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Autore: ballerina 89    20/08/2019    3 recensioni
Sequel delle due storie fin'ora create: "il miracolo di Natale" e caccia alle uova.
La famiglia Jones è finalmente tornata su efp per raccontarvi un'altra "indimenticabile avventura. Cosa dire di più? Beh... forse questa volta il vissero felici e contenti non.....
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV KILLIAN
Ci sono momenti nella nostra vita che vorremmo dimenticare, lasciarci alle spalle... chiudere e riaprire gli occhi sperando sia stato solo un brutto sogno... e poi ci sono momenti belli, indimenticabili, quelli che vorresti durassero per sempre. Delle volte basta un attimo per passare il confine tra la tristezza e l'essere felici ma è altrettanto vero che basta un attimo per passare dalla felicità allo sconforto più totale. Ecco... Questo è bene o male il riassunto degli ultimi due anni di vita della nostra famiglia. Tutto è iniziato con una sentenza straziante: la quasi assoluta certezza per me e Emma di non poter aver figli.Fu un brutto colpo per entrambi , ci eravamo sposati da poco e come ogni coppia che si rispetti sentivamo il bisogno di allargare la nostra famiglia. Provammo di tutto per realizzare il nostro sogno ma nulla sembrò funzionare. Eravamo distrutti... annientati. 
Sapete come si dice no? Le cose capitano sempre quando meno te le aspetti. Beh... ho sempre creduto fosse una diceria, una frase fatta per dar coraggio alle persone con poca speranza come noi e invece mi sono dovuto ricredere; proprio nel periodo in cui avevamo allentato la presa ecco un piccolo esserino entrare di nascosto nelle nostre vite regalando a me e a Emma la gioia più grande della vita: essere genitori. Hope è stata il nostro fulmine a ciel sereno, l’abbiamo desiderata con tutto il nostro cuore e alla fine, anche se con i suoi tempi, è finalmente arrivata. La nostra vita è cambiata improvvisamente con il suo arrivo... in meglio naturalmente e neanche un anno dopo abbiamo deciso di raddoppiare questa felicità regalando ad un bambino meno fortunato le gioie di una famiglia felice. Siamo diventati così i genitori del piccolo Dave, l’ometto di casa Jones: l’amore di mamma e papà. Potevo considerare la mia vita perfetta così: una moglie e due figli, non desideravo altro eppure ancora una volta il destino ha voluto sorprendermi regalandomi la gioia di vivere la paternità per una terza volta. La mia Emma era nuovamente incinta e questa volta lo era al quadrato: era in attesa di due gemelli. Questa gravidanza è partita nel peggiore dei modi , Emma ha avuto parecchi problemini all’inizio ma all'entrare del quarto mese la cosa sembrò risolversi. Nonostante le difficoltà iniziali non ci perdemmo mai d'animo e continuammo a vivere la nostra vita in maniera del tutto spenzierata. Come ho già detto in precedenza però, le cose capitano quando meno te le aspetti e questo purtroppo non si riferisce solamente alle cose positive.  Nel giro di un secondo la mia vita e quella della mia famiglia si trasformò nuovamente in un vero e proprio incubo. 
Tutto ebbe inizio un pomeriggio, subito dopo pranzo . Eravamo in cucina a discutere con i nostri due piccoli diavoletti dell’arrivo di questi nuovi fratellini quando improvvisamente Emma cominciò ad avere dei piccoli problemi. 
- Mamma, come ti chiama la frutta quella grande rossa? - chiese la nostra adorata polpettina non appena la feci scendere dal suo seggiolone. 
- Quale cucciola? - le domandò Emma non capendo a che frutto si riferisse. 
- Quello glande glande che mi piace tanto! E' tutto rosso e glande! E' glande così! - mimò con le braccia una sorta di palla gigante.
- Dici l'anguria amore? - provò ad indovinare
- No mamma...  quello che ha il nome come il cocco che si compla al mare! Come si chiama? 
- Anguria - ripetè una seconda volta - Tu lo chiami cocomero ma in realtà il nome originale è anguria. - le spiegò.
- Si si si quello mamma! Quellooooo! - saltellò tutta felice che finalmente Emma avesse capito di cosa stesse parlando. - Pecchè non me ne hai lasciato neanche un pettetino? - le chiese guardandola leggermente offesa. 
- Perchè non abbiamo l'anguria in casa amore? Non è ancora il tempo delle angurie... quelle si trovano in estate amore, non adesso.
- E pecchè allora tu plima l'hai manzata? Anche io ne volevo un pettetino. - ma che stava dicendo?
- Cucciolina ti sei sbagliata, ho mangiato solo una mela io, per caso ne vuoi una anche tu?
- NO! Voglio il cocomelo che hai manzato tu! - niente da fare, ormai si era impuntata. 
- Ancora stellina? Ma quante volte devo ripetertelo? Che c'è, ti sei stancata troppo questa mattina? E' già ora di fare il riposino? 
- No... riposino no. - scosse la testa ripetutamente per poi correre in contro a sua madre e posarle le manine sulla pancia - E' quetto allora? Vedi che io no dico bugie? Tu hai manzato cocomelo. E' ancora qui!!! - non riuscii a trattenermi dal ridere. Credeva sul serio che avesse un'anguria nello stomaco?
- Sorvolerò sul fatto che tu mi abbia appena dato della panciona ma vedi amore, qui dentro non c'è un cocomero come pensi tu. - le spiegò.
- E allola che c'è qui dentro? - chiese curiosa bussando sulla sua pancia.
- Ma come, te ne sei già dimenticata? Qui dentro ci sono i tuoi fratellini.
- Fratellini? - annuì - Fratellini come Dj?
- Si amore, proprio come Dave. -  Hope aveva un debole per suo fratello, era totalmente innamorata di lui, Emma prese la palla al balzo rispondendole di si sperando che la piccola si sarebbe di conseguenza innamorata anche di loro. 
- E che vogliono da noi? - esclamò già imbronciata.
- Hope non è carino dire queste cose. - la rimproverò.
- Cusa mamma... allora dico: quando se ne vanno? - alzai gli occhi al cielo cosa che fece anche Emma. Fino a quel momento non aveva mai dato cenni di gelosia nei confronti di quelle due piccole creature, ma è anche vero che la pancia iniziava a farsi notare seriamente solo adesso, fino a qualche settimana fa riusciva a coprire il tutto con un semplice maglioncino leggermente piu largo. 
-  Sono sicura che la vera domanda è quando nasceranno dico bene? Tra qualche mese andrò in ospedale e li farò nascere... non resteranno mica nella mia pancia per sempre.
- E dove vanno se non sono nella pancia? - continuò il suo interrogatorio... l'argomento le aveva suscitato un certo interesse. 
- Verranno a casa con noi Hope! - rispose Dave che fino a quel momento era stato in silenzio.
- Non è vero... - disse lei. - mamma Dj mi plende in giro! - ok forse sarebbe stato meglio per Emma fingere di avere un'anguria nella pancia.
- Amore, Dave ha ragione, una volta nati i fratellini verranno a stare in casa insieme a tutti noi. - continuò a spiegarle con il sorriso. 
- E quando se ne vanno via?
