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Autore: Il cactus infelice    21/07/2019    5 recensioni
Estate 2020. Il riscaldamento globale colpisce non solo il mondo Babbano, ma anche quello dei Maghi. La frenesia dei social, della tecnologia, sta travolgendo anche i maghi e le streghe. Bisogna tenersi al passo coi tempi.
Ma mentre queste questioni vengono lasciate ai Babbani - che se ne intendono di più - il Mondo Magico avrà un'altra gatta da pelare.
Harry Potter si ritroverà a dover risolvere un altro mistero, forse addirittura a combattere un'altra guerra e questa volta lo riguarda molto, molto da vicino.
Tutto inizia con un ritorno inaspettato una mattina del 10 Luglio 2020.
Genere: Angst, Azione, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, I Malandrini, Nimphadora Tonks, Teddy Lupin | Coppie: Bill/Fleur, Harry/Ginny, James/Lily, Teddy/Victorie
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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IL RITORNO DEI CADUTI

 

 

 

Qualcuno gridò.
Una gamba si ritrasse di colpo come se si fosse scottata e un braccio corse a riparare gli occhi accecati dal sole.
“Il mio piede!” esclamò una voce mentre cercava di disincastrarsi da quell’ammasso di corpi che erano caduti uno sopra l’altro.
Cinque persone si rialzarono in piedi e si guardarono attorno curiosi. Quello in cui erano precipitati pareva, a prima vista, essere un piccolo parco, con un prato, qualche panchina e degli alberi bassi. C’era persino qualche bel fiore che decorava l’ambiente.
“Lily, stai bene?” chiese un uomo - un ragazzo forse - dai capelli scuri e spettinati, mentre si rimetteva gli occhiali sul naso.
Una donna dai lunghi capelli rossi e gli occhi verdi gli si avvicinò per controllare che stesse bene. Erano entrambi piuttosto giovani, forse appena ventenni. “Sto bene, Jamie”.
“Ma… Ma voi chi siete?” chiese a quel punto la donna che si chiamava Lily rivolta verso gli altri tre presenti in quella situazione con loro, due uomini e una donna dai peculiari capelli color rosa chewing-gum. I due uomini le sembravano familiari, li aveva già visti da qualche parte. 
“Lily, James… Siamo… Siamo noi, Sirius e Remus”, le rispose quello con i capelli più lunghi e mentre parlava cercava di avvicinarsi ai due più giovani. Lei indietreggiò. 
“C-Come Sirius?” fece James alternando lo sguardo tra quell’uomo che sì, aveva davvero l’apparenza di essere il suo fratello acquisito, e l’altro, coi capelli biondo cenere e il viso spigoloso sfigurato da quelle peculiari cicatrici sottili, invece sembrava essere l’altro suo amico. Ma perché erano così… invecchiati? 
“Ve lo giuriamo”. 
James abbassò lo sguardo e portò una mano alla schiena. Probabilmente stava cercando la sua bacchetta, come si era abituato a fare negli ultimi anni della sua vita. Quel gesto portò alla realizzazione che nessuno di loro aveva la bacchetta. 
Si trovavano in un posto sconosciuto, completamente disarmati e forse nessuno li avrebbe aiutati. 
“Ma perché voi… Insomma, che è successo?” chiese Lily senza preoccuparsi di nascondere il tono spaventato. Se quelli erano davvero i loro amici non c’era alcun bisogno di fingere di non essere terrorizzata a morte. 
“Be’, ecco… Voi eravate…”, cominciò Sirius senza sapere bene come proseguire. Il suo migliore amico - anzi, fratello - si trovava di fronte a lui in quel momento, vivo e vegeto - almeno così gli pareva, sempre che quello non fosse una specie di aldilà - e lui stava facendo di tutto per trattenersi dall’abbracciarlo come avrebbe fatto in una circostanza più “normale”. 
“Voldemort vi aveva uccisi”, concluse Remus per lui. Black si ritrovò a ringraziarlo mentalmente. 
“Uccisi?!” esclamò Potter, gli occhi spalancati e pieni di terrore. Com’era possibile? Ora che ci pensava l’ultima cosa che ricordava era Voldemort che entrava in casa loro, lui che gridava a Lily di scappare col bambino e… 
“Harry! Come sta Harry?” 
Lily accanto a lui gli strinse il braccio. 
“Harry è sopravvissuto. Sta bene, è solo che…”. 
“Che cosa?” 
“Ragazzi, guardate!” Fu la ragazza dai capelli color rosa a interromperli, parlando per la prima volta. In due rapide falcate delle lunghe gambe aveva raggiunto una panchina su cui stava un giornale e stava puntando il dito sulla data riportata in alto. 
“Qui c’è scritto 10 Luglio 2020”. 
“2020? Com’è possibile?” 
“Siamo nel futuro?” 
“E tu chi sei?” chiese James guardando la giovane. 
“Ninfadora Tonks. Ma chiamami solo Tonks, ti prego”. 
“Lei è… mia moglie”, aggiunse Remus guardando la ragazza dolcemente. 
“Tua moglie?!” esclamò Sirius. “Oh Merlino! Hai sposato mia cugina?” 
“Sì be’, dopo che sei morto anche tu…”.. 
“Morto? Sono morto anche io?” 
“A quanto pare qui siamo tutti morti”. 
“Pure tu, Remus?” 
Ninfadora lasciò gli altri discutere e si allontanò verso il recinto del parco per dare una sbirciata sulla strada. Alcune persone passavano frettolosamente e poco distante da loro si stagliava un edificio a vetri maestoso. Lo riconobbe subito, era il Ministero della Magia. La grossa M davanti non lasciava spazio a dubbi.
“Ragazzi, forse non siamo finiti chissà dove”, gridò agli altri. 
I quattro la raggiunsero alle spalle. “È il Ministero della Magia quello?” 
“Decisamente”. 
“E quello non ti sembra una persona familiare?” chiese Remus puntando il dito verso una figura dai corti capelli rossi e la tenuta da Auror. Era in piedi vicino a un tizio che vendeva del cibo da un chioschetto. 
“Possibile che sia…”. 
“Ron Weasley?” 
“Chi è Ron Wesel?” 
Sirius, Remus e Tonks guardarono James con espressioni perplesse quando quest’ultima scoppiò a ridere. 
“Forse possiamo chiedere aiuto a lui”. 
“Ma sei impazzito, Sirius? Se siamo davvero nel 2020 ed eravamo morti gli verrà un colpo”. 
“Però qualcosa dobbiamo fare. O preferisci restartene qui per sempre?” 
“Credete davvero che sia lui?” 
“Forse ho un’idea”. 
Nemmeno morto Sirius era riuscito a perdere la brutta abitudine di agire d’istinto senza consultarsi con gli altri. 
Si trasformò con velocità ed eleganza in cane ed uscì allo scoperto. 

