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Autore: xingchan    31/07/2019    4 recensioni
[Post manga]
Dopo un incontro con due gemelli sfidanti del dojo Tendo, Ranma decide di farsi avanti con Akane. Ma qualcosa va storto, e la causa è proprio la piccola delle sorelle Tendo.
Estratto:
"Perché sì, lo avrebbe fatto. Ormai era troppo vicino a lei con lo sguardo incatenato al suo. Gli occhi di Akane lo trafissero tagliandogli involontariamente ogni via di fuga. Si sentiva esposto, come se fosse nudo, nei guai fino al collo. E non sapeva spiegarsi il perché, ma voleva immergersi, in quei guai, e rimanerci.
Stranamente non gli importava se l'avesse mandato su Marte, se lo avesse riempito di pugni o se gli avesse dato del maniaco. Era troppo euforico per darsi pensiero per questo.
[Lieve OOC]
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Don't ask me why



Quello doveva essere almeno il millesimo sospiro a metà strada fra l'esasperazione e la rassegnazione fatto nell'arco di appena qualche ora.

Ranma calciò un sassolino giusto per sfogarsi contro qualcosa che non avrebbe potuto provare dolore. Perché alla fine, se avesse riversato la sua frustrazione su qualcuno - Kuno o Ryoga, magari - chissà cosa gli avrebbe combinato. L'unica cosa positiva in quel quadretto tutt'altro che idilliaco era che non sentiva più la febbre addosso, e le bende del dottor Tofu esternamente non erano macchiate di sangue. A giudicare dal prurito che Ranma percepiva appena sotto le garze, le ferite si stavano già cicatrizzando, e sicuramente a quell'ora anche Akane doveva stare meglio.

Stare a riposo avrebbe migliorato la situazione, e comunque anche se c'erano state occasioni di farlo era lui stesso ad impedirsi di riprendere le forze in un posto al coperto. Forse da sua madre avrebbe potuto fare un po' di convalescenza in piena regola, nonostante ora non ne avesse granché bisogno. Però c'erano numerose possibilità che lei comprendesse il suo malessere, e che volesse saperne di più per cercare di risolvere i suoi problemi.

Ranma apprezzava questa sua premura, non avendone avute granché per moltissimo tempo, però la componente di rischio che avesse cominciato a tempestarlo di domande era spaventosamente alta, ed altrettanto pressante sarebbe stata la sua intenzione di spingerlo nuovamente fra le braccia - o sarebbe stato meglio dire fra i pugni - di Akane.

Ciò che Ranma voleva però era andarsene con il suo ji e basta, così decise che non sarebbe rimasto un giorno di più da sua madre, né avrebbe atteso che lo facesse reincontrare con Akane soltanto per poter fare un nuovo tentativo.

Solo che la tenace determinazione di seguire quel disegno si riduceva a persistere appena qualche secondo, e la situazione gli parve ancora più difficile quando i suoi occhi inaspettatamente si trovarono di fronte il giardinetto della casa di sua madre, curato e pulito come al solito.

Il suo istinto gli suggerì di andarsene di corsa, di non farsi vedere e farsi dare per disperso. Sarebbe stato decisamente tutto più semplice, senza implicazioni rancorose o imbarazzanti, e soprattutto senza dover fare ancora una volta la figura dell'illuso che cerca spiegazioni che non volevano essere svelate.

Al diavolo tutti.

Si voltò, sentendo che quel misero gesto lo avesse inaspettatamente spronato a continuare a camminare per allontanarsi da lì.

Forza, andiamocene!

Ranma, che sorpresa!”

Bene, beccato.

Ranma si sentì gelare per tutto il corpo, e mai come in quel momento si era sentito braccato come un povero animale in piena stagione di caccia, nemmeno nel bel mezzo del suo incontro marziale più violento.

Doveva essere il destino crudele, o qualche altra stronzata in cui Akane credeva, perché di spiegazioni non è che ne avesse moltissime, eh.

