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Autore: LadyPalma    25/07/2019    3 recensioni
[Storia partecipante al contest Villains against Heroes indetto da missredlights sul forum di EFP]
AU La carica dei 101.
“Cersei, ciao, come stai?”
La donna fu risvegliata da quella breve ispezione quando la padrona di casa le si avvicinò con l'intento di comportarsi in modo cordiale. Si conoscevano dai tempi dell'adolescenza, quando avevano frequentato lo stesso liceo in Italia e, sebbene non fossero mai state amiche, da parte di Catelyn c'era sempre stato il tentativo di mantenere un rapporto civile data la stretta vicinanza dei loro fidanzati e poi mariti.
La bionda alzò un sopracciglio e poi fece un sorriso non proprio amichevole.
“Miseramente, cara, come al solito. Perfettamente a pezzi”.
Genere: Comico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Catelyn Tully, Cersei Lannister, Eddard Stark, Qyburn, Robert Baratheon
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa al contest Villains against Heroes indetto da missredlights sul forum di EFP.


Miseramente, cara, come al solito

 
 Quella mattina di inizio novembre la famiglia Stark era in fermento. Certo, è difficile immaginare come una famiglia composta da otto persone possa essere tranquilla, ma in quell'occasione l'agitazione era più accentuata del solito. Il motivo era semplice: dovevamo ricevere visite. Tuttavia, l'emozione predominante non era l'entusiasmo bensì un'innominabile sensazione di paura e disagio.  Il piccolo Rickon aveva passato mezz'ora a piangere prima di essere corrotto con una manciata delle sue caramelle preferite, Sansa si lamentava ad alta voce della possibilità di incontrare il suo ex ragazzo Joffrey, mentre Robb e Jon di tanto in tanto provavano a inventarsi una nuova scusa per poter evitare l'incontro. Catelyn, la madre, era la più nervosa, dovendo combattere allo stesso tempo il proprio intimo fastidio e i capricci dei figli. In quel preciso momento stava litigando con Arya, la quale si rifiutava perfino di vestirsi, quando nel salotto piombò all'improvviso suo marito con un cucciolo di cane stretto al petto.
Cersei Baratheon, Cersei Baratheon, farebbe paura perfino a un leon, è più letale lei di uno scorpion, Cersei Cersei Baratheon”.
Senza alcun preavviso, aveva iniziato a canticchiare quel motivetto improvvisato, muovendo le zampe dell'inerme cagnolino come per farlo ballare.
“Oh Ned, per piacere, non ti ci mettere anche tu!” esclamò Catelyn, scoccandogli un'occhiata esasperata.
Ned accennò un sorriso e, dopo aver depositato Nymeria tra le braccia di Arya, si avvicinò alla moglie e le afferrò le mani.
Cersei fa l'effetto di un demonio, ma dopo il primo istante di terror” riprese a cantare, stavolta tentando di far ballare la donna, "ti senti in suo poter e tremi al sol veder gli occhi di felino predator”.
“Ned, ti prego!” protestò ancora Catelyn, cercando di allontanarsi ma non potendo fare a meno di ridere.
E ridevano tutti, dal primo all'ultimo dei ragazzi, ora tutti riuniti in salotto a guardare la curiosa scena dei loro genitori, di solito sempre così seri. In effetti, Ned non aveva mai avuto il physic du role dell'intrattenitore ma sapeva usare un po' di brio e senso dell'umorismo quando si trattava di alleggerire una situazione pesante e ristabilire un buon clima famigliare.
Non può essere uman, crudele vampir…
...Dovrebbe per sempre dal mondo sparir!
“Bravissima Arya!” si complimentò Ned, con uno sguardo divertito per la rima suggerita.
Ma prima che un'altra strofa potesse essere aggiunta, si udì il violento rombo di un motore nella strada e tutti ammutolirono improvvisamente.
“Sono arrivati” constatò il capofamiglia con un sospiro, tornando ben presto serio.
A un cenno di Catelyn si sistemarono tutti a pochi passa dalla porta, più o meno controvoglia (e Arya ancora in pigiama), come se dovessero accogliere il re e la regina di tutti i regni unificati.
Invece, si trattava solo del sindaco di Roma Robert Baratheon e della sua terribile consorte.

