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Autore: Mattia V    20/07/2019    0 recensioni
Petrus Adamo e Sunrise Shimmer sono due unicorni guaritori molto illustri, amati in tutta Equestria. Petrus si dimostra un unicorno sensibile e di larghe vedute, convinto sostenitore dell’uguaglianza tra pony. Sunrise invece si presenta come un unicorno di vecchio stampo, altezzoso e poco tollerante verso i pony di basso rango, quali pony di terra e pegasi.
Sebbene condividano idee diverse e diversi ideali, i due sono uniti da un sincero affetto fraterno. La loro vita ha una svolta quando, in una società terribilmente classista, che non vede di buon occhio le relazioni tra razze diverse, l’unicorno Petrus s’innamora di una incantevole pony di terra dal sorriso maliardo…
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Petrus camminava lungo i corridoi del castello di Canterlot. Una voce familiare gli fece incurvar le labbra in un sorriso e si voltò per donarlo alla pony che gli veniva incontro.
  • Avrei dovuto immaginare che eri nei paraggi. Il palpito felice del mio cuore mi annuncia che una bellissima dea si sta avvicinando a me, insignificante pony qual sono.
  • Oh, non sottovalutare te e non sopravvalutare me, mio giovane poeta. Hai mai pensato di fare lo scrittore come secondo mestiere?
  • Parli come Sunrise.
Si baciarono. Camminarono fianco a fianco, Petrus seguitava in poetiche smancerie.
  • Cos’è la fugace felicità di questo momento? Io, unicorno più felice del mondo, per il sol fatto di camminare al fianco della pony il cui sorriso splendente fa impallidire il sole di Princess Celestia.
  • Sì, diversi pony con cui sono stata mi hanno detto che ho un bel sorriso.
  • Scherzi al fine di farmi ingelosire? Sappi che non ti riesce.
  • Non sei geloso di miei spasimanti del passato?
  • Adesso, in questo presente, sei qui con me, no?
  • Sì, mio bell’unicorno spavaldo!  
  • Che sia un sorriso smorfioso o dolce o sensuale, è vita che mi invade quando le tue labbra s’incurvano così magnificamente per dargli vita.
  • Oh, Petrus. Ti ho proprio ammaliato.
  • Era questo il tuo intento? Ma cadi anche tu in trappola, o sbaglio?
Stavano per scambiarsi un altro bacio, quando l’urlo squillante di un pegaso in fuga li distrasse.
  • Ambasciator non porta pena, ambasciator non porta pena! – ripeteva il pegaso, correndo via.
Li sorpassò. Petrus notò che lo strano pegaso baffuto portava un cappello scuro e, legata a un fianco, aveva una borsa marrone riempita fino all’orlo di buste da lettera. Capì che si trattava del postino.
  • Oh no… – fece, nutrendo in cuor suo un brutto presentimento.
Prima che Tulip potesse chiedergli spiegazioni, una guardia reale accorse verso di loro.
  • Petrus, signore, il nobilissimo Sunrise Shimmer è fuor di sé. Sta distruggendo tutto, solo voi potete calmarlo!
Petrus si precipitò nello studiolo, raccomandando a Tulip di starsene in disparte. Sunrise stava distruggendo tutto. Sollevava con la magia mobili, tavolini e poltrone e li faceva schiantare contro le pareti. Aveva già rotto due tavolini e rovinato una poltrona dal lussuoso rivestimento. Sul grosso tavolo di mogano, l’unico che aveva risparmiato dalla sua furia, stava poggiata la lettera che lo aveva mandato in bestia.
  • Non è giusto! – gridava, seguitando a sollevare le sedie mezze rotte e a sbatterle contro il muro, mentre camminava avanti e indietro per la stanza.
La faccia rabbiosa, i denti stretti, gli occhi rossi e fuor le orbite. Petrus avanzò di qualche passo verso l’amico, seguendone con lo sguardo i lesti spostamenti da un punto all’altro della stanza.
  • Sunrise, calmati. Non è da pony rispettosi qual siamo perdere il contegno.
  • Mi hanno rifiutato, Petrus. Il circolo di Vanhoover mi ha rifiutato! Con questa siamo a otto!
  • Ti resta ancora Whinneapolis, no?
  • E se anche il circolo di Whinneapolis mi rifiutasse? In quel caso, in fumo tutti i miei sogni! – gridò, facendo schiantare un altro tavolino contro il muro, distruggendolo miseramente.