- Non se ne andranno via, sono i tuoi fratellini, resteranno qui per sempre a farti compagnia e a giocare con te.
- No voglio io... voglio che vanno via! - protestò imbronciandosi ancora di più.
- Perchè amore? Dave non hai mai voluto mandarlo via, sei stata felicissima quando è arrivato a casa. Perchè per...
- Dj simpatico... loro no li conosco io. E se poi no mi piacciono? - uuuh... avrei voluto abbracciarla. Ma quanto poteva essere tenera? Aveva paura che i suoi fratelli non fossero simpatici eheheehe. 
- Sono sicura che saranno simpaticissimi tesoro e sono altrettanto sicura che ti vogliono gia un gran bene! 
- Io no bene a loro. No li conosco. - scrollò le spalle 
- Li conoscerai presto e sono sicura che ti staranno molto simpatici come  tu starai molto simpatica a loro. - La vidi alzarsi dalla sedia per prenderla tra le sua braccia. - Ora però, signorina dalle mille domande, dobbiamo andare a fare il riposino. Dai un bacino a Dave e uno a papà e andiamo di sopra. 
- Appetta, appetta! Ho attra domandina io. Come ci sono finiti i fratellini nella tua pancia mamma? Te li sei manzati? - oh oh... tralasciando il fatto che pensava Emma avesse mangiato i bambini, le stava davvero facendo questa domanda? Non ero psicologicamente preparato a questo e neanche Emma sembrava psicologicamente preparata a risponderle... non ne avevamo ancora mai parlato nenache con Dave... non ha mai dimostrato tanta curiosita nel volerlo sapere.
- Si mamma, Hope ha ragione: come ci arrivano i bambini nella pancia della mamma? - ecco, come non detto. - Alla mia compagna di classe è arrivato un fratellino da poco. La mamma le ha spiegato che lo ha trovato sotto un cavolo. Forse anche i nostri fratellini erano sotto un cavolo ma poi per sbaglio tu li hai mangiati. Tu mangi sempre. - scoppiai a ridere:" I cavoli?" C'era qualcuno che ancora raccontava ai bambini balle del genere? Non riuscivo a smettere di ridere ma dovetti provarci per forza: Emma mi aveva fulminato con lo sguardo. - Allora mamma? Hai mangiato cavoli a pranzo qualche giorno fa? - insistette Dave. 
- Amore i bambini non nascono di certo da sotto un cavolo, quella è solamente una favoletta che viene raccontata a voi  piccoletti quando ancora non siete pronti a scoprire la verità. 
- E qual'è la verità mamma? Come ci sono finiti due bambini nella tua pancia? - Era agitata potevo vederlo chiaramente e il mio continuo ridere non l'aiutava di certo. Si girò nella mia direzione e lanciandomi un'occhiataccia mi mandò un segnale... questo segnale diceva chiaramente: "Adesso si che sono cavoli tuoi" -  Vedi Dave... è stato un semino che ha portato questi fratellini qui dentro. - indicò il pancione.
- Un semino? come quelli della frutta?
- Esatto. - sorrise sperando di aver colmato la loro sete di conoscenza senza doversi  spingere oltre. Dave in un primo momento non disse nulla, tirai un sospiro di sollievo per aver scampato il pericolo, ma qualche minutò dopo formulò l'ennesima domanda. 
- E chi te lo ha dato questo semino? 
- Vostro padre. - risose prontamente. C..che cosa??? Stavo sistemando le stoviglie usate per il pranzo nella lavastoviglie ma non riuscii a portare a termine il compito in quanto, a causa di quella risposta. tutti i piatti che avevo tra le mani finirono a terra in mille pezzi. 
- Tutto bene Killian? - Chiese ridendo della mia espressione sconvolta. Va bene che avevamo sempre parlato di essere sinceri con loro e di spiegargli cose come: il sesso, la nascita dei bambini ecc nella maniera più veritiera possibile, ma così si stava un po esagerando. 
- Emma... io.... -  stavo per replicare ma non ci riuscii, Hope prese la parola. 
- Papy pecchè hai dato il semino con i fratellini alla mamma! Sei stato cattivo! - disse arrabbiata. 
- Cucciolina non è solo colpa mia, io e la mamma abbiamo scelto insieme di mettere questo semino nella sua pancia, in passato lo abbiamo fatto anche con te sai? - ci mancava solo che quella piccoletta mi tenesse il broncio. 
- Anche io ero un semino mamma? - tornò a parlare con Emma. 
- Eh già. - le diede un bacino su quella sua guancia paffuta. 
- Quindi... - continuò Dave - papà tu hai regalato alla mamma un semino che poi hai messo nella sua pancia e da li sono arrivati i fratellini giusto? - annuii - e come ce  l'ha messo li dentro il semino mamma?  Te l'ha fatto mangiare? - menomale che non avevo altre stoviglie in mano o sarebbero cadute anche quelle. Avevo seriamente paura della risposta di mia moglie. 
- I semini non si mangiano mamma!  no no no! - continuò la piccola peste rimproverandola. Bisognava assolutamente mettere la parola fine a questa discussione o non ne saremmo mai usciti. 
- Beh.... questi sono solo dettagli cuccioli miei, quello che dovete sapere è che è il papà a portare il semino alla mamma ed è la mamma a far crescere questo semino nella sua pancia fino a quando questo semino non diventa un bambino. Tutto qua. - sorrise e io finalmente potei tornare a respirare. 
- Va bene, vado a giocare adesso. - concluse Dave per poi abbracciare me ed Emma e correre verso il salotto. Anche la più piccolina, la quale doveva assolutamente andare a nanna, sgattaiolo via ma a differenza di suo fratello corse in direzione del secchio della spazzatura dove iniziò, con nostro grande stupore, a frugare tra i rifiuti.
- Hope amore ferma, ferama, ferma. - Emma corse a prenderla - Che stai facendo si può sapere? Non si mettono le manine nella spazzatura.E' sporco li. 
- Prendo i semini della frutta che abbiamo buttato così papà non te li da più e non arrivano piu i fratellini. - scoppiammo entrambi a ridere e dopo averle fatto il solletico la mandammo a giocare ancora qualche minuto prima di portarla a fare il suo riposino. 
- Tu sei tutta pazza! Il semino????? - le dissi ancora sconvolto che avesse utilizzato proprio quell'esempio. - Non potevi inventarti altro? 
- Ma di che ti lamenti... è andata bene no? - Sorrise vittoriosa.
- Diciamo che te la sei cavata amore, anche se mi hai fatto quasi morire. - rise - Menomale che hai parlato di semini e non di girini però... perchè altrimenti l'avremmo trovata in giardino a cacciare rane. 
