- Avrei dovuto immaginare che eri nei paraggi. Il palpito felice del mio cuore mi annuncia che una bellissima dea si sta avvicinando a me, insignificante pony qual sono.
- Oh, non sottovalutare te e non sopravvalutare me, mio giovane poeta. Hai mai pensato di fare lo scrittore come secondo mestiere?
- Parli come Sunrise.
- Cos’è la fugace felicità di questo momento? Io, unicorno più felice del mondo, per il sol fatto di camminare al fianco della pony il cui sorriso splendente fa impallidire il sole di Princess Celestia.
- Sì, diversi pony con cui sono stata mi hanno detto che ho un bel sorriso.
- Scherzi al fine di farmi ingelosire? Sappi che non ti riesce.
- Non sei geloso di miei spasimanti del passato?
- Adesso, in questo presente, sei qui con me, no?
- Sì, mio bell’unicorno spavaldo!
- Che sia un sorriso smorfioso o dolce o sensuale, è vita che mi invade quando le tue labbra s’incurvano così magnificamente per dargli vita.
- Oh, Petrus. Ti ho proprio ammaliato.
- Era questo il tuo intento? Ma cadi anche tu in trappola, o sbaglio?
- Ambasciator non porta pena, ambasciator non porta pena! – ripeteva il pegaso, correndo via.
- Oh no… – fece, nutrendo in cuor suo un brutto presentimento.
- Petrus, signore, il nobilissimo Sunrise Shimmer è fuor di sé. Sta distruggendo tutto, solo voi potete calmarlo!
- Non è giusto! – gridava, seguitando a sollevare le sedie mezze rotte e a sbatterle contro il muro, mentre camminava avanti e indietro per la stanza.
- Sunrise, calmati. Non è da pony rispettosi qual siamo perdere il contegno.
- Mi hanno rifiutato, Petrus. Il circolo di Vanhoover mi ha rifiutato! Con questa siamo a otto!
- Ti resta ancora Whinneapolis, no?
- E se anche il circolo di Whinneapolis mi rifiutasse? In quel caso, in fumo tutti i miei sogni! – gridò, facendo schiantare un altro tavolino contro il muro, distruggendolo miseramente.
- Perché non scaraventi all’aria anche quell’altro tavolino vicino la finestra? Può darsi che così il rifiuto di Vanhoover si trasformi in un benvenuto.
- Non provocarmi, Petrus!
- Voglio dirti di calmarti, Sunrise. Distruggere tutto non cambierà le cose.
- Se fossi stato più preparato, maggiormente esperto di magia curativa, mi avrebbero preso!
- Sciocchezze, Sunrise. Questi dannati circoli sono frequentati da pony boriosi e saccenti, la cui unica dote sono le numerose conoscenze e raccomandazioni che si scambiano a vicenda. Se ti rifiutano non è perché tu non sia un eccellente unicorno guaritore.
- Ma se migliorassi, se diventassi bravo oltremisura in poco tempo, allora mi noterebbero.
- Cosa vuoi dire?
- Chi lo dice che per affinare le proprie arti magiche si debba studiare per anni? E se si acquisisse un illimitato potere in poco tempo?
- Non mi piace dove questo conduce.
- I manuali proibiti! Nascondono segreti oscuri che potrebbero far diventare onnipotente un qualsiasi unicorno! Se li leggessi…
- Sunrise!
- Come osi anche solo pensare di leggere i manuali proibiti dalla stessa Princess Celestia? Quel tipo di magia non deve possederla né l’unicorno più nobile, né quello più vile. Il compito della magia è essere in armonia con la natura, non stravolgerla a proprio piacimento. Quella è magia nera e sopraffà ogni animo!
- Ma ci sono incantesimi che potrebbero renderti invincibile, magie che ti migliorano senza che tu debba compiere sforzo alcuno.
- E cosa ne è del tuo orgoglio?
- Al diavolo l’orgoglio! Se una magia può renderti più potente, perché rifiutarla?
