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Autore: The_stampede    30/07/2019    7 recensioni
La storia prosegue negli anni dopo lo scontro con Safulan e il mancato matrimonio. La situazione non è cambiata molto tra loro, ma sono cambiati loro con l'unica, inevitabile costante della vita: il tempo che trascorre. Mentre Akane è maturata sia in senso fisico che mentale, Ranma ancora si crogiola nella folle quotidianità della loro vita, ma l'inizio del terzo e ultimo anno scolastico finirà per fargli fare un brusco risveglio, peggiore di quelli a cui lo ha abituato la fidanzata.
Ranma 1/2 è il mio manga preferito, lo rileggo spesso e ogni volta non posso fare a meno di scoppiare a ridere per le disavventure, i personaggi e il nonsense, che percorre tutta la storia. Come la maggior parte dei suoi fan, anche a me è rimasto l'amaro in bocca per il finale aperto. Negli anni e nelle varie riletture ho finito per apprezzarlo maggiormente, ma non è passata la voglia di creare qualcosa che soddisfacesse il mio bisogno di una conclusione. Così eccomi qui; spero possiate apprezzare la storia e, come succede a me quando leggo le fanfiction altrui, passiate qualche momento di svago e stacco dal quotidiano nel leggerla.
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ranma emise l’ennesimo sospiro, che, come i precedenti, si trasformò in una pallida nuvoletta così da sottolineare la temperatura di quel gennaio. Era steso sul solito angolo di tetto di casa Tendo, appena rientrato da uno dei più improbabili viaggi di allenamento che avesse fatto.
I pensieri gli si accavallavano nella mente e l’unico modo per scacciare via il senso di oppressione era stare all’aperto a rimirare le stelle.
“Al Diavolo!” esclamò ad alta voce, tirandosi a sedere e scompigliandosi la fitta capigliatura con entrambe le mani, durante l’allenamento aveva elaborato un piano, ma al suo ritorno era fallito senza essere cominciato. Akane non era in casa. *Akane* pensò, ed emise un altro sospiro.
Si distese nuovamente sulle tegole del tetto, *Come diamine ho fatto a farmi incastrare fino a questo punto?* e la mente lo riportò all’autunno, il primo giorno di scuola del loro terzo ed ultimo anno al Furinkan.

Era una splendida mattina di settembre e Ranma era di ottimo umore, iniziava la scuola. No, non era improvvisamente rinsavito e non aveva certo fatto pace con gli studi, ma l’essere al terzo anno voleva dire una cosa fondamentale, fantastica, eccezionale: Nabiki “la Strega” Tendo e Tatewaki “lo Svitato” Kuno non frequentavano più il liceo!
Basta con le strambe effusioni del Senpai nei suoi confronti quando era “la ragazza con il codino”, basta Nabiki appostata ad ogni angolo per vendere sue foto tragicamente inopportune o divulgare informazioni a pagamento, che di norma riuscivano a creare trambusto per un’intera settimana.
Quando Akane lo vide nella sala da pranzo vestito di tutto punto, con la cartella e già a metà della colazione la ragazza non poté fare a meno, per un istante, di pensare a qualche strano intruglio cinese oppure ad una copia del fidanzato uscita da uno specchio maledetto.
Ma no, niente di tutto questo.

Si avviarono a scuola per il solito tragitto, Ranma sulla ringhiera che fischiettava allegro e Akane che lo guardava di sottecchi, sorridendo di quell’inaspettato buon umore. Nessuno dei due disse nulla, godendosi quei rari momenti privi di battibecchi che ogni tanto riuscivano a concedersi. Negli anni trascorsi la piccola delle sorelle Tendo aveva cercato di lavorare un pochino sul proprio autocontrollo, pensando che, in futuro, gestendo la palestra, avrebbe fatto meglio ad essere un po’ più controllata. Ranma era migliorato ulteriormente come artista marziale, ma la sciagurata educazione avuta dal padre non lo portava certo a grandi introspezioni. Così di carattere non era cambiato molto, prendeva in giro la fidanzata fino a ferirla e farla piangere per poi pentirsi, si faceva infinocchiare dalle moine delle altre e giurava di non tenere al terribile maschiaccio privo di sex appeal salvo poi sbriciolare chiunque le si avvicinasse tentando di farle del male o di conquistarla.