Da quanto tempo è che non ti si vede da queste parti?!”

Ehm...”

Ehm.

E' tutto quello che sai dire?

Prenderlo alla sprovvista poteva andare, ma fare il verso di un topo in trappola incapace perfino di parlare era troppo; e sua madre doveva aver colto quel senso di smarrimento che oramai lo accompagnava da ore, perché si rabbuiò mentre lo osservava a corto di parole.

Soffiò un sospiro di comprensione, mentre articolava tre semplici parole che però non lasciavano molto spazio a dubbi di sorta.

Mi dispiace, figliolo.”

La donna si affrettò a coprire quei due metri che lo separavano da lui, e gli circondò le spalle in un abbraccio. Quando lei accopagnò la sua testa al petto, e Ranma finalmente la assecondò senza opporre resistenza, sentì che per la prima volta dopo aver lasciato casa Tendo poteva finalmente sentirsi nel posto giusto.

Ricambiando la stretta e lasciandosi andare alle lacrime represse troppo a lungo però avrebbe significato fornire una definizione a quell'atteggiamento arrendevole alla madre, e come diavolo avrebbe fatto a raccontarle tutto quanto? Senza contare che...

I Tendo mi hanno chiamato per sapere se eri da me, ma ho dovuto rispondere negativamente.”

Eh? Frena, frena, frena.

Ma cosa è successo, caro? Hai litigato con Akane più del solito?”

Ranma sciolse immediatamente l'abbraccio, forse con troppa rudezza, perché per un secondo credette di farle male.

Lo sai già?”

Dimmi che è soltanto uno dei tuoi colpi di testa” biascicò Nodoka fra le lacrime, e prima che il ragazzo protestasse - la colpa doveva essere sempre la sua? Anche quando voleva fare qualcosa di così importante? - lo trascinò in casa e lo fece accomodare al tavolo, mentre il ragazzo si liberava del peso dello zaino lasciandolo accanto a lui.

Dal canto suo, come poteva Ranma trovare la forza di reazione che gli serviva per gestire quella conversazione?

Tutto troppo assurdo, e tutto troppo ingiusto - era questo ciò che gli vorticava nella mente in quel momento - e di certo detestava questo rimpallo di notizie fra le due famiglie, specialmente ora che tutto era finito.

Non avevano dovuto mettersi sempre in mezzo durante il fidanzamento, e non avrebbero dovuto farlo ora che era rotto. Ritirò tutti i propositi che si era fatto promettendosi di raccontare ogni cosa a sua madre, perché doveva fare soltanto due cose: riprendersi il ji e sparire, letteralmente. E sinceramente non aveva voglia di andare avanti con le spiegazioni, nemmeno con sua madre.

Niente del genere” rispose arrabbiato - ed era strano come non avesse specificato che il colpo di testa c'era stato, ma era stato fatto da Akane - “E' stato un fidanzamento imposto, e nessuno dei due lo ha mai voluto realmente”, e sarebbe stata una risposta esauriente, trita e ritrita in quegli anni che ormai Ranma aveva perso il conto di quante volte l'aveva pronunciata; ma sempre validissima, reale, anche se stava diventando orribilmente banale, quasi distorta, fino a diventare qualcosa di remoto e attualmente falso.

Ma Nodoka non si lasciò vincere dalla sua ostinazione: si sedette di fronte a lui, con un fazzoletto di cotone vecchio stampo fra le mani e con una involontaria ma malsana voglia negli occhi di approfondire la situazione con il preciso scopo di venirne a capo e riavvicinarli.

Ormai la donna reputava Akane e le sue sorelle praticamente come le figlie che non aveva mai avuto, e aveva letto fra le righe - come non poteva! - il forte legame che ormai il figlio aveva instaurato suo malgrado con Akane.

Senza contare che il giorno del mancato matrimonio, sua madre era fra le persone più sinceramente felici, al contrario di tutta quella marmaglia contenta soltanto per i loro personali obiettivi e di quell'altra che voleva soltanto rovinare le loro vite - come se non fossero state già disastrate di loro.

