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Autore: Elgas    09/08/2019    10 recensioni
[Secondo Atto, Till The End of The Time
Kingdom Hearts 3 Alternative Ending (no DLC Re:Mind)
Crossover: personaggi tratti da Bleach, Blue Exorcist, Full Metal Alchemist Brotherhood]
N.B. Lettura Pc. Lettura Angolo Autrice.
+++
Capitolo 1:
Nel dolore nacque la Luce, una Luce sporca, la luce di un cielo gravido di nuvole, ove una
pioggia nera batteva su una città in rovina. In mezzo a palazzi distrutti, avvertì l’odore della morte,
l’odore pungente del sangue. Nel crescente terrore lo vide; in agguato sulla cima di una parete,
un orrore né Heartless né Nobody; una carcassa animata, putrefatta.
Capitolo 2:
« [...] Luxu...mai e poi mai dovrai desiderare il Kingdom Hearts. Ancora poco e la Guerra dei
Keyblade scoppierà; ancora poco e tutte queste persone , nel bene e nel male, si ritroveranno
a bramarlo. Ma ai Fyrir non servono cuori avidi di potere, nell’Oltre si può far appello solo a se
stessi... e al proprio pastore. »
Capittolo 3:
Quando la felicità si rompe c’è sempre odore di sangue.
Capitolo 4:
Pensieri rivolti agli amici di sempre, agli amici nuovi e a quelli ritrovati, a Kairi, soprattutto a Kairi;
alla felicità, alla sua gioia nel vederlo tornare.
Genere: Angst, Erotico, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Crack Pairing | Personaggi: Aqua, Axel, Luxord, Sora, Xigbar
Note: Cross-over, OOC, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti | Contesto: Altro contesto, Più contesti
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Till the End of the Time'
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5. When we’ve given up everything



Luxu annaspò, tentando di ricercare una porzione di pavimento pulito, ma la quiete durò poco.
In quell’oscurità eterna, dove il tempo si era perso, vomito e dolore erano diventati gli unici
compagni, dove un corpo, il suo corpo, rigettava ogni liquido possibile, ogni liquido di un
esistenza mortale; tanto da rendere il fetore nell’angusto spazio oltre i limiti del sopportabile.
Brancolare nella sofferenza e negli escrementi… questo esigeva l’immortalità? Lo scambio
equivalente
sottolineato da Edward? Era questo il prezzo da pagare mentre le ossa sembravano
rompersi, la carne bruciare in un tormento senza fine? Mentre la fame e la sete si annullavano e
i pensieri si contorcevano su se stessi?
La rara quiete era abitata da ricordi: immagini del tempo conosciuto come Era delle Fiabe,
quando un unico grande Mondo era unito sotto la Luce del Kingdom Hearts. Eppure l’Oscurità
aveva serpeggiato, perfino nei saldi Cuori dei Veggenti, portando ogni cosa alla rovina. Una goccia
di purezza però, era sopravvissuta nel Cuore di Ava e al pensiero un ricordo apparve, nitido come
non mai; Luxu si rivide, in cima alla collina; rivide Auropoli splendere sotto di lui, No Name stretta
in mano; l’Occhio Osservatore, incastonato nella punta, sporco di rosso; rivide Ava accasciarsi; la
maschera scheggiata all’altezza dell’occhio, un rivolo di sangue a segnare la guancia, simile a una
lacrima;

« Tu... il Maestro… ci avete ingannato! Perché… perché portarci sull'orlo dell'abisso?! »
« Esistono infiniti futuri. Il futuro che scelsi e che il Maestro scrisse nel Libro delle Profezie, si avvicinava di
più all’imminente conflitto. Siete stati così ciechi da farlo avverare, come falene attirate dal fuoco. Fra poco...
Gula aprirà il Kingdom Hearts, accecato dal desiderio di far tornare il Maestro, segnando l’inizio della Guerra
dei Keyblade. »
« … Ma lui non tornerà. Vero? »
« Questo universo è più di suo interesse. Il desiderare il Kingdom Hearts sarà la vostra condanna. Nessuno si
salverà. »
« … Luxu… dieci anni… dimmi… dimmi non ci sono state soltanto bugie in questi dieci anni! »
« ...L’hai detto prima; vi abbiamo ingannato. Non aggrapparti a illusioni. Inoltre tu, assieme a Ira, Aced, Invi,
Gula, avete distrutto l’amicizia, ma guarda il lato positivo; vi siete liberati di una bugia, rompendo il velo
che celava la vostra natura. Ora… dovresti salvare i Denti di Leone. »

Così Ava si era destata e, dopo averlo fissato a lungo, si era precipitata giù per il sentiero; gocce di
sangue cadevano dalla maschera, puntellando l’erba al passaggio. (1)
Però… questo non cambiava nulla. La pietà provata in quel lontano frangente era stata una
ricompensa; giacché lei aveva sfiorato la verità, lambendone la nera superficie; e la sua Unione,
in seguito, era diventata un ricettacolo per la Seconda Selezione.

