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Autore: Believer98    29/07/2019    1 recensioni
Uno degli aspetti più belli delle fanfiction è il poter far tornare in vita qualsiasi personaggio.
E se ... Oberyn Martell non fosse mai andato ad Approdo del Re? Se invece Doran avesse mandato suo fratello a Meereen da Daenerys? Sarebbe cambiato qualcosa?
Buona lettura!
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E, mentre si allontanavano da soli senza nessuno alle calcagna, Oberyn dimostrò di essere un uomo attento, oltre che libero.
« I vostri occhi sono lucidi, Altezza » sussurrò, accarezzando il palmo morbido della sua piccola mano con il proprio, decisamente più grande e calloso.
« Profumi di casa » replicò lei, commossa e senza vergogna. E persino la spavalda Vipera Rossa fu colta di sorpresa. « Comunque puoi chiamarmi Daenerys. »
Genere: Guerra, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Barristan Selmy, Daenerys Targaryen, Jorah Mormont, Oberyn Martell, Tyrion Lannister
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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4. Casa



Daario era seccato, era irritato, era decisamente stufo della presenza di Oberyn Martell.
Dopo che Daenerys aveva scelto di accogliere i dorniani, lui era andato direttamente a recuperare gli ospiti. Il sorriso di Oberyn alla notizia, come se sapesse già che Daenerys li avrebbe ricevuti per primi, non aveva paragoni.
Inoltre continuava a sorridere lungo il tragitto e Daario fingeva – male – di non averlo notato.
Non aveva mai visto un uomo tanto sicuro di sé, così convinto da non avere timori. Un nobile sfrontato.
Questa cosa incuteva una sorta di timore e di muta rivalità in Daario. Era una guerra silenziosa fra due maschi alfa, abituati ad avere tutto con uno schiocco di dita e a prendersi il resto conquistandolo. Entrambi quando volevano una cosa non si arrendevano, lottavano pur di averla.
La competizione era aperta, in tutto e per tutto.
Certo nessuno dei due era una brutta persona e, sebbene avessero entrambi abitudini discutibili – in particolare Oberyn – c’erano cose che moralmente non avrebbero mai fatto.
Attualmente, però, le differenze fra di loro sembravano più delle similitudini. Insomma dentro alla piramide non si respirava un’aria tranquilla e Tyene se ne accorse subito.
« Mio padre non apprezza molto questo Daario » commentò con un sussurro nelle orecchie di Ryon.
L’uomo, che conosceva bene Oberyn, guardò sia il principe che Daario. « Non è facile da spiegare a una donna, tuttavia va sottolineato che fra noi maschi una controversia si risolve in maniera semplice, mentre voi sapete essere davvero perfide con i vostri nemici. »
Tyene sorrise e replicò immediatamente: « Sappiamo far pentire una persona di essersi messa contro di noi, questo è vero. Voi maschi invece risolvete tutto a pugni e non credo che sia saggio in questo caso. »
Ryon ridacchiò. « Fidati di tuo padre, è molto istintivo ma, in questo caso, sono convinto che non farà una simile sciocchezza. »
La conversazione si chiuse lì e Daario disse che erano molto vicini alla sala del Trono, dove Daenerys li aspettava.

Salite un paio di scale e attraversato un ultimo corridoio finalmente giunsero nella stanza.
Tutti i sei visitatori notarono immediatamente la bellissima ragazza seduta in cima a una scalinata. La tipica bellezza eterea Targaryen, dai tratti delicati, gli occhi viola e i lunghi capelli color biondo platino. Quelli di Daenerys erano intrecciati e cadevano alle sue spalle in dei flessuosi boccoli.
Indossava un vestito blu e sedeva dritta e rigida sulla sua sedia, gli occhi incuriositi fissi sui visitatori. Improvvisamente si soffermarono sulla figura flessuosa di Oberyn.
Il principe rimase a fissarla qualche secondo, dopodiché si inchinò e fu seguito dai suoi compagni.
« Oberyn Martell? » domandò Daenerys, senza nessuna espressione in particolare. La sua voce era dolce e vellutata.
Il dorniano sorrise e si rimise in piedi. « Sono io » confermò con alzata di spalle, « spero di non avervi delusa mia Regina, magari aspettavate un giovanotto tutto misterioso come il vostro burbero condottiero. » Le sue parole furono accompagnate da un dito che puntava a Daario.
Il mercenario sobbalzò e fissò il principe con irritazione. Daenerys si lasciò sfuggire una risata. « Non mi aspettavo nient’altro che un uomo come voi principe Oberyn » commentò, il tono divertito. « Ovviamente do il benvenuto a voi e ai vostri compagni di viaggio. »
« Grazie mille, mia gentilissima Regina » replicò lui, prima di indicare gli altri. « Permettetemi di presentarvi il mio amico Ryon, Lord Archibald della Casata Yronwood e infine Tyene, Nym e Obara Sand. Le mie figlie. »
Daenerys li squadrò uno a uno, prima di lasciarsi prendere dalla curiosità. « Perdonatemi se sembro invadente ma Sand è un cognome … »
« Avrete sentito parlare dei bastardi di Dorne Altezza » intervenne Obara con sguardo fiero, « in particolare noi ci facciamo chiamare Serpi delle Sabbie. »
 Daenerys annuì comprensiva. « Da questo nomignolo deduco che sarebbe meglio non ostacolarvi in battaglia. » Lei e Obara si scambiarono un sorriso loquace. Alla Serpe piaceva quella regina, per quanto delicata e bianca, sembrava … diversa da qualsiasi altra ragazza della sua età, ma in maniera giusta. Si vedeva nei suoi occhi viola, occhi che brillavano davanti a degli sconosciuti: sicuramente era emozionata perché provenivano dalla sua terra.
Eppure qualcosa nella testa di Oberyn gli suggeriva che non era un trattamento speciale, che Daenerys accoglieva un poco tutti i suoi sudditi con quello sguardo. Vuole essere amata … e amare, si ritrovò a pensare.
La voce della regina era sicuramente diversa, notò Ser Barristan. Quella non era la voce della Regina di Mereen con i suoi mille nomignoli, ma di Daenerys nata a Roccia del Drago, non lontana dalle coste di Westeros.
In effetti aveva chiesto a Missandei di non essere presentata nella solita maniera. Non aveva bisogno di farsi valere o di vantarsi con quei dorniani.