- Credo  proprio che tu abbia  ragione mio bel ranocchietto. - mi baciò con trasporto e mettemmo così fine a quella piccola ma imbarazzante discussione. Mi aiutò a sistemare la cucina dopodichè, una volta terminato il duro lavoto ci concedemmo qualche minuto di pace, lontando dai bambini. Erano rari quei momenti durante la giornata e quindi cercai di approfittarne a pieno. Ci mettemmo nuovamente a tavola con la scusa di assaggiare un nuovo dolce preparato da granny e parlammo un po delle nostre rispettive mattinate, dei lavori che tra qualche giorno sarebbero stati fatti in casa... avevamo in programma di scegliere le camerette nuove per i bambini e non per ultimo parlammo dei  programmi che avevamo per quella sera. Ne era passato di tempo dall'ultima volta che l'avevo portata a cena fuori, se non consideraimo le cene di famiglia e quelle al Mc con i bamnini naturalmente... avevo in mente per lei una seratina con i fiocchi ma aimè fui costretto ad annullare tutto. Non appena si alzò da tavola, per andare a prendere Hope e portarla di sopra a fare il riposino, ecco che venne colta da un capogiro. Fortunatamente mi resi conto subito di cosa stesse succedeno e mi affrettai ad alzarmi per sostenerla o credo seriamente che sarebbe caduta a terra sbattendo contro lo spigolo del tavolo. 
- Ehi amore, tutto ok? - chiesi leggermente preoccupato continuando a tenerla stretta tra le mie braccia. Non aveva per nulla una bella cera e la cosa non mi piaceva affatto.
- Ho... ho avuto un capogiro. - disse tenendosi la testa con le mani - Forse è meglio se rimango seduta ancora un pochino. - propose facendomi preoccupare ancora di più. 
- Ti accompagno sul divano così starai più comoda... vieni!- le dissi mentre insieme ci spostammo verso il soggiorno - Riposati ok? - la baciai - Penso io a far dormire quella piccola peste. Per qualsiasi cosa però non esitare a chiamami! - annuì. La mia Emma è un treno in corsa, nulla riesce a fermarla... se non ha obbiettato alla mia proposta di riposarsi è evidente che qualcosa non va. Non è di certo da lei questo comportamento. Cercai di non allarmarmi troppo, in fondo era incinta, un mancamento poteva essere più che normale e mi concentrai sui miei bambini. Fu un’impresa far addormentare la piccola. Non appena mi vide capì subito quali erano le mie intenzioni e iniziò a correre per tutta casa nella speranza di non essere acciuffata. Purtroppo per lei però la corsa non le riesce ancora perfettamente e delle volte, come in quel caso, capitava che inciampasse cadendo a terra.
- No ninne! No stanca io! - disse non appena la raggiunsi. Incurante dei suoi capricci la presi tra le braccia e la portai nel suo lettino; mi fece dannare ma alla fine dopo più di quaranta minuti tra favole e giochetti riuscii a farla crollare sfinita. Diedi una controllata veloce anche al piccolo David il quale stava giocando con i suoi super eroi dopodichè tornai al piano di sotto da Emma. La trovai ranicchiata su un fianco a dormire. Non diedi peso neanche a questo, presi una coperta e facendo attenzione a non svegliarla gliela poggiai sopra. Mi sedetti sulla poltrona accanto a lei e mettendo la televisione al minimo volume per non svegliarla, feci un po di zapping. 
Dormí per più di un’ora, pensai fosse un bene ma quando si svegliò mi resi conto che stava peggio di come l’avevo lasciata. Non fece neanche in tempo a svegliarsi completamente che la vidi portarsi una mano davanti alla bocca e correre in direzione del bagno. La sentii rimettere più e più volte ma per quanto fosse forte il mio desiderio di raggiungerla per poterle prestare aiuto mi trattenni e restai al mio posto. Non voleva che la vedessi in quelle condizioni, lo avevo sperimentato molte volte durante quei mesi e decisi quindi di lasciarle i suoi spazi. Mi sarei accertato che stesse bene una volta che fosse tornata in soggiorno. Le cose purtroppo però non andarono come speravo, dopo mezz’ora era ancora chiusa in bagno. Non si sentiva nessun rumore e così mi convinsi quanto meno a bussare alla porta per chiederle se avesse bisogno di una mano. Mi aspettavo una risposta secca, scontrosa come al suo solito, ma non fu così. Alla mia domanda non arrivo risposta e di conseguenza fui costretto ad entrare. La trovai seduta a terra vicino al water con la schiena poggiata al muro che respirava affannosamente. Aveva un colorito che faceva impressione... era più bianca di un lenzuolo e i suoi meravigliosi occhi verdi erano diventati lucidi e Rossi.
  • Emma... Emma guardami ok? - le presi il viso tra le mani e la costrinsi a guardarmi, il suo sguardo era assente nonostante fosse cosciente. - come va? Che ti senti di preciso?
  • Ho... ho mal di stomaco... la schiena è a pezzi e... e... - prese fiato - ho un martello pneumatico nella testa. - l’aiutai ad alzarsi e prendendola in braccio in quanto non riusciva a reggersi dritta la portai nella nostra stanza per poi chiamare il medico che l’aveva in cura. Un cambiamento così improvviso non era normale per me, fino ad un’ora prima stava benissimo, quindi pensai potesse essere qualcosa legata alla gravidanza ma il medico sentendo i sintomi che gli avevo descritto mi liquidò dicendomi che era una semplice e banale influenza. Un’influenza senza febbre? Era possibile? Provai a convincerlo quantomeno a venire per darle un’occhiata ma niente da fare... saremmo dovuti andare noi se la cosa fosse peggiorata. Lo maledii mentalmente... ma che accidenti di medico tratta così i suoi pazienti? Addirittura quel tonto di Whale si sarebbe comportato diversamente. Evitai di insultato solamente perché l’aveva aiutata a portare avanti una gravidanza impossibile ma se solo avesse provato un’altra volta a liquidarci così lo avrei preso a calci davanti a tutti.
Per tutto il pomeriggio mi alternai tra la nostra camera e quelle dei bambini, la piccola Hope si era svegliata ed era più carica che mai non poteva di certo essere lasciata da sola. Emma non ebbe peggioramenti anzi... dopo qualche ora di riposo sì senti anche meglio. La testa smise di farle male così come anche la schiena e il senso di nausea diminuì notevolmente tanto da permetterle sia a metà pomeriggio che a cena di magiare qualcosina. Forse dopotutto aveva ragione il medico, mi ero agitato inutilmente. A conferma di ciò fu vedere Emma subito dopo cena giocare con David sul divano con i super eroi mentre la piccolina si ranocchio con tutto il suo corpo sulla pancia della sua mamma pronta a ricevere la sua dose giornaliera di coccole. Ormai aveva preso l’abitudine di mettersi in quella posizione e spesse volte era proprio così che si addormentava. Non osavo neanche immaginare cosa ci saremmo dovuti inventare subito dopo il parto per non farla piangere. Quei due piccolini si stavano divertendo come non mai ma potevo vederlo chiaramente tramite i suoi occhi: Emma era sfinita. Anche se con fatica mandai i nostri terremoti a letto e mi dedicai finalmente solo ed esclusivamente alla mia lei.
  • come ti senti? - le chiesi andandomi a sedere accanto a lei cingendole le spalle con il mio braccio destro.
  • Sto molto meglio grazie. Non so cosa mi sia successo, forse un abbassamento di pressione... o magari una nausea un po’ più forte di tutte le altre... - ci penso su - sai una cosa però? Non ha più importanza, è tutto passato. - mi baciò intenzionata ad approfondire la cosa. La fermai.
  • Non sono sicuro sia una buona idea, eri uno straccio fino a poche ore fa, penso che tu debba riposarti un po’.