Senti, mamma” proferì poi, sentendosi immediatamente incerto su cosa dirle per convincerla senza tanti fronzoli “a me va bene così. Sono soltanto venuto a chiederti di riprendere il mio ji lasciato dai Tendo.”

Non è saggio reprimere così tanto le emozioni, caro.”

Come se non avesse minimamente fatto caso alle sue parole - o come se non le avesse ascoltate affatto - Nodoka continuò quella tipica tortura fatta di piagnistei a ruota libera che spesso le madri infliggono ai propri figli per ricondurli sul sentiero tracciato da loro stesse. Il ragazzo con il codino avrebbe voluto scuoterla, riportarla alla realtà anche se questa sarebbe stata uno scossone troppo grande per lei da sopportare, però tutto ciò che poté fare fu cacciare un sospiro imbarazzato e tentare di cacciare inutilmente indietro un tono di voce infastidito.

Non sto reprimendo un accidente! Ti ho già detto che mi va bene così.”

Il suo tono leggermente sereno e volutamente indifferente alla cosa peggiorò la situaziome. La donna scoppiò letteralmente in lacrime, e Ranma dovette fare uno sforzo esasperato per non crollare del tutto e per mettersi a piangere insieme a lei. Proprio adesso che stava cominciando - certo, come no - a darsi una calmata riguardo a quell'assurda situazione, ecco che ci si metteva pure sua madre, terribilmente affranta da un dolore che sostanzialmente non la riguardava direttamente e che a momenti avrebbe reso quel tentativo di recuperare il ji un autentico buco nell'acqua.

Ascolta, mamma. Vorrei soltanto che mi aiutassi a recuperare il mio ji, dal momento che l'ho lasciato dai Tendo.”

Semplice, naturale. Probabilmente la tensione gli aveva fatto credere che non avrebbe spiaccicato una parola sensata, ma alla fine era arrivato al dunque senza troppi gineprai. Tirò un sospiro di sollievo, ma si trattenne dal renderlo troppo plateale.

Nodoka smise improvvisamente di piangere, e con gli occhi che sembravano due pozzanghere lo guardò fisso, con quella nota speranzosa che inquietò non poco il ragazzo con il codino.

E no, non dovrai fare niente, assolutamente niente che riguardi Akane e me. Anzi, comincia pure a trattare i nostri due nomi separatamente.”

La donna si prese qualche istante in più per riflettere sulle parole del figlio, e Ranma poté giurare di vederla sul punto di mordere il fazzoletto in preda alla frustrazione per essere stata battuta sul tempo.

Proprio non...”

No!”

Doveva averci messo più determinazione di quanto si aspettasse, perché sua madre sembrò calmarsi. Tirò su col naso, recuperando un po' della normale serenità che solitamente riusciva a trasmettere agli altri, e con movimenti leggeri si alzò per aprire il frigorifero.

Ti preparo qualcosa prima di andare dai Tendo, allora. Conoscendoti, sarai affamato.”

Ranma si ricordò di aver toccato così poco cibo durante quelle ore concitate che avrebbe mangiato come un lupo pure il tavolo, e come se rispondesse per le rime ai suoi pensieri lo stomaco gorgogliò con un rumore sordo, da far invidia all'eco di una caverna.

Sua madre sorrise divertita, e cominciò ad armeggiare fra pentole e stoviglie varie finché la calma ritornò a fare da sfondo a casa Saotome.

Non credeva fosse stato così facile. Certo, sua madre aveva fatto un paio di storie. Però aveva finito abbastanza in fretta di torturarlo. Sarebbe stato alquanto strano, se non fosse stato che Nodoka si accontentasse di vedere il figlio dal momento che non avevano modo di vedersi tutti i giorni. Alla fine, era lui quello importante per lei, no?!

