Film > La Bella e la Bestia
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Autore: AnAngelWithBrokenWings    29/07/2019    0 recensioni
**************************[Dal testo]**************************
L’angelo sembra molto realistico, come tutti gli altri esseri alati che popolano la facciata del castello. E’ piegato verso il basso, nell’atto di avvicinare le labbra ad un uomo sofferente, per baciarlo . Ha un sorriso appena accennato nella penombra, gli occhi marmorei e sereni, senza pupille e il volto rotondo, scolpito con gran maestria, visivamente liscio e morbido, come la pelle di un neonato. I capelli corti, divisi da una lieve riga centrale, sono onde perfette che ricadono sulle guance liscie, e la tunica disegna perfettamente ogni curva dell’angelo con pieghe leggere, lasciando uno scorcio di spalla scoperto. Le ali fanno da schermo a tutta la scena, fiere e forti, composte da un mosaico di piume candide, la cui punta poggia gentilmente sul freddo piedistallo. Le braccia sinuose sorreggono l’uomo, che sembra avere non più di vent’anni. Indossa vesti molto pregiate, a giudicare dalla giacca col colletto alla coreana, chiusa da quattro bottoni di diamante e ornata di due spalline con la frangetta. Forse è un nobiluomo, un personaggio storico, un… principe.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio
Note: Otherverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ora il vibrante abito rosso sembra un sordido panno, zeppo com’è di macchiette di sangue e terriccio, quindi Mrs Bric, una teiera molto paffuta e cortese, mi ha chiesto di affidarglielo per metterlo a nuovo. E’ stato gentile da parte sua.
Dopo essermi strofinata a fondo per una buona mezz’ora m’infilo nel pigiama, una veste lunga, chiara e grondante di fiocchetti qua e là, per poi sprofondare nel letto. Mi giro e rigiro più volte, senza riuscire a prendere sonno, tirando ogni due per tre gravi sospiri.
Non sono riuscita a tornare a casa. E’ frustrante, angosciante, ingiusto. Eppure deve esserci un modo per riavere la mia vecchia vita, ne sono sicura.
Ma se invece non potessi più ritornare indietro…
Cosa farei qui? Con quella bestia? – voglio dire… David.
Sua carcerata: per me significherebbe agonia costante, che non posso affrontare da sola. Però non si è dimostrato cattivo, in fin dei conti, anzi, tutto il contrario: gli sono debitrice perché mi ha soccorso quando nessun altro avrebbe potuto farlo, e nonostante fossi fuggita da palazzo. Il punto è: perché ricoprirsi di sangue per salvare me?
Il cuore ha alterato i suoi palpiti per un attimo.
Forse, dietro a quell’ammasso di peli e zanne c’è un corpo di carne e sangue e un cuore umano che batte sempre, anche se non si vede.
C’è un silenzio immacolato, l’unico accenno di vita e movimento lo danno le nuvole che coprono la luna nel cielo notturno. E’ in momenti come questi che dimentico chi sono e dove sono e mi sento bene, in pace con me stessa. Peccato che siano solo piccoli momenti , che terminano nell’istante stesso in cui si ricade nella realtà. E’ quello che mi succede proprio ora.
Scalcio le coperte e scendo le gradinate che mi conducono all’ingresso pavimentato in marmo dipinto, cercando di fare silenzio. Procedo verso il salone, dove trovo David (o forse dovrei dire ‘il padrone’? o ‘la bestia’? Non lo so più neanche io) immerso in un sonno profondo. Non ho intenzione di svegliarlo, solo… guardarlo.
Conserva sempre il suo aspetto inumano, ma sembra così calmo e indifeso nel bel mezzo del sonno che persino le sue zanne non mettono paura. Messami in ginocchio, gli prendo delicatamente una zampa – che si rivela più grande e pesante di quel che credevo - e combacio il palmo della mia mano minuta col suo, peloso e irsuto.
Non è diverso da me, forse solo nell’aspetto, ma sono sicura che ci sia qualcosa di più in lui che, semplicemente, non riesco a vedere. I servitori sono stati tramutati in oggetti da un’entità soprasensibile e anche David potrebbe essere stato vittima dello stesso sortilegio, ma come mai non ha subìto la medesima sorte della servitù? Perché una bestia e non un lampadario? O una scodella?
Scuoto la testa e riposo la zampa sul suo grosso petto. Meglio lasciarlo riposare e non sforzare il suo corpo, per dare alle lesioni il tempo di disinfettarsi.
Tornando verso la mia camera non posso pensare ad altro che a questa notte movimentata.
Incredibile.
Mi ha salvato più di una volta senza chiedere niente in cambio.
   
 
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