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Autore: FalbaLove    13/08/2019    0 recensioni
-Signorina Tyler- Rose subito si fermo conoscendo perfettamente da chi provenisse.
-Posso parlarle un attimo o ha fretta?-continuò la docente incrociando le braccia e con la solita espressione seria che la caratterizzava ogni volta che si rivolgeva all'alunna.
Rose,abbastanza intimorita, abbozzò un cenno con il capo.
-Si sieda prego- continuò indicandole una sedie precedentemente sistemata dall'altro lato della cattedra , cosa che le rendeva impossibile qualsiasi piano di fuga.
Genere: Malinconico, Mistero, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clara Oswin Oswald, Rose Tyler
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Due occhi bruni si fecero sempre più pesanti: la stanchezza nelle sue membra era talmente tanta che la bionda ragazzina sperava solo che il banco davanti a lei si trasformasse in un cuscino. 
Sbagliò non curante di mettere la mano davanti alla bocca e appoggiò sul banco la testa oramai troppo pesante: la voce della professoressa le risultava una dolce ninna nanna che non aiutava affatto la sua voglia irrefrenabile di dormire. Si sentì toccare sulla spalla ma non ci badò limitandosi a grugnire rumorosamente. Arricciò il naso sentendo nuovamente che qualcuno la stava toccando insistentemente e iniziò a maledire mentalmente il suo vicino di banco che sicuramente la stava disturbando per raccontarle una stupida barzelletta. 
- Che palle John che vuoi? - strillò stizzita aprendo finalmente gli occhi: lo spettacolo che però le si presentò davanti agli occhi stropicciati la fece ammutolire. 
-Signorina Tyler ho per caso disturbato il suo sonno con la mia spiegazione? - la riprese la mora professoressa che alcuni secondi prima aveva abbandonato la sua spiegazione. La bionda, ancora sotto shock, provò a rispondere, ma le parole le morirono in gola. 
-Forse la mia spiegazione sul popolo degli Inka non è di suo interesse? Oppure conosce già tutto e così per una volta avrò la possibilità di riposarmi sentendo la sua fantastica spiegazione? - Rose arrossì vistosamente mentre gli occhi grandi e castani della donna accanto a lei continuavano a fissarla con una espressione piuttosto severa. 
-Allora ragazzi che ne dite? Diamo alla signorina Tyler la possibilità di sfoggiare la sua cultura? - disse la mora ritornando in direzione della cattedra: Rose, in mezzo secondo, si sentì tutti gli occhi puntati addosso non riuscendo a reprimere un rossore involontario. 
-Per questa volta direi che possiamo lasciare riposare la vostra compagna che però sicuramente sarà la prima, la prossima settimana, ad essere interrogata - 
La bionda alzò gli occhi al cielo oramai priva della completa attenzione dei compagni su di sé: sprofondò nella seggiola udendo ancora qualche risatina riferita alla figura precedentemente fatta. Sospirò aprendo svogliata il diario sopra il banco e con riluttanza cercò la pagina del mercoledì della settimana dopo. Mentre si segnava quella che sarebbe stata una futura interrogazione sicuramente insufficiente si mise a pensare: la scuola era iniziata da neanche un mese e lei era certa, anzi sicura, che era tutto tranne che simpatica a quella nuova insegnante. Incurvò le labbra meditando quanto il cosmo ce l'avesse con lei: quella giovane e insopportabile ragazza aveva preso il posto all'ultimo della vecchia e in carne precedente insegnante, la professoressa Robinsons. Poco si sapeva del motivo per cui la precedente insegnate aveva lasciato così frettolosamente il posto, ma voci di corridoio riportavano la notizia che avesse vinto al Lotto un mucchio di soldi. Se da una parte il destino era stato più che generoso con la precedente docente, dall'altra si domandava cosa avesse mai fatto di male nella sua vita per meritarsi così tanto odio. 
Appena finì di scrivere l'appunto sul suo diario la bionda alzò un secondo gli occhi rivolti verso le lavagne osservando attentamente la persona che, seduta sulla cattedra, stava leggendo da uno spesso libro. Sicuramente la maggior parte dei maschi della classe era stata felice del cambio di insegnate: la ragazza che Rose stava osservando era sicuramente molto bella. Dalla corporatura minuta e da due profondi occhi marroni, la docente non aveva più di 30 anni. Si era fatta amare fin da subito da tutti gli allievi per i suoi modi gentili e la passione per l'insegnare: cercava sempre di coinvolgere gli allievi aiutandoli in tutti i modi possibili tranne che con una, lei ovviamente. 
Ancora ricordava il primo giorno di scuola quando era entrata triste, ma allo stesso tempo felice in quella che sarebbe stata l'aula che l'avrebbe accompagnata in quel penultimo anno di liceo. Si era seduta normalmente vicino alla sua migliore amica, Meredith, chiacchierando animatamente e senza far troppa attenzione alla persona seduta dietro alla cattedra che molto probabilmente aspettava pazientemente l'entrata di tutti gli alunni nell'aula, almeno così pensava. Appena alzato lo sguardo infatti aveva incontrato quello della nuova docente che, per tutto il tempo, non aveva fatto altro che mantenere impassibile il suo sguardo sulla bionda ragazzina come se si conoscessero. L'insegnate, con un lungo caschetto castano, non aveva accennato a distogliere gli occhi freddi e impassibili da Rose che si era ritrovata a sentirsi estremamente a disagio. Allora, abbastanza timidamente, aveva provato ad abbozzarle un sorriso, ma quella si era limitata a rivolgere un'ultima occhiata gelida prima di alzarsi.
