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Autore: karter    24/07/2019    0 recensioni
COMPLETA
[...]
- XXIII capitolo: Lettera (Sakura&Ino friendship)
- XXIV capitolo: Genitori&Figli (SuiSaku)
- XXV capitolo: Abbraccio (SuiSaku, SuiKari, Suigetsu&Sakura friendship)
- XXVI capitolo: Candela (NaruSaku)
-XXVII capitolo: La solitudine (SakuSasu; accenni Naruto&Sakura&Ino friendship)
- XXVIII capitolo: La mia noiosa (SasuSaku)
- XXIX capitolo: Un Fine Settimana Indimenticabile (Sakura&Ino friendship, accenni SakuraxOc, InoxShikamaru, Sakura&Suigetsu brothership)
- XXX capitolo: La sua vera natura (Kiba)
- XXXI capitolo: Un giorno magnifico (Naruto&Sakura&Ino firendship; KakaSaku)
- XXXII capitolo: Una Vita Insieme (Sakura&Suigetsu friendship; accenni Sakusasu e SuiKa)
- XXXIII capitolo: Brufolo (Amicizia al femminile)
- XXXIV capitolo: Per farla sorridere (Naruto&Kushina Jr)
- XXXV capitolo: Una smorfia di felicità (Sakura&Sarada)
- XXXVI capitolo: Catene (Sakura centric; team7)
- XXXVII capitolo: Tu non sei mio padre! (Sakura&Sarada; Sarada&Sasuke; Naruto&Sasuke brothership)
- XXXVIII capitolo: Benvenuta in famiglia, Mikoto Uchiha (ItaSaku)
- XXXIX capitolo: After two years (Sakura&Naruto friendship)
- XL capitolo: Mamma, mi parli di loro? (Team7, SasuSaku, OC/OC)
Sarà una raccolta di drubble, flashfic e oneshot senza la stoffa per essere storie indipendenti e raccolte sotto un'unica insegna.
Le fic saranno sia AU che no e il raiting potrebbe cambiare andando avanti.
spero vogliate passare a dare un'occhiata! xD
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Team 10, Team 7, Team 8, Team Hebi/Taka | Coppie: Gaara/Matsuri, Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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Mamma, mi parli di loro?

 
 
