...And her SOUL skipped a beat
Capitolo 8 - Il più bello della loro vita
Oh,
Alphys se lo ricordava ancora troppo bene. Le mille emozioni che aveva
provato quel tardo pomeriggio le colmavano ancora l'ANIMA, ogni singola
volta che si soffermava a pensarci. E quando faceva questo, nonostante
fossero passate poche settimane, sentiva quasi nostalgia di quei gesti,
quelle sensazioni, quelle parole dette con così tanta
delicatezza.
Desiderava ardentemente ritrovarsi di nuovo tra le sue
braccia e sentire il suo dolce canticchiare, ma sapeva che in fondo
Undyne aveva agito così solo per pura e semplice amicizia.
Era per questo motivo che, ogni qualvolta la sua testa le riproponeva
quei ricordi, sentiva come un retrogusto dolceamaro in bocca. Certo,
era una data che la scienziata avrebbe marchiato a fuoco per sempre
dentro di sé, il giorno in cui aveva capito di essersi
innamorata... Ma solo a quel pensiero la sua mente si riempiva di
domande alquanto scomode.
Quella che la tormentava di più le
creava come un effetto domino di brutti ricordi.
Proprio della guerriera
dovevi innamorarti? Proprio della grande leader
delle guardie?
Lei era la scienziata reale, una posizione assai prestigiosa nel
Sottosuolo,
ma al confronto non era nessuno e non era degna di quel ruolo
così importante.
La sua amata si meritava tutta l'ammirazione e il rispetto degli altri
mostri: era forte, valorosa, coraggiosa, semplicemente perfetta;
l'emblema della speranza che illuminava le ANIME degli abitanti del
Sottosuolo. Il mostro dinosauro invece si era incastrata in un turbine
di menzogne
a causa dei suoi danni imperdonabili e irreversibili. Non vi era alcuno
che sapesse dei suoi orribili esperimenti a parte colui che glieli
aveva commissionati, ovvero il re Asgore Dreemurr. Tuttavia neanche lui
sapeva che cosa fosse successo realmente ai mostri sottoposti alle
iniezioni di DETERMINAZIONE, agli Amalgamati. Lei aveva fatto del male
a loro e alle loro ignare famiglie, non c'erano scappatoie e Alphys
soffriva ancora moltissimo per tutto questo. Eppure...
La scienziata sospirò, la mano sinistra che le sorreggeva la
testa e gli occhi sognanti.
Forse non avrebbe dovuto, forse poteva risultare irrispettoso verso
quelle povere creature e gli altri mostri imprigionati in quel mondo,
ma ogni volta che pensava a quel fatidico giorno riusciva a dimenticare
tutti i suoi problemi. Persino quell'altra domanda fastidiosa che era
avanzata a spallate dentro la sua mente non sembrava più
tanto
malvagia.
Alphys, ti piacciono le
femmine?
Beh, per lei non era affatto una cosa di cui vergognarsi, anche se quel
quesito inevitabilmente le portava all'attenzione un nuovo dilemma, uno
non da poco.
Era convinta di avere una cotta per Asgore, e anche da molto tempo. Che
cosa ne era stato di questa infatuazione?
Aveva costruito il robot
Mettaton per fare colpo su di lui e
diventare scienziata reale; quando si era fatta prendere dallo
sconforto a causa delle lettere piene di collera ricevute dalle
famiglie, il re del Sottosuolo l'aveva tirata su donandole una tazzina
che somigliava a lei, definendola "graziosa". Inoltre il fatto che lo
trovasse carino non era un segreto nemmeno per le sue amiche Catty e
Bratty.
Ma i sentimenti che nutriva per Undyne erano così
travolgenti che non credeva di averli mai provati in vita sua.
Probabilmente ora che era cresciuta aveva compreso i suoi reali
interessi amorosi, aveva incontrato il mostro ceruleo e...
-Mmhhh...- ad Alphys sfuggì un verso basso e prolungato
dalla bocca mentre continuava a muovere meccanicamente la mano
destra,
noncurante di quello che stesse facendo e totalmente persa nei suoi
pensieri.
