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Autore: Grell Evans    28/08/2019    0 recensioni
Milorad, custode solitario di un cimitero, trascorre la sua vita come un'eremita fin quando un giorno, tra il sacro silenzio della città dei morti, i suoi occhi riconoscono un antico bagliore nel viso di una giovane donna.
Lui è un vampiro.
Lei, un'umana che cova dentro sè l'anima di Lilith.
Genere: Fantasy, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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II
 


 
“Qui dorme tranquilla il sonno della morte
XXX
Spenta sul tramonto di sua esistenza
In terra straniera le sue spoglie mortali
i figli, i generi, le nuore, i fratelli, le sorelle
memori
alle natie zolle restituirono.
Cigno morente
cantò nel dolore del male che la spense
le ultime melodie dell’affetto di madre.
Le onde del mare infinito
Dal dolore increspate mormorano pietose
La prece dell’eterno riposo.”
 
 

Lesse attentamente le parole incise sul tumulo marmoreo, soffermandosi per pochi secondi sulle lettere dalle quali il tempo aveva portato via la tinta nera. Solo il mare c’era oltre quella tomba così solitaria e antica, in quella calma devastante il vento appariva quasi come un grido. Per Morgana era più un sussurro dolce, di quelli che ti fanno venire i brividi lungo tutta la schiena o la pelle d’oca.
Rimase immobile ad ammirare la vastità di ciò che si poneva di fronte al suo sguardo, qualcosa di incredibilmente poetico, un panorama macabro per molti che per lei era rassicurante e splendido.
Solo il mare, cupo, e le sue onde, mosse, armonizzavano il paesaggio che altrimenti sarebbe apparso come una bella cartolina.
Si sedette appoggiando le spalle al tumulo, prese il suo blocco da disegno e cominciò a segnare sul foglio piccole linee curve. Delimitò un profilo sinuoso di una donna che, durante la notte passata, aveva sognato. Creò i capelli mossi, le labbra carnose e tonde, gli occhi affilati come quelli di un gatto e le iridi da serpente, gli zigomi alti e le orecchie elfiche.
Aveva quell’immagine chiara nella mente da anni, perché sognava spesso quella donna bellissima dall’aura demoniaca ma tremendamente sensuale. Fin da bambina ricordava quel volto di cui non aveva mai avuto paura anzi, aveva sempre trovato affascinanti quei sogni, che per molti sarebbero stati incubi, ma che per lei erano pura magia. Numerose volte aveva provato a tracciare un profilo della donna che la rincorreva nel sonno, da decenni, ma nessuno era fedele come quello che si ritrovava, adesso, lì davanti a lei.

“È bellissimo.”

Morgana alzò gli occhi e scorse un giovane uomo in piedi alla sua sinistra. Non capì come aveva potuto non sentire i suoi passi.

“Ti ringrazio.” sorrise.

“Non ho mai visto nessuno scegliere questo posto come ‘musa’ ispiratrice.” commentò accovacciandosi e raggiungendo l’altezza di Morgana.

“Io sono Milorad.”

Strinse la mano dell’uomo pallido di fronte a lei e appena i loro palmi si toccarono percepì una scossa, una sorta di brivido piacevole che le percorse la schiena. “Sono una ragazza parecchio strana; ecco perché sono seduta qui invece che in un parco.”

Lui la guardò curioso; gli occhi celesti a scrutarle il viso vagavano su quella pelle bianca tra le lentiggini e i suoi occhi verdi. La stava osservando e più la scrutava più qualcosa dentro di lui si agitava.

“Tutto bene?” domandò Morgana sentendosi piuttosto sotto osservazione.

“Scusami, ma mi ricordi una persona che ho conosciuto molto tempo fa.” rispose mettendosi di nuovo in piedi.

Morgana trovò particolarmente silenziosi i suoi movimenti, felini, non riusciva proprio a percepirli. Pensò che fosse strano ma terribilmente curioso un evento simile.

“Milorad.” disse alzandosi e pulendo dalla polvere il retro dei pantaloni. “Sei il guardiano di questo posto splendido o sbaglio?”

“Sì.”

“Allora portami nei luoghi più nascosti e tra le vie più impervie. Mostrami le tombe più antiche, raccontami di questo luogo.”

Milorad si voltò. Un sorriso delicato gli apparve sul viso. “Seguimi.”
 

  
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