- … dimmi Luxu… dimmi non ci sono state soltanto bugie in questi dieci anni! -

« Ah… sta zitta… nessuno ha mai... significato qualcosa per me… nessuno… tanto meno quegli
uomini... ammazzati per... ah… ah… siete tutti insetti… luridi insetti… »
Parole soffocate dal dolore, dal rigetto che risaliva l’esofago, dal marcio che ormai lo avvolgeva da
capo a piedi. L’elisir voleva anche questo? Pretendeva i ricordi più marci? Voleva strapparglieli dal
petto e osservarli, come un corvo scruta una carcassa?
« Scava… scava! Divorali dal primo all’ultimo! »
Nel buio un uccello gracchiò levandosi in volo.

Non era facile individuare quella linea; il sottile confine che separava vita e morte. Occorreva aguzzare ogni
senso, Cuore e Corpo fino all’inverosimile; e provare, provare fino alla nausea. Pure il Maestro avrebbe agito
così di fronte a tale dilemma; bisognava esser sicuri, più che sicuri, specie quando le chance di successo si
riducevano a una. Sentì quel corpo dimenarsi cercando d’allontanarlo, il respiro via via più mozzato… poi
nulla. Ancora una volta il nulla. Tolse il laccio puntando lo sguardo avanti, verso un ragazzo raggomitolato a
terra, tremante nonostante polsi e caviglie legate, una benda ricavata dalle vesti logore ne copriva gli occhi.
« Sei a trentacinque… », annunciò la figura seduta a destra.
Il Maestro aveva raccontato molte cose inerenti i Fyrir, narrando a lui e lui soltanto piccole e grandi meraviglie,
ma lasciandogli il beneficio del dubbio circa l’aspetto.
- Cercarli è inutile. Amano palesarsi alla fine, quando... ti sei già spinto oltre il limite. -
Così era accaduto; scampato al caos della Guerra intrufolandosi nei Dente di Leone, Luxu aveva corrotto il
Cuore di Ephemer portando l’Unione sopravvissuta alla distruzione; distruzione ammirata da un Mondo
lontano, osservando una stella brillare ed estinguersi. Infine una settimana più tardi… era apparso.
- Così... tu devi essere Luxu. -
Da allora l’uomo gli stava vicino, allontanandosi solo per mantener fede al patto. Una silente figura avvolta
in un nero mantello; sotto il cappuccio si celavano iridi verde brillante, luminose come quelle di una lince.
Se fosse stato un’abitante di quel Mondo Luxu l’avrebbe scambiato per un demone. Anzi, probabilmente era
questo che pensavano i malcapitati mentre venivano strappati dai letti e trascinati nel fitto della foresta.
« Quattro anni per distruggere i Denti di Leone… ora dovresti rilassarti, giovane Luxu. »
« Il Maestro… gli avete fatto dono dell’immortalità », ricordò con tono grave, « io al contrario la otterrò
quando le giuste Chiavi saranno in mano vostra. Coi Signori dei Keyblade estinti, ci vorrà tempo, secoli, prima
che qualcuno, recuperando le conoscenze sparse nei vari Mondi, riesca a evocarne uno. Nel frattempo devo
sopravvivere. Inoltre... sarebbe imbarazzante per il Maestro incontrarmi con lo spirito di un vecchietto. »
L’altro non disse nulla. Sedeva composto in cima a una roccia, spostando di tanto in tanto l’attenzione
sull'ennesima vittima. Il masso lo rendeva più imponente di quanto già non fosse, fondendo le loro sagome nel
buio della notte. Per un attimo Luxu si chiese se anche il resto dei Fyrir fosse così alto; se tutti nell’apparente
normalità celassero una vena inquietante.
« Dedizione ammirevole la tua », commentò all’improvviso, « potrei definire questo tempo... un’ era delle fiabe
abitata da chimere. Permettermi dunque di darti un consiglio. Il momento giusto… quando il cuore batte più
forte prima di fermarsi. »
Luxu scattò in piedi precipitandosi dal ragazzo, senza dar spazio a gratitudine o meraviglia, il laccio ben
stretto in mano. Ripeté lo stesso procedimento e… finalmente lo avvertì; il suono del Cuore. Un Cuore colmo di
terrore, prossimo alla morte. Chiuse gli occhi e nell’oscurità ecco apparire una sottile linea rossa. Si contorceva
su stessa come una serpe intrappolata; lo fece fin quando il battito più forte la pietrificò.
Luxu scattò in avanti, tagliandola in due... (2)