-Mamma! Papà!- urlò una bambina sui sette anni dai lunghi capelli biondi e due intensissimi occhi verdi correndo tra le strade del villaggio e incitando i suoi genitori a raggiungerla.
Amava quelle domeniche pomeriggio in cui tutti e tre si divertivano all'aria aperta e poi andavano a trovare i nonni.
-Arriviamo!- urlò una donna dai lunghi capelli rosa e due splendidi occhi neri trascinandosi dietro un uomo dai capelli blu scuro e un paio di occhi color del cielo che sorrideva travolto dalla vitalità delle due donne della sua vita.
-Muovetevi!- urlò di rimando la piccola sistemandosi il vestitino bianco che aveva indossato per l'occasione.
-Tranquilla pulce, ci siamo!- le disse l'uomo prendendola in braccio e facendola ridere.
Amava quando il suo papà si divertiva a giocare con lei e le dimostrava il suo affetto.
-Forza pigroni!- li rimbeccò però la donna scompigliando la frangia alla sua bambina prima di incamminarsi nuovamente verso la loro destinazione.
Camminarono a lungo, fino a giungere in un'ampia radura dove, tra le migliaia di fiori colorati, si distinguevano due croci una bianca e l'altra nera.
Vedendole la bambina sfuggì subito all'abbraccio del padre per recarsi davanti ad esse.
-Ciao nonna!- disse sorridendo alla croce bianca -Ciao nonno!- aggiunse voltando lo sguardo verso quella nera, mentre i due adulti la raggiungevano ed un sorriso amaro andava a formarsi sul volto diafano della donna.
Nonostante fossero passati già trent'anni dalla loro scomparsa, recarsi in quel luogo faceva ancora male.
L'uomo l'osservava in silenzio. Non poteva immaginare quanto facesse male perdere i genitori. Per sua fortuna i suoi erano ancora vivi e suo padre non sembrava affatto intenzionato a voler lasciare la poltrona di kage.
Silenziosamente strinse a sé la sua dolce metà. Non aveva provato quel dolore in prima persona, ma riusciva a scorgerlo perfettamente negli occhi della sua amata ogniqualvolta si recavano su quelle tombe.
-Grazie...Minato!- sussurrò la rosa regalando uno splendido sorriso al marito. Spesso si chiedeva come sarebbe stata la sua vita senza di lui e ogni volta si rispondeva che molto probabilmente sarebbe rimasta la bambina apatica e distaccata che era diventata quel maledetto giorno.
-Sarò sempre al tuo fianco...Mikoto- rispose l'uomo regalandole un bacio a fior di labbra.
Era pur sempre davanti alla tomba dei suoi suoceri!
La bambina nel frattempo continuava ad osservare le due croci con cura. Era stata in quel luogo centinaia di volte, eppure ne rimaneva sempre incantata. Erano identiche e allo stesso tempo diverse. Quella bianca era leggermente più piccola con le punte un po' più arrotondate, quella nera invece aveva punte aguzze e dimensioni maggiori. Erano stupende!
-Mamma?- chiamò d'un tratto attirando le attenzioni su di sé -Mi racconti qualcosa sui nonni?- chiese curiosa senza smettere di osservare quell'intenso contrasto che rendeva quelle due croci perfette assieme.
Mikoto sbarrò gli occhi a quella domanda. Non amava parlare di loro. Erano una ferita ancora aperta nel suo cuore, ma era giusto che sua figlia sapesse. Del resto era cresciuta assieme a Hinata e Naruto che l'avevano viziata peggio di una figlia e con i quali si divertiva da matti. Era giusto che sapesse qualcosa anche sui nonni materni.
-Tesoro...- le disse Minato dolcemente.
Aveva capito ciò che passava per la testa alla moglie e voleva donargli il suo supporto.
Mikoto gliene fu immensamente grata anche se non lo dimostrò.
Anzi prese un bel respiro e cominciò a raccontare alcuni aneddoti su quelle due persone che erano il suo tutto.
 
 
Una bambina di cinque anni se ne stava rannicchiata all'ombra di un grande albero a osservare tutti gli altri bambini giocare.
Quanto le sarebbe piaciuto unirsi a loro, ma non poteva. Più volte aveva tentato di mischiarsi con gli altri bambini, ma puntualmente finiva per essere presa in giro per la sua fronte larga, i suoi capelli rosa e i grandi occhi verdi. Ne aveva sofferto molto. Tante volte, dopo essere stata presa in giro era tornata in quell'appartamento che chiamava casa con le lacrime agli occhi. Non sopportava tutto ciò, ma non poteva fare nulla per impedirlo. Era sola e sempre lo sarebbe stata.
Anche quel giorno era rimasta in disparte ad osservare quelli che sarebbero dovuti essere i suoi compagni, cercando di essere invisibile. Meno la notavano più sarebbe stata tranquilla. Il fato, però, non era d'accordo con lei.
-Mi dai la palla?- le chiese un bambino dai capelli corvini e gli occhi color pece con un sorriso.
Sakura, questo era il suo nome, lo osservò attentamente. Era la prima volta che qualche suo coetaneo le rivolgeva la parola senza insultarla.
-Ehi?- richiamò la sua attenzione il bambino notando che la rosa non accennava a muoversi.
La piccola si imbarazzò tantissimo nell'essere ripresa.
-Ecco!- disse raccogliendo la palla che si era fermata ai suoi piedi e porgendogliela incerta.
-Sasuke! Ti sbrighi?- urlò una voce da lontano richiamando l'attenzione del corvino.
-Grazie!- disse, infatti, prima di prendere la palla e correre incontro ai suoi amici, non prima di aver regalato un sorriso alla bambina.
Sakura lo osservò correre via, rimanendo incantata. Era stata la prima persona ad essere gentile con lei. Sorrise a quel pensiero, mentre nel suo cuore di bambina andava a piantarsi il seme di un grande sentimento.