- Ma non capisci che non è naturale? Anche se tra i libri proibiti tu scovassi il più nobile degli incantesimi, si finirebbe per adoperarlo per qualcosa di losco e per il proprio tornaconto. L’onnipotenza non è dei pony, lasciala a Dio.
- Ma alcuni incantesimi proibiti sono stati adoperati da altri unicorni!
- Unicorni retti che hanno ottenuto il permesso di Princess Celestia e che hanno adoperato gli incantesimi proibiti per nobili scopi, restando umili nell’animo. Tu invece parli di adoperare quegli incantesimi per rendere invincibile te stesso, per soddisfare il tuo ego! Con una simile impronta d’animo finiresti per convertire anche la magia più pura in magia nera e ne verresti scioccamente sopraffatto! La leggenda della unicorno prigioniera sulla luna non ti ha insegnato niente?
- È solo una leggenda.
- Con un profondo significato.
- Di nessun libro dovrebbe esserne proibita la lettura!
- Sunrise!
- Ciò che pensi è irrilevante. Tu non puoi leggere i libri proibiti, chiaro? – gli chiese in tono più pacato.
- Sì, Petrus, è chiaro.
Tulip si avvicinò a Petrus.
- Mi spiace che tu abbia assistito, Tulip.
- Mi spiace di più per Sunrise. Era molto nervoso.
- Purtroppo si è prefissato l’obiettivo di entrare in uno di questi stupidi circoli per unicorni guaritori. È già stato rifiutato da sette circoli, con questo fanno otto. La sua ultima possibilità è Whinneapolis.
- Ora dov’è andato?
- Oh, credo proprio che si stia recando nel suo Eden per sbollire la rabbia!
Sunrise proseguiva a passo spedito lungo un sentiero boscoso, circondato da alberi rigogliosi, dalle cui foglie penetravano i luminosi raggi del sole, che illuminavano a strisce la strada lungo la quale camminava. Il suo sguardo era serio e severo, sulle labbra dritte non v’era neppure l’impronta di uno sfuggevole sorriso.
Oltrepassato il bosco, Sunrise si ritrovò ai piedi di un precipizio. Chiuse gli occhi e si lasciò cadere. Precipitò, ma rimase tranquillo e, al momento giusto, riaprì gli occhi e scatenò la magia. Il suo corno s’illuminò e uno squarcio si aprì nel vuoto, ingoiando il suo corpo e sparendo. Precipitò al centro di un profondo lago, abitato da meduse gialle. Le meduse, ormai abituate alle visite dell’unicorno, non apparvero turbate dalla nuova presenza caduta dal cielo. Sunrise riemerse in superficie, respirando l’aria a pieni polmoni. Le meduse gli sfiorarono i fianchi, ma Sunrise non si scompose. Erano le cosiddette “meduse d’oro”, i cui tentacoli privi di veleno non costituivano alcun pericolo per i pony, assieme ai quali potevano anzi nuotare e lasciarsi accarezzare.
Il lago era circondato da un bosco maestoso, ricco di cascate e di fiumi, nell’aria si estendeva l’armonioso cinguettio degli uccelli e il canto delle cicale. A pochi passi dal lago, si innalzava un imponente castello, dagli appuntiti tetti blu. Sunrise uscì dal lago e si avvicinò a passo lento verso l’entrata del castello. Salì i pochi gradini e spalancò le grandi porte. Sconfinata era la sala che lo accolse all’interno. Non appena mise il primo zoccolo sul lussuoso tappeto blu, le tendine azzurre che coprivano le finestre, si scostarono magicamente, facendo penetrare i luminosi raggi del sole. Non solo: un attaccapanni animato si avvicinò, saltellando buffamente verso il padrone di casa e accogliendolo con un riverente inchino.
- Non ho vestiti, puoi ritirarti – disse Sunrise.
- Rintocco, la cena dev’essere servita alle nove precise. Avverti i fornelli.
- Buongiorno, Lume. Per cortesia, conducimi alla biblioteca.