… e il buio tornò ad avvolgerlo, contornato da un fetore insopportabile.
Ora... i polmoni facevano male, male come tutte le volte in cui aveva ucciso impossessandosi di
corpi, di ricordi e infine di vite altrui. Eppure… qualcosa era cambiato. Ne ebbe la certezza quando
un senso di serenità lo pervase; quando le dita sfiorarono un freddo metallo, il metallo di No Name;
quando vide l’Occhio Osservatore puntato su di lui.
« ...Ti lasciai a Scala ad Caelum… tanto sei rimasta nella mani di Xehanort… ora sei tornata… ah…
Maestro… insieme… di nuovo insieme… »
Una lacrima bagnò il viso.
Una luce illuminò le tenebre.
Stremato, Luxu perse conoscenza.



Fu un dolce buio a cullarlo, ma al risveglio, la realtà apparve in un misto di nausea e leggerezza.
Ogni suono giungeva ovattato, come se le orecchie fossero state logorate da una lunga apnea; lo
stomaco ribolliva nonostante non fosse rimasto più nulla da rigettare, e pure in basso la situazione
non era delle più rosee. Il resto invece appariva idilliaco; un odore di pulito lo avvolgeva, la benda
a coprire l’occhio destro; il corpo poggiava su morbidi cuscini mentre un fresco lenzuolo
accarezzava la pelle.
« Guten Tag… Luxu. »
L’imbarazzo durò poco. Considerati i precedenti, non si stupì nell’avvertire la vicinanza di
Mephisto, il braccio poggiato sopra il fianco, il respiro a solleticargli il petto. Fosse stato in forze
avrebbe abbassato il capo e, cogliendone il corpo nudo, avrebbe desiderato baciarlo. Un pensiero
inaspettato; forse, anzi sicuramente dettato da settimane di totale isolamento. Il demone però fu
lesto a fiutarlo; respiri a sfiorare l’incavo della spalla, una voce suadente a stuzzicargli la mente.
« Come ti senti? »
« Uh...Un po’ rotto… »
« Normale…! Fidati, è più disturbante quando un corpo diventa immortale al novantanove per
cento. Tu sei e rimarrai semi-immortale, proprio come il Maestro, per un essere umano è una
fortuna credimi…! »
« Ah… No Name… dov’è No Name? »
« Sul pavimento, oltre questa cuccia che ho preparato per te, » rispose l’altro allungando il braccio,
« ci sei affezionato, del resto è il suo… ricordo più personale. »
Un freddo metallo lambì la schiena. No Name… ormai riusciva a riconoscerla anche a occhi chiusi.
Nell’immenso sollievo Luxu si proiettò in avanti; verso il futuro tanto bramato, verso l’inizio di un
lungo ed esaltante viaggio.
« Quando partiremo? »
« Come siamo frettolosi, », lo canzonò Mephisto, « e poi… chi ti ha detto che partiremo insieme? »
« Tu. Al Cimitero dei Keyblade. » (3)
« Ottima memoria! Secondo il copione dovrei chiederti qualcosa del tipo “mi accetti come pastore ”,
piccola pecorella smarrita? »
Parole che finirono lì, a pochi centimetri dalle labbra, a solleticare un desiderio malato, a
soppiantare ogni pensiero. Si sporse Luxu, seguendo quel respiro con una nuova sicurezza.
Mephisto Pheles però rimaneva, assieme ai fratelli, un demone di nome e di fatto. Ogni occasione
era buona per divertirsi; per tramutare ogni gesto in un malsano diletto. L’indice, un semplice
dito premuto sulle labbra, a frapporsi in quei pochi centimetri.
« Non hai ancora risposto. »
« Mi… mi sembrava una risposta adeguata. »
« … Pensi di conoscermi a tal punto? Adoro dilettarmi nei piaceri, ma decido io come e quando
assaporarli. Di recente, pulire ogni angolo del tuo corpicino è stato più che appagante. Uhm… no,
rispondi a questa domanda invece. Lo rifaresti? Tutto ciò che hai fatto… lo rifaresti? »
Luxu sgranò gli occhi sentendo le parole sorgere con disarmante velocità; una velocità folle, quasi
la voglia di soddisfare il piacere avesse sostituito la sete.
« Lo rifarei…! Non una, non due, ma cento volte…! Ogni volta che si rendesse… io lo rifarei! Farli
ammazzare l’uno con l’altro… uccidere… ucciderli… per centotré volte ho cambiato carcassa…!
No, non ci sono dubbi nel mio Cuore! »
Sorrise Mephisto, beandosi in frasi che avrebbero fatto rabbrividire una pia anima mortale.
Rise, afferrandogli il mento, conficcando le unghie nella pelle.
« Ah! Sei il più umano tra gli umani…! E io il più demone tra i demoni! »
Lo baciò, forse come solo un diavolo era in grado di fare; trascinandolo in una calda danza;
privandolo lentamente dell’aria. Poi arrivò; una piccola sfera irta di piccole spine nella gola, e
allora rimasero solo paura e dolore. Provò a staccarsi Luxu, nel tentativo di riprendere fiato e
sputarla via, ma nulla poté contro la forza dell’altro, il tepore di un corpo nudo contro il proprio,
e la coda… quella dannata coda a solleticargli le vertebre. Improvvisamente il dolore scomparve,
come se a un tratto l’oggetto si fosse dissolto nell’esofago. E nulla rimase se non lo sguardo di
un demone divertito, una risata a invadergli l’orecchio.
« Ti ho donato lo Shrapnel, il frammento della mia anima. Ora siamo legati, Luxu. »