  • Mi stai rifiutando capitano? - mi provocò.
  • È l’ultima cosa che vorrei fare credimi ma sono costretto! mi hai fatto paura Questo pomeriggio. Ti ho dovuto accompagnare perfino in braccio fino al piano di sopra perché non avevi nenache la forza di camminare da sola. È fuori discussione fare qualsiasi cosa oltre che andare a dormire. - dissi categoricamente.
- E va bene... hai vinto tu, ma solo per questa sera! Domani rimetteremo a pari intesi? Sono incinta, ho delle voglie e le voglie... beh vanno saziare no? - mi fece l'occhiolino. So io che genere di voglie aveva la mia bella mogliettina. Quando era in attesa di Hope era un continuo tanto che in un primo momento mi sembrò quasi che i nostri ruoli si fossero invertiti. Non che la cosa mi dispiacesse ci mancherebbe altro, anzi....la mia era solamente paura di fare del male a lei o alla bimba. Fortunatamente però ben presto capii che non vi era nessun tipo di pericolo e di conseguenza assecondai le sue passionali voglie in tutto e per tutto. A quanto pare anche quella gravidanza non era da meno,la cosa mi entusiasmava molto ma aimè...  almeno per quella sera sarebbe stato meglio rimandare onde evitare che si strapazzasse più del dovuto e avesse qualche ricaduta. Ci recammo in camera ma una volta esseci messi sotto le coperte il sonno non arrivò per nessuno dei due. Io ero ancora un po preoccupato dagli avvenimenti del pomeriggio mentre lei non so sinceramente perchè non riusciva a prendere sonno. Ne approfittammo per farci due coccole e chiacchierare un pochino, fu davvero un momento molto romantico e a renderlo ancora più speciale furono i miei due pargoletti che per la prima volta si fecero sentire. Stavamo parlando, o meglio... stavamo scommettendo sul loro sesso, quando uno dei due o entrambi, non so bene come funzioni lì dentro , si mosse facendomi percepire sulla mano una stranissima ma emozionante sensazione.
- E'... era.... - provai a dire più emozionato che mai. 
- Esatto! - rispose lei sorridendo gioiosamente. - A quanto pare qualcuno non è d’accordo con la tua opinione tesoruccio caro. - Mi prese in giro. Avevo appena finito di dire che secondo me erano due bei maschietti quelli che stavano crescendo in quella panciotta.
- Ne sei così sicura? Che ne sai, magari mi stava dando il cinque come a dire:” sei grande papà!"-  replicai facendola scoppiare a ridere. Non era d'accordo con la mia ipotesi, per lei quelle due creaturine che stavano crescendo dentro di lei erano un maschietto e una femminuccia. Iniziò a parlare di possibili nomi da dargli e prendendo spunto dalle nostre piccole avventure scherzò sul volerli chiamare Leila e Charles, i nostri nomi sotto copertura durante il viaggio nel tempo.  Leila era un nome davvero dolce e carinissimo ma Charles... Charles proprio no. Chi mai avrebbe dato ad un bambino quel nome? Nessuno. Neanche i piccoletti in questione avrebbero vuluto farsi carico di quel nome e infatti ne susseguì un altro calcio... questo fu decisamente più forte del primo.
- Visto? Credo che anche loro si stiano ribellando... Questo era chiaramente un no tesoro. - ridemmo entrambi ma pochi secondi dopo tornai più serio che mai.  - Maschietti o femminucce non ha importanza, saranno il nostro tutto esattamente come gli altri.
- Lo penso anche io. Ti amo! - mi sussurrò a fior di labbra per poi lasciarmi un morbido bacio. 
- Anche io ti amo ma adesso a nanna, anche se non hai sonno devi provare a dormire e riposare e come te anche queste piccole meraviglie dovrebbero provarci. - mi spostai sulla sua pancia per posarvi due delicati baci. 
- Un po di sonno mi è venuto a dir la verità ma loro... mmmh loro credo proprio stiano tenedno una festicciola qui dentro." - sorrise battendo delicatamente le mani sulla pancia. 
Sembrava stare bene, che il mancamento di quel pomeriggio fosse improvvisamente passato, ma per sicurezza la monitorai per tutta la notte. Non ebbe nessuna ricaduta, nessuna nausea al mattino... niente di niente e il fatto che fosse pronta anche per andare a lavoro mi tranquillizzò parecchio. In passato, durante la gravidanza di Hope, ci fu un momento molto critico dove rischiammo di perdere la bambina. Emma quel pomeriggio aveva avuto qualche sintomo simile a quel giorno  e non vi nego infatti che quella  paura mi accompagnò per tutta la notte, in fondo, nonostante la buona percentuale di riuscita dovuta alle cure fatte, era ancora considerata una gravidanza a rischio la sua. Fortunatamente non era nulla di grave, l’allarmismo era passato... o almeno così credevo. Quella stessa sera tornò ad avere le nausee e man mano che passavano i giorni aumentavano anche i sintomi: mal di schiena, mal di testa, debolezza muscolare.... di tutto un po’. Di nascosto a lei, non volevo farla allarmare inutilmente, continuai a chiamare il suo medico ma anche in quelle occasioni mi liquidò dicendomi che non era nulla di grave e che ero semplicemente un papà e un marito troppo apprensivo. Forse aveva ragione... forse no, quel che era certo è che io non riuscivo a star tranquillo. Non so spiegare la sensazione ma era come se ci fosse qualcosa dentro di me che mi teneva perennemente in allarme. Pensai che forse stavo seriamente esagerando, che dovevo smetterla di preoccuparmi, ma poi, durante una notte Emma peggiorò improvvisamente rivelando le mie paure reali. Stavamo dormendo beatamente ma d'un tratto la sentii iniziare a smaniare e a girarsi più volte nel letto. Mi svegliai per vedere se fosse tutto ok, se stesse avendo un incubo, ma quando accesi la luce del mio comodino per poterla vedere meglio notai che si era tolta le coperte, la maglia del pigiama ed era completamente sudata. Le misi una mano sulla fronte per sentire se avesse la febbre e appurai che la sua temperatura era di gran lunga superiore alla media. Corsi in bagno a prendere un termometro e attento a non svegliarla le misurai la temperatura. 40.4... Un febbrone da cavallo. Ok, ora potevo ufficialmente entrare nel panico. Chiamai per la milionesima volta il suo dottore e questa volta fu lui a dirmi di portarla immediatamente in ospedale. La svegliai cercando di essere il piu delicato possibile ma non appena fu sveglia capii che la cosa era decisamente peggiore di quello che immaginavo.