  • Perché non scaraventi all’aria anche quell’altro tavolino vicino la finestra? Può darsi che così il rifiuto di Vanhoover si trasformi in un benvenuto.
  • Non provocarmi, Petrus!
  • Voglio dirti di calmarti, Sunrise. Distruggere tutto non cambierà le cose.
  • Se fossi stato più preparato, maggiormente esperto di magia curativa, mi avrebbero preso!
  • Sciocchezze, Sunrise. Questi dannati circoli sono frequentati da pony boriosi e saccenti, la cui unica dote sono le numerose conoscenze e raccomandazioni che si scambiano a vicenda. Se ti rifiutano non è perché tu non sia un eccellente unicorno guaritore.
  • Ma se migliorassi, se diventassi bravo oltremisura in poco tempo, allora mi noterebbero.
  • Cosa vuoi dire?
Sunrise seguitava a spostarsi da un punto all’altro dello studiolo, con lo sguardo infervorato rivolto al pavimento. Gli occhi di Petrus faticavano a seguirne i rapidi movimenti.
  • Chi lo dice che per affinare le proprie arti magiche si debba studiare per anni? E se si acquisisse un illimitato potere in poco tempo?
  • Non mi piace dove questo conduce.
  • I manuali proibiti! Nascondono segreti oscuri che potrebbero far diventare onnipotente un qualsiasi unicorno! Se li leggessi…
  • Sunrise!
Petrus gli si parò dinanzi, a faccia a faccia. Si scambiarono un collerico sguardo di sfida, sulle loro labbra un ringhio rabbioso.
  • Come osi anche solo pensare di leggere i manuali proibiti dalla stessa Princess Celestia? Quel tipo di magia non deve possederla né l’unicorno più nobile, né quello più vile. Il compito della magia è essere in armonia con la natura, non stravolgerla a proprio piacimento. Quella è magia nera e sopraffà ogni animo!
  • Ma ci sono incantesimi che potrebbero renderti invincibile, magie che ti migliorano senza che tu debba compiere sforzo alcuno.
  • E cosa ne è del tuo orgoglio?
  • Al diavolo l’orgoglio! Se una magia può renderti più potente, perché rifiutarla?
  • Ma non capisci che non è naturale? Anche se tra i libri proibiti tu scovassi il più nobile degli incantesimi, si finirebbe per adoperarlo per qualcosa di losco e per il proprio tornaconto. L’onnipotenza non è dei pony, lasciala a Dio.
  • Ma alcuni incantesimi proibiti sono stati adoperati da altri unicorni!
  • Unicorni retti che hanno ottenuto il permesso di Princess Celestia e che hanno adoperato gli incantesimi proibiti per nobili scopi, restando umili nell’animo. Tu invece parli di adoperare quegli incantesimi per rendere invincibile te stesso, per soddisfare il tuo ego! Con una simile impronta d’animo finiresti per convertire anche la magia più pura in magia nera e ne verresti scioccamente sopraffatto! La leggenda della unicorno prigioniera sulla luna non ti ha insegnato niente?
  • È solo una leggenda.
  • Con un profondo significato.
  • Di nessun libro dovrebbe esserne proibita la lettura!
  • Sunrise!
Il grido di Petrus echeggiò per i corridoi del castello. Sunrise ne rimase ammutolito, Petrus lo fissò con uno sguardo grave.
  • Ciò che pensi è irrilevante. Tu non puoi leggere i libri proibiti, chiaro? – gli chiese in tono più pacato.
Si scrutarono in silenzio per brevi istanti.
  • Sì, Petrus, è chiaro.
Sunrise non aggiunse altro, l’espressione del suo viso non era mai stata più seria. Sollevò con la magia la lettera causa di tanto nervoso e la stracciò. Andò via, senza neppure rivolgere un saluto a Tulip, né chiedere scusa a Petrus per lo stato in cui aveva ridotto lo studiolo.
Tulip si avvicinò a Petrus.
  • Mi spiace che tu abbia assistito, Tulip.
  • Mi spiace di più per Sunrise. Era molto nervoso.
  • Purtroppo si è prefissato l’obiettivo di entrare in uno di questi stupidi circoli per unicorni guaritori. È già stato rifiutato da sette circoli, con questo fanno otto. La sua ultima possibilità è Whinneapolis.
  • Ora dov’è andato?
