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Autore: Lamy_    08/09/2019    0 recensioni
Blake Harris e Niklaus Mikaelson sono sposati da qualche mese. Tutto sembra procedere nel migliore dei modi: amore, famiglia e potere sono i punti cardine della loro vita.
La situazione entra in crisi quando a New Orleans compare una misteriosa donna che ha l’intenzione di gettare gli Originali nel baratro della disperazione. Blake tradirà suo marito pur di salvare il suo più grande tesoro? E sarà disposta ad accettare di diventare un vampiro e vivere ‘sempre e per sempre’?
Scopritelo nell’ultima avventura di Blake e Niklaus.
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Klaus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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CAPITOLO QUARTO: DA QUI ALL’ETERNITA’.

“Eterno, anima mia, senza ombre mi prometti questo nostro amore.”
(Catullo)
 
Un anno dopo
“Blake, sono a casa!”
Klaus notò subito che la casa era buia, solo una flebile luce illuminava scarsamente il corridoio. Erano le otto di sera, perciò sua moglie doveva essere già tornata dal lavoro. Aveva lasciato Anna e Hope con Hayley ed Elijah perché a mezzanotte Blake compiva gli anni e voleva trascorrere quella serata da solo con lei.
“Sono in camera da letto!”
Blake era indaffarata a preparare la valigia dal momento che l’indomani sarebbero partiti per Castel Combe, appunto per festeggiare il suo compleanno con i genitori.
“Dove sono le bambine?” chiese lei lanciando in valigia un paio di calzini.
“Sono con Hayley ed Elijah. Volevo passare un po’ di tempo con te in vista del tuo compleanno.” Disse Klaus appendendo la giacca alla sedia. Blake esaminò il contenuto del bagaglio con cura, odiava tralasciare le cose.
“Che pensiero carino voler stare con me mentre invecchio di un anno!”
L’ibrido rise e scosse la testa, quella ragazza sapeva essere esasperante alle volte.
“Blake, compi ventisei anni! Soltanto ventisei!”
“Infatti, sto invecchiando. Tra dieci anni avrò trentasei anni!”
Blake lo spintonò giocosamente mentre rideva per l’espressione buffa del marito.
“E’ tutto pronto per la partenza?”
“Sì, ho preparato le valige per me e Anna. Hayley domattina riporta qui Hope con la sua valigia. Manca solo il tuo bagaglio, io non ci penso proprio a preparartelo.”
Klaus se lo aspettava, ecco perché aveva già recuperato la valigia dall’armadio e stava impilando i primi vestiti.
“Grazie, cara. Sei sempre così gentile!”
“Lo so, caro. Io vado a prenotare la cena, stasera non ho voglia di cucinare.”
“Già fatto. – disse Klaus – Trovi la cena sul tavolo. Ho pensato a tutto io.”
Blake sorrise e si issò sulle punte per baciargli la guancia.
“Oh, com’è premuroso mio marito!”
“Perché stai invecchiando e mi sembra doveroso essere premuroso.” Scherzò Klaus beccandosi una gomitata nelle costole.
“Ti aspetto in cucina. Sbrigati, Mikaelson, quella valigia non si prepara da sola!”
Due ore dopo Blake se ne stava stravaccata sul letto a leggere mentre Klaus si faceva la doccia. Sorrise quando i suoi occhi si posarono sulle foto appese alle pareti: tutte raffiguravano Anna, Hope e Klaus con facce buffe o in situazioni banali che rendevano quelle emozioni vere. Anna aveva gli occhi scuri della mamma e i capelli biondi e ricci come il papà, ma sembrava che il caratterino fosse simile a quello di zia Rebekah.
La camera fu inondata dalla luce quando Klaus uscì dal bagno con addosso solo i boxer e i capelli umidi.
“Così mi fai venire un infarto, Niklaus.” disse lei mordendosi il labbro. L’Originale si sedette sul bordo del letto passandosi una mano tra i capelli per riavviarli.
“Peccato! Volevo uscire completamente nudo.”
“Potevi farlo, io non avrei avuto niente in contrario!” replicò Blake ridendo. Richiuse il libro e lo conservò nel cassetto in modo da riprendere la lettura in seguito. Klaus trafficò nella tasca interna della giacca e ne tirò fuori un pacchettino, quindi controllò l’ora al cellulare; era mezzanotte.