- Chi... chi sei tu? - mi disse non appena mise a fuoco chi aveva davanti. Stava delirando. Mi affrettai a chiamare Regina spiegandole la situazione e in un nano secondo fu li. Mi aiutò a mettere Emma in macchina la quale non riusciva neanche a tenere gli occhi aperti per il mal di testa che aveva e con la promessa di prendersi cura lei dei nostri bambini, tolsi l'uncino, misi la protesi e guidai come un ladro in fuga verso l'ospedale di Boston. Registrai Emma in pronto soccorso la quale venne portata immediatamente  nella sala visite. Non mi fecero entrare con lei e mi toccò morire di ansie e paure su una scomodissima panchina del pronto soccorso. Passarono più di due ore e nessun medico si degnò di venirmi a dire cosa le fosse successo, ero un mix di ansia, rabbia e paura... se qualcuno non fosse uscito nel giro di pochi minuti come minimo avrei preso la porta della sala visite a calci e sarei entrato con la forza. Fortunatamente per me non dovetti fare niente del genere, il suo medico mi raggiunse qualche minuto dopo:
- Signor Jones - mi salutò - Puo star tranquillo, sua moglie sta bene. - finalmente riuscii a tirare un sospiro di sollievo. - E' semplicemente una banalissima influenza. 
- Dice sul serio? Ne è sicuro? Emma non ha mai avuto febbre così alta, come...
- L'eccessivo aumento della temperatura può essere causa di molte cose, lo stress prima di tutto. Sua moglie è incinta e particolarmente provata in questo periodo, la stanchezza per la gravidanza ha di sicuro influito su questa febbre aumentandola. Non si preoccupi, davvero! Le ho fatto tutte le analisi del caso, non c'è nulla che non vada in lei.
- E i bambini? - chiesi sperando che anche per loro la sentenza fosse la stessa. - Loro come stanno?
- Sani come pesci! Crescono bene entrambi, ottimo ritmo cardiaco e non ho rivelato nessuna sofferenza fetale durante l'ecografia. - quella fu decisamente musica per le mie orecchie. - Terrò sua moglie una notte qui ma giusto per precauzione , le somministrerò qualcosa per abbassarle la temperatura e già domani mattina, se si sentirà meglio, potrà portarla a casa.
- Grazie infinite dottore e mi scusi se l'ho stressata in questi giorni. - gli strinsi la mano.
- Scherza? E' il mio lavoro e poi... ce ne fossero di mariti scrupolosi come lei.   - sorrise - Venga, l'accompagno da sua moglie. 
Non la vedevo da due ore, ma era come fosse passata un'eternità. Quando entrai nella sua stanza e la vidi sorridermi fu come rinascere, non mi aveva riconoscito quando l'avevo svegliata e nonostante fossi nel panico più totale, per via della sua febbre alta, fu come ricevere una pugnalata in pieno petto. Con quel sorriso però la mia ferita era già completamente guarita, sapeva chi fossi e da come l'avevo lasciata ad ora potevo davvero dire che stesse meglio. La prima cosa che feci fu quella di correrle incontro e abbracciarla forte, mi ero spaventato, dopodichè sempre tenendola stretta a me, la coccolai aspettando che si riaddormentasse... aveva bisogno di riposo e per quanto sentissi il bisogno di parlarle, per assicurarmi che sul serio si sentisse bene, sapevo che non era il momento più adatto. Dormì beatamente per tutta la notte e parte della mattinata, quando si svegliò la febbre era andata via del tutto e si sentiva a detta sua "come nuova". Firmò il foglio di dimissioni e più sollevati che mai ce ne tornammo a casa.
Era ora di pranzo quando arrivammo a Storybrooke, sapevo che Regina era con Robin e i bambini da Granny e così dopo aver chiesto ad Emma infinite volte se se la sentsse li raggiungemmo alla tavola calda.
- Ma guarda guarda chi c'è! - disse Regina indicando verso la nostra direzione per far voltare i bambini. Dave ci corse in contro più felice che mai di vederci mentre la piccola Hope, dall'alto del suo seggiolone, iniziò uno dei suoi soliti show.
- Naccondete tutti i semini forzaaaaaa! E' arrivato papà!  - o mio Dio.... ancora con quella storia? La vidi frugare nel suo piattino alla ricerca dei semi della pera che Regina le aveva da poco sbucciato. 
- Amore di zia che stai facendo? Non li saluti mamma e papà? Ma come... se non hai fatto altro che chiedere di loro per tutta la mattina! 
- Prima dobbiamo naccondere i semini zia! Se noi no naccondiamo poi papà li regala a mamy e arrivano altri fratellini brutti. - le spiegò facendola quasi scoppiare a ridere. Prima regola fondamentale: non ridere mai di Hope o potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale. La piccolina è parecchio permalosetta, sarebbe capace di strillare e piangere tutto il giorno se qualcuno di noi ridesse per una sua affermazione. 
- Ho capito tesoro... li nascondo io i semini ok? tu corri ad abbracciare mamma e papà! - la fece scendere dal seggiolone e esattamente come Dave anche quella piccola scimmietta ci corse in contro per riempirci di baci. 
- perchè questa mattina non sei venuta a sbegliammi mamma? - le chiese con un piccolo ma delizioso broncio. - Dove sei andata? Perche non mi hai pottato con te?
- Sono dovuta scappare a lavoro piccolina mia mi dispiace tanto non essere stata li al tuo risveglio. Prometto che non succederà più ok? - le disse prendendola tra le braccia e sistemandosela al meglio su un fianco. Il pancione, anche se solo di quattro mesi, ormai non le permetteva piu di fare determinati movimenti. 
- Perchè non venite a sedervi? Abbiamo appena ordinato il dolce. - disse Regina sistemando al meglio la loro postazione in modo da farci entrare tutti. Accettammo il loro invito e restammo il loro compagnia per parte del pomeriggo: raccontammo loro cosa ci avesse detto il medico e ci facemmo raccontare com'era andata la loro mattinata con i bambini. Quelle due pesti non erano abituate a stare senza di noi per più di due ore e infatti Robin ci confessò che fu un vero e proprio casino riuscire a tenerli buoni. Dave non era voluto andare all'asilo perchè in un primo momento aveva avuto paura che ce ne fossimo andati per sempre lasciandolo da solo come le sue precedenti famiglie adottive mentre Hope aveva fatto casini a non finire perchè Emma non era li con lei. 
- Cosa dire... mi ha praticamente rovesciato tutta la tazza di latte addosso, è sgattaiolata fuori dalla vasca da bagno, mentre Regina stava prendendo le sue paperelle, per poi correre per casa tutta bagnata e insaponata, si è tolta tutti i vestitini che Regina le ha fatto indossare perchè secondo lei erano brutti e... 
- Ok ok... ho capito il concetto! Non la lascerò più da sola  - Disse Emma non sapendo se ridere o piangere per il comportamento di quella pasticciona. - Scusate se si è cpmportata così, non l'ha mai fatto, non so cosa le sia successo. 
- Non preoccuparti Emma è solamente una bambina e poi credo che inizi a sentire il cambiamento che sta per arrivare. Non ha fatto altro che chiedermi se eri andata via per "colpa" dei fratellini. 
- Le parlerò quanto prima allora. Grazie ancora per aver badato a loro. - le disse.
- E' stato un piacere ma ora dimmi... ti hanno fatto anche un'ecografia giusto? - annuì - E non ti hanno detto nulla? Non si vede ancora cosa sono? Ho fatto una scommessa con Robin e non vedo l'ora di sapere chi di noi due ha ragione! - disse elettrizzata.
- Hai... hai scommesso sui miei figli? Regina... - Dissi facendo finta di essere indignato.
- Killian era solo un gio...