 
**
 
Una magnifica Panther De Ville rossa e nera irruppe nella tranquilla strada di Lugano dove vivevano gli Stark. Forse si sarebbe potuto ammirare di più lo splendore di quel modello vintage se non avesse avuto la velocità di un razzo e se, nel fermarsi in modo del tutto casuale e improvviso, non avesse tamponato un'altra macchina parcheggiata.
Ciononostante, Cersei Lannister in Baratheon, scese dal suo gioiellino come se nulla fosse. Era suo marito, che data la sua corpulenza riuscì a uscire dall'auto solo mezzo minuto dopo di lei, a mostrare tutti i segni del turbamento per quella guida spericolata.
“Sei completamente pazza! Una pazza scellerata!” esclamò non nascondendo la propria irritazione, mentre la raggiungeva un po' a fatica. “Mi chiedo come mai nessuno ti abbia ancora ritirato la patente!”
Cersei accolse quei rimproveri con indifferenza, senza curarsi neanche di rispondere. Lo attese in silenzio, proprio davanti alla porta, avviandosi i lunghi capelli biondi e sistemandosi la calda pelliccia sulle spalle.
Il campanello fu finalmente suonato e la porta prontamente aperta. Robert fu il primo ad entrare e non perse tempo a salutare il suo carissimo amico Ned e i suoi figli. Intanto, Cersei, volutamente lasciata indietro da suo marito, entrò senza troppi convenevoli, aggirando tutta la prole Stark e cominciando a scrutare l'intero salotto - dalle foto appese alle pareti, a tutto l'arredamento che ai suoi occhi era tremendamente povero e minimalista.
“Cersei, ciao, come stai?”
La donna fu risvegliata da quella breve ispezione quando la padrona di casa le si avvicinò con l'intento di comportarsi in modo cordiale. Si conoscevano dai tempi dell'adolescenza, quando avevano frequentato lo stesso liceo in Italia e, sebbene non fossero mai state amiche, da parte di Catelyn c'era sempre stato il tentativo di mantenere un rapporto civile data la stretta vicinanza dei loro fidanzati e poi mariti.
La bionda alzò un sopracciglio e poi fece un sorriso non proprio amichevole.
“Miseramente, cara, come al solito. Perfettamente a pezzi”.
Catelyn si sentì vagamente a disagio, non potendo fare a meno di cogliere la tristezza di quella risposta. Quella donna non le era simpatica, però sapeva che il suo matrimonio con Robert non era felice; nonostante il lusso e la ricchezza in cui Cersei era abituata a vivere, Catelyn non avrebbe mai fatto a cambio con lei. No, Cersei non le era simpatica, però le dispiaceva per lei e, anzi, le faceva anche un po' pena.
“È proprio bella questa tua nuova pelliccia” disse, cercando di cambiare il discorso e di mettere la sua ospite di buon umore.
E ci riuscì in parte, dato che il viso della bionda sembrò illuminarsi per un momento mentre si rimirava l'abito.
“Oh sì, sono il mio unico vero amore. Io vivo per le pellicce, io amo le pellicce. E poi, fa terribilmente freddo qui, non capisco come tu faccia a viverci!”
Catelyn sorrise, divertita di vedere come le parti sembravano invertite ed era Cersei a esprimere ad alta voce pietà per lei. Prima che potesse rispondere, i loro mariti si avvicinarono inserendosi nella conversazione.
“Freddo? Siamo in Svizzera, Cersei, non in Siberia! Ed è ancora autunno” intervenne Robert, prendendola chiaramente in giro con un disprezzo ben poco velato.
“Ti ricordo che sono una ragazza siciliana, una figlia dell'estate” replicò Cersei irritata.
La tensione era palpabile e i coniugi Stark si scambiarono uno sguardo di complice imbarazzo.
“È pur vero che qui le temperature sono più basse e che l'inverno arriva prima... Non è quello che dici sempre, Ned?”
“Certo. L'inverno ormai sta arrivando!”
Nonostante l'intervento fosse stato di fatto in favore di Cersei, quest'ultima, invece di mostrarsi in qualche modo riconoscente per il supporto, alzò un sopracciglio e non rispose, decidendo invece di cambiare radicalmente argomento.
“Allora, non è che avreste un po' di vino da offrirmi?”
Catelyn spalancò gli occhi, non riuscendo a nascondere il proprio stupore. Aveva pensato di proporre una tazza di tè o di caffè, ma di certo non il vino. Erano solo le dieci e mezzo del mattino dopotutto! Tuttavia, quando anche Robert reclamò a gran voce del vino rosso, si affrettò ad andare in cucina, non volendo contrastare il rarissimo momento in cui i due Baratheon erano d'accordo. Insomma, erano concordi perfino sul colore del vino!
Mentre i giovani erano spariti chissà dove e Robert e Ned avevano ricominciato a parlare tra loro, Cersei fu abbandonata per qualche minuto sulla sua poltrona e fu proprio in quel momento che notò un particolare che prima le era sfuggito.
O meglio, più che di un particolare si trattava di sei piccoli particolari.
“Accidenti! Cosa diavolo sono quelle cose? Topi?”
Richiamato da quella esclamazione disgustata, Ned si voltò verso di lei, accennando un sorriso divertito.
“Sono dei cuccioli di cane. I ragazzi li hanno trovati per strada la settimana scorsa durante una passeggiata... Un'intera cucciolata abbandonata. Secondo il veterinario sono dei dalmata ma sono troppo piccoli per poter mostrare le macchie”.
Con il senno di poi, Ned probabilmente non avrebbe dato tutte quelle informazioni e anzi avrebbe confermato senza ombra di dubbio che quei cuccioli erano sei grandi topi adulti.
Ma in quel momento, era troppo coinvolto nella conversazione con il suo migliore amico, per notare il cambiamento che quella spiegazione aveva provocato nella donna. Infatti, nell'udire il termine 'macchie' i suoi occhi verdi scintillarono letteralmente e un sorriso classificabile come cattivo apparve sul suo viso. Se prima si era quasi alzata dalla poltrona per poter sfuggire all'orrore di quegli animali, adesso invece si era protesa verso di loro e li osservava con sguardo famelico. Non vedeva più lo squallore di sei insignificanti cuccioli slavati, ma la magnificenza dei loro futuri manti pieni di macchie.
Vedeva il futuro oltre il presente.
La potenza oltre l'atto.
“Quando compariranno le macchie?” domandò, tentando di mantenere un tono neutrale.
“Dovrebbero comparire entro il primo mese di vita... Nymeria già comincia a mostrare i primi segni”.
Ned aveva risposto in modo distratto tra una frase e l'altra di Robert, ma Cersei era tutto fuorché distratta mentre registrava ogni prezioso dettaglio ed elaborava un suo piano. Con un solo sguardo abbracciò tutti e sei i cuccioli che nella sua mente erano già un'unica entità sottoforma di pelliccia. Poi individuò il cane di cui Ned aveva parlato, quello che mostrava le prime macchioline. Davanti al suo sguardo insistente, Nymeria ringhiò e questo tentativo di ribellione non fece altro che far ridacchiare la donna.
“Risparmia il fiato, sciocco animale. Sarai solo un mio accessorio”.

