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Autore: Mikarchangel74    06/08/2019    2 recensioni
Steve trova un vecchio diario sotto al materasso dalla parte dove dorme Bucky, torna a dubitare del suo amico, temendo che Bucky sia ancora controllato dall'Hydra e che quel diario possa contenere dati sullo Shield e che il soldato d'inverno sia lì in missione per spiare Captain america e pronto a colpire in qualunque momento, ma cosa contiene veramente quel diario?
Genere: Angst, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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~~Titolo: Diario
Fandom: Marvel
Ship: Stucky
Warning: nessuna
Tags: https://www.facebook.com/notes/hurtcomfort-italia-fanfiction-fanart/hurtcomfort-summer-bingo-challenge-2019/2426494237374088/
Partecipo al #SummerBingoChallenge
Parole: 2263

N.d.A: Non è stato facile scrivere questo racconto, speravo di trovare più notizie in internet, ma è tutto molto vago e quindi spero di non aver scritto qualche stupidaggine cercando d'improvvisare, soprattutto con le date.

Diario

(Alcune settimane dopo lo scontro con Tony Stark in Siberia)
Steve si guardò rapidamente intorno per controllare che Bucky non fosse nei paraggi. E non avrebbe dovuto esserci, lo aveva spinto fuori di casa con la scusa di fare un po’ di spesa perché Bucky non aveva mai molta voglia di mettere il naso fuori di casa ultimamente, ma Steve continuava a spronarlo per cercare di fargli capire che in fondo il mondo non era poi così orribile come gli avevano sempre fatto credere per anni.
Era seduto sul letto e si rigirava tra le mani un’oggetto che aveva appena trovato sotto al materasso dalla parte dove dormiva il suo compagno, mentre riordinava le lenzuola.
Guardò per l’ennesima volta il piccolo diario stropicciato, dalla copertina consunta e si morse il labbro indeciso se aprirlo e vedere cosa vi fosse scritto. Era una cosa privata di Bucky, non era suo diritto leggerlo, sarebbe stata un’invasione alla sua privacy e se fosse stato scoperto? Avrebbe anche rischiato di perdere quella poca fiducia che stava ancora cercando faticosamente di riguadagnare da quando Bucky, dopo lo scontro con Tony e la conseguente amputazione del suo braccio meccanico, era stato accolto da Steve nel suo appartamento per dargli tutto l’aiuto possibile.
James era ancora molto silenzioso e chiuso in se stesso; Alle volte Steve si sentiva osservato e lo vedeva lì in un angolo nella penombra mentre i suoi occhi lo seguivano ma la sua espressione era indecifrabile: seria, malinconica, pensierosa, triste .. Non avrebbe saputo dirlo. Quei piccoli progressi fatti prima dello scontro con Tony erano di nuovo regrediti e Steve avrebbe dato ciò che aveva di più caro al mondo per sapere cosa frullasse di nuovo nella testa del suo silenzioso amore.
Di discuterne neanche a pensarci, Bucky non si apriva, continuava a trattenere tutto dentro di sé. Quelle poche volte che Steve forzava un po’ la mano per farlo parlare finiva per innervosirlo e lo vedeva andare in camera chiudendosi la porta dietro.
Chissà se dentro quel diario c’erano racchiuse tutte le risposte alle sue domande. Chissà quali orribili segreti racchiudeva quell’oggetto. Forse c’era scritto del suo periodo di prigionia nell’Hydra, o forse tutte le missioni che aveva svolto come soldato d’inverno… Codici.. Parole d’ordine.. Forse informazioni sullo Shield.. Doveva saperlo… E se Bucky fosse ancora in qualche modo sotto il controllo dell’Hydra e gli avessero ordinato di spiare Captain america per carpirgli informazioni sullo Shield? Adesso sì che moriva dalla voglia di sfogliare quel diario e se non lo avesse fatto .. e Bucky avesse fatto qualche casino si sarebbe sentito responsabile.
Il suo respiro si fece più rapido, come anche il battito del suo cuore che adesso traboccava di preoccupazione ed ansia mentre la sua mente pensava frenetica immaginando miliardi di possibilità fissando quell’oggetto che stringeva tra le mani come fosse una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro.
Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si era nemmeno accorto che Bucky era rientrato silenzioso come un gatto ed ora era sulla soglia della camera e lo guardava serio come sempre, appoggiato allo stipite, braccia incrociate sul petto e quando Steve sollevò la testa e lo vide il suo cuore sobbalzò leggermente sentendosi colpevole, anche se non aveva fatto assolutamente niente di male, ma anche il solo pensiero di esser stato beccato a tenere tra le mani quel diario la sensazione che aveva era di averlo in qualche modo tradito.
Sì fissarono per qualche istante e Bucky non sembrava arrabbiato o triste o deluso, ma fu’ proprio lui a rompere il silenzio
“Lo hai letto?” Chiese con calma
Steve abbassò lo sguardo sul diario ancora stretto tra le sue dita e tornò a guardare quel ragazzo che gli faceva battere il cuore ogni volta che i loro occhi si incrociavano, scosse la testa
“No. … ma forse dovrei.” Gli rispose di nuovo intenzionato a parlare con lui e stavolta non lo avrebbe fatto scappare via, doveva sapere….. Ma perché adesso improvvisamente dubitava di nuovo del suo Pal?
Bucky non si mosse, continuò a fissarlo con quell’espressione seria e smarrita allo stesso tempo, calmo ma in procinto di esplodere da un momento all’altro e si accorse dell’insicurezza di Steve.
Steve era sempre stato molto espressivo e per Bucky era un libro aperto.
“Cosa c’è Steve? Non ti fidi di me?”
La domanda lo colpì dritto al cuore. Non avrebbe mai voluto dargli quell’impressione! Bucky era il suo amore, l’amore segreto che aveva tenuto nel cuore per tutta un’eternità. Lo aveva amato anche quando lo aveva creduto morto e perduto. No, non gli avrebbe mai voltato le spalle, se aveva dei dubbi erano leciti, ma aveva intenzione di risolverli con lui.
“Dobbiamo parlare.”
Bucky finalmente ebbe una reazione, sollevò la testa sospirando con teatrale esasperazione e lasciò cadere le braccia lungo il corpo
“Ancora … Lo sai come andrà a finire..”
“Non stavolta Buk. Ti prego parliamo… Ho bisogno di sapere cosa ti turba… Lo sai che voglio solo aiutarti…”
Bucky guardò il suo diario ancora stretto tra le mani di Steve.
“No, io credo che adesso stai morendo dalla voglia di sapere cosa ci sia scritto lì dentro.” Continuò calmo e rassegnato
Steve sollevò l’oggetto battendolo un paio di volte sul palmo della mano e deglutì cercando le parole giuste, perché non era mai facile parlare con quel ragazzo la cui mente in passato era stata devastata in ogni modo possibile ed una sola parola sbagliata poteva far scatenare incontrollabili reazioni.
“Buk, mi sono già fatto un’infinità di filmini su svariate possibilità di quel che potrebbe esserci scritto, ma non voglio in alcun modo tradire la tua fiducia…”
“Allora non farlo.”
Steve sospirò di nuovo pensando a cosa chiedergli, ma Bucky lo anticipò
“Non mi lascerai tranquillo fin quando non avrai letto quel diario non è vero?”
Steve lo guardò quasi con sguardo implorante anche se preoccupato e Bucky lentamente lo raggiunse, si sedette sul letto accanto a lui. Si guardarono per alcuni istanti che parvero secoli, sfumature di blu che si mescolavano e si perdevano l’une nelle altre e Steve sarebbe rimasto a vita incollato a quegli occhi, lasciandosi rapire e perdendo la ragione, ma poi Bucky staccò il contatto abbassando lo sguardo ed al capitano parve di vedere arrossire leggermente le sue guance ed affiorare finalmente un leggero timido sorriso triste mentre sfilava lentamente il diario dalle sue mani e lo apriva lì insieme a lui iniziando a leggere; All’inizio c’erano per lo più una serie di fogli e pezzi di carta staccati, macchiati, ingialliti e sgualciti, pezzi di carta con parole a malapena leggibili, come scritti in un’altra epoca:

>Aprile 1930 Due anni fa ho conosciuto un ragazzo che abita qui in fondo alla strada, si chiama Steve Rogers, ha più o meno la mia età, ma è molto cagionevole di salute. Siamo diventati grandi amici. Gli voglio bene anche se mi tocca sempre salvargli il culo.

