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Autore: Erica K Lovett    04/08/2019    1 recensioni
Sembrava andare tutto bene quella notte, gli invitati non facevano altro che complimentarsi e persino la luna pareva magnifica, ma si sà, non sempre tutto procede secondo i piani. Il pavimento coperto di cadaveri ne è una prova, giusto?
Questa storia è tratta da un sogno.
Genere: Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storie di mezzanotte- Candles

Nota dell'autrice: Le storie di mezzanotte sono una nuova serie che vorrei introdurre sulla mia pagina, si basano sui miei sogni e non sono necessariamente horror. Solo molto strane. Seconda caratteristica di questi componimenti é il fatto di rimanere molto fedele agli avvenimenti del sogno, mettendo in secondo piano il filo logico di una storia vera e propria, dunque alcune cose non verranno spiegate nei dettagli o risulteranno sconnesse proprio perchè provenienti da un sogno.

- Era un po' di tempo che non partecipavo ad una festa-
-Questa casa è una reggia, hai visto il balcone? Sembra interminabile-
gli invitati parevano sinceramente divertiti e nonostante non conoscessi nessuno di loro, stranamente la mia antisocialità non aveva prevalso all'idea di organizzare un party.
Niente di speciale, era solamente una piccola festicciola post esami, anche perchè con mia madre che gironzolava per casa non era certo permesso radere al suolo ogni cosa.
A proposito, che fine aveva fatto?
-Ehi! Tu devi essere la padrona di casa! Sai, la prossima settimana io ed i miei amici organizziamo una scampagnata in montagna...stavo pensando che magari potresti essere dei nostri...-
era un'offerta più che allettante, dato il mio altissimo grado di socialità.
-Beh potrei pensarci...- proprio in quel momento qualcosa nella mia testa si risvegliò, sembrava una piccola sirena d'allarme...insolito.
La ringhiera nera del balcone risplendeva sotto la pallida luce della luna, quella sera sembrava proprio una falce
- Si dice che, quando è così sottile, qualcuno avrà una rivelazione-
una ragazza dai capelli corti si affiancò a me, non l'avevo mai vista prima
- Mi chiamo Isabelle e tu devi essere...Rey, giusto? L'ho letto sull'invito-
-Già, piacere- le strinsi la mano
-Bella festa, Rey...credo che andrò a fare il secondo giro al buffet- la salutai con un cenno della mano.
Una rivelazione? Era proprio vero che la gente per farsi notare raccontava ogni sorta di cavolata.
I miei pensieri vennero interrotti dalle urla generali provenienti dall'interno.
La porta di casa si spalancò con un colpo di fucile, mi destai subito e corsi in corridoio.
-Non è possibile...- il mio ex fidanzato imbracciava un fucile a pompa e dietro alla schiena aveva una katana pronta all'uso.
C'era qualcosa nei suoi occhi, sembrava fuori di sè, come se la pazzìa avesse preso il controllo sulla sua mente
-Toc toc! E' arrivato il lupo cattivo, correte pecorelle!-
mi precipitai insieme ad alcuni invitati all'interno di una delle stanze, il folle sparò un colpo che mi mancò di pochissimi centimetri.
-Dobbiamo trovare delle armi! La cucina!- in mezzo a quel delirio pregai perchè mia madre e mia sorella fossero al sicuro.
Una ragazza alla testa del gruppo sussurrò
-Al tre usciamo e corriamo in cucina, pronti? Uno...due...tre!-
la massa corse senza sosta, ma cinque spari posero fine alle loro intenzioni.
Rimasi immobile al buio ed aspettai qualche minuto, forse mia sorella era ancora nella camera dei miei genitori.
Il pavimento era una distesa di cadaveri, col cuore in gola mi avvicinai alla stanza ma un urlo selvaggio mi sorprese e mi ritrovai con le spalle al muro, il folle mi puntò le canne del fucile contro la faccia
-Ti prego, non farlo! Non sparare-
il suo corpo era scosso da tremori, quasi fosse febbricitante, e un rivolo di bava scese dall'angolo della bocca, ripose il fucile ma lentamente sfoderò la katana.
Un colpo secco, come un fulmine, tagliò il mio corpo dalla spalla destra al fianco sinistro.
Chiusi gli occhi e tutto fu ombra.