- Lo abbiamo fatto anche noi tranquilla! - scoppiai a ridere per la sua faccia. Per un attimo aveva pensato che mi fossi seriamente arrabbiato.
- Sei uno stupido! - mi disse lanciandomi addosso uno dei pupazzetti che Hope si era portata dietro. - Allora l'avete scoperto o no? 
- Non si capisce ancora, sono ancora piccolini, ma credo fermamente siano due maschietti. - risposi fermamente convinto. - La femminuccia con il marchio Jones l'ho già procreata, ora tocca al maschietto.
- Robin la pensa esattamente come te! Tze... maschi - sbuffò - Io credo siano due femminucce invece... me le immagino già: una mora con gli occhioni verdi e una bionda con gli occhioni azzurri. Identiche nei tratti ma differenti nel carattere e nei colori... una piccola principessa e una piccola piratessa. Le amo già - disse sognante. - E tu Emma? Cosa desidereresti?
- La verità? Fino a ieri speravo nella coppia: un maschietto e una femminuccia ma dopo quello che ho passato ieri e lo spavento che mi sono presa una volta tornata coscente non ho più preferenze al riguardo... voglio solo che stiano bene e che io riesca a portare avanti la gravidanza senza nessun altro tipo problema.  - ammise.
- Non preoccuparti, sono sicura che sarà così! 
Restammo a chiacchierare con i nostri amici ancora un'altro po dopodichè ognuno tornò a casa. Emma era ancora un po' provata e se ne andò a fare un riposino con la scusa di farlo fare anche a Hope mentre io mi misi in saloto a giocare con Dave e i suoi sueper eroi. Da quando Emma gli aveva comprato quei pupazzetti raffiguranti Hulk, iromen e chi piu ne ha ne metta non faceva altro che giocare con loro inventando le peggio storie. Eravamo nel pieno del gioco quando improvvisamente mi fece una domanda che mi lasciò senza parole.
- Papà, ma ora che arriveranno i gemelli io potrò ancora vivere qui con voi? 
- Amore ma che domande sono queste è? Perchè non dovresti più vivere con noi?  
- Ho... ho sentito te e la mamma parlare l'altro giorno... - abbassò lo sguardo, sapeva che non era buona educazione origliare.  - Mamma ha detto che i gemellini avranno la mia cameretta... se loro dormiranno li io dove dormirò papà? La mamma mi vuole mandare via? - cercò di essere forte ma un paio di lacrime uscirono ugualmente dai suoi occhietti. Posai i giocattoli a terra e prendendolo per mano lo accompagnai fino al divano dove andammo a sederci.
- Mamma morirebbe senza di te e così anche io tesoro. Ricordi? Ne avevamo già parlato il giorno della caccia alle uova: tu sei nostro figlio Dave, gemelli o non questo non cambierà mai. Ti vorremo sempre bene e per nessuna ragione al mondo ti lasceremo uscire da questa casa. 
- E allora perchè la mamma ha detto così?
- Ascolta: tu lo sai perchè ti diciamo sempre che origliare è sbagliato? - chiesi guardandolo negli occhi.
- Perchè non è un comportamento da bambini educati. - rispose colpevole.
- Non solo... non bisogna origliare anche perchè, come in questo caso, si potrebbe fraintendere il discordo che si sta facendo tesoro. Lo sai perchè i gemellini dormiranno, forse e sempre se tu vorrai, nella tua stanza? - scosse la testa - Perchè la mamma ha pensato, visto che stai diventando grande, che tu abbia bisogno di una cameretta più grande, più adatta a te.  Ha notato quanto ti piace disegnare e ha pensato di progettare insieme a te una nuova cameretta con tanto di scrivania dove poter fare tutti i tuoi lavoretti. Vorrebbe addirittura metterti un piccolo televisore in camera ma di questo non abbiamo ancora finito di parlare.  - A quelle parole il suo viso si illuminò facendo sparire ogni segno di tristezza.
- Davvero papà? La mamma vuole costruire insieme a me una cameretta nuova? E quando? Quando possiamo iniziare? Posso avere sul muro altri disegni di pirati come nella cameretta vecchia? Posso avere un letto a forma di nave? Posso....
- Dave, dave, dave... una cosa per volta ok? - risi vedendolo così entusiasta. - La mamma deve stare tranquilla per qualche giorno ma molto presto potrete scegliere insieme la cameretta dei tuoi sogni. 
- La mamma deve stare a letto perchè è stata in ospedale papà? - mi domandò lasciandomi sorpreso. Come faceva lui a saperlo? 
- Dave chi.... chi  ti ha detto che la mamma è stata in ospedale?
- Io oggi ho... beh si ho origliato ancora... mi... mi dispiace papà! - si scusò per paura che mi arrabbiassi. Sarebbe stato da rimproverarlo sul serio, doveva smetterla di origliare ogni nostra conversazione, eppure non ci riuscii perchè il suo faccino  tornò ad essere triste al pensiero che la sua mamma non stesse bene. - La mamma sta bene papà? Non le succederà nulla vero? - mi si strinse il cuore a vederlo così preoccupato e l'unica cosa che riuscii a fare fu abbracciarlo.
- La mamma sta bene cucciolo mio, non preoccuparti ok? - provai a rassicurarlo. 
- Me lo prometti papà?
- Te lo prometto mio piccolo pirata, alla tua mamma non succederà mai nulla, io non lo permetterò! - gli sorrisi -  Adesso però basta parlare, abbiamo una missione da portare avanti - indicai i suoi super eroi.
- Siiiiii. Dobbiamo salvare il mondo dai cattivi papà! 
 Passammo così il resto della giornanata: noi uomini a giocare e le donne di casa a riposare, Emma era ancora provata dalla nottataccia trascorsa mentre la piccola Hope pur di stare accoccolata alla sua mamma sarebbe stata in grado di dormire 24 ore no stop e senza capricci. Le disturbai solamente verso sera quando portai loro la cena preparata da me e il mio piccolo aiutante.  Emma non apprezzò molto il mio gesto, non voleva che la trattassi da malata,Hope, al contrario, mi diede grande soddisfazione e mangiò tutto, verdure comprese, senza nessuna lamentela. Si sentì come una vera e propria principessa e la cosa mi fece sorridere.  La parte più difficile avvenne poi: metterli a letto. Nessuno dei due ne voleva sapere: Dave voleva vedere la tv con noi mentre Hope voleva restare da sola con la sua mamma come aveva fatto per tutto il pomeriggio. Ne seguirono pianti, isterismi e capricci a non finire ma alla fine riuscii ad avere la meglio su di loro e farli dormire. Andai in camera anche io e non appena mi stesi sul letto crollai con tanto di vestiti ancora in dosso... ero sfinito. Ve lo giuro, furono le ventiquattro ore più stancanti della mia vita ma mi bastò guardare il mattino seguente il volto rilassato di mia moglie per rimettermi in forma. Stava bene: "Mi sento energica e riposata" mi disse. Non erano parole dette per tranquillizzarmi, potevo vederlo con i miei stessi occhi che era raggiante, stava bene sul serio. Per sicurezza la tenni sotto controllo per un altro paio di giorni e così fecero anche i suoi familiari: niente lavoro e niente sforzi... solo assoluto riposo. La portai ancora una volta a Boston e le feci ripetere sia le analisi che L'ecografia, volevo essere certo che non ci fossimo sbagliati e questa volta, con mia grande sorpresa, il medico mi permise di assistere all'ecografia. 