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Seguire la Missione, perseguire il proprio obiettivo. Il resto non aveva importanza, non più ormai.
Per questo Kugo Ginjo non osservava mai quel piccolo universo, limitandosi a intervenire quando
catastrofi o vitali necessità lo richiedevano. Pure adesso, con la venuta dei giusti Prescelti, non
avvertiva il bisogno di scrutare vite e legami altrui. Farli sopravvivere nell’Oltre, farli adempiere
al loro compito; a questo serviva donargli un frammento d’anima, niente di più e niente di meno.
Eppure, specie con la fine del recente conflitto, gli altri avevano iniziato a cercar in quelle esistenze
mortali l’eco dei sentimenti, di emozioni, o la nascita degli stessi. Per Kugo era diverso, giacché essi
esistevano solo nel passato, incastonati in un viso di cui lui solo aveva conosciuto ogni sfumatura.

« O forse… mi sto semplicemente affezionando. »
« Affezionando? Strano sentirtelo dire. »
« … Almeno io non rimango aggrappato a un’illusione. » (4)

« Io cerco solo qualcosa… qualcuno in grado di farmi vivere il presente. Sono sicuro che pure »
« Non soprapporre le loro ultime volontà, Askin. Tu non sai cosa… cosa vidi quel giorno. »
« No... no, non lo so. »
« … Finora ti ho aiutato… ma se continui così, rischi di trasformare il presente in un’illusione. »

Su quel fronte ormai stentava a riconoscerlo, Askin. Una spaccatura via via più profonda, ma in
cui inevitabilmente venivano fuori i conflitti portati dall’amicizia, la vera amicizia, sincera e senza
barriere. Inoltre, da quando Luxord aveva recuperato la memoria e lo strano trio si era permesso
una vacanza ai Caraibi, la schiettezza dell’amico aveva raggiunto un livello superiore, specie
riguardo i Prescelti;

« Non dovresti limitarti ai soli tecnicismi. Altrimenti come sceglierai chi portare con te?! »
« ...“Giacete nel buio e legatevi a questo universo e alle sue genti ”, Edward lo ripeté innumerevoli volte
mentre lo aiutavo a costruire la Black Box. »
« Okay, okay! Ma questo cosa c’entra? »
« Intendo applicare tal dogma nella sua interezza. »
« Vuoi davvero sia il caso a decidere?! »
« Tra i Prescelti promossi, l’uno vale l’altro per me. E poi… non ti conviene denigrare così il caso », e per un
attimo le iridi di Askin si erano posate sul suo Prescelto.
« Non sei d’accordo… eppure mi aiuti. »
« Ti aiuterò sempre, soprattutto se la caduta dovesse arrivare. Ecco ho trovato il momento giusto per dirtelo. » (5)
« Sarebbe una fine onorevole. Ma io non cadrò, puoi starne certo! E accetterò il tuo “caso” a una condizione! »