“Buon compleanno, Blake.” disse sorridendo, e le porse il pacchettino. Blake si mise seduta e accettò il regalo con l’entusiasmo di una bambina. Strappò la carta con la curiosità che prendeva il sopravvento. Si trattava di una collana il cui ciondolo era a forma di angelo, come il pezzo di legno che lui aveva intagliato per appenderlo sulla culla di Anna.
“Oh, Niklaus … è meraviglioso.”
“E’ un amuleto magico. Freya lo ha incantato per proteggerti quando lo indossi. Dai, voltati.”
Blake gli diede le spalle e Klaus le appuntò la collana al collo, poi le diede un bacio sulla spalla.
“Tu ci sai davvero fare con i regali. Grazie di cuore.” disse Blake, si voltò e lo abbracciò più stretto che poté.
“L’importante è che tu sia felice, tesoro mio.”
“Sono felice, anche se sono più vecchia di un anno.”
Klaus affondò il viso nei capelli di Blake ridendo, quella ragazza non mancava mai di dire sciocchezze.
“Aspetta qui.”
Blake attese il ritorno del marito con una certa agitazione perché la situazione si faceva critica quando Klaus Mikaelson aveva in mente qualcosa. Quando l’ibrido tornò, lei si lasciò sfuggire un verso di sorpresa.
“E questo da dove viene fuori?”
Klaus infilzò una candelina sul cupcake al cioccolato e l’accese.
“Lo abbiamo preparato io, Hope e Anna. Ne abbiamo cucinati una decina ma questo ha la forma più decente. Spero che il gusto non sia scadente. Ora soffia ed esprimi un desiderio.”
Blake prese un respiro, piantò gli occhi in quelli del marito e soffiò. La candela si spense portando con sé un desiderio.
“Grazie, Niklaus. E non solo per la collana e il cupcake, ma per tutto quello che fai per me e le bambine. Riesci sempre a sorprendermi, ci riesci da quando ci conosciamo.”
Klaus lasciò da parte il dolce e prese posto di fronte a lei, afferrandole entrambe le mani.
“Devo farmi perdonare una miriade di azioni atroci che ho commesso, e tu e le bambine siete la mia occasione di redenzione. So che non riuscirò ad espiare mai tutti i peccati di cui mi sono macchiato ma so anche che sarò un uomo migliore grazie a te e alle nostre figlie.”
Blake era consapevole che Klaus non avrebbe mai potuto adempiere alla piena salvezza, aveva commesso troppe crudeltà per meritare il perdono completo, ma lo sforzo di limare la sua anima nera era un ottimo punto di partenza.
“Io ti amo immensamente, Niklaus Mikaelson.”
Klaus sorrise e si chinò a baciarla perché nessuna parola al mondo avrebbe mai potuto esprimere i sentimenti che provava per lei. Gli si mozzò il respiro quando l’odore del sangue che scorreva nella carotide lo inebriò come se fosse vino. Passò l’indice sulla vena pulsante, sembrava un invito a bere. Blake deglutì e la vena ebbe un guizzo che fece sospirare l’ibrido.
“Ho sete, Blake. Ho sete di te.” le sussurrò all’orecchio, e Blake si limitò ad annuire come a concedergli il permesso di dissipare quel bisogno. Klaus affondò i canini nella pelle tesa del collo e il sangue si sprigionò come rugiada che cade sui fiori. Caldo e denso, il liquido rossastro riempì la bocca dell’ibrido fino a quando ne fu sazio. Leccò il sangue intorno ai fori e si pulì le labbra col dorso della mano.
“Stai bene?”
“S-sì, più che bene.”
Blake tremava, il respiro concitato e le labbra schiuse. Era rapita dalla sensazione di benessere procurata dal morso. Circondò il collo di Klaus con le braccia avvicinandolo per baciarlo. Era un contatto ricolmo di passione, era un fuoco destinato ad accrescersi. Klaus la fece sdraiare sul materasso e fece scorrere le mani lungo le cosce di Blake lentamente, era una dolce tortura. Furono interrotti dal cellulare della ragazza che lampeggiava all’arrivo di ogni notifica.
“Aspetta.” Disse Blake, si alzò e diede un’occhiata al cellulare. Erano tutti messaggi di buon compleanno, ma lei rispose velocemente solo a quelli dei genitori, di Josh e dei Mikaelson.
“Blake, torna qui.”
“Rispondo a Freya e arrivo.”