Erano davanti al cancello della scuola e Ranma fece un respiro a pieni polmoni “Ahhhh, che pace! Non è vero Maschiaccio?” erano troppi minuti che non la stuzzicava, una punzecchiatina ci voleva proprio. Non sortì l’effetto desiderato, Akane conosceva ogni sfumatura di tono con cui Ranma pronunciava quell’appellativo e sapeva che in quel caso c’era solo il desiderio di giocare un po’. Gli sorrise e rispose “Hai ragione Baka!”.
Ecco però uno dei suoni più nefasti, che i due ragazzi avevano imparato a conoscere negli anni, librarsi nell’aria annunciando l’arrivo di qualcuno di ancora più nefasto.
Appena il trillo del campanello della bicicletta smise di far sentire la propria voce quella di Shampoo iniziò con le solite esternazioni di affetto nei confronti del codinato, coadiuvate dalle effusioni fisiche e da una sordità alle proteste del ragazzo davvero invidiabile.
“Shampoo lasciami! Devo andare a scuola!” “Lascia peldele la scuola amole mio e poltami a fale un gilo, plometto che non te ne pentilai” disse sorniona, sbattendo le lunghe ciglia con fare allusivo. Il Baka iniziò ad arrossire e balbettare le proprie proteste, cercando di staccarsi di dosso la pretendente cinese. “Akane aspettami!”, ma la fidanzata non era già più in vista.

“Uff!” le sopracciglia aggrottate e il viso tirato *Cambierà mai qualcosa nelle nostre vite?* Akane scosse la testa, come se quel gesto fisico potesse far uscire dalle orecchie i pensieri riguardanti la sua situazione sentimentale. Non avrebbe mai sospettato che la risposta sarebbe arrivata il mattino seguente.

Il secondo giorno di scuola iniziò come quelli degli anni trascorsi, l’entusiasmo per l’assenza di Nabiki e Kuno era già diventato insufficiente per far sì che Ranma si alzasse ad un’ora decente. Ne era conseguita la solita brusca sveglia a suon di secchi d’acqua in faccia, la corsa verso la scuola corroborata da un’intensa litigata e l’entrata di Akane in solitaria causa contrattempo cinese che aveva fatto rallentare il fidanzato.
Akane aprì il proprio armadietto per riporvi le scarpe e prendendo quelle da usare all’interno dell’edificio fece cadere una busta. Raccogliendola lesse il destinatario “Alla dolcissima Akane Tendo”.

“Finalmente mi sono liberato!” L’arrivo del fidanzato la fece sobbalzare e d’istinto nascose la busta nella tasca della divisa. Non aveva voglia di farla vedere a Ranma, non avrebbe esitato a canzonarla per il fatto che qualcuno pensasse a lei come ad una ragazza dolce. In classe tra una pausa e l’altra lesse e fece leggere il contenuto a Sayuri e Yuka e la lettera divenne argomento di discussione fino all’ora di pranzo in cui Akane sparì per qualche decina di minuti.

