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Autore: Summerbest    27/07/2009    1 recensioni
La città non sempre è un posto tranquillo, infatti pullula di vampiri, streghe e altri esseri soprannaturali. Di conseguenza noi umani dovremmo difenderci, giusto? E se per una volta la risposta a questa domanda non fosse “si”?
In questa fanfic intendo narrare dalla parte dei “cattivi”, perché anche loro reagiranno in qualche modo agli attacchi, giusto?
Per farla breve, ho intenzione di presentare alcuni “cattivi” ed alcuni “umani” che in seguito... beh se volete scoprirlo dovete leggerlo^^
PS: se leggendo questa trama avete giudicato male la storia, vi prego di darle un’altra possibilità leggendola, please^^
Genere: Dark, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Di cosa parla la storia vi ho già anticipato nella trama, quindi ora non mi resta che dirvi un'unica cosa:
Tengo tantissimo a sapere il vostro giudizio, non lo dico solo per avere una recensione in più sulla storia, semmai perché voglio sapere se l’idea è una stupidaggine, se devo stare attenta ad alcuni errori mentre scrivo ecc. insomma, attendo consigli, complimenti (dubito ce ne saranno xD)e critiche, ringrazio in anticipo chiunque leggerà o/e recensirà(:
Ora vi lascio alla lettura, sperando davvero che il capitolo venga apprezzato.
XOSummerbestXO


Bite And Blood

"Quello è l'unico Sole che tu vedrai in avvenire,
ma un millennio di notti sarà tuo per vedere la luce come nessun mortale l'ha mai vista,
per rapirla dalle stelle lontane come se fossi Prometeo,
un'illuminazione senza fine dalla quale comprendere tutte le cose".



[da "Scelti Dalle Tenebre" e "Il Vampiro Armand"]

* * * *

Il ticchettio delle scarpe rimbombava nello spoglio corridoio. Le arcate circondavano il vuoto, abbellite esteriormente da una rigogliosa flora. L’unica fonte di luce era il chiarore della luna che contribuiva a dare un tocco da “set dell’orrore” alla già classica situazione notturna. Donna giovane + posto desolato + uomo che la seguiva. Non aveva paura la figura femminile nel corridoio. Anzi, sul suo viso trionfava un espressione di cosciente calma, mentre udiva l’uomo dietro a sé che la raggiungeva. Le orecchie erano tese, pronte a catturare ogni suono.Divertiamoci, il passo si fece più veloce, anche la figura dietro di lei velocizzò. Non era una casualità quell’“inseguimento”.