Klaus, infastidito da quella brusca interruzione, le tolse il cellulare di mano e lo lanciò sulla poltrona sotto la finestra. Blake incrociò le braccia al petto con le sopracciglia inarcate.
“Non fare il bambino. Stavo solo ringraziando tua sorella per gli auguri.”
“Non mi interessa. Ora ti voglio in quel letto.”
“Niklaus!”
Klaus, incurante del rimprovero, la spinse dolcemente sul letto. Le fece divaricare le gambe per posizionarvisi in mezzo e riprendere a baciarla. Blake si abbandonò del tutto a quelle labbra che amava tanto. Quando fece riscontrare i loro bacini, Klaus gemette senza alcun controllo. Si liberarono in fretta dei pochi indumenti che indossavano, la voglia di stare pelle contro pelle era troppo forte per resistere ancora. Blake gli strinse le gambe intorno ai fianchi e le mani intorno alle spalle per fare unire i loro corpi.
“Devo dirti una cosa, Blake.” biascicò Klaus baciandole la clavicola.
“Non adesso.”
Blake ingaggiò l’ennesimo bacio avido, mordendo e succhiando le labbra di Klaus fino a farle diventare rosse. In risposta Klaus incominciò ad incalzare il ritmo delle spinte aumentando il piacere ad ogni minuto. La stanza si riempì di gemiti e ansimi, e il buio veniva rischiarato dai raggi argentati della luna. Blake conficcò le unghie nella schiena di Klaus, e lui ghignò perché sapeva che quell’abbraccio languido stava per sfogarsi nel migliore dei modi. Con un’ultima spinta raggiunsero l’apice del piacere, appagati l’uno nel calore dell’altro.
Si ritagliarono qualche minuto per regolarizzare il respiro mentre si godevano quel silenzio rilassante. Klaus spalancò le braccia e Blake si rannicchiò contro di lui posando la testa sul suo petto.
“Ti amo anche io, Blake.”
“Che cosa volervi dirmi prima?”
Klaus sorrise, una strana luce brillò nei suoi occhi chiari.
“Credo che tu sia incinta.”
 
Due giorni dopo
Castle Combe era uno di quei villaggi inglesi dove il tempo sembrava essersi fermato. Il cielo grigio e il vento che faceva svolazzare le foglie pigramente rendevano quelle stradine molto caratteristiche. Quel pomeriggio Blake aveva portato la sua famiglia al Village Pound, una struttura in pietra recintata dove i medievali rinchiudevano gli animali smarriti perché i padroni li ritrovassero. Avevano fatto il giro del villaggio prima di fermarsi lì, visitando in precedenza il museo, le case signorili e la chiesa di Saint Andrew.
“Da piccola giocavi qui?” domandò Hope, che si era già seduta sul blocco di pietra intorno alla struttura.
“Sì. – disse Blake – Io e le mie amiche venivano qui a trascorrere interi pomeriggi. Era divertente.”
Klaus si sedette affianco a Hope e sistemò Anna sulle proprie gambe in modo che i suoi occhi curiosi si guardassero intorno.
“E tu come passavi i pomeriggi, papà?”
“Io girovagavo per i boschi in compagnia di zio Elijah e zia Rebekah. Lo sai che sono un po’ più grande di Blake.” disse Klaus scompigliando i capelli di Hope. La bambina ridacchiò e spinse via la mano del padre.
“Papà, tu sei vecchio! Hai più di mille anni!”
“Mi sembra giusto dire la verità.” Intervenne Blake facendo la linguaccia a Klaus. Anche Anna rise, sebbene non capisse l’argomento, e Klaus si finse offeso.
“Voi signore vi state coalizzando contro di me, è scorretto!”
“Ragazzi!”
Helen Harris affrettava il passo per raggiungere il gruppo tenendo tra le mani un pacco piuttosto grande. Klaus lasciò Anna a Blake e aiutò la suocera, che gli sorrise con cortesia.
“Che cos’è, mamma?” domandò Blake scrutando il pacco misterioso.
“E’ una torta. Anzi, è la torta per il tuo compleanno! Nonna l’ha preparata e io sono andata a ritirarla per la cena di stasera.” Spiegò Helen, e nel frattempo si prodigava per salutare le bambine.
“Mamma, non è necessaria una torta di compleanno. Ho ventisei anni, sono abbastanza grande!”
