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Autore: Fujiko91    08/09/2019    1 recensioni
Ho usato due attori famosi come presta volto: Richard Armitage è Adam e Mia Wasikowska è Catherine.
La storia è ambientata negli anni '50.
Un'estate e l'incontro con Adam cambiò ogni cosa nella vita di Catherine.
Non tutto però fu positivo, molti segreti vennero a galla e nulla fu come prima.
Catherine perdonerà Adam?
E Alan quale ruolo avrà in questa storia?
Auguro una piacevole lettura a tutti.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Betato:ringrazio  Crazy Lion per la correzzione dei piccoli errori! :*

 

Un raggio di sole penetrava dalla finestra e raggiungeva il mio viso. Mi voltai  sul fianco, solo per notare Adam il quale per tutta la notte era stato seduto sulla poltrona a vegliare su di me. Ma non si era voluto spingere oltre, poiché io ero sconvolta dal povero Tom e quindi vulnerabile e lui non avrebbe mai approfittato del mio stato d’animo. Inoltre non ci conoscevamo di certo ancora così bene da fare un passo del genere. Alla fine mi sedetti sul mio letto, indossai le ciabatte e la mia vestaglia e senza fare troppo rumore mi alzai.

“Catherine.”

“Scusa non volevo svegliarti, ho fatto più piano che potevo.”

“Tranquilla, sono io che ho il sonno leggero. Vecchie abitudini che faticano a morire. Vuoi che ti porti la colazione in camera?”

“No, penso che scenderò, farò colazione e poi uscirò. Sai, devo andare da Annie…”

“Allora dammi il tempo di vestirmi, magari posso accompagnarti.”

“Sarebbe meglio di no!”

Aprii la porta della camera e gli voltai la schiena per poi scendere le scale.

Adam mi seguì. Appena facemmo la nostra entrata nella sala, mio padre si staccò dal suo giornale e mia madre venne verso di me.

“Cara! Dimmi, come ti senti?” mi chiese in tono apprensivo.

“Un po’ meglio madre, vi ringrazio. Adam ha vegliato sul mio sonno.”

Mia madre spostò il suo sguardo su di lui e dopo alcuni secondi mormorò:

“Ti ringrazio.”

Nel frattempo mi accorsi che mio padre aveva semplicemente bofonchiato ed era tornato alla sua lettura. Anche Adam l’aveva notato e dopo che mi ero seduta al fianco di mia madre, lui si avvicinò a mio padre.

“Thomas, dev’essere davvero molto interessante quel giornale!”

Mio padre lo ripose immediatamente.

“In realtà non molto, preferisco la tua compagnia. E Catherine, dopo colazione se passi a trovare i parenti di Tom, fa’ sapere loro che io sono a loro disposizione per qualunque cosa.”

“Grazie padre, siete molto gentile. Lo dirò ad Annie.”

“Povera ragazza…” sussurrò mia madre.

Bevuto il tè e mangiata la torta e altri pasticcini, mi alzai. Salii in camera e indossai un vestito accollato e di tinta scura, come se andassi ad un funerale. Ma volevo dimostrare il mio dolore alla famiglia di Tom e Annie.

Scesi e Adam mi venne incontro.

“Mi dispiace non poter venire con te, ma Thomas mi vuole mostrare alcune carte.”

“Non importa, e poi è meglio così.”

Salii sulla mia macchina e me ne andai; mentre guidavo pensavo a quante cose erano già cambiate in quelle settimane. E poi il rapporto tra mio padre e Adam si stava facendo sempre più strano, ma non potevo parlarne con Annie.

Finalmente raggiunsi la villetta della mia amica, parcheggiai la macchina, scesi e arrivata al cancelletto suonai il campanello.

Le mie mani erano sudate, mi sentivo a disagio e quando Annie uscì di casa mi sembrò passata un’eternità. Mi venne incontro ed io mi sentii un po’ meglio.

“Voglio andare al pub! Scusa, ma ti devo parlare” disse solo, senza nemmeno salutarmi.

L’ansia iniziò a farsi sentire unita ad un forte senso di nausea e la ragazza mi accompagnò fino al pub. Appena arrivate ordinammo due boccali di birra.

Ci accomodammo nella saletta privata, appena mi sedetti Annie mi si avvicinò.

“Tom verrà ricoverato in un centro specializzato nel suo disturbo.”

“Questa è una buona notizia!”

