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Autore: Mary West    26/07/2019    2 recensioni
La realizzazione di un legame spontaneo è un processo insolito per un Vulcaniano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: James T. Kirk, Spock | Coppie: Kirk/Spock
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Perfect ~ Di legami, sentimenti ed anime gemelle



La realizzazione di un legame spontaneo è un processo insolito per un Vulcaniano.

Nella società in cui è nato Spock, i legami sono un contratto: vengono proposti, discussi e stabiliti nella forma primordiale sin dalla prima infanzia e Sarek non gli ha parlato mai abbastanza di sentimenti perché lui ipotizzasse una simile possibilità.


 
«Come ambasciatore presso la Terra, è mio dovere osservare e comprendere il comportamento umano. Sposare tua madre è stato… logico.»


Quello che nasce – libero, naturale, intenso – nella sua mente e nel suo cuore, nel suo animo e nel suo corpo è un legame così unico e inatteso che non dovrebbe essere così sconvolgente la quantità di tempo che Spock ha impiegato a riconoscerlo.

Ed è oltremodo sorprendente che proprio lui, che sempre ha seguito i precetti della ragione e della lucidità, sia legato in modo così indissolubile e totale all’essere vivente più illogico ed emotivo che abbia mai incontrato.


 
«Ma com’è possibile, Spock? Mhm? Il suo pianeta è stato distrutto, sua madre assassinata e Lei non fa una piega.»

«Se presume che queste esperienze possano ostacolare le mie capacità di comandare la nave, si sbaglia.»

«Eppure è stato Lei a dire che la paura è necessaria per il comando. Insomma, ha visto quella nave, quello che ha fatto.»

«Sì, certamente.»

«E ha paura o no?»

«Non le permetto di farmi una predica sui pregi delle emozioni.»


 
È quello che sulla Terra chiamano un fulmine a ciel sereno: improvviso, accecante, assolutamente impossibile da prevedere.

Proprio come Jim. Jim è – Spock lo dice con assoluta certezza – unico. Quasi dieci anni di lavoro nella Flotta e Spock non ha dubbi nel dire che nell’universo non possa esistere nessuno come lui, come ineguagliabile è il legame che li unisce.

Il loro rapporto inizia, si trasforma e si stabilizza nell’arco di pochissimo tempo e prima che possa rendersene conto, Spock passa da essere l’insegnante del cadetto Kirk al comandante del Capitano dell’Enterprise all’amico di Jim.

 
«Voglio che sappia perché non l'ho lasciata morire... perché sono tornato per Lei.»

«Perché Lei è mio amico.»

 
È un tornado di pensieri ed emozioni che lo travolge: un giorno è un primo ufficiale compito e severo e un altro è un essere vivente leale, sincero, forte, innamorato.

È al fianco di Jim nel suo viaggio inaugurale, durante le missioni più difficili, nei viaggi più esaltanti, alle riunioni più noiose ed è la sua mano che Jim cerca contro il vetro più infrangibile che esista quando la vita sembra lasciarlo per sempre. È quel momento, più di ogni altro, a spingere Spock incontro alla realizzazione.

Le loro mani sono l’una contro l’altra, nel gesto più intimo che un Vulcaniano possa avere senza perdere i pantaloni e controllo, e i loro sguardi non si perdono un attimo. Nulla è tra loro tranne una lastra di vetro eppure Spock, in quell’istante, lo sente più lontano che mai.

 
«Come ci si sente a non provare rabbia? O disperazione?»

 
L’atteggiamento stoico per cui ha lavorato tanto si sgretola come una maschera di cera e dentro di lui qualcosa di simile ad una spessa corda dorata lo spinge disperatamente a frantumare il vetro per raggiungere il suo compagno.

Quella parola sboccia spontanea nella sua mente, scorre nel flusso come le altre e quando un sussurro che racchiude tutto il mondo di Spock gli sale alle labbra – T’hy’la – allora la realizzazione è compiuta e il legame si palesa, intenso, forte, accecante. Un fulmine a ciel sereno.

 
«Io ho paura, Spock. Mi aiuti a non averne. Come riesce a non provare niente?»