“Grande? Non dire sciocchezze, tu sei sempre la mia piccola Blake. Klaus, dì qualcosa.”
Helen diede una gomitata a Klaus, che inarcò il sopracciglio.
“Tua madre ha ragione. Hai solo ventisei anni, quindi dovresti festeggiare ancora per qualche altro anno. E poi, la torta della nonna non si rifiuta mai!”
“Sul serio? Non parlare a me di età, Niklaus!” lo ammonì Blake sbuffando.
“Blake, non fare storie. Adesso porto la torta a casa. Ci vediamo più tardi!”
Helen andò via con il pacco che traballava e con la sua solita camminata spedita, sembrava che avesse sempre mille cose da fare e pochissimo tempo per farle. Klaus sfiorò la guancia di Blake con le nocche.
“Tesoro, qualcosa non va?”
“Sto bene. E’ solo che mia madre mi tratta come se avessi dodici anni e questo mi dà fastidio. Insomma, sono adulta, ho un lavoro, sono sposata e ho una figlia!”
Anna emise un verso come se volesse partecipare alla conversazione, e Blake le stampò un bacio sulla testa. Intanto Hope saltellava intorno al Village Pound canticchiando la sigla di un cartone.
“Tua madre sente molto la tua mancanza. Sei andata via quando avevi solo diciotto anni, è normale che ti tratti ancora come se fossi una bambina. Hope e Anna un giorno saranno donne, ma per me saranno sempre le mie piccole bambine.”
“Mmh. – fece Blake – Hai ragione, ma vorrei che qualcuno mi trattasse come se fossi una donna. I miei genitori mi trattano come se fossi una bambina e i Mikaelson mi trattano come se fossi la mascotte della famiglia.”
“Una mascotte molto carina!” commentò Klaus dandole un bacio sonoro sulla guancia. Blake scoppiò a ridere e gli diede un pugno sulla spalla che non lo spostò di un millimetro.
“Idiota!”
“Dico solo la verità. Devo chiedere a Freya di trovare un vestito da orsetto con cui travestirti.”
Quando Hope si fiondò sulla sua schiena, Klaus la prese al volo poiché i suoi sensi l’avevano avvertito.
“Quale orsetto, papà?”
“Blake è l’orsetto dei Mikaelson. Non credi che sia un orsetto bellissimo?”
“Osseto!” esclamò Anna sollevando le manine. Blake, Klaus e Hope risero per quell’adorabile interruzione.
“Che ne dite se quest’orsetto vi offre una bella cioccolata calda?”
“Sì!” disse Hope, e ritornò piano con i piedi per terra. Blake mise Anna nel passeggino e Hope strappò una margherita da regalare alla sorella.
“La storia dell’orsetto me la pagherai cara.” Disse Blake a Klaus, che fece un sorriso malizioso.
“Hai intenzione di punirmi, amore?”
Blake arrossì e si portò una mano sulla faccia, meno male che Hope stava parlottando con Anna di chissà cosa.
“Niklaus! Ti sembra il modo di parlare?”
“Ho solo menzionato una punizione. Ti consiglio di usare una frusta se vuoi rendere la tortura più eccitante.” Mormorò Klaus al suo orecchio. Blake gli tirò uno schiaffo sul braccio.
“Preferirei torturarti con un paletto, maritino.”
“Secondo me saresti più brava con la frusta.”
“Inizia a camminare prima che la frusta te la faccia ingoiare, Mikaelson.”
Klaus le rubò un bacio veloce, dopodiché spinse il passeggino verso il centro della città.
“Sai una cosa, Blake? Adoro quando sei aggressiva.”
 
Klaus non aveva mai più avuto l’opportunità di cenare con i suoi genitori dopo che Mikael ebbe scoperto la verità sulla sua natura di lupo. La famiglia per lui era importante, perciò anche condividere i pasti con essa rientrava nelle attività che si facevano insieme. Ecco perché era contento di trovarsi a tavola con Blake, le bambine, i suoceri e la nonna di Blake . Helen aveva preparato una cena gustosa e ricca di pietanze. La nonna era stata gentile con Klaus per tutto il tempo riempiendogli sempre il piatto e il bicchiere. Alfred, invece, era rimasto zitto e perlopiù aveva trucidato Klaus con lo sguardo.