 

Ron Weasley si annoiava quel giorno. Era una giornata piuttosto calda, non c’era una nuvola in cielo e il sole picchiava sulla sua testa. Quell’estate Londra aveva deciso di aumentare le proprie temperature; forse davvero c’era qualche problema col riscaldamento globale e non erano tutte chiacchiere di Hermione. Ma avrebbe sopportato pur di avere il suo caffè. Walter faceva il migliore caffè della storia.
Si tolse una briciola dalla camicia della divisa e avanzò di un passo quando la ragazza che stava in coda davanti a lui si allontanò con la propria ordinazione. Per fortuna mancava solo una persona e poi sarebbe stato il suo turno.
Un ringhio basso che provenne dietro di lui lo distrasse. Si voltò trovandosi di fronte un grosso cane nero, decisamente troppo grande per essere un cane qualsiasi.
Ron ebbe una bruttissima sensazione di deja-vù, piuttosto inquietante. Era difficile scordare quel grosso cane nero che al suo terzo anno di Hogwarts gli aveva rotto una gamba trascinandolo fino alla Stamberga Strillante. Ma scacciò subito via l’inutile ricordo e si girò nuovamente verso la bancarella ancora più desideroso di avere il suo caffè. Probabilmente era solo un randagio.
Il cane continuò a fissarlo, si sentiva quel penetrante sguardo sulla schiena. I cani non fanno così, vero? Non i cani normali almeno.
L’uomo dai capelli rossi si voltò di nuovo e questa volta notò che l’animale si era leggermente girato dall’altra parte ma comunque teneva il muso nella sua direzione. Sembrava quasi che gli stesse facendo segno di seguirlo.
Più lo guardava più era convinto di averlo già visto. Quel cane era identico a Felpato. Ma non era possibile, Sirius era morto anni e anni fa.
Il cane questa volta mosse la testa e si incamminò nella direzione opposta.
Ron sbuffò pensando che molto probabilmente, più tardi, si sarebbe preso in giro da solo per aver fatto quello che stava facendo.
Seguì il cane nella direzione del parco e, quando furono dietro i cespugli, lo vide trasformarsi in una figura umana. Certo, aveva pensato che quel cane non fosse normale ma non aveva creduto davvero che si sarebbe rivelato essere davvero un Animagus. E per giunta un Animagus con le sembianze di Sirius Black, identico a come era quando era morto.
Con lui c’erano persino Remus e Tonks. E altri due, un uomo e una donna giovani che non aveva mai visto ma che aveva come l’impressione che non fossero due persone a caso. Dopotutto, i capelli spettinati del primo e gli occhiali tondi e gli occhi verdi della ragazza li aveva già visti numerose volte in un’altra persona a lui ben conosciuta.
Tutte quelle osservazioni dentro la sua testa avvennero in mezza frazione di secondo. Nell’altra mezza frazione non esitò a mettere mano alla bacchetta e a puntarla contro i cinque di fronte a lui.
“Chi siete? Cosa ci fate qua?”
“Ehi, piano!” esclamò Sirius alzando le mani in segno di resa. “Non ti faremo del male”.
Ron iniziò a valutare la situazione attorno a lui. Loro erano in cinque e lui da solo, ma erano in uno spazio aperto quindi se lo avessero attaccato qualcun altro sarebbe corso in suo aiuto. Inoltre erano vicini al Ministero della Magia, sarebbe stato da pazzi per chiunque attaccarlo proprio lì dove poteva ricevere tutto l’aiuto di cui aveva bisogno.
Perché non c’era la possibilità che quelli fossero davvero Sirius, Remus e Tonks.
“Siamo noi”.
“Noi chi? Io non vi conosco, voi non siete…”.
“Te lo giuro, siamo noi”, insistette Black cercando di avvicinarglisi a passi lenti. “E siamo disarmati. Non è da Auror attaccare qualcuno disarmato”.
Ron storse un sopracciglio ma realizzò che probabilmente l’altro aveva capito qual era il suo ruolo dalla divisa che indossava. Ed effettivamente aveva ragione, erano disarmati. Tuttavia non abbassò la bacchetta. Senza pronunciare alcun incantesimo, li analizzò velocemente per accertarsi che non fossero inferi - anche se in quel caso probabilmente non sarebbero nemmeno stati in grado di parlare o reggersi in piedi - oppure sotto effetto di Trasfigurazione o in possesso di altre armi al di fuori delle bacchette. Ma non poteva escludere che stessero usando una Polisucco, chiunque essi fossero, forse addirittura dei Mangiamorte sfuggiti - anche se ormai era più unico che raro trovarli in circolazione. Di sicuro quello non era il posto migliore dove accertarsene.