Quello era stato sicuramente l'unico vero e proprio contatto con la nuova insegnate: la notte Rose si rigirava nel letto pensando a quale fosse lo sgarbo che le aveva causato così tanto odio contratto su lei, ma ancora non riusciva a trovar risposta. I suoi pensieri furono interrotti dall'improvviso suono della campanella che venne subito accompagnata da un brusio allegro. 
La bionda sbuffò accogliendo le ultime cose da sopra il banco: aspettò con pazienza che tutti i compagni lasciassero l'aula visto che non aveva nessuna intenzione di parlare con qualcuno e quando finalmente il silenzio ritornò sovrano nell'aula Rose si decise ad alzarsi. Stava per superare la soglia d'uscita dalla classe quando udì una voce squittire.
-Signorina Tyler- Rose subito si fermo conoscendo perfettamente da chi provenisse. 
-Posso parlarle un attimo o ha fretta? -continuò la docente incrociando le braccia e con la solita espressione seria che la caratterizzava ogni volta che si rivolgeva all'alunna. 
Rose, abbastanza intimorita, abbozzò un cenno con il capo. 
-Si sieda, prego- continuò indicandole una sedia precedentemente sistemata dall'altro lato della cattedra cosa che le rendeva impossibile qualsiasi piano di fuga. 
-Senta se è per prima le volevo dire che mi dispiace tanto e le prometto che non capiterà mai più - la donna a quelle parole non accennò a rilassare il viso, ma si limitò a sospirare continuando a fissarla con quello sguardo freddo e distaccato. 
- Stia tranquilla, sono abituata ad alunni in debito di sonno: quello che in realtà mi interessava era parlare di lei- a quelle parole la giovane Tyler corrugò la fronte. 
-Di me? -
- In realtà più della sua carriera scolastica: ho dato uno sguardo agli anni passati e ho notato il suo disastroso andamento- 
-Lo so e mi sono ripromessa quest'anno di aumentare il mio rendimento- quella risposta non sembrò convincere la docente che si limitò a fare una smorfia tesa. 
-Rose- mormorò questa volta con tono leggermente più dolce e appoggiando entrambi i gomiti sulla cattadra.
-In questo mese non ho notato alcun miglioramento. Sei proprio sicura che questa sia la tua strada? - queste parole risultarono come un colpo al cuore per la piccola ragazzina. 
-Cosa intende? Io non capisco...- mormorò a fior di labbra 
-Non hai mai pensato di fare altro? -
-Lei intende lasciare la scuola? - la donna si alzò di scatto avvicinandosi alla grande finestra  che illuminava l'aula. 
-Mi dispiace Rose, ma non credo che tu possa farcela, non credo che riuscirai mai a prendere il diploma- Rose osservò incredula la schiena dell'insegnante che non accennava a guardarla. I suoi occhi si fecero sempre più umidi. 
-Perché mi sta facendo questo? Cosa le ho fatto di male per essere trattata così? - urlò alzandosi dalla sedia con le lacrime oramai copiose che scendevano dalle sue paffute guance. 
-Dovresti ringraziarmi, sono l'unica qui in questa scuola tra i tuoi insegnanti ad essere sincera con te. Sei un caso disperato Rose, una patata bollente che nessuno vuole prendersi-
-E cosa dovrei fare io? -
-Esistono molti lavori dove sicuramente sarai più portata -
-E quindi è così che lei tratta i suoi alunni? Dissuadendoli dallo studio e perseguitandoli psicologicamente? Oppure fa così solo con me?  Si può sapere cose le ho fatto di male? Come mai mi odia così tanto? - strillò
-La smetta di fare la bambina! -
Questa fu la prima volta che Rose udì la sua insegnate alzare il tono di voce: continuava però ad esserle rivolta di spalle con le braccia incrociate e lo sguardo che probabilmente puntava verso l'esterno.
-Lei è una vigliacca che se la prende con gli alunni più deboli e provo solo pena per lei-
-Rose! - ma il nome pronunciato venne interrotto dallo sbattere con violenza della porta dell'aula. L'insegnate respirò a pieni polmoni mentre il silenzio si rimpadronì dell'aula: inspirò profondamente cercando di calmare il battito esageratamente accelerato. Con una eccessiva calma ritornò alla cattedra sedendosi sull'enorme sedia. Senza proferire neanche mezza parola si portò le mani sul viso: un paio di singhiozzi spezzarono la quiete della stanza.
-Mi dispiace così tanto-mormorò a fior di labbra raccogliendo la borsa da terra e asciugandosi gli occhi. Guardò per un'ultima volta il banco vuoto dove poco prima vi era la bionda e successivamente uscì dall'aula: quel banco, ne era sicura, sarebbe rimasto vuoto. Percorse gli ultimi passi prima di arrivare al cancello principale della struttura 
-Ehi- una voce distolse la mora dai suoi pensieri 
-Vi è caduto questo-mormorò il custode correndo verso di lei: con il respiro ancora affannato le passò un piccolo diario blu con uno strano disegno sopra. 
-Grazie mille David- 
-Di niente e buona serata- concluse l'uomo con un sorriso decisamente contagioso 
-Addio- lo salutò lei di rimando. 
- Signorina Clara- la donna non fece neanche due passi che si sentì nuovamente chiamare. Girò per un istante la testa e l'uomo rimase quasi pietrificando notando gli occhi arrossati e un sorriso malinconico sul volto. 
-Addio Clara Oswald -sospirò a labbra serrate osservando la figura farsi sempre più lontana. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Note Dell'Autore
Buonasera a tutti
Questa fanficion non mi entusiasma particolarmente, ma mi sembrava un peccato non pubblicarla.
Spero vi piaccia.
Un bacio
   
 
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