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Autore: LadyPalma    23/08/2019    1 recensioni
[Prima classificata al contest "Una citazione, una storia, III edizione" di Elettra.C sul forum]
AU Post 4 stagione. Zelena ha avuto il suo bambino, Benjamin, che però vive con Regina e Robin. La situazione della strega verde non è delle migliori, soprattutto perché l'invidia torna a ripresentarsi nel suo animo e la sua pelle torna a tingersi di verde. L'unico suo amico a Storybrooke è Isaac, l'autore delle fiabe, che ancora soffre per il suo amore non corrisposto per Crudelia. Potranno forse questi due personaggi così diversi salvarsi a vicenda?
Genere: Angst, Romantico, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Isaac/Autore, Zelena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Storia partecipante al contest "Una citazione, una storia, III edizione" di Elettra.C sul forum di EFP
 


 
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto

 
E dimmi a che serve sperare
Se piove e non senti dolore
Come questa mia pelle che muore
E che cambia colore
Che cambia l'odore



 
 
La felicità se n’è andata, è richiesta altrove” si ritrovò a pensare Zelena, seduta in uno dei tavolini della locanda di Storybrooke. Dalla finestra aveva appena visto passare Regina, Robin, Roland e il suo piccolo bambino che, nonostante la piccola età, vedeva di rado. Ecco chi se l’era presa tutta la felicità, sua sorella; e a lei cosa restava? Aveva vissuto mesi in una cella del manicomio e, adesso che era fuori, avvertiva Storybrooke ancora come una prigione: la evitavano tutti come un'appestata, nessuno sembrava incline a perdonarla. E poi c’era la sua pelle che in quei giorni stava tornando curiosamente verde. Le piaceva incolpare Regina, ma segretamente sapeva anche lei che stavolta la colpa era solo sua; era stata infatti lei stessa ad infilarsi in quella nuova e più pericolosa competizione e ancora una volta stava perdendo amaramente.
Ancora una volta era sola. O quasi.
"Cioccolata?"
La voce familiare ma inaspettata le fece distogliere immediatamente la mente da quei pensieri e gli occhi dalla finestra. E sorprendentemente le fece anche accennare un sorriso.
"Vada per la cioccolata!"
Sorrise anche lui e si sedette davanti a lei in silenzio. Ormai quella cioccolata da Granny a poco a poco era diventata una specie di routine ed era la scusa per parlare, sfogarsi a vicenda, avere un contatto umano. A distanza di settimane, ogni tanto qualcuno ancora si stupiva di vederli insieme: certamente dovevano essere una strana coppia i due reietti della società.
Perché anche Isaac Heller di certo era un emarginato, un emarginato a cui piacevano le donne psicopatiche e che adesso sembrava avere un debole proprio per lei.
"Non va meglio quella pelle vero?" le chiese e la risvegliò nuovamente da un altro viaggio nei pensieri.
Le cioccolate erano arrivate e lei non se ne era neppure accorta.
"È colpa di Regina" mormorò e più che arrabbiata sembrò stanca.
"Riavrai il tuo Benjamin, è tuo figlio e niente potrà cambiare le cose..."
Zelena abbozzò un nuovo sorriso ma stavolta aveva una sfumatura amara. Forse nemmeno in quel caso sarebbe stata felice: Benjamin era suo figlio, certo, e lei lo amava, ma era il figlio dell'invidia e della finzione, emblema vivente della sua costante insoddisfazione per la vita.
"Lei è stata scelta da mia madre e da Tremotino, ha conosciuto il potere e il vero amore..." elencò, ribadendo per l'ennesima volta il suo odio per la sorella. "E io non ho niente, solo una schifosa pelle e un cuore infranto”.
"So cosa vuol dire avere un cuore infranto..." mormorò l'uomo con intento comprensivo, ma di una comprensione che adesso era rivolta prevalentemente a se stesso.
Improvvisamente era lei a prestare attenzione e lui a farsi assorto in lontani pensieri.
"Il tuo lo è ancora?" domandò la strega e nella sua voce vibrò un imprevisto fastidio.
"Temo lo sarà per sempre" fu la sincera ammissione, accompagnata da un sorriso quasi doloroso.
Ma il dolore vero forse fu Zelena a provarlo. Le sembrò infatti di avvertire una fitta all'altezza del petto, ma soprattutto - e questa era la sensazione peggiore - un ben conosciuto prurito alle mani.
Non aveva bisogno di guardarle per sapere che la sua pelle era diventata ancora un po' più verde.
 