- Grazie, Lume. Ritirati.
Su alcuni scaffali stavano delle scale a pioli, con delle rotelle ai piedi. Due imponenti scale a chiocciola si erigevano invece ai lati e permettevano di raggiungere i ripiani più alti delle librerie centrali, che disponevano di una sorta di “balconcino”. La sala era inoltre abbellita da angeliche statue di pony e dipinti di paesaggi naturali o castelli leggendari. Non mancavano, inoltre, divanetti e poltrone in stile rococò e uno spesso tavolo di mogano.
Sunrise prese un libro da uno scaffale al centro. Si sedette sulla poltrona e lo aprì. In viso un’espressione seria, nella testa un’idea che aveva cominciato a prendere forma fin da quando aveva lasciato lo studiolo del castello di Canterlot.
- Di nessun libro dovrebbe essere proibita la lettura – disse a denti stretti, sfogliando le pagine del libro che aveva tra gli zoccoli.
Sunrise si sedette a tavola alle nove esatte.
- Servire la cena, per favore.
- Coltello e forchetta!
- Tovagliolo, prego.
- Grazie. Ora sparecchiate e pulitevi bene – raccomandò Sunrise, alzandosi da tavola.
- No, grazie, per stasera niente tè. Prenderò il caffè, avverti la caffettiera che me lo porti in camera.
- Rintocco, vieni qui.
- Rintocco, sto per andare a letto, ma voglio che mi svegli tra quattro ore esatte, chiaro?
- Un cucchiaino di zucchero abbondante.
Era notte fonda quando Sunrise, coperto da un nero mantello, s’intrufolò nell’ala ovest del castello di Canterlot, dove era proibito accedere. Era lì, infatti, che si trovava la biblioteca dei manuali proibiti, dove solo pochissimi unicorni, ottenuto il permesso di Princess Celestia, potevano accedere. Sunrise si mosse lentamente lungo i corridoi del castello, non gli fu difficile evitare le sciocche guardie pegaso e quando giunse dinanzi la biblioteca, constatò felicemente che questa era vuota. Nessun guardiano era appostato là dentro e lui poté muoversi indisturbato tra gli scaffali che ospitavano una miriade di libri e manuali che solo pochi fortunati avevano avuto modo di leggere. Sunrise osservò tutto, incantato per il solo fatto di essere circondato da tanto splendore. Quei libri erano un tesoro inestimabile per la mente di unicorni bramosi. S’arrischiò a fare un po’ di luce con il corno, per poter meglio leggere i titoli dei libri. Ne trovò subito uno che stuzzicò la sua curiosità: “Lo sconfinato potere dell’arte curativa”. L’aveva trovato. Quel manuale poteva rivelargli il segreto della perfezione dell’arte magica curativa. Il suo potere non avrebbe conosciuto limiti.
Allungò uno zoccolo, prese il libro e lo ripose nella borsa che portava legata al fianco, sotto al mantello. Decise di dare ancora un’occhiata e rubare magari qualche altro manuale di suo interesse, sentendo dentro sé crescere avido il desiderio di conoscenza e potere. Stava per arraffare un secondo libro, quando il suono di una voce lo fece sussultare.
- Chi è là?
Un barlume di speranza lo colse quando, sforzandosi di abituare gli occhi all’oscurità, gli sembrò di scorgere i lineamenti di una porta. Era la stessa dalla quale era entrato.
Corse all’impazzata verso la porta, ma fu proprio in quell’istante che un’ombra gli si parò dinanzi. Non se ne accorse in tempo e finì per travolgerla. Ruzzolarono per terra. Sunrise stava chiaramente schiacciando un altro pony.
- Ma cosa? Levati di dosso! Cosa sta succedendo?! – esclamò la pony, la quale non riusciva a vedere chi le fosse piombato addosso a quella maniera.
- Mi dispiace, non volevo! – esclamò Sunrise in preda al panico e, non avendo altra scelta e sentendosi sempre più confuso dal buio che lo circondava, decise di illuminare il proprio corno.