In realtà non parlava in maniera diversa solo perché i visitatori venivano da Westeros ma anche perché, in qualche maniera, quelle persone erano state parte della sua famiglia. Lo erano tutt’ora, se il matrimonio fra suo fratello Rhaegar e la buona Elia Martell contava ancora qualcosa.
« Sinceramente non molti giorni fa ho sconfitto tutte e tre, contemporaneamente » si intromise Oberyn, sulla sua faccia un sorriso compiaciuto che fece sorridere irrimediabilmente anche Dany. Iniziava già a capire che tipo fosse Oberyn. Questo perché lui era un libro aperto, non era come gli uomini che Dany aveva incontrato sin allora; Oberyn non aveva bisogno di nascondersi, non voleva assolutamente nascondersi, anzi voleva mostrarsi. Come prima impressione non aveva fatto male. Le piaceva.
« Ci presenti male alla Regina » protestò Tyene, a braccia incrociate. Il suo tono era divertito. « Sei tu a essere troppo bravo, non noi a mancare di talento. »
Obara assestò una gomitata ammonitrice alla sorella minore. « Non vantarlo, il suo ego è già abbastanza nutrito » mormorò. Anche stavolta, Dany non riuscì a reprimere una risatina. Nessuno dei dorniani aveva bisogno di nascondersi, si comportavano in maniera così naturale anche in sua presenza.
« Avete dei capelli bellissimi Altezza » dichiarò Nym, rimasta in silenzio fra Lord Archibald e Ryon fino a quel momento. Obara sollevò gli occhi: tipico di sua sorella Nym parlare subito di vestiti e di capelli.
« Grazie mille » rispose Dany, lusingata, « anche i tuoi sono molto belli. »
« Come mai tutti quegli intrecci? »
« Nym, non essere impicciona » protestò Obara.
« No, va bene » obbiettò Daenerys, sollevando una mano in segno di approvazione. « Si tratta della … » cominciò a spiegare.
Fu prontamente interrotta da Oberyn, che si espresse con sicurezza e padronanza. « Si tratta della cultura Dothraki. Più vittorie ottieni e più trecce crei, a dimostrazione del tuo valore. Un uomo con una treccia corta è come un uomo che cammina a piedi, senza cavallo. È una nullità. »
Dany rimase a bocca aperta. Oberyn voleva stupirla? Ebbene, ci era riuscito alla grande. « Come sapete tutte queste cose Principe Oberyn? » domandò, il tono di voce meravigliato. Voleva assolutamente sapere di più su quell’uomo.
« Ho viaggiato parecchio e sono stato anche in esilio a Essos, Altezza. »
« Come mai in esilio? » intervenne prontamente Daario, invasivo e scortese.
Daenerys gli lanciò uno sguardo severo e si schiarì la voce. « Daario ti prego » ammonì, il tono perentorio.
Il suo mercenario non sembrava apprezzare gli ospiti ma quello non era il comportamento adatto. La severità di Dany fu subito messa da parte quando tornò a fissare il dorniano. « Abbiamo una cosa in comune Principe » ammise, con occhi carici di comprensione. Non era facile stare lontani dalla propria terra.
« Direi il buon inizio per una lunga e appassionata conoscenza » osservò Oberyn, gli occhi malandrini e arguti, un sorriso malizioso sulle labbra che fece stizzire Daario. Daenerys, invece, ancora una volta sentì i muscoli del proprio viso sollevarsi in un sorriso molto divertito … e soprattutto spontaneo.
Oberyn continuò a guardare Dany, finché il suo sguardo non fu richiamato da un cavaliere. Barristan, in piedi accanto alla regina, sollevava gli occhi al soffitto, con il fare fintamente esasperato di chi sa molte cose. « Ser Barristan, si sentiva la vostra mancanza dall’altra parte del mare. »
« Vedo che non siete cambiato di una virgola Oberyn », Barristan espresse i propri pensieri, leggermente ironico. « Come stanno i Lannister? »
« Fin troppo vivi per i miei gusti, ma un giorno rimedierò a questo scandalo. »
La voce di Oberyn era velata, contenuta, ma dietro a quel finto contegno si nascondeva un mare di odio. E Dany non poteva dargli torto.
Tuttavia il nome dei Lannister le aveva riportato alla mente una questione importante: doveva chiarirsi immediatamente con i suoi ospiti su un punto importante.