 
 
-Ma il nonno era una persona adorabile!- disse sognante la bionda osservando la sua mamma che le sorrise dolcemente.
-Più che adorabile, era particolare!- esclamò Mikoto volgendo lo sguardo verso quel cielo azzurro, lo stesso degli occhi del suo Minato.
-Mi racconti qualcos'altro?- chiese allora la bambina attirando l'attenzione dei genitori su di sé.
-Pulce non ti sembra di esagerare?- chiese Minato scompigliandole la lunga chioma bionda.
-Ti prego mammina!- sussurrò allora con occhi da cucciola, la stessa espressione che troppo spesso aveva visto fare al nonno.
-Va bene!- rispose la donna sospirando.
Era inutile non sarebbe mai stata capace di resistere a quei grandi occhi verdi, gli stessi che aveva la sua mamma.
 
 
Il sole stava ormai tramontando tingendo il cielo di quei caldi colori tipici di quell'immensa sfera di fuoco, quando un gruppo di bambine sui dieci anni decise che era ora di tornare a casa.
-Sono esausta!- disse sbadigliando una bambina dai lunghi capelli biondi trascinandosi per le strade del villaggio.
-Anch'io sono stanchissima!- commentò una bambina dai lunghi capelli rosa fermati sulla nuca da un nastro rosso -Abbiamo studiato tantissimo oggi!- aggiunse portandosi una mano alla bocca per sbadigliare.
-È vero, ma saremo preparatissime per la verifica di domani!- asserì una bambina dai capelli castani raccolti in due chignon sulla testa, camminando appoggiata ad una bambina dai corti capelli color della notte.
-S...sono d'accordo!- disse quest'ultima giocando imbarazzata con le mani.
Non le piaceva essere al centro dell'attenzione.
-Speriamo bene!- commentò la bionda.
-Ragazze io vado!- disse Sakura arrivata all'incrocio che l'avrebbe portata a casa.
Purtroppo tra le sue amiche lei era l'unica ad abitare nella zona est della città e doveva sempre tornare a casa da sola.
Le altre tre acconsentirono salutandola calorosamente prima di continuare per la loro strada.
La rosa camminò a lungo, prima di scorgere una figura familiare che correva nella direzione opposta alla sua.
-Ciao Sasuke-kun!- disse non appena il bambino le fu davanti.
-Sakura!- rispose lui con un sorriso interrompendo la sua corsa.
-Torni a casa?- chiese la rosa curiosa, anche se aveva già una mezza idea della risposta.
-Si!- rispose infatti il corvino -Oggi Itachi ha promesso che mi avrebbe allenato!-
-Allora ti lascio andare!- disse con un sorriso la rosa -Ci vediamo domani Sasuke-kun!-
-A domani!- la salutò l'Uchiha correndo verso casa con il sorriso  sulle labbra.
Se fosse stato fortunato, suo fratello sarebbe stato a casa per allenarlo e non voleva perdere neanche un minuto.
Sakura lo osservò andare via, mentre un sorriso le nasceva sul volto. Sasuke era proprio fortunato ad avere una famiglia che lo amava tanto, pensò mentre nel suo cuore quel piccolo seme stava tessendo le prime radici.



