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Autore: LadyPalma    17/08/2019    3 recensioni
[Seconda classificata al contest " Il Contest Sdolcinato" indetto da MaryLondon sul Forum di EFP]
La rapina alla Zecca di Stato si è conclusa nel migliore dei modi e di nuovo i membri della banda devono dividersi e partire in segretezza per mete sconosciute. Con Helsinki che decide di partire con Palermo, questa volta Nairobi si ritrova sola... O almeno così sembra.
[Nairobi / Marsiglia]
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Nairobi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest " Il Contest Sdolcinato" indetto da MaryLondon sul Forum di EFP. 


 

Quello che le parole non dicono


Anche questa seconda assurda avventura con la banda si era conclusa incredibilmente nel migliore dei modi. Milioni e milioni di euro per tutti, Rio salvo, nessuna cattura e perfino nessun morto. Certo, la morta stava per essere proprio lei quando le avevano sparato, però era viva e questo era già un motivo sufficiente per non lamentarsi. Ma allora perché si sentiva così triste? Forse era per la solitudine, una sensazione che era abituata a provare ma che non era mai riuscita a farsi piacere. E adesso, mentre raggiungeva l'auto che l'avrebbe condotta verso la prima tappa della sua fuga dopo la rapina, si sentiva più sola che mai. Dopo la prima rapina aveva la compagnia di Helsinki, ma ora quell'uomo grande quanto dolce (e dolce quanto gay) aveva deciso di andare via insieme a Palermo, mentre si riconfermavano tutte le altre coppie.  
Tokyo e Rio.
Il Professore e Lisbona.
Denver e Monica.
E lei... Chi diavolo aveva lei?
Per un momento aveva perfino pensato che Bogotà si sarebbe unito a lei. Tutti avevano notato le occhiate che le lanciava e l'interesse che aveva dimostrato, eppure senza esitazione aveva deciso di partire da solo e recuperare in un lungo itinerario tutti i figli che aveva sparso un po' per il globo.
Beh, sicuramente era un genitore migliore di lei, che aveva un solo figlio ma che lo aveva ormai perduto per sempre.
"Nairobi!"
Una voce alle sue spalle la distolse dai suoi pensieri e la costrinse ad arrestare il passo. Era una voce che non conosceva, per cui fu costretta a voltarsi per capire con chi aveva a che fare. Quando si ritrovò davanti il nuovo arrivato però, la curiosità si trasformò in pura sorpresa. Non aveva riconosciuto la voce non perché si trattava di un estraneo, ma perché quell'uomo la voce l'aveva usata talmente poco che lei non era riuscita a registrarla.
"Marsiglia! Che è successo, il gatto ti ha restituito la lingua?" chiese con ironia.
Perché era decisamente ironico: il muto aveva parlato e la parola che aveva detto era stata il suo nome.
Lui la fissò per un po'; non sembrava timoroso o esitante, era piuttosto come se una parte di lui si trovasse da tutt'altra parte.
"Potrei venire con te. Potremmo partire insieme" disse alla fine. Ed era più di quanto lei lo avesse sentito dire, anzi probabilmente più di quanto chiunque lo avesse mai sentito dire.
"Insieme, io e te?" gli fece eco, sgranando gli occhi dalla sorpresa.
"Io, te e Sophie" rispose lui, indicando come se fosse la cosa più normale del mondo il furetto che spuntava dal suo borsone.
Forse fu per la visione dell'animale o per la proposta in sé, ma Nairobi scoppiò a ridere senza ritegno. Tuttavia, l'ilarità durò ben poco: unendosi alla tristezza precedente si trasformò improvvisamente in un impeto di rabbia. Una rabbia ingiustificata. Una rabbia rivolta alla persona sbagliata.
"E così vorresti venire con me, eh?" lo aggredì, avvicinandosi a lui quasi con aria minacciosa. "E dimmi... Prenderesti il volante se perdessi il controllo? O se... Se me ne stessi sdraiata qui, mi porteresti a casa? Potresti prenderti cura di un'anima in pena? Puoi fare tutto questo, Marsiglia?"
Si trattava di domande retoriche e Nairobi era certa che al termine di quella sfuriata il timido uomo sarebbe scappato via a gambe levate. Invece, anche se l'espressione di lui era impassibile come al solito, lo sentì effettivamente rispondere.
"Posso provarci" disse semplicemente, per poi riportare lo sguardo sulla sua preziosa Sophie.
La donna restò talmente stupita da quella risposta che la sua rabbia sembrò quasi evaporare. Sono sola, si disse, mentre contro tutti i suoi progetti scelse di lanciargli le chiavi dell'auto.
"Allora inizia a guidare già da adesso" comandò, andando a sistemarsi sul sedile del passeggero.
Meno di un minuto dopo lui era seduto al posto di guida e aveva messo in moto.

 
**
 
L'aeroplano preparato dal professore per la seconda parte del viaggio si trovava a chilometri e chilometri di distanza. Avevano guidato per quattro ore e ne mancavano ancora sei. Non avevano fatto conversazione, com'era prevedibile, però curiosamente le uniche volte in cui lui aveva parlato era per chiederle se doveva accendere il riscaldamento, se doveva spegnere la radio o se voleva fermarsi. Piccole premure che Nairobi aveva dimenticato da tempo e che non poteva fare a meno di notare. E di apprezzare.
"Ci stiamo fermando?" chiese, quando improvvisamente lo vide sterzare verso un autogrill.
Lui non rispose, ma parcheggiò effettivamente e si preparò a scendere dall'auto. Questa volta non le chiese se volesse qualcosa, ma quando tornò una decina di minuti dopo portava  due panini. Uno per sé e uno per lei. Glielo porse senza dire nulla, ma iniziando a mangiarlo, Nairobi si accorse di una nuova sorpresa. Tonno, pomodoro e maionese: la sua combinazione preferita. Non era un caso, evidentemente lui l'aveva studiata e osservata durante i mesi di convivenza prima della rapina. Si trattava di un piccolo dettaglio, è vero, però era una nuova premura che quasi le fece venire le lacrime agli occhi.
"Marsiglia... Dimmi che sono al sicuro, che mi tieni adesso". Le parole le uscirono prima che se ne rendesse conto.
Marsiglia non disse proprio nulla, com'era tipico di lui, ma le parole erano quasi irrilevanti. Delicatamente, le rimosse con un dito la maionese che le era rimasta attaccata attorno alle labbra e poi azzardò una carezza sulla sua guancia con il dorso della mano. Il tutto mentre Sophie si era adagiata curiosamente sulle gambe di Nairobi.
Ne aveva conosciuti di uomini buoni, come il Professore e Helsinki. Però questo era il primo uomo buono che sembrava davvero volersi prendere cura di lei.
Riprendendo a mangiare il panino, Nairobi sorrise – un po' a lui, un po' a sé stessa.
Una destinazione ignota, un uomo mezzo muto e un furetto.
Chi lo avrebbe mai detto che sarebbe bastato così poco per sentirsi a casa?








 
NDA: Prima storia sulla Casa di carta e con una coppia decisamente improbabile. Ma cosa posso farci? Nairobi è il mio personaggio preferito e Marsiglia la new entry che mi ha incuriosito di più! Piccola nota: all'interno della storia sono inserite alcune frasi prese dalla canzone "Take me home" di Jess Glynne, in quanto costituiva l'obbligo del contest a cui la storia partecipa. Spero vi sia piaciuta!
   
 
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