Alla fine, dopo aver abbassato il muso sul tavolo, i suoi occhioni
focalizzarono il foglietto su cui stava segnando i cibi da ordinare
online, e si arrestò.
A una prima occhiata poteva sembrare una semplice lista della spesa, ma
la cosa peculiare era il nome "Undyne" scribacchiato un po' ovunque su
tutti i bordi del foglio, come una cornice disordinata di inchiostro
nero.
Oh! Di nuovo.
La scienziata non ne fu affatto sorpresa, le capitava da un po' di
scrivere quel nome in ogni dove, persino nei preziosi fogli di lavoro
pieni di formule e calcoli difficilissimi; ormai nessuna superficie di
carta era al sicuro dalle sue fantasie.
Alphys si rigirò la penna tra le dita e sorrise, chiedendosi
da quanto tempo si trovasse lì a bighellonare con la testa
da tutt'altra parte.
In realtà aveva già da qualche giorno il
desiderio impellente di scrivere fanfiction con lei e la guerriera come
protagoniste, ma aveva sempre rimandato poiché si ricordava
di quando Mettaton l'aveva scoperta a scrivere quel nome mentre
programmava al computer.
-Oooh Alphys, da quando il paragrafo si chiama Undyne? Mi nascondi
qualcosa?-
L'amico l'aveva detto con tono canzonatorio dopo che era sbucato
all'improvviso di fianco a lei, approfittando di una sua distrazione;
non era stato proprio l'ideale per la sua fragile ANIMA.
Non voglio urlare ai
quattro venti il mio amore, sono cose private, e comunque lei non
ricambierebbe, e... se si avvicinasse troppo scoprirebbe tutto quello
che
ho fatto, finirà per odiarmi, non voglio che mi disprezzi...
Scosse il capo e posò la penna sul tavolo. Quella mattina
aveva meditato abbastanza, non era il caso di rimuginare ancora sul
passato e farsi strani viaggi mentali.
Si guardò intorno
furtivamente, poi fissò lo schermo del PC di fronte a lei.
Avrebbe ritardato l'inizio della sua fanfiction, ma questa volta
nessuno le avrebbe impedito di giocare al dating simulator di Mew Mew
Kissy Cutie.
***
Sperava che il tempo d'attesa fosse
breve, ma non fu così.
Quel silenzio glaciale, unito al ritmico e - per certi versi -
inquietante squillo del telefono, non fece altro che alimentare il
suo nervosismo.
Trattenne il
fiato quando finalmente sentì la voce dell'amica, e al suo
timido "Pronto...?" irruppe senza freni: -Ciao Alphys! Ehm ti ho
chiamata perché... ehm, qui il tempo è normale
come al solito, com'è lì da te? Cioè
no... uh, nel mio cunicolo preferito di Waterfall piove sempre e lo
adoro e... magari anche da te... Cioè ehm! ...Come stai?-
In seguito a questa sparata la sua pinna sinistra fece un movimento
fulmineo, e Undyne arrossì vistosamente; per fortuna si
trovava da sola in casa, nessuno avrebbe notato il suo viso per
metà celeste e metà rosa pallido.
-Sto... sto bene, e... e
tu? Cosa volevi...?-
-Anche io e... ehm, nulla io volevo solo sentirti, tutto qui! Ora
è meglio che vada, uh, ciao Alphys, non lavorare troppo, eh!-
-V-va bene, ci sentiamo.
Ciao Undyne.-
Un piccolo "clic" e la comunicazione si interruppe.
La guerriera riportò il braccio sul fianco e
sbatté le palpebre più volte, la dura
verità che la investì come un fiume in piena.
Oh, sei nei guai, Undyne.
Crollò sulla sedia della cucina e chinò la testa.
Le piastrelle del pavimento erano una miscela confusa di grigio e
giallo al suo occhio perso in tutt'altre immagini e visioni.
Pensava ad Alphys, come ogni giorno d'altronde, anche se non si
ricordava di preciso da quando succedeva ciò. Sapeva per
certo che nelle ultime settimane era diventata l'appuntamento fisso dei
suoi pensieri, lei e l'amore che provava per quel mostricino giallo...