“E’ il momento della torta!” esclamò Helen, quindi estrasse dal frigo una piccola torta rotonda al gusto di mele, la ricetta segreta della nonna. Blake si imbarazzò quando la madre le fece scivolare il dolce sotto il naso con ventisei fiammelle che ardevano. Klaus rise per le gote arrossate della moglie e perciò le stampò un bacio sulla guancia.
“Su, piccoletta, spegni le candeline.”
Blake sorrise ricordando bene che l’ultima volta che aveva spento le candeline, ovvero due giorni prima, era finita a fare l’amore con lui per tutta la notte.
“Vai, Blake!” la incoraggiò Hope. Anna, dal canto suo, agitò le braccia verso l’alto e rise.
“Okay, okay, spengo queste candeline.”
Esplose un forte applauso quando le candeline si spensero, al che Helen tagliò la torta e la servì in preziosi piattini decorati.
“Questa torta è squisita!” disse Klaus rivolgendo un sorriso alla nonna di Blake. L’anziana signora gli accarezzò la guancia con tenerezza, ignara che quell’uomo aveva più anni di lei.
“Grazie, caro. Sei davvero gentile.”
Hope si lanciò addosso a Blake e l’abbracciò.
“Blake, noi ti abbiamo fatto un regalo.”
“Davvero, streghetta? Fammi vedere un po’.”
La bambina le consegnò una busta di cartone al cui interno c’era un libro: Les Amours jaunes, una raccolta di poesie di Tristan Corbière. Gli occhi di Blake diventarono lucidi perché quel libro le aveva fatto conoscere Klaus. Tra le pagine stava in bilico il disegno di un cuore rosa firmato a nome di Hope e Anna.
“Ricordi? – disse Klaus – Stavi studiando queste poesie al Rousseau quando mi sono offerto di aiutarti.”
“Non potrei mai dimenticarlo.”
Blake lo abbracciò tanto stretto che, se fosse stato umano, avrebbe perso il respiro. Si scambiarono un bacio tenero e pieno d’amore.  
“E grazie anche a voi, streghette!” aggiunse Blake baciando sia Hope che Anna sulle guance.
Helen si presentò a Blake con un pacco incartato da una bizzarra carta rosa da regalo.
“Questo è il nostro regalo, bambina mia.”
“Non sarà costoso come i regali di tuo marito ma è pur sempre un regalo.” Disse Alfred, e si beccò un’occhiataccia dalla moglie. Il padre di Blake ancora non vedeva di buon occhio Klaus per via della sua ricchezza.
“Signor Harris, direi sia ora di deporre l’ascia di guerra.” disse Klaus in tono pacato, scatenare un litigio col suocero era l’ultimo dei suoi desideri. Alfred non lo degnò di uno sguardo, restava immobile a fissare il tavolo.
“Quell’ora è ancora lontana. Il vostro matrimonio mi rende incerto. Insomma, Blake è giovane, è bella, ha uno splendido carattere, ti ha già dato una figlia e queste sono cose che ringalluzziscono l’ego di un uomo ricco e potente come te.”
“Papà!”
Blake avrebbe voluto ficcare la testa sottoterra come uno struzzo, invece doveva sopportare quel supplizio inerme. Klaus sentiva la rabbia scorrergli nelle vene, pronta ad esplodere da un secondo all’altro, ma si schiarì la gola per ingoiare parole velenose.
“Io non sto con Blake perché è giovane, perché è bella e perché mi ha già dato una figlia. Mi dispiace che lei la veda così, è molto triste. Ho sposato Blake perché la amo, perché non mi ha mai abbandonato da quando la conosco, perché so che è la mia roccia quando vado in crisi. Sì, sono un uomo ricco e potente, ma tutto ciò non ha a che fare con sua figlia. Quando capirà che i miei sentimenti sono veri, sarà una bella giornata.”
Il silenzio era piombato nella piccola cucina creando un’atmosfera quasi di terrore. Blake toccò la spalla di Klaus per rassicurarlo, per dirgli che lei credeva alle sue parole. Si alzò in piedi per attirare l’attenzione di tutti e si portò le mani sul ventre.
“Comunque, voglio annunciarvi una bella notizia: sono incinta. Grazie di avermi rovinato il compleanno, papà.”
Blake corse in camera sua, quella in cui aveva vissuto per diciotto anni, mentre di sotto i parenti recepivano la notizia. Helen scattò in piedi e seguì la figlia per congratularsi.