Il tutto si era rivelato una scommessa. Motivo per il quale, trovarsi nel piccolo Mondo chiamato
Terra di Partenza, era soltanto un modo per ribaltare le convinzioni dell’altro.
Al limitare del bosco, oltre cui s’ergeva un castello fluttuante circondato da ripidi picchi, Kugo
scrutò il cubo metallico tra le sterpaglie. Un messaggio che sarebbe giunto ai restanti Prescelti
la mattina seguente. Conoscendo la meticolosità di Edward, l’ologramma contenuto all’interno
sarebbe stato oltremodo sintetico; “ Riunitevi fra tre giorni alle Destiny Islands ”, o qualcosa del genere.
Decisamente troppo freddo, l’aveva preventivamente definito Askin, specie nei confronti del trio con
cui avevano avuto meno contatti. La scommessa consisteva nel porvi rimedio… di persona.
Due giorni e due notti, tanto durava ormai l’osservazione della fortezza e della ritrovata felicità dei
tre abitanti. Ma Kugo detestava osservare e non intendeva perder altro tempo in una pagliacciata
simile. Attese il momento giusto e balzò, superando l’enorme distanza che lo separava dal
complesso. Atterrò su un prato, gocce di rugiada a sfiorare le zampe, lì, dove Aqua sedeva poco
distante; a dividerli, conficcato nel terreno, Master’s Defender, il Keyblade appartenuto a Eraqus.
Paura e sorpresa… li vide brillare con pari intensità negli occhi della giovane. Un silenzio li avvolse
e in esso comprese di non dover spiegare nulla; né chi fosse né da dove venisse. In silenzio vide la
luce mutare; una consapevolezza macchiata da timore scorreva ora in quel corpo esile, eppure...
Aqua non tremò nemmeno una volta. Aqua, Maestra del Keyblade, non smise di fissarlo, quasi fosse
alla ricerca di un’intima sicurezza. La ragazza, sopravvissuta più di dieci anni nel Reame Oscuro,
accennò infine un lieve movimento, verso di lui, un lupo nero grande il doppio di lei… e ancora una
volta nulla vacillò. Nulla.
« Sei uno di loro…? »
Una domanda velata dall’incertezza, come se l’incontro con Amaimon fosse balenato all’improvviso. (6)
Si chiese se il Cuore non riserbasse ancora terrore a causa del demone dispettoso. Quel dubbio lo
irritò. Kugo parlò, parlò dentro la mente di Aqua con parole distaccate;
« Fra tre giorni riunitevi alle Destiny Islands », e già era lì, pronto a tornare indietro.
Un tocco, una carezza gentile a sfiorargli la pelliccia all’altezza della spalla. Aqua era lì, le mani
poggiate sul petto, una nuova luce a solcarne lo sguardo. Serenità. Pura e semplice serenità.
« Meno male… sei caldo. Adesso mi sen- »
« Fra tre giorni. »
Il Lupo balzò, sottraendosi all’inopportuna vicinanza, impedendo a quelle parole di scalfire l’anima.



Tutto era esattamente come l’aveva lasciato. La Kelpie celata in mezzo alla radura, la luce lunare a
illuminarne l’argenteo metallo e a risaltarne la forma affusolata. Sotto il portellone, una lanterna
riscaldava il salotto all’aperto; riscaldava Askin nel gesto di coprire Luxord con una coperta.
L’uomo giaceva assonnato, il capo poggiato sopra le braccia e il fondo di un tomo aperto,
probabilmente inerente la cucina, dato si trattava degli unici libri presenti sull'aeronave.
Osservando la scena, gli sovvenne il gesto di Aqua, un gesto spiazzante nella sua semplicità, ma che
no… non significava nulla, assolutamente nulla. O forse no… forse qualcosa era rimasto, come una
scheggia fra le unghie.
« Allora?! Ho vinto?! » domandò Askin appena lo vide riemergere dall’erba in forma umana.
« Sì e no. Ha resistito più di dieci anni nel Reame Oscuro e anche ora ha dato prova di una mente
salda. Sarà una buona scelta Aqua. Si adatterà meglio alle turbolenze dell’Oltre. »
L’altro non disse nulla, limitandosi a sorridere.