«Non so come faccio. E ora non ci sto riuscendo.»


 
Spock combatte ferocemente con ogni fibra del suo corpo stanco e lacero, il controllo vulcaniano si distrugge di fronte alla possibilità di perdere Jim e alla fine si ritrova seduto su una sedia scomoda vicino ad un letto troppo bianco. Attende con pazienza che il corpo del suo compagno si riprenda e, nel frattempo, scopre, indaga, osserva e impara a conoscere il legame spontaneo che li unisce e l’amore profondo che l’ha creato.

 
«I Vulcaniani non mentono.»

 
Il modo in cui trova la propria anima e quella di Jim intrecciate è uno spettacolo che non smette di affascinarlo e percepisce il sentimento ricambiato nel cuore del compagno.

Passano due settimane e Jim si risveglia: sbatte le palpebre, stanco, provato, confuso e gli occhi di Spock bevono quella visione – di Jim salvo, Jim sveglio, Jim al sicuro tra le sue braccia.

Il suo corpo agisce prima del suo pensiero e quando cerca di districare la stretta da Jim, lui allarga gli occhi in un gesto di dispiacere e la sua mano si avvolge attorno a quella di Spock, scrutandone le guance accese di verde con interesse ed affetto.

“Spock” sussurra con voce ancora impastata dal sonno, “tu sei…”

“Il tuo compagno.”

La risposta lascia Spock spiazzato quanto Jim perché non credeva che l’avrebbe accettato così in fretta – non solo il legame, ma perché è nato: perché lo ama, perché lo vuole, perché anche se è Vulcaniano è per quello che si è legato.

 
«Io l’ho sposata perché l’amavo.»

 
“Immagino che abbia un significato molto più monogamo e restrittivo, dalle tue parti.”

Spock non lo sgrida e non scuote la testa, perché l’istinto di allungare le mani e intrecciare le dita di Jim alle proprie supera qualsiasi indignazione. I polpastrelli di Jim sono ruvidi e caldi e il contatto è un caleidoscopio di sensazioni.

Jim lo guarda senza parole, ma i suoi occhi brillano come mai prima d’ora e Spock gli sfiora la tempia con l’indice. In quel unico istante, la sua bocca dà voce al pensiero che è una tenera armonia nella mente del suo compagno.

Wani ra yana ro aisha.”

 
«Non è esattamente una dichiarazione d’amore.»

 
“Pensavo di averti detto che non ho mai ascoltato nessuna delle tue lezioni di vulcaniano.”

Spock sorride e quando ripete la frase nella lingua standard, Jim si scioglie contro di lui e gli stringe le braccia al collo, ripetendo tiamotiamotiamo come una dolce litania nelle orecchie di Spock.

Il legame zampilla luminoso e dorato nella mente di Spock e, pur non essendo ancora del tutto completo, percepisce tutto sé stesso gioire per la vicinanza con Jim, per il calore del suo corpo e il profumo della sua pelle.

 
«Avevate bisogno l’uno dell’altro.»

 
“Pensavo che i legami vulcaniani fossero… diversi.”

Spock inclina la testa a lato e sorride.

“Di solito, lo sono.”

Jim sorride compiaciuto. “Mi piace distinguermi.”

“Lo so.”

“Sono felice di non averti perso.”

“Anch’io, T’hy’la.”

 
«La verità è che… Lei mi mancherà.»

 
Quando alla fine il loro abbraccio si scioglie abbastanza perché possano guardarsi negli occhi, le loro mani si ritrovano in un dolce contatto, i loro sguardi si incrociano ed è un istante e le loro labbra sono l’una contro l’altra, i respiri uniti ed è intenso, accecante, imprevedibile. Un legame unico, indissolubile, spontaneo

 
«… che vi completerà entrambi, come ora non potete comprendere.»






 

Note
Esordio nel fandom, spero di esser riuscita a farvi arrivare qua senza farvi addormentare sulla tastiera e a rendere omaggio a questi due splendidi sciocchi innamorati. A presto, Mary. 
   
 
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