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Autore: Lady K    01/08/2019    2 recensioni
[Alphys/Undyne, primo della serie “Their SOULs are filled with love”]
Con questa Fanfiction cercherò di raccontare, secondo la mia interpretazione, come si è evoluto nel tempo il rapporto tra Alphys e Undyne: dal loro incontro nella discarica in poi, fino a prima che Frisk cada nel Sottosuolo e comincino gli eventi di Undertale. Il tutto rispettando i piccoli indizi sparsi nei dialoghi (anche nascosti) del gioco. Tanta tenerezza e shippamento alle stelle, accorrete numerosi xD
Rating giallo e Avvertimento per via del primo capitolo.
[Revisione in corso]
Genere: Fluff, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Alphys, Undyne
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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- Questa storia fa parte della serie 'Their SOULs are filled with love'
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UT SOUL skipped beat capitolo 8
Che dire, siamo all'ultimo capitolo. Vai!

...And her SOUL skipped a beat


Capitolo 8 - Il più bello della loro vita

Oh, Alphys se lo ricordava ancora troppo bene. Le mille emozioni che aveva provato quel tardo pomeriggio le colmavano ancora l'ANIMA, ogni singola volta che si soffermava a pensarci. E quando faceva questo, nonostante fossero passate poche settimane, sentiva quasi nostalgia di quei gesti, quelle sensazioni, quelle parole dette con così tanta delicatezza.
Desiderava ardentemente ritrovarsi di nuovo tra le sue braccia e sentire il suo dolce canticchiare, ma sapeva che in fondo Undyne aveva agito così solo per pura e semplice amicizia. Era per questo motivo che, ogni qualvolta la sua testa le riproponeva quei ricordi, sentiva come un retrogusto dolceamaro in bocca. Certo, era una data che la scienziata avrebbe marchiato a fuoco per sempre dentro di sé, il giorno in cui aveva capito di essersi innamorata... Ma solo a quel pensiero la sua mente si riempiva di domande alquanto scomode.
Quella che la tormentava di più le creava come un effetto domino di brutti ricordi.
Proprio della guerriera dovevi innamorarti? Proprio della grande leader delle guardie?
Lei era la scienziata reale, una posizione assai prestigiosa nel Sottosuolo, ma al confronto non era nessuno e non era degna di quel ruolo così importante.
La sua amata si meritava tutta l'ammirazione e il rispetto degli altri mostri: era forte, valorosa, coraggiosa, semplicemente perfetta; l'emblema della speranza che illuminava le ANIME degli abitanti del Sottosuolo. Il mostro dinosauro invece si era incastrata in un turbine di menzogne a causa dei suoi danni imperdonabili e irreversibili. Non vi era alcuno che sapesse dei suoi orribili esperimenti a parte colui che glieli aveva commissionati, ovvero il re Asgore Dreemurr. Tuttavia neanche lui sapeva che cosa fosse successo realmente ai mostri sottoposti alle iniezioni di DETERMINAZIONE, agli Amalgamati. Lei aveva fatto del male a loro e alle loro ignare famiglie, non c'erano scappatoie e Alphys soffriva ancora moltissimo per tutto questo. Eppure...
La scienziata sospirò, la mano sinistra che le sorreggeva la testa e gli occhi sognanti.
Forse non avrebbe dovuto, forse poteva risultare irrispettoso verso quelle povere creature e gli altri mostri imprigionati in quel mondo, ma ogni volta che pensava a quel fatidico giorno riusciva a dimenticare tutti i suoi problemi. Persino quell'altra domanda fastidiosa che era avanzata a spallate dentro la sua mente non sembrava più tanto malvagia.
Alphys, ti piacciono le femmine?
Beh, per lei non era affatto una cosa di cui vergognarsi, anche se quel quesito inevitabilmente le portava all'attenzione un nuovo dilemma, uno non da poco.
Era convinta di avere una cotta per Asgore, e anche da molto tempo. Che cosa ne era stato di questa infatuazione?