Illuminò il suo corno, ma invece di scappare come si era proposto, finì per incantarsi nel rimirare il bellissimo viso della pony di terra che aveva travolto.
I pony di terra non potevano certo padroneggiare l’arte della magia, ma gli occhi bruni della pony costretta sotto di lui ebbero il potere di incantare il suo sguardo e immobilizzare il suo corpo meglio di qualsiasi sortilegio.
- Chi siete voi?! – urlò la pony, allungando uno zoccolo sul cappuccio e scoprendo il volto del pony che le stava addosso.
- Ciao – riuscì a pronunciare Sunrise, dopo essere rimasto muto per lunghi attimi.
- Voi non dovreste essere qui, Sunrise Shimmer – disse la pony, ritrovando anch’essa la parola.
- Mi conosci?
- Chi a Equestria non conosce il vostro nome?
- In effetti, ho una certa fama.
- E dovreste avere anche una certa rispettabilità.
- Vi dispiacerebbe alzarvi? – chiese finalmente la pony.
- A te dispiacerebbe se mi alzassi?
- Ciel! Tutto bene?
- C’è per caso un intruso qui dentro? – chiese la guardia pegaso, guardandosi attorno.
Con angoscia si rese conto che bastava una parola della pony di terra per ridurre in cenere i suoi anni di studio e carriera. L’unicorno che senza il permesso di Princess Celestia si azzardava ad accedere nella biblioteca proibita e addirittura a sgraffignarne i libri, sarebbe stato punito con l’esilio e il disonore. Il nome degli Shimmer sarebbe stato macchiato per causa sua.
- No, non c’è nessuno – rispose Ciel.
- Mi era sembrato che avessi urlato – replicò il pegaso.
- È vero, anzi ti chiedo scusa. Nel buio mi era sembrato di scorgere un’ombra, ma è stata solo la mia immaginazione. Mi ero allontanata un momento per procurarmi una lanterna, ma sono ritornata immediatamente, avendo dimenticato di chiudere la porta a chiave e, credendo di sentire un rumore, mi sono lanciata nel buio, all’inseguimento di un fantasma – rise Ciel, cercando di camuffare così l’agitazione.
- Devi fare attenzione, Ciel. Non lasciare mai la tua postazione. Se hai bisogno di qualcosa, chiama una guardia reale. Ecco, tieni. Ti lascio la mia lanterna.
- Ti ringrazio. Prometto che non farò mai più una simile sconsideratezza. È stata la prima e ultima volta.
- Ne sono certo – sorrise benevolmente il pegaso – Da anni svolgi il tuo lavoro egregiamente, Princess Celestia non avrebbe potuto affidare l’incarico a pony più affidabile.
- Grazie per la fiducia.
- E così, Ciel, hai mentito per me. Devo dedurre di aver fatto colpo se sei stata disposta a proteggere un intruso.
- Non fraintendete. Non voglio certo rovinare la carriera del grande Sunrise Shimmer. Ma ora devo chiedervi di andarvene.
- Lo hai fatto solo per questo? Per proteggere la mia carriera? Oppure volevi proteggere me?
- Sai, anche tu sei riuscita ad attrarre la mia attenzione. Se ti va, potremo divertirci un po’noi due.
- Oh, dev’essere per forza un sogno. Io, umile pony di terra, essere oggetto delle attenzioni di un nobile unicorno come Sunrise Shimmer!
- Se pensi che sia un sogno, allora non svegliarti. La notte è ancora lunga – seguitò Sunrise con voce suadente.
- Mi avete convinta, Sunrise – fece Ciel, rivolgendo all’unicorno un languido sguardo e avanzando spavalda verso di lui.
- Essere corteggiata da un nobile unicorno, da Sunrise Shimmer in carne e d’ossa per giunta, è il sogno di ogni pony di terra.
- Questo lo prendo io, Sunrise Shimmer. Ora devo chiedervi cortesemente di lasciare la biblioteca. L’acceso qui è proibito.