I giorni successivi proseguirono più o meno allo stesso modo, salvo l’aumentare delle lettere recapitate nell’armadietto della piccola Tendo e i minuti di assenza di lei nella pausa pranzo.
Fu in un giorno di pioggia, in cui Shampoo non si presentò per cause di forza maggiore: difficile manovrare una bicicletta quando sei un gatto, non impossibile, ma sicuramente complicato; che Ranma entrò con Akane per cambiarsi le scarpe.
La ragazza tentò alla bell’e meglio di non far vedere le lettere al fidanzato, ma queste crollarono miseramente a terra poiché erano diventate una buona quantità e una volta aperto l’armadietto strariparono. Il Maschiaccio arrossì vistosamente mentre Ranma ne raccoglieva una “E questa che diavolo è?!” “Non ti riguarda!!” inveì Akane che tentò, invano, di strappargli la missiva dalle mani. Era incredibile come l’agilità di Ranma svanisse quando la fidanzata voleva picchiarlo e fosse invece sempre presente quando si trattava di stuzzicarla o ficcanasare nei suoi affari. “Alla bellissima Akane Tendo” lesse il codinato ad alta voce.
Fissò le parole per qualche secondo e poi gettò la lettera addosso ad Akane, rivelando più disappunto di quanto non facessero le sue parole.  “Poveretto dev’essere cieco per trovare carina un maschiaccio privo di sex appeal, coi fianchi larghi e senza seno come te!”
Solito insulto, solita punizione: un pugno stese Ranma che rinvenne qualche secondo dopo facendo in tempo a vedere la propria fidanzata allontanarsi da lui ancora avvolta da fiamme azzurrine, pestando il pavimento con tale forza da lasciare piccoli crateri ad ogni passo. L’artista marziale si tirò a sedere massaggiandosi il bernoccolo con una mano e stringendo nell’altra una delle lettere destinate alla fidanzata a cui l’aveva sottratta di nascosto. Voleva vederci chiaro, quella storia non gli piaceva neanche un po’.

Tornati a casa Ranma si chiuse in camera, sapendo che Akane, ancora arrabbiata, non l’avrebbe cercato e facendosi un appunto mentale di andare a scusarsi con lei prima di cena;* No, meglio dopo cena, non si sa mai che per far pace poi mi cucini qualcosa!*
Lesse quindi il frutto del suo abile furto con tutta calma, o meglio, in un ambiente tranquillo perché una volta iniziato a leggere il contenuto della lettera la rabbia la fece da padrone. Non solo un qualche damerino da strapazzo elogiava ogni pregio della fidanzata, ma il tutto si concludeva con una richiesta di uscire con lui e diventare la sua ragazza. Al termine della missiva un appuntamento nel cortile sul retro della scuola per dar modo alla “Meravigliosa” Akane di rispondere.
Ranma stropicciò la lettera stringendola nel pugno, era furente, avrebbe spezzato ogni osso in corpo a quel dannato imbecille! Una volta calmatosi però iniziò a riflettere, perché nella lettera il damerino pensava che Akane fosse libera? Come mai le lettere erano state recapitate quest’anno e non negli anni precedenti? Iniziò così ad elaborare un piano per dare risposte alle proprie domande.

Il giorno dopo all’entrata da scuola evitò con abilità Shampoo e fece in tempo a raggiungere Akane all’apertura dell’armadietto.
Quest’ultima non si curò più della presenza del fidanzato, apri lo sportello e raccolse pazientemente il contenuto postale.
“Posso vederle?” Chiese Ranma con un’insolita calma “Credevo che non ti importasse niente…” rispose Akane con freddezza “Volevo solo vedere quante lettere ti scrive quel povero ragazzo privo della vista!” “Veramente…” La ragazza arrossì abbassando gli occhi e Ranma ebbe la conferma del peggiore dei sospetti che lo aveva perseguitato il giorno prima. Strappando con poche cerimonie le lettere dalle mani della fidanzata constatò che chiaramente non erano scritte dalla stessa persona, ma da diverse. Tutte però, vedendo velocemente come erano intestate, sembravano essere accomunate dal medesimo scopo di quella letta da Ranma il giorno prima. “Bah in questa scuola sono tutti degli imbecilli!!!” esclamò lanciando in aria le buste e andandosene con un diavolo per capello.
Rimase di pessimo umore per tutta la mattinata, evitando Akane il più possibile e iniziando ad agitarsi per l’ora di pranzo, era il giorno in cui Yatoshi della 2°E aveva dato appuntamento ad Akane per avere una risposta.