Aveva costruito il robot Mettaton per fare colpo su di lui e diventare scienziata reale; quando si era fatta prendere dallo sconforto a causa delle lettere piene di collera ricevute dalle famiglie, il re del Sottosuolo l'aveva tirata su donandole una tazzina che somigliava a lei, definendola "graziosa". Inoltre il fatto che lo trovasse carino non era un segreto nemmeno per le sue amiche Catty e Bratty.
Ma i sentimenti che nutriva per Undyne erano così travolgenti che non credeva di averli mai provati in vita sua. Probabilmente ora che era cresciuta aveva compreso i suoi reali interessi amorosi, aveva incontrato il mostro ceruleo e...
-Mmhhh...- ad Alphys sfuggì un verso basso e prolungato dalla bocca mentre continuava a muovere meccanicamente la mano destra, noncurante di quello che stesse facendo e totalmente persa nei suoi pensieri.
Alla fine, dopo aver abbassato il muso sul tavolo, i suoi occhioni focalizzarono il foglietto su cui stava segnando i cibi da ordinare online, e si arrestò.
A una prima occhiata poteva sembrare una semplice lista della spesa, ma la cosa peculiare era il nome "Undyne" scribacchiato un po' ovunque su tutti i bordi del foglio, come una cornice disordinata di inchiostro nero.
Oh! Di nuovo.
La scienziata non ne fu affatto sorpresa, le capitava da un po' di scrivere quel nome in ogni dove, persino nei preziosi fogli di lavoro pieni di formule e calcoli difficilissimi; ormai nessuna superficie di carta era al sicuro dalle sue fantasie.
Alphys si rigirò la penna tra le dita e sorrise, chiedendosi da quanto tempo si trovasse lì a bighellonare con la testa da tutt'altra parte.
In realtà aveva già da qualche giorno il desiderio impellente di scrivere fanfiction con lei e la guerriera come protagoniste, ma aveva sempre rimandato poiché si ricordava di quando Mettaton l'aveva scoperta a scrivere quel nome mentre programmava al computer.
-Oooh Alphys, da quando il paragrafo si chiama Undyne? Mi nascondi qualcosa?-
L'amico l'aveva detto con tono canzonatorio dopo che era sbucato all'improvviso di fianco a lei, approfittando di una sua distrazione; non era stato proprio l'ideale per la sua fragile ANIMA.
Non voglio urlare ai quattro venti il mio amore, sono cose private, e comunque lei non ricambierebbe, e... se si avvicinasse troppo scoprirebbe tutto quello che ho fatto, finirà per odiarmi, non voglio che mi disprezzi...
Scosse il capo e posò la penna sul tavolo. Quella mattina aveva meditato abbastanza, non era il caso di rimuginare ancora sul passato e farsi strani viaggi mentali.
Si guardò intorno furtivamente, poi fissò lo schermo del PC di fronte a lei. Avrebbe ritardato l'inizio della sua fanfiction, ma questa volta nessuno le avrebbe impedito di giocare al dating simulator di Mew Mew Kissy Cutie.

***

Sperava che il tempo d'attesa fosse breve, ma non fu così.
Quel silenzio glaciale, unito al ritmico e - per certi versi - inquietante squillo del telefono, non fece altro che alimentare il suo nervosismo.
Trattenne il fiato quando finalmente sentì la voce dell'amica, e al suo timido "Pronto...?" irruppe senza freni: -Ciao Alphys! Ehm ti ho chiamata perché... ehm, qui il tempo è normale come al solito, com'è lì da te? Cioè no... uh, nel mio cunicolo preferito di Waterfall piove sempre e lo adoro e... magari anche da te... Cioè ehm! ...Come stai?-
In seguito a questa sparata la sua pinna sinistra fece un movimento fulmineo, e Undyne arrossì vistosamente; per fortuna si trovava da sola in casa, nessuno avrebbe notato il suo viso per metà celeste e metà rosa pallido.
-Sto... sto bene, e... e tu? Cosa volevi...?-
-Anche io e... ehm, nulla io volevo solo sentirti, tutto qui! Ora è meglio che vada, uh, ciao Alphys, non lavorare troppo, eh!-
-V-va bene, ci sentiamo. Ciao Undyne.-
Un piccolo "clic" e la comunicazione si interruppe.
