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Autore: Xion92    05/09/2019    4 recensioni
Post-KH3. Kairi è disperata perché non c’è modo di riportare Sora indietro. Ma quando, poco dopo, Ansem il saggio le rivela la verità sul suo passato, per la ragazza si apre una nuova prospettiva di vita.
Cosa significa veramente essere il capo di un mondo e governarlo? Quanti modi ci sono per farlo, e qual è quello più efficace e accettabile al tempo stesso? Quali pericoli, minacce e congiure attendono un principe? Questa è la storia di tre generazioni di sovrani del Radiant Garden, in cui ognuno di loro, a modo proprio, cerca di portare il regno verso la prosperità. Una storia di governo e di politica, fortemente basata su “Il principe” di Machiavelli.
(Il rating è arancione solo per il capitolo 7, tutto il resto dovrebbe mantenersi sul giallo)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kairi, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Se avete sempre amato il personaggio di Kairi nonostante il discutibile modo in cui è stata trattata nella serie...
Se pensate che il Radiant Garden sia un mondo fantastico che valga la pena approfondire...
Se vi piacciono le storie di formazione e crescita...
Se le questioni di governo e politiche vi intrigano...
...allora questa storia probabilmente vi piacerà! Buona lettura!
Spiegazione maggiore alla fine del capitolo.

 


Prologo - Il figlio del fuoco


“Così come coloro che disegnano e’ paesi si pongono bassi nel piano a considerare la natura de’ monti e de’ luoghi alti e, per considerare quella de’ luoghi bassi, si pongono alto sopra ‘ monti, similmente, a conoscere bene la natura de’ populi, bisogna essere principe, e a conoscere bene quella de’ principi, conviene essere populare.” – Introduzione al Principe
 

Era notte. Una notte fonda e cupa, senza stelle. Non si vedevano perché il cielo era coperto da spesse e pesanti nubi. Nubi da temporale, portate dal vento forte. Un temporale parziale. Le persone sapevano che le tempeste di quella stagione non portavano mai la pioggia, ma solo fulmini. Fulmini pericolosi nella stagione secca, perché la possibilità di incendi era alta. Ma era anche vero che le zone più a rischio erano quelle delle campagne, al di fuori della città capitale, dove i contadini avevano da tempo finito di mietere i raccolti e i campi aridi non erano coperti che da stoppie secche. La popolazione rurale, nella sua saggezza primitiva, nel corso degli anni e delle generazioni era arrivata a comprendere le conseguenze di quel fuoco che si verificava così spesso in estate. Ed aveva capito che per l’agricoltura era benefico: terminato l’incendio, la cenere fertilizzava la terra, che dopo la successiva stagione delle piogge avrebbe potuto produrre un raccolto ancora più ricco. Quindi i contadini non temevano gli incendi. Dovevano solo stare attenti che fra i campi e i loro villaggi ci fosse la terra nuda, senza residui di materiale incendiabile, e per il resto lasciavano che la natura facesse il suo corso. Così era stato nelle isole rurali del regno del Radiant Garden, e così sarebbe sempre stato.

E quello che, in una di quelle isole, le persone si aspettavano che sarebbe avvenuto, avvenne: un fulmine più potente degli altri squarciò il cielo e colpì un albero secco che prese fuoco, e le fiamme, aiutate dalle raffiche di vento, si diffusero nei campi dove non rimanevano altro che i rimasugli del grano. Nessun paesano si allarmò, e tutti continuarono a dormire, perché il fuoco non poteva arrivare alle loro poche case di pietra e malta. Solo una bambina, di quattro anni, che dormiva insieme alla sua nonna nella loro semplice casetta di gente di campagna, si svegliò impaurita e corse a guardare dalla finestra. Quando vide quel bagliore rosso in lontananza nei campi, insieme alle scintille e al fumo che si innalzava, venne presa dai tremori.

“Nonna! Svegliati, nonna!”, corse vicino al letto della sua anziana parente, scuotendola per il braccio. “C’è il fuoco, ho paura!”

Era la prima volta che quella bambina vedeva un incendio così grosso in vita sua. Anche nell’anno precedente ce n’erano stati, ma non ricordava che fossero stati così intensi.

“Dobbiamo scappare, nonna! Andiamo a dirlo ai vicini!”

La nonna aprì assonnata gli occhi, alzò la testa dal cuscino e diede un’occhiata alla finestra.

“È soltanto uno dei tanti incendi che colpiscono la campagna nella stagione secca, tesorino”, la rassicurò con la sua voce roca. “Non avere paura, non arriverà fino a qui. Domattina sarà tutto finito e non ci sarà altro che cenere nei campi. Ora torna a letto, su.”

La bambina, terrorizzata, pestò un piede. “Non riesco a tornare a letto, ho paura! Quel fuoco è cattivo, ci mangerà tutti!” E subito scoppiò in un pianto disperato e pieno di singhiozzi.

