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Autore: Eleonora Bonora    12/08/2019    0 recensioni
Quando Julie prevede che la sua giornata non sarà delle migliori, di certo non si immagina che rischierà di morire. Non si immagina che essere strappata dalla morte sarà ciò che la terrà prigioniera in un regno che non sente suo.
Julie scoprirà cose su se stessa, sul suo passato, cui stenterà a credere, ma ne sarà distrutta.
Per salvare tutto ciò che ama è costretta a combattere una guerra impossibile, una guerra troppo grande. Ma nulla è come sembra e sarà proprio Julie a rendersene conto: ne pagherà le conseguenze.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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«Clara, dobbiamo fare qualcosa.»

Garric era preoccupato: quella bambina era tutto per lui. Entrambi i suoi figli, in realtà.

«Non me la sento di abbandonarli: chi ti dice che non li troveranno? Chi ci assicura che saranno al sicuro?»

L'uomo prese le mani della moglie: cercava di rassicurarla come meglio poteva. Entrambi guardavano con malinconia i due figli: la piccola neonata, Julianne, dormiva. Era così carina, così bella, così maledetta. Accanto a lei, Alec la guardava: la doveva proteggere, a costo della sua stessa vita. Lui sapeva cosa stava succedendo ed era d'accordo con la scelta dei genitori.

Alec sarebbe dovuto rimanere con la sorella, proteggerla a costo della sua vita. La volevano uccidere per una causa ingiusta: non è stata lei a scegliere di nascere, né era colpa dei genitori. Come potevano sapere che da un amore così grande sarebbe nato un errore?

Naturalmente, "errore" lo era solo per il popolo: i due sovrani amavano la loro bambina, Alec era affezionato a sua sorella.

«Sulla Terra saranno sicuramente più al sicuro di quanto lo siano qua.» Garric era convinto di quello che diceva.

Clara sembrò convincersi: era la loro unica possibilità.

«D'accordo, però dobbiamo fare in fretta. Ci tengono d'occhio, lo sai.»

L'uomo annui.

«Diana!» chiamò la donna dai capelli così scuri che sembravano confondersi con la notte.

Quella donna era rimasta al loro fianco nonostante tutto, nonostante la piccola Julianne avesse ucciso suo marito.

Il dolore non se ne sarebbe mai andato, ma Diana voleva capire come aiutare quella povera bambina: ucciderla non era una soluzione. C'era qualcosa di diverso in lei e qualsiasi cosa fosse era molto potente; era da considerarsi un'arma pericolosa per i nemici, qualcosa di cui il regno di Snowymarsh sarebbe potuto andare fiero, ciò che l'avrebbe reso indistruttibile.

La donna prese in grembo la neonata e porse la mano ad Alec che la prese subito, in cerca di qualche conforto.

«Alec, contiamo su di te.» la voce di Garric ruppe il silenzio che si era creato.

Il bambino annuì, abbracciò il padre, la madre e salutò il suo amico, il figlio di Diana che, accuratamente in silenzio, osservava la scena.

Kaden sapeva cosa stava succedendo: sua madre gli aveva spiegato tutto, lo aveva lasciato libero di scegliere: non sarebbe mai andata contro il volere di suo figlio.

La donna, Julianne e Alec, sparirono nella notte e nessuno se ne sarebbe accorto. Non fino alla mattina seguente.

«Non li rivedremo mai più.» ammise Clara a se stessa.

«L'unica cosa che conta è che rimangano in vita. Un giorno tutto questo finirà. Forse potremo riportarli da noi.»

Un piccolo sorriso si formò sul bellissimo viso, ancora giovane, della regina. C'era speranza, c'era una luce che, anche se flebile, illuminava le loro vite. Quella luce erano i loro figli e loro avrebbero guardato quel bagliore tutte le mattine, in attesa che si avvicinasse.

Ma la mattina seguente, la luce non trovò alcuna vita da illuminare.

 

   
 
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