La guerriera riportò il braccio sul fianco e sbatté le palpebre più volte, la dura verità che la investì come un fiume in piena.
Oh, sei nei guai, Undyne.
Crollò sulla sedia della cucina e chinò la testa. Le piastrelle del pavimento erano una miscela confusa di grigio e giallo al suo occhio perso in tutt'altre immagini e visioni.
Pensava ad Alphys, come ogni giorno d'altronde, anche se non si ricordava di preciso da quando succedeva ciò. Sapeva per certo che nelle ultime settimane era diventata l'appuntamento fisso dei suoi pensieri, lei e l'amore che provava per quel mostricino giallo...
Sì era nei guai, era proprio amore. Non era solo affetto per un'amica o una sorella: si trattava davvero di amore omosessuale, cosa che a dirla tutta non era così rara tra i mostri, soprattutto di alcune specie. Ma era anche vero che un conto era guardare il fenomeno da lontano, un altro era sperimentarlo sulle proprie scaglie. Undyne non l'avrebbe mai detto, non lo sapeva.
Tuttavia per lei questo non era un problema; non ripudiava nemmeno un po' il concetto dell'amare qualcuno dello stesso genere, la questione era ben diversa e lontana da qualsiasi forma di pregiudizio.
Se è stata un'altra femmina a farmi palpitare l'ANIMA così sia, non vi è nulla di sbagliato o strano. Ma come potrò mai essere ricambiata? Non sono abbastanza interessante per una scienziata come lei.
Ora fu la pinna del lato opposto a scattare, irrequieta.
Ecco, era solo affranta perché non credeva che potesse accadere la stessa cosa ad Alphys. Non sarebbe mai potuta risultare affascinante o intrigante per una personalità così analitica e logica tipica di una dottoressa.
Pochi minuti fa aveva persino inventato una scusa assurda poiché non aveva avuto il coraggio di dirle quello che provava; è stato imbarazzante tanto quanto il comportamento del suo amico Mettaton quando, in una forma a lei sconosciuta, le aveva fatto visita lì nella regione delle cascate tempo addietro.
-Senti, se non fossi amico di Alphys ti avrei già buttato fuori di casa con una scarica di lance... Quindi per piacere, scendi dal mio pianoforte e vattene.-
Dopo questa mini sfuriata la guerriera aveva osservato con sguardo sprezzante l'ospite indesiderato avvicinarsi l'ennesimo chicco d'uva alla bocca.
-Uh, allora vi conoscete davvero, eh? Avevo ragione...!- aveva detto lui con tono tranquillo mentre in modo sensuale aveva mosso le sue gambe per saltare giù dal pianoforte.
Era stata di certo una situazione bizzarra, ma forse era esagerato paragonarla alla stramberia che aveva detto al telefono. Semplicemente, quando quella figura tarchiata appariva nella sua mente come una sorta di incantesimo lei non ci capiva più nulla.
Era sicura che le avrebbe detto "Sei carina" senza mai stancarsi, perché convinta fosse incontrovertibile. E per lei quell'aggettivo valeva in tutti i sensi possibili. Era dolce e adorabile in ogni occasione, in ogni parola che usciva dalle sue labbra, che fosse balbettata o meno. Neanche il bagno più fresco che avrebbe potuto fare a Waterfall sarebbe stato bello come la piccola scienziata. Adorava il modo in cui si mostrava entusiasta verso quello che spiegava, non si sarebbe mai rifiutata di sentirla parlare delle sue passioni senza fine, raccontate sempre con quella parlata irresistibile e contagiosa... Se pensava ad Alphys le veniva in mente una tipetta tenera e sensibile e allo stesso tempo intelligente, anche se timida. Lei era...
Undyne dovette fermarsi qui. Inalò a fondo quando si accorse che aveva portato entrambe le mani sul petto per ascoltare la sua ANIMA bianca; i battiti erano rapidissimi, ma non era una sensazione sgradevole e il tessuto adiposo tra le sue dita contribuì a renderla ancora più avvolgente. E lei si sentiva proprio così, completamente inebriata da quello che provava per la sua migliore amica.
Le scaglie all'altezza delle guance si colorarono di un rosso ancora più intenso.