La nonna si tirò su a sedere, stringendosi nella sua vestaglia, e fece un mezzo sorriso. “Il fuoco non è sempre cattivo. Di certo è forte e feroce, e distrugge, ma in certi casi è nostro amico, come adesso.”

La bambina la guardò stranita, tirando su col naso. Non sembrava crederle. “Ma nonna… questo qui è diverso. È molto più grosso e feroce. È molto… molto!” Concluse, tenendo le braccia allargate per dare l’idea, non riuscendo a trovare le parole per descrivere la sua impressione.

Allora la nonna si alzò, si avvolse nel suo scialle e si avvicinò alla finestra, con la nipotina attaccata al braccio. Strizzò gli occhi rugosi per vedere meglio e fissò le fiamme che si erano ingrossate ancora, divorando le stoppie nei campi.

“Hai ragione, tesoro. Questo incendio è diverso da molti altri che ho visto nella mia lunga vita…” mormorò, riflessiva.

La bambina alzò gli occhi verso di lei. “E… allora?”

La nonna guardò verso di lei e sorrise. “Beh, forse Kaji è tra quelle fiamme, adesso. È il suo elemento, dopotutto.”

La bambina appariva confusa. Aveva sentito molte storie raccontate da sua nonna, ma quel nome non se lo ricordava. “Chi è Kaji?”

“Il grande principe del nostro regno”, rispose la nonna, misteriosa. “Non di adesso, ovviamente. Di molte generazioni fa. Ha avuto il suo nome dal grande incendio che divampò nel castello della città la notte in cui nacque. Sono sicura che c’è lui tra quelle fiamme laggiù.”

La bambina, che ormai non sembrava più così spaventata, si mise a fissare il fuoco lontano, sforzando la vista. Dopo qualche minuto, tornò a fissare la nonna.

“Io non lo vedo”, disse delusa.

“Concentrati di più”, la esortò la vecchia, accarezzandole la testa. Subito la bambina tornò a fissare le fiamme, cominciando a mostrare un certo grado di eccitazione.

“Brava”, annuì l’anziana donna. “Ora concentrati sul fuoco, senza avere paura. Sta’ molto attenta ad ogni sfumatura delle fiamme. C’è molto da dire su Kaji. Alcuni dicono che è ancora vivo. Certi dicono che in realtà non è mai esistito. Altri dicono che è una vampata che appare negli incendi. Ma nei nostri villaggi, si raccontano spesso storie su quel potente uomo, il principe dai capelli rossi, il più grande sovrano che abbia mai governato il Radiant Garden. Riesci a vederlo?”

La bambina, che quasi non respirava per la tensione, distolse gli occhi dall’incendio lontano e guardò la nonna. “Non sono sicura…”

“Guarda ancora attentamente, e lo vedrai”, la incoraggiò la nonna, e iniziò con voce sommessa il suo racconto, mentre seguitava a guardare attraverso il vetro le fiamme insieme alla bambina. “Avvenne in una notte molto simile a questa. Una notte estiva, secca, con un temporale senza pioggia, con solo tuoni e fulmini, che innescano il fuoco. Di solito gli incendi estivi scoppiano nelle campagne, ma quella volta era stato diverso. Era stato nel castello dei nostri sovrani, al tempo in cui era ancora il principe Ansem a governare. Il sovrano, i suoi assistenti e il resto degli abitanti del castello erano riusciti ad allontanarsi prima dell’arrivo dei soccorsi; ma Kairi, la nostra principessa che da qualche mese era tornata al suo popolo, bellissima e saggia come suo padre, era rimasta intrappolata, ed era riuscita a trovare scampo nei giardini sul retro, dove il fuoco non riusciva ancora ad arrivare. Lì si era preparata a dare alla luce suo figlio. C’era qualcosa di misterioso ed eccitante in quelle fiamme. Stava per succedere qualcosa di importante.”

La donna smise di guardare l’incendio che si propagava nei campi, per volgere lo sguardo alla sua nipotina. La bambina la guardava con gli occhi sbarrati, completamente rapita dal racconto.

“E… e quindi la principessa ha fatto nascere il suo bimbo così? Tutta da sola, senza nessuno che la aiutava? Proprio vicino all’incendio?”

La nonna annuì con solennità.

“E lo chiamò Kaji, perché Kaji vuol dire incendio, gli diede il nome di quel fuoco selvaggio in cui era nato. I suoi capelli appuntiti erano rossi, più accesi di quelli di sua madre, e mentre cresceva diventando un uomo, brillavano di un rosso scarlatto alla luce del sole. Kairi sapeva che, essendo un principe destinato a governare un intero mondo, avrebbe dovuto combattere per tutta la sua vita...”

La bambina allora si aggrappò al braccio della donna, non più per paura ma per eccitazione. “Dimmi ancora, nonna! Voglio sapere del principe Kaji! Mi racconti di lui?”

La vecchietta sorrise e alzò gli occhi al soffitto. “Ti prometto che te lo racconterò domani, se adesso vai a letto e non avrai più paura del fuoco.”