“Non rovini il rapporto con Blake solo perché mi odia, signor Harris. Un figlio è una gioia immensa di cui essere grati. La famiglia è il vero potere.” Disse Klaus, dopodiché lasciò Alfred da solo a meditare su quel consiglio.
Quando raggiunse il secondo piano, Helen tentava di aprire la porta.
“Blake si è chiusa dentro. Prova a parlarle tu.”
“Aspettate di sotto. Ci penso io.”
Rimasto da solo, Klaus forzò la maniglia ed entrò nella camera. Blake stava sul letto con le ginocchia al petto e due lacrimoni lungo le guance. La ragazza abbozzò un sorriso quando lo vide sedersi accanto a lei.
“L’altra notte avevo ragione.”
“Scusami. Volevo darti la notizia in un clima decisamente migliore.”
“Non fa niente. Va bene così.”
Blake stava per ribattere ma Klaus la baciò per zittirla. Lei lo trascinò sopra di sé e lui scese a baciarle il collo, le clavicole, fino al seno. Le baciò anche la pancia con cura, quasi volesse già comunicare con il loro futuro bambino.
“Stiamo per diventare di nuovo genitori, Niklaus.”
“Lo so, tesoro, ed è fantastico. Tu mi rendi così felice.”
Blake si accoccolò tra le sue braccia, confortata dal suo calore e dal suo profumo. Sperava che quella cena avrebbe sanato il rapporto con suo padre ma le cose erano solo peggiorate. Si allontanarono quando Alfred compare sulla soglia.
“Posso parlare con mia figlia?”
“Certo.” Disse Klaus baciando la fronte di Blake.
“Che vuoi, papà? Prima sei stato fin troppo chiaro.”
“La verità è che sono geloso della tua vita. Ti sei trasferita a New Orleans per studiare e non sei più tornata, hai aperto una pasticceria, ti sei sposata e hai messo su famiglia. Vieni a trovarci solo durante le vacanze di natale, poi abbiamo tue notizie solo via telefono. Ho paura che la nostra umile vita non ti piaccia più perché quella che ti offre tuo marito è migliore. Klaus ti accontenta sempre, ti ricopre di attenzioni e di regali, ti tiene legata ai suoi fratelli. Ecco, ho il timore che ti allontanerai da noi, i tuoi genitori, perché la tua nuova famiglia a New Orleans è più importante.”
Blake avvolse le mani del padre con le proprie in una presa ferrea.
“Papà, non devi avere paura. Io voglio bene a te e alla mamma nonostante la distanza, nonostante i regali di Niklaus e la mia vita a New Orleans. Non importa che i Mikaelson siano la mia nuova famiglia perché voi siete parte di me dal primo momento che ho messo piede al mondo. Lo so che sono figlia unica e che è dura vedermi solo a Natale, ma ti giuro che questo non significa che vi voglio meno bene. Il mio matrimonio ha solo permesso ad altre persone di entrare a far parte della mia famiglia. E poi, non attaccare Niklaus. Lui è un marito e un padre straordinario. Certo, a primo impatto può sembrare uno stronzo egocentrico, cosa che è in fondo, ma dà tutto se stesso quando ama. Io sono felice con lui, con le nostre bambine, e vorrei che anche tu e la mamma faceste parte di questa felicità. Io senza di voi non sono niente.”
Alfred si passò una mano sul viso per eliminare le lacrime, il discorso della figlia lo aveva fatto commuovere.
“Mi dispiace di aver ostacolato la tua felicità. Io voglio far parte della tua vista, anche a costo di accettare quel pomposo di tuo marito.”
“Ti voglio bene, papà.”
Blake si strinse al padre come quando era bambina e voleva farsi consolare da quelle braccia che sapevano di casa.
“Anche io, figlia mia. E sono davvero contento per la notizia di poco fa. Sarò nonno per la seconda volta!”
 
 
Nove mesi dopo
Anna si rotolava sul letto mentre Klaus le faceva il solletico sul pancino. La risata della bambina risuonava in tutta la stanza, piacevole e allegra.
“Questa bambina ti adora.” Esordì Blake addentando un altro biscotto al cioccolato. Mancavano dieci giorni al parto e quell’attesa infinita le faceva venire fame, o almeno era questa la scusa che adduceva per ogni cosa che divorava.
“E papà adora questa bambina.” Rispose Klaus tempestando di baci la guancia paffuta di Anna. La piccola aveva quasi due anni, era molto vivace e con quel suo sorriso sdentato addolciva anche i cuori più freddi. Blake sorrise quando Anna le toccò la pancia, per lei doveva essere un gioco.