  • Oh, credo proprio che si stia recando nel suo Eden per sbollire la rabbia!
 
Sunrise proseguiva a passo spedito lungo un sentiero boscoso, circondato da alberi rigogliosi, dalle cui foglie penetravano i luminosi raggi del sole, che illuminavano a strisce la strada lungo la quale camminava. Il suo sguardo era serio e severo, sulle labbra dritte non v’era neppure l’impronta di uno sfuggevole sorriso.
Oltrepassato il bosco, Sunrise si ritrovò ai piedi di un precipizio. Chiuse gli occhi e si lasciò cadere. Precipitò, ma rimase tranquillo e, al momento giusto, riaprì gli occhi e scatenò la magia. Il suo corno s’illuminò e uno squarcio si aprì nel vuoto, ingoiando il suo corpo e sparendo. Precipitò al centro di un profondo lago, abitato da meduse gialle. Le meduse, ormai abituate alle visite dell’unicorno, non apparvero turbate dalla nuova presenza caduta dal cielo. Sunrise riemerse in superficie, respirando l’aria a pieni polmoni. Le meduse gli sfiorarono i fianchi, ma Sunrise non si scompose. Erano le cosiddette “meduse d’oro”, i cui tentacoli privi di veleno non costituivano alcun pericolo per i pony, assieme ai quali potevano anzi nuotare e lasciarsi accarezzare.
Il lago era circondato da un bosco maestoso, ricco di cascate e di fiumi, nell’aria si estendeva l’armonioso cinguettio degli uccelli e il canto delle cicale. A pochi passi dal lago, si innalzava un imponente castello, dagli appuntiti tetti blu. Sunrise uscì dal lago e si avvicinò a passo lento verso l’entrata del castello. Salì i pochi gradini e spalancò le grandi porte. Sconfinata era la sala che lo accolse all’interno. Non appena mise il primo zoccolo sul lussuoso tappeto blu, le tendine azzurre che coprivano le finestre, si scostarono magicamente, facendo penetrare i luminosi raggi del sole. Non solo: un attaccapanni animato si avvicinò, saltellando buffamente verso il padrone di casa e accogliendolo con un riverente inchino.
  • Non ho vestiti, puoi ritirarti – disse Sunrise.
L’attaccapanni si ritirò, obbediente. Un asciugamano volante si precipitò su Sunrise e lo asciugò per bene, poi si ritirò a sua volta. Sunrise, non più bagnato, avanzò per la sala, avviandosi verso un’ampia scalinata. Mentre saliva, un piccolo orologio antico saltellò vicino a lui, mostrandogli l’ora.
  • Rintocco, la cena dev’essere servita alle nove precise. Avverti i fornelli.
Rintocco s’inchinò e sparì. Sunrise proseguì per un lungo corridoio. Non essendoci finestre, era buio, ma dei candelabri a tre bracci, posti ai lati, si accesero magicamente, illuminando tutt’intorno. Uno di essi, quello dall’aspetto più pregevole, si pose davanti al padrone, facendogli un rispettoso inchino.
  • Buongiorno, Lume. Per cortesia, conducimi alla biblioteca.
Lume lo guidò. Giunsero dinanzi a due imponenti porte bianche, con rifiniture dorate.
  • Grazie, Lume. Ritirati.
Lume si spense e andò via. Sunrise spalancò le porte della biblioteca. Non appena poggiò lo zoccolo sul lucido pavimento a scacchi, le pregiate tende celesti si scostarono, mostrando le imponenti vetrate di due gigantesche finestre su cui battevano i raggi del sole, che illuminavano la grandiosa biblioteca. Migliaia di libri erano riposti su imponenti librerie dai mille scaffali, che ricoprivano le pareti della sala, arrivando a sfiorare il soffitto. Non finiva lì. Alla destra si apriva un lungo corridoio e ai lati di questo vi erano altri grandi scaffali stracolmi di libri. Sulla sinistra si accedeva invece a una piccola cupola, dove librerie dal legno pregiato, erano disposte in cerchio, poggiate contro le pareti.
Su alcuni scaffali stavano delle scale a pioli, con delle rotelle ai piedi. Due imponenti scale a chiocciola si erigevano invece ai lati e permettevano di raggiungere i ripiani più alti delle librerie centrali, che disponevano di una sorta di “balconcino”. La sala era inoltre abbellita da angeliche statue di pony e dipinti di paesaggi naturali o castelli leggendari. Non mancavano, inoltre, divanetti e poltrone in stile rococò e uno spesso tavolo di mogano.