Con un passato così burrascoso, e vissuti lontani per anni, per lei doveva essere una festa averlo in casa, esattamente come lo era stata per lui quando finalmente si era svelato, con i suoi pregi, difetti, e soprattutto con la sua maledizione.

Si sistemò le braccia sul tavolo per poter poggiarci la testa, e in un attimo sperò con ogni fibra del suo essere che sua madre ci mettesse più del previsto per preparargli il pranzo. Una volta finito, sarebbe andata a riprendergli il ji, e nel momento in cui Ranma lo avrebbe toccato nuovamente la sua storia con i Tendo sarebbe inevitabilmente finita. A parte la rabbia sapeva perfettamente che avrebbe faticato a distaccarsi da quella gabbia di matti, ma ora che distrattamente aveva lasciato la sua tenuta da loro voleva soltanto che nessuno andasse a recuperarla.

Era un pensiero idiota, non lo negava di certo, ma Ranma si intestardì a credere che quello era l'unico punto di contatto con Akane ancora a sua disposizione, ed eliminarlo gli sembrava un errore dei più gravi, quello che avrebbe decretato tutto il resto della sua vita.

Ti sto preparando l'oden” cinguettò all'improvviso sua madre. “Vuoi anche qualcos'altro?”

N... no, grazie” borbottò lui, riscuotendosi. Essere sovrappensiero avrebbe fatto impensierire la madre, ma non aveva potuto evitarlo. Si rese conto che la madre si era fermata per qualche istante prima di trafficare nuovamente davanti alla cucina, quindi si alzò e le si affiancò con uno dei sorrisi più falsi che avrebbe potuto mai sfoggiare.

Ti aiuto.”

Grazie, caro.”

Si sentì un verme, e probabilmente quella mossa avrebbe incrinato l'equilibrio già precario dell'imposizione a non parlarne che Ranma aveva posto nei confronti della donna, però decise di non pensarci e di dedicarsi a quel piccolo momento di apparente serenità.

Il campanello suonò all'improvviso, e Nodoka lasciò ogni cosa in sospeso per andare a vedere chi fosse stato a suonare alla sua porta.

Signora Saotome?!”

Questa voce non mi è nuova...

Oh, tu sei Ryoga, l'amico di Ranma!”

Che? Ryoga?!

Sì, sono proprio io! E' stata una fortuna sfacciata capitare a casa sua!”

Fortuna un cazzo! E' stato un fottuto caso, idiota.

Fortunato due volte, Ryoga! Ranma è venuto a trovarmi proprio adesso!”

Per favore, non dirgli niente!

Ricordò di avere lo zaino al fianco, e immediatamente lo afferrò lanciandolo con tutta la forza che aveva in corpo verso l'interno della casa, all'angolo del corridoio. Il tonfo che ne seguì fu pressoché ignorabile, ma il senso di nervosismo di Ranma fu tale da indurlo ad emettere una vocina involontariamente stridula che accoglieva Ryoga in modo troppo caloroso per i suoi gusti.

Ciao, Ryoga!”

Ehilà, Ranma!”

Proprio sulla scia di un momento decisamente imbarazzante, in cui nessuno dei due aveva qualcosa da dire, si fece largo in Ranma l'idea che forse avrebbe fatto meglio a filarsela. Non per scarsa fiducia in se stesso o in sua madre, ma perché chiacchierando si sarebbe arrivati ad argomenti che il ragazzo con il codino non voleva affrontare, tanto meno con quel prosciutto allupato.

Fra i tanti espedienti che Ranma avrebbe potuto utilizzare per uscire da quella casa, quello dell'impegno improvviso era il più ridicolo, soprattutto dal momento che avrebbe deluso l'aspettativa di sua madre di mangiare da lei.

Proprio in questo momento sto preparando il pranzo” disse la donna al giovane Hibiki. “Ti unisci a noi?”

Perché no?!” replicò lui, ancora con quel dannato sorrisetto innocente stampato su quella brutta faccia. “D'altronde, come posso rifiutare l'invito di una così bella signora?”