***


Il giorno seguente giunse in fretta.
Nonostante il sonno non volesse andare via Sakura si alzò di buon ora per dirigersi in accademia. Era sempre stata una persona molto precisa e puntuale, nonostante tutto, e non avrebbe perso quest'abitudine crescendo.
Arrivò presto in aula e rimase sorpresa di trovarvi di già quello che era stato il suo salvatore dal mondo della solitudine assieme a Ino.
-Buongiorno Sasuke-kun!- lo salutò cortesemente come sempre -Come mai già in classe?- chiese non ottenendo risposta dal ragazzo.
La rosa lo osservò attentamente. Non era da lui essere così sgarbato.
-Sasu...- iniziò senza riuscire a finire poiché l'Uchiha si era girato a osservarla con i suoi occhi neri. Erano diversi, vuoti.
Un brivido le percorse la colonna vertebrale ad osservarli.
-Sta zitta!- le disse con voce glaciale prima di tornare ad ignorarla.
Sakura sbarrò gli occhi a quelle parole. Mai Sasuke Uchiha si era comportato così con lei.
Con il cuore a mille provò ad avvicinarsi a lui. Doveva esserci una spiegazione. Non poteva essere davvero Sasuke, non lui!
Il corvino però sembrò non gradire il gesto e la scansò in malo modo allontanandosi da lì e lasciando la rosa sola, mentre una lacrima le rigava il volto e il suo piccolo cuore perdeva un battito.

 
 
-Ma...- iniziò la bionda sbarrando gli occhi incredula non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
-Conosci la storia del clan Uchiha, vero?- le chiese il padre vedendo quello sguardo meravigliato -Quella fu la notte in cui Itachi assassinò tutto il suo clan lasciando in vita solo Sasuke- aggiunse non appena la bionda fece cenno di si con la testa.
-Dev'essere stato un periodo difficile per il nonno!- commentò pensierosa osservando la croce nera davanti a sé.
-Estremamente!- commentò Mikoto -Ma lo fu anche per la nonna che cercò in tutti i modi di spezzare quel muro che papà aveva innalzato per difendersi, riuscendoci, però, solo grazie all'aiuto di Naruto e Kakashi!-
-Il team sette!- commentò la bambina con occhi sognanti al ricordo delle mille avventure che il nonno le raccontava prima di andare a dormire.
-Esattamente!- rispose la donna prima di iniziare a raccontare un altro aneddoto sui suoi genitori.
 