Sunrise prese un libro da uno scaffale al centro. Si sedette sulla poltrona e lo aprì. In viso un’espressione seria, nella testa un’idea che aveva cominciato a prendere forma fin da quando aveva lasciato lo studiolo del castello di Canterlot.
  • Di nessun libro dovrebbe essere proibita la lettura – disse a denti stretti, sfogliando le pagine del libro che aveva tra gli zoccoli.
 
Sunrise si sedette a tavola alle nove esatte.
  • Servire la cena, per favore.  
Dalla cucina arrivò un lesto carrello che si avvicinò al padrone, un piatto fluttuante, con sopra un’appetitosa pietanza a base di fieno, si posò sul tavolo davanti a Sunrise.
  • Coltello e forchetta!
Un coltello e una forchetta ritardatari si affrettarono a prendere il loro posto a tavola. Sunrise sollevò con la magia le posate e gustò il buon cibo.
  • Tovagliolo, prego.
Un tovagliolino azzurro si alzò in volo e poggiò delicato sulle labbra del padrone, pulendogli il residuo del cibo rimastogli ai lati.
  • Grazie. Ora sparecchiate e pulitevi bene – raccomandò Sunrise, alzandosi da tavola.
Una teiera con splendide decorazioni barocche saltellò verso di lui, sbuffando più volte.
  • No, grazie, per stasera niente tè. Prenderò il caffè, avverti la caffettiera che me lo porti in camera.
La teiera obbedì e andò via sbuffando.
  • Rintocco, vieni qui.
Rintocco si precipitò dal padrone, attendendo ordini.
  • Rintocco, sto per andare a letto, ma voglio che mi svegli tra quattro ore esatte, chiaro?
Rintocco s’inchinò e andò via. Sunrise si recò in camera: una lussuosa stanza a metà tra lo stile barocco e il rococò. Al centro stava imponente il letto dalle lenzuola di una stoffa morbida e pregiata. Si sedette, attendendo che gli venisse portato il caffè. Una caffettiera scoppiettante giunse, in compagnia di una tazzina nella quale versò il caffè, e di una zuccheriera.
  • Un cucchiaino di zucchero abbondante.
La zuccheriera obbedì e il manico, trasformato in una piccola manina, prese il cucchiaino al suo interno e mise lo zucchero nella tazzina, mescolando per bene. Sunrise bevve il caffè d’un fiato, ringraziò e ordinò loro di ritirarsi, infine si coricò e prese sonno.
 
Era notte fonda quando Sunrise, coperto da un nero mantello, s’intrufolò nell’ala ovest del castello di Canterlot, dove era proibito accedere. Era lì, infatti, che si trovava la biblioteca dei manuali proibiti, dove solo pochissimi unicorni, ottenuto il permesso di Princess Celestia, potevano accedere. Sunrise si mosse lentamente lungo i corridoi del castello, non gli fu difficile evitare le sciocche guardie pegaso e quando giunse dinanzi la biblioteca, constatò felicemente che questa era vuota. Nessun guardiano era appostato là dentro e lui poté muoversi indisturbato tra gli scaffali che ospitavano una miriade di libri e manuali che solo pochi fortunati avevano avuto modo di leggere. Sunrise osservò tutto, incantato per il solo fatto di essere circondato da tanto splendore. Quei libri erano un tesoro inestimabile per la mente di unicorni bramosi. S’arrischiò a fare un po’ di luce con il corno, per poter meglio leggere i titoli dei libri. Ne trovò subito uno che stuzzicò la sua curiosità: “Lo sconfinato potere dell’arte curativa”. L’aveva trovato. Quel manuale poteva rivelargli il segreto della perfezione dell’arte magica curativa. Il suo potere non avrebbe conosciuto limiti.
Allungò uno zoccolo, prese il libro e lo ripose nella borsa che portava legata al fianco, sotto al mantello. Decise di dare ancora un’occhiata e rubare magari qualche altro manuale di suo interesse, sentendo dentro sé crescere avido il desiderio di conoscenza e potere. Stava per arraffare un secondo libro, quando il suono di una voce lo fece sussultare.
  • Chi è là?