Sì era nei guai, era proprio amore. Non era solo affetto per
un'amica o una sorella: si trattava davvero di amore omosessuale, cosa
che a dirla tutta non era così rara tra i mostri,
soprattutto
di alcune specie. Ma era anche vero che un conto era guardare il
fenomeno da lontano, un altro era sperimentarlo sulle proprie scaglie.
Undyne non l'avrebbe mai detto, non
lo sapeva.
Tuttavia per lei questo non era un problema; non ripudiava nemmeno un
po' il concetto dell'amare qualcuno dello
stesso genere, la questione era ben diversa e lontana da qualsiasi
forma di pregiudizio.
Se è stata
un'altra femmina a farmi palpitare l'ANIMA così sia, non vi
è nulla di sbagliato o strano. Ma come potrò mai
essere ricambiata? Non sono abbastanza interessante per una scienziata
come lei.
Ora fu la pinna del lato opposto a scattare, irrequieta.
Ecco, era solo affranta perché non credeva che potesse
accadere la stessa cosa ad Alphys. Non sarebbe mai potuta risultare
affascinante o intrigante per una personalità
così
analitica e logica tipica di una dottoressa.
Pochi minuti fa aveva persino inventato una scusa assurda
poiché non aveva avuto il coraggio di dirle quello che
provava; è stato imbarazzante tanto quanto il comportamento
del suo amico Mettaton quando, in una forma a lei sconosciuta, le aveva
fatto visita lì nella
regione delle cascate tempo addietro.
-Senti, se non fossi amico di Alphys ti avrei già buttato
fuori di casa con una scarica di lance... Quindi per piacere, scendi
dal mio pianoforte e vattene.-
Dopo questa mini sfuriata la guerriera aveva osservato con sguardo
sprezzante l'ospite indesiderato avvicinarsi l'ennesimo chicco d'uva
alla bocca.
-Uh, allora vi conoscete davvero, eh? Avevo ragione...!- aveva detto
lui con tono tranquillo mentre in modo sensuale aveva mosso le sue
gambe per saltare giù dal pianoforte.
Era stata di certo una situazione bizzarra, ma forse era esagerato
paragonarla alla stramberia che aveva detto al telefono. Semplicemente,
quando quella figura tarchiata appariva nella sua mente
come una sorta di incantesimo lei non ci capiva più nulla.
Era
sicura che le avrebbe detto "Sei carina" senza mai stancarsi,
perché convinta fosse incontrovertibile. E per lei
quell'aggettivo valeva in tutti i sensi possibili. Era dolce e
adorabile in ogni occasione, in ogni parola che
usciva dalle sue labbra, che fosse balbettata o meno. Neanche il bagno
più fresco che avrebbe potuto fare a Waterfall
sarebbe stato
bello
come la piccola scienziata. Adorava il modo in cui si mostrava
entusiasta verso quello che
spiegava, non si sarebbe mai rifiutata di sentirla parlare delle sue
passioni senza fine, raccontate sempre con quella parlata
irresistibile e contagiosa... Se pensava ad Alphys le veniva in mente
una tipetta tenera e sensibile e allo stesso tempo intelligente, anche
se timida. Lei era...
Undyne dovette fermarsi qui. Inalò a fondo quando si accorse
che aveva portato entrambe
le mani sul petto per ascoltare la sua ANIMA bianca; i battiti erano
rapidissimi, ma non era una sensazione sgradevole e il tessuto adiposo
tra le sue dita contribuì a renderla ancora più
avvolgente. E lei si sentiva proprio così, completamente
inebriata da quello che provava per la sua migliore amica.
Le scaglie all'altezza delle guance si colorarono di un rosso ancora
più intenso.
Come poteva dire alla scienziata che la amava così tanto? Il
tentativo di quella tarda mattinata era la prova che non sarebbe mai
stata capace a confessarlo a voce.
Allora posso...
Si bloccò, le mani palmate ancora sulla gabbia toracica e la
soluzione che prendeva lentamente forma nei meandri
più nascosti della sua mente.
...Una lettera?