Oh, sei proprio un birbante!”

Dico solo la pura e semplice verità!”

Troppo buono!”

Ora mi viene da vomitare.

C'erano davvero tante cose che Ranma aveva tollerato ed aveva ancora la disgrazia di tollerare nella sua breve esistenza, ma questa era una di quelle talmente idiote e melense che la notte successiva sicuramente gli avrebbe fatto venire incubi peggiori di quanto potesse fare un film horror d'autore.

Ma perché diavolo Ryoga doveva tubare con chiunque? La sua vena da cascamorto doveva uscire anche con sua madre?! Ma il cervello come gli funzionava esattamente? Gli si accendeva solamente il neurone del maiale? Oppure aveva solo quello? Davvero riusciva a praticare le arti marziali anche in quelle condizioni?

Dacci un taglio, va bene?”

Gli pervase in senso di gelosia allo stato puro, tanto che si aspettava una replica sarcastica da parte del suino ma che inaspettatamente non arrivò. Piuttosto, Ryoga rimase piacevolmente imbambolato a godersi ogni minimo dettaglio di quelle attenzioni che Nodoka gli stava riservando.

Anche se Ranma non era nuovo ad assistere a scene del genere, si ritrovò ancora una volta a capire la situazione priva di affetto a cui Ryoga era quasi condannato, e che lo portava istintivamente ad assorbire ogni gentilezza per finire inevitabilmente per scambiarla in chissà cosa.

Era successo con Akane, sarebbe arrivata a compimento con Akari se soltanto si fosse deciso un giorno o l'altro. Non vedeva perché non con sua madre, effettivamente.

Ryoga rideva, letteralmente in estasi, come se fosse stato drogato ed ora si godeva gli effetti come un completo idiota.

E dai, Ranma. Tua madre non merita altro che carinerie e gentilezze!”

Nodoka sorrise l'ennesima volta, prima di scusarsi e voltarsi per dedicarsi alla cucina. Ranma però tirò via l'amico dalla stanza con la scusa di farlo accomodare in camera da pranzo, facendo una maniacale attenzione affinché non vedesse lo zaino buttato lì per terra.

Allora, femminuccia” esordì Ryoga, con un atteggiamento completamente diverso da quello assunto in presenza di Nodoka “che ci fai qui?”

Io? Ah, scusa se sono a casa di mia madre!”

Sei ferito.”

Ryoga fece la sua semplice constatazione mentre appoggiava il suo zaino da viaggio, e Ranma si guardò le braccia dopo tante ore passate ad ignorarle completamente. Era escluso che Ryoga sapesse dello scontro per mantenere la gestione del dojo Tendo, e probabilmente raccontando l'episodio niente avrebbe condotto il discorso verso quello che era successo fra Akane e lui.

Abbiamo avuto sfidanti al dojo.”

Ah” bofonchiò il giovane Hibiki. “Akane sta bene?”

Certo, sta benissimo” soffiò lui, forse con troppo rammarico perché un tipo indagatore come Ryoga potesse passarci sopra senza fare le sue supposizioni mentali. Così Ranma cercò di togliersi immediatamente dall'impiccio chiedendo di lui, con del malcelato sarcasmo. “Tu, piuttosto. Perso di nuovo, eh?!”

Non prendermi in giro!” urlò l'altro, agitando un pugno in aria. “E' stato il destino infausto a condurmi da un buzzurro come te!”

Ancora con 'sto destino. E' qualcosa che si mangia?

E' pronto, ragazzi!”

Arrivo, signora Saotome!”

Ryoga si alzò come una molla, pronto a correre a gambe levate in cucina, ma Ranma lo afferrò per la collottola della maglia. Se si fosse perso nei pericolosi meandri del corridoio - appena due metri e mezzo tutto dritto - chissà quando avrebbe mangiato.

Ti accompagno. Non vorrei tardare, ho una fame da lupi.”

