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Autore: LaBeel    02/08/2019    1 recensioni
" Ed ogni giorno si andava avanti così, covando come due chiocce questo sentimento che il giorno, spinto dalla paura ci soffocava le parole in gola e la notte, le liberava come delle rondini in gabbia, trasformandoli in sussurri e baci soppressi, talmente dolci da scacciare nel buio di una stanza ogni incubo.
E così sei stato per me, Steve, un cuore soppresso e solo che riuscivo a scaldare soltanto io. "
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Ovvero, uno dei tanti tristi e romantici flussi di parole di Bucky Barnes. In realtà è la prima fanfiction che scrivo su di lui, dopo ANNI che seguo i fumetti Marvel e la MCU. Mi odio un po, ma spero che queste piccole righe siano di vostro gradimento!
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre immaginato che il nostro amore fosse muto, che non possedesse voce alcuna. Un sentimento che, anzi, sprigionasse tutta la sua espressività nel silenzio più soffocato e nascosto. Prima, scambiandoci veloci baci clandestini nel vicolo più fatiscente, poi una carezza sulle scale del condominio e subito dopo uno sguardo, celato dietro ad un sorriso distratto e le risate degli ubriaconi del pub.

Ed ogni giorno si andava avanti così, covando come due chiocce questo sentimento che il giorno, spinto dalla paura ci soffocava le parole in gola e la notte, le liberava come delle rondini in gabbia, trasformandoli in sussurri e baci soppressi, talmente dolci da scacciare nel buio di una stanza ogni incubo.

E così sei stato per me, Steve, un cuore soppresso e solo che riuscivo a scaldare soltanto io.


Ed era stato tanto bello amarti proprio per questo.

Perché quando quegli stronzi ti prendevano a calci la faccia, io alleviavo i segni vividi sulla tua pelle con le mie carezze.
Quando tornavi a casa con un occhio gonfio, io ci premevo i miei baci per asciugarti le lacrime. Quando le tue dita tremavano così tanto da impedirti di impugnare una matita, io le stringevo tra le mie mani per scaldartene e farti dimenticare il freddo.
Quando la tua schiena era stanca e le tue spalle troppo curve per riuscire a farti alzare dal letto, io mi distendevo accanto a te ore intere, pregando che la malattia non ti portasse via. Via da me, dai miei baci, da questo amore che sentivo e che, volevo donare soltanto a te.

Non c'è bisogno che tu mi chieda niente, Steve, amico, compagno, amore mio. Perché lo sai ormai, lo sai da fin troppo tempo, che da quel niente riflesso nei tuoi bellissimi occhi azzurri, io sarò pronto a darti tutto.


Perché non esiste più povero di chi è disposto a dare tutto anche quando non ha niente dentro di sé.

 

E tu, mio dolce Steve, sei stato e sempre sarai, il Tutto che riempirà il mio Niente.

   
 
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