Come poteva dire alla scienziata che la amava così tanto? Il tentativo di quella tarda mattinata era la prova che non sarebbe mai stata capace a confessarlo a voce.
Allora posso...
Si bloccò, le mani palmate ancora sulla gabbia toracica e la soluzione che prendeva lentamente forma nei meandri più nascosti della sua mente.
...Una lettera?

***

-Undyne!! Non resti qui a festeggiare?! I regali sono sotto l'albero!!- la voce nasale del mostro scheletro riuscì a malapena a farsi sentire in mezzo a quel miscuglio di suoni e schiamazzi che si stavano innalzando dalla cittadina di Snowdin.
Era proprio come un ricchissimo coro, pieno di urla gioiose e parole colme di affetto. La piazzola con al centro un modesto albero addobbato era il teatro di questa allegra festa, una che in realtà si celebrava quasi ogni dì nella regione innevata; ma quello era il giorno effettivo nel quale i suoi cittadini incontravano i parecchi mostri che viaggiavano fino a lì dalle altre zone del Sottosuolo, tutti insieme per passare un Natale indimenticabile. Tra adulti che raccontavano con orgoglio dei loro traguardi familiari e bambini che correvano da una parte all'altra giocando a palle di neve, non c'era da stupirsi che la frase dell'amico fosse rimasta quasi nascosta all'orecchio dell'interlocutrice.
-Mi piacerebbe Papyrus, ma ho promesso a questa persona che le avrei fatto visita a... casa sua. Non è tipo da stare in mezzo agli altri mostri, ecco...-
La guerriera abbassò lo sguardo e strinse il pacco colorato che stava tenendo con premura contro l'anca.
Non le andava proprio di dirgli chi doveva incontrare, avrebbe rischiato di perdere minuti preziosi. Quando tempo fa gli aveva accennato di Alphys lui l'aveva pregata di chiederle di aiutarlo con un puzzle, e per quanto la scienziata avesse accettato di offrire il suo aiuto Undyne si era sentita alquanto in imbarazzo, non voleva approfittare di lei. E ad ogni modo ora non voleva dare il via a discorsi inutili.
Papyrus la osservò inarcando le sopracciglia e mettendo i guanti di lana sui fianchi; era arrabbiato, sì, ma non era nella sua natura serbare rancore. In quel momento si sarebbe sentito amareggiato e avrebbe tenuto il broncio come un marmocchio, ma un attimo dopo avrebbe riacquistato la sua indole spensierata e giocosa.
Stava per aprire di nuovo la mandibola, forse per attaccare con una ridicola ramanzina, quando alle sue spalle si avvicinò a balzi un mostro mediamente basso, per certi versi simile ad Undyne. Anche lui era una sorta di mostro pesce, ma ricordava molto più gli Shyren come corporatura. Aveva dei ciuffi grigi dietro il cranio e un accenno di barba sotto alle labbra prominenti. Dall'aspetto sembrava un bonaccione, decisamente di età non giovanissima e dall'aria stanca, ma non mancò di riservare a Papyrus un'occhiata carica di simpatia.
-E dai amico, avrà degli impegni, magari è anche fidanzata.-
Quella alzò l'occhio e fissò i due paonazza, indecisa se controbattere con le parole o riempirli direttamente di lance magiche in piena faccia per azzittirli, ma all'improvviso il mostro scheletro fu colpito sulla schiena da una palla di neve e per lei giustizia fu fatta.
-Ehy!! Chi è stato?! Chi ha colpito il grande Papyrus?! Guarda che ti prendo!!!-
Allora si buttò all'inseguimento dei bambini, dimenticandosi completamente dell'amica e di ogni astio che avrebbe potuto provare nei suoi confronti.
-Ahah, i giovani... sempre pestiferi.- rise il mostro barbuto ammirando la piazza di Snowdin così piena di vita.
Ma una volta voltatosi nel punto preciso dove si trovava la leader delle guardie reali la vide già correre a molti metri più avanti, verso la periferia della città e la caverna che conduceva a Waterfall.