“Da un lato sì, ma è a Londra” sospirò.

“Oh! Aspetta, cosa mi stai tenendo nascosto?”

“Cath, mi trasferirò… Lo so, Londra è lontana. Mi mancherai, ma Tom è mio fratello!”

Mi mancò il respiro. Ero pronta a starle vicino, a consolarla, ma non ero preparata a questo.

“Cath, ti prego, dimmi qualcosa!”

“Ecco, è che sei la mia migliore amica e te ne stai per andare così lontano, Tom è malato e anche Angus lo è. Il gruppo non esisterà più. Mi mancherai da morire!” dissi affranta.

L’abbracciai forte e piansi.

Annie non disse nulla ma ricambiò il mio abbraccio e pianse anche lei, poi ci separammo per bere le nostre birre, le dissi ciò che mi aveva detto mio padre e infine la lasciai andare via.

Salii di nuovo in auto e arrivai a casa, non mi cambiai, ma raccolsi i miei oggetti per dipingere e me ne andai nel mio luogo magico.

 

Dipinsi me e Annie da piccole mentre le mostravo la mia quercia, in quel momento sentii un rumore e mi voltai.

“Adam!”

“Catherine, com’è andata?”

Mi voltai verso il dipinto e mentre dipingevo gli risposi:

“Se ne va a Londra. Sai, là c’è una clinica per curare Tom.”

“So cosa si prova quando le persone a noi care se ne vanno via, ma poi si ci ritrova” disse.

Comprendeva il mio dolore e ciò mi diede un po’ di sollievo, come se qualcuno mi avesse tolto almeno in parte un peso dal cuore.

“Parli di mio padre?”

“Già! So che sarà difficile per te da accettare e che forse ci considererai dei pazzi, ma io e lui ci amiamo.”

Rimasi senza parole né fiato per un lungo momento. Tutto mi sarei aspettata fuorché una rivelazione come quella.

“Vi eravate lasciati? Perché? Per mia madre?”

Azzardai quella domanda, me ne stavo per pentire quando Adam si accomodò su di un tronco e si accese un mini sigaro, poi si voltò verso di me ed io mi ero girata verso di lui, per incontrare i suoi occhi.

“Viviamo in un’epoca sbagliata. Tua madre accettò di sposare Thomas, pur di aiutarci…”

“C’è il carcere per questo, lo sai?”

Adam annuì e diede una nuova boccata al suo sigaro.

“Siamo negli anni ‘50 e pur amandolo con tutto me stesso non posso starci insieme perché sennò entrambi verremmo “curati” o peggio… Catherine, io volevo dirtelo, ma Thomas non aveva intenzione di ferirti.”

“Ferirmi? Capisco, devo ammettere di essermi innamorata di te, ma non sono una stupida e so cosa sia l’amore tra due uomini! Ammetto che la cosa mi ha lasciata disorientata all’inizio, ma se voi siete felici…”

“Lo dirai a Thomas?”

“No, per ora non lo farò. Sono sfortunata con gli uomini: due hanno la malattia del soldato e tu sei un omosessuale. Non so, per ora è meglio che mi lasci sola, devo solo riordinare le idee.”

“Ma certo. Che idiota, Annie ti ha appena detto che si trasferirà a Londra e io ti vengo a raccontare queste cose, scusami.”

“No anzi, apprezzo la tua sincerità!”

Adam se ne andò, io finii il mio quadro e poi mi incamminai verso casa.

Ripercorrendo la strada ripensai al fatto che era vero, molte cose erano cambiate, ma tante altre sarebbero capitate solo che in quel momento non sapevo che quelli erano nulla in confronto ai veri problemi che stavamo per affrontare e che ciò avrebbe cambiato per sempre la mia vita...


Angolo dell'autrice:

dovete sapere che negli anni 50 in Inghilterra si andava in carcere o si veniva "curati" in quanto l'omosessualità era vista come una malattia ed era considerato anche un reato grave. 
Solo nel 1967 la corte di Canterbury legalizzò l'omosessualità.
Io sono rimasta al quanto sconvolta nel leggere ciò che veniva fatto in passato agli omosessuali in Inghilterra ;.;

Ve lo volevo spiegare del perché Adam e Thomas hanno dovuto nascondere il loro amore. E perché Thomas ha dovuto sposarsi.

Al prossimo capitolo! :*

Fuji.

 



 
  
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