***
-Undyne!! Non resti qui a
festeggiare?! I regali
sono sotto l'albero!!- la voce nasale del mostro scheletro
riuscì a malapena a farsi sentire in mezzo a quel miscuglio
di
suoni e schiamazzi che si stavano innalzando dalla cittadina di Snowdin.
Era proprio come un ricchissimo coro, pieno di urla gioiose e parole
colme di affetto. La piazzola con al centro un modesto albero addobbato
era il teatro di questa allegra festa, una che in realtà si
celebrava quasi ogni dì nella regione innevata; ma quello
era il
giorno effettivo nel quale i suoi cittadini incontravano i parecchi
mostri che viaggiavano fino a lì dalle altre zone del
Sottosuolo, tutti insieme per passare un Natale indimenticabile. Tra
adulti che raccontavano con orgoglio dei loro traguardi familiari e
bambini che correvano da una parte all'altra giocando a palle di neve,
non c'era da stupirsi che la frase dell'amico fosse rimasta quasi
nascosta all'orecchio dell'interlocutrice.
-Mi piacerebbe Papyrus, ma ho promesso a questa persona che le avrei
fatto visita a... casa sua. Non è tipo da stare in mezzo
agli
altri mostri, ecco...-
La guerriera abbassò lo sguardo e strinse il pacco colorato
che stava tenendo con premura contro l'anca.
Non le andava proprio di dirgli chi doveva incontrare, avrebbe
rischiato di perdere minuti preziosi. Quando tempo fa gli aveva
accennato di Alphys lui l'aveva pregata di chiederle di aiutarlo con un
puzzle, e per quanto la scienziata avesse accettato di offrire il suo
aiuto Undyne si era sentita alquanto in imbarazzo, non voleva
approfittare di lei. E ad ogni modo ora non voleva dare il via a
discorsi inutili.
Papyrus la osservò inarcando le sopracciglia e mettendo i
guanti
di lana sui fianchi; era arrabbiato, sì, ma non era nella
sua
natura serbare rancore. In quel momento si sarebbe sentito amareggiato
e avrebbe tenuto il broncio come un marmocchio, ma un attimo dopo
avrebbe riacquistato la sua indole spensierata e giocosa.
Stava per aprire di nuovo la mandibola, forse per attaccare con una
ridicola ramanzina, quando alle sue spalle si avvicinò a
balzi
un mostro mediamente basso, per certi versi simile ad Undyne. Anche lui
era una sorta di mostro pesce, ma ricordava molto
più gli
Shyren come corporatura. Aveva dei ciuffi grigi dietro il cranio e un
accenno di barba sotto alle labbra prominenti. Dall'aspetto sembrava un
bonaccione, decisamente di età non giovanissima e dall'aria
stanca, ma non mancò di riservare a Papyrus un'occhiata
carica
di simpatia.
-E dai amico, avrà degli impegni, magari è anche
fidanzata.-
Quella alzò l'occhio e fissò i due paonazza,
indecisa se
controbattere con le parole o riempirli direttamente di lance magiche
in piena faccia per azzittirli, ma all'improvviso il mostro scheletro
fu colpito sulla schiena da una palla di neve e per lei giustizia fu
fatta.
-Ehy!! Chi è stato?! Chi ha colpito il grande Papyrus?!
Guarda che ti prendo!!!-
Allora si buttò all'inseguimento dei bambini, dimenticandosi
completamente dell'amica e di ogni astio che avrebbe potuto provare nei
suoi confronti.
-Ahah, i giovani... sempre pestiferi.- rise il mostro barbuto ammirando
la piazza di Snowdin così piena di vita.
Ma una volta voltatosi nel punto preciso dove si trovava la
leader delle guardie reali la vide già correre a molti metri
più avanti, verso la periferia della città e la
caverna
che conduceva a Waterfall.
Intanto, da dietro il piccolo pino decorato con palline e striscioni
variopinti fece capolino il corpicino di un bambino, con indosso un
maglione a strisce e senza braccia. Tramite la magia viola che
scaturiva da uno dei suoi cornini che spuntavano dalla testa stava
tenendo sollevato da terra un mucchietto di neve candida e scintillante.
Yo, vai Undyne!
Mostrò i dentoni e si sentì realizzato, in
qualche modo
insieme ai suoi amici aveva aiutato il suo idolo a uscire dai guai.