-.-.-.-.-.-.-.-.-.-

Il portone d’ingresso appariva più imponente di quanto già non fosse; colpa della luna che, come
un pittore minuzioso, dipingeva ombre nette in mezzo ai complessi rilievi. Normalmente lo
superava senza intoppi, eppure quando si ritrovò ai piedi dell’enorme soglia desistette. Quella sera
l’astro aveva giocato le sue carte, portando alla ribalda eventi nefasti; il Meridiano Oscuro, quel
ragazzo, il terrore, l’animo divorato dall’Oscurità.

- Uno dei Prescelti che abbiamo atteso da… uhm… beh da tanto tempo. -

Ventiquattro giorni, tanti erano passati dalla sconfitta di Xehanort. Ventiquattro giorni in cui
pensieri e riflessioni si erano accavallati su se stessi. Ma Aqua si era sforzata di non mostrarli;
rompere la ritrovata felicità con Terra e Ven, rovinare momenti spensierati per un evento
nebuloso, privo fino a quel momento di un effettivo seguito? In certi momenti, specie quando la
fitta pioggia cadeva sui picchi più alti, aveva pensato di parlarne a Mickey e Yen Sid, ma anche
allora aveva preferito tacere. Così ogni sera, quando il silenzio calava e gli amici scivolavano nel
mondo dei sogni, Aqua si recava al capezzale del defunto Maestro; lì, dove Master’s Defender
splendeva adornato dai loro portafortuna a forma di stella, ricercando la forza per affrontar un
incontro nefasto, e soprattutto le giuste parole con cui narrare gli eventi a Terra e Ven.
Eppure qualcosa era cambiato, l’aggettivo sbiadito come un segno di matita cancellato a forza.
Un lupo… no... un uomo e un tepore, così diverso dal terrore provato nel Reame Oscuro; un tepore
vicino e al tempo stesso terribilmente distante. E più rimuginava su quegli istanti così strani e
intensi, più una certezza cresceva, folle e benevola; chiunque fossero avevano bisogno del loro
aiuto, l’aiuto di Prescelti e Maestri del Keyblade.
Aqua si girò, osservando le nubi ammassarsi violente sopra le cime circostanti.
« Si prospetta un lungo, lungo viaggio. Lo affronteremo insieme… Terra, Ven », sussurrò
dirigendosi alle loro stanze.

-.-.-.-.-.-.-.-.-

La felicità poteva rompersi in tanti modi, la pace frantumarsi come un bicchiere protetto da una
teca. Lo sapeva. Sapeva che superata la porta, i frammenti si sarebbero rotti ancora, rotti fino a
diventar polvere. Se non fosse stato Ansem a chiederglielo, si sarebbe ben visto anche solo
dall’avvicinarsi a quella stanza. Superata la riluttanza, come ogni giorno Ienzo entrò, attento a non
far cadere nulla dal vassoio; ad accoglierlo il solito odore stantio, reso vagamente più sopportabile
dalla brezza che spirava attraverso la finestra sul lato nord. Come sempre Vexen… Even non si
mosse, seduto di fronte alla scrivania, immerso nella lettura di antichi tomi posti ordinatamente
sopra il mobile. Non fece nulla mentre Ienzo si avvicinava, nulla. Distaccato era lo sguardo, lo
sguardo dell’uomo un tempo suo mentore, ammirato al pari del Saggio; uno sguardo immutato da
quando aveva superato il portone d’ingresso di Radiant Garden; quando Dilan e Aeleus l’avevano
scortato al Laboratorio e Ansem l’aveva accolto senza riserbar rancore, parlando per ore e ore.
E dopo ore e ore Even non aveva espresso nulla, se non il desiderio di tornare nelle proprie stanze.
Ogni mattina, Ienzo gli portava l’unico pasto richiesto e come sempre, ogni singolo istante passato
lì dentro, gli ricordava quanto varie potessero esser le sfumature dell’odio. Odiava Even per averli
abbandonati, traditi al solo scopo d’inseguire la falsa ammirazione di Xehanort; lo odiava per lo
stato in cui si era ridotto, per non aver proferito a distanza di sei giorni una singola parola di scusa.
Ma dentro di sé, sentiva di non poterlo perdonare, nonostante Ansem ripetesse più volte;