 
Il sole era alto nel cielo quando tre ragazzini di dodici anni si ritrovarono ad attendere il loro maestro seduti sulle scale del parco davanti l'accademia. Erano appena stati formati i team e il loro sensei aveva dato appuntamento loro proprio lì.
-Salve ragazzi!- disse un uomo dai capelli argentati, una maschera a coprirgli quasi interamente il viso e il coprifonte a nascondergli l'occhio sinistro.
-È in ritardo!- commentò un ragazzo biondo dagli intensissimi occhi azzurri.
-Calmati Naruto!- lo riprese Sakura con un sorriso, facendo dimenticare all'amico il motivo per cui era fuori di sé.
-Tsk!- replicò Sasuke assistendo alla scena facendo dispiacere la rosa che già da un po' si era accorta di provare qualcosa per il suo ex compagno di giochi.
Vedendoli l'uomo sospirò. Non sapeva perché, ma era certo non sarebbe stato semplice farli andare tutti e tre d'accordo.
-Il mio nome è Kakashi Hatake e il mio compito sarà quello di farvi diventare valorosi shinobi!- disse facendo nascere un enorme sorriso sul volto del biondo, un dolce sorriso su quello della rosa e un ghigno su quello del corvino -Per prima cosa direi di presentarci. Comincio io- aggiunse ottenedo un segno d'assenso da Sakura che era curiosa di scoprire qualcosa in più su quell'uomo che sarebbe stato il suo punto di riferimento negli anni a venire.
-Il mio nome lo conoscete già, cosa mi piace o meno non sono cose che vi riguardano, il mio obbiettivo, invece, è quello di far dare il massimo ad ognuno di voi!- disse notando una luce di delusione negli occhi della rosa e del biondo, mentre un ghigno ornava le labbra del corvino ancora una volta -Tocca a voi!-
-Il mio nome è Naruto Uzumaki!- iniziò il biondo orgoglioso.
Nonostante non conoscesse i suoi genitori era certo fossero delle persone straordinarie
-La cosa che mi piace di più è il ramen di Teuchi, quella che detesto sono i tre minuti di attesa che occorrono per prepararlo. Il mio sogno è quello di essere rispettato da tutti gli abitanti del villaggio e diventare hokage!- ammise con una luce di speranza nello sguardo.
"È la fotocopia di suo padre!" pensò Kakashi dopo averlo sentito parlare e un sorriso comparve sulle sue labbra a quel pensiero.
-Il mio nome è Sakura Haruno!- disse subito dopo la rosa, timidamente -Amo passare le giornate a leggere e odio tutto ciò che striscia- ammise ravbrividendo al solo pensiero -Il mio obbiettivo è quello di aiutare un mio amico a ritrovare il sorriso- ammise abbassando il volto imbarazzata.
"È una ragazzina molto dolce, lo dimostra il suo obbiettivo che credo riguardi un certo Uchiha" pensò voltando lo sguardo sul ragazzo corvino che a quelle parole aveva sbarrato gli occhi.
-Tocca a te!- gli disse, invitandolo a parlare.
-Il mio nome è Sasuke Uchiha!- si riprese immediatamente, tornando ad indossare la solita maschera di indifferenza -Ciò che mi interessa o meno sono fatti miei. Il mio obbiettivo è quello di trovare chi so io e vendicarmi!- aggiunse incrociando le mani sotto il volto.
"Itachi" fu il pensiero immediato di Kakashi a quelle parole.
Non ne sapeva il motivo, ma era certo sarebbe stato più duro di quanto avesse già immaginato tirar fuori il meglio da quei tre e insegnare loro il lavoro di squadra.
-Bene- iniziò il sensei -Per oggi abbiamo finito. Vi aspetto domani a mezzogiorno al campo d'addestramento sette. Mi raccomando venite a stomaco vuoto- precisò prima di sparire in una nuvola di fumo sotto lo sguardo sorpreso degli allievi.
-Abbiamo già finito?- chiese a bocca aperta Naruto -Yuppie!- esultò alzandosi in piedi contento -Sakura-chan andiamo a pranzo da Teuchi?- chiese poi all'amica che si stava spolverando il vestito.
-Certo- acconsentì con un sorriso -Vieni con noi Sasuke-kun?- provò a chiedere, conoscendo già la risposta nel suo cuore.
-Non ho tempo da perdere con due buoni a nulla come voi!- rispose incamminandosi dalla direzione opposta e permettendo ai due compagni di osservare solo le sue spalle.
-Che idiota!- commentò Naruto offeso, ma preoccupato per l'amica.
Sapeva che da bambini erano molto legati i suoi due compagni di team, ma non era a conoscenza del motivo che aveva spinto l'Uchiha ad allontanarsi tanto da tutti.
Sorrise Sakura alle parole del biondo prima di prenderlo sottobraccio ed incamminarsi con Naruto per le strade del villaggio.