“Bimba!”
“Sì, qui dentro c’è una bimba, la tua sorellina e quella di Hope.”
Pochi mesi prima avevano scoperto che la nuova arrivata sarebbe stata di nuovo una femmina, forse nei geni dei Mikaelson c’era una propensione al genere femminile. Tra l’altro, la piccola sarebbe nata strega.
“E sarà bellissima come la mamma e le sorelle.” Disse Klaus mettendo una mano sulla pancia. Blake gli scostò un riccio biondo che gli ricadeva sulla fronte, un gesto consueto per loro due.
“Speriamo non abbia il caratteraccio del padre.”
“Beh, su questo ti do ragione.”
“Lo so.”
Nel frattempo Anna si era accucciata sul petto della mamma con gli occhi semichiusi, perciò Blake incominciò ad accarezzarle i capelli per farla addormentare.
“Devo parlarti di una cosa, Blake.”
“Dimmi.”
Klaus le mostrò una boccetta di sangue che sembrava emanare bagliori rossastri.
“E’ il sangue di Elijah. Avevamo pensato di farti trasformare dopo aver avuto un altro figlio, ricordi? Ebbene, il momento di affrontare la situazione è arrivato. Tra pochi mesi compi ventisette anni e abbiamo due figlie, quindi potrebbe essere l’occasione giusta per la trasformazione.”
Blake ci aveva riflettuto, era una cosa troppo grossa per prenderla alla leggera, ed era giunta alla conclusione che trasformarsi a ventisette anni era l’età giusta per congelarsi nel tempo. Inoltre, avere due figlie streghe che avrebbero usato un incantesimo per vivere per sempre era un incentivo a trasformarsi.
“Va bene. Lo faremo dopo la nascita della bambina.”
“Bene. – disse Klaus – Sai che non ti do il mio sangue perché non voglio farti diventare un ibrido, la maledizione del lupo mannaro te la voglio risparmiare. Elijah si è subito proposto come tuo genitore vampiro.”
“Mi piace l’idea di Elijah come mio papà vampiro.”
Si misero a ridere insieme per quell’assurdità, un modo per stemperare la serietà del discorso.
“Vuoi davvero trascorrere la tua eterna vita con me, Blake?”
“Assolutamente sì.”
 
Tre mesi dopo
Blake era serena, malgrado la morte incombesse su di lei. Era mezzanotte, la luna piena risplendeva nel cielo scuro, e le stelle baluginavano come fari. La morte, fredda e desolata, era quello che Blake aspettava. Osservava Anna e Beatrix dormire, erano così belle da farle scoppiare il cuore di felicità.
“Tra poche ore le rivedrai.” Disse Klaus interrompendo quel momento di pace. Quella notte Blake si sarebbe trasformata in vampiro per vivere in eterno con la sua famiglia. Avvertì una sensazione di paura quando baciò le figlie, paura di non rivedere più le sue bambine.
“Lo so.”
Klaus la prese per mano e la condusse in cortile, dove i Mikaelson si erano riuniti, notando subito le loro facce preoccupate.
“Sei pronta?” domandò Elijah, elegante e spaventoso nel suo completo nero.
“Sono pronta.”
“Procediamo.”
Blake si sedette con le mani che tremavano, quindi Klaus l’affiancò e le passò un braccio intorno alle spalle.
“Staremo insieme per sempre, amore mio. Pensa solo a questo.”
“Va bene.”
Hope si era aggrappata alla gamba di Hayley nascondendosi, terrorizzata dalla possibilità che Blake non si svegliasse.
“Andrà tutto bene. Blake tornerà presto.” La confortò la madre, e la bambina sembrò rilassarsi.
“Hope, – disse Blake – Starò bene. Ti darò il tormento per il resto della mia immortale vita!”
Hope ridacchiò e si tuffò tra le braccia di Blake per salutare la sua vita mortale.
“Ti voglio bene.”
“Anche io, streghetta.”
“E’ tutto pronto.” Disse Freya. Elijah porse a Blake la boccetta del suo sangue e un anello solare, che la ragazza indossò subito.
“Ci vediamo più tardi.” Disse Rebekah facendole l’occhiolino. Blake guardò i fratelli intorno a sé e prese un respiro profondo, non si tornava indietro.
“Alla salute!”