Intanto, da dietro il piccolo pino decorato con palline e striscioni variopinti fece capolino il corpicino di un bambino, con indosso un maglione a strisce e senza braccia. Tramite la magia viola che scaturiva da uno dei suoi cornini che spuntavano dalla testa stava tenendo sollevato da terra un mucchietto di neve candida e scintillante.
Yo, vai Undyne!
Mostrò i dentoni e si sentì realizzato, in qualche modo insieme ai suoi amici aveva aiutato il suo idolo a uscire dai guai.

Undyne rallentò il passo e le si scaldò l'ANIMA quando vide la scienziata aspettarla proprio fuori dalla porta automatica del laboratorio, una delle braccia cicciottelle alta in segno di saluto.
-Ciao Undyne, entra pure!- disse entusiasta appena l'amica le venne incontro e strizzò il suo unico occhio cordialmente.
-Ciao Alphys!-
Dopo pochi secondi erano già accanto alla grande console grigia del piano terra, e il regalo cautamente deposto sul pavimento.
-...Anche il giorno di Natale sei così carina.-
Il suo consueto complimento le uscì dalla bocca con una leggerezza incredibile, come se le labbra della guerriera dipendessero da quelle parole.
Vide l'altra unire subito le manine e abbassare il muso imbarazzata, ma questo non le impedì di scorgere il suo sorriso, e a quella visione fu certa che non si sarebbe mai pentita delle lusinghe rivolte alla sua amata.
Tuttavia non voleva nemmeno metterla a disagio, per cui quando notò Alphys cominciare a rigirarsi i pollici mentre teneva sempre lo sguardo fisso a terra, Undyne attirò la sua attenzione muovendo una delle braccia muscolose e mostrando due scatole di cartone strette e lunghe.
-Ho le nostre pizze, le ho tenute nel mio frigo mentre ero a Snowdin così hanno mantenuto il loro calore!-
-A-anche tu...-
-Eh?-
Il mostro giallo sembrò tornare in superficie dopo un'intensa nuotata nell'oblio più profondo prodotto dalla sua mente, così alzò il capo per guardarla con gli occhi spalancati e le guance arrossate.
-Anche io... cosa?- chiese confusa Undyne.
-A-ah, no, certo le pizze, uh, è meglio se... se le mangiamo subito per non farle raffreddare.-
Tentennò solo un istante, dopodiché scoprì i denti appuntiti e rispose: -Perfetto, dai che si mangia!-
Consumarono le loro pizze al piano superiore sul tavolo da lavoro di Alphys, la quale si era preoccupata di pulirlo e liberarlo dagli arnesi e i fogli sparsi sul piano di legno marroncino. Purtroppo la scienziata non aveva pensato alla sua altezza irrisoria, per cui entrambe dovettero mangiare sedute sul pavimento. Questo non era un problema viste le dimensioni minute della padrona di casa, ma Alphys era sicura che fosse una grossa seccatura per la sua cara amica.
-Mi d-dispiace... Il tavolo di sotto non era abbastanza grande e c'è anche il computer che occupa spazio...-
Le sue scuse vennero solo ricambiate da una veloce grattatina sulle squame della fronte e una frase a malapena riconoscibile per via del boccone di formaggio e salame ancora nelle sue fauci: -Uhm Alphy non-mh ti devi preo-uhm-ccupare, pensa a-mh-angiare sciocch-nha-.
Allora proseguì ad ANIMA leggera a mangiare la sua pizza, fino a quando non fu percossa da un brivido, ma nel modo più piacevole possibile.
Aspetta, come mi ha chiamata?
Non poteva averlo fatto apposta, era successo solo perché aveva parlato a bocca piena. Doveva essere così.
E afferrò un altro spicchio per continuare la sua mangiata pacata e tranquilla, anche se per minuti interi non fece altro che pensare a quanto fosse dolce quel nomignolo e soprattutto a come avrebbe potuto usarlo nel capitolo undici della sua fanfiction...
-Uhmmngh, quella non è la protagonista di Mew Mew Kissy Cutie?- chiese la guerriera tutto ad un tratto dopo aver ingerito l'ultimo pezzo di pizza che le restava.