Trascorse qualche minuto e mi risvegliai, come se non fosse mai accaduto nulla.
Passai la mano sul taglio, ma tutto ciò che trovai era solo una lunga cicatrice rossa che divideva a metà il mio corpo.
Com'era possibile?
Mi alzai e mi guardai allo specchio, i miei occhi erano cambiati, coloro nocciola, no...no,no,no sembravano...brillare?
Mi passai una mano sul viso e notai che non avevo più delle unghie, ma degli artigli di almeno otto centimetri!
-Beh, non mi resta che controllare un'ultima cosa-
aprii lentamente la bocca e scorsi due affilatissimi canini, brillanti come diamanti.
Un vampiro? Tutte le storie su quelle creature, così come tutti i film, non parlavano di trasformazioni da katana, era irreale, eppure eccomi tramutata in una creatura della notte, ed ora che ne ero a conoscenza, sapevo cosa fare.
-Se sono un vampiro, forse ho anche qualche superpotere- provai a tramutarmi in pipistrello, ma niente da fare.
Telepatia? Nemmeno.
Sconsolata guardai tutti i cadaveri che ricoprivano il pavimento e presi tra le mani il viso insanguinato di un ragazzo
-Mi dispiace che sia finita così...vorrei poter fare qualcosa per voi-
uno sbuffo uscì dalle mie labbra ed improvvisamente il ragazzo riaprì gli occhi e mi guardò.
Io rimasi impietrita, mentre il giovane si alzò sulle gambe.
-Ehi...ehm...come ti senti?OH, e non badare a tutta la gente morta sul pavimento di casa mia-
il ragazzo mi fissò con aria assente
-Flatzff- rispose.
Ok, a meno che non avessi il dono di cambiare il linguaggio, qualcosa non andava.
Mosse alcuni passi, ma sembrava un bambino piccolo alle prese con la sua prima camminata, pareva quasi uno zombie umano.
Soffiai sul viso di tutti i cadaveri e lentamente, una ad una, ogni persona si incamminò barcollando e sbattendo contro gli altri verso la porta d'ingresso. Era rimasto solo il salotto e tra i corpi a terra riconobbi Isabelle; presi il suo viso tra le mani, ma lei aprì gli occhi prima ancora che soffiassi
-Sei viva!-
-Beh, anche tu a quanto pare-
-Devi aiutarmi, voglio uccidere il mio ex-
-Credo di non riuscire a capire-
-Ehm...il folle che ha fatto irruzione in casa mia e ha solo sterminato mezza città-
- Oh. Potrei anche darti una mano, ma...io cosa ottengo? Insomma è rischioso giocare all'esca con uno psicopatico armato fino ai denti-
-Ecco...al momento non dispongo di molti beni materiali- la ragazza ci pensò sù e mi osservò con sguardo provocante -Magari potrei volere solo ciò che ho qui davanti a me-.
Non capii a pieno il senso di quella frase e, nel dubbio, non esitai a darle ciò che pensavo mi avesse chiesto.
Mi tolsi tutto ciò che avevo addosso e lei fece lo stesso e comminciammo a strusciarci l'una contro l'altra, stringendoci, come se fosse la fine di tutto. Sentivo distintamente ogni battito del suo cuore, il sangue scorreva velocemente nelle sue vene e l'odore della paura, emanata da ogni parte del suo corpo, era inconfondibile.
La strinsi tra le mie braccia per rassicurarla e la bacia sulla bocca, come un cavaliere con la sua dama.
Nonostante la conoscessi appena, sentivo che qualcosa ci legava, un filo impercettibile che univa i nostri corpi e le nostri menti, decisi dunque di donarle l'immortalità.
I miei canini affondarono nella tenera carne nuda e, sussultando, Isabelle si adagiò completamente al mio corpo.
La guardai, mentre vedevo le sue pupille rimpicciolirsi e le sue iridi cambiare colore.
Nonostante i suoi seni fossero adagiati sui miei, cercai di stringerla nuovamente a me per rassicurarla
-Dunque...ora sono un vampiro?-
-Sì, ma a quanto pare io non ho tutti i poteri, quindi penso che la stessa cosa valga per te-
-Me ne farò una ragione. Allora, andiamo a fare fuori qualche stronzo?-
le sorrisi e mi rialzai, completamente nuda.