***


Mezzogiorno arrivò in fretta quel giorno e tre dodicenni attendevano l'arrivo del loro sensei.
-Uffa!- si lamentò Naruto seduto a terra -Possibile che sia in ritardo anche oggi?- chiese più a se stesso che ad altri.
-Vedrai che ora arriva!- cercò di rassicurarlo Sakura mentre leggeva un libro sulle basi di medicina che aveva preso in biblioteca, lanciando qualche occhiata fugace al corvino che se ne stava in disparte appoggiato ad un albero.
-Ma io ho fame!- si lamentò nuovamente il biondo -Ho fame! Ho fame!-
-Patetico!- sibilò Sasuke prima che Sakura potesse intervenire.
Non sapeva perché, ma ogni volta che quei due si affrontavano aveva sempre un brutto presentimento.
-Come hai detto?!- chiese, infatti, il biondo tirandosi su e guardando con sfida il corvino che se ne restava impassibile nella sua posizione.
-Patetico!- ripetè l'Uchiha ricambiando l'occhiata dell'Uzumaki, ma prima che potessero fare qualsiasi cosa una voce li interruppe.
-Buongiorno ragazzi!- esclamò Kakashi comparendo con la sua solita nuvoletta e facendo tirare un sospiro di sollievo a Sakura.
-È in ritardo sensei!- esclamò la rosa ringraziandolo con gli occhi per essere arrivato in tempo.
-Lo so, ma vedete una vecchietta ha chiesto il mio aiuto per tornare a casa e da perfetto cavaliere quale sono non mi sono potuto rifiutare. Arrivati a casa si è accorta che mancava il suo gatto, allora mi sono offerto per aiutare a cercarlo ma...-
-Non si preoccupi!- lo interruppe la rosa scettica.
Solo un idiota avrebbe creduto ad una storia del genere.
-E poi il gatto?- chiese Naruto curioso, dimenticandosi completamente la lite con il compagno.
"Appunto!" pensò Sakura posandosi esasperata una mano sulla fronte. Per carità voleva un bene dell'anima a Naruto, ma quando ci si metteva era proprio un baka.
-Lascia perdere Naruto- gli disse la rosa scuotendo il capo esasperata.
-Bene, prima di pranzare- iniziò l'Hatake attirando l'attenzione dei ragazzi su di se -Vi sottoporrò ad un esame. In caso non lo passerete dovrete tornare in accademia!-
-Cosa?- chiesero sbalorditi Sakura e Naruto.
Non era possibile una cosa del genere. Non dopo tutti gli sforzi fatti per diventare genin.
Sasuke, invece, rimase impassibile. Avrebbe passato l'esame a qualsiasi costo.
-Avete capito bene- replicò l'Hatake -Il vostro compito sarà quello di riuscire a sottrarmi questi campanelli entro due ore!- aggiunse mostrando due campanelli argentati ai suoi allievi -Se non ci riuscirete tornerete da dove siete venuti!-
-Ma...- replicò Sakura osservandoli.
I campanelli erano due, loro tre.
-Esattamente. Uno di voi tornerà sicuramente in accademia. Sta a voi riuscire a salvarvi!- rispose il jonin sorridendo sotto la maschera.
La rosa strinse i pugni. Non doveva andare così. Loro si erano impegnati. Avevano messo anima e corpo per arrivare ad essere ciò che erano, non potevano dover tornare indietro.
-Bene, ora che conoscete le regole...- iniziò l'uomo attirando l'attenzione dei tre su di se -Si comincia!- concluse vedendo scomparire i tre per osservarlo come prevedeva la base del comportamento ninja.  