- Eccoli qua i nostri gemellini! - esordì il medico dopo aver passato un minutino buono alla ricerca di quelle piccole pesti. - Vediamo un po... liquido amniotico nella norma, buon ritmo cardiaco per entrambi dimendioni più o meno nella norma...
- P..più o meno? - chiese Emma spaventata a quelle parole. - c'è... c'è qualche problema?
- No signora Jones non si preoccupi. Le spiego: Il gemellino A rispecchia le dimensioni ideali per un feto al quarto mese, il gemellino B al contrario è leggermente più piccolino ma non c'è nulla di cui temere, è normalissimo nelle gravidanze gemellari avere un feto più piccolino dell'altro. 
- Quindi è tutto ok? - domandai.
- Assolutamente si, i bambini stanno benissimo e vedendo queste analisi direi che anche la loro mamma sta più che bene. - ci sorrise. - Stare a riposo è stata la miglior cosa ma se se la sente non vedo impedimenti per cui lei non possa tornare a lavorare già da domani. - Cosa? Di già? Non era un po' troppo presto? - Ci vediamo al controllo di rutine del prossimo mese signori Jones, con un po' di fortuna spero di sapervi dire con esattezza anche il sesso di questi due piccolini. Qualcosina ho intravisto già oggi ma preferisco non sbilanciarmi fin quando non ne sarà propriamente sicuro. 
Ci congedammo e ne approfittammo della bella giornata per far una bella passeggiata per il centro, i bambini erano con i nonni quel pomeriggio quindi potevamo benissimo concederci del tempo solo per noi due. Mangiammo un gelato, a detta di Emma, nella miglior gelateria della città, dopodichè incontrati anche un paio di suoi colleghi del vecchio lavoro tornammo a casa. Fu un viaggio molto tranquillo se non calcoliamo le continue soste dovute al suo costante bisogno di andare in bagno e non fu per nulla stancante. Quando tornammo a casa i bambini dormivano già beatamente, nonno David li aveva distrutti.
- Allora? Come è andata? - chiese Snow impaziente senza darci neanche il tempo di accomodarci in casa nostra. - Avevamo cercato di non dirle nulla a loro inizialmente, sapevamo quanto fossero ansiosi... sopratutto Snow , ma poi fummo costrette a farlo perchè Emma saltò dei giorni di lavoro. 
- Tutto bene mamma, è stata semplicemente un'influenza più dura del solito, niente di cui dobbiamo preoccuparci.
- E i...
- I bambini stanno benissimo mamma - l'anticipò sapendo già qule fosse la domanda. - E no non sappiamo ancora il sesso.  - Mia suocera era davvero prevedibile. 
-  E tu amore mio come ti senti? - fu  David questa volta a parlare andando ad abbracciarla. - Cos'hanno detto a te?
- Non sto morendo se è questo che pensate - delle volte i suoi genitori erano davvero pesanti lo ammetto ma questa volta mi ero spaventato anche io quindi potevo capire benissimo il loro costante interessamento alla sua salute. - Sto bene, non c'è nulla che non vada in me, anzi... a detta del medico potrei ricominciare a lavorare anche da domani stesso. 
- Cosa? Di già? Ma è impazzito? Sei stata male tesoro...  Non... non puoi riprendere a pieno ritmo così, come se nulla fosse. Io non te lo....
- Alt! Papà frena un secondo. Era solo influenza, una semplice banalissima influenza. Il medico ha semplicemente espresso la sua opinione... comunque se ti può consolare riprenderò dalla prossima settimana ok? - cosa? Sul serio? Emma aveva seriamente detto che non sarebbe rientrata a lavoro prima di cinque giorni? Che stesse ancora male? Non era di certo da Emma saltare il lavoro così, senza nessuna spiegazione logica. Restammo tutti a bocca aperta alla sua affermazione, anche i miei suoceri di sicuro stavano pensando a quello che avevo appena pensato anche io.
- Emma, sicura sia tutto ok tesoro? - e infatti ecco David domandarglielo.
- Si papà... - disse per poi parlare anche a me e Snow - Non c'è bisogno che mi guardiate così, sto bene e non sono impazzita. Sono stata male e come vi siete spaventati voi mi sono spaventata anche io. Preferisco riguardarmi ancora qualche altro giorno ma solo per l'interesse dei gemelli. Dopo la fatica che ho fatto per arrivare fin qui non vorrei mai che accadesse loro qualcosa. - Spiegò. - Mi riguarderò e ne approfitterò per vivermi a pieno la mia famiglia. Come ben sapete con il lavoro mi è quasi impossibile vivermela come davvero vorrei.  - disse per poi venirmi accanto e baciarmi dolcemente. Suo padre per la prima volta in tutta la sua vita non protestò, anzi, si allontanò invitando sua moglie a fare altrettanto. Fu un evento più unico che raro, avrei davvero desiderato sfotterlo in qualche modo per questa miracolosa ritirata ma evitai di farlo... avevo altre priorità al momento: volevo concentrarmi su mia moglie. 
Come stabilito per i successivi cinque giorni non andò in stazione e si dedicò completamente a fare la moglie e la madre. Organizzammo gite allo zoo, all'acquario e al museo della scienza che Dave voleva tanto visitare. Passammo interi pomeriggi al parco e non per ultimo ci dedicammo alla ricerca delle nuove camerette. Per la piccola Hope, la quale dormiva ancora in un lettino con le sbarre che sicuramente avrebbe sfruttato ancora per un altro po, ci sembrò giusto comprare una cameretta con un lettino decisamente più da grande. Vedemmo non so quante camerette, tutte rigorosamente rosa visto che era il suo colore preferito, ma non riuscimmo a trovare nulla che la soddisfacesse fin quando non ci imbattemmo in un piccolo castello in miniatura con tanto di lettino e scale per poter accedere ad un piano superiose dove poter giocare a fare la principessa. 
 
Era esagerato per una bambina di due anni ma non ci fu verso di portarla via da li. Sfuggì dalle mie braccia e corse fino al lettino posizionato sotto quel castello per poi salirci sopra. "sono una pincipessa, sono una pincipessa" disse saltellando felice e ricadendo sul morbido letto. 
- Che ne pensi? - chiesi a Emma nonostante conoscessi benissimo la risposta. Fosse stato per me l'avrei presa senza ombra di dubbio, per la mia principessa questo ed altro, ma Emma era decisamente più ferma di polso su certe cose.
- Dico che è esagerato... un castello Killian? Se le compriamo un castello adesso cosa faremo più in la?
- E' la nostra principessina in fondo... e poi pensi davvero di riuscire a toglierla da li? - le indicai la piccola che adesso, con l'aiuto di una commessa, si era arrampicata in quello che era il piano superiore della struttura. 
- Mamma guaddami! Sono una vera pincipessa!!! - iniziò a strillare facendo voltare tutti i presenti e sopratutto facendo morire d'invidia tutte le bambine che passavano da quelle parti. Quale bambina non avrebbe voluto una cameretta del genere?