-Dammi solo un secondo- tornai poco dopo con dei pantaloni di pelle ed una felpa senza maniche.
- Sono pronta-
- Aspetta, credo di aver sentito qualcosa provenire dalla cucina- un flebile singhiozzare destò la mia attenzione.
Nascosta dietro il divano c'era una piccola copertina tremolante, la alzai lentamente e sotto trovai la mia sorellina con in mano una candela accesa.
Il mio cuore fece un salto
-Non mi ha visto.
Ha sparato a tutti quanti e poi ho visto delle persone che passavano dal corridoio e se ne andavano via, sembravano...morti che camminavano-
lanciai una veloce occhiata ad Isabelle
-Non ti preoccupare, sto andando a risolvere il problema alla radice. Barricati in camera tua, vado a porre fine a tutto questo-
la bambina corse via lungo il corridoio, e non appena sentii la serratura scattare, uscii insieme alla ragazza.
La gelida notte invernale non mi scalfiva minimamente, così come nè il caldo nè le malattie potevano più.
-Ho sentito degli spari-
-Già...provenivano dalla casa a fianco-
ci appostammo in mezzo alla strada, giusto in tempo per vederlo trascinare dei ragazzini dentro ad un'abitazione.
-Dividiamoci i compiti-
Isabelle corse di fronte alla porta d'ingresso, mentre io sgattaiolai dentro dal tetto.
L'interno della casa era completamente buio, l'unica fonte di luce era il flebile bagliore di poche candele.
-Ti prego, non farci del male! Abbiamo la pizza!-
- E' arrivato il giorno del giudizio, baby! Ahahah!- il folle puntò il fucile contro la fronte del malcapitato, ma proprio in quel momento Isabelle suonò il campanello
-Cosa diavolo c'è ora? Deve sempre esserci qualcuno a rompere i coglioni-
il folle aprì la porta, ma non c'era nessuno ad aspettarlo.
-Oddio! Mi fanno perdere pure tempo!- con il fucile carico tornò verso i giovani, ma erano spariti.
Al loro posto c'era rimasta solo una figura incappucciata
-Prima ammazzerò te e poi tutti i tuoi amichetti!- alzai il cappuccio e lo afferrai alla gola
-Tu! Come è possibile!- sentii un ghigno maligno illuminare il mio volto
-Chi non muore si rivede, a quanto pare-
afferrai una delle candele accese e con forza gliela conficcai in mezzo alle costole, la mia ira amplificò la fiamma che pervase il suo intero petto. Lanciò un urlo disumano e, mentre lo guardavo bruciare vivo, gli tagliai di netto la testa.
Buttai a terra il corpo carbonizzato e uscii dalla casa, Isabelle era lì ad aspettarmi.
-Beh...ecco...ora che è tutto finito, possiamo...tornare a divertirci, giusto?- passò un'unghia sul mio braccio sinistro
-Non ancora-abbassai lo sguardo
-Devo trovare mia madre-
-Vengo con te-
-Credo sia ancora in casa-.
Il solaio era completamente buio e nessun rumore induceva a pensare che ci fosse anche una sola anima viva.
-Mamma? Sei qui?- un breve scalpiccìo mi fece sobbalzare.
Una sagoma poco distinta avanzò verso di noi con passo incerto
-E' tutto finito-
mi strinse a sè per qualche secondo, ma il suo sguardo vacuo era fisso sul mio viso.
Abbassò gli occhi e osservò i miei piedi nudi e pieni di cocci di vetro, consapevole.
Quel silenzio rassegnato era come se mi stesse dicendo che per me era finita la vita, come se mi avesse perso...
-C'è qualcuno che ti aspetta di sotto- annuì e corse giù per le scale.

Ancora una volta la notte ci accolse tra le sue gelide braccia
-Spero che l'immortalità non sia così lunga come si prospetta-
-Non ti preoccupare, perchè, se così fosse, di certo io allontanerei la noia e la solitudine dai tuoi pensieri- la guardai con compiacimento
- Che ne dici di andare nel primo bar a tiro e beh, quello che succederà dopo...è tutto da scoprire-
-Mi sembra un'ottima idea, ma il primo giro lo offri tu-.
La notte era ancora lunga, ma ciò non mi spaventava per niente.
                                                                                        FINE
   
 
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