* * * *

Uno dei tanti bar newyorkesi presenti nella grande metropoli. Solito squallore frutto del poco igiene, facce sconosciute e uomini con un unico obbiettivo, ubriacarsi. Donne vogliose che speravano di attirare l’attenzione di qualcuno nel locale con un trucco esagerato e abbigliamento che lasciava poco all’immaginazione.
Tra tante, lei. Così fuoriluogo in quella sua bellezza innaturale. Due profondi occhi color mare scrutavano la zona, ricevendo molti sorrisi da parte di uomini soli, che deliziati dalla sua presenza, accoglievano quello sguardo come un invito a migliorare la serata. Lei però non era interessata, e ignorò tranquillamente i loro ammiccamenti, provocando la delusione di gran parte dei clienti maschili, gli unici non occupati a cadere sul bancone così tanto pieni di alcool da non accorgersi dell’attraente donna a pochi passi da loro. Passare inosservata le riusciva piuttosto bene nell’ombra, male in presenza di altre persone. La pelle di un coloro latteo era tenuta in contrasto con onde rosse che circondavano i suoi lineamenti delicati. Le labbra carnose non avevano bisogno di rossetto per risultare invitanti, esattamente come le lunghissime ciglia prive di mascara.
La porta del locale si aprì, tutti gli sguardi vennero immediatamente puntati sul nuovo giunto. Fece il suo ingresso accompagnato dall’inverno con una ventata di aria fresca. Sul viso della donna comparì un sorriso accattivante, seguito da un lieve sbattimento di ciglia. Il nuovo arrivato era un uomo con non più di trent’anni, capelli corti e biondi, leggermente scompigliati dal vento. Il viso dai tratti ruvidi era segnati da un po’ di peluria. Tutto sommato era passabile, e a lei bastava.
<< Steve! >>
l’attenzione che finalmente stava raggiungendo l’affascinante sconosciuta cambiò rotta al richiamo di uno dei tanti uomini presenti nel bar. Quest’ultimo la raggiunse, dandogli un amichevole pacca sulla spalla ed iniziando con le classiche domande di rito (come stai? Cos’hai fatto ultimamente? Ecc.) Il neo giunto rispose ad alcuni quesiti, prima di congedare l’amico con una scusa qualsiasi, e tornare a prestare attenzione alla donna misteriosa, che aveva assistito alla scena senza togliergli gli occhi di dosso.
Ecco che si avvicina, pensò lei. Posizionandosi in modo seducente, le gambe accavallate e la mano posata sulla parte della coscia lasciata spoglia dall’abito piuttosto corto. Non si disturbò a nascondere il suo interesse per l’uomo distogliendo lo sguardo, al contrario allargò ancora di più il sorriso quando lo vide accomodarsi sullo sgabello accanto a lei con fare indifferente, e rispondendo ai suoi sguardi con veloci occhiatine, prima di ordinare da bere e passarsi una mano sui capelli, imbarazzato.
E’ timido, notò la donna, vorrà dire che sarò io a fare il primo passo. Con questo pensiero si sporse di più verso il bancone e tornò a fissare l’uomo, pronta ad intavolare un discorso.
<< voi non siete di qui >>
non era una domanda. L’uomo questa volta la fissò senza sotterfugi, lasciando da parte l’attenzione che fingeva di dedicare al bicchiere fra le sue mani.
<< no, come lo avete capito? >>
domandò lui, incapace di trattenere un sorriso davanti ad una bella donna come lei.
<< intuito femminile >>
disse lei, come se fosse sottinteso.
<< sembrate anche senza compagnia >>
osservò poi, gettando una breve occhiata ai presenti, nessuna fidanzata in vista. Solo occhiate piene di invidia da parte degli uomini e rabbia da parte delle donne sole e vogliose, ora anche prive di attenzioni.
<< l’intuito ha ragione un’altra volta >>
ammise, portando alla bocca il bicchiere e bevendone un generoso sorso.
<< posso? >>
chiese lei, indicando il bicchiere che veniva posato nuovamente sul bancone.
<< è gin tonic >>
spiegò lui, fissando la donna che con estrema grazia passava l’indice sul bordo del bicchiere, prima di afferrarlo e portarlo alla bocca, il tutto avvenne con una lentezza disarmante. Che fece rimanere l’uomo senza fiato, il sangue ribolliva dentro di lui.
<< non male >>
notò, restituendo il bicchiere al legittimo proprietario.
<< g-già >>
balbettò l’uomo, non riuscendo a nascondere la sua attrazione verso di lei.
<< oh si è fatto tardi! Devo andare! >>
con estremo dispiacere, vide la donna compiere un saltello per scendere dallo sgabello. Gli fece l’occhiolino e si diresse verso la porta, pronta a tornare al freddo della città.
<< la borsetta! Signorina! >>
una piccola pochette rossa giaceva incustodita sul bancone. L’uomo la prese, precipitandosi al suo inseguimento, verso l’uscita. Quando raggiunse l’esterno però non vi era traccia della sconosciuta di prima. Doveva fare qualcosa, non poteva tenere la borsetta, e soprattutto non poteva ignorare la possibilità di un altro incontro con quella rara bellezza.
Anche se si trattava di un gesto poco educato, l’uomo aprì la borsa, trovando solo un foglietto, indicava un indirizzo. Era tutto programmato!, gioì, immaginando già il sapore delle labbra della sconosciuta. Senza esitazioni prese l’unica strada che conduceva nel luogo del suo incontro. Ancora un attimo e sarai mia..

