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Autore: Dida77    28/07/2019    3 recensioni
La fede è una questione delicata e personale con cui, forse, abbiamo avuto tutti a che fare una volta nella vita.
Steve Rogers e Bucky Barnes non sono poi così diversi da noi…
#stucky
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia mi frullava nella testa da un po’ di tempo.
Sentivo la necessità di affrontare la questione e, alla fine, ho deciso di seguire l’ispirazione e scriverla.

Spero di non urtare la sensibilità di nessuno.
Lo spero davvero tanto.
Potete essere d’accordo con quanto c’è scritto o meno. Potete considerare i personaggi IC o meno.
Se alla fine ne avrete voglia, lasciatemi un commento e fatemi sapere cosa ne pensate.
Mi farebbe un sacco piacere. Ma vi prego, siate gentili.

Un abbraccio a tutti.
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“Tu credi in Dio, Steve”

La domanda arrivò così, come un fulmine a squarciare la tranquillità di un pigro pomeriggio di inverno passato sul divano, lasciando Steve ammutolito.

Non avevano mai parlato molto di religione, nemmeno quando erano ragazzi. La madre di Bucky era molto religiosa e costringeva tutta la famiglia a mettere il vestito della festa la domenica mattina e ad andare in chiesa. Ma Bucky non era mai stato troppo preso dalle questioni di fede. La religione era solo quella cosa che lo costringeva ad alzarsi presto la domenica mattina e rimaneva arginata a solo quel paio di ore a settimana, senza invadere mai veramente gli spazi della vita reale. La madre di Steve, invece, era molto più liberale sotto quel punto di vista e andava in chiesa solo per le occasioni importanti: la Messa la vigilia di Natale, la messa la mattina di Pasqua, la messa in suffragio della morte del marito.

Ne derivava che la religione non era mai stato un loro argomento di conversazione: un po’ per mancanza di interesse, un po’ per pudore. Meglio non affrontare quel tema che sembrava più grande di loro e con cui nessuno dei due aveva dimestichezza. Da quando si erano ritrovati, poi, dopo tutto ciò che era successo, a nessuno dei due era venuto in mente di affrontare l’argomento.

Ecco perché quella domanda fatta così, a bruciapelo, lasciò Steve di stucco per qualche momento.

La risposta non era facile. Per niente. Se credeva in Dio… cosa poteva rispondere. Lo Steve di prima della guerra avrebbe risposto che sì, credeva nell’esistenza di un essere superiore, ma che secondo lui non si interessava molto a ciò che succedeva sulla terra. Dio aveva permesso che suo padre morisse e aveva permesso che sua madre rimanesse da sola ad affrontare il mondo con un figlio piccolo e malaticcio sulle spalle. No. Dio esisteva ma a lui non importava di loro. E se a lui non importava di loro, a Steve non sarebbe importato di lui.

Questo però era ciò che pensava lo Steve di prima della guerra. Dopo erano successe un sacco di cose. Aveva incontrato il dott. Erskine, era andato in guerra, aveva salvato Bucky dall’inferno di Azzano, aveva perso Bucky in fondo ad un burrone, era rimasto intrappolato nel ghiaccio e si era risvegliato in un mondo non suo. Ma soprattutto, aveva ritrovato Bucky. Dopo tutto l’inferno che avevano passato, lo aveva ritrovato e adesso era lì, seduto accanto a lui su quel divano. Doveva pur dire qualcosa. Quindi Steve prese fiato e rispose.

“Sì, Bucky, credo in Dio. Dopo tutto ciò che è successo, non so… è come se ci fosse stato un piano, per portarci proprio qui, adesso, su questo divano. Potrebbe sembrare un discorso cretino, ma il pensare che ci sia un disegno dietro a tutto ciò che accade è, in qualche modo, consolante. Avere fede in questo disegno, anche se non riesco a vederlo, è consolante. Non so se riesci a capirmi… Tu cosa ne pensi?”

Bucky guardò Steve a lungo, immobile, come se le quelle parole andassero a depositarsi piano piano in fondo alla sua mente. Poi annuì piano, facendo segno di aver compreso il significato di quel discorso, e rispose.

“Ci sto pensando da qualche giorno e credo tu abbia ragione. Anche io ho l’impressione che ci sia un disegno, un perché a tutto ciò che succede… Credo che un Dio esista. Ma quello che non so, quello che non riesco a capire davvero, è se ho fede in lui. Cioè, guarda quante cose orribili succedono, quante cose orribili abbiamo visto. Come posso avere fede in un Dio che permette tutto questo. Non ci riesco. Vorrei. Vorrei tanto avere fede in Dio, riuscire ad affidarmi a lui, ma non so se ci riesco."

“Sai, quando sono uscito dal ghiaccio mi sentivo fuori da tutto. Tutti quelli che conoscevo erano morti, il mondo che conoscevo non c’era più. Mi sentivo come se mi mancasse la terra da sotto i piedi. Non riconoscevo più niente di ciò che vedevo. Tutto era cambiato. Pensavo che mi servisse tempo, che quella sensazione prima o poi sarebbe passata e che mi sarei abituato a quella nuova vita. Ma le settimane, i mesi passavano e niente cambiava. Ne parlai con Sam e lui un giorno mi portò davanti ad una chiesa. Mi disse che conosceva il prete e che secondo lui avrei fatto bene ad entrare e a parlare con lui. Così entrai e conobbi padre McGregor. Persona simpatica, mi fece sentire subito a mio agio. Parlammo tanto, della vita prima della guerra, di tutto ciò che era successo da allora, di te, di noi. Parlammo per ore… E un giorno gli dissi ciò che mi hai detto tu adesso, che non ero sicuro di avere fede in Dio.”

“E lui cosa rispose?” chiese Bucky ormai rapito dalle parole di Steve.

“Mi disse che non era importante. Mi disse che non era importante se io avessi o meno fede in Dio, perché lui, sicuramente, aveva fede in me.” Si fermò un attimo e poi riprese. “Mi disse che Dio ha fede in tutti noi, ci parla e aspetta pazientemente che noi siamo pronti ad ascoltare la sua voce.”
Il silenzio cadde nuovamente nella stanza. Bucky ormai in piedi, incapace di star fermo ad ascoltare quelle parole che andavano a toccare corde profonde della sua anima. Corde ormai dimenticate, che non vibravano più da tanto tempo. Corde che faceva male toccare, ma il cui dolore risvegliava una parte di sé che credeva morta.

“Credi che questo valga anche per me, Steve?” ormai la voce ridotta ad un sussurro.

“Sono sicuro che valga anche per te, Bucky. Ne sono sicurissimo. Sono dubbi che ho avuto anche io. Ma Dio perdona Bucky, lo fa sempre, anche quando pensiamo di non meritarcelo. Soprattutto quando pensiamo di non meritarcelo.”

Un sorriso salì alle labbra di Bucky. “Mi sembra di sentir parlare la mamma.”

“Perché certe cose non cambiano, Buck. È una cosa bellissima sei ci pensi. Malgrado tutto, certe cose sono esattamente come le avevamo lasciate.”
   
 
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