 
**
 
Una settimana dopo la visita dei coniugi Baratheon, la casetta degli Stark fu di nuovo in fermento. Questa volta però alleggerire la tensione fu pressoché impossibile e l'atmosfera di tristezza era destinata a durare per molto tempo. I cuccioli erano stati rapiti: questa era la terribile notizia che si ritrovò a ricevere la famiglia al ritorno da una cena fuori tutti insieme. A dare l'allarme era stato il maggiordomo, il signor Luwin, visibilmente turbato per l'irruzione di due uomini mascherati in casa che avevano sottratto i cagnolini proprio sotto i suoi occhi. L'unica a essere sfuggita alla cattura era stata Nymeria che, dopo aver morso la mano di uno dei due ladri, era riuscita a nascondersi sotto il letto di Arya. La ragazzina non aveva nascosto la propria gioia nell'abbracciare il suo cucciolo preferito e questo aveva prevedibilmente scatenato l'irritazione di Sansa.
“Tutti gli altri cuccioli sono spariti! La mia Lady non c'è più! Potresti avere un po' di tatto e soffrire insieme a noi!”
Arya stava per ribattere che non era colpa sua se Nymeria aveva mostrato l'intelligenza che decisamente Sansa non era riuscita a trasmettere alla sua cucciola. Ma poi realizzò che lo stesso discorso valeva anche per Spettro, Vento Grigio, Estate e Cagnaccio, e, nonostante alle volte arrivasse ad odiare Sansa, non avrebbe mai voluto ferire i suoi fratelli.
“È colpa di quella terribile donna, ne sono certa. La pagherà” disse allora, esponendo per prima il sospetto che aveva attraversato la mente di tutti.
Ned ricordò l'interesse di Cersei per i cuccioli e allertò immediatamente la polizia. Le indagini iniziarono, sia da parte delle autorità sia dai solidali vicini, ma mancavano prove e piste da seguire. I cuccioli sembravano essere spariti nel nulla.