* * * *
La donna continuava il suo incedere, quando si accorse che l’uomo era a pochi passi dietro di sé, iniziò a rallentare, fino a fermarsi. Scelse il sorriso più seducente che poteva adottare, e con ciò si voltò.
<< l-la borsetta >>
indicò con il dito la rossa pochette nella mano sinistra.
<< l’avete dimenticata! >>
le parole uscivano dalla sua bocca con difficoltà, aveva problemi a trattenere la sua attrazione in quel momento verso la sconosciuta davanti a lui.
<< oh grazie! >>
con finto stupore la prese in mano. L’uomo, continuando a reggere lo sguardo malizioso della donna, rimase fermo nel suo posto, impacciato.
<< non era una casualità >>
osservò, facendo allargare ancora di più il suo sorriso.
<< sei sveglio >>
commentò. Nessuno dei due compiette un altro gesto.
Se non faccio qualcosa io, qua non si risolve niente, pensò la donna, facendo un passo in avanti e rimanendo ad un palmo dal suo viso, che passò dallo stupore ad un sorriso sornione.
Prendendolo come un invito, la mancina segnò la forma delle sue labbra, prima di spostare il viso e lasciargli un lieve bacio nella guancia segnata dalla peluria. L’uomo era in un totale stato di trance. Mentre la donna passò al collo, una scia di baci fino ad arrivare all’incavo. Un mugolio di piacere uscì dalle labbra dell’uomo, sorrise soddisfatta, prima di giungere al suo vero scopo. Meglio non indugiare troppo, qualcosa di affilato sfiorò la pelle scoperta, l’uomo sgranò gli occhi, ma non fece in tempo a reagire che i denti furono impressi sulla gola, provocando un urlo. Addentò l’uomo sul collo con voracità, iniziando a sentire il sangue che raggiungeva la sua gola ad ogni sorso. L’uomo si dimenò per un po’, prima di perdere conoscenza fra le sue braccia. La vampira lo prosciugò del tutto in modo che non si risvegliasse sotto forma di non-morto. Non intendeva avere una palla al piede, si trattava solo di sangue. Lasciò cadere il cadavere a terra, leccandosi le labbra insanguinate, per quella notte poteva bastare.
Le iridi color mare puntarono veloci verso una strana figura che le sfrecciò accanto. Con i canini in vista, pronta ad attaccare, la vampira compì alcuni passi in direzione del ponte privo di illuminazione. L’udito fine le permise di udire la sua presenza alle spalle, con un movimento fulmineo si voltò, nessuno. Era sicura di non essersi sbagliata. Dove prima aveva sentito la presenza di un'altra figura, adesso una rosa attendeva ai suoi piedi di essere colta. Non l’aveva notata in precedenza, non era nemmeno sicura se ci fosse mai stata. Con la mancina si prostrò in ginocchio cogliendola per il gambo, accanto un piccolo foglio, leggermente bagnato dalla pozzanghera posta lì vicino.


Qualcosa sta cambiando,
se un tempo noi eravamo le tenebre,
coloro che tutti temevano,
adesso ciò che è giunto,
è pronto a far divenire noi le vittime,
e loro le tenebre,
noi tutti dobbiamo unirci,

Potere, Sangue, Vita Eterna



La vampira non aveva idea di cosa volesse dire, ma era certa di voler proseguire per la sua non-vita, senza dover collaborare o prendere ordini da nessuno. Se c’era una cosa che aveva appreso in tutti quegli anni passati da creatura del buio era di diffidare di tutti. E così avrebbe fatto anche questa volta.
“ah!”
dovette lasciar cadere la rosa, poiché una delle spine l’aveva punta. Una goccia di sangue cadde per terra, nella pozzanghera, formando una chiazza rossa che si espandeva nell’acqua. Non vi fece molto caso, sapendo già che la ferita sarebbe velocemente sparita, dopotutto quello era uno dei vantaggi dell’essere immortale.
Scrutò per un ultima volta l’ambiente circostante, prima di voltarsi e tornare per la sua strada, noi le vittime, loro le tenebre, ripensò vedendo un anziano signore attraversare la strada con passo lento e faticoso. Il foglietto intendeva dire che gli umani si sarebbero rivoltati? oh certo, quell’anziano signore sembra proprio pericoloso, ironizzò, scuotendo la testa ed immergendosi nell’oscurità dei vicoli della città. Rimanendo però con quelle parole che le rimbombavano in mente, e se non fossero solo bugie?


   
 
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