Undyne rallentò il passo e le si scaldò l'ANIMA
quando
vide la scienziata aspettarla proprio fuori dalla porta automatica del
laboratorio, una delle braccia cicciottelle alta in segno di saluto.
-Ciao Undyne, entra pure!- disse entusiasta appena l'amica le venne
incontro e strizzò il suo unico occhio cordialmente.
-Ciao Alphys!-
Dopo pochi secondi erano già accanto alla grande console
grigia
del piano terra, e il regalo cautamente deposto sul pavimento.
-...Anche il giorno di Natale sei così carina.-
Il suo consueto complimento le uscì dalla bocca con una
leggerezza incredibile, come se le labbra della guerriera dipendessero
da quelle parole.
Vide l'altra unire subito le manine e abbassare il muso
imbarazzata, ma questo non le impedì di scorgere il suo
sorriso, e
a quella visione fu certa che non si sarebbe mai pentita delle lusinghe
rivolte alla sua amata.
Tuttavia non voleva nemmeno metterla a disagio, per cui quando
notò
Alphys cominciare a rigirarsi i pollici mentre teneva sempre lo sguardo
fisso
a terra, Undyne attirò la sua attenzione muovendo una delle
braccia
muscolose e mostrando due scatole di cartone strette e lunghe.
-Ho le nostre pizze, le ho tenute nel mio frigo mentre ero a Snowdin
così hanno mantenuto il loro calore!-
-A-anche tu...-
-Eh?-
Il mostro giallo sembrò tornare in superficie dopo
un'intensa
nuotata nell'oblio più profondo prodotto dalla sua mente,
così
alzò il capo per guardarla con gli occhi spalancati e le
guance
arrossate.
-Anche io... cosa?- chiese confusa Undyne.
-A-ah, no, certo le pizze, uh, è meglio se... se le mangiamo
subito per non farle raffreddare.-
Tentennò solo un istante, dopodiché
scoprì i denti appuntiti e rispose: -Perfetto, dai che si
mangia!-
Consumarono le loro pizze al piano superiore sul tavolo da lavoro di
Alphys, la quale si era preoccupata di pulirlo e liberarlo dagli arnesi
e i fogli sparsi sul piano di legno marroncino. Purtroppo la scienziata
non aveva pensato alla sua altezza irrisoria, per cui entrambe
dovettero mangiare sedute sul pavimento. Questo non era un problema
viste le dimensioni minute della padrona di casa, ma Alphys era sicura
che
fosse una grossa seccatura per la sua cara amica.
-Mi d-dispiace... Il tavolo di sotto non era abbastanza grande e
c'è anche il computer che occupa spazio...-
Le sue scuse vennero solo ricambiate da una veloce grattatina sulle
squame della fronte e una frase a malapena riconoscibile per via del
boccone di formaggio e salame ancora nelle sue fauci: -Uhm Alphy non-mh
ti devi preo-uhm-ccupare, pensa a-mh-angiare sciocch-nha-.
Allora proseguì ad ANIMA leggera a mangiare la sua pizza,
fino a
quando non fu percossa da un brivido, ma nel modo più
piacevole
possibile.
Aspetta, come mi ha
chiamata?
Non poteva averlo fatto apposta, era successo solo perché
aveva parlato a bocca piena. Doveva essere così.
E afferrò un altro spicchio per continuare la sua mangiata
pacata e tranquilla, anche se per minuti interi non fece altro che
pensare a quanto fosse dolce quel nomignolo e soprattutto a come
avrebbe potuto usarlo nel capitolo undici della sua fanfiction...
-Uhmmngh, quella non è la protagonista di Mew Mew Kissy
Cutie?-
chiese la guerriera tutto ad un tratto dopo aver ingerito l'ultimo
pezzo di pizza che le restava.
-Ah, s-sì, è un poster. Mh... si trova di tutto
nella discarica.-
Era appeso alla parete di fronte a loro, un poster molto grande dai
colori sgargianti, era ovvio che Undyne lo adocchiasse. Per fortuna, per fortuna
proprio lì a pochi passi dal tavolo aveva coperto con un
velo il
macchinario grazie al quale produceva il gelato alle alghe: se l'amica
l'avesse visto non sapeva davvero come avrebbe potuto giustificare la
sua presenza.