Yatoshi non era mai stato molto fortunato in vita sua e il sorriso della dolce Akane era ciò che illuminava la sua triste vita di studente da due anni a questa parte. Non avrebbe mai sospettato che recarsi all’appuntamento con la meravigliosa Tendo sarebbe stato uno dei momenti peggiori della sua vita.
“Yatoshi sei tu?” lo chiamò una voce femminile da dietro un albero. Il cuore del ragazzo perse un battito, Akane era lì. “Ssi Aakane, sono io”, rimase sorpreso quando, sempre da dietro l’albero, vide rotolare una teiera vuota e spuntare fuori un ragazzo con il codino.
Ranma squadrò lo studentello da capo a piedi, sembrava un normalissimo adolescente giapponese, ma gli ultimi due anni e mezzo della sua vita gli avevano insegnato a diffidare della sanità mentale di chiunque, soprattutto se mostrava interesse per la sua fidanzata.
Si avvicinò in un lampo a Yatoshi e senza preamboli, afferrandolo per il bavero, gli chiese perché avesse chiesto di uscire ad Akane Tendo.
Il ragazzo era spaesato, gli sembrava di aver già visto quel tipo con il codino girare a scuola, soprattutto in compagnia della sua amata. Saotimo o qualcosa del genere. Immaginando che fosse un lontano parente venuto ad appurare le serie intenzioni del suo amore verso Akane, Yatoshi si lanciò in una sperticata lode di tutti i pregi della giovane Tendo e di quanto fosse intenzionato a renderla felice. Erano ormai due anni che il suo cuore palpitava per la bella ragazza dai capelli corvini e gli occhi nocciola.
Ranma, ormai al limite dell’esplosione, gli chiese “Se sono due anni che sei innamorato di lei, perché ti fai avanti solo adesso?!” “Bbhe, Kuno Tatewaki non c’è ppiù, quindi ora si può fare liberamente la corte ad Akane” rispose titubante.
Il codinato lasciò la presa allibito, lo smidollato che aveva davanti aveva più paura di Kuno che di lui?!!?
“Spiegati meglio, in che senso ora che non c’è più Kuno potete fare la corte ad Akane?! Hai un minuto prima che ti faccia a pezzi!”
Così Ranma venne reso partecipe di una parte dei pettegolezzi del Furinkan che riguardavano la sua fidanzata. Pare che molti degli studenti arrivati all’istituto l’anno successivo a Ranma ed Akane avessero notato subito la bellezza di quest’ultima facendola diventare l’oggetto dei loro desideri, quasi nessuno però praticava sport o arti marziali, per cui la possibilità di farsi avanti con la giovane Tendo era interdetta dalla regola del Senpai Kuno di poterla battere in una sfida.
Tra l’altro la palese follia di quest’ultimo insieme alla sua abilità con la katana aveva dissuaso tutti dal rendere noto il loro interesse per Akane.
Avevano sentito dai Senpai del secondo anno, cioè i coetanei di Ranma, che Akane era fidanzata con un artista marziale, ma quando avevano visto come Saotome la trattava, sottolineando tutto il tempo quanto poco interesse avesse per lei ne avevano dedotto che il fidanzamento fosse una diceria e il fatto che vivessero sotto lo stesso tetto indicava che erano probabilmente parenti.
Inoltre, anche fosse stata vera la notizia del fidanzamento, il fatto che fosse imposto gli dava poco valore, e poi quello era l’ultimo anno per potersi fare avanti e dichiararsi ad Akane.

L’artista marziale era completamente spaesato, con gli occhi vitrei di chi ha perso la propria anima e vaga come morto tra il mondo dei vivi prese Yatoshi nuovamente per il colletto e gli intimò in maniera decisamente convincente di non avvicinarsi più ad Akane nemmeno con il pensiero e di diffondere la notizia il più possibile: Akane non sarebbe mai stata alla loro portata e chiunque pensasse il contrario avrebbe vinto un lungo soggiorno nell’ospedale del Dott. Tofu, completo di tutte le migliori esperienze quali gesso per ossa rotte e lunga riabilitazione per ricominciare a camminare. Finite le minacce che fecero scappare a gambe levate lo studentello del Furinkan, Ranma, con lo sguardo ancora vacuo, portò il viso verso il cielo senza vederlo. Chi l’avrebbe mai detto che un giorno avesse rimpianto amaramente il fatto che Kuno Senpai non frequentasse più la scuola con lui?!
   
 
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