Era una voce femminile, probabilmente si trattava della pony adibita a custode della biblioteca proibita. Sunrise smise subito di far luce con il corno e corse via. Non poteva ripercorrere la strada che aveva fatta, poiché sentiva chiaramente il rumore degli zoccoli che si avvicinavano. La biblioteca era sconfinata e difficilmente riusciva a orientarsi nel buio. Era una notte senza stelle e la luna era coperta da grossi nuvoloni neri, neppure un timido raggio di luce penetrava dalle finestre. E intanto il rumore di zoccoli si avvicinava sempre di più e Sunrise si spostava da una parte all’altra della sala, senza capire dove fosse l’uscita.
Un barlume di speranza lo colse quando, sforzandosi di abituare gli occhi all’oscurità, gli sembrò di scorgere i lineamenti di una porta. Era la stessa dalla quale era entrato.
Corse all’impazzata verso la porta, ma fu proprio in quell’istante che un’ombra gli si parò dinanzi. Non se ne accorse in tempo e finì per travolgerla. Ruzzolarono per terra. Sunrise stava chiaramente schiacciando un altro pony.
  • Ma cosa? Levati di dosso! Cosa sta succedendo?! – esclamò la pony, la quale non riusciva a vedere chi le fosse piombato addosso a quella maniera.
  • Mi dispiace, non volevo! – esclamò Sunrise in preda al panico e, non avendo altra scelta e sentendosi sempre più confuso dal buio che lo circondava, decise di illuminare il proprio corno.
Si sarebbe alzato in tempo per scappare via e la pony che aveva travolto non avrebbe potuto riconoscere il suo viso coperto dal nero cappuccio del mantello. Poteva farla franca.
Illuminò il suo corno, ma invece di scappare come si era proposto, finì per incantarsi nel rimirare il bellissimo viso della pony di terra che aveva travolto.
I pony di terra non potevano certo padroneggiare l’arte della magia, ma gli occhi bruni della pony costretta sotto di lui ebbero il potere di incantare il suo sguardo e immobilizzare il suo corpo meglio di qualsiasi sortilegio.
  • Chi siete voi?! – urlò la pony, allungando uno zoccolo sul cappuccio e scoprendo il volto del pony che le stava addosso.
Neppure Sunrise era ricorso a qualche strano incantesimo, fatto sta che pure la pony di terra s’incantò nel rimirare i suoi occhi azzurro chiaro e per un momento rimasero immobili in quella posizione, senza emettere un sol fiato, inchiodando i loro occhi a uno sguardo tanto intenso che, seppur breve, gettò nel loro cuore il seme di un sentimento tanto sconosciuto quanto noto.
  • Ciao – riuscì a pronunciare Sunrise, dopo essere rimasto muto per lunghi attimi.
  • Voi non dovreste essere qui, Sunrise Shimmer – disse la pony, ritrovando anch’essa la parola.
  • Mi conosci?
  • Chi a Equestria non conosce il vostro nome?
  • In effetti, ho una certa fama.
  • E dovreste avere anche una certa rispettabilità.
Dopo tale breve scambio di battute, rimasero nuovamente senza parole, fermi restando nella stessa posizione.
  • Vi dispiacerebbe alzarvi? – chiese finalmente la pony.
Per tutta risposta, Sunrise sfoderò il suo caratteristico sorrisetto sornione.
  • A te dispiacerebbe se mi alzassi?   
La pony non ebbe modo di ribattere, poiché una voce estranea distrasse la loro attenzione. Si stava avvicinando una guardia reale, munita di una lanterna a olio. Sunrise si allontanò all’istante, nascondendosi dietro una libreria e spegnendo la luce del proprio corno. La pony si alzò.
  • Ciel! Tutto bene?
La guardia si avvicinò alla pony, tenendo con un’ala la lanterna che illuminò tutt’intorno.
  • C’è per caso un intruso qui dentro? – chiese la guardia pegaso, guardandosi attorno.
Il cuore di Sunrise prese a battere all’impazzata. Terrorizzato, l’unicorno chiuse gli occhi e strinse i denti, attendendo rassegnato e preoccupato di venir scoperto ed essere portato via.
Con angoscia si rese conto che bastava una parola della pony di terra per ridurre in cenere i suoi anni di studio e carriera. L’unicorno che senza il permesso di Princess Celestia si azzardava ad accedere nella biblioteca proibita e addirittura a sgraffignarne i libri, sarebbe stato punito con l’esilio e il disonore. Il nome degli Shimmer sarebbe stato macchiato per causa sua.