-Ah, s-sì, è un poster. Mh... si trova di tutto nella discarica.-
Era appeso alla parete di fronte a loro, un poster molto grande dai colori sgargianti, era ovvio che Undyne lo adocchiasse. Per fortuna, per fortuna proprio lì a pochi passi dal tavolo aveva coperto con un velo il macchinario grazie al quale produceva il gelato alle alghe: se l'amica l'avesse visto non sapeva davvero come avrebbe potuto giustificare la sua presenza.
Non un'altra bugia...
Quando finì anche lei di mangiare si voltò alla sua sinistra e tentennò appena scoprì che il mostro pesce la stava fissando intensamente.
-U-Undyne?-
Pensò di essere lei quella in imbarazzo, d'altronde il sudore non mancava mai sotto il suo sguardo carico di sentimento. Fu inevitabile per lei rivivere tutti quei momenti in cui era successa la stessa cosa, anche in situazioni comunissime nelle quali avevano solo scambiato opinioni sui manga e persino parlato dello scopo refrigerante dei blocchi di ghiaccio sulla Core del Sottosuolo.
Eppure fu l'altra a riemergere da chissà quali pensieri e ad arrossire leggermente.
-Nulla, io... noi... ora dovremmo lavarci le mani e poi... i regali!!-
Oh, quante cose che si trovano alla discarica, io lo so bene. Non ho trovato solo armi o oggetti, ma... lei... Quale posto migliore per incontrare l'amore...?
Undyne si sentì la testa invasa da riflessioni del genere per tutto il tempo che occorse alle due di andare in bagno a lavarsi le mani e tornare al piano principale.
La leader delle guardie recuperò il pacco ancora appoggiato accanto alle scale mobili, mentre il mostro dinosauro salì di sopra per tirare fuori il regalo che aveva nascosto dietro a diverse custodie di videocassette, in una delle cinque librerie strapiene della sua collezione di anime e manga. In realtà si celava altro tra quelle interminabili file di libricini e custodie di plastica, ma non era ancora giunta la loro occasione...
Alla fine si sedettero vicino al letto - in quel momento nella sua forma a cubo -, e Undyne porse il pacco colorato all'amica.
-Ecco, comincia tu, Alphys!-
Era palese che stesse fremendo dalla voglia di mostrarle il suo regalo, e quella non poté che assecondarla e tirare i nastrini che lo ricoprivano. Spalancò gli occhi appena vide l'oggetto al suo interno, e lo sfilò dalla carta rimanente con accortezza.
Era una lampada da notte, completamente azzurra sia alla base che sul paralume, ma quest'ultimo era decorato da piccoli pesci rosa stilizzati. La scienziata riconobbe subito quel disegno.
-Oh Undyne... è... come la tua carta da parati...-
-Sì, esatto! Ho preso separatamente la lampada e il tessuto e in qualche modo li ho messi insieme. È stata dura... non sono proprio tipa da costruire, ma...-
-...Ma ci hai messo l'ANIMA, e questo basta. Grazie Undyne...-
Ammirò per un attimo il regalo e dovette trattenersi dal non commuoversi dinanzi a lei. Si era ricordata di quando l'aveva invitata per la prima volta a casa, molti mesi prima, e si era impegnata a costruire la lampada nonostante non fosse brava in quel genere di cose...
-E... Alphys... dentro non c'è la lampadina, non l'ho trovata da nessuna parte purtroppo... Però ecco... appena la trovi pensavo che potresti usarla per allenarti.-
Alphys la guardò perplessa e l'altra continuò: -Sì, puoi allenare la tua magia cercando di accenderla col tuo potere elettrico. Per questo ho pensato a una lampada da notte-.
-Oh...-
Chinò il capo e chiuse gli occhioni umidi: la voglia di piangere dall'emozione era forte, ma doveva cercare di non buttarsi giù. In ogni caso non era sicura se avrebbe mai messo una lampadina lì dentro, non voleva rischiare di rovinare quello splendido regalo di Natale per colpa della sua elettricità ancora incerta e altalenante.
-Grazie... grazie Undyne, è un pensiero s-stupendo.-
Dopo qualche istante sistemò la abat-jour di fianco a lei e consegnò ad Undyne il suo pacchettino. Le labbra della guerriera si dischiusero dallo stupore quando vide il regalo sotto alla carta argentata.