Inaspettatamente Ryoga si lasciò condurre docilmente verso la camera da pranzo, dove Nodoka aveva apparecchiato la tavola per tre, aggiungendo all'oden anche delle verdure in salamoia e qualche dolce.

Cominciate pure, non fate complimenti!”

Nel momento in cui sua madre diede l'avvio Ranma credette di avventarsi come un animale sul cibo ma rimase pressoché impassibile di fronte a quelle leccornie, sebbene il suo stomaco non reclamasse altro. Ryoga invece accettò con un inchino degno di un signore, per poi darci dentro come un bufalo.

Un atteggiamento che Nodoka ovviamente dovette interpretare come sintomo di gradimento, perché il suo sorriso deliziato si allargava sempre di più alla vista di quello spettacolo tutt'altro che bello. La donna prese poi a mangiare con calma, incitando il figlio a fare altrettanto, e infine Ranma si vide in qualche modo costretto a mandare giù qualcosa, sperando che il nervosismo non gli facesse dei brutti tiri e gli facesse venire mal di stomaco.

Mangiò lentamente, anche se l'istinto gli suggerisse chiaramente il contrario. Fu con sorpresa che scoprì di aver mangiato ogni cosa, e che sua madre sparecchiando lo informasse del fatto che da lì a breve si sarebbe avviata a casa Tendo.

Vado a prendere il ji, puoi occuparti dei piatti?” gli sussurrò all'orecchio, ma Ryoga comunque non poté fare a meno di sentire. Purtroppo.

Il ji? Perché, lo hai lasciato da qualche parte?”

Ranma spalancò gli occhi, mentre Nodoka accennò al figlio un sorrisetto di scuse.

E va beh.

In lavanderia!” rispose il ragazzo con il codino, sperando che in qualche strano modo quel maiale lo credesse. Non è che poteva dire a Ryoga che il ji era dai Tendo e che lui non poteva e non ci voleva tornare. Ma era troppo bello per essere vero.

In lavanderia?” chiese Ryoga, evidentemente scettico su quanto aveva sentito. “Da quando ti interessa inamidare la tenuta da combattimento? Dove devi presentarti, a Hollywood?”

Idiota che non sei altro. Aveva bisogno di essere ricucito.”

Di solito non era Kasumi a farlo?”

Adesso basta!

Più andava avanti a raccontare qualche storiella per depistare ciò che era successo fra lui ed Akane, più veniva messo nel sacco. Dire bugie proprio non rientrava fra le sue capacità. Quella cretina di Akane avrebbe dovuto ricordarselo ogni volta che non gli credeva.

Se decido di fare qualcosa di diverso dal solito saranno affari miei!”

Lo disse con un atteggiamento nervoso, praticamente sull'orlo dell'esasperazione; e essersi fatto sfuggire quella cadenza fin troppo irritata non fece altro che alimentare i sospetti del prosciutto.

Datti una calmata, è solo che... non è da te.”

Dirgli dell'accaduto era fuori discussione. Ryoga ne avrebbe approfittato per farsi avanti con Akane e confessarle il suo amore, e sinceramente la cosa lo faceva imbestialire di più di quanto non facesse la presenza di Ryoga stesso in quel preciso momento.

Fortunatamente sua madre si era guardata dal dire che sarebbe andata dalla famiglia Tendo. Ma non sarebbe passato molto tempo prima che Ryoga si accorgesse che qualcosa non quadrasse.

E' evidente che c'è qualcosa che non va, sei troppo nervoso.”

Io vado, allora. Ryoga, è stato un piacere averti qui con noi. Pensi tu a lui, Ranma?”

Il ragazzo con il codino si voltò verso la voce della madre, e la vide scambiare con lui un cenno di intesa, che lui raccolse con uno sguardo deciso, ma forse fin troppo malinconico. Nodoka cercò di far finta di niente, probabilmente per non dare modo a Ryoga di domandarsi il più del necessario; ma la stupidità di Hibiki non superava la sua spiccata sensibilità, e si rese conto di tutto in un battibaleno.