Non un'altra bugia...
Quando finì anche lei di mangiare si voltò alla
sua
sinistra e tentennò appena scoprì che il mostro
pesce la stava fissando
intensamente.
-U-Undyne?-
Pensò di essere lei quella in imbarazzo, d'altronde il
sudore
non mancava mai sotto il suo sguardo carico di sentimento. Fu
inevitabile per lei rivivere tutti quei momenti in cui era successa la
stessa cosa, anche in situazioni comunissime nelle quali avevano solo
scambiato opinioni sui manga e persino parlato dello scopo refrigerante
dei blocchi di ghiaccio sulla Core del Sottosuolo.
Eppure fu
l'altra a riemergere da chissà quali pensieri e ad arrossire
leggermente.
-Nulla, io... noi... ora dovremmo lavarci le mani e poi... i regali!!-
Oh, quante cose che si
trovano alla discarica, io lo so bene. Non ho trovato solo armi o
oggetti, ma... lei... Quale posto migliore per incontrare l'amore...?
Undyne si sentì la testa invasa da riflessioni del genere
per
tutto il tempo che occorse alle due di andare in bagno a lavarsi le
mani e tornare al piano principale.
La leader delle guardie
recuperò il pacco ancora appoggiato accanto alle
scale
mobili,
mentre il mostro dinosauro salì di sopra per
tirare
fuori il regalo che aveva nascosto dietro a diverse custodie
di
videocassette, in una delle cinque librerie strapiene della sua
collezione di anime e manga. In realtà si celava altro tra
quelle interminabili file di libricini e custodie di plastica, ma non
era ancora giunta la loro occasione...
Alla fine si sedettero vicino al letto - in quel momento nella sua
forma a cubo -, e Undyne porse il pacco colorato all'amica.
-Ecco, comincia tu, Alphys!-
Era palese che stesse fremendo dalla voglia di mostrarle il suo regalo,
e quella non poté che assecondarla e tirare i nastrini che
lo
ricoprivano. Spalancò gli occhi appena vide l'oggetto al suo
interno, e lo sfilò dalla carta rimanente con accortezza.
Era
una lampada da notte, completamente azzurra sia alla base che sul
paralume, ma quest'ultimo era decorato da piccoli pesci rosa
stilizzati. La scienziata riconobbe subito quel disegno.
-Oh Undyne... è... come la tua carta da parati...-
-Sì, esatto! Ho preso separatamente la lampada e il tessuto
e in
qualche modo li ho messi insieme. È stata dura... non sono
proprio tipa da costruire, ma...-
-...Ma ci hai messo l'ANIMA, e questo basta. Grazie Undyne...-
Ammirò per un attimo il regalo e dovette trattenersi dal non
commuoversi dinanzi a lei. Si era ricordata di quando l'aveva invitata
per
la prima volta a casa, molti mesi prima, e si era impegnata a
costruire la lampada nonostante non fosse brava in quel genere di
cose...
-E... Alphys... dentro non c'è la lampadina, non l'ho
trovata da
nessuna parte purtroppo... Però ecco... appena la trovi
pensavo
che potresti usarla per allenarti.-
Alphys la guardò perplessa e l'altra continuò:
-Sì, puoi allenare la tua magia cercando di accenderla col
tuo
potere elettrico. Per questo ho pensato a una lampada da notte-.
-Oh...-
Chinò il capo e chiuse gli occhioni umidi: la voglia di
piangere
dall'emozione era forte, ma doveva cercare di non buttarsi
giù.
In ogni caso non era sicura se avrebbe mai messo una lampadina
lì dentro, non voleva rischiare di rovinare quello splendido
regalo di Natale per colpa della sua elettricità ancora
incerta e altalenante.
-Grazie... grazie Undyne, è un pensiero s-stupendo.-
Dopo qualche istante sistemò la abat-jour di fianco a lei e
consegnò ad Undyne il suo pacchettino. Le labbra della
guerriera
si dischiusero dallo stupore quando vide il regalo sotto alla carta
argentata.