 
**
 
Cersei Baratheon ascoltò la notizia della scomparsa dei preziosi dalmata in un servizio del telegiornale locale. Come previsto le ricerche erano in una situazione di stallo e così, mentre ogni area di Lugano veniva setacciata accuratamente, lei si sentì libera di sfrecciare a tutta velocità sulla sua Panther De Ville verso la periferia della città. Lì, in un capanno semiabbandonato, la aspettavano i suoi due complici e cinque dei sei cuccioli.
“Signora Baratheon, buonasera! I cuccioli sono tutti qui e sono in ottima salute” la salutò Pycelle, in tono ossequioso.
Era un uomo che aveva superato la sessantina e aveva lavorato per la sua famiglia d'origine per anni. Un collaboratore fedele, certo, ma decisamente idiota.
“Cosa accidenti me ne importa della loro salute? Tanto dovete ucciderli!”
Un velo di sorpresa coprì il volto dell'uomo, che appariva ora titubante.
“Ucciderli? Ma come?”
A quella domanda, l'umore già irritato di Cersei peggiorò considerevolmente.
“Cosa pensavi, razza di imbecille, che li avremmo coccolati?” sibilò, piantandogli in faccia quei suoi occhi verdi che tanto mettevano in soggezione le persone. “Non mi interessa come: avvelenateli, annegateli, date loro un colpo in testa! Avete del cloroformio?”
“No, signora Baratheon” giunse la risposta, questa volta da parte dall'altro complice che finora era rimasto in disparte. “Ma, se posso esprimere la mia opinione, sarebbe forse il caso di attendere ancora almeno qualche settimana in modo da ottenere più pelle...”
Cersei finse di considerare la cosa per un momento, più che altro per rispetto verso il dottor Qyburn, che finora aveva sempre dimostrato di essere un uomo intelligente.
“Hanno macchie a sufficienza?” domandò poi, ricevendo in risposta un cenno di assenso. “Allora, mi accontenterò. La polizia è dappertutto. Vi dico che dev'essere stanotte!”
“Ma, signora, abbia un po' di compassione, questa sera danno in tv una maratona di Grey's Anatomy!”
Prima che la donna potesse avventarsi nuovamente contro Pycelle, Qyburn le posò delicatamente una mano su un braccio come per ammansirla.
“Sarà fatto, signora” promise, con aria solenne.
Cersei annuì, senza sapere quanto fondamentale sarebbe stato per la buona riuscita del suo piano la presenza di almeno un complice che non fosse un idiota.

**
 
L'autunno successivo, Cersei era tornata in Italia. Le ricerche sui dalmata scomparsi erano state ormai abbandonate e, in mancanza di prove contro di lei, i rapporti con la famiglia Stark erano stati formalmente mantenuti sebbene ancora un po' più tesi di prima.
Aveva desiderato distruggere dei cuccioli e ci era riuscita a meraviglia, ma quella vittoria non aveva fatto una grande differenza nella sua vita.
Il suo primogenito Joffrey continuava a mostrare dei gravi problemi psicologici.
Suo marito la trattava ancora come una moglie trofeo da mostrare durante le cene di lavoro e i convegni politici.
L'unico uomo che avesse mai amato, il suo fratellastro Jaime, aveva finalmente superato il loro legame tossico e stava per sposarsi con una tale Brienne.
Stava cadendo a pezzi lentamente, constatò, mentre si fissava nel grande specchio del suo armadio, dietro il quale erano nascoste le sue innumerevoli pellicce.
La sua vita procedeva ancora miseramente, come al solito.
Almeno, però, aveva una pelliccia in più.
 



 
NDA: Non si tratta del primo adattamento di una fiaba che scrivo per GOT (avevo ripreso La bella addorentata nel bosco) e ne avevo promesso un altro, anche se io stessa non mi aspettavo si trattasse della Carica dei 101 nè di scrivere nuovamente su Cersei. Questo contest però mi ha dato un'illuminazione impossibile da rifiutare e così eccovi i metalupi trasformati in dalmata, Ned e Catelyn nei panni di Rudy e Anita, Cersei in quelli della terribile Crudelia De mon, Pycelle e Qyburn nel ruolo di Gaspare e Orazio. A proposito di questa scelta, sono convinta che il vero motivo per cui Crudelia nel cartone non è riuscita nel suo scellerato piano è proprio perchè ha avuto dei collaboratori completamente idioti, per cui in questa storia mi è sembrato plausibile che con un uomo accorto con Qyburn certi errori grossolani si sarebbero evitati ahah
Ultima nota sul titolo: si tratta di una citazione della stessa Crudelia, come ce ne se sono altre all'interno della storia - a partire dalla famosissima canzoncina. "Miseramente, cara, come al solito" è stata la frase che mi ha fatto innamorare fin da bambina di Crudelia De mon che, ad oggi, è ancora il mio insuperabile personaggio preferito di tutti i fandom. Ci ho colto la tristezza e l'insoddisfazione, che solo l'amore per il lusso poteva in qualche modo colmare. Insomma, una donna crudele perchè sola e vuota - e lo riconosce apertamente. Forse proprio questo è il legame che ho trovato di base con Cersei.
Spero la storia vi sia piaciuta, sto già buttando giù qualche idea per una futura one-shot sempre permeata dall'ambientazione fiabesca!
   
 
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