmaginabili.
Dovresti salutarla almeno… -
- … Non sono affari tuoi, Sora. -
- La Missione non è stata rivelata, ma una cosa è certa; a loro servono Keyblade e potenti guerrieri. Tu sei
l’unico in grado di sconfiggere Sephiroth, questo però non ti legittima ad agire così! -


Comprendeva la dedizione di Cloud; spesso egli poneva domande circa la Vera Oscurità e relative
debolezze; rare volte la compostezza lasciava spazio a sorrisi. Ma percorrendo quella strada tutto
sarebbe apparso più lontano. Specialmente i legami, i legami forti; l’unica Luce in luoghi oscuri,
quando ogni altra Luce si spegne.
- Io… mi sento forte insieme a te. - (6)
« Kairi… non vedo l’ora di rivederti… »
E per un’istante la immaginò sdraiata accanto a lui, la mano stretta alla sua; ne immaginò il sorriso.
Un istante quieto e luminoso, prima della tempesta.
« Stai dormendo? », un lieve bussare e la voce di Winry.
« No, dimmi pure », e in breve fu lì, sulla soglia della camera.
« Buone notizie…! Fra una settimana partiremo! Destinazione... Destiny Islands! »
Il nuovo viaggio ebbe ufficialmente inizio; il mare era quieto, la nave robusta e la tempesta
rimaneva lì, ben visibile sul lontano orizzonte.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

« Stai ancora spiando? »
« Già…! Il prato dei vicini è diventato più verde…! »
Incuriosito Lucifer distolse l’attenzione dal libro. In piedi davanti alla vetrata, Mephisto
osservava; la coda, libera dalla prigione dei vestiti, si muoveva dolcemente, segno che lo
spettacolo lo stava allietando.
« Ma con molte erbacce », si permise d’aggiungere dopo una breve occhiata.
Lui si girò, visibilmente stizzito. Lucifer non vi badò, perdendosi nei contorni del corpo, nella
linea dei fianchi, accentuati dai riflessi della luce esterna.
« Ricerchi troppo la sincerità, Lucifer. »
« E tu tendi a essere Loki l’Ingannatore, anzi… pure gli altri hanno cominciato a prendere questa
malsana abitudine. La Selezione è conclusa. Credo i Prescelti debbano sapere », replicò pacato
tornando a sfogliare il Picatrix, copia sottratta da un Mondo prima che i Hwergh lo inghiottissero.
« Si tratta di menti mortali. Non è necessario conoscano ogni cosa », spiegò il fratello avvicinandosi,
« solo Luxu e in misura minore il redivivo Rulod, hanno un quadro più completo. Per il resto... si
dirà li abbiamo protetti e osservati, altri dettagli rischierebbero di fomentare astio inutile. Cloud
ne è il piccolo esempio. Sapendo avrebbe insistito per raggiungerlo o affinché ci promulgassimo
nel recupero. E anche se Amaimon fosse riuscito a catturare l’angioletto, avremo assistito a un
misero combattimento in un Mondo banale. Certo, ora abbiamo una bella frittata, ma almeno vi
sarà una vera lotta all’ultimo sangue...! »
E come gli capitava nei discorsi appassionati, Mephisto si era seduto sul bordo del letto, le gambe
incrociate, la coda scura arricciata a punto di domanda. Era sempre uno strano spettacolo;
osservarle vicine, una nera e una quasi bianca; giacché Mephisto non aveva mai perso l’abitudine
a celarla in presenza di altri, come secondo lui voleva il bon-ton di un demone. Soltanto lì,
nell’intimità delle loro stanze, si permetteva di accantonare quel piccolo dogma.
« Il discorso include anche Sora? » chiese Lucifer arrivando in fondo al capitolo del Picatrix « Ho
potuto osservarlo da vicino. Mi pare più... tollerante? »
« Tollerante e banale. L’abbiamo osservato più di altri; specie quando usò il Potere del Risveglio
per salvare la sua Principessa. Si mantenne più o meno integro e Kugo, mentre ricercava la
coscienza di Luxord, riuscì a trascinarlo qui. Ma sai quanto è riservato il Lupo, il massimo che
ricorderà il ragazzo è un violento strattone. In ogni caso se nessuno dice nulla, non vedo perché
dovremo farlo noi. » (7)
Lucifer non amava i segreti, non li aveva mai amati a dir la verità; là dove l’altro non disnegnava a
nutrirsi di bugie e non detto. In ogni caso, nonostante la Selezione fosse una montagna infinita
di non detto, più volte era riuscito a convincere gli altri a muoversi in un dato modo, specie sulle
questioni di grande importanza; come sommergere le rovine di Auropoli.
« … Oltre al Maestro, l’unico con cui possiamo esser sinceri rimane Luxu. »
« Al novantanove per cento », lo corresse prontamente Mephisto.
« Sì… hai ragione. Come sta a proposito? »
« L’elisir continua a farlo lievitare. Ehi… non mi dirai che… »
« Siamo fratelli. È inevitabile avere gli stessi gusti », rispose posando il libro sul cuscino a fianco.
« Sono stupito. Raramente qualcosa stuzzica il tuo interesse. »
« Lo voglio. »
« Oh… lo vuoi? »
In quell’istante, sotto lo sguardo beffardo e incuriosito del fratello, Lucifer guardò dentro di sé;
oltre quel corpo perfetto, richiamando un desiderio che da tempo ribolliva quieto nel cuore; un
desiderio in grado di allontanare la noia, là dove l’estasi dei sensi ci riusciva ormai solo in parte.
« La nostra natura non è cambiata. Demoni eravamo e demoni siamo rimasti. Non siamo in grado
di provare sentimenti o emozioni, » rispose, gli occhi a scrutare il paesaggio oltre la finestra, dove
le montagne spettarli si elevavano in un cielo nero, « durante questo tempo abbiamo osservato
l’immortalità logorare i nostri compagni e chi ci era vicino; uomini la cui vita, in origine, doveva
prima o poi estinguersi. Tanti hanno rinnegato il passato, dimenticando ciò che poteva nuocergli.
Tuttavia... molti sono caduti e altrettanti continueranno a cadere. Pure noi abbandonammo
alcuni ricordi, ma solo per vivere intensamente quest’esistenza. Credo Luxu possa avvicinarmi
a quella cosa che tutti cercano e da cui tutti fuggono. » (8)
« Ah… quindi è per questo… »
Parole che sferzarono l’aria come una frusta.
Si voltò Lucifer, ritrovandolo sdraiato a dargli le spalle.
« Due volte mi avvicinai ai sentimenti. Fu orribile. »
Parole che rievocarono sangue e dolore.
Attimi lontani in cui il cuore del fratello aveva vacillato, eppure…
« Eppure stai mantenendo quella promessa, la sua promessa… perché legarti a Luxu se no? »
« ...Allora provaci! Provaci Lucifer! Ti auguro di soffrire come un cane! »