La accompagno, signora.”

La riprova di questo arrivò con una voglia frettolosa di seguire la donna nelle sue commissioni per il figlio con una cadenza di voce troppo seria, troppo lontana dall'atteggiamento civettuolo di poco tempo prima.

Oh, no” si affrettò lei, pronta a spingerlo verso l'interno dell'abitazione. “Farò più in fretta da sola. E poi, avrai modo di riposare un po'. A più tardi.”

Ma il ragazzo non rispose, perché aveva lanciato accidentalmente un occhio sul corridoio e stava fissando ostinatamente lo zaino da viaggio che Ranma aveva lanciato via affinché non lo vedesse.

A Ranma si gelò il sangue, letteralmente, e d'un tratto - quasi come se non se ne fosse accorto prima - comprese che di cazzate, adesso non ne poteva più rifilarle.

Cacciò un sospiro, di quelli che non aveva fatto altro che cacciare dalla sera in cui era scappato di casa, dando modo di esternare seppure non del tutto consapevolmente la sua arrendevolezza. Per di più, sua madre se l'era svignata per non avere Ryoga alle calcagna e aveva finito con il lasciarlo in una situazione ben peggiore.

La sfiga. Deve essere la sfiga.

Credevo di essere tuo amico, prima che tuo avversario.”

Ciò che lo colse di sorpresa fu quel tono lapidario che aveva sentito dalle labbra di Ryoga soltanto poche volte nella sua vita, e per un momento Ranma si illuse di avere la sua comprensione e di potergli raccontare per filo e per segno ogni cosa, magari contando sulla sua discrezione.

Ryoga...”

Hai idea... di quanto abbia sofferto per te? E tu cosa fai, eh? Lasci Akane come se niente fosse!”

Eh?!”

Hai idea di quanta forza di volontà io ci abbia messo per farmi da parte? Io mi sto sacrificando per farvi felici, e tu rovini ogni cosa!”

No, aspetta un momento!”

Quel tentativo di giustificarsi doveva essere stato interpretato da Ryoga diversamente, perché quel suino lo afferrò per il bavero della camicia alitandogli in faccia tutto il suo disprezzo.

E perché? Perché lui si è galantemente messo da parte!

Ma vai a...

Non ti è permesso fare il dongiovanni come ti pare e piace, fai schifo!”

E' stata lei, va bene?!”

Ranma non credeva di averlo detto sul serio. Forse lo aveva immaginato - di sicuro lo aveva immaginato - ma l'espressione sconcertata di Ryoga gli diceva chiaramente che si era finalmente aperto, e proprio con una delle persone con cui non avrebbe dovuto farlo.

Hai capito bene.”

Hibiki allentò la presa fino a lsciarla del tutto dando modo all'altro di scostare via le sue braccia. Ora più che mai sentiva di detestarlo. Perché diamine doveva vedere in lui un amico, anche se era sempre lì in agguato con quella sua assurda pretesa di piacere ad Akane?

Per qualche strano motivo, non sono più fidanzato con Akane” sbottò di colpo, sentendosi praticamente in mutande nel rivelare una cosa del genere e di dirlo ad alta voce.

Per di più a Ryoga. Gli serviva una camicia di forza, e alla svelta.

E sia chiaro, non sono stato io a volerlo.”

Ryoga sembrò riscuotersi, gettan do lo sguardo a terra. Forse stava elaborando la cosa, perché a dirla tutta, Ranma sapeva che non era il solo a vedere la rottura con Akane come qualcosa di insolito, di impossibile quasi.

Ti ha lasciato lei?”

Più o meno.”

Parla chiaro, babbeo!”

Come se parlare chiaro fosse semplice!

Come poteva dirgli che era sul punto di baciarla e che lei aveva rifiutato la sua mossa? Decise di rimanere sul vago, perché ad ogni modo cosa potevano risolvere due parole messe in croce giusto per dare uno straccio di spiegazione ad uno che nemmeno c'entrava?