***


-Mi spieghi come ti è saltato in mente?- chiese Sakura esasperata mentre osservava il biondo legato ad un palo di legno.
-Avevo fame e così...- cercò di giustificarsi Naruto mentre ripercorreva la bellissima sensazione provata nello scoprire che il suo pranzo era così vicino.
-Hai pensato di imbrogliare mangiando prima della fine della prova- continuò per lui la rosa, mentre seduta al suo fianco mangiava i suoi involtini.
Sasuke, dall'altro lato se ne stava in silenzio a mangiare ripensando a ciò che era accaduto. Ognuno di loro si era impegnato singolarmente per cercare di prendere quei cosi, ma Kakashi era troppo forte. Se volevano farcela dovevano collaborare.
Senza fiatare porse il suo cesto del pranzo al biondo, accorgendosi che la rosa aveva avuto la sua stessa idea.
-Ma...- esclamò sorpreso dal gesto dei compagni.
Kakashi aveva minacciato di punirli severamente in caso gli avessero dato un solo boccone e loro gli stavano offrendo il loro pranzo.
-Sei un baka, ma se non mangi non avrai la forza di affrontare la prova!- gli disse Sakura sorridendo.
-Non voglio dover tornare in accademia per colpa tua!- commentò gelido Sasuke.
Naruto si commosse a tali parole, ma prima che potesse dire qualsiasi cosa comparve il jonin davanti a loro, con un'espressione infuriata.
I tre deglutirono sonoramente. Quello sguardo non aveva niente di buono.
-Voi...- iniziò con il tono più furioso del suo repertorio l'Hatake, prima di sciogliersi in un sorriso -Siete promossi!-
I tre dodicenni lo guardarono sorpresi prima di sorridere a loro volta.
-Complimenti. Siete i primi a comprendere che questo esame vuole solo farvi collaborare, mettere alla prova il vostro gioco di squadra- iniziò il ninja prima di sparire in una nuvoletta di fumo dopo aver fissato l'orario per l'allenamento seguente.
-Siamo stati grandi!- esultò Naruto ancora legato al palo, mentre la rosa sorrideva serena.
-Già!- esclamò la rosa -Ci vediamo domani!- aggiunse prima di incamminarsi verso casa seguita a ruota dall'Uchiha che era rimasto colpito dalle doti della ragazza.
-Ehi ma che fate?- chiese loro Naruto accorgendosi di essere ancora legato.
-Sakura-chan! Teme!- chiamò inutilmente, i due erano gia lontani.

 
 
-Non ci credo!- disse trattenendo le risate la bambina -Certo che nonno Naruto era proprio un idiota-
-Lo è tuttora- rispose Minato sorridendo.
-Nonno Sasuke e nonna Sakura invece erano eccezionali- esclamò orgogliosa.
-Già- rispose Mikoto pensierosa.
-Ma per quanto tempo rimase così il nonno?-
-Non ne ho idea!- rispose la donna.
-Nemmeno io. Papà non ama parlare di argomenti che lo mettono in imbarazzo- asserì sicuro l'uomo.
-Mi racconti del giorno in cui il nonno andò via?- chiese d'un tratto la bionda -La storia del team sette la conosco, me la racconta sempre il nonno!- aggiunse sorridente.
Mikoto la guardò. Non conosceva nel dettaglio quella notte, almeno non dai racconti di sua madre che odiava parlarne, ma decise di raccontare comunque quel po' che sapeva alla sua bambina. 
 