>Dicembre 1941 L’America è entrata in guerra, devo andare a servire il mio paese, ma sono tanto triste dovrò salutare il mio amico Steve, lui non è stato arruolato. E’ invidioso. .. Credo di provare qualcosa di più per Steve <3 (cuoricino).


(Altri fogli strappati senza data)

>Steve ti amo.

>Steve sei il mio mondo.

>Ti amo


Steve deglutì sentendo le guance divampare e sperando che il compagno fosse preso nella lettura e non lo notasse

>Ottobre 1943 Steve è cambiato, la sua costituzione è cambiata si è sottoposto a qualche esperimento del governo così ha detto, ma il mio amore per lui non è cambiato, anzi sì… è aumentato. Sono felice di combattere al suo fianco. Ti amo Steve.

>Ti amo Steve

>Febbraio 1947 La mia vita ormai è diventata un inferno. Voglio solo morire. Nessuno mi cerca e non credo che nemmeno che mi potrebbero trovare. Mi avranno dato per morto dopo la caduta dal treno. Sono prigioniero di una sorta di organizzazione nazifascista che si fa chiamare Hydra. Zola è un macellaio ed io sono alla sua mercé. Ho un braccio meccanico… Alle volte faccio cose orribili.
Solo pensare a te Steve, mi fa andare avanti. <3 (cuoricino)

Bucky ebbe un tremito e la voce gli si strozzò in gola. Rileggere quelle pagine era troppo per lui. Deglutì e tentò di continuare, ma ne era incapace, così Steve gli riprese di nuovo il diario dalle sue mani tremanti chiedendo un silenzioso permesso a continuare a leggere al posto suo e Bucky annuì con la testa tenendo il volto basso mentre i capelli glielo incorniciavano nascondendoglielo parzialmente:

> Febbraio 1950 Non ho più dignità. Non ho più un corpo. Mi stanno facendo delle cose orribili. Torture indicibili. Steve ti prego salvami… Non voglio perdere il ricordo che ho di te, ma loro stanno cercando di cancellare ogni mio ricordo. Non sono più sicuro di niente.. Non so più chi sono ma una cosa ancora la so: Steve ti amo.

>Marzo 1953 Mi hanno messo ad addestrare dei soldati, tra loro ce n’è una molto forte. Chiedo a chiunque incontro se ti conoscono o hanno notizie di Captain America, ma nessuno sa dirmi niente. L’altro giorno alcuni soldati dell’Hydra sono venuti a conoscenza delle mie domande e mi hanno pestato a sangue intimandomi di non pronunziare mai più il tuo nome. Hanno detto che ben presto non mi ricorderò più di niente e così scrivo questo diario per ricordare e lo terrò nascosto. Mi manchi Steve.

>Ti amo Steve.

>Ti amo Steve. <3 (cuoricino)

>Ti amo Steve.
Continuerò a scriverlo per non dimenticarti.

>Chi è James Buch.. Buchan Barnes? Chi sono? Chi è la persona che ha scritto queste pagine? Chi è Steve Rogers?

Steve s’interruppe sentendo un lieve singhiozzo provenire dall’uomo al suo fianco. Era difficile leggere anche per lui, poteva sentire tutto il dolore racchiuso in quelle pagine e l’estenuante lotta per mantenere i ricordi e la sua identità vivi.
Riprese a leggere a bassa voce, ma le pagine che seguirono sembravano scritte da un’altra persona, dal soldato d’inverno. Non c’era più traccia del giovane sergente coraggioso e patriottico. Non c’era più traccia del ragazzo che aveva chiesto aiuto, che aveva scritto tante volte di amare Steve Rogers.