- Difficile è perdonare se stessi… ma una volta superato lo scoglio, il resto è una dolce discesa. -

Ienzo poggiò il vassoio e lo sguardo vagò sull’uomo; sul maglioncino a v e il colletto della camicia;
sul volto via via più scavato. Un viso che ancora un volta si rifiutò d’incrociarlo, concentrato a
visionare libri e appunti.
Ienzo uscì, la delusione a rodere il Cuore.
« Perdonare se stessi… mi dispiace Ansem… ma oltre lo scoglio io vedo solo montagne », sussurrò
appena la porta si richiuse dietro di lui.



Odore di carta bruciata.
Si svegliò di soprassalto temendo il peggio, ma per fortuna la camera da letto giaceva silenziosa,
immersa nella quiete di una notte stellata. Il fetore veniva da fuori. Si sporse dalla finestra, oltre
la balaustra di pietra. Tempo pochi attimi e si precipitò nel cortile. Lui era lì, in piedi, la mano a
giocare con un accendino mentre un cumulo di libri, fogli e pergamene veniva divorato dalle
fiamme. Ienzo rimase immobile, incapace di formulare alcun pensiero, fin quando la voce di Even
non lo raggiunse, decisa e ammaliante come il giorno in cui si erano incontrati e lui l’aveva preso
come apprendista.
« Ho bruciato tutto. »
« Tutto?! »
« L’ha fatto apposta Ansem… a lasciare la camera intonsa. Appunti personali sui Cuori, sulla natura
dell’Oscurità, sulle repliche... »
« … Pe-Perché?! Perché solo adesso?! »
« Non voglio rimaner prigioniero dei miei fallimenti. »
Parole semplici, e in esse Ienzo avvertì il Cuore sollevarsi, l’odio frantumarsi e volar via come la
cenere immersa nel cielo notturno. Capì quanto fosse stato immaturo e di quanto il passato non
avesse più importanza. Non più ormai.
« In effetti non sarebbe da te. »
Even si girò, osservandolo con sguardo severo e divertito.
« Ienzo… vuoi tornare a esser il mio apprendista? »





(1) La scena sarebbe un mio ipotetico continuo di quella presente in Union X;
https://www.youtube.com/watch?v=UAJZ7nJANmA
Ava ( Veggente guida dei Denti di Leone, di cui si è svelata lore nei precedenti due Capitoli ) scopre
che la Guerra dei Keyblade era un piano ordito dal Maestro e Luxu → attuato nel mio caso per
motivi già elencati; si veda Premessa presente nel Capitolo 1 The Story so Far.

Luxu andò nel futuro, portando No Name e la Black Box, sotterrata in seguito nel Cimitero dei
Keyblade. In tal modo il Maestro, grazie all’occhio scrutatore inserito nella Chiave, scrisse il Libro
delle Profezie affidandone una copia a ognuno dei Cinque Veggenti, tra le altre cose vi era stato
predetto lo scoppio della Guerra.
a) Ricordo inoltre, come già esplicato più volte nella storia e in Back Cover, che il Maestro sparì
prima dell’inizio del Conflitto.
b) Gula aprirà il Kingdom Hearts, accecato dal desiderio di far tornare il Maestro, segnando l’inizio del
conflitto.

La citazione a Gula ( Veggente guida dell’Unione Leopardos ) è tratta dal cortometraggio Back
Cover. Inoltre la frase di Luxu si ricollega a quella del Maestro ( AAA Cap 2 );
- Secondo; mai e poi mai dovrai desiderare il Kingdom Hearts. Ancora poco e la Guerra dei Keyblade
scoppierà; ancora poco e tutte queste persone , nel bene e nel male, si ritroveranno a bramarlo. Ma ai Fyrir
non servono cuori avidi di potere, nell’Oltre si può far appello solo a se stessi... e al proprio pastore. -

(2) Nel finale di KH3 e nel Capitolo 5 di FFB, Luxu dichiara di aver cambiato molte carcasse.
La frase,
- Coi Signori dei Keyblade estinti, ci vorrà tempo, secoli, prima che qualcuno, recuperando le conoscenze sparse
nei vari Mondi, riesca a evocarne uno. -
chiarisce perché la Guerra dei Keyblade divenne in seguito molto molto molto nebulosa ( anche per
il contributo dei nostri Fyrir), perché i Custodi rimasero un numero esiguo rispetto all’Era delle
Fiabe ecc, ecc.