**
 
Era passata quasi una settimana dall'incontro con Isaac da Granny ed era stato l'ultimo; una settimana in cui Zelena aveva cercato in tutti i modi di evitare non soltanto lui ma tutto il genere umano, una settimana in cui la sua curiosa dermatite era peggiorata drasticamente. Il verde era dentro e fuori di lei, il verde era la sua struttura ontologica: quel colore la stava ormai consumando, lasciando intatti sono l'azzurro delle iridi e il rosso dei capelli, almeno per ora. L'immagine che le restituiva lo specchio la ripugnava e si vergognava al pensiero di farsi vedere dagli altri, perché stavolta quell'aspetto non era simbolo di potere, ma di debolezza.
Tuttavia, mentre era stato facile allontanare tutti, l'ex autore delle fiabe si era rivelato invece più testardo del previsto. Chiamate al telefono, messaggi e addirittura adesso colpi alla porta.
"Zelena, so che sei lì dentro... Cos'è successo? Lascia che io ti aiuti..."
Una risatina priva di allegria le uscì inevitabilmente dalle labbra. Come poteva aiutarla quando era stato proprio lui involontariamente a ridurla in quello stato? Sì, dopo Regina aveva trovato qualcun altro da incolpare e quel qualcuno purtroppo era Isaac. In ogni caso, dopo altri insistenti tentativi, l'esasperazione ebbe la meglio sull'orgoglio e così si ritrovò ad aprire con uno scatto la porta.
"Eccomi qui! Contento?" esclamò furiosa, mostrandosi integralmente per il mostro che era. "E adesso sparisci dalla mia vista!"
Isaac la fissò per qualche istante con gli occhi spalancati, ma quello stupore era più dovuto a quella rabbia improvvisa che alla visione del suo aspetto fisico. "Ho visto di peggio, credimi..." disse infatti alla fine, bloccando con una mano la porta ed entrando nella stanza.
Un'altra risatina ironica uscì dalle labbra della donna. "Certo che hai visto di peggio! Parli di lei, non è vero? Lei è tutto quello che vedi del resto!"
L'uomo rimase per la seconda volta nel giro di un paio di minuti senza parole; stavolta però quel suo silenzio era destinato a prolungarsi più a lungo, perché prima che potesse anche solo chiedere spiegazioni, la donna continuò il suo rabbioso discorso. E d'altro canto, sarebbe stato superfluo chiedere chi era la "lei" in questione, dato che c'era stata solamente una lei nella sua vita.
"È per questo che mi aiuti? Perché sono pazza come lei, perché in me vedi lei? Beh sono stanca di essere la seconda scelta, sono stanca di vivere con il fantasma di qualcuno. Ma sai qual è la differenza tra me e lei? Che io posso ucciderti e lo farò se non mi lasci in pace!"
Nonostante la minaccia di morte e le lacrime che erano iniziate a scivolare sulle guance della strega, l'uomo si sentì improvvisamente invadere da una strana sensazione di felicità. Zelena era gelosa di lui: una semplice constatazione che dava una ragione a quella regressione e che rendeva quel verde per lui un motivo di lusinga. Pertanto, con uno strano sorriso che si andava formando sul volto, si avvicinò di più, fino ad afferrarla con dolcezza, ma allo stesso tempo fermezza, tra le braccia.
"No, Zel. La differenza è che tu non vuoi uccidermi" iniziò a dire, azzardando di guadarla dritto negli occhi. "Non ti sto vicino perché le assomigli, ma perché al contrario sei diversa. Tu sei reale, così piena di forza vitale e sei capace di provare emozioni. Accidenti, ti trovi in questo stato proprio perché provi troppo!"
Certo, Zelena era una donna problematica, piena di tenebre e macchiata di colpe, ma ciò che lo attraeva di lei era proprio la luce che nonostante tutto riusciva ad emanare. Quello stesso verde era vita, luce, colore, emozione. Carico ormai di quel coraggio che non sapeva di possedere, spostò una mano sulla guancia di lei e lasciò che i polpastrelli sfiorassero lentamente quella strana pelle. Di fronte allo sguardo quasi disperato che lei gli stava rivolgendo, lui avrebbe voluto ribadire la sua presenza, elencarle i motivi per cui era affascinato da lei e più di tutto confessarle semplicemente che a modo suo - ed era un modo incerto, fragile e spaventato - l'amava. Eppure rimase in silenzio, perché sapeva di non essere bravo con le parole, non quelle pronunciate ad alta voce per lo meno.
"Mi stai dicendo adesso che sono la tua prima scelta?" chiese invece lei con un'apparente ironia, che tradiva però tutta la speranza che in realtà provava.
Isaac non la fece aspettare molto per una conferma. Ancora senza parlare, accennò un sorriso carico di dolcezza e poi la attirò leggermente a sé, stampandole un bacio sulle labbra. Era un contatto del tutto nuovo tra loro, anche se l'imbarazzo iniziale fu subito superato in favore di una maggiore improvvisa passionalità. E forse quella passionalità non si sarebbe neppure arrestata, se qualcosa non li avesse costretti a farlo.
"Isaac... Ma cosa… Cosa sta succedendo?"
Con gli occhi spalancati, la donna si fissava le braccia e le mani e inevitabilmente sorrideva. Aveva sentito parlare tanto del potere di un bacio, ma mai si sarebbe aspettata che qualcosa del genere potesse succedere a lei e nemmeno se lo aspettava lui del resto.
"Qualcosa di bello, credo..." le rispose semplicemente, sorridendo a sua volta, prima di reclamare un nuovo bacio.
La sua pelle cambiava ancora un po' di più e cambiava anche lei con essa. Il verde stava sparendo progressivamente o forse stava semplicemente cambiando forma: da verde invidia a verde speranza.
La felicità era tornata ed era bianca – come la sua pelle, come la carta che avrebbero potuto usare per scrivere un lieto fine. Insieme.
 


 
La mia pelle è carta bianca per il tuo racconto
Scrivi tu la fine, io sono pronto







NDA: Salve a tutti! E' passato tantissimo tempo da quando ho scritto una storia per questo fandom e a dire il vero l'idea di questo pairing l'avevo da un po'. la storia tuttavia è stata in letargo per tanto tempo e ha avuto almeno tre fonti di ispirazione. L'idea è iniziata da un confronto tra due dei miei personaggi preferiti di OUAT, le bellissime e terribili Cruella e Zelena; poi, ho ascoltato la canzone dei Negramaro e Jovanotti "Cade la pioggia", da cui è appunto preso il titolo; infine, la citazione iniziale proposta dal contest a cui la storia partecipa è riuscita a farmi completare il progetto. Spero l'idea vi piaccia! 
   
 
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