“Portaci pure al Ministero”, gli suggerì Remus.
Certo, era quello che avrebbe fatto, li avrebbe affidati agli altri Auror, agli addetti al controllo della Magia Oscura, a quelli che si occupavano di individuare usi di incantesimi impropri o maledizioni, a chiunque potesse dargli la certezza che c’erano tre persone - cinque forse - davanti a lui che erano appena tornate dall’aldilà.
“Tu somigli molto al mio migliore amico, solo… più giovane”, mormorò alla fine Weasley abbassando la bacchetta e guardando James.
Lo sguardo di Sirius si illuminò: “Harry? Parli di Harry?”
“Harry”, sussurrò Lily quasi impercettibilmente e forse fu solo James a udirla.
“Sì, Harry”.
“Ci porti da lui?”
“Ehm… Sì. Devo portarvi al Ministero della Magia”.
Per forza di cose li avrebbe portati da Harry, era lui a occuparsi di quel genere di situazioni. O almeno così sperava. Era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Certo, gli avrebbe fatto venire un bel colpo, forse sarebbe svenuto o chissà che altro, ma non sapeva che altro fare. Non poteva nemmeno affidarli nelle mani di qualche addetto casuale, non avrebbe saputo chi di preciso.
“Be’, seguitemi”.
Ron si incamminò in direzione del Ministero, il caffè di Walter già bello che dimenticato. Cercò di non dare totalmente loro le spalle, in fondo non poteva fidarsi così ciecamente. Al corso di Auror quella era una regola base. 
“Come siete arrivati qui?” chiese lungo il tragitto. 
“Ci siamo ritrovati in quel parco all’improvviso”, gli rispose Tonks. Non aveva ancora lasciato la mano di Remus. La ragazza era sempre stata quella tosta e forte, ma in quel momento sembrava decisamente spaventata. 
“Qual è l’ultima cosa che ricordate?” chiese loro Ron. 
“La battaglia di Hogwarts”. 
“Il Ministero della Magia. E la mia adorata cugina che mi lancia uno schiantesimo”.  
Gli unici a non aver risposto furono James e Lily ma Ron parve non rivolgere loro particolare attenzione. Aveva decisamente capito chi erano quelle due persone. Li fece attraversare dei corridoi piuttosto lunghi, quelli meno frequentati perché non voleva attirare l’attenzione di nessuno, non prima di arrivare a destinazione. 
Tuttavia qualcuno passò loro accanto e si premurò di salutare con un veloce cenno della mano. Ron non si soffermò, sorrise cordialmente e con passo veloce cercò di far capire che andava di fretta. 
Finalmente entrarono in un ascensore vuoto. 
“A proposito, io sono James”, disse finalmente quello con gli occhiali porgendogli la mano. 
Ron gliela strinse. “Potter? James Potter?” 
L’altro inarcò le sopracciglia. “Ci conosciamo?” 
“No. Be’, non proprio. E immagino che tu sia… Lily”. 
“Sì!” 
Ron sospirò e si portò una mano alla fronte. “Merda! E questa come gliela spiego ad Harry?” disse tra sé e sé ma non abbastanza piano da non farsi udire. Sirius ridacchiò. 
“Sono davvero passati tutti questi anni?” chiese Remus che stringeva tra le mani il giornale che avevano preso prima. “Siamo davvero nel 2020?”  
“Sì”. 
“E immagino che Voldemort sia stato sconfitto”.
“Probabilmente è diventato polvere ormai da qualche parte sottoterra”. 
“Auror quindi, eh?” 
Ron annuì lentamente con sguardo orgoglioso. Erano circa vent’anni ormai che faceva quel lavoro. 
L’ascensore saliva velocemente verso il secondo piano.  
“E Harry? Lavora con te?” gli chiese Sirius. Era assurdo che si fosse perso tutti quegli anni, che fosse stato lontano per tutto quel tempo dal suo figlioccio che invece aveva giurato di proteggere, era assurdo e gli faceva male molto di più che sapere che era morto. Ma sperava con tutto il cuore che nel frattempo Harry fosse riuscito a farsi una vita e ad avere tutto quello che voleva.  
Ron scrollò le spalle. Non avrebbe rivelato nulla di più, lo avrebbero scoperto da soli tra pochi minuti. 
Le porte dell’ascensore si aprirono all’improvviso. 