Klaus ricorse a tutto il suo barbaro coraggio per pugnalare Blake al cuore. La ragazza morì tra le sue braccia afflosciandosi come un fiore secco.
 
Sei anni dopo
“Zio Kol mi ha detto di fare attenzione alla tenda, e sai cosa è successo? Ho dato fuoco alla tenda!”
Blake scoppiò a ridere per l’espressione angosciata di Hope mentre le raccontava degli allenamenti di magia con Kol e Freya. Aveva dodici anni, pertanto il suo addestramento si faceva sempre più arduo.
“La prossima volta andrà meglio, ne sono certa.”
“Mamma! Mamma!”
Anna scorrazzò in salotto con Beatrix che la inseguiva mentre simulava i versi di un dinosauro. Rispettivamente di otto e sette anni, erano due bambine estremamente energiche.
“Che succede?”
“Beatrix mi fa spaventare con il dinosauro. Dille di smettere!” piagnucolò Anna stropicciandosi gli occhi rossi di pianto. Blake non sapeva se ridere o piangere per la disperazione della figlia, a volte era tragica come sua zia Rebekah.
“Beatrix, vieni qui e chiedi scusa ad Anna. Su, piccola.”
Beatrix con la faccia furba del padre, scoccò un bacio sulla guancia della sorella.
“Scusa, Anna. Non faccio più il dinosauro.”
“Commovente.” Commentò Hope ridendo sotto i baffi. In quel momento l’attenzione delle bambine si concentrata sulla porta di casa che si apriva. Non appena Klaus entrò, fu travolto dagli abbracci delle figlie.
“Buonasera, mie belle signorine!”
“Papà, che cosa ci hai portato questa volta?” chiese Anna battendo le mani per l’entusiasmo. Klaus almeno una volta a settimana rientrava a casa con un dono per le figlie e per la moglie, un piccolo gesto per dire loro quanto fossero importanti. Si inginocchiò all’altezza delle bambine, mentre Hope restava in piedi con le mani di Blake sulle spalle, e infilò la mano nella busta.
“Ho una nuova tavolozza di colori per Hope. Un peluche a forma di panda per Beatrix. Un libro di favole sulle principesse guerriere per Anna. Infine, un mazzo di rose per la mamma.”
Le bambine accettarono i regali, ringraziarono il papà con baci e abbracci e si fiondarono in salotto per ammirare i doni.
“Ma che bravo papà!” disse Blake con un sorriso. Klaus le strinse i fianchi e la baciò riservandole la solita passione di sempre. In quei sei anni il loro amore non si era appassito, anzi era aumentato ogni giorno di più. Il vampirismo era stato difficile all’inizio per Blake, bere sangue la disgustava e non aveva intenzione di uccidere, perciò aveva fatto ricorso al sangue animale per mettersi in pace con se stessa. Pareva che Klaus conoscesse un tale che beveva sangue animale per evitare di far del male agli umani, e a Blake era sembrata la soluzione migliore. Si guardava allo specchio e, anziché vedere il volto di una donna di trentatré anni, vedeva il volto di una ventisettenne. Avrebbe avuto ventisette anni per sempre, giovane e in salute per il resto della sua vita. Il vampirismo era un prezzo caro da pagare per via della fame, le emozioni amplificate e il potere erano sfide quotidiane, ma le risate delle sue figlie e del marito erano una valida ragione per lottare.
“Ti amo, Blake.” mormorò Klaus poggiando la fronte contro quella di Blake. La ragazza gli diede un bacio a stampo.
“Ti amo anche io. Sempre e per sempre.”
“Sempre e per sempre.”
 
 
Salve a tutti!
L’avventura di Blake e Niklaus finisce qui, vivendo ‘’per sempre felici e contenti’’. Il finale della serie è stato troppo tagico e ingiusto, perciò ho voluto dare a Niklaus quell’opportunità di vita felice che non avrà mai.
Vi è piaciuto il finale?
Fatemi sapere cosa ne pensate.
GRAZIE DI CUORE per aver seguito questa storia.
Alla prossima.
Un bacio.
 
PS. STO INIZIANDO A LAVORARE AD UNA NUOVA STORIA SU THE ORIGINALS, CON PIU’ CAPITOLI E NUOVI PERSONAGGI, CHE PUBBLICHERO’ A BREVE. PERCIO’ RICORDATEVI DI ME ;)
 
 
 

 
  
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