>Ottobre 1977 Rapporto missione: Terminati cinque ufficiali ed il loro intero esercito troppo vicino alla base nell’Oceano Pacifico.

>Gennaio 1980 Sono al servizio dell’Unione sovietica. Assegnato guardia del corpo di Karpov.

>Novembre 1991 Sono stati creati altri soldati d’inverno. Sono forti ma ingestibili.

>Marzo 2001 Risvegliato da criogenizzazione. Rispondo ad Aleksander Lukin successore di Karpov. Missione: Uccidere Teschio rosso e prendere il cubo cosmico.

>Che cazzo scrivo a fare questo inutile diario?!

>Maggio 2001 Ho ritrovato Steve. Ha usato il tesseract per farmi tornare la memoria…. Sono un mostro. Devo scappare. Ho tentato di uccidere l’unica persona che credo, io abbia mai amato. Perdonami Steve.

> giugno 2014 Risvegliato ancora una volta dalla criogenesi per una nuova missione.

>Agosto 2015 Steve mi vuole ancora bene nonostante tutto. Ho letto e riletto le pagine di questo diario perché la mia mente non è più affidabile e sembra che io ti abbia amato tanto. Vorrei poter provare di nuovo questo sentimento. P.S. Recarsi allo Smithsonian museum. Forse aiuterà i ricordi.


>Settembre 2016 Steve ha creduto in me di nuovo e si è scontrato con Tony Stark a causa mia. Mi dispiace. Non merito tutto questo Steve. Non merito il tuo aiuto… Ma ti amo. Sì, non so.. E’ come se questo sentimento sia comunque rimasto assopito dentro ti me e tu sei riuscito a farmi rinnamorare di nuovo. Ti amo, ma non lo saprai mai.

Steve s’interruppe di nuovo strusciando l’indice su quelle parole come a volerle riscrivere. Deglutì e cercò di guardare Bucky che ancora evitava il suo sguardo mantenendo la testa china.
“P..Perchè non devo saperlo?” Chiese con un filo di voce, ma la domanda non ebbe risposta e riprese a leggere le pagine che ormai erano state scritte in quelle ultime settimane

>Steve sei così buono e paziente, ti prendi cura di me. Ti amo.

Poi seguivano pagine e pagine con scritto e ripetuto solo ‘Ti amo Steve’

Steve girò ogni singola pagina ripetendo ogni singolo ‘Ti amo’ scritto su quelle pagine fino alla fine poi chiuse con cura il diario e sollevò la testa guardando di nuovo Bucky, doveva aver pianto silenziosamente perché la parte scoperta del suo viso era umida. Steve gli passò un braccio dietro la schiena attirandolo a sé dolcemente e con l’altra mano gli fece sollevare il volto
“Hey…”  Bucky finalmente risollevò lo sguardo, sembrava cercare il suo perdono ed il suo amore. Ma nonostante questo si formò di nuovo l’impronta di un sorriso perché si era accorto di come Steve fosse rimasto sorpreso da ciò che aveva letto e che non era affatto quel che si era aspettato.
Steve lo guardò con uno sguardo carico di dolore e di infinito amore
“Quindi… E’ questo che c’è scritto. …”
D’improvviso lasciò cadere il diario sul letto ed abbracciò Bucky stringendolo forte.
“Mi dispiace tanto Puk… Ho dubitato di te”
Bucky si irrigidì all’inizio, ma poi si sciolse e contraccambiò l’abbraccio. Quindi Steve si allontanò e con gli occhi lucidi prese il viso di Bucky tra le mani baciandolo, premendo le sue labbra contro quelle dell’altro, in un bacio dolce ma disperato. Un bacio così a lungo desiderato e represso. Il contatto di quelle labbra morbide e piene fu quanto di più bello provarono entrambi in quel momento
“Non sai quanto ti ho amato e ti amo anch’io… O forse lo hai sempre saputo.”

The end

   
 
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