*** 

Eccomi qua, avevo promesso una nuova storia e tadadadaaaaan!!!
Chi ha già letto la mia fanfic precedente, Afterwar, conosce già il mio stile. Solo che qua entriamo subito nel vivo dei fatti. Si tratta di un’altra storia in cui i Malandrini tornano in vita?
Sì perché James, Sirius, Remus e Lily meritavano tanto ma tanto di più. E sì perché io amo i Malandrini. 
Questa storia sarà molto più lunga e impegnativa e piena di azione e di personaggi rispetto all’altra. Sto cercando di portare avanti un progetto abbastanza ambizioso e spero di riuscire nell’intento. Sto godendo a scrivere questa storia, la considero un po’ un piccolo gioiello, e spero che voi godiate nel leggerla. 
Quasi tutti i personaggi che troverete qui dentro non mi appartengono, ma sono di proprietà di J.K. Rowling (ma è abbastanza inutile dirlo), tuttavia introdurrò qualche personaggio nuovo di mio pugno.

Sempre per chi ha già letto Afterwar saprà anche che mi piace trattare di argomenti che esulano un po’ dalla leggerezza delle fanfiction; la volta scorsa ho parlato di PTSD e depressione e, be’, questo argomento tornerà anche qua insieme ad altre tematiche, come le dipendenze, la depressione post-parto, l’omofobia, l’aborto, alcune disabilità ecc. E ci sarà anche tanta tanta musica per rilassare quando serve. 
Inoltre, essendo la storia ambientata nel 21esimo secolo (un anno più avanti al nostro oltretutto), ho pensato che i maghi avrebbero avuto più “contatti” col mondo babbano, sia in termini di relazioni/rapporti che in termini di usi e costumi, per cui ci saranno cose come cellulari, social, Instagram, computer. 

Come l’altra volta, penso di tenere l’aggiornamento costante a una volta a settimana, direi la domenica. 
Fatemi sapere che ne pensate di questo primo capitolo e a risentirci. 

P.S. per chi è interessato a leggere Afterwar, la può trovare a questo linkSto anche scrivendo una fanfiction inglese su AO3 per chi fosse interessato (una Drarry) e la trovate a questo altro link.

Besitos.  

P.P.S. il titolo è banale, lo so; in realtà la storia non si ambienterà tutta nell’estate del 2020, ma si estenderà su un arco temporale che coinvolgerà più anni. È solo che non sono brava coi titoli. 
 

 

   
 
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