  • No, non c’è nessuno – rispose Ciel.
Quale fu il sollievo che seguì nell’udire tali parole, che lo lasciarono stupefatto. Tese l’orecchio e ascoltò.
  • Mi era sembrato che avessi urlato – replicò il pegaso.
  • È vero, anzi ti chiedo scusa. Nel buio mi era sembrato di scorgere un’ombra, ma è stata solo la mia immaginazione. Mi ero allontanata un momento per procurarmi una lanterna, ma sono ritornata immediatamente, avendo dimenticato di chiudere la porta a chiave e, credendo di sentire un rumore, mi sono lanciata nel buio, all’inseguimento di un fantasma – rise Ciel, cercando di camuffare così l’agitazione.
  • Devi fare attenzione, Ciel. Non lasciare mai la tua postazione. Se hai bisogno di qualcosa, chiama una guardia reale. Ecco, tieni. Ti lascio la mia lanterna.
  • Ti ringrazio. Prometto che non farò mai più una simile sconsideratezza. È stata la prima e ultima volta.
  • Ne sono certo – sorrise benevolmente il pegaso – Da anni svolgi il tuo lavoro egregiamente, Princess Celestia non avrebbe potuto affidare l’incarico a pony più affidabile.
  • Grazie per la fiducia.
Il pegaso andò via. Sunrise, riacquistando la propria spavalderia, uscì dal suo nascondiglio sfoderando l’ormai suo tipico sorriso sornione.
  • E così, Ciel, hai mentito per me. Devo dedurre di aver fatto colpo se sei stata disposta a proteggere un intruso.
  • Non fraintendete. Non voglio certo rovinare la carriera del grande Sunrise Shimmer. Ma ora devo chiedervi di andarvene.
  • Lo hai fatto solo per questo? Per proteggere la mia carriera? Oppure volevi proteggere me?
Più spavaldo che mai, Sunrise si portò al fianco della pony di terra, rivolgendole un sorriso smaliziato. Fingendosi imbarazzata, Ciel abbassò lo sguardo.
  • Sai, anche tu sei riuscita ad attrarre la mia attenzione. Se ti va, potremo divertirci un po’noi due.
  • Oh, dev’essere per forza un sogno. Io, umile pony di terra, essere oggetto delle attenzioni di un nobile unicorno come Sunrise Shimmer!
  • Se pensi che sia un sogno, allora non svegliarti. La notte è ancora lunga – seguitò Sunrise con voce suadente.
  • Mi avete convinta, Sunrise – fece Ciel, rivolgendo all’unicorno un languido sguardo e avanzando spavalda verso di lui.
Sunrise, sorpreso da quell’improvviso cambio d’atteggiamento, arrossì, indietreggiando fino a finire con la schiena contro uno scaffale di libri. Stavolta era Ciel a sfoderare un sorriso smaliziato.
  • Essere corteggiata da un nobile unicorno, da Sunrise Shimmer in carne e d’ossa per giunta, è il sogno di ogni pony di terra.
Protese la propria bocca verso quella dell’unicorno impietrito dall’incanto dei suoi occhi bruni. Talmente si soffermò sullo sguardo ammaliante della pony di terra, che non si accorse che questa, contemporaneamente, allungava uno zoccolo sulla borsa che portava legata a un fianco, sotto al mantello. Fu tanta la sorpresa quando Ciel prese il libro e si ritrasse, che lì per lì Sunrise non riuscì a proferire parola alcuna, ottenendo invece del bacio sperato, un affettuoso colpetto sulla testa, assestatogli da Ciel con lo stesso libro che l’unicorno aveva tentato di rubare.
  • Questo lo prendo io, Sunrise Shimmer. Ora devo chiedervi cortesemente di lasciare la biblioteca. L’acceso qui è proibito.
Prima di rimettere il libro al proprio posto, Ciel spinse fuori Sunrise. Quest’ultimo non oppose resistenza e, con uno sguardo istupidito, uscì dalla biblioteca, ritrovandosi nell’oscuro corridoio. Doveva sbrigarsi a lasciare il castello, se voleva evitare che qualche guardia reale lo sorprendesse, ma per qualche attimo seguitò a starsene immobile, con un sorriso che si faceva largo sulle labbra, a irridere sé stesso per essere così ingenuamente cascato nella trappola della pony di terra dagli incantevoli occhi bruni.
   
 
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