Non fece quasi in tempo a finire di parlare. La bambina corse verso il suo letto, sistemato vicino a quello della nonna, e si tuffò sotto le coperte.

“Ricorda che l’hai promesso”, disse con voce importante, prima di lasciarsi andare al sonno.

“Così va meglio”, sospirò la nonna. Si mosse anche lei per tornare a dormire ma, prima di farlo, volse il capo per guardare un’ultima volta quell’immenso fuoco dalla finestra. Nei suoi occhi stanchi e appannati si rifletté il rosso delle fiamme, e mentre continuava a guardare l’incendio, la donna piegò la testa in un inchino rispettoso, prima di andare a letto anche lei.

Fuori, nel buio della notte e nel silenzio del mondo rurale, il fuoco continuava a bruciare, a sprizzare scintille e improvvise vampate salivano verso il cielo. Ci fu un movimento veloce nel tremolio di quel calore bruciante. Il profilo di un uomo si distinse a malapena nel movimento delle fiamme. Un uomo che, anche dal suo semplice apparire, dava un’idea di potenza, con i capelli dritti in tante ciocche e una lunga e pesante sciarpa avvolta attorno alle spalle. La figura, con le fiamme appena dietro di sé, diede un’occhiata fiera e veloce alle terre bruciate che gli si aprivano di fronte, prima di voltarsi di scatto e sparire di nuovo nel fuoco in cui era immersa.


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Un prologo che già svela un bel po’ di robe. Ma quello che conta in questa storia è il come, non tanto il cosa. Ma di cosa tratta questa fan fiction?
Si tratta di un remake di un’altra fan fiction che avevo scritto almeno dieci anni fa, quando ancora non esisteva nemmeno Days, e che partiva dagli stessi presupposti: Kairi qui è la figlia di Ansem il saggio (è una vecchia teoria che girava ai tempi di KH2 e che ho deciso di ripescare, ecco perché il “what if” nell’introduzione), di conseguenza è la vera principessa del Radiant Garden e ad un certo punto della storia ha un figlio di nome Kaji. Questi sono i punti in comune, ma da qui in poi il tutto prenderà una piega molto diversa. Inoltre in questi dieci anni sono usciti quattrocento triliardi di giochi, quindi ovviamente tutta la narrativa sarà diversa dalla vecchia storia.
Perché questa fan fiction? Prima di tutto come omaggio verso il personaggio di Kairi, che è sempre stata la mia preferita nonostante sia stata trattata così ingiustamente da Nomura, e anche per esplorare un tema a mio avviso interessante: i film Disney ci hanno abituati alla figura del re buono, giusto, che normalmente regna su un territorio in pace, è amato incondizionatamente dai sui sudditi, fa la bella vita, è in una situazione quasi utopica e bla bla. Ma siamo sicuri che per un sovrano il compito di governare sia così facile e piacevole? In realtà, anche in tempi che all’apparenza sembrano di pace, il compito di guidare un regno è una lotta continua e faticosa, e vanno seguiti un metodo e una strategia precisi per tenersi stretto il proprio potere. Questa è la parte più importante di questa fan fiction, che per i temi trattati è fortemente ispirata a “Il Principe” di Machiavelli, come si intuisce leggendo la citazione iniziale. Quando si entrerà nel vivo della parte politica della storia, tutte le situazioni che si verificheranno saranno prese dal libro, e ogni capitolo avrà in cima una citazione che anticiperà il contenuto del capitolo stesso, come è avvenuto per il prologo.
Questo è in sostanza il presupposto della storia, ambientata subito dopo KH3, e vuole essere uno spin-off concentrato sul solo mondo del Radiant Garden e sul suo governo da parte di tre generazioni di sovrani (Ansem, Kairi, Kaji), quindi la parte relativa a KHUX sarà ignorata. Un avviso poi sui personaggi: Kairi e il “nuovo personaggio” (che sarebbe Kaji) che ho segnato nell’introduzione sono solo i due protagonisti, in realtà di personaggi ce ne saranno molti altri. Kaji sarà l’unico nuovo personaggio importante completamente inventato da me, ci saranno altri personaggi “nuovi” per KH che però erano già esistenti, appartenenti al franchise Disney o Final Fantasy, e che sicuramente già conoscete. A parte Kaji quindi, non ci sarà nessun nuovo personaggio di rilievo.
Il mondo del Radiant Garden, dove si svolgerà quasi tutta la storia, verrà approfondito e ampliato, a cominciare dal prologo: nel gameplay non si nota, ma se guardate gli artwork del mondo visto dall'alto, vedrete che in realtà la città col castello si trova su una fortezza galleggiante, e sono presenti molte isole sullo sfondo. Ho immaginato che la città sia la capitale, e le isole intorno siano la parte rurale con dei villaggi meno sviluppati.

Il rating in teoria dovrebbe essere giallo, non arancio, ma visto che ancora non so bene come scriverò un paio di capitoli più forti lascio l’arancio per sicurezza.
Spero che questa storia possa piacervi, fatemi sapere che impressione vi dà!
 

 
   
 
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