Storie originali > Introspettivo
Ricorda la storia  |      
Autore: Kore Flavia    05/08/2019    1 recensioni
Elio aveva sempre ricercato il divino, un desiderio suscitato dal ricordo lontano di un mondo in cui il suo nome s’iscriveva come quello di un dio. (...)
Ma le uniche mani tese che Elio voleva stringere erano quelle offerte degli dei e l’unico male che risentiva era quello d’aver sprecato così tanto tempo in una realtà a lui estranea.
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Elio aveva sempre ricercato il divino, un desiderio suscitato dal ricordo lontano di un mondo in cui il suo nome s’iscriveva come quello di un dio. Un dio che splendeva sopra tutti e illuminava quell’Olimpo perduto come un sole. Aveva sempre provato a toccare quella realtà che di reale non aveva nulla e che prometteva una luce ed una pienezza che le vie grigie e vuote della propria città non potevano offrire. Elio aveva cercato questo luogo in un ogni angolo di quel paese e nel suo pellegrinaggio in giro per il mondo non aveva trovato alcuna terra promessa. A 33 anni aveva però scoperto che l’Olimpo non poteva esser trovato negli angoli e che invece si trovava in una miscela di elementi. La prima volta che l’aveva sfiorato era successo per caso: aveva bevuto troppo e aveva preso una pillola ad una festa al mare che di paradisiaco non aveva nulla. Una festa che non era che una pallida imitazione dei gloriosi baccanali di Dioniso -aveva pensato Elio in una smorfia- una finzione, nulla più. Tra i corpi che sudati ballavano sconnessi in un’alienazione e solitudine che caratterizzavano quel mondo che Elio voleva fuggire, lui ci aveva scorto la luce del sole che in uno sprazzo rosso gli aveva permesso di vedere un mondo dorato: un mondo senza assenza né vuoti.
Quel giorno il ragazzo aveva realizzato che l’Olimpo esisteva e che era ad un semplice composto di distanza.
Era facilmente raggiungibile, dunque, il tutto stava solo nel trovare le giuste quantità e i giusti elementi. Elio cominciò dunque a spingersi sempre più lontano, ad un limite che, di volta in volta, gli appariva sempre più vicino. Tuttavia quelle brevi visite non lo soddisfacevano. Lui voleva viverci nell’Olimpo, non voleva esser di passaggio. Il grigiore della propria vita a confronto lo schiacciava sempre più, soffocandolo sotto le pesanti coltri della miseria. I suoi genitori avevano provato a fermarlo. Gli avevano detto:
“Hai bisogno di una mano: stai male.”
Ma le uniche mani tese che Elio voleva stringere erano quelle offerte degli dei e l’unico male che risentiva era quello d’aver sprecato così tanto tempo in una realtà a lui estranea.
Aveva smesso di uscire di casa perché là aveva tutti gli ingredienti per giungere al divino. Passava dunque le giornate a giostrarsi tra bottiglie l’alcool, barattoli strabordanti di pillole bianche e pezzi di vetro buttati nei quattro angoli del salone e così sperimentava. Nel buio della notte, nella tenue luce dell’alba o coperto dal sole del mezzogiorno Elio non smetteva mai di sperimentare.
Così l’ex studente di lettere s’improvvisò scienziato. La casa con il tempo si riempì
di polvere e così anche lui cedette i propri colori al grigio. Solo gli occhi troneggiavano rossi in quella miseria. La sclera da bianca era stata inghiottita dai colori della stanchezza e della dipendenza. Una dipendenza che era però all’Olimpo, non alla droga. Per giungere in quel mondo, Elio l’aveva capito, doveva sacrificare ciò che di mortale esisteva in lui. Solo così gli si sarebbero aperte le porte per essere un dio.
Giunse il giorno in cui tutti i suoi sforzi portarono i loro frutti e quel giorno Elio varcò la soglia di quella città dorata e piena. Riempito dalla propria pienezza, l’Olimpo era un luogo caratterizzato dalla compiutezza delle forme e dalla vivacità dei colori. L’unica assenza in quel mondo era quella della solitudine ed Elio si riconobbe ricolmo di soddisfazione e gioia a sapersi pieno e a vedersi come riflesso di quella città magica.
 
Qualche giorno dopo il corpo di Elio venne trovato senza vita e quasi venne scambiato per quello di una bambola che aveva perso la propria vernice, vittima del tempo. I giornali parlarono di suicidio, ma il ragazzo avrebbe affermato che la sua non era stata una morte: era stata una resurrezione.  
 
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Introspettivo / Vai alla pagina dell'autore: Kore Flavia