-Alphys, questo è...-
Passò delicatamente la mano palmata sulla copertina. Era un
volume del manga di Mew Mew Kissy Cutie, e il numero incorniciato in un
angolo le sembrava familiare.
-Non dirmi che...-
-È il t-tuo volume preferito. Quello dove si parla nel
dettaglio del potere di controllare le menti delle persone.-
Chiuse l'occhio e lo riaprì lentamente; nonostante sapesse
quanto la sua amata fosse appassionata dei racconti storici sugli umani
non avrebbe mai pensato di ricevere un regalo simile. E oltretutto
c'era un'altra cosa che la lasciava spiazzata.
-Io... non posso accettarlo, Alphys. Mi avevi detto che questa era la
tua unica copia, non posso...-
Alphys cinse il petto con le braccia e parlò a voce
tenue
ma armoniosa, mentre la sua coda tamburellava sulle piastrelle e pareva
creare il ritmo perfetto: -È vero, ma desidero che lo tenga
tu.
Ricordo quanto ti eri divertita a leggerlo, e di come volevi vedere
subito la versione animata...-
A quel ricordo Undyne percepì un lieve tremolio
percorrerle tutto il corpo, e si ritrovò così a
stringere a
sé il manga con ardore per poi alzare il viso e guardare la
scienziata.
-Ti ringrazio tanto... ti prometto che lo terrò con cura in
camera mia.-
E in un posto ignifugo
possibilmente, conoscendomi.
Se vi erano ulteriori pensieri che vagavano nell'aria,
questi si dissolsero in un battito di ciglia.
I loro occhi erano ancora incatenati in un silenzioso scambio di
allegria e adorazione, nel quale una mostrò i denti
giallognoli e l'altra
sorrise caldamente. Quello era stato il Natale più bello
della
loro vita, e chissà che cosa le riservava il futuro.
Passarono
tutta la sera a leggere fumetti, guardare cartoni animati, parlare di
teorie scientifiche riportate alla ribalta da discorsi briosi,
scherzare sulla brutta faccia che si ritrovavano alcuni personaggi
umani, ridere sul più e sul meno. Tutte azioni normalissime
ma
che per loro avevano un valore davvero importante.
E se fosse accaduto di nuovo, il suo significato sarebbe già
stato chiaro.
Per un motivo o per un altro le loro ANIME avrebbero perso dei battiti,
e Alphys e Undyne avrebbero accolto quella sensazione a braccia aperte.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
E' finita, sì. So che la premessa era di arrivare fino a prima della caduta di Frisk nel Sottosuolo, ma credo che fermarsi qui basti e avanzi. In fondo ormai la loro relazione è questa qui, e ha senso che si stabilizzi per un certo periodo, no? Nella mia testa l'umano cadrà sei mesi dopo la scena finale di questo capitolo, tanto per dire (Undertale si svolge in estate, si capisce da un NPC a Hotland). Spero di aver scritto un buon finale. Per chi è arrivato fino a qui, avete colto tutte le citazioni all'Alphyne e ai dialoghi nascosti? Le uniche cose che non ho messo sono la tazzina a forma di pesce che Asgore regala ad Undyne (non l'ho trovato importante), la bambola di Mew Mew che Alphys perde (questo elemento c'è solo nella versione Switch quindi non ho voluto inserirlo) e l'uso di entrambe di Undernet. Magari l'avrebbero usato per parlarsi solo dopo questo capitolo, non ci è dato saperlo xD Ringrazio Spirietta e Aesingr per aver recensito, chi ha anche solo letto e il mio beta-reader. Ma che dico, ringrazio anche Toby Fox per l'incredibile gioco e mio fratello che mi ha convinta a provarlo. Adorerò sempre Alphys e Undyne. ...Mi sono dilungata fin troppo, spero di risentirvi in una mia possibile seconda storia sempre a tema Alphyne.
EDIT: Se volete potete leggere il seguito di questa prima parte della serie, intitolato And now we are one. In questo momento sto scrivendo la terza e ultima parte, And so, this is life! Trovate tutto su EFP =3
Ciao!