-Alphys, questo è...-
Passò delicatamente la mano palmata sulla copertina. Era un volume del manga di Mew Mew Kissy Cutie, e il numero incorniciato in un angolo le sembrava familiare.
-Non dirmi che...-
-È il t-tuo volume preferito. Quello dove si parla nel dettaglio del potere di controllare le menti delle persone.-
Chiuse l'occhio e lo riaprì lentamente; nonostante sapesse quanto la sua amata fosse appassionata dei racconti storici sugli umani non avrebbe mai pensato di ricevere un regalo simile. E oltretutto c'era un'altra cosa che la lasciava spiazzata.
-Io... non posso accettarlo, Alphys. Mi avevi detto che questa era la tua unica copia, non posso...-
Alphys cinse il petto con le braccia e parlò a voce tenue ma armoniosa, mentre la sua coda tamburellava sulle piastrelle e pareva creare il ritmo perfetto: -È vero, ma desidero che lo tenga tu. Ricordo quanto ti eri divertita a leggerlo, e di come volevi vedere subito la versione animata...-
A quel ricordo Undyne percepì un lieve tremolio percorrerle tutto il corpo, e si ritrovò così a stringere a sé il manga con ardore per poi alzare il viso e guardare la scienziata.
-Ti ringrazio tanto... ti prometto che lo terrò con cura in camera mia.-
E in un posto ignifugo possibilmente, conoscendomi.
Se vi erano ulteriori pensieri che vagavano nell'aria, questi si dissolsero in un battito di ciglia.
I loro occhi erano ancora incatenati in un silenzioso scambio di allegria e adorazione, nel quale una mostrò i denti giallognoli e l'altra sorrise caldamente. Quello era stato il Natale più bello della loro vita, e chissà che cosa le riservava il futuro.
Passarono tutta la sera a leggere fumetti, guardare cartoni animati, parlare di teorie scientifiche riportate alla ribalta da discorsi briosi, scherzare sulla brutta faccia che si ritrovavano alcuni personaggi umani, ridere sul più e sul meno. Tutte azioni normalissime ma che per loro avevano un valore davvero importante.
E se fosse accaduto di nuovo, il suo significato sarebbe già stato chiaro. Per un motivo o per un altro le loro ANIME avrebbero perso dei battiti, e Alphys e Undyne avrebbero accolto quella sensazione a braccia aperte.

The end


.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.


E' finita, sì. So che la premessa era di arrivare fino a prima della caduta di Frisk nel Sottosuolo, ma credo che fermarsi qui basti e avanzi. In fondo ormai la loro relazione è questa qui, e ha senso che si stabilizzi per un certo periodo, no? Nella mia testa l'umano cadrà sei mesi dopo la scena finale di questo capitolo, tanto per dire (Undertale si svolge in estate, si capisce da un NPC a Hotland). Spero di aver scritto un buon finale. Per chi è arrivato fino a qui, avete colto tutte le citazioni all'Alphyne e ai dialoghi nascosti? Le uniche cose che non ho messo sono la tazzina a forma di pesce che Asgore regala ad Undyne (non l'ho trovato importante), la bambola di Mew Mew che Alphys perde (questo elemento c'è solo nella versione Switch quindi non ho voluto inserirlo) e l'uso di entrambe di Undernet. Magari l'avrebbero usato per parlarsi solo dopo questo capitolo, non ci è dato saperlo xD Ringrazio Spirietta e Aesingr per aver recensito, chi ha anche solo letto e il mio beta-reader. Ma che dico, ringrazio anche Toby Fox per l'incredibile gioco e mio fratello che mi ha convinta a provarlo. Adorerò sempre Alphys e Undyne. ...Mi sono dilungata fin troppo, spero di risentirvi in una mia possibile seconda storia sempre a tema Alphyne.
EDIT: Se volete potete leggere il seguito di questa prima parte della serie, intitolato And now we are one. In questo momento sto scrivendo la terza e ultima parte, And so, this is life! Trovate tutto su EFP =3
Ciao!
  
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