- Hope scendi di li o ti farai male. - le disse 
- No... io sto qua. Mi piace la mia nuova cameletta. 
- Non è la tua cameretta tesoro quindi scendi per favore.
- No no no. La boglio mammaaaaaaaaa! - iniziò a piagnucolare intravedendo un no nelle parole di Emma. - mi piace tanto. - sbatte ripetutamente gli occhietti per volerci intenerire. 
- Cucciola possiamo almeno pensarci su e vedere anche qualche altra cosa? Magari c'è un castello ancora piu grande al piano di sopra. 
- No... mi piace quetto. Per piacereeee
- Non lo so cucciolotta - le disse sinceramente. Hope non era una bambina viziata anzi... di sicuro Emma non voleva iniziare a vizarla ora.
- Ma ho detto per piacereeee... - improvvisamente le venne un lampo di genio - nonno dice si a me se lo chiami. Chiamalo mamy... 
- Allora amore... che si fa? Le diciamo di no così glielo compra nonno David o gli diciamo di si noi? Non credo che usciremo mai da qui altrimenti. 
- Papà sarebbe più felice di lei nel regalarle una cameretta come questa. Già me lo immagini: "Hope è una principessa e come tale va trattata..." - gli fece il verso per poi rivolgermi uno sguardo d'intesa.  - D'accordo Hope, hai vinto, prenderemo questa cameretta ma ora scendi per favore. Anche tuo fratello deve scegliere la sua. - Far scendere quel terremoto nonostante fosse euforica del si ottenuto non fu affatto semplice, dopo aver gioito per la nuova cameretta impiegammo venti minuti buoni a farla smettere di piangere. Credeva che avremmo preso la cameretta la sera stessa, fantasticava già di poterci dormire, non pensava minimamente che avremmo dovuto ordinarla e aspettare che fosse pronta. Si calmò solo grazie a Dave il quale le disse di voler un aiuto a scegliere la sua cameretta pirata. Se avevamo scelto in grande per Hope non potevamo non fare lo stesso per Dave. A differenza della prima ricerca, che ci portò via gran parte della giornata, questa andò decisamente meglio, Dave trovò subito quello che cercava
 
   
 
- Posso avere questa mamma? Guarda il letto è a forma di nave e la scrivania a forma di squalo.  C'è tutto! 
- Dopo aver accontentato questa piccola scimmietta con il suo castello lussuoso non vedo perchè non dovremmo accontentare anche te! - gli disse sorridendo per poi ricevere un abbraccio carico d'amore. 
- Tu papà che ne pensi? Ti piace? Se non è bella possiamo trovarne un'altra che piaccia ad entrambi. - mi disse avvicinandosi. 
- Dave... è la tua camera... è la tua "nave". Sei tu il capitano e di conseguenza devi scegliere tu il tuo vascello. - gli scompigliai i capelli. - Comunque mi piace molto. E' davvero meravigliosa figliolo.
- Ti voglio bene papà! Ti voglio bene mamma. Grazie per questa meravigliosa cameretta. - ci abbracciò risvegliando anche gli animi della sua sorellina.
- Anche io abbraccio! Anche iooooooo! - Si arrampicò sulla mia gamba come un piccolo coala. Ecco la mia famiglia, la mia famiglia perfetta. Cos'altro avrei mai potuto desiderare per essere più felice di così? Beh... forse che i due gemellini ci raggiungessero presto per coronare a pieno il nostro essere una famiglia ma per il resto era tutto perfetto così.
Passarono i giorni ed Emma riprese il suo lavoro in ufficio. Fu un trauma riprende i ritmi di sempre e non solo per i bambini, anche per noi. In quei cinque giorni ci eravamo dati alla pazza gioia e ora dover rispettare le scadenze, gli orari e tutto ciò che comportava il lavoro ci rendeva decisamente frustrati. La mattina eravamo costretti  a salutarci presto, una piccola fuga d'amore verso l'ora di pranzo se nessuno tentava di mettere in pericolo Storybrooke e poi nuovamente a lavoro fino verso le 17:00 del pomeriggio. Da li si passava  a prendere i bambini dai miei suoceri o da Regina e si iniziava il lavoro del genitore: giochi, bagnetto, cena, favola e per finire nanna.  Avevamo tempo per noi due? Certo che si... la sera verso le 21:30 quando i bimbi finalmente erano nel mondo dei sogni. Ricordo ancora che la prima settimana riuscivamo a concederci massimo una mezz'oretta di chiacchiere dopodichè crollavamo sfiniti anche noi. Piano piano riprendemmo il ritmo e le cose migliorarono sempre di più: io ed Emma riuscimmo addirittura a trovare il tempo per le nostre seratine piccanti. Qualche malore ogni tanto la colpiva ancora ma mai come quella sera: dei giorni aveva nausee più pesanti del solito, altre volte sentiva dei dolori al fianco destro, molto probabilmente dovuti ai continui spostamente dei bambini e ogni tanto si affacciava il suo tanto odiato mal di testa... solo un'altra volta capitò che avesse un po' di febbre ma niente che non si potesse gestire. Il suo medico venne messo al corrente di tutto e non considerò nessun fattore allarmante. Ormai eravamo al quinto mese, presto avremmo saputo il sesso dei nostri piccoli tesori; Emma era ancora convinta che fossero un maschietto e una femminuccia, io due maschi. Ne parlammo anche con i bambini e anche loro avevano idee differenti dalle nostre. Per Dave erano due femmine,lui ne era convintissimo, Hope invece diceva che erano due cocomeri senza semini. L'appuntamento per scprire la verità era fissato per la settimana seguente e per l'occasione organizzai una cena: Ci saremmo fatti scrivere il risultato su una busta e l'avremmo aperta insieme durante la nostra cenetta romantica organizzata naturalmente a bordo della Jolly Roger. Non vedevo l'ora che arrivasse quel giorno, ero in trepitante attesa, ero talmente eccitato che a momenti mi misi a segnare i giorni che mancavano sul calendario. Avevo organizzato tutto in ogni minimo dettaglio, dall'antipasto al dolce, avevo scelto anche le musiche che più ci accomunavano per rendere l'atmosfera ancora più romantica, mancava solamente la busta... eh già la busta... la busta che purtroppo non arrivò mai. 
Note dell'autore
Salve ragazzi! Ebbene si... non ve lo aspettavate vero? Dopo la breve storia "il miracolo di Natale" e il suo sequel "caccia alle uova" ecco un nuovo sequel. Ce l'ho in mente da un po e ad essere onesti qualcuno di voi me lo aveva già richiesto. Eccovi accontentati, spero vi faccia piacere. C'è solo una differenza rispetto alle altre due storie. i capitoli non verranno pubblicati quotidianamente ma a distanza (spero) di una settimana l'uno dall'altro. Non ho avuto ancora tempo di ultimare il pezzo ed è per questo che ho preso questa decisione. Spero non ve ne dispiaccia. Buona lettura e se vi farà piacere seguirmi anche in questo piccolo esperimento vi do appuntamento alla prossima settimana. ciaoooooo
ps. Ho scritto il capitolo su due piattaforme differenti quindi scusatemi se in alcuni tratti ci sono i puntini e in altri i trattini per indicare i discorsi. 

 
  
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