(3) Da FFB Capitolo 5, Scena finale tra Mephisto e Luxu

(4) Da FFB Capitolo 1, scena finale tra Kugo e Askin

(5) Il cadere è stato già menzionato altre volte. Mi premuro sempre di scriverlo in grassetto.

(6) Da FFB Capitolo 2; fu Amaimon, riemerso dal Sotto, a trasformare per diletto Aqua nella sua
versione oscura (dopo aver fatto raggiungere ad Ansem Radiant Garden). Il resto rimane invariato,
Aqua viene infine salvata da Sora ecc ecc.





Angolo Autrice;

La scena di Luxu nel passato è stata parecchio forte, ah… e si ricollega a quando detto in AAA Cap 2 nel Flashback tra Luxu e il Maestro:

« Maestro… io… io vi raggiungerò! Promesso! » 
« Oh… mi raggiungerai nell’Oltre? Anche se dovessero occorrerci secoli, piccolo Luxu? » 
« Anche! Soprattutto! In quel caso… troverò un modo per sopravvivere! Senza… bramare il Kingdom Hearts! » 
« Ottimo! Questo è lo spirito. »


Quindi vi starete chiedendo… Braig/Xigbar sono mai esistiti? Per me è un sì e un no, o meglio Braig in se e per se è esistito fin quando Luxu non si è impossessato del corpo e di suoi ricordi. Colloco questo momento qualche anno prima degli eventi di BBS; Luxu (in quel momento dentro un altro corpo,) giunge a Radiant Garden curioso di osservare le ricerche di Ansem il Saggio. Passando di carcassa in carcassa, Luxu ha cristallizzato Anima e Cuore, di fatto non è invecchiato interiormente da quando ottenne il primo corpo circa 3000 anni fa, subito dopo la distruzione dei Denti di Leone. Ufficialmente quindi la sua età si attesta attorno ai 17/18 anni.

Bando alle note, parliamo di Kugo. Oh! Dopo eoni ho potuto descrivere il mio personaggio preferito di Bleach! Avviso che la base di partenza e i legami di questo personaggio sono tratti da Ikiru Riyu, il mio finale alternativo di Bleach che trovate su EFP… dove in sintesi il personaggio cambia radicalmente rispetto al Manga/Romanzi; è OOC al 10000% e anche Askin è OOC (dato che nel manga muore), ma fidatevi… sono riuscita a dar un senso a questi personaggi (e a molti altri) rispetto all’autore stesso (così sottolineano alcune recensioni). Spero QUI, nel breve pezzo a lui dedicato, di aver fatto risaltare la sua personalità, il suo approccio nei confronti dei Prescelti, molto diverso rispetto a quello visto degli altri Fyrir e sì… anche qualcos’altro.

Poi ci sono Mephisto e Luxu <3 la scena finale doveva essere un po’ più spintarella, ma alla fine ho optato per concentrarmi sulla consegna dello Shrapnel ( se si tratta di certi personaggi non riesco trattenermi nel pensare a certe robe ). Se lo Shrapnel di Askin era simile a un cubetto di ghiaccio come consistenza, quello del nostro demone è diverso…. Uhm… uhm…!

La scena finale del ritorno di Vexen inizialmente doveva essere dal punto di vista dello scienziato ed è quella famosa rimandata da ormai due capitoli. Ma finalmente sono riuscita a inserirla! Mi è piaciuto immergermi nella mente del giovane Ienzo e anche se questi personaggi compariranno poco o nulla, ci tengo a dar loro una dignità e il dovuto approfondimento.

Ricordo che Vexen nel mio caso non ha fatto ammenda, combatte assieme a Saix e Xemans nella Battaglia Finale, e qui non esiste la faccenda relativa a esperimenti sui bambini, Soggetto X ecc ecc… cose importanti relegate a muri di testo nel post game? Grazie Nomura… o chi per lui.

Detto questo, un saluto affettuoso a tutti i miei lettori, recensori, a coloro che hanno inserito la storia nelle categorie. Sapere la vostra opinione mi farà immensamente felice <3
Come sempre se vi è piaciuto il capitolo, non esitate a lasciare un like, e se volete, passate dai Capitoli precedenti a supportarli con un bel pollicione.
Un piccolo aiuto per far crescere questo folle progetto. <3

Un abbraccio

Elgas

   
 
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