Ha deciso così, ed io non posso farci niente.”

E' successo qualcosa?”

Cosa non è successo, semmai.

Ranma non rispose, continuando a fissare l'amico come se volesse dire qualcosa ma questi glielo impedisse con la sua sola presenza. Questo silenzio però, alimentò le strambe - ma non troppo - fantasie del prosciutto, perchè con una voce tremendamente sconcertata iniziò a tirare fuori qualche parola balbettata.

Hai...”

Veramente io...”

Oh” esclamò, cantandosela e suonandosela tutta da solo “hai traviato la mia bellissima e purissima Akane con le tue luride mani, eh? Sei un porco, Ranma!”

Nel dirlo fece per riafferrarlo per i vestiti, ma prontamente il ragazzo con il codino lo spinse via. Non sopportava di essere preso per il tipo di persona che sostanzialmente lui non era, tanto meno voleva rispondere alla scarsa lucidità di Ryoga di quel momento.

Non ho fatto un cazzo, imbecille!”

Non fare il santarellino, non sarebbe la prima volta!”

Parla per te, che ti intrufoli puntualmente nel suo letto e ti strusci contro il suo seno senza ritegno!”

Ryoga sfoderò un sorriso trionfante, mentre Ranma avrebbe voluto non esporre per l'ennesima volta la sua gelosia cieca. Era chiaro che quella reazione non avrebbe suscitato altro che un senso di superiorità in quel maiale, e ora come ora sentirsi impotente oltre che umiliato era l'ultima cosa che Ranma voleva.

Invidioso?”

Per niente!”

Il suo tono fu troppo arrabbiato perché Ryoga potesse credergli, ma lo stava deliberatamente mettendo alla prova, e lui era così esausto che sarebbe andato a dormire per almeno dieci anni se solo avesse potuto.

Insomma, per farla breve ti ha fatto capire chiaramente che può fare a meno di te.”

Bastardo.

Rigirare il coltello nella piaga gli avrebbe fatto ancora più male, e quello non solo lo stava facendo, ma senza il minimo tatto. Non si aspettava la pacca sulla spalla, né una reazione simile a quella che aveva avuto in Cina, ma così lo stava ferendo ulteriormente. Anzi, lo stava dilaniando.

Una ragazza bella e intelligente come lei non ha certo bisogno di un decerebrato come te! Avresti dovuto capirlo da subito che non sei alla sua altezza!”

Va bene, giochiamo la carta dell'indifferenza.

No, infatti. Troppo bassa.”

Eh?! Ma che stai dicendo?”

Bassa, piatta, lunatica, bisbetica... Devo continuare?”

Lesse una forte perplessità negli occhi di Ryoga, che piano piano fece spazio alla collera. Come Ryoga sapeva come ferire lui, Ranma a sua volta sapeva come girare la situazione, perché degli insulti all'indirizzo di Akane per Ryoga suonavano quasi come una bestemmia.

Assolutamente no!” rispose l'altro, con la faccia improvvisamente diventata paonazza. “Non ti permetterò più di prenderla in giro, nemmeno da lontano! Anzi, farò di meglio. Andrò da lei immediatamente!”

Raccolse il suo zaino, cominciando a cercare la strada per arrivare all'ingresso. Lo trovò, sorrise raggiante, ma seguendolo Ranma si accorse che si era fermato appena fuori e che stava valutando quale direzione prendere. Muoveva la testa prima a destra e poi a sinistra, probabilmente sforzandosi di ricordare da che parte fosse il dojo Tendo.

Che bussola!” lo schernì, ma la risposta indispettita di Ryoga non si fece attendere.

Sta' zitto! Me lo ricordo benissimo!” esclamò, ma indicò il lato opposto, per poi correre a perdifiato senza nemmeno degnarsi di salutarlo.

Arriverà al dojo fra due mesi, se gli va bene...











NDA

Arrivata. Forse con qualche errore, ma sono arrivata *^*







   
 
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