(0) Il discorso chiude i misteri circa l’incubo di Luxord nel primo capitolo; quando in un frangente
vede le proprie mani ferite da schegge di cristallo.

(1) Marluxia venne effettivamente trovato da Xibarg (Luxu) e Xaldin. Questo discorso l’ho
applicato anche a Demyx, Luxord e Larxene. Il discorso inoltre chiude a mio modo cerchi di cerchi
di cerchi.

(2) Askin sfonda la quarta parete! Perché si… effettivamente ero alla fine della prima pagina Word.

(3) Si veda dettaglio Capitolo precedente; sul finire del flashback Ven stringe il foulard nell’unico
arto rimasto intero, ovvero la mano sinistra.

(4) Il flashback si ricollega alla scena in cui Ephemer compare in KH3 aiutando Sora a sconfiggere
la Torre Demoniaca al Cimitero del Keyblade. Chiudi i cerchi, chiudi i complessi cerchi!

(5)RECAP!
La questione Sephiroth-Cloud è ancora nebulosa; entrambi sono uno la nemesi dell’altro, Cloud
ammirava Sephiroth prima che questi seguisse i sentieri dell’Oscurità. Il resto… lo posso
farcire come voglio, eh eh.
Nota per gli Scorsi atti/Capitoli.
Se Sephiroth ha passato un anno nel Sotto, Cloud è stato nei Confini Imperituri.

(6) Frasi che Sora rivolge a Kairi, tratte da KH3: Cimitero dei Keyblade, dopo che quest’ultimo
salva i cuori dei compagni (e di Kairi) dai Lich Heartless.

(7) Dovevo spiegare come Sora fosse effettivamente arrivato ai Confini Imperituri.
Si veda scena finale di FFB Cap 5.
BREVE TIMELINE!
Dalla fine della Battaglia al Cimitero dei Keyblade al Risveglio di Luxord passano tre giorni ( lo
specifica Kugo nel Capitolo 1 ); in questo lasso di tempo vengono anche recuperati da Kugo e
Askin i corpi di Demyx, Marluzia e Larxene, Luxord riacquista i ricordi; mentre Luxu raggiunge
i Confini Imperituri e beve l’elisir.

(8) uomini la cui vita, in origine, doveva prima o poi estinguersi. Lucifer si riferisce alla natura originale
degli altri Fyrir; oltre agli essere umani in Blue Exorcist, nel “Mondo” di FMA gli uomini sono uomini
e in Bleach le anime possiedono un ciclo vitale ( che dura anche millenni ) e possono essere uccise.





Angolo Autrice:

- l’unica Luce in luoghi oscuri,
quando ogni altra Luce si spegne.

Citazione tratta da Il Signore degli Anelli, La Comapgnia dell'Anello di Peter Jackson.

La scena finale dei due fratelli mi è venuta in mente all’ultimo e l’ho messa… al posto di una che ormai sto rinviando dal capitolo precedente. ^^” Ma nel prossimo che sarà breve ( di confermate c’erano solo due scene ), la aggiungerò promesso! In compenso mi è piaciuto far descrivere la scena dal punto di vista di Lucifer. E sì… se la domanda era; ma erano entrambi nudi? Sì erano entrambi nudi. Sono demoni e il loro parentela è labile come può esserlo quello fra entità demoniche.
Ho chiuso molti cerchi relativi ai vari KH e le dinamiche da me inventate, quindi… sono molto orgogliosa di questo capitolo… e anche perché tra Askin e Luxord c’è stato un grosso passo in avanti. <3

Alla prossima miei cari lettori,

Come sempre lasciate un like se il capitolo vi è piaciuto, recensite e inserite nelle categorie se tale complessitudine vi aggrada. <3

Elgas
   
 
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