« Ho molte cose da chiedervi Principe Oberyn, cose personali e intime. Di quelle possiamo discutere in privato però. Prima di tutto devo domandarvi perché siete venuti sin qui? Sono giovane, non stupida e so che volete la fine dei Lannister. Siete qui per riportarmi a Westeros quindi? » domandò senza mezzi termini, osservando uno a uno i visitatori.
Le Serpi si scambiarono degli sguardi preoccupati: dovevano temere un rifiuto? Avevano affrontato un lungo viaggio e sarebbe stato desolante essere rimandati a casa senza risultati.
« Anche » ammise Oberyn, senza negare alcuna evidenza, « certo comprendiamo che possiate non essere pronta, ma ciò non ci impedisce di pensare che un giorno vi convincerete. »
« Sarà dura Principe Oberyn. »
Oberyn sorrise, sempre convinto e sicuro di sé. « Sono molto testardo, io. » Dany ricambiò mansuetamente il sorriso. Ora capiva cosa avesse Oberyn di tanto attraente. Era la persona più simile ai Dothraki che Dany aveva incontrato ultimamente; era libero come loro, senza freni e senza convenzioni sociali. Tuttavia non era rozzo e primitivo, anzi si muoveva con estrema grazia e sapeva tante cose.
« Non avrei mai detto. » Sarcastica, sveglia. « Intanto siete chiaramente miei ospiti e provvederò a farvi avere le migliori sistemazioni. Immagino che sarete stanchi per il viaggio. Missandei scortali nelle stanze dell’Ala destra. »
Daario si rilassò confortato e quasi si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo. Finalmente poteva togliersi Principe Serpe dai piedi, restare solo con Dany, parlarle di quegli ospiti presuntuosi.
Oberyn, però, non sembrava intenzionato a concludere quella lunga giornata, dando prova di quanto potesse essere testardo. « In effetti io non sono molto stanco, cosa ne dite se vi offro un braccio per una passeggiata? Intanto potreste farmi quelle domande personali che vi stanno tanto a cuore. »
Le spalle di Daario tornarono rigide, i suoi occhi divennero di fuoco.
« La Regina ha delle persone da ricevere » mormorò, espressione tombale e tono ancora di più.
Nuovamente il tentativo di allontanare il suo avversario fu respinto, ancora una volta. « Non fa niente, sono troppo stanca per quello. Scusatevi e rimandate tutti a domani. » Le parole di Dany erano rigide, tassative. « Missandei conduci gli altri ospiti nelle loro stanze. »
La Regina di Mereen scese i numerosi gradini e gli ospiti si inchinarono dinanzi a lei, dopodiché Oberyn offrì il proprio braccio come aveva promesso. Daenerys si sentì improvvisamente molto piccola, ma si fece comunque coraggio e afferrò il braccio del dorniano. Oberyn aveva un profumo molto forte, aspro e maschile, il che era inebriante ma intimoriva anche. Profumava di sole, di oli e di limoni. Daenerys aveva annusato qualcosa di identico molto tempo fa, quando era ancora una bambina.
Subito ricordò parte della propria infanzia: casa, una porta rossa, un albero di limoni e quegli odori di oli profumati che provenivano dalla finestra.
Casa. Oberyn profumava di casa, l’unica che Daenerys aveva avuto modo di conoscere.
E, mentre si allontanavano da soli e senza nessuno alle calcagna, Oberyn dimostrò di essere un uomo attento, oltre che libero.
« I vostri occhi sono lucidi, Altezza » sussurrò, accarezzando il palmo morbido della sua piccola mano con il proprio, decisamente più grande e calloso.
« Tu profumi di casa » replicò lei, commossa, senza vergogna. E persino la spavalda Vipera Rossa fu colta di sorpresa. « Comunque puoi chiamarmi Daenerys. »


 

Note finali:
Ciao, felicissima di essere tornata con questa storia che mi emoziona mente la scrivo.
Spero di trasmettere un minimo di questa emozione anche a voi che leggete.
Avevo scritto molto di più nei miei documenti, ma ciò che avevo scritto allungava il viaggio di Oberyn inutilmente.
Quindi ho dovuto cancellare due capitoli di viaggio e li ho sostituiti con il terzo e il quarto.
Ovviamente scrivere, cancellare e riscrivere mi ha portato via del tempo.
Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

  
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