La luna splendeva alta nel cielo quella notte, rendendo misteriosa l'aria circostante.
Una tredicenne dai corti capelli rosa se ne stava immobile davanti le porte del villaggio con sguardo malinconico. Sapeva che lui sarebbe passato, era certa che quella notte avrebbe lasciato il villaggio.
Aveva sempre avuto come scopo la vendetta, ma dal momento in cui, durante l'esame per diventare chunin, Orochimaru aveva impresso il suo marchio su di lui era cambiato. Voleva il potere e nulla l'avrebbe fermato.
Eppure lei era lì. Lo stava aspettando per fargli cambiare idea.
-Che ci fai in giro a quest'ora?- chiese un tredicenne dai capelli corvini e gli occhi neri fermandosi a guardarla.
-Potrei farti la stessa domanda, Sasuke-kun- gli rispose la rosa osservandolo decisa come mai lo era stata con lui.
-Torna a casa Sakura!- esclamò l'Uchiha sorpassandola senza guardarla negli occhi.
Non sarebbe riuscito ad andare via se avesse incrociato il suo sguardo.
-Ti prego Sasuke!- lo richiamò la rosa voltandosi a guardarlo -Non andartene! Io capisco il tuo dolore- aggiunse mentre una lacrima le rigava il volto candido.
-Nessuno può capirmi!- replicò l'Uchiha gelido.
Lei non sapeva, non poteva capire.
-Ti sbagli!- commentò senza trovare il coraggio di guardarlo  -Anch'io sono sola al mondo. Ho perso i miei genitori quando ero solo una bambina. Da allora vivo da sola in un appartamento nella zona est. Sono stata sola per tanto tempo, finché non siete arrivati tu e Ino. Quindi ti capisco Sasuke-kun!- concluse alzando finalmente lo sguardo.
Sasuke sbarrò gli occhi. Non lo avrebbe mai immaginato. L'aveva sempre creduta una ragazzina timida all'inizio e poi troppo sensibile, invece si era sempre sbagliato. Anche lei, come lui, dentro si portava un grande dolore.
-Resta Sasuke-kun!- insistette -Non abbandonarmi anche tu!- aggiunse abbracciandolo da dietro e posando il capo sulla sua schiena come quella volta nella foresta della morte -Ti prego. Io non ce la faccio senza di te!- continuò trovando la forza in quel germoglio che era nato nel suo cuore ed era sbocciato in uno splendido fiore -Io ti amo Sasuke-kun!- gli disse stringendolo più forte.
Gli aveva donato il suo cuore, ora stava a lui decidere cosa farne.
Sasuke sbarrò gli occhi a quelle parole. Non poteva aver sentito bene, non doveva. Lui era un vendicatore. Non c'era spazio nel suo cuore per altri sentimenti oltre l'odio. Perché allora quelle parole gli avevano scaldato il cuore? Perché non riusciva a cacciarla?
-Se vuoi ti aiuterò anche nella tua vendetta!- aggiunse separandosi da lui -Ti seguirò se me lo permetterai e amerò per entrambi, ma non lasciarmi sola!-
Non poteva permetterlo Sasuke. Lei era così pura, così innocente. Non poteva permetterle di immergersi in quelle tenebre che divoravano il suo cuore.
Con un scatto repentino si portò dietro di lei.
-Grazie...Sakura!- sibilò sul suo collo, prima di colpirla dietro la nuca, facendola cadere tra le sue braccia.
"Perdonami, ma lo faccio per te" pensò adagiandola dolcemente su una panchina e sparendo tra le fronde degli alberi, non prima di averle rubato un piccolo bacio a fior di labbra.

 
 
-Che ingiustizia!- mormorò la bambina incrociando le braccia al petto e mettendo su un piccolo broncio.
-La vita lo è spesso!- commentò Mikoto cercando di tranquillizzarla -E per oggi direi che può bastare- aggiunse dando un buffetto sulla fronte della figlia, nello stesso modo in cui faceva anche suo padre con lei.
Minato osservò la scena trattenendo un sorriso. Amava le sue due donne, erano la sua ragione di vita e avrebbe fatto qualsiasi cosa per far durare in eterno quei momenti magici che riuscivano a vivere tutti e tre assieme.
-Tua madre ha ragione- diede man forte il biondo vedendo il broncio sulle labbra della bambina -Forza saluta i nonni- le consigliò facendole tornare nuovamente il sorriso sulle labbra.
Le bastava davvero poco per essere felice!
Mikoto osservò la scena in silenzio posando un ultimo sguardo sulle tombe dei due prima di prendere per mano la sua piccola Sakura e incamminarsi verso casa.
Era certa che i suoi genitori sarebbero stati fieri della vita che si era costruita!


 
 










E dopo innumerevoli anni, eccomi qui a mettere la parola fine a questa raccolta disomogenea che mi ha accompagnata nei momenti più impensabili della mia vita aiutandomi a ritrovare la voglia di scrivere, anche quando credevo di averla persa del tutto.
Pubblicare quest'ultima storia, che era ferma sul mio pc già da un paio d'anni, è una vera emozione e come ogni volta che un qualcosa si conclude sento già che mi mancherà...

Grazie a chiunque sia giunto fino a questo punto, lettori vecchi e nuovi,
Grazie a chi ha speso anche un solo istante del suo tempo per farmi sapere cosa ne pensava.
Grazie a chi ha inserito questa raccolta nelle preferite/ricordate/seguite.
Grazie a tutti davvero!

Spero di ritrovarvi in una prossima avventura

karter
 
  
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